Archivi Tag: juve - Pagina 8

Juve-Lazio, ancora un risultato tennistico.

 

di eldavidinho

Game. Set, match. Risultato e vittoria tennistica. In ambito calcistico. Stiamo parlando della Juve che a Pescara ha vinto 6-1 e pare aver ritrovato veramente quella cattiveria agonistica e quella fame che l’ha caratterizzata lo scorso anno e sta riprendendo forma in questa creatura. Il ko contro l’Inter ha fatto bene alla Juventus, facendole riscoprire il suo lato più feroce. Il rischio di essere eliminati dalla Champions anche e la prestazione sfoderata mercoledì l’ha dimostrato. A Pescara, senza spingere neanche troppo, sono persino arrivati 6 gol. Dieci in quattro giorni. La squadra di Conte all’Adriatico ha passeggiato, vincendo per palese superiorità contro una squadra che ha fatto ciò che poteva. Forse il momento più difficile della serata, lo squillo che ci ha avvisati di non doversi fermare perché sazi, è stato prima il palo su punizione di Quintero, poi il gol di testa di Cascione, infine il salvataggio sulla linea di Marchisio. Segnali “del destino” direi. Questa Juve non può fermarsi, è nata per spingere. E allora sotto col 6-1 che trasforma una partita di pallone in pura accademia, in un allenamento di fine settimana. Senza infierire si preferisce mantenere energie per la sfida di sabato contro la Lazio dove non ci sarà Pirlo, diffidato ed ammonito. Chi prenderà il suo posto si vedrà. Caso tanto unico quanto raro, sono giunti 4 gol dal parco attaccanti e “solo” 2 da quello dei centrocampisti. Una Juve che pare una formalità, tanta è la maestosità. E la semplicità con cui gioca. Eppure è semplicemente una squadra di calcio che ha nella coesione del gruppo, nella chiarezza tattica e mentale il suo segreto. Tant’è che anche la cura Giovinco credo stia funzionando. Come avvenne per Vucinic lo scorso anno. E Bonucci. Il segreto? Responsabilizzarli, dare fiducia e farli giocare. Il sistema di Conte ormai è questo. Lo si nota anche nelle sostituzioni che avvengono spesso a secondo tempo inoltrato. Piena fiducia va riposta sempre nei titolari e in chi viene scelto prima dell’inizio della partita. In una squadra collaudata, anche chi ha bisogno di più tempo per inserirsi, dunque, è fortunato perché ne ha di tempo e tranquillità per farlo. A limitare i danni tanto c’è sempre il centrocampo. E, come sempre, uno di loro due segna e la firma la mette sempre. Se non è Vidal, è Marchisio. Se non è Marchisio, è Vidal. Sono il vero motore di questa “macchina umana”. Che continuerà a stupirci anche nelle prossime 3 gare.

La prima di queste è un attesissimo Juve-Lazio, che, in assenza di partite infrasettimanali a causa dello stop per le nazionali, ha dato modo di soffermarsi su altri temi fuori dal campo. Uno di questi è stata la video chat organizzata dalla comunicazione-Juventus tra Conte e i suoi tifosi che hanno potuto interagire e mandargli delle domande attraverso un’hashtag di Twitter. Grande successo e grande iniziativa da parte della comunicazione juventina che avrà fatto arrabbiare non poco tutti quei giornalisti che attendevano d’intervistare, prima o poi, il mister. Chissà che questo nuovo modo d’interagire non possa esser l’inizio di una interazione nuova, sana tra squadra e tifosi, estranea a giornalisti infami e corrotti. Infatti, altri giornalisti aperti all’innovazione e al progresso hanno guardato con un occhio interessato questa mossa, conseguenza del clima venutosi a creare in queste settimane tra la Juventus e il mondo esterno della comunicazione. Tuttavia, neanche tra le “mura amiche” è stato possibile discettare senza problemi: sempre lui, Cassano, sentendosi tirato in causa dal mister quando ha ripreso il tema “soldatini” e giudicato quaquaraqua giocatori poco professionali, ha risposto al mister parlando di moralità e dell’omessa denuncia che ha squalificato il mister, quasi fosse una pezza a colori, oramai, per e in ogni tipo di argomento. Ha fatto tutti lui, in pratica, come è suo solito fare. Spettacolarizzando sempre le sue interviste con l’aiuto del giornalismo nostrano che, puntualmente, lo innalza e lo pontifica, ha parlato ancora nonostante Conte non lo avesse mai nominato e mai pronunciato la parola “moralità”. Tipico. Come, stando alle motivazioni TNAS uscite in questa settimana,  la presunta omessa denuncia da parte di Conte l’8 Marzo che era venuto a conoscenza da Stellini di una presunta combine in Albinoleffe Siena dell’anno precedente. Ma nei verbali, Conte dice di esser venuto a conoscenza di una lite tra giocatori a fine partita… cosa avrebbe dovuto omettere? La lite? Anche in questo caso, gli sono state messe in bocca altre parole non sue. Per fortuna, nel caso di Cassano, è arrivata pronta, tempestiva, diretta e rapida la risposta del mister sul sito ufficiale della Juventus con una nota che ha messo a tacere, con i fatti e le “biografie”, l’effimera parola del barese. La verità è che lui non è un giocatore da Juve perché la differenza tra noi e loro(che da una settimana in qua parlano e straparlano) è una: noi scegliamo gente che vinca. Loro gente che parli.

In attesa di Juve-Lazio, dunque, in settimana si è parlato di questo. E tornando a Juve-Lazio, cominciamo con le statistiche: 43 vittorie, 17 pareggi e otto sconfitte, ecco il bilancio della Juventus negli incontri con la Lazio disputati a Torino. L’ultimo precedente si è concluso 2-1 a favore dei bianconeri ed è stato un incontro al cardiopalma. La Juve è passata in vantaggio con una straordinaria rovesciata di Simone Pepe, ma prima del riposo la netta supremazia della formazione di Conte è stata annullata da un colpo di testa di Mauri. La svolta decisiva è arrivata a sette minuti dal termine con la punizione vincente di Del Piero, che ha permesso ai bianconeri di conquistare un primato mantenuto fino al termine del campionato. L’ultimo pareggio è del 2010, un 1-1 con rete di Del Piero su rigore e pareggio di Mauri, entrambi i gol realizzati nella ripresa. L’ultima sconfitta è invece datata 2003, un 1-2 determinato da una doppietta di Fiore segnata dopo il gol in apertura di Nedved. Il 2-1 è il risultato verificatosi più volte nel corso del tempo, ben in 11 circostanze, seguito dal 3-1 (sette volte). Alessandro Del Piero detiene, in coabitazione con Giampiero Boniperti, il record di presenze nella sfida, avendone giocate ben 13.

Sin qui, la Lazio ha raccolto 9 punti su 22 in trasferta segnando 7 gol sui 19 complessivi e incassandone 10 su un totale di 17. I biancocelesti non hanno ancora pareggiato lontano da Roma, vincendo tre volte(contro Atalanta, Chievo, Pescara) e perdendo altrettanto(contro Napoli, Fiorentina, Catania). La Lazio è reduce dalla vittoria nel derby per 3-2. Un successo meritato perché ha avuto il doppio delle occasioni rispetto alla formazione di Zeman. Ci sono due giocatori che il tecnico Petkovic ha impiegato in tutti gli incontri di campionato: l’ex juventino Antonio Candreva (che ha accumulato 1066 minuti in campo) e il centrocampista Stefano Mauri. Klose è il cannoniere della squadra con sette gol. Ma non va trascurato il contributo di altri giocatori, a partire da Hernanes con cinque. Seguono Candreva con tre, Mauri con due, Ederson e Ledesma a quota uno.

Il giudice sportivo ha fermato, tutti per un turno, Pirlo da una parte, alla sua quarta ammonizione, Mauri, espulso nel derby, e Lulic, anch’egli caduto in diffida, dall’altra. La Lazio si appresta dunque ad affrontare la Juve con Brocchi e Radu al loro posto. Pienamente recuperato Ederson; in dubbio Sergio Floccari, il quale durante l’allenamento del mercoledì pomeriggio ha riportato una frattura dell’incisivo dell’arcata dentaria superiore. Conte sostituirà Pirlo con Pogba o Marrone, il prescelto coadiuvato ai lati da Vidal e Marchisio. Sulla fascia destra di centrocampo possibile conferma per Isla. In prima linea dovrebbe rivedersi dal 1’ Vucinic. Recuperato Pepe, rimane in dubbio De Ceglie. Arbitra Orsato della Sezione di Schio. Forza Juve.

“Attimi Di Juve” – Profilo Twitter: @eldavidinho94 / Profilo Facebook: Eldavidinho Juve 

Pescara-Juve, quelli di una volta.

 

di eldavidinho

Che la Juve col Nordsjaelland doveva vincere si sapeva, Che doveva migliorare la propria differenza reti nel girone anche. Ma che andasse tutto così bene era difficile immaginarlo. Concentrati, aggressivi, affamati. Si sono rivisti la transizione difensiva e il pressing. Nel primo tempo le occasioni sprecate sono state troppe al netto dei gol. Quello di Vidal è l’essenza di questa Juve e questo giocatore simbolo che, con quell’esultanza, ha ricordato lo scrollarsi di dosso le critiche come lo scorso anno a Firenze, in quella “lite simulata” con Bonucci. Il pallone se l‘è ripreso con le unghie e con i denti. Si è inventato il gol in tackle. Bello anche il gol di Giovinco, semi pallonetto e anche lui protagonista di un’esultanza che fa parlare: con quelle mani davanti agli occhi ha voluto comunicare di “aprire gli occhi perché ho segnato io?”. è mancato solo quello di un Matri ormai vittima di un blocco psicologico. Isla mi ha impressionato positivamente. Ha un passo diverso rispetto a Lichtsteiner, sa ben calibrare i cross ed è un esterno vero. Marchisio spaziale, stratosferico, mostruoso. Ha fatto capire agli attaccanti come si segna. Poi c’è quel Quagliarella sempre utile. Se questa squadra torna a giocare col recupero alto del pallone e la manovra ampia, in velocità, torniamo a divertirci come lo scorso anno ma con una compattezza di squadra ed una solidità difensiva veramente notevoli e migliorate. Tanto da potercela giocare sino alla fine contro la fortuna(eufemismo) del Chelsea e la freschezza dei giovani dello Shakhtar: una vittoria d’obbligo in casa con gli inglesi ed un pareggio in Ucraina con i padroni di casa già qualificati. La Juve interrompe così la serie di pareggi europei. Non perde nelle coppe europee dal 18 marzo 2010 quando, in Europa League, venne superata per 1-4 in casa del Fulham e nelle seguenti 13 partite ha ottenuto 4 vittorie e 9 pareggi (di cui 9 nelle ultime 9 gare, appunto). La Juventus non vince in Europa dal 26 agosto 2010 quando, nel playoff di Europa League, si impose in casa per 1-0 contro lo Sturm Graz: con la vittoria di mercoledì, l’imbattibilità in Europa arriva a 14 partite, quasi a rimarcare il percorso cominciato lo scorso anno in campionato. Nella serata in cui la Juventus asfalta il Nordsjaelland, però la società bianconera colleziona un risultato negativo. Mercoledì lo Juventus Stadium ha registrato solo 31.366 paganti, ovvero la terza peggior partita casalinga nel nuovo impianto per presenze. Pare proprio che la Champions League non “tiri” neanche dopo la protesta contro lo Shakhtar. Solo in due occasioni lo Juventus Stadium ha fatto registrare un risultato peggiore: contro il Bologna in Coppa Italia lo scorso anno e proprio contro lo Shakhtar qualche settimana fa, quando il sold out non registrato non influì sul guadagno della società che aveva previsto un aumento del prezzo dei biglietti in Champions.

Forse ha ragione Maurizio Compagnoni a temere che “la sconfitta con l’Inter ha peggiorato la situazione perché questa Juve è ancora più forte di prima”, tanto da portare alcuni giornalisti ieri presenti allo Stadium come cronisti in virtù dell’accredito ricevuto dalla società ad esultare in seguito al gol del 3-2 realizzato dal Chelsea contro lo Shakhtar e a parlare di un “Conte furioso e al limite della censura nella sala stampa dello Juventus Stadium dopo il 3-2 del Chelsea”. Niente. Questo giornalismo proprio non ha la voglia di essere meno fazioso e più sportivo o per lo meno “coraggioso” nel prendersi la responsabilità delle sue azioni. Siamo proprio tornati.

Speriamo di riconfermarci anche nell’anticipo che ci porta a Pescara, allo Stadio Adriatico, contro la squadra che lo scorso anno, impressionando tutti per gioco e spettacolo, ha raggiunto la serieA. Di quella squadra che avrebbe fatto divertire anche quest’anno sappiamo tutti che ne è stato ma i giocatori attualmente in rosa sono 14esimi in classifica con 11 punti sino ad ora raccolti, frutto di un gioco ancora corale ma un gruppo che la coesione sta cominciando a conoscerla. Molti sono gli stranieri in squadra, tante le scommesse: alcune di queste al momento “vinte”. Il colombiano Quintero, centrocampista offensivo classe ’93 e Weiss, trequartista in grado di svariare su tutto il fronte d’attacco, classe 89’, sono alcune di queste.

Il numero di match disputati nel campionato di Serie A tra Pescara e Juventus è pari a 5. In totale sono stati segnati 13 goal. La squadra di casa ha collezionato 2 vittorie contro 2 della squadra ospite. In tutto un solo pareggio. La vittoria più larga della squadra di casa risale alla stagione 1992/1993, giornata numero 33 valevole per il girone di ritorno: Pescara-Juventus si concluse 5-1. Per quanto riguarda la squadra ospite, la miglior vittoria fu registrata durante la 13° giornata della stagione 1977/1978 girone d’andata: Pescara-Juventus si concluse con il risultato di 1-2. Complessivamente nell’incontro Pescara-Juventus sono stati messi a segno 13 goal, di cui 8 a favore della squadra di casa e 5 dalla Juve.

Stroppa deve ancora rinunciare a Terlizzi al centro della retroguardia, invece tornano a disposizione Colucci e Romagnoli. Contro la Juventus mancherà invece Blasi infortunatosi alla coscia destra contro il Parma e ne avrà per più di un mese. Intanto il tecnico dovrebbe continuare sulla strada del 3-5-2 che ha fruttato i tre punti domenica scorsa. In avanti probabile conferma per il tandem Abbruscato-Jonathas, ma lo slovacco Weiss scalpita. Intanto Quintero si è ripreso dopo il malore accusato nell’allenamento di martedì dovuto ad un’allergia alimentare ed oggi rientrerà in gruppo. Indisponibili infine Crescenzi, Savelloni e Brugman.

Antonio Conte invece può far leva sull’intera rosa eccezion fatta per Simone Pepe, alle prese con un lieve problema al polpaccio destro. Vucinic, costretto ad abbandonare il terreno di gioco durante il match contro l’Inter a causa di una contusione al polpaccio sinistro, dovrebbe essere regolarmente a disposizione dell’allenatore bianconero. Poi sarà il solito turn over a decretare i titolari.

Arbitro designato per questo anticipo è Luca Banti di Livorno che incontra i bianconeri per la prima volta in questa stagione. Due i precedenti in quella passata: il pareggio (1-1) di Bologna in campionato e la vittoria (3-0) in Coppa Italia contro la Roma allo Juventus Stadium. In totale, sono 13 i precedenti della Juventus con Banti. Il bilancio è di nove vittorie, due pareggi e due sconfitte. Tra queste gare non ce sono contro il Pescara. Gli assistenti saranno Pietro Galloni e Alessandro Giallatini. Il quarto uomo Francesco Altomare, gli assistenti d’area Paolo Valeri e Leonardo Baracani. Forza Juve.

“Attimi Di Juve” – Profilo Twitter: @eldavidinho94

Juve-Nordsjaelland, 49 volte grazie.

di eldavidinho

E pensare che il gol di Vidal dopo 19 secondi non era lecito neanche pensarlo dopo gli inizi di gara degli ultimi tempi, spesso sottotono e col freno a mano tirato. E invece, l’interpretazione iniziale dei primi 20 minuti di gara è stata ottima, con la Juve ad attaccare l’Inter in inferiorità numerica dalla cintola in giù a causa della sfacciataggine di Stramaccioni nello schierare tre punte in avanti. Poi l’Inter ha meritato, col passare dei minuti. Vero. Squadra rognosa che, rispetto alle altre che sino ad oggi ci hanno messo in difficoltà, ha giocato di rimessa e in contropiede, sfruttando i prolifici e veramente bravi attaccanti in rosa, Milito e Palacio, la corsa di Nagatomo e, nel secondo tempo, l’innesto del fresco Guarin. Perdere era inevitabile. Prima o poi sarebbe successo. La certezza è che, con questa squadra, capiterà poche, pochissime volte, se s’impara dalla sconfitta. La prima dopo 49 partite di campionato, l’unica di un percorso a ostacoli. La sconfitta ha fatto suonare alcuni campanelli d’allarme che vanno spenti se non si vuole rischiare un’involuzione della squadra. Sarebbe un peccato perché il meticoloso lavoro di mister Conte va protetto, custodito e migliorato perché niente vada a rotoli. Proprio l’assenza del mister e del suo carisma ha cominciato a farsi sentire nelle ultime uscite in cui la squadra si è arrangiata con le unghie e con i denti, arrancando e trascinandosi faticosamente verso la vittoria. Caduta che obbliga a rialzarsi, senza fare troppi drammi. Può capitare dopo 49 partite. Il reparto offensivo della Juve è il vero tallone d’Achille, anche sabato inconsistente. Usare il turnover come grimaldello potrebbe farci avere qualche rimpianto a fine stagione, non integrare con attaccanti validi un impianto di squadra come questo sarebbe un vero peccato. Si può parlare anche di sconfitta salutare dal momento che il record d’imbattibilità era diventato un macigno grosso quanto un’eredità. Adesso non c’è più neanche questo alibi e si riparte da zero con la consapevolezza di essere i migliori e che c’è sempre da imparare, forse anche da Stramaccioni e i suoi fan, esageratamente idolatrato al cospetto di un Antonio Conte mai idoleggiato in questa maniera quando già vinceva a Bari e Siena  e Moratti che, a fine partita, parla di giustizia fatta, merito, rispetto, fastidiosa ironia dei dirigenti juventini. È il boccone amaro da ingerire, ahimè, quello degli avversari che parlano. Di Moratti che accusa a sproposito e della società che non interviene, lasciando fare ad Alessio e Bonucci nella conferenza stampa pre Champions. So che avremmo dovuto perdere con tutti ma non proprio con loro. Effettivamente l’errore di valutazione del guardalinee Preti dopo quello della scorsa domenica di Maggiani c’è tutto(anche se, venisse confermata la notizia della segnalazione istantanea del fuorigioco dall’Ipad di Baresi, ci troveremmo di fronte al primo caso di utilizzo improprio e proibito di apparecchi tecnologici da parte di tesserati…), il mancato rosso a Lichtsteiner anche. Ma non possono parlarci proprio loro di onestà. Sportivamente e umanamente parlando non accetto da loro lezioni di moralità. La loro vittoria ha comunque dimostrato che, al di là degli orrori arbitrali che rovinano le partite(dal momento che, nel secondo tempo, Tagliavento ha cominciato l’arte della compensazione maldestra e volontaria fischiandoci tutto contro e ammonendo qualsiasi juventino che trovasse sul proprio cammino) la squadra che mette in mostra i valori migliori vince. E non quella che viene aiutata dagli arbitri. E scusatemi se mi sento danneggiato e condizionato da questo arbitraggio e questa classe arbitrale che sta “oscurando” la credibilità delle nostre vittorie. Parliamoci chiaro: un arbitro non condizionato non avrebbe mai concesso il rigore di Milito. Eppure Moggi non c’era. Dunque gli arbitri ora sbagliano in buona fede o c’è un’altra Calciopoli in atto, visto che gli errori sono molto più clamorosi di quelli di 6 anni fa? Meditate, gente.

Le squadre di Conte storicamente hanno ottenuto molti più punti nei gironi di ritorno che in quelli d’andata. 28 punti oggi, solo 22 ieri.Inizio modulo Sono numeri. Forse, alla fine dei conti, gira e rigira, il problema, la croce e la delizia ed anche la soluzione di questa Juve è ancora una volta il modulo: quel 3-5-2 che ha preso il posto del 4-3-3. Modulo sparagnino e difensivista che col passare del tempo ha cominciato a mono tematizzare(quante volte avrò già usato questa parola?) il gioco, rendendolo troppo e solo verticale. Azione che si sviluppa tanto rapidamente da farne risentire al possesso palla, a quella transizione difensiva che lo scorso anno era il nostro punto di forza e agli esterni apparsi tutti fuori forma o spaesati nelle ultime apparizioni. Bisogna tornare ad imporre il proprio gioco, soprattutto in Europa, col 4-3-3 e quale occasione migliore per non cominciare a farlo dopo questo stop? Nuove idee, nuove carte in tavola. Gli avversari ci studiano di continuo. L’errore è stato cambiare modulo e modo di giocare adeguandosi al mercato estivo pensando che si fosse aumentata notevolmente la qualità della rosa. E in assenza di Pepe, forse, per questo ora risulta difficile tornare alle origini. Non è detto che una soluzione non la si possa trovare nello stesso 3-5-2 come nel gol di Vidal in cui si sono rivisti bei movimenti senza palla tipici del nostro 4-3-3, tocchi di prima e ventaglio di idee. Insomma, quella fantasia tattica che si era persa in questi primi mesi con l’avvento del 3-5-2. Con Chiellini che scende sulla sinistra e Marchisio che riceve palla proprio da Chiellini dopo essersi allargato, Asamoah si accentra(movimento mai fatto alla Juve sino ad oggi ma che, sulla destra, aveva fatto Lichtsteiner alla prima giornata contro il Chievo) e dimostra di poter tornare utile anche da mezzala, riceve il passaggio in profondità di Vucinic dopo che quest’ultimo finta, si gira su se stesso e riceve da Giovinco, venuto incontro al pallone girato verso il centro da Marchisio. Azione-essenza delle idee contiane, per me.

In fondo, a questi ragazzi non c’è proprio nulla da rimproverare. Le lacrime versate sul campo da Bonucci, sotto la curva, ricominceranno, già da mercoledì, a versarle gli avversari. Per le prossime 49 partite, si spera. 537 giorni di dominio non hanno fatto altro che alimentare l’irrequieta gioia dei repressi antijuventini che non esultavano da più di un anno ed è la cosa della serata che dà più soddisfazioni.

Già contro il Nordsjaelland, nella prima di ritorno di Champions, proprio allo Stadium, si spera di poter da subito invertire la rotta, adottando con calma i piccoli cambiamenti auspicati. Contro i danesi, non deve assolutamente finire come a Copenaghen. La parola d’ordine è tornare a vincere. L’unico risultato che conta: in questo caso non centra il motto bonipertiano, ma si tratta di pura realtà. Se la Juventus non vince, anche con una goleada, la qualificazione agli ottavi diventa sempre più una chimera. Nell’ultima di campionato, i danesi  si sono imposti sul Sonderjyske per 2-1, successo anche dello Shakhtar, 2-0 al Metalurg.

In questa sfida da dentro o fuori, potrebbero trovare posto tra i titolari, Pogba, Caceres, Isla e Quagliarella con Vucinic out. Ancora pazio, dunque, per Bendtner.

C’è un unico precedente giocato a Torino dalla Juventus contro una formazione danese in Coppa dei Campioni. E’ successo il 29 settembre del 1982, nella gara di ritorno dei sedicesimi di finale, impattato 3-3 con l’Hvidovre dopo il 4-3 ottenuto in trasferta. Tra i giocatori più importanti di Hjulmand che sino a questo momento si sono messi in mostra in Champions ci sono Stokholm, Okore, Laudrup figlio d’arte, John, Parkhurst e Christiansen.

Il Nordsjaelland, in tutti e tre gli incontri di Champions, ha dimostrato di avere un ottimo possesso palla, con una percentuale sempre molto alta e costante in entrambe le frazioni di gioco. Ma è spesso risultata netta la differenza della manovra offensiva rispetto ai propri avversari. Anche contro noi, poche settimane fa, la netta supremazia e l’enorme volume di gioco in zona d’area sono stati imbrigliati nella fitta rete di passaggi avversari, nella giornata di grazia del portiere e in una buona organizzazione difensiva che ha mandato i nostri attaccanti 8 volte in fuorigioco. Partita tutt’altro che scontata. Forza Juve.

“Attimi Di Juve” – Profilo Twitter: @eldavidinho94

Juve-Inter per lo Scudetto.

di eldavidinho 

Non vincevamo con il Bologna dal 2009. Nove vittorie su dieci in questa stagione. Quarantanove partite senza sconfitte. Migliore partenza di sempre della Juve in campionato: 28 punti su 30, 9 vittorie e 1 pareggio in 10 gare. Record assoluto da quando, dalla stagione 1994/95 ad oggi, si assegnano 3 punti per vittoria. Già superata la Juve di Capello 2005/06 (27) e quella dell’anno prima che alla decima incontrò Paparesta a Reggio Calabria nello spogliatoio del Granillo. Prima del 1994/95 c’è il Torino 76/77, 9 vinte ed 1 patta da campione in carica, scudetto vinto dalla Juve in un testa a testa storico. Nel 1985/1986 nelle prime 10 partite la Juve fece nove vittorie e una sconfitta. Le statistiche del post Juve-Bologna sono ancora molto colorate di bianconero. Ancora una volta col portiere ospite migliore in campo, la Juventus ha tirato la bellezza di 20 volte, 12 delle quali nello specchio della porta contro le otto conclusioni del Bologna di cui solo una (quella strepitosa e vincente di Taider) nello specchio. Possesso palla del 55%, 10 a 5 gli angoli, 69,2% i passaggi riusciti e 76% l’indice di pericolosità. Nella notte di Halloween, delle streghe e dell’avvicinamento al 115esimo compleanno, la Juve ha continuato a far paura agli avversari e ha fatto vedere gli incubi al Bologna, materializzatisi però solo all’ultimo minuto. Ora sotto a chi tocca. Protagonista indiscusso della partita è stato sicuramente il 19enne francese Paul Pogba che, dopo aver illuminato la manovra bianconera nel primo tempo e colto in pieno un palo, si è rifatto nella ripresa raccogliendo di testa la pennellata di Giovinco. Come ormai spesso capita, nonostante un primo tempo dominato, la Juve dopo esser passata in vantaggio col gol di Fabio Quagliarella ha dovuto ripartire da zero per cercare quello del secondo vantaggio dopo il pareggio di Taider su disastroso errore in copertura di DeCeglie, giocatore che sta subendo un’incredibile involuzione e che ieri è stato fischiato dal pubblico. Non credo che questi fischi lo aiuteranno a fare meglio, ma è una mia opinione. Ha, invece, bisogno di fiducia e incoraggiamenti. A mettere la partita in cassaforte è stato prima Alessio, bravo a mandare in campo forze fresche come Giovinco, Asamoah  e Vucinic al posto di Quagliarella, De Ceglie e Isla, passando ad un più imprevedibile e pericoloso 4-3-1-2, poi proprio Pogba col secondo gol in SerieA.  È chiaro che a soffrire da ormai 2 anni sia l‘attacco in sé, non la fase e la manovra d‘attacco. Una squadra prima indiscussa ma senza bomber costituisce, al momento, sia una pecca che un punto di forza. Buona la prova di Bendtner che mostra buone qualità tecniche e la capacità di essere utile alla squadra in circostanze che esulino dalla sponda al limite dell’area, di default per quelli come lui. Mai innescato per aereovia. Avrebbe bisogno di giocare con continuità, ma in questa Juve è un bel problema. Per il francesino, invece, siamo di fronte ad un crack di dimensioni continentali, inutile e pretestuoso girarci attorno. Un talento purissimo. Passa con nonchalance dal vestire i panni di Pirlo al travestirsi da Marchisio quando con una facilità imbarazzante prende il palo nel primo tempo, da Vidal quando inoltra la propria pressione in zona d’attacco che gli permette di sfruttare le lunghe leve e l’enorme forza esplosiva di cui è dotato. Margini di miglioramento nemmeno calcolabili, ora come ora. Ma contro l’Inter, chissà se Conte Alessio lo faranno giocare. Perché il passo dalla titolarità alla panchina è breve in questa Juve. Contro l’Inter, se in condizione, giocheranno i titolari. Finora è una marcia all’insegna del punteggio pieno quella dell’Inter 2012-13 lontano da Milano. 5 vittorie in altrettante gare, 11 reti segnate a fronte di solo una subita. I viaggi della formazione nerazzurra hanno preso inizio a Pescara, terminando a Bologna. L’Inter è reduce però dal 3-2 di San Siro sulla Sampdoria, che gli ha permesso di superare il Napoli e di presentarsi a Torino a 4 punti di distanza dalla Juventus capolista.

Nettamente a favore dei bianconeri il bilancio a Torino. I nerazzurri sperano però nella continuità del loro attacco. 79 gare giocate a Torino: 55 vittorie bianconere, 14 pareggi e 10 sconfitte. E’ questo il bilancio di Juventus-Inter, il derby d’Italia, che quando si gioca in Piemonte è praticamente a senso unico.

L’ultimo precedente risale al 25 marzo 2012 e la Juventus si è aggiudicata l’incontro per 2-0 grazie a uno uno-due maturato nella ripresa, grazie alle reti di Caceres di testa e di Del Piero su assist di Vidal.

Il 2-0 è un risultato frequente nella sfida tra bianconeri e nerazzurri, tanto da essersi verificato già in 13 circostanze. La vittoria di misura per 1-0 è il punteggio più ricorrente, verificatosi ben 22 volte. A seguire ci sono  il 2-1 (7 volte), il 3-2 (5 volte), il 3-0 e il 3-1 (3 volte), il 4-1 e il 4-2 (2 volte). In 4 circostanze si è registrato un punteggio che non è mai stato riprodotto nel corso della storia. Tra questi, resta indimenticabile il 9-1 rifilato dalla Juventus al termine del campionato 1960-61: l’Inter in polemica con la Federazione schiera la formazione Ragazzi, nella quale spicca l’esordio di Sandro Mazzola. Suo è l’unico gol nerazzurro dagli 11 metri. La copertina è tutta di Omar Sivori, che con 6 realizzazioni firma il record del campionato italiano.

Quella tra Juve e Inter è anche la sfida tra i mister Stramaccioni e Conte, in settimana accostati per statistiche l’uno a Mourinho, l’altro a Capello. Rispettabilissimo Stramaccioni che sicuramente si è mostrato molto più signore del suo presidente e del suo capitano. Proprio Zanetti ha lanciato avvisi all’arbitro dell’incontro, aspettandosi serenità, non ricordandosi forse degli aiuti che ha ricevuto la sua Inter nelle ultime 4 giornate.

Un’altra statistica importante è quella che riguarda i cartellini rossi. L’Inter ha infatti il merito di costringere spesso al fallo, quindi al rosso, gli avversari visto che per cinque volte ha giocato in superiorità numerica in questa stagione. La Juventus, dal canto suo, ha due espulsioni a proprio vantaggio. Tra i bianconeri, invece, nessun suo giocatore è stato cacciato anzitempo dal campo mentre Stramaccioni ha avuto un’espulsione. E per quanto riguarda i rigori a favore siamo sul 4-2 per la Juventus. Contro, invece, vince l’Inter. Che non ne ha subito nessuno contro uno dei bianconeri.

Per questo match è stato designato l’arbitro Paolo Tagliavento di Terni. Sì, proprio quello de #IlGolDiMuntari. E i piagnistei sono già cominciati. Si tratta della seconda gara stagionale del direttore di gara umbro con i bianconeri dopo quella di Firenze di un paio di mesi fa. Sarà una doppia prima volta per Tagliavento. Mai ha diretto un confronto diretto tra Juventus e Inter e mai ha diretto una gara da “primo arbitro” allo Juventus Stadium. Nella passata stagione ha arbitrato tre volte la squadra di Conte, sempre in trasferta, nei pareggi con Napoli, Udinese e Milan. In totale, i precedenti sono 17, con un bilancio assolutamente pari: sei vittorie, cinque pareggi (quattro consecutivi) e sei sconfitte.
Per la sfida di domani, gli assistenti saranno Fabiano Preti e Andrea Marzaloni. Il quarto uomo sarà Marco Barbirati. Gli assistenti d’area saranno Daniele Orsato e Luca Banti. Juve-Inter è la sfida di Calciopoli, inutile girarci attorno. Juve-Inter è una sfida da vincere. Come tutte le altre. Forza Juve.

“Attimi Di Juve” – Profilo Twitter: @eldavidinho94

Juve-Bologna solo a parole.

 

di eldavidinho

Di Catania-Juve c’è poco da raccontare sotto l’aspetto tecnico tattico. Solita Juve, sprecona, vincente e bella a metà e soliti avversari schierati a specchio. Ne è uscita una partita in cui finalmente si è potuto vedere di che pasta è fatto Bendtner e a che livelli potesse esprimersi Pogba: entrambi non hanno demeritato, anzi. Il primo ha dimostrato di saperci stare in questa Juve e negli schemi di Conte, arrivando spesso in anticipo sul pallone a differenza del diretto avversario di reparto, Matri. Ha forza fisica e discreti margini di miglioramento per poter fare da spalla a Vucinic. Il secondo, analogamente, seppur da mezzala adattata ha dato un’impronta importante al centrocampo bianconero grazie alle sue lunghe leve sia in fase d’attacco che in fase di non possesso. I pesi massimi sono promossi e aspettano di potersi riconfermare ancora. Unico dato statistico della partita che mi sento di citare è quello dei tiri delle due squadre: 9 per il Catania di cui 0 nello specchio della porta, 19 quelli della Juve di cui 9 nello specchio ed altrettanti fuori, a suggellare e confermare l’ormai noto dominio territoriale, mai sfruttato adeguatamente. Non è stata una bella partita quella giocata dalla Juve che, proprio come nelle sue ultime uscite, non è riuscita ad affondare il colpo finale. Eppure, proprio il dominio territoriale attesta che, anche se non ne abbiamo la certezza matematica, al di là dei discutibili errori arbitrali, la partita l’avremmo portata in porto, con tutto ciò che si possa dire a questa Juve. Però, a causa de #IlGolDiBergessio ora saremo costretti a vincere il campionato con almeno 4 punti di vantaggio sulla seconda. Comunque la si metta, la Juve dovrà espiare per sempre i suoi peccati. Un episodio che ci ha favorito ma che ci penalizzerà per tutto il campionato. Come il sistema calcistico italiano vuole. è malafede sostenere o solamente insinuare che la vittoria sia frutto degli aiuti di Gervasoni. Queste meschine considerazioni lasciamole ai nostri avversari. Quelli tipo Pulvirenti che, a capo dell’ennesima odissea mediatica perpetrata ai danni della Juve, ritiene che sia stata la panchina della Juve a decidere di annullare il gol, continuando su questa assurda linea in conferenza stampa e alzando i toni con parolacce e accuse ai tesserati. Sarebbe da querela. Non solo da diffida. L’espulsione di Vucinic in Bologna-Juve dello scorso anno non la ricorda nessuno? Quello sì che è un caso in cui fu la panchina di casa ad espellere il giocatore.

Restando in tema di conferenza, quella di Alessio è stata un cazzotto nell’occhio della legalità. Difficile stabilire se ci fossero giornalisti, tifosi, curvaioli o semplicemente dei maleducati in tribuna stampa per la violenza verbale con cui hanno inveito nei confronti di Alessio. Impossibile non rendersi conto della gravità. Si è trattato di una scandalosa aggressione, una manifestazione di palese maleducazione, ignoranza e assenza di professionalità. Forse è il caso che la società cominci a prendere posizione anche in questi casi. È stato più che oculato l’annullamento della conferenza pre-Bologna, parlare è inutile quando non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Alessio hanno interrotto sempre e aggredito ripetutamente e volontariamente, come se nulla fosse. In sala stampa c’erano dei tifosi travestiti da giornalisti che assediavano Alessio con domande tendenziose, a dir poco provocatorie. Tanto per rendervi l’idea, ecco una delle domande poste: “Oltre a preparare i calci da fermo, come fate con la panchina a bloccare il segnalinee? Preparate durante la settimana?”. Qualcosa di allucinante. Se ci fosse stato Conte in conferenza stampa o sarebbero volati i microfoni o sarebbe andato via il mister. Per non parlare dell’atteggiamento mafioso, minaccioso, spavaldo, irrisorio e beffardo tenuto da Pulvirenti nella sua conferenza stampa e dell’ormai amica “sudditanza psicologica” che viene in soccorso di tutti coloro che si sentono derubati ma che non sanno motivare le loro sensazioni. L’unica sudditanza vera c’è stata nel non dare lo stesso peso mediatico e risalto agli altri episodi del match condizionati dalla conduzione arbitrale, a mio parere.

Purtroppo, il fatto che, ad esempio, alcuni bookmakers inglesi abbiano restituito i soldi a chi aveva scommesso sulla partita Catania-Juve(proprio loro che hanno assistito ad un orribile, sotto il punto di vista arbitrale, Chelsea-ManchesterUTD) oppure abbiano pagato e premiato chi aveva giocato l’1 del Catania, dimostra che concezione ci sia all’estero del nostro calcio. Ma dov’è la legittimità in tutto ciò che è accaduto dopo la partita? Secondo la dinamica dei fatti, il signor Gervasonisi è fidato della segnalazione del guardalinee Maggiani che ha chiesto conferma a Rizzoli del tocco di coscia di Lodi. Il motivo del fuorigioco fischiato dal fischietto, dunque, sarebbe proprio il tocco di Lodi. Di cui nessuno ha parlato. Così come accaduto per i rigori non fischiati su Chiellini trattenuto e Pogba schiaffeggiato, appunto. Perché si affrontano e si trattano in maniera differente casi analoghi di sviste arbitrali? Smentiamo prontamente una versione “aggiornata del regolamento” che ha girato per il web secondo cui “il palo rimette in gioco il pallone come se fosse un giocatore avversario e dunque, al momento del tocco, Bergessio sia da considerare in posizione irregolare”. Con onestà e lealtà si ammette la regolarità del gol di Bergessio ma si contesta la poca imparzialità nel giudicare gli altri episodi. Imparzialità dimostrata anche nelle scorse settimane nei “favori” dati a Milan, Inter e Napoli. Al massimo, il palo crea una nuova azione da gioco solo su calcio di rigore come è successo in Fiorentina-Lazio, per completezza.

Detto ciò, Gervasoni ha chiesto scusa a Pulvirenti. Braschi pure, dando tutta la colpa al povero guardalinee Maggiani. Questa, per me, è l’altra vera sudditanza, caro Pulvirenti, perché dei rigori su Pogba e Chiellini non interessa a nessuno e non si è scusato nessuno. Scuse che non sono giunte neanche per il rigore regalato all’ Udinese, per quello negato al Chievo, per il gol regolare annullato a Mauri. Episodi diversi in una stessa giornata?

‎Dopo lo sfogo di Pulvirenti mi verrebbe solo da chiedere, al presidente, dove fosse e dove si trovasse domenica scorsa, quando è stato negato al suo Catania un rigore solare di Guarin su trattenuta di Gomez. Non vorrei che, mentre gli antijuventini cominciassero a parlare di un “ritorno al passato”, “ritorno ai vecchi tempi”, noi tornassimo ad essere i soliti capri espiatori. Fuori luogo sono sembrate le parole di Massimo Moratti che di presentazioni non ha bisogno: “Fino al 2006 abbiamo avuto una terrificante esperienza, con tanti risvolti, che è rimasta dentro tutti. Qualcuno lo dimentica ma è bene ricordarselo, perché una macchia spaventosa e non credo che nessuno sia disposto a tornare a quel clima, né che l’attuale società della Juventus stia seguendo certe modalità”. Tant’è che ad invitarlo al silenzio è stato niente di meno che il giornalista Mario Sconcerti: “Moratti è meglio che eviti di parlare del 2006. Quando Facchetti chiamava Bergamo e lui pedinava De Santis…”. Chiacchiere. Benzina sul fuoco. Perché dispiace per chi lo tema, ma chi si sta prendendo qualche rivincita o soddisfazione se di ciò si può parlare, è proprio il Direttore Luciano Moggi che con una frase ad effetto come questa: “Pulvirenti doveva chiudere Rizzoli nello spogliatoio” dimostra come sia cambiato poco o nulla da oggi al 2006, anzi. La storiella di Paparesta chiuso nello spogliatoio oramai la sappiamo tutti ma, in questo caso, manca un capro espiatorio vero e proprio su cui scaricare tutti i presunti errori degli arbitri “non in buona fede”.

In definitiva, il problema che ci si pone, ogni volta che assistiamo a questo tipo di errori, è un altro: a che servono centinaia di telecamere se un episodio che falsa una partita non si può segnalare in diretta? È tutta colpa di un sistema inadeguato che nell’era della tecnologia non supporta la moviola in campo. Ci vogliono i sensori: non ci possono essere tre, quattro, cinque persone che decidono e che sono tutte limitate dall’occhio umano. A casa noi abbiamo i televisori, gli arbitri no: forniamo anche a loro questo strumento evitando il solito massacro mediatico a senso unico.

E scusatemi se questa è la mia presentazione di Juve-Bologna. Siamo in Italia dove si parla più di arbitri che di calcio. C’è Juve-Bologna ma alcune doverose precisazioni andavano fatte. Forza Juve.

“Attimi Di Juve” – Profilo Twitter: @eldavidinho94

Catania-Juve per l’immediato riscatto.

 

di eldavidinho

La Juve si catapulta nel campionato. Non si sa per quale motivo ma da sempre soffre la sindrome da Champions e il senso d’impotenza di Coppa e, puntualmente, torniamo a parlarne, quasi fosse qualcosa di stregato. Terzo pareggio su tre partite e sicuramente qualche riflessione costruttiva da fare per il futuro. Tipo l’ormai consueto e solito primo tempo d‘attesa e sotto tono con la manovra ceduta nelle mani degli avversari a far possesso, movimenti negli spazi e palleggio corto. Giovinco sì attivo e ancora una volta in palla ma inconcludente, Vidal fuori dal gioco. Quando si spreca un tempo, però, può capitare, prima o poi, che si metta subito in salita il secondo se non si comincia ad imporre il proprio gioco. Detto fatto. Questa volta a passare in vantaggio sono stati gli avversari a causa di uno stupido fallo di Chiellini e una malmessa barriera. Il vizio di aspettare gli avversari ci ha punito e in Champions, competizione in cui nessuno ha timore reverenziale di nessuno, se giochi col freno a mano tirato prima o poi ti va male. Senza gli inserimenti di Marchisio e gli spunti di Vucinic(prima del suo ingresso), si è tornato a sviluppare un gioco monotematico e troppo rinunciatario, semplicistico per la Champions e che ti porta ad essere poco aggressivi e poco pressanti. Se poi effettui  tanti cross(molti dei quali  non proficui) e 17 corner ma nessuno riesce a segnare di testa, il problema di fondo è anche strutturale. Qui devo spezzare una lancia non a favore di Conte che se avesse cominciato ad inserire prima, in gruppo, giocatori come Bendtner e Isla, forse oggi avremmo gente già nuova e fresca da far giocare, soprattutto il danese meriterebbe più spazio dato che è allo stesso livello degli altri attaccanti in rosa e qualche cross in più rispetto Matri lo raccoglierebbe. È vero che la squadra, in fin dei conti, ha creato una gran mole di gioco, tantissime occasioni specie nella ripresa e che avrebbe meritato la vittoria (abbiamo tirato 30 volte verso la porta danese, una volta ogni tre minuti, di cui la metà  dei tiri, 15, indirizzati verso la porta del portiere Jesper Hansen, non a caso eletto migliore in campo dalla Uefa per le sue grandi parate che, di fatto, hanno negato alla Juventus una vittoria che sarebbe stata meritata), ma è stata evidente l’assenza di cattiveria agonistica, di mentalità, d’incisività. Sbagliati sono stati atteggiamento e approccio. Questi fattori vanno al di là del modulo e del modo di giocare dato che una squadra più coperta dello scorso anno equivale a dire che si vogliono risparmiare e ponderare le energie. Ma la squadra ha ancora tanto da imparare per diventare più maliziosa, sportivamente parlando. Non so se sia ancora il caso di continuare a parlare di volontarietà nello scendere in campo con una leggerezza tale da potersi permettere di giocherellare per un tempo in modo così pacato e accondiscendente. La testa credo che coincida con l’interpretazione attuale che abbiamo del modulo. Testimoni dell’atteggiamento mostrato sino ad oggi in Champions ci sono proprio le prime tre gare in cui siamo sempre passati in svantaggio. Sempre. E non è accettabile nonostante la squadra sia sempre stata in grado di rimontare e di non perdere. È altesì vero che, a favore della tesi che il problema non è di testa ma puramente tattico, c’è il fatto che i pareggi ottenuti sino ad oggi sono stati raggiunti con squadre di svariato blasone e con qualità differenti (Fiorentina, Nordsjaelland, Chelsea e Shakhtar) ma con l’unica componente comune: il paziente e lento possesso palla a scombinare(per metà) i nostri piani di 3-5-2.

Riguardo la tribuna di Quagliarella: credo sia stata per una scelta tecnica, non altro. Tanto meno per le dichiarazioni su Zeman. Spero. Col Napoli ha giocato male. Magari la società ha voluto punirlo visto che in panchina gli hanno preferito un Vucinic non al meglio e un Bendtner sino ad oggi oggetto misterioso. Chissà. Da parte sua è già arrivata una correzione ufficiale delle precedenti dichiarazioni.

Ma non facciamone un dramma. Non torniamo a parlare del passato, di pessimisti antijuventini, di Del Piero. Rimaniamo terzi nel girone, a un punto dal Chelsea, sconfitto a Donetsk dallo Shakhtar. Ora , davvero, per passare il turno, non si potrà fare altro che vincere. Con qualche critica costruttiva per il futuro prossimo.

E il futuro prossimo si chiama Catania che affronteremo al Massimino, alle 12:30, domenica 28. Non ci sono squalificati. Juve e Catania si ritrovano in campionato per la 29esima volta nella storia. Il bilancio dei precedenti 28 scontri diretti è a favore dei bianconeri che si sono imposti in 14 occasioni contro le 5 degli etnei. Il risultato di parità si è registrato in 9 circostanze. Il Catania ci ospita per la 15° volta nella storia. Il bilancio delle precedenti 14 sfide è di 6 successi ospiti a fronte di 3 sconfitte e 5 pareggi, l’ultimo ottenuto lo scorso anno con gol di Krasic. L’ultima partita vinta al Massimino dai bianconeri è stata giocata il 5 dicembre 2011 quando, guidati da Luigi DelNeri, ci si impose per 3-1 con doppietta di Quagliarella e rete di Pepe. Per gli etnei a segno Morimoto. Il Catania, dunque, non ci batte in casa da 47 anni: l’ultimo successo è datato 27 settembre 1964, gli etnei s’imposero 3-1 con reti di Danova, Calvanese e Rambaldelli, per i bianconeri gol di DaCosta.

Il Catania è una squadra che fonda molti dei suoi principi sul possesso palla, una manovra d’attacco ma paziente e volta a divertire il pubblico, figlia dell’esperienza dello scorso anno con in panchina Montella(i cui principi di gioco sono rimasti quasi inalterati). La folta colonia di argentini che da anni caratterizza la squadra siciliana dà l’idea di che clima ci si trovi ad affrontare ogni volta che si “scende” al Massimino. Con una media del 46% di possesso palla e un 78% di possesso “vincente”, il Catania si dimostra squadra moto pericolosa. Per il 45% attacca per vie centrali, sfruttando le fasce solo per allargare le difese avversarie. Ha una media di 4 tiri in porta a partita.

Gli etnei sono vogliosi di riscatto dopo il K.O. di San Siro. Maran dovrebbe confermare l’11 sceso in campo contro l’Inter, anche se in difesa Alvarez non ha convinto. A centrocampo Biagianti scalpita per una maglia, ma Izco, Lodi ed Almiron danno al momento le giuste garanzie al tecnico. In avanti tridente tutto argentino Barrientos-Bergessio-Gomez, con poi Castro pronto a subentrare.

Conte, invece, recupera Asamoah, il ghanese ha ripreso ad allenarsi in gruppo e ha smaltito la contusione alla caviglia rimediata in un contrasto di gioco con Maggio nel match di sabato scorso. In attacco Quagliarella é leggermente favorito sui compagni di reparto per affiancare Mirko Vucinic, invece a centrocampo potrebbe esserci una chance dal 1′ minuto per Pogba.

Ad arbitrare sarà il signor Gervasoni. Bilancio positivo col fischietto della Sezione di Mantova: nei 9 precedenti un solo pareggio, 8 vittorie e nessuna sconfitta. Forza Juve.

“Attimi Di Juve” – Profilo Twitter: @eldavidinho94

Nordsjaelland-Juve per la svolta.

di eldavidinho

Contro il Napoli, una serata in cui la forma fisica non era delle migliori, la Juve ha cercato di giocare sui punti forti del Napoli, ha tenuto un baricentro basso per limitare i loro pericolosissimi contropiedi, ha pressato il loro terzetto difensivo e cercato di allargare spesso il gioco. Con un Giovinco ispirato, un Vidal opaco, un Quagliarella abulico, un Lichtsteiner assente ingiustificato ed una squadra, in generale, apparsa sottotono in virtù di una tattica molto attendista. Il Napoli si chiude, non lesina qualche colpo proibito e aspetta l’occasione buona per colpire in contropiede. Al di là dell’ equilibrio e del controllo della partita di cui Mazzarri tanto si vanta, gli unici ad aver davvero dimostrato la volontà di giocare e di vincere, siamo stati noi. Ed i cambi lo dimostrano: tutti indispensabili, il mantra di Conte è entrato nella testa di tutti. Caceres e Pogba, i meno attesi, entrano in campo e in due minuti chiudono la pratica Napoli. Senza Buffon e senza Vucinic, la storia è la stessa da 47 partite con lo Juventus Stadium a cantare O’Surdato Nnamurato. Forse gli aggettivi per descrivere questo capolavoro stanno realmente finendo essendo andato in scena ieri l’apoteosi dello spirito di squadra di questa creatura, capace di stupire sempre e di uscirne sempre vincente.

13 tiri effettuati con i 3 della squadra di Mazzarri, 6-2 il computo di quelli nello specchio della porta, 58,8% di pericolosità contro lo sterile 27,3% ospite. Più equilibrio negli altri dati della sfida. Napoli avanti nel numero di palle giocate e nel possesso palla (54% a 46%). Una leggera supremazia territoriale che, anche per la grande attenzione di tutta la fase difensiva bianconera, non ha quasi mai prodotto pericoli per la porta di Storari, praticamente inoperoso.

Per la cronaca i napoletani dicono che il primo gol sia irregolare perchè c’era punizione e non calcio d’angolo. Damato, poco imparziale, ha lasciato che i giocatori napoletani colpissero sulle nostre gambe per 90 minuti e i colpi presi nel primo tempo da Barzagli, Bonucci e Chiellini dimostrano quale fosse la tattica di Mazzarri in fase d’ attacco. Un arbitraggio a dir poco inglese. Il resoconto dei gialli finali, 3 a 2 per noi (Cavani, Campagnaro, Vidal, Chiellini, Barzagli) ci penalizza dato che non ci si capacita della fedina penale di Inler rimasta immacolata(escludendo il tuffo simulato nel 1T). Intanto, due volte allo Juventus Stadium, 5 gol subiti e 0 fatti dal Napoli. Per noi già 13 marcatori stagionali in 11 partite e 47 da imbattuti. Da quando siamo passati al 352 (2T di Juve-Inter): 17 vittorie in 19 gare (pari con Lecce e Fiorentina): 43 gol fatti e 7 subiti. L’anno scorso dopo 11 giornate (recuperi inclusi) avevamo 21 punti. Ora 22 in 8 giornate. La Juventus ha dunque 6 punti in più rispetto ad un anno fa dopo 8 partite di Serie A. Sempre per dovere di cronaca, solo la Banda Bassotti della Figc e il giornalismo nostrano poteva pensare ad un #tunnelnellojuventusstadium (hashtag lanciata su Twitter) dato che prima del match, la società Napoli ha chiamato la Figc per assicurarsi che Conte non potesse comunicare in alcun modo con lo spogliatoio e, conseguenza di ciò, la Figc ha mandato due ispettori federali a setacciare i tunnel dello Juventus Stadium. Sembrerebbe una cosa comica e invece è tutto vero. Porprio come vi avevo già anticipato, purtroppo, Juve Napoli è partita che si gioca soprattutto fuori dal campo e, oltre a questo episodio, i tifosi napoletani non si sono di certo smentiti: nonostante l’accogliente Curva Ospiti, i napoletani hanno sfasciato i bagni, lanciato biglie in campo, danneggiato gravemente i seggiolini, staccato il coprifilo di una porta, impiastricciato i muri con scritte varie. Un tifoso napoletano è stato arrestato per lancio di petardi e altri due denunciati in stato di libertà. Un bagarino italiano di 43 anni, è stato sorpreso a vendere abbonamenti per la curva Sud della Juventus senza averne titolo, è stato multato. Infine, un magazziniere del Napoli avrebbe schiaffeggiato uno steward addetto alla sicurezza. La Juventus ha denunciato l’accaduto alla Procura Federale per procedere al riconoscimento dell’autore del gesto. Ma loro, lo sapèpiamo, sono folkloristici, passionali. Come i bambini picchiati, il -39 photoshoppato… vabbè, limitiamoci al già citato “dovere di cronaca”, per non andare oltre.

La prossima avversaria della Juventus, il Nordsjaelland, squadra danese per la prima volta nei gironi di Champions, ha vinto il campionato di Danimarca, lasciando a 2 punti il favoritissimo FC Copenaghen battendo per 3-0, nell’ultima giornata, l’ Horsens. Il piccolo club di Farum (periferia nord di Copenaghen), ha così interrotto la serie di tre titoli consecutivi per la squadra della capitale, e si e’ qualificato per la sua prima Champions League. Fondato nel 2003, il Nordsjaelland finora aveva vinto solo due volte la Coppa di Danimarca (2003 e 2010). I danesi, però, attualmente sono quarti nel loro campionato a quota 19 punti, la stessa del Randers e a 2 lunghezze dal AGF Aarhus che li ha scavalcati grazie alla vittoria ottenuta nell’ultimo turno. Il Nordsjaelland avrà 23 h e 30 m di riposo in più avendo già archiviato la pratica Silkeborg, squadra di bassa classifica, con un sonoro 3-0 casalingo che ha permesso loro di risollevarsi dopo un periodo non particolarmente fortunato, in patria come in Europa. Il terzo gol l’ha segnato un certo Andreas Laudrup, il figlio 21enne del grande Michael. Artefice di questo miracolo danese è stato Kasper Hjulman che ha raccolto l’eredità del predecessore Wieghorst, chiamato ad allenare l’under 21 danese. Il 4-2-3-1 con il quale si schierano i danesi è solido, molto compatto e riesce bene a sopperire alla mancanza di un vero bomber. Inutile dire come si tratti di una squadra molto fisica che sarà difficile affrontare in questa lontana trasferta.

Per dovere di cronaca, rimanendo nel nostro girone, lo Shakhtar ha ottenuto la 12ª vittoria in altrettante gare di campionato. Rivale di giornata è stato l’Illichivets, squadra che ha la metà dei punti della formazione di Lucescu. L’unica trasferta è stata per il Chelsea. Trasferta per modo di dire, visto che la squadra di Di Matteo ha disputato uno dei tanti derby di Londra. Sabato, all’ora di pranzo, ha vinto per 4-2 sul campo del Tottenham. I Blues guidano orala Premier League con 22 punti, gli Spurs sono quinti con 14.

Martedì, al Parken Stadium di Copenhagen, la Juve potrebbe cambiare qualcosa nella formazione che ha battuto il Napoli: con Buffon e Vucinic recuperati ma Vidal e Lichtsteiner in riserva, potrebbero trovare spazio Pogba e Caceres, il giusto premio per ciò che hanno fatto sabato.

Arbitro del match sarà il tedesco Deniz Aytekin, mentre gli assistenti di linea saranno i connazionali Guidi Kleve e Stefan Lupp. Quarto uomo Holger Henschel, giudici di porta Marco Fritz e Guido Winkmann. Forza Juve

“Attimi Di Juve” – Profilo Twitter: @eldavidinho94

Siena-Juve, bisogna ripartire.

di eldavidinho

Juve-Shakhtar è semplicemente riassumibile nella protesta di una parte di tifosi presenti martedì allo JStadium che ha inevitabilmente compromesso la prestazione generale della squadra, sicuramente non ancora “il top” in Europa e dunque bisognosa del continuo supporto che lo JStadium, sino ad oggi, ha sempre regalato e che ieri non c’è stato per una serie di motivi. L’1-1, dunque, è un risultato giusto anche in virtù di ciò che si è visto in campo. Partita tattica e difficile, continua superiorità sulle fasce e al centro con palla gestita in ampiezza da parte degli ucraini, rognosi, concentrati e preparati. Asamoah e Lichtsteiner hanno sofferto molto le loro sovrapposizioni e la velocità/rapidità dei brasiliani. È la prima volta che una squadra prende le misure al nostro 352(sulla cui efficacia si è tornato a parlare: inadatto forse per la Champions, a tratti vulnerabile e scoperto, monotematico nel gioco in fascia e portato ad un baricentro basso che non ti aiuta a salire e a recuperare terreno nei momenti di difficoltà). Tanti passaggi sbagliati, impauriti, irriconoscibili. Anche questa volta è mancata la precisione nell’ultimo passaggio. Manovra troppo verticale, loro sempre in anticipo e pronti a ripartire. Forse andava gestita meglio con la Roma. Nel secondo tempo abbiamo sprecato troppe energie e oggi non c‘è stata costante intensità. L‘impressione è che in Italia, contro di noi, non se la giochi più nessuno. In Europa, invece, non hanno paura di niente. Non c’è timore reverenziale. Ci sono tutte squadre scafate, spavalde, coraggiose.

È un punto guadagnato. Sino ad oggi, la partita più difficile disputata e la squadra più forte affrontata. D’altronde, vi avevo messo già in guardia nell’articolo precedente.

Ma torniamo ai motivi, principalmente due, della protesta: pare che la Sud abbia protestato, restando in silenzio per tutto l’arco della partita(a cominciare in parte già dalla partita con la Roma), per la decisione della società di “ridurre“ l’ingresso nello stadio di bandieroni troppo ingombranti che non permetteva ai tifosi di vedere la partita. Singolare e caratterizzata da tanti risvolti. Lo stadio comunque mezzo vuoto in altri settori dell’impianto, invece, ha mostrato l’altra faccia della protesta, quella per il costo esagerato dei biglietti, sbagliata però nella tempistica: le andava concessa più visibilità in estate, al momento degli abbonamenti.

C’è chi sostiene che per protestare non si debba andare allo stadio per non danneggiare la squadra in campo, assolutamente non colpevole di tutto ciò. A differenza di ciò che ha deciso di fare la Sud. La Sud, invece, ritiene che non siano stati all’altezza della situazioni gli altri settori dello JStadium in assenza dei loro cori (che avrebbe comunque potuto protestare e rimanere in silenzio per una parte di gara, non tutta, e spostare il fulcro di questa protesta in altri luoghi, sedi e momenti). È una protesta di rivendicazione dei propri diritti di tifoso-ultrà, e quegli striscioni che, materialmente, rappresentano la propria identità ma che va contro l’idea societaria di portare allo stadio famiglie e non più gruppi organizzati. Lo JStadium non può comunque essere usato come cassa di risonanza che si ripercuote sull’andamento della stagione. Si sapeva che la moderna struttura dello JStadium avrebbe comportato dei cambiamenti e l’accettazione di compromessi. Che non si scenda dalle nuvole adesso. Mi pare invece più giusta e sacrosanta la protesta per il caro prezzo. Non tanto per il prezzo di Curva(unito agli standard europei) quanto per quello degli altri settori dell’impianto(soprattutto settori est e ovest): non era meglio avere 40000 tifosi festanti a 20 euro che 28000 tifosi adirati, scontenti e silenziosi a 40 euro? Contro lo Shakhtar si è registrato il quinto incasso nella storia dello JStadium. Una pernacchia che il presidente ha fatto alla crisi e a tutti noi. Si potrebbe e si dovrebbe chiedere un confronto diretto e pacifico con la società per non compromettere la stagione. Dico sul serio. Lo JStadium è veramente il dodicesimo uomo in campo e lo stesso Agnelli ne sa qualcosa.

Proteste “minori”, oserei dire “interne” e non confermate, son quelle degli ultrà che vorrebbero biglietti e viaggi gratis per le trasferte all’estero, la diminuzione delle quote di chi entra gratis in curva e la prelazione su alcuni dei biglietti di curva tolta agli ultra che, precedentemente, ne erano in possesso. A tal proposito, ci sarebbero state anche forme estreme, esasperate, minacciose, violente e costrittive di bagarinaggio sulle quali ci sarebbe d’approfondire ed episodi di violenza in curva. Cose che succedono da sempre, stando al codice dell’Ultrà, direte voi… Ma ripeto, non confermo. Poi i soliti problemi con Listicket, i mini abbonamenti mancati, gli steward assenti in curva, la scelta(da parte dell’UEFA) di una persona sconosciuta come referente per società e curva e i soliti intoppi con le Tessere del Tifoso. Sta di fatto che ci sono due settimane di tempo per risolvere questo(o questi?)primo e vero problema interno che, si spera di no, potrebbe portare ad un muro contro muro nel caso in cui società e curva non raggiungano un accordo o un compromesso per il bene comune e della Juve. Con buon senso e intelligenza da parte di tutti, non si può mettere a rischio una stagione. Ma non possiamo neanche parlare del tutto di “capricci”. La società sta inevitabilmente puntando all’obiettivo d’ospitare un pubblico di taglio elitario, “inglese”, per dirla tutta, esente da distinzioni di settori e curve “italiane”. Un cambiamento tanto radicale quanto repentino e invasivo al quale nessuno è preparato. Ma, io mi chiedo… Conte tornerà in campo il 9 Dicembre contro il Palermo al Barbera in virtù dello sconto di squalifica ridotta a 4 mesi. Al di là del fatto che la Disciplinate debba spiegarci perchè il patteggiamento non fu ritenuto “congruo” dalla commissione presieduta dal giudice Sergio Artico visto che I 4 mesi di condanna non sono altro che i 3 patteggiati proprio alla Disciplinare con multa. La squalifica di 4 mesi non è il minore dei mali, ma la peggiore delle prese in giro. Tutti hanno parlato di riduzione della squalifica. Grave che si tratti, invece, di una conferma della squalifica, al di là dei mesi e che, forse, alla luce dei fatti, un mese costa più di 200 mila euro. Ma torniamo al ma iniziale… la priorità adesso andrà ai bandieroni o a qualche protesta contro l‘ingiustizia subita da Conte? Bisogna fare delle scelte perché la cosa più schifosa è che alla Figc interessi solo che “l’omessa denuncia sia stata confermata e con sé il castello accusatorio“. Dei 4 mesi, in verità, non interessa a nessuno.

Alla trasferta di Siena, dunque, non arriviamo nelle migliore condizioni fisiche e mentali. Tifosi e giocatori. Colpiti da una grave penalizzazione che li ha fatti partire da -6, il Siena ha esordito in campionato davanti al proprio pubblico con uno scialbo 0-0 contro il Torino di Ventura. Alla terza giornata, ancora in casa, un altro pareggio, questa volta per 2-2 contro l’Udinese, sostanzialmente differente da quello raccolto nella 1° giornata poiché conquistato realizzando una doppia rimonta sui friuliani. La prima vittoria in casa arriva col Bologna grazie alla rete del veterano Calaiò, rete che ha permesso al Siena di annullare gli effetti della penalizzazione. Sono dunque pronti a giocarsi contro di noi il primo allungo in classifica verso la salvezza.

Finora li Siena e la Juventus si sono incontrati complessivamente 12 volte in confronti ufficiali. Il bilancio pesa nettamente a favore della Juve con 11 vittorie a 1. Unica sconfitta registrata, quella per 1-0 nel 2007/08 con rete di kharja e la Juve di Ranieri che abbandonò l’obiettivo del secondo posto in classifica regalando la salvezza ai toscani. Non ci sono mai stati pareggi al Franchi.

Cosmi ritrova in gruppo sia Rosina che Coppola, i due centrocampisti hanno smaltito gli acciacchi muscolari ravvisati venerdì scorso. In difesa invece è ancora fermo ai box Contini per lombalgia, allora conferme per il terzetto Neto-Paci-Felipe davanti a Pegolo. A centrocampo Vergassola e Rodriguez a dirigere la manovra senese, infatti mancherà D’Agostino che dovrà stare ai box per circa venti giorni a causa di una lesione di I° all’adduttore. Infine probabile chance per Rosina di riprendersi il posto da titolare, il fantasista si andrebbe a posizionare poi alle spalle Calaiò e Zè Eduardo.

Nella Juve, Al centro della difesa sarà assente Bonucci, appiedato dal Giudice Sportivo: l’ex giocatore del Bari verrà rimpiazzato da Marrone o Lucio, con Barzagli e Chiellini ai lati. Da non escludere il possibile inserimento di Pogba a centrocampo, mentre Isla cerca spazio a destra. Pepe rientrerà in gruppo subito dopo la sosta. In avanti si fa spazio Bendtner. Potrebbero riposare Barzagli e Vidal.

Ad arbitrare l’incontro sarà Mazzoleni da Bergamo. Il fischietto bergamasco sarà all’undicesima direzione di gara con i bianconeri. I precedenti parlano di cinque vittorie della Juventus, quattro pareggi e una sola sconfitta. Mazzoleni ha già arbitrato la formazione di Conte in questa stagione, in occasione della Supercoppa italiana vinta sul Napoli lo scorso 11 agosto a Pechino. Forza Juve.

“Attimi di Juve” – Profilo Twitter: @eldavidinho94

Specialisti in rimonte. (Chelsea – Juventus).

di Alessandro Magno

A Stamford Bridge è stata una serata decisamente emozionante. La partita è stata bella anche se la Juventus ha avuto un approccio al solito un poco troppo prudente, contratto. Pare strano, detto di una squadra che ultimamente segna abbastanza, ma  in queste prime cinque uscite ufficiali la Juventus è riuscita a far un solo gol  nella prima mezz’ora: contro l’Udinese su rigore di Vidal. Nelle restanti partite ha espresso il meglio di se sempre nei secondi tempi .  Cosi al solito abbiamo regalato quasi un tempo agli avversari, senza tuttavia rinunciare a giocare del tutto. Marchisio e Vucinic hanno sulla coscienza due gol che in campionato credo avrebbero segnato agevolmente. Non c’è nulla di male ad ammettere che più di qualcuno ha ”sentito” la partita in modo particolare, d’altronde era la prima … e in trasferta … e contro i campioni in carica. Insomma non una passeggiata di piacere. Asamoah e Lichtesteiner mi son sembrati molto più  preoccupati di difendere che non di spingere, lo stesso Vucinic l’ho trovato abbastanza anonimo nella prima parte, per non parlare di Giovinco che avrei sostituito prima o di Pirlo che ha sbagliato una serie incredibile di passaggi per il suo standard abituale. Non c’è ripeto niente di cui stupirsi, esistono in campo anche gli avversari. Essere messi in difficoltà in casa del Chelsea, dove l’anno scorso non è passato nessuno (e nessuno è riuscito a pareggiare) non è una vergogna. Mettiamoci anche la sfortuna. Un Chelsea tosto ma non certo stratosferico si trova in vantaggio con un uno-due che avrebbe stesso un toro, proprio nel momento in cui la Juve sembrava iniziare a carburare. Un toro si ma non questa Juve. Ordinata, umile, atletica, coraggiosa ma non spavalta, con la giusta presunzione di pensare che la gara si può ancora aggiustare; una Juventus che conosce i sui difetti e ha imparato a gestirli.

Così pian piano il diesel bianconero inizia a carburare. In assenza di Pirlo sono Marchisio e Vidal a prendere per mano la squadra. Il cileno poi, segna con una distorsione in corso: eroico. Barzagli inizia ad alzare il ritmo. Lo stesso Vucinic cambia registro e aumenta i giri cosi come Chiellini, che quando il gioco si fa duro sembra calare perfettamente nel ruolo a lui più congeniale. Buffon ci tiene dentro la partita con delle parate su mischie e tiri da lontano che non sono certo parate agevoli. Tutta la prestazione della squadra con il passare dei minuti  migliora eccetto quella di Giovinco che verrà sostituito da Quagliarella che sarà l’uomo del match, e che per poco non ce la fa vincere veramente, centrando purtroppo solo la traversa. Il dodicesimo uomo in campo sono i nostri tifosi a Stamford Bridge. E’ incredibile ed emozionante il supporto che danno alla squadra per tutta la partita anche sotto di due gol. Si sentono  chiaramente in tv i cori  di incoraggiamneto alla squadra. Mai come l’altra sera s’è avuta la sensazione che in casa giochiamo noi, pure a Londra. Evidentemente la mentalità che è riuscito a infondere Antonio Conte ha contagiato positivamente anche la curva. Due anni fa in una partita così saremmo stati tutti convinti di prenderne cinque, mercoledì invece anche sotto di due gol eravamo tutti convintissimi  che si potesse al minimo pareggiare. Grazie ad Antonio Conte e a Massimo Carrera e al loro staff per esser riusciti a realizzare tutto questo. Non c’è da ringraziare invece la FIGC che penalizza la  migliore delle squadre italiane e il tecnico emergente migliore che ”ha”, con una squalifica ridicola e ad personam. Non c’è bisogno di ricordare come Conte non poteva non sapere ed è squalificato mentre Mondonico per la stessa partita (Albinoleffe- Siena)  non solo poteva non sapere ma viene ”promosso” addirittura commentatore Rai. Mi viene veramente da mandarvi a … E chiaramente non ce l’ho con il signor Mondonico che non c’entra nulla in tutto questo, ma con chi produce di queste sentenze. Resto dell’idea che la  Juventus non dovrebbe giocare per questa nazione e men che meno per questa federazione. Tornando alla partita penso che stiamo diventando seriamente specialisti in rimonte. Non è un caso che nelle prima cinque uscite ufficiali, per ben tre volte (Napoli, Genoa, Chelsea) siamo andati sotto, e altrettante volte ci siamo ripresi alla grande (vincendone due e pareggiandone una). A proposito di rimonte e di gol Muntari con cui ci avete scocciato per un anno intero: ma le partite sul 2-0 non finivano perse al 100%?.

Alessandro Magno

Genoa-Juve, come un rullo compressore.

di eldavidinho

Dopo la pausa per le nazionali torna in campo la Juventus capolista e campione d’Italia in carica. L’1-4 esterno contro l’Udinese, al di là delle polemiche che hanno seguito il match come nel post Juventus-Parma, ha dimostrato come la solidità della squadra di Massimo Carrera sia la stessa dello scorso anno. L’unità e la forza del gruppo continuano a crescere a dismisura. Partiamo subito dall’episodio chiave della partita di Udine. Valeri (o Rizzoli? Il problema ce lo porremo per tutto l’anno ad ogni decisione che verrà presa) ha punito il presunto fallo di Brkic che, andando addosso a Giovinco, “gli impedisce un’evidente opportunità di segnare” e anche per questo l’ha espulso. Per chiara occasione da rete, non credo per fallo da ultimo uomo. Non ha visto però la precedente spinta di Danilo ai danni di Giovinco. La regola, dicendo che se il fallo è commesso in area e dall’ultimo uomo ci sono automaticamente rosso e rigore, può anche essere un’esagerazione, ma è così da sempre. Dunque se si critica la regola non si può criticare anche l‘arbitro che l‘ha solo applicata. Al massimo, gli si può imputare il non aver visto la spinta di Danilo che ha “anticipato” lo scontro tra Giovinco e Brkic. E ancora, la scelta eccessiva di espellerlo. Ma qui subentra, ripeto, la regola.

In definitiva. Torniamo al calcio giocato. Una Juve bella, feroce e imperturbabile, in grado sicuramente di monopolizzare il campionato anche se è presto per parlarne. Una Juve tornata ad essere né ecumenica, né accomodante, né simpatica. Dunque, neanche perdente. Un 4-1 con lo stesso 352 con cui 9 mesi fa pareggiammo 0-0. Dunque siamo migliorati. Diventati più concreti e cattivi. Al di là del rigore spartiacque, la differenza tra noi e l‘Udinese è stata netta. Finalmente Giovinco, più rapido del branco in occasione del primo gol, da opportunista; poi freddo e spietato, con il rasoterra, il secondo. Tutti ferri del mestiere d’attaccante, finalmente. Troppe etichette gli hanno messo addosso in questi anni, facendo crescere le attese e la pressione. Mostruosi Vidal, Pirlo e Asamoah. Tuttavia, PRECISIONE degli attaccanti nei passaggi “di prima“ ancora migliorabile. Sfruttiamo troppo poco le occasioni che creiamo. Difetto(che mette in evidenza altri pregi) già dello scorso anno. Eppure ne abbiamo fatti 4, rifilati altri 2 al Parma e realizzati altri 4 a Pechino, al Napoli. Non si può parlare di certo di squadra a secco, semmai di attacco che segna “il giusto”, senza strafare.

La scommessa Bendtner, il gigante danese, si vedrà. Viene qui con l’etichetta di ragazzaccio dotato però di enormi potenzialità. Alcune espresse a tratti, altre inespresse e carattere da scheggiare, levigare, magari con la fatica ed il sudore che Antonio Conte pretende dai suoi uomini. Doti fisiche e tecniche che gli permettono di ben usare testa e piedi, di difendere il pallone, giocare anche spalle alla porta, di tirare conclusioni potenti e precise, di dialogare palla a terra con i compagni, di giocare anche fuori l’area di rigore. Piuttosto macchinoso nei movimenti(spesso si fa raddoppiare nello stretto ma ama il dialogo con i compagni). Insomma. Caratterialmente ha personalità ma gli manca voglia ed abnegazione, sentendosi già un giocatore “arrivato.”

Le statistiche della vittoria contro l’Udinese forniscono un confronto impietoso. Certo, sui dati pesa, e non poco, l’inferiorità numerica con cui i friulani hanno dovuto convivere per quasi 80 minuti, ma la capacità degli uomini di Conte di sfruttare a proprio vantaggio l’uomo in più è comunque un grosso merito. Proprio come contro il Parma, il possesso palla fatto registrare dai bianconeri è stato del 63%, ma è salito, e di parecchio, l’indice di pericolosità, attestatosi al 91,6%, contro il 28,7 degli avversari. Ben 20 le conclusioni tentate, 10 delle quali nello specchio della porta e notevole la precisione delle giocate, con il 78,7% di passaggi riusciti. Davvero niente male se si considera che le palle giocate sono state ben 793, 379 in più dell’Udinese.

Il Genoa è reduce dalla sconfitta maturata nei minuti finali di Catania, dove comunque ha confermato di essere una squadra con un discreto gioco e capace di trovare le vie della porta. La difesa però andrà sistemata davanti alla Juve che vanta già 6 gol in 2 partite. I precedenti parlano di una sfida sempre aperta: 18 le nostre vittorie, 16 quelle dei liguri nelle 45 partite giocate a Genova, 11 volte è finita in parità. Proprio l’ultima volta a Genova è andato in scena un teatro dell’assurdo. 0-0, tante occasioni da gol (tra cui traversa di Vucinic, di testa, su corner; palo sempre di vucinic, di testa, su cross dalla destra di Pepe; su punizione di Pirlo, Pepe prende il palo da due passi) e scelte discutibili di Rizzoli(rigore su Matri per trattenuta vistosa di Carvalho; conclusione da fuori area di Marchisio intercettata con le mani da Sculli; gol regolare annullato a Simone Pepe nella ripresa). Insomma. Col 63,6% di possesso palla rispetto al 36,4 del Genoa, 3 pali e traverse, 17 corner a 6, 53 cross a 19, 462 passaggi a 266. Qualcosa d’impressionante. Domenica pomeriggio speriamo che la musica sia diversa.

A Pegli continua il lavoro a parte del capitano rossoblù Rossi che ravvisa un dolore al ginocchio, ma è in via di guarigione. Se Rossi dovesse recuperare allora sarà lui a completare il tridente assieme a Jankovic e Immobile: infatti mancherà Vargas per un problema alla coscia sinistra accusato in allenamento con la Nazionale peruviana. In difesa ballottaggio per il ruolo di terzino destro tra Sampirisi e Ferronetti. Per la gara contro la Juve infine De Canio è incerto se lanciare Merkel o confermare Seymour davanti alla difesa.

Nella Juve, Conte conta di recuperare qualche acciaccato di lungo corso come Isla e Pepe, mentre tempi di attesa più lunghi per Padoin e Lucio. A Genova comunque dovrebbe rivedersi lo stesso 11 che ha espugnato Udine, ma il Mister vorrà tenere tutti sulla corda fino alla vigilia. Non è detto che non ci sia turnover in vista della sfida di Champions.

Altre statistiche. La Juve, nelle ultime 3 trasferte di SerieA è sempre passata in vantaggio all’intervallo portando a casa il risultato ed ha segnato almeno 2 gol in 11 delle ultime 13 partite di SerieA. Il Genoa, nelle ultime 3 partite di SerieA giocate in casa, è sempre passata in vantaggio prima dell’intervallo. Dopo 2 gare Andrea Pirlo si riprende la classifica europea dei passaggi riusciti a partita: 102 di media. Staccati Yaya Tourè, Xabi e Xavi. In Europa siamo 4° per possesso palla(dietro Barca, Real e Bayern), 4° per passaggi riusciti(dietro Bayern, Man United, Swansea), 5° per tiri in porta(dietro Bayern, Bayer L., Barca e Atletico). Forza Juve

@eldavidinho94

Plugin creado por AcIDc00L: noticias juegos
Plugin Modo Mantenimiento patrocinado por: seo valencia