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Cagliari-Juventus 6 maggio 2012 – Stadio “Nereo Rocco” (campo neutro) ore 20.45

La Juventus dovrà affrontare il Cagliari sebbene salvo dalla retrocessione e reduci da una sconfitta piuttosto dolorosa, senza commettere errori e leggerezze. Non ce lo possiamo permettere se vogliamo dimostrare maturità e voglia di vincere. Sarebbe triste non solo per i tifosi ma per la squadra stessa lasciare il campionato a qualcun altro. Per’altro i nostri acerrimi nemici e rivali si incontreranno per il derby di ritorno, paradossalmente parlando l’Inter potrebbe fare un piacere a uno dei due contendenti al titolo.

Senza aggiungere più niente al tanto detto e scritto, la partita deve essere vinta a tutti i costi. Abbiamo imparato che sottovalutare la coda della classifica è sbagliato ed imprudente. Perciò la Juventus si trova a non avere alcuna scelta se non attaccare per raggiungere il suo obiettivo.

Sebbene il Cagliari non corra più pericoli, non ci regalerà la partita e con la foga di fare belle figura davanti ai suoi tifosi potrebbe sfoderare la solita grinta delle secondarie che si giocano la partita della vita. Coraggio quindi, sicuramente speravamo di arrivarci in altre condizioni, ma va bene lo stesso, i ragazzi sono carichi, idem l’allenatore, non ci resta che sperare che vada tutto per il meglio.

Il match è ospitato a Trieste, allo stadio Nereo Rocco per inadeguatezza del Sant’ Elia di Cagliari, sebbene lontano, tifosi e apppassionati non mancheranno.

Coraggio ragazzi andate avanti!

Luna23

 

Intervista a Maurizio Ariaudo (papà di Lorenzo)

Il blogdialessandromagno incontra …. Maurizio Ariaudo

Maurizio Ariaudo è il papà del più celebre Lorenzo, classe 1989 cresciuto nelle giovanili della Juventus, come difensore centrale, Maurizio è stato sportivo e pregevole motocrossista, non avrebbe sicuramente immaginato che i suoi due figli, Alberto e Lorenzo nati e cresciuti in un ambiente motociclistico, si sarebbero appassionati al calcio, tanto che Lorenzo riesce ad arrivare addirittura al top.
Oggi è qui per condividere insieme a noi la sua esperienza di padre di un ragazzo che si è impegnato raggiungendo l’obiettivo massimo nel calcio: la serie A.

Maurizio, intanto ti ringrazio per essere qui con noi .. raccontaci com’è iniziata l’avventura calcistica di tuo figlio Lorenzo, e soprattutto quando ti sei accorto che aveva talento?

Grazie a Voi, premetto che la tifosa juventina di casa è mia moglie nonchè mamma dei miei 2 figli; Alberto (del 1985) viene portato “quasi” a mia insaputa ad un provino della Juventus quando aveva 6 anni e viene arruolato nelle file dei piccoli bianconeri.
Lorenzo di conseguenza ha iniziato a vedere palloni per casa molto presto.
A ottobre 1993 chiedo a mia moglie di portare Alberto in una società di calcio più vicina a casa e così faccio rinunciare al mio primogenito al piacere di vestire i colori bianconeri!!!
Ci trasferiamo tutti alla CBS scuola calcio, che pur di avere tra le sue fila un bimbo ex juve, accetta anche Lorenzo sia pur solo di 5 anni e mezzo.
Dopo 2/3 anni i vari osservatori Juve e Toro hanno iniziato a seguirlo finchè a luglio 98 viene tesserato dalla Juventus.
Il suo talento è emerso sin dalle prime partite, in cui si rivelò un attaccante esplosivo, ma non sono stato io ad accorgermene data la mia ignoranza calcistica

Anche il tuo primogenito seguiva lo stesso percorso?

Come vi ho già detto Alberto è stato un talentuoso piccolo calciatore, oggi gioca in promozione dopo aver avuto buone soddisfazioni.

Ci racconti un po’ di Lorenzo ..quando era piccolo? Com’era?

Era un bambino instancabile, molto coordinato e otteneva buoni risultati in tutti gli sport che praticava senza trascurare gli impegni scolastici.

La Juventus sappiamo, è un’ottima scuola non solo di calcio ma anche di vita, qual è stato l’impatto nella crescita di tuo figlio e della sua infanzia?

L’esperienza bianconera, oltre a formarlo come calciatore, ha contribuito alla formazione del suo carattere volitivo e determinato infatti oltre ai “momenti di gloria” ha imparato a superare piccole e grandi difficoltà.

Seguire dei figli “in carriera” come lo erano i tuoi bambini ai tempi, ha implicato una certa adattabilità famigliare, è stato un grande impegno e sacrificio anche per voi come genitori?

Sì, è stato un impegno costante nell’ accompagnarli, seguirli e condividere la loro esperienza, ma anche un grande piacere.

Come hai gestito il tuo ruolo, immagino non semplice, assistendo alla crescita sportiva di tuo figlio che ha visto il suo debutto con una delle tre squadre più forti del nostro campionato?

L’evoluzione è stata  naturale e graduale che ci siamo trovati in tale situazione quasi senza accorgercene.
Alla fine comunque fortemente emozionati.

C’è stato un momento della carriera di Lorenzo in cui era diventato molto popolare durante la gestione di Claudio Ranieri per l’esattezza, in quella fase non c’era quotidiano sportivo che non parlasse di lui, come Lorenzo si è trovato ad affrontare una così improvvisa popolarità?

 Con grande semplicità, naturalezza e grande felicità.

Ora Lorenzo è felice al Cagliari, c’è stato nel suo apprendistato Juventino un collega o alcuni se di più a cui si è ispirato o gli hanno lasciato qualcosa di speciale che si porta nel cuore?

Nicola Legrottaglie e Giorgio Chiellini ai quali si è ispirato tecnicamente e che lo hanno accudito come un fratellino minore e con i quali ancora oggi mantiene rapporti di amicizia.

Maurizio, sinceramente, ti saresti aspettato, quando i tuoi ragazzi hanno iniziato, un traguardo di questo tipo?

Assolutamente no.

In ultimo, mi piacerebbe che tu dessi dei consigli, un aiuto psicologico a dei papà come te, che hanno figli che stanno giocando in società dilettantistiche e che promettono bene: “cosa fare ..” “cosa non fare” e quale sarebbe il migliore atteggiamento di un padre?

Costanza nel seguirli, evitando però che i sogni vadano troppo lontano.
Ho visto ragazzi molto promettenti la cui carriera non è decollata.
Il calcio per i giovani deve essere divertimento e i genitori non devono fare eccessive pressioni sui figli…..
Uno su mille ce la fa, ma ogni piccola conquista calcistica può, con amore, essere vissuta come un trionfo.

Cari saluti, rimango a Vostra disposizione.

Maurizio Ariaudo

Intervista gentilmente concessa dal Signor Ariaudo a Luna23

Bicchiere mezzo pieno, per ora.

Che qualcosa si fosse incrinato era evidente già dalla trasferta di Lecce quando, al ritorno dalle vacanze natalizie, si è data la colpa all’ormai famosa preparazione ”contiana” di Dubai, fatta di duri allenamenti atletici per ringalluzzire muscoli e gambe e fatta passare come il motivo principale della prestazione incolore e sottotono dei ragazzi, decisamente sulle gambe e senza benzina per cercare con convinzione la via del gol al “Via del Mare”. Bisogna premettere che, si spera, questo tipo di preparazione possa veramente tornare utile e pagare nell’ultima parte di stagione come molti ipotizzano. Detto ciò, l’enorme mole di gioco creata nella prima parte di stagione sino alla sosta natalizia si è ridotta, diciamo “stabilizzata”, tornata a livelli più normali perché non si possono e non si potranno sostenere sempre certi ritmi. Non è un caso, infatti, che dalla trasferta di Lecce alla gara casalinga col Cagliari la prestazione dei ragazzi, sotto certi aspetti, sia stata analoga. In entrambe le partite è mancato il filtro a centrocampo, vero motorino di tutta la squadra: la pressione di Vidal e gli inserimenti profondi di Marchisio, entrambi in netto calo fisico. Servirebbe una mezzala dinamica che faccia rifiatare, a turno, entrambi. Questo non si è riversato negativamente sulla difesa che ha comunque retto più che bene in entrambe le parrtite ma sull’ attacco, mancante in alcuni casi del cinismo giusto per colpire o chiudere la partita(come accaduto nel primo tempo contro il Cagliari), in altri latitante di tiri nello specchio perché si crea tanto gioco ma non si conclude mai e si torna a parlare, spesso, di giro-palla fine a se stesso e gioco privo d’originalità e guizzi vincenti. Nonostante in rosa non ci siano campioni, i limiti mostrati da questa Juve non sono tecnici poiché attraverso il gioco si può ovviare a questo, bensì limiti fisici(dovuti alla preparazione ed ai ritmi altissimi dell’andata), caratteriali(qualche fantasma, quando si prende gol come quello di Cossu, torna ancora) e di mentalità. Nel secondo col Cagliari, nonostante la solita determinazione nel cercare di vincere e portare a casa il risultato, abbiamo abbassato la guardia sottovalutando un po’ l’avversario e si è spinto con meno criterio rispetto ad altre volte. Hanno capito come fermare la Juve, gli avversari: mettere un giocatore fisso non più su Pirlo ma su Lichsteiner. Contro il Cagliari del preparato mister Ballardini, lo svizzero, nonostante la pecca dei quattro errati controlli di palla su cambio di gioco in corsa(è un suo limite quello del controllo di palla che non lo renderà mai un terzino tanto tecnico quanto carismatico e atletico sul piano della corsa) ha disputato una partita di grande spinta e vigore atletico che sin quando a Nainggolan non è stato detto di rientrare persino negli spogliatoi al fianco dello svizzero. Secondo me, invece, avrebbe dovuto far giocare Lichsteiner in modo meno spregiudicato: la posizione tropo avanzata dello svizzero, da essere a nostro vantaggio, ha consentito al Cagliari di trovare le giuste contromisure, nel secondo tempo, per stroncarci del tutto, marcando a uomo tutti i nostri quattro di difesa. Capitolo cambi: Conte ha l’abitudine(o il vizio, dipende dai punti di vista) di ritardarli sempre. Io mi sono fatto un’idea particolare, partendo comunque dal presupposto che sono i panchinari che non hanno smosso la partita o fatto la differenza. Come accaduto altre volte. Non sono all’altezza, per vari motivi, dei titolari che, arrivati a questo punto della stagione, necessitano di poche partite di riposo. Non so se oggi Giaccherini, Elia, Quaglia o Esti avrebbero potuto fare qualcosa. Oggi servivano i tiri da fuori o la giocata da fermo. Una punizione dal limite che non ci conquistiamo da una vita. Bisogna farsi più furbi: quando non sempre gli inserimenti delle mezzali sono efficaci si può e si deve tentare un tiro sulla ribattuta che quest’anno non si sono mai visti. Manca la giocata veloce, intelligente e d’astuzia a questa squadra che s’esprime con troppa umiltà. è la fotocopia in campo del Conte allenatore ai microfoni. Umiltà e lavoro. A iosa. Spesso Conte non cambia nessuno prima dell’ottantesimo perchè, secondo me, la Juve che si deve impegnare a recuperare o limitare a gestire il risultato, nelle idee di Conte, è quella che scende in campo dall’inizio/ i titolari/ quelli già ben amalgamati nel gruppo(ditelo come volete…), sui quali conta ciecamente e che sono già entrati nelle dinamiche della partita. La rotazione degli uomini, se proprio deve farla, Conte decide di applicarla all’inizio, magari sostituendo giusto un paio di titolari. L’idea è quella di finire, sempre, con gli stessi undici che hanno iniziato. Inoltre, quando gli avversari capiscono il nostro gioco(perché quasi tutti oramai l’hanno capito e l’hanno studiato a tavolino, trovando le contromosse alla transizione difensiva aggressiva e volta al repentino recupero della sfera, al possesso palla continuo, al giro difensivo basso, alle caratteristiche di Vucinic, Vidal, Marchisio, Lichsteiner in particolare…) ci si può limitare meno alla ricerca continua e maniacale del gioco come mezzo veicolante per arrivare nei pressi della porta. Soprattutto nei momenti difficili. I passaggi in verticale, sempre “puliti”, non sempre fanno male, anzi. Comunque bisogna trovare nuova linfa per la seconda parte del campionato perchè così non si riesce ad arrivare in piena corsa sino alla fine. Siamo entrati nella storia della serie A con il 18esimo risultato utile consecutivo da inizio campionato, senza mai aver perso ma, forse, serve qualche colpo in canna in più per entrare anche nella storia di questo campionato che stiamo disputando sopra ogni più rosea aspettativa ma che abbiamo il dovere di disputare puntando al massimo. Due punti persi sì, ma in virtù della sconfitta del Milan, credo che tutti abbiamo pensato più alla testa solitaria della classifica, nonostante il pareggio, che alla distanza che avremmo potuto acquisire sempre dai rossoneri in caso di vittoria nostra. Quindi un punto guadagnato, con qualche appunto da fare per il futuro. Bicchiere mezzo pieno, per ora. Deve essere per forza così.

eldavidinho

Restiamo calmi

Ieri pomeriggio abbiamo assistito all’ennesima prestazione opaca della Juventus. E’ la seconda dopo Lecce. Se quella la definii la peggiore partita della Juve ”Contiana”, questa è andata pure peggio. Devo dire che dopo un discreto primo tempo tutto è scivolato verso uno stato confusionale generale, secondo me non supportato da un adeguata condizione fisica. Condizione fisica che sarebbe pure sufficiente per una squadra normale, ma non lo è per una squadra che gioca come giochiamo noi, cioè sempre all’arrembaggio. Non so spiegarmi se questo sia dovuto al carico di lavoro effettuato nel ritiro natalizio o all’uso esagerato dei medesimi uomini in campo, tuttavia non ho mai visto, quest’anno, tanti controlli errati da parte dei nostri giocatori. Dopo aver ironizzato in settimana sull’interessamento nostro per Behrami devo ammettere che la prestazione di ieri mi ha aperto nuovi orizzonti. Forse più del sostituto di Pirlo occorre il sostituto di Marchisio – Vidal che mi sembrano moltissimo in riserva. Se è questo il discorso su Behrami, allora condivido e approvo.
Un appunto lo voglio fare senza nessuna polemica pretestuosa ai cambi, soprattutto a Del Piero e Krasic. E’ difficile entrare con la squadra che gioca male soprattutto quando non si gioca da parecchio tempo, però mi aspettavo qualcosa in più da loro due. Entrambi han sbagliato due gol facilissimi, carpe diem… Bisogna saper cogliere l’attimo. Fra l’altro io stesso ho criticato molto per le sostituzioni di Conte e questa volta che le ha fatte in anticipo sui suoi tempi naturali, e anche abbastanza condivisibili, pareggiamo. Il calcio è proprio strano. Quello che mi dà veramente noia, invece, quando le cose non vanno proprio per il verso giusto, è l’umore da becchini di moltissimi nostri tifosi, nemmeno fosse morto il gatto. Questo attacco di fifa non giustificabile. Ora, capisco la delusione, pure io voglio sempre vincere e volevo vincere, però non si può avere questi sbalzi d’umore ad ogni pari. Il giorno prima vinceremo lo scudetto, il giorno dopo ci ”caghiamo sotto” (scusate il francesismo). Suvvià… In questo mi piace moltissimo il nostro Mister, che difende i ragazzi anche quelli che non hanno giocato benissimo, e fa quadrato intorno a loro e intorno a sé. Mentre scrivevo questo pezzo si stava svolgendo il derby di Milano e con un occhio l’ho seguito. E’ appena terminato 0-1 per l’Inter. Come volevasi dimostrare il destino spesso ci mette del suo. Con un pareggio in casa contro il Cagliari ci ritroviamo da soli in testa alla classifica. Un giudizio mio sulle due squadre milanesi lo posso dare: noi a livello di gioco, intensità e corsa siamo larghissimamente superiori. I rossoneri sono ”palla ai solisti e inventatevi qualcosa”; i neroazzurri sono difesa e contropiede che nemmeno ai tempi di Nereo Rocco. Noi siamo al diciottesimo risultato utile consecutivo. Siamo primi in classifica e con la migliore difesa. Se me lo avessero predetto questa estate mi sarei messo a ridere. Prendiamo tutto per buono e andiamo avanti. La strada è ancora lunga.

Alessandro Magno

Juventus – Cagliari 1-1 Sintesi

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