di eldavidinho
Game. Set, match. Risultato e vittoria tennistica. In ambito calcistico. Stiamo parlando della Juve che a Pescara ha vinto 6-1 e pare aver ritrovato veramente quella cattiveria agonistica e quella fame che l’ha caratterizzata lo scorso anno e sta riprendendo forma in questa creatura. Il ko contro l’Inter ha fatto bene alla Juventus, facendole riscoprire il suo lato più feroce. Il rischio di essere eliminati dalla Champions anche e la prestazione sfoderata mercoledì l’ha dimostrato. A Pescara, senza spingere neanche troppo, sono persino arrivati 6 gol. Dieci in quattro giorni. La squadra di Conte all’Adriatico ha passeggiato, vincendo per palese superiorità contro una squadra che ha fatto ciò che poteva. Forse il momento più difficile della serata, lo squillo che ci ha avvisati di non doversi fermare perché sazi, è stato prima il palo su punizione di Quintero, poi il gol di testa di Cascione, infine il salvataggio sulla linea di Marchisio. Segnali “del destino” direi. Questa Juve non può fermarsi, è nata per spingere. E allora sotto col 6-1 che trasforma una partita di pallone in pura accademia, in un allenamento di fine settimana. Senza infierire si preferisce mantenere energie per la sfida di sabato contro la Lazio dove non ci sarà Pirlo, diffidato ed ammonito. Chi prenderà il suo posto si vedrà. Caso tanto unico quanto raro, sono giunti 4 gol dal parco attaccanti e “solo” 2 da quello dei centrocampisti. Una Juve che pare una formalità, tanta è la maestosità. E la semplicità con cui gioca. Eppure è semplicemente una squadra di calcio che ha nella coesione del gruppo, nella chiarezza tattica e mentale il suo segreto. Tant’è che anche la cura Giovinco credo stia funzionando. Come avvenne per Vucinic lo scorso anno. E Bonucci. Il segreto? Responsabilizzarli, dare fiducia e farli giocare. Il sistema di Conte ormai è questo. Lo si nota anche nelle sostituzioni che avvengono spesso a secondo tempo inoltrato. Piena fiducia va riposta sempre nei titolari e in chi viene scelto prima dell’inizio della partita. In una squadra collaudata, anche chi ha bisogno di più tempo per inserirsi, dunque, è fortunato perché ne ha di tempo e tranquillità per farlo. A limitare i danni tanto c’è sempre il centrocampo. E, come sempre, uno di loro due segna e la firma la mette sempre. Se non è Vidal, è Marchisio. Se non è Marchisio, è Vidal. Sono il vero motore di questa “macchina umana”. Che continuerà a stupirci anche nelle prossime 3 gare.
La prima di queste è un attesissimo Juve-Lazio, che, in assenza di partite infrasettimanali a causa dello stop per le nazionali, ha dato modo di soffermarsi su altri temi fuori dal campo. Uno di questi è stata la video chat organizzata dalla comunicazione-Juventus tra Conte e i suoi tifosi che hanno potuto interagire e mandargli delle domande attraverso un’hashtag di Twitter. Grande successo e grande iniziativa da parte della comunicazione juventina che avrà fatto arrabbiare non poco tutti quei giornalisti che attendevano d’intervistare, prima o poi, il mister. Chissà che questo nuovo modo d’interagire non possa esser l’inizio di una interazione nuova, sana tra squadra e tifosi, estranea a giornalisti infami e corrotti. Infatti, altri giornalisti aperti all’innovazione e al progresso hanno guardato con un occhio interessato questa mossa, conseguenza del clima venutosi a creare in queste settimane tra la Juventus e il mondo esterno della comunicazione. Tuttavia, neanche tra le “mura amiche” è stato possibile discettare senza problemi: sempre lui, Cassano, sentendosi tirato in causa dal mister quando ha ripreso il tema “soldatini” e giudicato quaquaraqua giocatori poco professionali, ha risposto al mister parlando di moralità e dell’omessa denuncia che ha squalificato il mister, quasi fosse una pezza a colori, oramai, per e in ogni tipo di argomento. Ha fatto tutti lui, in pratica, come è suo solito fare. Spettacolarizzando sempre le sue interviste con l’aiuto del giornalismo nostrano che, puntualmente, lo innalza e lo pontifica, ha parlato ancora nonostante Conte non lo avesse mai nominato e mai pronunciato la parola “moralità”. Tipico. Come, stando alle motivazioni TNAS uscite in questa settimana, la presunta omessa denuncia da parte di Conte l’8 Marzo che era venuto a conoscenza da Stellini di una presunta combine in Albinoleffe Siena dell’anno precedente. Ma nei verbali, Conte dice di esser venuto a conoscenza di una lite tra giocatori a fine partita… cosa avrebbe dovuto omettere? La lite? Anche in questo caso, gli sono state messe in bocca altre parole non sue. Per fortuna, nel caso di Cassano, è arrivata pronta, tempestiva, diretta e rapida la risposta del mister sul sito ufficiale della Juventus con una nota che ha messo a tacere, con i fatti e le “biografie”, l’effimera parola del barese. La verità è che lui non è un giocatore da Juve perché la differenza tra noi e loro(che da una settimana in qua parlano e straparlano) è una: noi scegliamo gente che vinca. Loro gente che parli.
In attesa di Juve-Lazio, dunque, in settimana si è parlato di questo. E tornando a Juve-Lazio, cominciamo con le statistiche: 43 vittorie, 17 pareggi e otto sconfitte, ecco il bilancio della Juventus negli incontri con la Lazio disputati a Torino. L’ultimo precedente si è concluso 2-1 a favore dei bianconeri ed è stato un incontro al cardiopalma. La Juve è passata in vantaggio con una straordinaria rovesciata di Simone Pepe, ma prima del riposo la netta supremazia della formazione di Conte è stata annullata da un colpo di testa di Mauri. La svolta decisiva è arrivata a sette minuti dal termine con la punizione vincente di Del Piero, che ha permesso ai bianconeri di conquistare un primato mantenuto fino al termine del campionato. L’ultimo pareggio è del 2010, un 1-1 con rete di Del Piero su rigore e pareggio di Mauri, entrambi i gol realizzati nella ripresa. L’ultima sconfitta è invece datata 2003, un 1-2 determinato da una doppietta di Fiore segnata dopo il gol in apertura di Nedved. Il 2-1 è il risultato verificatosi più volte nel corso del tempo, ben in 11 circostanze, seguito dal 3-1 (sette volte). Alessandro Del Piero detiene, in coabitazione con Giampiero Boniperti, il record di presenze nella sfida, avendone giocate ben 13.
Sin qui, la Lazio ha raccolto 9 punti su 22 in trasferta segnando 7 gol sui 19 complessivi e incassandone 10 su un totale di 17. I biancocelesti non hanno ancora pareggiato lontano da Roma, vincendo tre volte(contro Atalanta, Chievo, Pescara) e perdendo altrettanto(contro Napoli, Fiorentina, Catania). La Lazio è reduce dalla vittoria nel derby per 3-2. Un successo meritato perché ha avuto il doppio delle occasioni rispetto alla formazione di Zeman. Ci sono due giocatori che il tecnico Petkovic ha impiegato in tutti gli incontri di campionato: l’ex juventino Antonio Candreva (che ha accumulato 1066 minuti in campo) e il centrocampista Stefano Mauri. Klose è il cannoniere della squadra con sette gol. Ma non va trascurato il contributo di altri giocatori, a partire da Hernanes con cinque. Seguono Candreva con tre, Mauri con due, Ederson e Ledesma a quota uno.
Il giudice sportivo ha fermato, tutti per un turno, Pirlo da una parte, alla sua quarta ammonizione, Mauri, espulso nel derby, e Lulic, anch’egli caduto in diffida, dall’altra. La Lazio si appresta dunque ad affrontare la Juve con Brocchi e Radu al loro posto. Pienamente recuperato Ederson; in dubbio Sergio Floccari, il quale durante l’allenamento del mercoledì pomeriggio ha riportato una frattura dell’incisivo dell’arcata dentaria superiore. Conte sostituirà Pirlo con Pogba o Marrone, il prescelto coadiuvato ai lati da Vidal e Marchisio. Sulla fascia destra di centrocampo possibile conferma per Isla. In prima linea dovrebbe rivedersi dal 1’ Vucinic. Recuperato Pepe, rimane in dubbio De Ceglie. Arbitra Orsato della Sezione di Schio. Forza Juve.
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