Genoa-Juve, come un rullo compressore.

di eldavidinho

Dopo la pausa per le nazionali torna in campo la Juventus capolista e campione d’Italia in carica. L’1-4 esterno contro l’Udinese, al di là delle polemiche che hanno seguito il match come nel post Juventus-Parma, ha dimostrato come la solidità della squadra di Massimo Carrera sia la stessa dello scorso anno. L’unità e la forza del gruppo continuano a crescere a dismisura. Partiamo subito dall’episodio chiave della partita di Udine. Valeri (o Rizzoli? Il problema ce lo porremo per tutto l’anno ad ogni decisione che verrà presa) ha punito il presunto fallo di Brkic che, andando addosso a Giovinco, “gli impedisce un’evidente opportunità di segnare” e anche per questo l’ha espulso. Per chiara occasione da rete, non credo per fallo da ultimo uomo. Non ha visto però la precedente spinta di Danilo ai danni di Giovinco. La regola, dicendo che se il fallo è commesso in area e dall’ultimo uomo ci sono automaticamente rosso e rigore, può anche essere un’esagerazione, ma è così da sempre. Dunque se si critica la regola non si può criticare anche l‘arbitro che l‘ha solo applicata. Al massimo, gli si può imputare il non aver visto la spinta di Danilo che ha “anticipato” lo scontro tra Giovinco e Brkic. E ancora, la scelta eccessiva di espellerlo. Ma qui subentra, ripeto, la regola.

In definitiva. Torniamo al calcio giocato. Una Juve bella, feroce e imperturbabile, in grado sicuramente di monopolizzare il campionato anche se è presto per parlarne. Una Juve tornata ad essere né ecumenica, né accomodante, né simpatica. Dunque, neanche perdente. Un 4-1 con lo stesso 352 con cui 9 mesi fa pareggiammo 0-0. Dunque siamo migliorati. Diventati più concreti e cattivi. Al di là del rigore spartiacque, la differenza tra noi e l‘Udinese è stata netta. Finalmente Giovinco, più rapido del branco in occasione del primo gol, da opportunista; poi freddo e spietato, con il rasoterra, il secondo. Tutti ferri del mestiere d’attaccante, finalmente. Troppe etichette gli hanno messo addosso in questi anni, facendo crescere le attese e la pressione. Mostruosi Vidal, Pirlo e Asamoah. Tuttavia, PRECISIONE degli attaccanti nei passaggi “di prima“ ancora migliorabile. Sfruttiamo troppo poco le occasioni che creiamo. Difetto(che mette in evidenza altri pregi) già dello scorso anno. Eppure ne abbiamo fatti 4, rifilati altri 2 al Parma e realizzati altri 4 a Pechino, al Napoli. Non si può parlare di certo di squadra a secco, semmai di attacco che segna “il giusto”, senza strafare.

La scommessa Bendtner, il gigante danese, si vedrà. Viene qui con l’etichetta di ragazzaccio dotato però di enormi potenzialità. Alcune espresse a tratti, altre inespresse e carattere da scheggiare, levigare, magari con la fatica ed il sudore che Antonio Conte pretende dai suoi uomini. Doti fisiche e tecniche che gli permettono di ben usare testa e piedi, di difendere il pallone, giocare anche spalle alla porta, di tirare conclusioni potenti e precise, di dialogare palla a terra con i compagni, di giocare anche fuori l’area di rigore. Piuttosto macchinoso nei movimenti(spesso si fa raddoppiare nello stretto ma ama il dialogo con i compagni). Insomma. Caratterialmente ha personalità ma gli manca voglia ed abnegazione, sentendosi già un giocatore “arrivato.”

Le statistiche della vittoria contro l’Udinese forniscono un confronto impietoso. Certo, sui dati pesa, e non poco, l’inferiorità numerica con cui i friulani hanno dovuto convivere per quasi 80 minuti, ma la capacità degli uomini di Conte di sfruttare a proprio vantaggio l’uomo in più è comunque un grosso merito. Proprio come contro il Parma, il possesso palla fatto registrare dai bianconeri è stato del 63%, ma è salito, e di parecchio, l’indice di pericolosità, attestatosi al 91,6%, contro il 28,7 degli avversari. Ben 20 le conclusioni tentate, 10 delle quali nello specchio della porta e notevole la precisione delle giocate, con il 78,7% di passaggi riusciti. Davvero niente male se si considera che le palle giocate sono state ben 793, 379 in più dell’Udinese.

Il Genoa è reduce dalla sconfitta maturata nei minuti finali di Catania, dove comunque ha confermato di essere una squadra con un discreto gioco e capace di trovare le vie della porta. La difesa però andrà sistemata davanti alla Juve che vanta già 6 gol in 2 partite. I precedenti parlano di una sfida sempre aperta: 18 le nostre vittorie, 16 quelle dei liguri nelle 45 partite giocate a Genova, 11 volte è finita in parità. Proprio l’ultima volta a Genova è andato in scena un teatro dell’assurdo. 0-0, tante occasioni da gol (tra cui traversa di Vucinic, di testa, su corner; palo sempre di vucinic, di testa, su cross dalla destra di Pepe; su punizione di Pirlo, Pepe prende il palo da due passi) e scelte discutibili di Rizzoli(rigore su Matri per trattenuta vistosa di Carvalho; conclusione da fuori area di Marchisio intercettata con le mani da Sculli; gol regolare annullato a Simone Pepe nella ripresa). Insomma. Col 63,6% di possesso palla rispetto al 36,4 del Genoa, 3 pali e traverse, 17 corner a 6, 53 cross a 19, 462 passaggi a 266. Qualcosa d’impressionante. Domenica pomeriggio speriamo che la musica sia diversa.

A Pegli continua il lavoro a parte del capitano rossoblù Rossi che ravvisa un dolore al ginocchio, ma è in via di guarigione. Se Rossi dovesse recuperare allora sarà lui a completare il tridente assieme a Jankovic e Immobile: infatti mancherà Vargas per un problema alla coscia sinistra accusato in allenamento con la Nazionale peruviana. In difesa ballottaggio per il ruolo di terzino destro tra Sampirisi e Ferronetti. Per la gara contro la Juve infine De Canio è incerto se lanciare Merkel o confermare Seymour davanti alla difesa.

Nella Juve, Conte conta di recuperare qualche acciaccato di lungo corso come Isla e Pepe, mentre tempi di attesa più lunghi per Padoin e Lucio. A Genova comunque dovrebbe rivedersi lo stesso 11 che ha espugnato Udine, ma il Mister vorrà tenere tutti sulla corda fino alla vigilia. Non è detto che non ci sia turnover in vista della sfida di Champions.

Altre statistiche. La Juve, nelle ultime 3 trasferte di SerieA è sempre passata in vantaggio all’intervallo portando a casa il risultato ed ha segnato almeno 2 gol in 11 delle ultime 13 partite di SerieA. Il Genoa, nelle ultime 3 partite di SerieA giocate in casa, è sempre passata in vantaggio prima dell’intervallo. Dopo 2 gare Andrea Pirlo si riprende la classifica europea dei passaggi riusciti a partita: 102 di media. Staccati Yaya Tourè, Xabi e Xavi. In Europa siamo 4° per possesso palla(dietro Barca, Real e Bayern), 4° per passaggi riusciti(dietro Bayern, Man United, Swansea), 5° per tiri in porta(dietro Bayern, Bayer L., Barca e Atletico). Forza Juve

@eldavidinho94

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