Silvia Vada, il giornalismo è anche donna. Intervista a una pioniera delle giornaliste sportive Silvia Vada è stata tra le prime giornaliste ad occuparsi di calcio, una vera pioniera mossa dalla passione per questo sport e dall’amore per il Torino

Scritto da Cinzia Fresia

 

Silvia Vada è stata tra le prime giornaliste ad occuparsi di sport ma soprattutto di calcio maschile: una vera pioniera del giornalismo sportivo che con gli anni è diventata un volto storico di Italia 1.

Mi accoglie nella sua bellissima casa nel cuore di Torino; Silvia sembra un’adolescente, in jeans attillati, scalza e con una “cucchiarella” di legno in mano: la sorprendo a cucinare un ragù e scopro che la sera ha ospiti a cena, ma i nomi sono rigorosamente Top Secret.

Silvia è una cascata di riccioli e ha un sorriso incantevole; mi racconta che per uno strano scherzo del destino è diventata un volto noto del giornalismo italiano.

Bellissima e preparata, ha da tempo ha lasciato il giornalismo sportivo ed attualmente si occupa di cronaca come corrispondente per il Piemonte e Val d’Aosta, ma oggi è con me per raccontarci di sé, del suo lavoro ma soprattutto della sua grande passione: il calcio.

Silvia Vada, nonostante i 30 anni di carriera, sembra una ragazzina, ama gli animali, e noto con piacere che vive un con un bellissimo cucciolone che dorme a zampe all’aria sul tappeto del salotto.

Tra una girata al ragu’ e l’altra iniziamo l’intervista con una domanda che forse non avrei dovuto fare: “Ma come mai sei tifosa del Torino? “

Lei mi guarda, sorride e non risponde …

Ok, cambiamo argomento…

Silvia, tu sei stata una delle prime giornaliste ad occuparsi di calcio, come sono stati gli inizi, come sei riuscita a vincere i pregiudizi maschili di questo ambiente?

I pregiudizi non li ho mai vinti. I colleghi maschi non mi ritenevano brava come loro, e in fondo avevano ragione.I maschi tirano calci al pallone appena cominciano a camminare, quindi assimilano meglio il significato di una marcatura laterale o la differenza tra un 4-4-2 o un 3-5-2 rispetto ad una donna. Però il calcio, per fortuna, non è fatto di soli numeri e tecnicismi: il calcio è energia, emozione, riscatto, dove un uomo e una donna raccontando il calcio con punti di vista diversi si compensano a vicenda.

Ci racconti gli inizi della tua carriera?

Avevo 17 anni e tornavo dal Brasile dove ho vissuto l’infanzia. I miei si trasferirono lì per motivi di lavoro e quando tornai parlavo il portoghese quasi come una madre lingua; accadde che in quel periodo era arrivato a Torino, nelle fila del Toro, Leo Junior con la famiglia, parlando portoghese mi chiamarono per essere di supporto e aiuto.

Poi successe che Gianni Vasino, l’allora direttore di Raisport mi chiese se volevo condurre una trasmissione radiofonica insieme ad Antonella Clerici “Oggi sport”: erano tempi in cui si intervistavano i grandi Campioni a casa, ogni giocatore si faceva intervistare dal giornalista che più preferiva c’era un rapporto diretto che si trasformava spesso anche in un’amicizia. Attualmente avvicinare i giocatori è più’ complicato, mediano le Società.

Ad un certo punto della mia carriera in Rai incontrai Silvio Berlusconi, cioè Mediaset, che mi offrì di occuparmi del Torino (a quel tempo reduce da Martin Vazquez e sotto la presidenza di Goveani) che è anche la mia squadra del cuore, ed io, da grande tifosa granata e molto appassionata, accettai immediatamente.

Purtroppo però, la poca attenzione e i bassi ascolti sul Torino, non giustificavano una presenza dedicata, così la rete mi propose di passare alla cronaca come corrispondente su Piemonte e Valle D’Aosta: smisi quando il Toro era allenato da Nedo Sonetti.

Ma continuai a parlare di calcio, partecipavo come opinionista fissa in tutte i format delle emittenti private, anche se la mia modalità schietta e diretta nel dire ciò che pensavo mi faceva guadagnare sgridate e “bacchettate sulle dita” da parte dei conduttori e delle società non sempre in sintonia con i miei punti di vista.

Ritieni che ai nostri giorni, le donne che si occupano di calcio siano accettate o tollerate e supponi che siano messe in risalto per le doti professionali o per altre peculiarità?

A me le donne giornaliste e conduttrici di calcio attuali piacciono moltissimo, magari non saranno tutte “esperte” come Diletta Leotta, per esempio che resta comunque una bellissima presenza in DAZN, ma ci sono colleghe bravissime e competenti come Ilaria D’Amico e Paola Ferrari in auge da anni, che stimo particolarmente. Ma mi piacciono altresì le giovani visibili nelle emittenti private le quali fanno veramente di tutto come le cronache, che sono difficilissime, sono talmente brave che potrebbero darmi lezioni.

Cosa ne pensi del calcio di oggi?

Una volta il calcio era campanilista. I bambini tifavano le squadre della loro regione oggi tifano per i grandi campioni. Il sistema era interessato a crescere campioni che restavano in questo ambito e contribuivano a far crescere di qualità il nostro calcio, oggi non è più così, è uno sport sdoganato che si occupa più di plusvalenze che di atleti.

Hai condiviso l’arrivo di Cristiano Ronaldo in Italia?

Assolutamente sì e riconosco che la Juventus sia stata geniale in questa operazione. Personalmente non condivido chi non è d’accordo e vorrei l’arrivo di un “Ronaldo” ogni anno,  infatti sono indignata per il mancato arrivo di Luis Suarez.
Ronaldo è un grande calciatore e non si può assolutamente criticare, un professionista serio che valorizza e diffonde il calcio italiano.

Tu avrai conosciuto sicuramente molti tra giocatori e tecnici, chi ti ha colpita maggiormente in positivo?

Ho trascorso momenti unici e serate indimenticabili con tanti campioni; ho partecipato a feste meravigliose come quella del Napoli in occasione della conquista dello scudetto: ho condiviso eventi fantastici con Maradona, Careca, Juniorma anche Ciro Ferrara, Platini la lista è lunghissima, ma nel mio cuore restano tre persone che per me mantengono un posto speciale, e sono Claudio Sala, Franco Lerda e Moreno Longo.

Quale figura del mondo del giornalismo ti ha ispirata e formata in questa brillante carriera?

Mario Giordano: un giornalista geniale, un talent scout, nonché una persona meravigliosa, un uomo molto corretto anche in famiglia. I suoi insegnamenti mi hanno dato molto.

silvia vada mediaset
fonte immagine: profilo Fb della giornalista

In questo momento storico quale Società ritieni sia la più forte tecnicamente?

Indubbiamente non si può prescindere dalla classifica però non stimo quelle squadre che effettuano campagne acquisti, con fondi non di proprietà.

Oggi ritengo Atalanta, Sassuolo e Fiorentina, le società che hanno fatto qualcosa di bello per il nostro calcio.

Attualmente abbiamo visto come in Italia approdano i fuoriclasse come Ronaldo, Ibrahimovic, Ribery e per un vizio di forma non è arrivato Luis Suarez: sono giocatori a fine carriera, validi ma costosissimi, con ingaggi stellari.

Invece di investire su star a fine carriera bisognerebbe investire per far crescere i giovani.

Ma, far crescere i giovani costa e non vende e come abbiamo detto in precedenza, il calcio italiano fa più finanza che altro, questo anche per gli eccessivi costi che oggi ha il calcio.

Il Torino, l’Atalanta, l’Ascoli avevano prestigiose scuole calcio dove i ragazzi venivano selezionati e preparati per carriere importanti, questo non succede più quindi non si dà modo al calcio italiano di crescere, e ciò si riflette anche sugli allenatori i quali sono carenti di trofei in Europa.

Mancano i Gattuso, i Cassano e i Totti: ragazzi a cui è stato insegnato a competere.

Lo stesso concetto riguarda gli allenatori italiani, i quali sono carenti di trofei europei, perché troppo fedeli alla loro etichetta: non adattano la mentalità alla loro squadra ma pretendono il contrario.

Silvia, hai vissuto tante partite, tante avventure, incontri che ti hanno dato tanto,  ma c’è un episodio che vorresti rivivere?

Si, non so cosa darei per tornare al 15 di Aprile 1992 quando il Torino di Emiliano Mondonico trionfò al Delle Alpi per 2-0 battendo il Real Madrid e conquistando l’accesso alla finale di Coppa UEFA: una data memorabile, una notte piena di magia che vide le piazze e le vie di Torino riempirsi di bandiere granata.

Che consigli daresti oggi alle ragazze che voglio intraprendere questo mestiere?

Direi loro di provarci,  di seguire il sogno!!!

Intervista di Cinzia Fresia a Silvia Vada, liberamente tratto da “gol di tacco a spillo”

  1. L’intervistatrice intervistata
    Con un sorriso se l’è cavata.
    Tra una chiacchiera ed una girata di ragù
    cara Cinzia, dovevi insistere di più!
    Giocatori,allenatori ok,
    Ma la domanda gliela rifarei.
    Perché una cosa non ce la spiegata
    Che ci fa sta bella donna coi granata?!?

    PS. Non farci caso Cinzia, troppo lavoro oggi ed a quest’ora le sparo più grosse del solito.😅🤣
    Complimenti per l’intervista e grazie per pubblicarla. Un diversivo in più in questi giorni di pausa calcistica.

  2. Condivisibile.
    Il modo femminile di trattare calcio è diverso, ma lo trovo godibile ed interessante. Forse anche più sincero. Sono certo che le barriere del tifo o anti non esistano e che non esista la versione femminile di Cucci o Varriale. Già questa è una gran cosa.

    Seguo anche il calcio femminile per quanto è possibile e lo trovo divertente.asta capire le differenze con quello maschile.
    Non avevo presente Silvia Vada, grazie Cinzia, anche se Silvia non si occupa più di calcio.

  3. Certo non ha la verve di Diletta ma neanche la faziosità di Ilaria e Isabella anche se da quel “gobbi ladri” avrebbe dovuto dissociarsi, ma comunque la perdono perchè Vada come Vada è una bella donna e anche una brava cuoca 😛

  4. IL PIONIERE DEL CALCIO ITALIANO

    Il Torino Football Club nacque in una birreria grazie a una ventina di svizzeri con bombetta e tanta voglia di fare.
    La prima partita ufficiale del Torino si concluse con una vittoria in un derby nel 1907, anche se il primo scudetto arrivò nel 1928.
    Da allora, la storia del Torino è stata profondamente legata a quella degli odiati, ricchi e invidiati cugini.

    Fu scelto il granata come colore ufficiale del club, e i granata, così come toro divennero ben presto i soprannomi per indicare la squadra, protagonista di alcuni dei più grandi, tragici e controversi avvenimenti della storia del calcio italiano.

    Edoardo Bosio nacque a Torino nel 1864.
    Lavorò per l’azienda tessile Thomas Adams di Nottingham, viaggiando molto in Gran Bretagna e in altri Paesi.
    Iniziò ad apprezzare il football, in Inghilterra, dove già a quei tempi era uno sport professionistico già molto popolare, e decise di importare quel gioco a Torino.

    Ovviamente, in Italia, non esisteva l’arbitro.

    Il primo campionato italiano si svolse a Torino e in un solo giorno, nel maggio del 1898.

    I primi campioni d’Italia furono i giocatori di una squadra dal nome inglese. Genoa!

    Buona serata

  5. TRAP NEL CUORE

    “È stata una fortuna aver lavorato con lui(Trapattoni).
    Lo conoscevo di fama, qualche anno aveva ancora stravinto il csmpionato, con l’inter.
    Uno dei migliori al mondo, mi disse che credeva in me, che ci saremmo intesi.
    È stato di parola.

    È indubbio che preferissi giocare più avanzato, ma capivo le esigenze di Trapattoni: lui mi ha chiesto maggior sacrificio e mimor estro.
    Oggi come allora comunque, Trapattoni può chiedermi tutto quello che ritiene necessario, a livello tattico.
    Pur di giocare ai Mondiali con la sua Nazionale, vado anche in porta…(…)”
    Roberto Baggio

    Lo riporto anche di qua, tanto è bello!

    • Grazie Luca che lo hai riportato…
      Certo è che non posso insegnare niente a nessuno, specialmente a voi tutti, cerco solo di farvi pensare.

      Buongiorno ☕

  6. Barone naturalmente!

  7. Fantastico regista d’attacco Morata questa sera in Spagna-Germania: ha aperto le marcature con uno splendido gol di testa, e finisce la sua partita con un lancio millimetrico per il quinto gol.
    Germania letteralmente inesistente 😳

    • Meno male va, almeno stai rivalutando il valore di Alvaro. Comunque, ed ho visto solo il primo tempo la Spagna ha letteralmente asfaltato la Germania, fa veramente paura.

  8. Brava Cinzia, bella intervista. Peccato che lì a Torino sei sempre attorniata da “ bovini” ( nel senso del tifo) 😂😂😂.

  9. GLI INTOCCABILI

    Il portale Marca, nella sua edizione online, torna sul clamoroso 6-0 inflitto dalle Furie Rosse alla Germania.

    “I 6 intoccabili” titola il sito, con riferimento a Unai Simón, Pau Torres, Gayá, Rodri, Ferran Torres e Morata. Ecco quanto si legge sul bomber della Juve.

    “Álvaro Morata è un altro giocatore dal suo arrivo alla Juve e Luis Enrique ne ha approfittato. Il selezionatore ha avuto un buon occhio clinico, dandogli fiducia fino ad ottenere la sua miglior versione. Contro la Germania è andato in gol, potevano esserne due (annullato uno ingiustamente) realizzando un “partidazo” (un partitone, ndr). A questi livelli, c’è poco da discutere: Morata deve essere il nove della Spagna.”
    —–

    Proprio vero, i 5 giovani leoni spagnoli, più il ritrovato Álvaro, hanno sbranato una Germania letteralmente irriconoscibile, alla mercé dell’avversario per tutti i novanta minuti.
    Il Tiki taka spagnolo è stato aggiornato da Luis Enrique con cambi di ritmo improvvisi che hanno lasciato di sasso il povero Neuer, costretto a raccogliere per ben sei volte il pallone dal fondo della sua rete.

    PS Mi permetto una citazione speciale per il ventenne Ferrán Torres autore di una tripletta, passato quest’anno alla corte di Guardiola, un attaccante guizzante come un’anguilla e letale come un cobra.

    PS2 Attendiamo con curiosa fiducia la replica di un calcio propositivo dei giovani leoni azzurri, questa sera contro la Bosnia, per un primo posto nel girone che sarebbe assolutamente meritato.

  10. CALCIOPOLANDIA

    L’ex Procuratore Lepore: “Ero convinto che la sentenza su Juve-Napoli venisse subito ribaltata”
    di Vittoria Acutoin

    Giandomenico Lepore, ex Procuratore Capo della Repubblica di Napoli, è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo in merito al ricordo che gli azzurri hanno presentato alla Corte d’Appello per le penalizzazioni subito dopo il mancato Juventus-Napoli: “Ero convinto che il Napoli avrebbe ribaltato la sentenza, già in appello. Soprattutto con Sandulli presidente.
    E invece, questa è ancora più dura della prima.
    Il Napoli ha mostrato anche qualche contraddizione, nell’atteggiamento della partita, che però restano in contrasto con la logica più elementare.
    Perché mai il Napoli non avrebbe dovuto affrontare la Juventus, visto che in questa fase era anche conveniente giocarci contro, considerata la debolezza momentanea? O ’è dolo eventuale o il dolo sic et simpliciter.

    La premeditazione è prevista per l’omicidio.
    Il Napoli avrebbe solo potuto approfittare del momento della Juventus.
    Sentenze politiche? Non ci credo, ma possiamo dire che nel complesso delle squadre che c’è qualcuna più influente.
    Questa sentenza avrebbe potuto evitare che il calcio collassasse con i suoi interessi patrimoniali: ma, non credo che sia un uso continuo.

    Calciopoli?

    Quando facemmo quelle indagini, suggerii al commissario Rossi di cambiare tutto nella Figc.
    Lui mi diede ragione e tentò: l’unico risultato, dopo aver riscontrato che le cose non andavano bene, fu che Rossi fu allontanato.
    Anche oggi c’è grande omertà.
    Ci accorgemmo delle storture, capitò prima alla Juventus, poi fummo boicottati dall’Espresso ed i telefoni cominciarono a tacere. Tutte le squadre erano, però, monitorate.
    Dopo la Juve doveva cominciare l’indagine sull’inter, ma tutto si fermò”.

    Lepore dice: “Perché mai il Napoli non avrebbe dovuto affrontare la Juventus, visto che in questa fase era anche conveniente giocarci contro, considerata la debolezza momentanea?”
    Motivo semplicissimo,secondo me, che era conveniente giocarci contro lo hanno capito solo dopo…e infatti si sono rammaricati…ls colpa è solo del presidente Capelli Unti.

    Buon pranzo

  11. Cinzia, forse la tua Amica Silvia Vada questa storia la conosce già…ma la posto ugualmente.

    LA NASCITA DI UNA LEGGENDA

    Agli inizi degli anni ’30 la Liguria non poteva ancora considerarsi il mare dei piemontesi come sarebbe poi diventato nel Dopoguerra, ma i torinesi più abbienti cominciavano a popolare in luglio le spiagge di Savona e dei comuni più vicini, giunti dalla statale (l’autostrada Torino – Savona sarà inaugurata solo nel 1956).
    È proprio sulle spiagge di Vado Ligure che Valerio Bacigalupo entra in contatto per la prima volta con i suoi futuri concittadini.
    Ultimo di sette fratelli maschi, anche per anzianità Valerio quando si gioca a palla è costretto a stare in porta dai suoi fratelli maggiori, e quando poi arrivano i torinesi d’estate Valerio aiuta i suo conterranei a vincere spesso e volentieri le sfide contro gli avversari.
    Il Vado, che nel ’22 vinse la prima Coppa Italia della storia, si accorse presto di lui.

    Nel Ricetto di Cassano d’Adda non c’era molto da fare, era un quartiere di case dismesse.
    Non poteva permettersi altro un padre che era stato licenziato dall’ATM dopo la Grande Depressione del ’29.
    Suo figlio lo chiamavano tutti ‘Tulen’ che significa letteralmente latta, perché passava le giornate a dare calci ad ogni cosa che trovava in giro. E ne servivano tante di latte perché puntualmente con un calcio più forte degli altri le faceva finire nell’Adda.
    A 10 anni, mentre stava dando calci ad una lattina, il figlio dell’ex autista ATM vide un bambino di 6 anni che stava annegando, si tuffò senza pensarci e gli salvò la vita.

    Il bimbo messo in salvo si chiamava Andrea Bonomi e in futuro sarebbe diventato il capitano del Milan, il suo salvatore sarebbe diventato lo stesso con la casacca granata, il suo nome era Valentino Mazzola.

    Ciao Cinzia, salutami Silvia Vada.

    • Barone, Silvia Vada, non è “una mia amica” ma una giornalista molto nota al grande pubblico che ha accettato di essere intervistata da me.

  12. Quando la Vada iniziò la sua carriera di giornalista sportiva, di calcio ne sapevano poco le donne ma anche gli uomini. Era un’attività sportiva tecnicamente conosciuta a pochi e i più erano nell’ambiente. E le ragazze non giocavano a calcio se non qualche rara eccezione.

    Oggi è tutto cambiato, le femmine giocano a calcio e da piccoli sono insieme ai maschi, è diventato scientifico collegato a preparazione atletiche e diete al millimetro, insomma una vera e propria professione per maschi e femmine. C’è anche materiale didattico in merito a questo sport cosa che non era di facile reperibiltà, ecco che i giornalisti di quei tempi erano dei veri e propri pionieri oggi non è più così. Detto questo, in merito alle giornaliste ritengo siano ancora vittime di un sistema maschilista che costruisce delle caricature anziché delle professioniste.

    • Ciao Cinzia , è qualche anno ( forse più di una quindicina) che ho sky e oltre alle nota Ilaria D’Amico ci sono almeno una dozzina di giornaliste che reputo molto meglio di tanti maschietti anche ben navigati. Qualche anno addietro c’era la Robertà Noè che non è una ragazzina, che sapeva tenere bene le dissertazioni calcistiche con l’ultimo guru del giornalismo come Sconcerti. Non vorrei spostarmi in altri sport ma quella supremazia nel saper commentare sport tipicamente maschili vede delle competenze nelle giornaliste femminili molto elevate. Non ho mai visto commentare meglio della Lia Capizzi il golf ad esempio ed essendo un appassionato esperto ( scusa la presunzione, ma Turrini ne sa meno di me in materia) di Formula 1 che seguo dal 1974 in modo maniacale, ritengo la Federica Masolin non solo in grado di saper tenere una trasmissione sulla formula 1 ma la ritengo pure più brava di Carlo Vanzini se le dessero l’opportunità di commentare in diretta un gran Premio. Anzi sono curioso di vedere quando avverrà perché credo che sia in grado di dare ancora più importanza agli ascolti.
      E non c’è neppure bisogno di paragonarla a quei pionieri come le buon anime di Poltronieri e Rancati che ritengo a distanza di molti anni solo dei dilettanti allo sbaraglio da trasmissione “ la Corrida “ di Corrado.
      Non trovo invece brava la Ferrari, anzi la ritengo faziosa e veramente poco capace , e , tra i nomi che ha fatto la tua intervistata la toglierei da quella lista, anzi ritengo che la Parietti sia stata nel suo periodo di Telemontecarlo con galagol molto più brava e competente.
      Capisco che oggi l’emancipazione giornalistica nello sport abbia fatto dei passi in avanti, ma se penso che dagli anni ‘70 da quando in formula 1 correva addirittura la Lella Lombardi e che da allora mai nessuna donna ha più preso il volante di una formula1, mi sa che qualcosa non mi torna.
      Chi è bravo o brava avrà sempre un posto al sole ed il sesso è solo una questione marginale, io la vedo così.

      • La Ferrari è peggiorata forse perché si sarà stufata a chiedere sempre le stesse cose, la D’Amico a volte mi faceva ridere così come la Leotta.
        Tutto sommato, il grado di competenza si è alzato perché gli sport sono andati avanti.

        Non so dirti se preferivo prima, forse si, perché mi piacevano i calciatori che usciti dall’oratorio entravano in squadra, che si allenavano con una tuta da ginnastica banalis, oggi sono tutti fighi, tutti in divisa anche quando vanno in bagno .. bah!

    • Purtroppo il racconto del calcio non si è evoluto.

      Leggo spesso articoli che parlano più dei pettegolezzi intorno al calcio e sempre meno spesso articoli che raccontano la gara e le abilità tecniche dei protagonisti.

      Ma è un segno dei tempi, anche nella musica si parla più del contorno che dei contenuti musicali e poetici di un nuovo album o dell’energia che si sprigiona nei concerti.

      Il cinema pure, oggi trattato come espressione culturale massima da parte degli intellettuali, ma alla fine nessuno che ne racconti i contenuti.

    • Scusa Cinzia, da quello che dice Silvia Vada capisco che la sua carriera la inizia quando arriva in Italia Junior. Parliamo del 1984/85 credo… Definire pionieri coloro che parlavano di calcio in quegli anni mi sembra un po’esagerato. Forse a livello femminile, ma dire che neanche gli uomini ne capivano…boh

      • Ne capivano come le donne, ma erano abituati e autorizzati a parlarne. Ecco perché ritengo le prime delle pioniere.

    • Mah … Se proprio vogliamo fare il paragone, credo che 40 anni fa i giovani parlavano e capivano di calcio molto più di adesso, ché sono presi da mille altre cose.

      • …e tra i giornalisti sportivi basta citare i Brera, i Cannavò, gli Ameri, i Caminiti, i Raschi, tanto per fare solo qualche nome 😅

  13. Alessandro Magno

    Ho ricevuto mail da Melara 81 che vi giro. Non ho capito bene perchè non diceva altro ma comunque un grande abbraccio e tanta fortuna a tutti quelli che in questo momento sono in difficoltà.

    Buongiorno Ben. Prima di entrare in trincea volevo mandare un saluto a tutti gli amici del blog a cui purtroppo ultimamente non sto partecipando troppo.
    Spero arrivi presto la normalità.

  14. Grazie,spero Melara stia bene

  15. COMUNQUE VADA

    Tifosissima del Toro, antijuventina di più…
    Silvia Vada…ovunque vada non ha parole dolci per la Juve…anzi.

    Buona serata

    • Ma nell’intervista si parla di calcio, non del Toro.

      • Buongiorno Cinzia, all’interno c’è anche un video del Toro in cui non si parla solo di calcio.

        • Gioele siccome sapete leggere: l’intervista e’ effettuata da me per conto di una testata giornalistica che si occupa di calcio in generale. La redazione inserisce immagini correlate ai protagonisti.

          Sul blog ho inserito l’intervista senza immagino allusive alla squadra del cuore.

          Sono spiegazioni che io ritengo superflue che persone colte e intelligenti come voi non fanno fatica ad arrivarci.
          Peccato che vi sfuggano i contenuti di una persona che al di là della sua modalità di essere tifosa, l’ambiente lo conosce perché lo ha vissuto e lo vive a 360 gradi.

          • Luna,
            il tifo non c’entra, è un riferimento critico ai contenuti della parte finale di quel video inserito dalla redazione in un articolo firmato da te.

  16. Non voglio dire una cosa x un’altra ma forse Melara lavora nel settore sanitario. Almeno credo. In bocca al lupo. Pregheremo ancora di più x voi

  17. Un accorato ricordo del “dilettante allo sbaraglio”🤣, Mario Poltronieri:

    È morto nel suo letto, come il suo eroe Tazio Nuvolari. Mario Poltronieri è scomparso mercoledi 18 gennaio 2017, a Milano, all’età di 87 anni.
    Poltronieri è stato per quasi 25 anni la voce della F1 sulla RAI. Il telecronista che in un’epoca di monopolio della Tv di stato ha fatto conoscere a tutti gli italiani i Gran premi di F1 e personaggi come Lauda, Hunt, Andretti, Villeneuve, Arnoux, Piquet, Alboreto fino ad Ayrton Senna. Di cui si trovò a dover commentare la morte in diretta nel GP San Marino di Imola nel 1994 all’ultimo anno da inviato tv RAI prima di andare in pensione.

    Dotato di una voce dal timbro brillante, di sagace parlantina e di grande spirito, Poltronieri non era soltanto un valente giornalista ma anche un grande tecnico dell’automobile. Aveva iniziato come pilota, ma più che correre in pista si era specializzato nei record di velocità.

    Guidava le vetture da record dell’Abarth e stabilì oltre cento record mondiali negli Anni ‘50 a Monza sia con le Abarth 600 e 750 che con la speciale Abarth 1000 che aveva forma di “siluro” alla ricerca della massima penetrazione aerodinamica. Nel 1961 abbandonò il volante, divenne giornalista ed entrò alla RAI. Ma dovette aspettare una decina d’anni prima di diventare inviato di Formula Uno. All’epoca il telecronista RAI era Piero Casucci, reporter d’altri tempi, uomo di grande flemma e dalla voce tutt’altro che vivace. Poltronieri invece, con la sua verve e la grande competenza tecnica, quando cominciò a raccontare le corse in tv diede tutto un altro sprint alle telecronache.

    • Altri tempi e molta approssimazione Luigi. I primi gran premi in tv dove la Rai aveva il monopolio assoluto. Io amavo Mario Poltronieri perché come hai scritto aveva una voce alla Martellini, molto calda e coinvolgente, ma essendo molto critico perché già dai caschi riconoscevo in quelle immagini sfocate le auto mi arrabbiavo quando andava nel pallone e cambiava posizioni e auto. Purtroppo era costretto a commentare con un monitor con il tubo catodico in bianco e nero che oggi sarebbe medioevo pertanto con quei mezzi bisogna dare a Poltronieri grandi complimenti, poi pure con quei rumori di sottofondo che sicuramente davano molto fastidio per la concentrazione . Ma si dai, per tutto quanto gli ho detto in quegli anni, oggi gli chiedo umilmente scusa. 😂

  18. Buona sera blog.
    Io sto bene.
    Stamattina prima di cominciare a lavorare ci siamo un po’ tutti selfati per stemperare un po’prima della nostra battaglia quotidiana. E allora ho pensato di mandare una foto anche al blog per salutarvi tutti. Era un modo per fare finta che tutto fosse normale. Sapete 12 ore nella tuta è stancante fisicamente e a volte tutto imbacuccato non respiro, ma poi ti riposi. È quello che vedi, è quello che senti è l’ aria che vivi che non potrai mai più cancellare.
    Così ho scritto a Ben, velocemente, perché il tempo la mattina è sempre poco.
    Ciao a tutti e………..
    Fino alla fine forza Juventus.

    • Melara
      Grazie per quello che fate. In bocca al lupo e a presto.

    • Ciao Melara un abbraccio sincero per il vostro lavoro

      e forza Juve sempre

    • Grazie Melara per quello che fate, in bocca al lupo a te e ai tuoi colleghi.

    • Un saluto Melara! In bocca al lupo.

    • alessandro magno

      Ciao Melara Daje .

      tutto aiuta vi confesso che io in casa mi sto esaurendo ma non dico per scherzo dico per davvero . ad oggi non si se ricomincio quando come dove. è come stare in galera in attesa di processo almeno se ti danno una condanna definitiva conti i giorni.

      mi fa piacere però avere la solidarietà di voi grazie. teniamo duro

  19. Bosnia-Italia 0-2

    Vittoria meritata per l’Italia a Sarajevo.
    I ragazzi divertono e si divertono, riuscendo ad essere “squadra” nel senso pieno della parola.
    Ed essendo una nazionale, questo è più meritorio.
    Un applauso anche a Mancini che causa Covid, anche stasera ha potuto seguire la partita solo in tv.

  20. In tema di clausura-Coronavirus (per Ben):

    La zolla si solleva docile dalla vanga/per adagiarsi nel solco/Nessun rumore oltre al ferro/che chiama la terra al suo effluvio/Solo i grilli celebrano il sole/che cala sui rami degli aranci. 😅 (da fb)

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