Il 3 Settembre 1989 Muore Gaetano Scirea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ il 3 Settembre 1989 Gaetano Scirea è in viaggio in Polonia dove deve visionare una squadra che la Juventus affronterà in coppa in quanto secondo di Zoff allenatore della Juventus amico ed ex compagno di squadra. Uno schianto frontale con un’altra auto provocherà la morte del Campione. Amatissimo, plurivincitore con la Juventus e con la nazionale, scompare così uno grande uomo prima ancora che un grande atleta. Verrà ricordato come uno dei più forti difensori di tutti i tempi del calcio italiano e mondiale.

  1. MAI NESSUNO COME LUI

    Il Barone leccese stravedeva per Gaetano Scirea…
    “La sua serenità mi faceva arrabbiare”, così lo ricorda Franco Causio…
    “Arrivò a Torino che era ancora giovanissimo, mentre io ero alla Juventus già da anni.
    Si può dire che l’ho visto crescere: ragazzo, fidanzato, marito, padre modello.
    Era timido e buono, forse persino troppo.
    Spesso gli dicevo di reagire, di essere un po’ più cattivo con gli avversari: quella sua serenità mi faceva persino incavolare.
    E lui sapete che cosa mi rispondeva sempre?
    “Non ci riesco”.

    Lo diceva con il sorriso sulle labbra, era disarmante.Non l’ho visto una sola volta arrabbiarsi, diceva che non ne valeva la pena, e a posteriori devo ammettere che aveva ragione lui.
    Abbiamo passato insieme i migliori anni della nostra vita, abbiamo vinto tanto, abbiamo condiviso gioie bellissime. Quando sono andato via dalla Juventus siamo comunque rimasti molto legati.
    Era impossibile non volergli bene, era impossibile parlare male di lui.
    Gli volevo molto bene”.

    Difensore, centrocampista, rifinitore e all’occorrenza anche attaccante…questo lo dico io, l’altro Barone.

    Buonanotte

  2. QUALCUNO LO AMA

    Luciano Moggi non ha mai lasciato in realtà il mondo del calcio, qualcuno lo chiama per consigli, ed ora si diverte a raccontare quel che sa, senza quel velo di omertà che quando era alla Juve lo costringeva a raccontare bugie.

    Le sue verità su Pirlo, Conte, Ibra e Messi.

    Moggi approva cambio Sarri-Pirlo
    Si parte dalla Juve e dal cambio in panchina. Sarri non ha mai convinto Moggi: “sarà anche bravo per carità, ma non vestiva bene l’abito della Juventus.
    Non aveva il carisma necessario per parlare con quei giocatori. Con un passato come quello di Sarri, se dialoghi con gente che ha vinto campionati del mondo, Champions e Palloni d’Oro hai difficoltà enormi a essere credibile.
    È questo il punto a favore di Pirlo”.

    “Pirlo saprà parlare a Ronaldo e Dybala nella maniera più giusta e lo ascolteranno perché lo rispettano. tutti lo stimano e potrà portare dei vantaggi.
    Il punto è sempre che porti risultati. Se vengono i risultati è credibile al 100%, sennò solo al 50%”.

    Pregi e difetti di Conte

    Diverso il giudizio su Conte: “Non sono critico sull’allenatore, ma sull’atteggiamento post partita. È un allenatore-motivatore tra i migliori al mondo.
    Perché le vittorie sono sue e le sconfitte no? A parte questo, tutte le squadre lo vorrebbero, ha fatto risultati ovunque.
    Me lo ricordo da giocatore, fra i primi e secondi tempi all’allenatore diceva cosa andava e cosa no.
    Quando un giocatore è così, vuol dire che ha già un futuro da allenatore”.

    Moggi ancora innamorato di Ibra
    Quando parla di Ibrahimovic ammette di non essere imparziale: “L’ho cresciuto e lo metterei in tutte le squadre. Ha una forza fisica enorme.
    Quando si è presentato a me da ragazzino gli domandai: “Zlatan, hai portato le scarpe da gioco?”. E lui: “No”. Allora gli chiesi che numero potasse. “Il 47”.
    Se non fossi stato seduto sarei caduto a terra.
    Di solito chi colpisce bene la palla porta il 41-42, però lui ha un piede prensile che arpiona tutti i palloni. Avere Ibra in campo vuol dire dare coraggio a tutta la squadra”.

    Niente inter per Messi secondo Moggi

    Moggi esclude che Messi possa andare all’inter: “Andrà al Manchester City.
    Certamente non in Italia. Da noi nessuna squadra è in grado di supportare quella spesa”.

    Tutti i tifosi di calcio gli debbono molto, non fosse stato per lui, sbobinando le migliaia di inter-cettazioni, non si sarebbe saputa la verità su Calciopoli.

    Buongiorno ☕

  3. alessandro magno

    Scusate il ritardo nel metter il posto ma ieri è mancato internet fino alle 20

  4. ANDREA PIRLO

    “Ho delle buone impressioni, abbiamo iniziato bene, con entusiasmo e tanta voglia di fare.
    Peccato che dopo pochi giorni tanti siano andati via per gli impegni delle nazionali, ma il nostro lavoro sta continuando con quelli che sono rimasti qua. Tutti i ragazzi hanno grande voglia di fare bene, di lavorare, hanno trovato una nuova metodologia di lavoro, già questo porta entusiasmo.
    Provare degli esercizi nuovi porta delle novità e anche il lavoro diventa più semplice.
    Il percorso sarà lungo, ci vorrà tempo anche perché al momento non possiamo lavorare con tanti calciatori che sono via e con quelli che arriveranno per ampliare la rosa.
    Comunque stiamo lavorando bene, spero dalla prima giornata di vedere i concetti trasmessi e di trovare qualcosa in mezzo al campo.
    L’aggressività e la voglia di riconquistare la palla dopo averla persa è un qualcosa su cui stiamo lavorando parecchio. Guardando la scorsa Champions League, le squadre che sono arrivate in fondo sono quelle che recuperano la palla nel minor tempo possibile.
    Quella per me deve essere una caratteristica che ci deve contraddistinguere.
    Un aneddoto su questi primi giorni? Niente di particolare, mi sono trovato subito a mio agio anche perché conoscevo praticamente già tutti quelli che lavorano qui.
    Questo mi è stato di grande aiuto.
    Daremo tutto in campo, abbiamo grande voglia di di dimostrare a loro che la Juventus vuole arrivare a vincere il decimo Scudetto consecutivo e possibilmente fino alla fine in Champions League.
    Siamo qua e vogliamo fare del nostro meglio”.

    Buona giornata

  5. MASSIMO ZAMPINI

    A volte mi chiedo come diavolo lavori la Juventus. Perché ripartire dall’annientamento post Calciopoli, lavorare anni per avere lo stadio, pensare a un hotel, alla scuola per i ragazzi, dare spazio e visibilità al calcio femminile, essere l’unica società a fare l’Under 23, nel frattempo vincere 9 campionati di fila, poi arriva un’emergenza mondiale e non pensare subito alle date dei recuperi o all’eventuale scudetto da assegnare, ma mettersi a lavorare sin dalle prime settimane per predisporre un piano di sicurezza che riporti almeno una parte dei tifosi allo stadio?

    Perché tutto questo, quando potresti stare a guardare e poi lamentarti che qualcuno più bravo di te in campo, fuori, ovunque, riesce a fare ciò che a te non riesce, asserendo che ci riesce grazie ai poteri forti, al Palazzo, al Comune di Torino, al Governo, alla Regione Piemonte, agli arbitri, alle rivali che si scansano perché Marotta è amico di Carnevali (prima, intendo, ora non più), una serie di fesserie da guinness dei primati, ricevendo pure l’applauso dei tuoi tifosi e di gran parte dei media?

    E lo sottolineo perché ogni volta, immancabilmente, quando la Juve annuncia un nuovo progetto (dopo averci lavorato per mesi o per anni, non sparate improvvisate), mi arriva una serie di messaggi di amici e gente di ogni età, ceto, ruolo e titolo di studi, solitamente atti a deridere i terrapiattisti, che fanno ironia sul fatto che la Juve abbia sempre delle opportunità che gli altri non hanno (come quella, suppongo, di dare 150 o 200 punti di distacco a ogni rivale in nove anni), e io provo vanamente a spiegare che lavorare sodo, possibilmente in silenzio, con la massima professionalità, in un Paese civile dovrebbe costituire una nota di merito e non un via libera a ogni sospetto sul motivo per cui si ottengano risultati migliori degli altri.

    State a vedere, ora. La Juve lavora da mesi con le istituzioni preposte a questa riapertura in sicurezza (distanza di tre posti, una fila sì e una no, centinaia di steward ecc); la Regione Piemonte chiede ufficialmente l’autorizzazione con un documento dettagliato e qui si aprono due possibilità, le solite: o la proposta verrà respinta, per paura, perché è più facile chiudere tutto che ragionare su come riaprire in sicurezza o anche solo per evitare le consuete lagne altrui, oppure verrà accolta, e allora rieccoci con il campionato falsato, l’unica squadra con il pubblico perché, come al solito, il potere è con lei. Non è vero, ci sarebbe una terza possibilità, la migliore: il risveglio delle altre squadre, pronte ad allinearsi con progetti accurati e la sicurezza sempre al primo posto, per fare tornare un po’ di tifo allo stadio e non alimentare il disastro economico portato inevitabilmente dai noti problemi di questi mesi.

    Meglio tornare al campo, perché pare incredibile ma tra poco comincia il campionato, rivediamo la Juve e sappiamo pure contro chi giocheremo. Subito Samp, Roma e Napoli, un avvio stimolante ma rischioso per un allenatore all’esordio e una squadra ancora da completare: di certo saremo senza de Ligt e con Chiellini e Demiral ancora in via di guarigione; per centrocampo e attacco, invece, c’è ancora molto da capire. Arthur pare essersi inserito alla grande, Kulusevski dovrà solo crescere con calma e trovare il ruolo più adatto, McKennie all’inizio sarà verosimilmente un cambio per garantire corsa e dinamismo e chissà se il colpo più importante deve ancora arrivare. Di certo, davanti sta per arrivare qualcuno di importante. Che sia Dzeko, splendido attaccante con il fisico di un ariete e la classe di un rifinitore, Suarez, fuoriclasse assoluto del decennio appena concluso o magari un nome che non ci aspettiamo, meno celebre ma più giovane, non è ancora dato saperlo.

    Pochi giorni e sapremo: la partenza complessa non permette di aspettare altro tempo. E ci sono 8000 persone, in rappresentanza di altri milioni di tifosi, che non vedono l’ora di vederti dal vivo.
    ****

    Mi permetto di aggiungere…e se le tv togliesse oltre alle moviola anche i replay?
    Sicuramente non sarebbe, vedere una partita in tv, come vederla dal campo ma, credo, il tifoso si arrabbierebbe di meno e la gustasse di più la partita.
    Saluti

  6. Calendario un pochino artefatto, subito la Roma,Napoli ecc. Anche la seconda di Milano messa maluccio. Milan mi sembra trattato quasi con attenzione.
    Sono d’accordo con Bosco quando dice che il cc non sarà un grande cc al momento.
    Nota felice:Pirlo mi sembra all’altezza, come idee e approccio con la squadra. Sa approcciare con i ragazzi. Soprattutto fa capire cosa vuol fare. Se penso ad un anno fa mi sembra brodo di giuggiole. Che brutto periodo….

  7. Ora il “brutto periodo” diventa lo scudetto.
    Mentre evidentemente il “bel periodo” -annunciato dal Vate di Venezia-, sono i “due anni di assestamento” con Pirlo.
    In breve: contrordine compagni, vincere non è più l’unica cosa che conta.
    Basta dirlo, e siamo tutti contenti.

    • Beh non si potrà chiedere a pirlo ciò che si chiedeva a sarri? Voglio dire vincere è l’unica cosa, ma a pirlo vorremmo dare un po’ più di tempo visto che non ha mai allenato?

      • Luigis, impossibile non vincere da subito. Pensa che l’abbiamo fatto con uno che si spaccia per allenatore e voleva farci perdere apposta.

    • Certo che si può chiedere a Pirlo ciò che si chiedeva a Sarri, caro luigis.
      Cioè innanzitutto vincere, ed eventualmente convincere.

      Dare tempo a Pirlo perché non ha mai allenato dici? Mi sembra un ragionamento molto risibile …
      È stata una scelta di Agnelli, c’erano decine di tecnici papabili che hanno allenato. Se Andrea ha scelto Pirlo ha scelto vuol dire che lo ritiene migliore di quelli.
      Mi pare ovvio.

      Ciao.

      • Esatto Luigi, come del resto mi pare abbia detto lo stesso Pirlo si punta al decimo e ad arrivare in fondo alla Champions. Altrimenti sarebbe assurdo tenere Ronaldo, il monte ingaggi altissimo o addirittura cercare Suarez e similari per fare un paio d’anni di transizione.

  8. I RICORDI DEL BARONE

    Era la partita di ritorno della semifinale di coppa campioni del 1965. L’andata a Liverpool era finita 3-1 per gli inglesi e ancora non c’era la regola del goal segnato in trasferta vale doppio…

    LAWRENCE-PEIRÒ-ORTIZ de MONTEBILLE

    Peirò raddoppia il goal di Mariolino corso rubando(?) palla al portiere del Liverpool

    I due si scontrano e Peirò termina alle spalle del portiere che si accinge al rinvio, Lawrence sta facendo rimbalzare a terra il pallone per rinviarlo…era come se invitasse Peirò a rubargli quel pallone…che lui furbescamente ruba e e insacca a porta sguarnita.

    Minuto 62, quando Facchetti in sortita offensiva si trova con la palla buona tra i piedi e dal limite scaglia il fendente che gonfia la rete. 3-0.

    Approccio comico della parata goffa di Lawrence che si fa passare il pallone sotto il corpo.

    Altre polemiche anche sull’arbitraggio…a detta di qualcuno, pare, l’arbitro spagnolo Ortiz de Mendebille abbia favorito la squadra di Angelo Moratti.

    Saluti

  9. Pistocchi subito ha pubblicato l’intervista di Scirea che confessava di essere stato da Bambino tifoso della sempre seconda squadra di Milano.

    Simultaneamente riportato da qualche blogger da strapazzo a corto di argomentazioni. Tutta sta gente sicuramente non è a corto di tempo da perdere.

    E allora?
    Che alla nursey ti applichino al pisello un braccialetto con i colori di una squadra non mi risulta.
    Andare a scompare il mare no? Pistocchi & company meno noti?

    • Alessandro Magno

      pistocchi è un ritardato d’altronde per sua stessa ammissione il suo maestro è ”cervo” ziliani

      • Ziliani chi quello che prima della farsa del 2006 ha scritto questo articolo?

        “Quattro scudetti di cui parlare
        di Paolo Ziliani
        > 9/5/2006

        Se il mondo del calcio fosse popolato da uomini onesti, e avesse il senso della giustizia, l’Albo d’Oro del campionato di serie A – quello recente – dovrebbe cambiare da così a così:

        1997-1998 Inter (non più Juventus)
        1998-1999 Milan
        1999-2000 Lazio
        2000-2001 Roma
        2001-2002 Roma (non più Juventus)
        2002-2003 Inter (non più Juventus)
        2003-2004 Milan
        2004-2005 Milan (non più Juventus)

        Ancora: al via della stagione prossima, la stagione 2006-2007, fra le squadre iscritte alla serie A non dovrebbe figurare la Juventus. Che dovrebbe trovare posto in un campionato di categoria inferiore, dalla serie B in giù.”

      • Buona scuola
        Ah ah ah

        • E infatti in un tweet di 4 mesi fa ha superato il maestro:
          “La Juve era da C2, Fiorentina Lazio e Milan da B. Ma per salvare la Juve dal fallimento furono derubricati gli illeciti ex-art.6 in art.1. Un aborto giuridico , Juve in B e le altre solo penalizzate.”

  10. Ben mi è finito qui ma va bene anche sotto Gioele

  11. Più si parla di questi pseudo idioti è più gli si dà importanza. Questi frustratelli fanno parte di quella marea di poverinì che per sopravvivere dalla loro nullità, denigrano chi regolarmente li mette sotto nella vita. Presi di faccia sarebbero degli emeriti Fantozzi senza nè arte nè parte.
    Ricordo De Luca in una trasmissione Mediaset che infastidito da Pistocchi lo gridò e lo zittì in diretta facendogli fare una figura che neppure ad un bambino di 6 anni .
    Credo che la Juventus sia per questi insulsi personaggi la loro “fortuna” perchè sennò scomparirebbero definitivamente da ogni contesto civile e sociale.

  12. LA PARTITA INFINITA DEI CALCIATORI DI ARUA
    Marco Panella

    Ci sono notizie.
    Ci sono notizie che trapelano e altre che spariscono velocemente.
    E poi ci sono notizie che diventano storie.
    Questa è una storia, una storia che bisogna raccontare. È la storia di una partita di pallone e di quattordici bambini.

    Arua è in Uganda e ci vivono in circa 30.000 persone. È lontana Arua; altra lingua, altro panorama, altro colore della pelle, altra vita e altro futuro, ma anche ad Arua, come ovunque nel mondo, come anche nelle nostre città, i bambini si divertono giocando a pallone e giocando con il pallone iniziano a vivere le sfide che li faranno diventare grandi.

    I bambini non lo possono ancora sapere, ma quel pallone rincorso, quelle corse a superare l’avversario, quell’andargli incontro a smarcarlo, quell’altruismo che te lo fa passare a qualcun altro, quell’ambizione di portarlo avanti da solo incollato al piede per tirarlo nel modo giusto, nel punto giusto, nel momento giusto, appena in tempo per vedere il portiere buttarsi dalla parte sbagliata, oppure sfiorarlo oppure bloccarlo tra mani e petto, ebbene i bambini non lo possono ancora sapere, ma quel gioco e quel pallone sono la metafora tonda della vita.

    L’Uganda è sulla fascia dell’Equatore, Arua è al confine con la Repubblica Democratica del Congo e lassù, al nord, il clima ha le sue regole; adesso siamo nella stagione più fresca, vivere sull’altopiano a 1.200 metri ha i suoi vantaggi, ma è anche la stagione delle piogge. Il 27 agosto è una giornata come tante ad Arua, il tempo scorre nello stesso modo di sempre e, come sempre, il pomeriggio è il momento della giornata in cui è più facile che venga a piovere, ma a piovere come piove in Africa, con tutta la forza della natura.

    Lo sanno tutti che funziona così. Lo sanno anche i bambini di Arua, ma vuoi mettere la corsa con la palla al piede, vuoi mettere mandarla in rete quella palla, che poi metterla in rete è magari solo un modo di dire perché magari la porta sono solo due pali piantati a terra e quando il portiere non riesce a fermarla, la palla continua la sua corsa dall’altra parte e bisogna anche andare a riprenderla, ecco, vuoi mettere tutto questo con il rischio di bagnarsi un po’?

    I bambini di Arua lo sanno, ma della pioggia non gliene importa nulla.
    Accade così che il 27 agosto, il pomeriggio del 27 agosto, quattordici bambini iniziano a giocare la partita della loro vita.
    Accade che il 27 agosto, il pomeriggio del 27 agosto, insieme ai quattordici bambini, su quel campo più o meno di fortuna, anche la natura si dia appuntamento e proprio come spesso capita il pomeriggio, anche le nuvole si siano date appuntamento in cielo per giocare lì sopra la loro partita a rincorrersi gonfie e veloci.

    Sono le sei del pomeriggio, le nuvole si aprono e nel cielo sempre più grigio la pioggia diventa fitta e pesante, diventa scroscio e temporale, diventa luce e rumore, fulmini e tuoni.
    Lì sotto, sotto quell’appuntamento di tutte le forze della natura, i quattordici bambini di Arua fanno ancora finta di niente e sgambano sulla terra, ma quando la terra diventa pesante e l’acqua colpisce duro, capiscono che non si può continuare e bagnati come solo i bambini sanno essere si fermano e si guardano intorno.

    Il riparo è lì, a portata di mano, ci si ferma, si aspetta che passi la pioggia e poi si ricomincia perché una partita non si lascia in sospeso, una partita si può interrompere, ma poi bisogna finirla.
    Il riparo è una casupola vallo a sapere fatta come, legno, paglia, erba – a grass-thatched structure recita il rapporto ufficiale -, ma che comunque sembra fatta apposta e allora i quattordici bambini cambiano corsa, uno prende il pallone in mano e via, tutti verso la casupola a ripararsi dalla pioggia.

    Ma la pioggia non è solo pioggia, è fango che ti si attacca addosso e anche luci che spaccano il cielo. Fulmini, lampi, saette, energia allo stato puro che in un quarto di secondo scarica a terra una corrente capace di portare a 25-30.000 gradi l’aria circostante, una corrente che brucia tutto.

    Accade così.
    Accade così che quella partita che doveva ricominciare passata la pioggia non ricomincerà più. Non si accorgono di nulla i quattordici bambini, non lo sanno quello che accade sopra le loro teste perché il mondo è tutto lì, tra di loro, sporchi e incrostati di fango, bagnati fino dentro le ossa e impazienti di tornare a correre per segnare, vincere e raccontarlo a casa, la sera.
    Non andrà così.

    Un quarto di secondo è nulla, pensateci, è un tempo impossibile da immaginare.
    Un quarto di secondo cambia tutto.
    Un quarto di secondo e il fulmine scarica lì, sulla casupola, attirato da chissà quale destino scritto da chissà chi.
    Hanno tutti tra i 9 e i 16 anni i bambini.

    Sono bambini, certo, ma iniziamo a chiamarli come si deve questi bambini di Arua, iniziamo a chiamarli con il loro nome, iniziamo a chiamarli calciatori.
    Nove muoiono sul colpo. Uno muore in ospedale. Per gli altri quattro, chi crede può pensare a un miracolo.

    I nove hanno un nome, un cognome e un’età.
    Andrua Samuel, 16 anni; Awia Kennedy, 13 anni; Andama Godfrey, 13 anni; Bati Gasper, 15 anni; Afeku Saviour, 13 anni; Edema Jasiri, 15 anni; Ocatre Patrick, 13 anni; Asite Jordan, 11 anni; Apajobo David, 12 anni.
    Del decimo, il calciatore morto in ospedale, sappiamo solo che aveva 13 anni e che si chiamava Tom.
    Dei calciatori sopravvissuti non sappiamo nulla, di loro possiamo solo immaginarne la paura e il terrore negli occhi.

    La notizia diventata storia era questa, ora proviamo a scriverne un’altra.
    Per lunghi anni abbiamo chiamato il nostro campionato di calcio il più bello del mondo. È possibile che sia stato così, oggi forse lo è un po’ meno.
    Ma non è questo l’importante. Forse non sarà il più bello del mondo, ma il calcio in Italia è bello.

    Ecco, sarebbe importante che il calcio italiano, il bel calcio italiano, riconoscesse un tributo a memoria dei dieci calciatori di Arua, perché quei dieci calciatori sono tutti i calciatori del mondo, quelli che ci sono e quelli che devono ancora venire e perché 10, per chi gioca al calcio, è un numero magico, un numero che rimane nella storia, un numero che segna il destino di squadre e giocatori.

    Ecco, allora, l’appello che sommessamente rivolgiamo al calcio italiano.
    Il prossimo 19 settembre, quando su tutti i campi italiani si tornerà a giocare, prima di lanciare il pallone da quel dischetto nel mezzo del campo, fermatevi tutti, fermatevi un solo minuto, fermatevi per i 10 calciatori di Arua, fermatevi e provate a immaginarli ancora correre e sgambettare e state sicuri che loro, in quel momento, lo staranno facendo sul serio, perché una partita, anche la loro, bisogna continuare a giocarla. È solo un gesto simbolico, non restituirà nulla, ma il calcio, lo sport, la vita hanno bisogno anche di simboli.

    Per i quattro calciatori che sono sopravvissuti, invece, si può fare qualcosa in più.
    Portiamoli da noi, ospitiamoli per uno stage di calcio per dieci giorni, un mese o tre mesi, questi sono dettagli, ma facciamogli vedere il calcio dei grandi da vicino e proviamo a togliergli dagli occhi il ricordo di quella paura.

    Una o due o tre o quattro squadre li possono ospitare, ecco, forse è questa la gara dove cercare di arrivare primi.
    Forse non siamo il calcio più bello del mondo, ma possiamo provare ad essere un calcio generoso e non serve neanche essere il più generoso di tutti, perché questa non è una gara e chiunque partecipa vince.

    La partita mai finita dei calciatori di Arua possiamo farla continuare.
    La partita mai finita dei calciatori di Arua possiamo farla diventare la partita infinita, quella che non smetteranno più di giocare.
    Dipende solo da chi leggerà questo articolo, dipende se qualcuna delle Istituzioni del calcio e dello sport leggerà questo appello e deciderà di dargli voce, visibilità e farlo proprio.

    Ognuno può fare il suo.
    Io potevo raccontare e scrivere una storia.
    Voi che la leggete potete condividerla e farla leggere ad altri ancora.
    Il calcio, tutto il calcio, può giocare una partita.
    Una bella partita.
    La partita infinita dei calciatori di Arua.

  13. Ho piena fiducia in Paratici (è un modo di dire🤣), e sul suo piano A a nome Suarez.
    Ma il piano B, Dzeko, visto anche ieri sera contro l’Italia, è un centravanti che ti cambia la squadra da così a così. Fisico statuario, difende la palla da dio, e la serve con intelligenza ai compagni.
    Con tutto il rispetto per il campione uruguagio, il bosniaco è certamente una sicurezza. L’altro un plus tutto da verificare in Italia.

    Buona giornata.

  14. Max
    Grazie per aver pubblicato il bellissimo post su Aruba. Spero che l’appello venga accolto. Una disgrazia terrificante.

    Ma voglio ricordare anche le migliaia di bambini che muoiono agonizzando in braccio alle madri impotenti, entro il primo anno di vita per la mancanza di un pasto proteico, nel 2020 DC, basterebbe un quarto di quanto sprecano i nostri, bambini anche piu’ grandi.
    Bastano solo 9 euro al mese per salvarne tanti.
    Anche qui il calcio miliardario potrebbe fare qualcosa.. Parlate di calcio con quelle mamme…

  15. OGGI LE COMICHE IN PANCHINA E IN CAMPO

    Incredibile episodio all’Artemio Franchi di Firenze in occasione di Italia-Bosnia. Il CT Roberto Mancini aveva infatti deciso di schierare dal primo minuto Giorgio Chiellini, ma al momento della preparazione delle formazioni lo staff della nazionale ha erroneamente inserito tra gli 11 titolari Acerbi. Dato che non è stato più possibile modificare la distinta, Chiellini è così finito in panchina.

    Buongiorno ☕

  16. IRONICAMENTE VOSTRO…

    O prescritto cartonato…
    Fino all’ultimo c’hai sperato…
    Messi arriva senza imbarazzo…
    Ma come sempre t’attacchi ar catzo…

    La Pulce arriva è tutto fatto…
    Ha già firmato er contratto…
    Ma poi alla fine c’ha ripensato…
    E come sempre rimani inculato…

    Stessa spiaggia stesso mare!

  17. Non so se a Pirlo bisogna dare tempo perché non ha allenato. Non lo ha chiesto. E noi non abbiamo tempo, mai.

    So invece che bisognava darlo ad uno che ha avuto decine di esoneri, avulso dalla comunicazione con il gruppo, avulso dalla Juve per motivi di pelle, avulso solo dall’entrare nel mondo bianconero, se non per danneggiare questa squadra.

    Bravo a farci perdere 19 punti per rimonte subite.

    Forse si, gli è mancato il tempo, per farci svanire magari anche lo scudetto dopo tutto il resto.

    Ma non avulso ai soldi.
    Giugno 2019 :” col prossimo Ingaggio voglio diventare ricco”.Così è stato.

    Ottimo bancario.

    Sono d’accordo che Pirlo sia una scommessa. Preferisco così.
    Quello invece era una certezza :di un bluff, ma anche una certificazione di superficialità a chi lo ha voluto.

  18. LA SUA ONESTÀ ERA MORTA PRIMA DI LUI

    Così si vantano di scrivere…prescritti e catonati:
    Meglio perdere i titoli che la lealtà e l’integrità di Facchetti.

    “Non vedo più l’anima nerazzurra di un tempo”.
    Parlando della cessione di Sandro Tonali al Milan, il presidente del Brescia, Massimo Cellino dice la sua sull’inter.

    I risultati finanziari in crescita saranno accompagnati da quelli sportivi.
    La squadra è già tornata in Champions League e ai vertici del calcio italiano, per i titoli in bacheca è soltanto una questione di tempo.
    Antonio Conte ha un’insaziabile fame di vittoria, ma serve ancora un po’ di pazienza.
    Non bisogna commettere l’errore di farsi prendere dalla fretta e rischiare di rovinare tutto, per poi dover ripartire ancora da capo o quasi.

    L’esempio di Klopp, impossibile per Conte
    L’importante è che l’inter mantenga sempre e sfoggi con orgoglio la propria anima. Perfettamente rappresentata dalla storica bandiera nerazzurra Giacinto Facchetti, scomparso il 4 settembre di quattordici anni fa.
    Era il 2006, l’estate di Calciopoli: una pagina vergognosa per il calcio italiano, che qualcuno sta provando a riscrivere.
    Invano, nonostante infiniti ricorsi alla giustizia sportiva e non.
    In particolare incorniciamo due doti citate dall’inter per ricordare gli insegnamenti, i valori e l’esempio di Cipe: “La lealtà sportiva e l’integrità morale”.
    Da non perdere mai, anche a costo di non sollevare più trofei: perché vincere NON è l’unica cosa che conta.

    Aggiungerei: di non sollevare più
    trofei vinti lealmente e sul campo ma trofei assegnati a tavolino…
    Facchetti grande giocatore e Capitano di un tempo e poi fattosi trasportare dalle incapacità e i capricci di un presidente incapace e per giustificare alla famiglia tutti i miliardi sperperati nella sua lunga carriera di presidente.

    Indossatori di Scudetti altrui.

    • Eh si, una cosa pulita mai.
      Mo’ si vantano che Scirea era interista. Si prendono per il culo da soli.

      Pensa Scirea all’Inter che bestemmia, una persona pulita in un covo di fuorilegge.ma scaltri come sono manco l’hanno visto. Poteva tifare pure Cittadella, cazzi loro.

      Hai voglia di fare battute idiote, non avendo altre argomentazioni.se non c’è la stoffa resti insufficiente a 30/40/60 anni. E peggiori pure.
      C’est la histoire.

    • “NON SI ACCETTANO MORALI DAI VERI DELINQUENTI DEL CALCIO di Sergio Vessicchio (TUTTOJUVE.NET)

      Non accetto che mi faccia la morale chi ha vinto scudetti taroccati da giocatori non eleggibili, da tentativi di illecito PROVATI (ma prescritti), da chi ha costruito con Telecom e Guido Rossi il più grande golpe della storia del calcio per mettere fuori gioco la Juventus. Uno che faccia vedere tutti i gol in fuorigioco dei prescritti nelle gestioni Mancini-Mourinho, uno che faccia vedere Dynamo Kiev-Inter, Inter-Chelsea, Chelsea-Inter, Inter-Barcelona, Barcelona-Inter e illustri i SEI determinanti errori che hanno permesso agli indossatori abusivi di scudetti altrui di vincere il triplete; cha faccia vedere Inter-Roma che costò lo scudetto a Spalletti; che racconti alla gente chi è Walter Gagg, ex uomo forte di Blatter nella commissione arbitri UEFA portato a libro paga da Moratti nel 2009.”

      • “Facciamo un passo indietro. Vi ricordate quando c’era Collina che razza di omertà regnava su cose come queste? All’epoca funzionava che le partite dell’Inter dovevano cominciare con un calcio di rigore per i nerazzurri. Collina teneva il coperchio sulla pentola, ed è stato promosso a livello europeo per garantire anche nelle coppe arbitri all’altezza. Per esempio la figlia di Facchetti lavora all’Uefa come altri consulenti (es.: Walter Gagg, braccio destro di Blatter) a libro paga dell’Inter e quindi per forza poi arriva il ristoratore, socio di Mourinho, ad arbitrare la semifinale di Champions. Questi hanno capito quanto e come sia facile condizionare gli arbitri“

        Gigi Moncalvo, giornalista e conduttore televisivo.

        • Gio
          Hai fatto bene a ricordare certe cose. Queste nefandezze vanno evidenziate affinché non si ripetano, questo è un comandamento morale che vale per tutto il calcio non solo per la Juventus fc.

          • Tino

            A proposito di condizionamenti arbitrali c’è da ricordare anche quello che ha scritto il 4 luglio 2011 l’ex procuratore federale Palazzi nella sua relazione sull’inter:
            “Questo Ufficio ritiene che le condotte in parola siano tali da integrare la violazione, oltre che dei principi di cui all’art. 1, comma 1, CGS (codice di giustizia sportiva, ndr), anche dell’oggetto protetto dalla norma di cui all’art. 6, comma 1, CGS, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale F.c., mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale. Oltre alla responsabilità dei singoli tesserati, ne conseguirebbe, sempre ove non operasse il maturato termine prescrizionale, anche la responsabilità diretta e presunta della società ai sensi dei previgenti artt. 6, 9, comma 3, e 2, comma 4, CGS”. Un po’ meno grave la posizione del tesserato Massimo Moratti: “Comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lostesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore. (…) Ne consegue che la condotta del tesserato in esame, Moratti, in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell’art. 1 CGS vigente all’epoca dei fatti, sotto i molteplici profili indicati”.

            Il 15 luglio 2015, il giudice Oscar Magi, presidente della quarta sezione penale del tribunale milanese, ha motivato con queste parole la sentenza con cui ha assolto Moggi dalle accuse degli eredi dello scomparso ex presidente dell’inter:
            “Le telefonate tra Giacinto Facchetti e alcuni arbitri «costituiscono un elemento importante per qualificare una sorta di intervento di lobbing da parte dell’allora presidente dell’Inter nei confronti della classe arbitrale» e sono «significative di un rapporto di tipo amicale» e «preferenziale» con «vette non propriamente commendevoli», scrive il giudice Magi.”

            “Per cui fa ribrezzo sentir parlare gente che dovrebbe solo tacere.” (cit.)

  19. ASSESTAMENTI?

    Si chiede a Pirlo quello che si è chiesto a tutti gli allenatori della Juve da oltre un secolo. Niente di più, niente di meno.
    Il fatto che non ha mai mai allenato, sarebbe a posteriori una scusa oltremodo puerile, visto che è stata una SCELTA ben precisa della presidenza.

    Chi millanta “assestamenti”, e altre amenità, o non conosce la storia della Juve, o è in malafede.

  20. Gioele,
    Sicuramente sarai a conoscenza che il Napoli ha protestato perché, se i prescritti non fossero tali, il Napoli non sarebbe stato retrocesso.
    Vabbe guardiamo avanti e pensiamo al prossimo futuro.

    Ma tu guarda i danni arrecati all’intero calcio da quella schifezza del 2006.

    Veramente non capisco dove possano trovare la faccia di parlare. Un macello economico e trofei di cartone compreso il triplete assegnati a quelli che veramente telefonavano è facevano regalini (cit Fatto Quotidiano).

    Carraro, una cosa non descrivibile, evito gli aggettivi.

    • Tranfaglia

      Nelle motivazioni della sentenza di condanna della Juventus non ci sono fatti accertati, ma solo PRESUNZIONE di comportamenti non verificati e fatti oggettivamente non veri, arbitri assolti e uno solo condannato per fatti che NON RIGUARDAVANO la Juventus.

      All’inter con un suo dirigente condannato nel 2006 della giustizia sportiva e da quella ordinaria per falso e ricettazione nella vicenda del passaporto taroccato di Recoba hanno assegnato lo “scudetto dell’onestà”.

      Incomprensibile e incommentabile.

  21. CHE NESSUNO VARCHI QUELLA PORTA

    “È ancora inopportuno aprire gli impianti ai tifosi, l’assembramento sarebbe inevitabile”.
    A questo Premier non gli bastano i danni finora fatti?
    Dopo che la Juve e la regione Piemonte avevano presentato il piano sicurezza in vista dell’inizio del campionato…

    Buongiorno ☕

  22. RENZO E LUCIA

    Leggo che domani parte una settimana che può rivelarsi decisiva in chiave Suarez-Juventus…
    La società bianconera, per sbloccare la situazione, potrebbe anche decidere di versare un piccolo indennizzo al Barça per accelerare i tempi di arrivo del Pistolero…

    Mi sa tanto che questo matrimonio non si farà…
    Buona giornata

  23. PENSIERI E PAROLE
    Luciano Moggi

    Circa le bizze di Dybala

    A proposito della mancanza di pubblico allo stadio, prendo atto di quanto detto da Bonucci al termine di Italia-Bosnia, ma non condivido la sua affermazione secondo cui “lo stadio vuoto, privo delle urla dei tifosi, non dà gli stimoli che occorrono in una competizione”, perché quando in campo c’è la Nazionale Italiana gli stimoli devono venire dalla maglia azzurra che si indossa.
    Non ritengo neppure giusto cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica (come invece è accaduto) con scusanti tutte addossate al Covid, per un pareggio mediocre contro un avversario mediocre, che tra l’altro avrebbe potuto addurre le stesse nostre scusanti circa il virus, però ha potuto contare su un giocatore in più che, da solo, ci ha messo in costante difficoltà: Dzeko.
    Molto meglio considerare la partita una parentesi e sperare fortemente in meglio per il futuro.

    Passando a Dybala, sento circolare dichiarazioni che non mi appartengono (“sarebbe bene cederlo in cambio di un grande centrocampista”).
    Non mi appartengono perchè userei in questo caso un linguaggio da dirigente che non mi compete, ma soprattutto non mi appartengono perchè ritengo il giocatore elemento imprescindibile nell’economia del gioco bianconero, per la sua qualità e per l’imprevedibilità che riesce a dare a tutte le sue giocate.
    Le mie riserve sono solo sull’uomo che due anni or sono, dopo un campionato non certo esaltante, rifiutò il trasferimento al Tottenham – disse lui – “per amore della maglia bianconera”.
    Mentre quest’anno, dopo prestazioni a dir poco eccellenti, mette da parte l’amore per la maglia e batte cassa infischiandosi del contratto pluriennale che lo lega alla Juventus per ancora due anni: e da 7,5 milioni ne chiede 20.
    Ho avuto da eccepire soltanto su questo comportamento e ho espresso un mio pensiero personale: direi al giocatore di trovarsi una squadra che gli dia lo stipendio che desidera e tanto paghi anche la Juve.
    Ma nel caso questa ricerca dovesse fallire (molto probabile), allora Dybala dovrebbe tornare a Torino, costretto, obtorto collo, a rispettare il vecchio contratto di 7,5 milioni.
    Tanto per far capire al dipendente chi è effettivamente il datore di lavoro.
    So che ai tifosi queste cose fanno male, ma ognuno nella vita recita la sua parte: il tifoso che va al campo a guardare la partita può criticare e anche manifestare dissenso, se il gioco non gli aggrada.
    Il dirigente deve invece avere un occhio alla composizione della squadra e l’altro al bilancio di gestione (essendo tra l’altro la Juventus una società quotata in borsa), oltre a cercare di evitare dissapori di spogliatoio che possono fare più danni del coronavirus.
    Penso, anzi mi auguro, che alla fine le parti possano trovare un accordo, che al momento però non esiste.
    Per cui ancora una volta ripeto il mio pensiero: se la situazione di stallo dovesse persistere, in questo caso la Juventus farebbe bene a mostrare la posizione di forza del datore di lavoro, che oltretutto sarebbe di esempio per tutti i dipendenti, oltre a essere materia di insegnamento per tutti coloro, tifosi e non sparsi nella nostra penisola, che si ritengono DS in pectore.

    Buon pranzo

  24. SAREBBE STATO MOLTO PIÙ FACILE A MILANO

    Esame per il passaporto italiano per Suarez che ha raggiunto un accordo triennale con la Juventus a una decina di milioni netti a stagione…
    Per la conclusione dell’affare, però, serve trovare l’accordo con il Barcellona…

    Manca poco se non dettagli.
    Buona serata

  25. Anche se attempati continuano ad arrivare grandi campioni alla Juve come se fosse quasi naturale. Ma non è che il tifoso Juventino, niente niente non se renda più conto che la Juve sta diventando una squadra di figurine?
    Ormai lo scudetto è diventata una cosa privata tra Juventus e Juventus ed i soliti roditori si annoiano pure, ed aspettano come quella volpe, che l’uva si maturi, nell’anno che verrà. 😉
    Un giorno sì e l’altro pure titoloni sui giornali in cui si esaltano i rinforzi delle avversarie e tante critiche su quanto faccia la Juve che ha un supermarket da sbolognare e che nessuno si può permettere nonostante i saldi, perchè troppo costosi per il loro mantenimento.

    Si riparte a fari accesi con una nuova sfida interna ( Pirlo allenatore) che se dovesse essere vincente, potrebbe far ripartire un nuovo ciclo decennale in cui sarebbe meglio che la federazione si inventi un campionato a parte, per premiare chi potrebbe arrivare seconda.

    Quel 2006 in cui credevano di far ripartire tutti dallo stesso livello ha messo le ali alla Juve e la giustizia divina di chi da sempre lavora meglio, è venuta fuori. Per ciò che riguarda gli altri, come si è sciolta la neve, si è visto inequivocabilmente….. cosa sono veramente. 😆 😆 😆

  26. Antony
    In verità per 5 anni dopo il 2006 abbiamo arrancato fino al 2011,purtroppo la trama ha avuto successo.

    Non ricordo chi, lo dico sempre, aveva previsto questi 5 anni, e nemmeno conosco i motivi di questo programma. La cosa eclatante è non penso ad una divinazione, è che 5 anni sono stati, incredibilmente e
    tragicamente. Non 4 o 3 cinque proprio.

  27. Errata cor.
    E no penso a….
    E senza accento

    • Proprio così Tino, 5 anni ed era una teoria che avevo sentito pure io. Aspetto che Gioele o il Barone che hanno una memoria più lunga ci dicono chi fu quel 😆 😆 😆 profeta

      • Antony, non so chi l’abbia detto ma ricordo bene gli slogan dei prescritti, questi:

        Senza Moggi non vincerete più!
        ➡️
        7 scudetti e 4 Coppe Italia di fila
        🗣
        Con la Goal Line Technology non vincerete più
        ➡️
        Scudetto e Coppa Italia
        🗣
        Con la VAR non vincerete più
        ➡️
        Scudetto e Coppa Italia

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