Archivio Mensile: Agosto 2013

Chi ha paura della Lazio?

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Articolo di Cinzia Fresia

L’inizio di campionato per la Juve non è proprio una passeggiata di salute, Sampdoria prima, Lazio domani. La Juventus è consapevole di ricevere un avversario ancora avvelenato per l’umiliazione conseguita dalla conquista della supercoppa, e che  vorra’ riscattare l’onore per i loro tifosi. Ce la metteranno tutta, carichi della vittoria contro l’Udinese.
La Lazio per la Juventus rappresenta si un ostacolo ma non un avversario insormontabile, rientra tra le squadre “seccatura” ma nulla di così difficile o irraggiungibile.
Potrei azzardare una vittoria o male che vada un pareggio se proprio non entrassimo in partita, la Lazio sa quanto possiamo diventare pericolosi a pochi minuti dalla fine della partita.
Nonostante la prestazione un briciolo offuscata di sabato scorso, si suppone in una ripresa per Tevez e compagni i quali si presenteranno riprogrammati da Antonio Conte per infliggere un altro castigo.
Perciò niente paura e godiamoci lo spettacolo!

Juventus Lazio. Conferenza stampa prepartita.

http://www.dailymotion.com/video/x13z78i

 

http://www.dailymotion.com/video/x13z8ca

 

si ringrazia mr supefly

L’antipatia di Antonio Conte

grido di Conte

Scritto da Cinzia Fresia

Ma il nostro Antonio Conte è così antipatico? Appaiono articoli e notizie riguardanti l’allure calcistico e non  dell’allenatore della Juve, giornalmente è preso di mira da tutti: eminenti giornalisti, nemici, amici ..e chi più ne ha ne metta. E’ un personaggio mediatico, buca il video, a tutti interessa ciò che dice, è inutile dirlo ma il nostro Mr. fa tendenza.

La questione simpatia-antipatia però resta, ritengo che non si debba essere simpatici a tutti costi, lui vince, fino adesso è il migliore allenatore d’Italia, ha fatto molto con poco in una dimensione in cui era fattibile, e chi può volere di più da un’allenatore? Eppure Conte è criticato, non gli si perdona la sua modalità comunicativa  che spesso cade nel grottesco, il suo gesticolare, lo sguardo perso nel vuoto e la bocca sempre aperta, cattura la telecamera.

Intanto vorrei dire che, Conte non è antipatico, anzi personalmente lo trovo  molto simpatico, quando è rilassato dimostra di avere un certo senso dell’umorismo, accettando anche le prese in giro goliardiche e bonarie, come l’episodio delle parrucche in quel di un  Fiorentina-Juventus, purtroppo è permaloso e quando è in preda alla “Contite”,   diventa insopportabile, arrivando persino all’insolenza  e questo in effetti non lo dovrebbe fare, i giornalisti sono pagati per mettere in difficoltà l’intervistato soprattutto nel calcio e in qualsiasi altro sport, l’obiettivo è fare “le pulci” su tutto e tutti, per come si guadagna, mi farei intervistare tutti i giorni ridendoci anche su, lui non ci riesce e spesso cade in volagarità mettendo in dubbio l’intelligenza sia dei suoi tifosi o di chi gli pone la domanda. E’ l’unica debolezza che ha, per il resto è un uomo aziendale che difende i suoi uomini e soprattutto la società che rappresenta.

Il comico Crozza nonchè genio dell’imitazioni ha proposto un “suo” Antonio Conte veramente irresistibile, che ha fatto ridere tutta l’Italia,  grazie a lui il motto “aghiacciante” è diventato un jingle estivo, ne esce quindi  una persona positiva che sa stabilire  un feeling speciale con il suo pubblico.

Non so perchè, si cerca sempre il neo nero quando  si parla di Juventus, e se  non c’è nulla di cui spalarlare si inventa, mi chiedo,  per quale motivo nessuno si sia interrogato circa l’antipatia di  Mourinho, o  di un  non virtuoso della simpatia come  Mancini, l’elenco sarebbe lunghissimo e poi ogni squadra dispone di antipatici e no, ma si parla sempre e solo di Juve.

Che l’ambiente del calcio sia caduto profondamente non solo in basso, ma  sotto terra ogni giorno di più questo è vero e che l’educazione sia  a livelli minimi è altrettanto,  attualmente tutti le sparano,  sentendosi  liberi  di dire quello ciò che  gli passa per la testa, senza nessun controllo, il sig. Pulvirenti accusò il nostro presidente paragonandolo ad “una zitella isterica”, per non parlare dei terribili anatemi del sig. De Laurentis, Galliani, Allegri .. e tanti tanti altri. Sarà retorico dirlo, ma una volta non era così, si salvava almeno “la facciata”, oggi c’è un via libera alla maleducazione, spesso mi chiedo come il nostro Presidente Andrea Agnelli, lui che sa cos’è la buona educazione, come ci sta  in questo ambiente con il quale non ha nulla da spartire.

Ma d’altronde viviamo in un paese dove l’adottare  un buon esempio non esiste, dove si dà pubblicamente dell’orango ad un ministro e  solo perchè è donna,  dove il rispetto per il ruolo non è riconosciuto, e dopo ci stupiamo di tutta questa violenza e non solo allo stadio.
Intanto Antonio Conte va avanti incurante dei commenti, quest’anno dovrà fare molto con qualcosa in più con non tanto ..ma qualcosa in più c’è, da un uomo così  che sa sopportare c’è da aspettarsi di tutto ..

 

 

Sampdoria-Juventus (24.8.13) Stadio Marassi-Genova –

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Scritto da Cinzia Fresia

E quale miglior inizio incontrare colei che l’anno scorso ci castigò per ben 2 volte, persino l’ultima di campionato. Sappiamo che atmosfera  da “cena a lume di candela” troviamo quando ci rechiamo a Genova, sia per l’una che l’altra fazione, c’è sempre un prima, dopo e durante, e a complicarci la vita si è messa anche un’improvvisa precipitazione novembrina. Si è iniziato con una bella “gatta” da pelare, ma questa volta il castigo lo abbiamo inflitto noi, che freschi di allenamento abbiamo vinto la partita, faticando è vero,  ma pur sempre si è vinto.

Lo dico subito che mi aspettavo di vedere di più, da una squadra fresca di allenamento e neo acquisti. Ritengo siano andati come al solito, il fatto che Tevez abbia realizzato il gol è un buon segnale per il giocatore che dimostra buona volontà e precisione, ma chi ha confermato un buon stato di forma fisico e mentale, è Pogba. Il gol per essere onesti lo siglerei Pogba-Pogba/Tevez, il francese sta uscendo fuori mostrando  di essere un talento al di fuori della media, ci auguriamo che vada avanti ma soprattutto che non venga massacrato, viste le continue botte che riceve addirittura agli occhi. La partita è iniziata da parte della Juve sotto tono e in confusione, certo la pioggia non era il massimo in un campo avverso come quello di Genova, però, l’avversario a parte un numero imprecisato di simulazioni e falli di tutti i tipi non era un gran che, quindi la Juve ha difeso bene la sua porta, ha pasticciato come al solito in attacco alcune volte,  trovando poi  la quadra al momento di un’azione precisa ed intelligente che ha portato all’unico gol valido in tutta la partita. Sempre in affanno e impreciso Vucinic, claudicante Vidal, molto bene Asamoha. Nella media Pirlo che comunque ha disputato un buon incontro coordinando il centro campo.

Pochi scossoni ed emozioni in questo inizio di campionato, tre punti importanti da mettere da parte utili nei  periodi di vacche magre. Attualmente c’è poco da commentare, la prima di campionato dice tutto e niente, mi sarebbe piaciuto constatare i progressi dell’ attacco, in fondo la Sampdoria era tutto meno che inattaccabile, Buffon è stato impegnato una volta o due massimo. Staremo a vedere cosa succederà prossimamente, se mi devo basare sul risultato di sabato penso che tanto ancora si deve fare e che Tevez sia un bravo giocatore, e non aggiungerei altro,  auguriamoci che  Conte utilizzi le sue “zampate” per stupirci, più avanti.

Comunque le inseguitrici della Juve hanno vinto tutte meno il Milan, che sbigottito ha perso contro il Verona (boh!) con questa base i pronostici andranno fatti più avanti, intanto sabato ci aspetta la Lazio con il dente avvelenato per la sconfitta della Supercoppa e vedremo cosa succederà.
In positivo la Juventus ha cominciato a togliersi uno dei tanti denti doloranti, togliersi dai piedi la Samp con una vittoria è motivo di festeggiare.

Al posto dell’allenatore

La formazione andava anche bene, tanto i soliti pasticcetti in fase di attacco non li può risolvere solo Tevez, ciò che non ho capito, è stato l’inserimento di Giovinco e Llorente, entrati insieme, sembravano l’articolo il, a fare quasi nulla. Potrebbe essere l’ennesima perdita di tempo ma tuttavia lo avrei fatto un secondo prima, almeno per provare a guadagnarsi una seconda chance.

Ma va bene lo stesso, non è il momento per lamentarci con questa bella vittoria. Conte sa di poter fare affidamento sui suoi e noi godiamoci gli spettacoli.

 

Sampdoria – Juventus 0-1 Sintesi.

http://www.dailymotion.com/video/x13m8ur

Juventus, chi ben comincia…

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Articolo di Alessandro Magno

 

 

 

Era importantissimo ripartire con una vittoria, perché era giusto ribadire fin da subito quali sono le gerarchie in gioco anche quest’anno. Il passo falso del Milan poi ieri ne ha data ulteriore conferma, qual’ora fosse necessario su chi si deve riconfermare e su chi invece deve ancora costruire. La vittoria contro la Samp è stata ineccepibile checché ne dicano certi commentatori RAI che sono di una bassezza disarmante. La Juventus ha schiacciato i doriani dall’inizio alla fine, Buffon è stato spettatore non pagante non dovendo effettuare nessuna parata. Da questo punto di vista la Samp per me è stata una mezza delusione, tolto il vivace e in parte nostro Gabbiadini, una manica di catenacciari e simulatori. E dire che una volta mi ricordo le squadre di Delio Rossi giocare col 4-3-3… Forse era un altro Delio Rossi… Boh, o erano altri tempi.

Dunque tutti contenti per la vittoria e per i tre punti ma un filo di apprensione per il risultato risicato e un filo di sofferenza di troppo sono le note se è possibile da correggere. Per quanto riguarda questa obiezione non sono troppo convinto della coppia VucinicTevez, molto simili e molto spesso leziosi nel cercarsi (forse pure troppo). Occorrerebbe un poco più di Killer-instinct almeno da parte di uno dei due. Bravissimo Tevez comunque a farsi trovare al posto giusto al momento giusto. Fra l’altro a Vucinic la maglia da super-titolare fa sempre abbastanza male ed è praticamente impossibile vederlo fare due partite di seguito sopra le righe. Non è un caso che si è ridestato dopo che Llorente ha iniziato il riscaldamento (spero non l’abbia notato solo io).

A proposito di cambi, farli all’85mo dopo aver utilizzato gli stessi giocatori messi in campo pochi giorni fa contro la Lazio mi sembra una forzatura da un lato e un eccessiva prudenza-paura dall’altro. Conte si deve fidare un poco di più degli elementi a disposizione, altre 3 partite di fila così e Lichtsteiner è già bruciato per quanto corre, come credo sia stato evidente a tutti che sia Vidal che Pirlo non erano proprio al loro standard normale. Ora se è alquanto difficile privarsi di Pirlo e di Vidal forse magari far giocare Caceres contro la Samp e far rifiatare lo svizzero non è poi così rischioso. Qualcuno obietterà giustamente che Stephan contro la Lazio fu il migliore in campo ed è assolutamente vero, resta il fatto che ci sono 23 elementi in rosa e non vedo un motivo valido di farli giocare 180 minuti di fila alla seconda giornata di campionato. Sempre se il motivo valido è: ”Non cambio per non fare danni”. Però un grande mister come Conte non dovrebbe avere di queste paranoie.

Quella dei cambi pochi e in ritardo è una cosa che contesto a Conte da molto tempo e chi mi legge lo sa, come l’eccessiva cocciutaggine a utilizzare sempre il solito modulo. Il caso ha voluto che sbloccassimo la partita proprio mentre Llorente si alzava dalla panchina per il riscaldamento, devo dire che sarei stato abbastanza curioso di vedere se Conte avesse sostituito Vucinic come credo, o avesse utilizzato tre punte, magari anche senza cambio modulo, magari spostando solo Tevez esterno al posto di Asa o di Lichtsteiner. Chissà? A questo giro è andata bene cosi, chi vivrà vedrà.

Alla prossima e sempre forza Juve.

Gli articoli di Alessandro Magno escono su:
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Campionato 2013-14 ” Le zampate di Antonio Conte”

 

Scritto da Cinzia FresiaAntonio+Conte+A

Rieccoci qua, puntuali come una “cambiale in scadenza” a ricelebrare una stagione calcistica ricca di eventi e soprattutto di sorprese. In questa estate che sta trascorrendo e volgendo al termine,  non è accaduto niente di che,  se non l’arrivo di Tevez incerto fino all’ultimo minuto e l’atteso Llorente.  I giornali si sono divertiti con il solito fare da “strillone” quando poi  di sensazionale non c’era nulla. Mentre la Juventus si impegnava ad integrare i nuovi arrivati, le avversarie si organizzavano per contrastarci, perchè ogni anno è così, noi contro tutti e tutti contro di noi. I nuovi allenatori hanno lanciato anatemi “Juve sei già battuta!” ha gridato Benitez, Mazzarri passato all’Inter nemico numero 1 della Juve proseguirà  l’implacabile odio verso di noi, un allenatore nuovo alla Roma che promette di mettercela tutta, insomma siamo alle solite.

I tornei dimostrativi dell’estate hanno proposto una Juventus un po’ in balia degli eventi, o diciamo dei nuovi arrivati i quali non facevano la differenza, tranne nell’attirare l’attenzione su di sè. Per Antonio Conte rispetto l’anno precedente, è stata un’estate rilassante e rilassata, si è sposato, e le sirene della “giustizia sportiva” non sono suonate. Talvolta penso a lui e mi viene in mente Batman, che tenta di “liberare la Juve” dai tentacoli dei suoi nemici che ha avversari  con nome e cognome che gli giurano vendetta e che lo aspettano seduti sulla sponda sperando che il cadavere prima o poi passi.

Ma la Juve non è “Gotham City” e lui per fortuna non ha maschere, tra un proiettile e l’altro, Conte si diverte a non mostrare, a nascondersi un po’, a non scoprire le carte. Ecco quindi che la vera Juve l’abbiamo vista l’altra settimana che ha steso una Lazio rimasta muta e umiliata con 4 reti a 0. E chi l’avrebbe detto? Dopo i capitomboli americani? Il fatto è che questi intermezzi estivi servono agli altri, dobbiamo far divertire la gente è questione di immagine e perchè no di fondi .. e la Juventus per affrontare la Champions ne ha bisogno di denaro, considerato l’infortunio di Marchisio, la rosa non sarà sufficiente per  affrontare tre percorsi minati come il campionato, Champions, coppa Italia, e impegni di Nazionale.

Come prima partita non c’è male,  iniziamo per noi,  con una “bestia nera” la Sampdoria,  che non abbiamo mai digerito, tra i nostri nemici è quello che facciamo fatica a battere. E pensare che ci detestano talmente a Genova che la metà basta, dovrebbe bastare questo per reagire, ed invece no.

Sarà un campionato ricco di sorprese e avversari attrezzati ed  efferati, ce la farà la Juventus ad ottenere i tre titoli? Risposta difficile, azzarderei un Ni! la certezza è che lo spettacolo non mancherà e saremo nuovamente incollati al video per seguire la nostra squadra al quale facciamo tanti auguri sperando ci offra tante vittorie e soddisfazioni.

Buon campionato a tutti!

È UNA JUVE IN CRISI.

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di Davide Peschechera

La 26.a Supercoppa italiana prende la direzione di Torino. È stata una Juve già più cinica del passato, capace di colpire al momento giusto, sprecare di meno e rischiare ancora meno, implacabile e spietata. Risultato nitido, rotondo, inappellabile, costruito con misura, giustezza e tempismo. Secondo, terzo e quarto goal della Juve sono stati realizzati in 4 minuti e 41 secondi, più o meno 400 secondi, per essere precisi: secondo gol che è un coast to coast, in contropiede fulminante, su corner inesistente per la Lazio, con un Vidal freddo e intelligente nel lanciare Lichtsteiner, un Chiellini che colpisce di destro con un contro movimento da attaccante. Lichtsteiner con l’inserimento, triangolo col tacco e tocco beffardo per il terzo gol; Tevez con i suoi 10kg. in più e la solita freddezza realizza il quarto gol, dopo la geniale illuminazione di Vucinic, la parata di Marchetti su tiro di Lichtsteiner e la lucidità di Pogba. Poi Rocchi fischia la fine della partita senza concedere neanche un minuto di recupero, con persino alcuni secondi d’anticipo, pur di non assegnare un rigore netto per fallo su Vidal in area. Sarebbe stato cappotto. Squadra potente, prepotente e geniale. La tournèe americana aveva sollevato qualche malumore, i lamenti della vigilia avevano trasmesso qualche perplessità. Un precampionato sottotono, non positivo e qualche giro a vuoto di troppo, avevano fatto pensare a una Juventus in difficoltà. La Juve è arrivata all’appuntamento senza troppe certezze e con un mercato ancora in divenire, dopo aver fatto vedere poco o niente del suo reale potenziale in questo precampionato, col timore che si verificasse l’effetto “pancia piena”, la cosiddetta “sindrome di appagamento”, o che tra i giocatori si diffondesse la disabitudine alla vittoria. E poi i soliti imprevisti fuori programma: i media che hanno cercato di inventare polemiche inesistenti su neoacquisti che non funzionerebbero, la Juve che si è allenata a Trigoria dopo aver calpestato un campo da Terza Categoria, ospite della Roma per l’allenamento saltato alla Borghesiana appena giunta nella Capitale. Dopo le spie di Mazzarri dello scorso anno, non ci siamo fatti mancare nulla neanche quest’anno. Neanche la polemica sulla località e gli incassi. Si è giocato all’Olimpico(insomma, vinci lo scudetto e vai a giocare la Supercoppa in casa di chi il campionato l’ha perso) ma si finirà per tribunali perché il 5 settembre la Corte di giustizia federale, a sezioni unite, discuterà il ricorso della Juventus contro la decisione del consiglio di Lega di fine giugno che, per la prima volta nella storia, ha infranto il principio della suddivisione a metà dei proventi. Lo ha fatto per «ricompensare » la Lazio dei mancati introiti della trasferta cinese, cui la Juve ha rinunciato per la contemporanea tournée in America. A Lotito è stato garantito un minimo di 1,8 milioni, cioè la somma dell’ingaggio di Pechino e dei diritti tv. Ai bianconeri sarebbe andato il resto, fino all’eventuale pareggiamento della quota biancoceleste. Com’è andata a finire? La Juventus ci ha rimesso 600-650 mila euro perché l’incasso al botteghino dell’Olimpico è stato di 1,9 milioni lordi. Se invece si fosse proceduto con la ripartizione a metà le due finaliste avrebbero incassato 1,15 milioni a testa. Vabbè. Lotito voleva incassare più della Juve? Accontentato.

È stata la vittoria di un gruppo e di un gioco collaudato. Appena si è trattato di fare sul serio gli uomini di Conte hanno uscito gli artigli e non hanno lasciato scampo alla Lazio apparsa invece troppo guardinga. La tournèe americana aveva alimentato le speranze e le aspettative degli avversari dei bianconeri. Molti saranno rimasti delusi. Perchè non c’è mai stata partita e la Juve, quando c’è da scendere in campo per vincere, c’è sempre. Strapotere sotto il profilo dell’approccio mentale e dell’interpretazione tattica, altro che crisi di condizione, gioco e risultati. Una superiorità totale a livello di reparto e prestazioni individuali e collettive. È ancora una volta il trionfo del gruppo, della compattezza, della feroce capacità di concentrarsi quando si fa sul serio, mentalità che Conte ha saputo infondere ai suoi giocatori. Il flusso delle azioni bianconere scorre ancora per vie centrali anche se l’arrivo di piedi sopraffini come quelli dell’Apache, che ieri ha messo a segno il primo gol ufficiale in maglia bianconera (quarto uomo della storia juventina a segnare in Supercoppa Italiana al debutto assoluto dopo Baggio, Inzaghi e Asamoah), il 200esimo in carriera e il 16esimo titolo in cassaforte, rende la manovra più liscia e imprevedibile. La manovra è stata edulcorata dall’innesto di qualità dell’argentino che, seppur ancora a intermittenza, ha saputo legare e giostrare gli inserimenti dei centrocampisti con tanta sapienza quanto il solito Vucinic. Indolenti, a volte, inarrestabili, spesso, proprio come all’Olimpico. L’argentino infatti è parso già sfrontato, coraggioso e decisivo. Dietro a Vucinic, che ha agito da pivot, con cui ama regalarsi fraseggi stretti, funge da boa e punto di riferimento quasi sempre insidioso farcendo trame per gli inserimenti altrui.

C’è stata maggiore cattiveria agonistica e concentrazione. La Juve è riemersa nella totale forza di un gruppo granitico dall’ondata di critiche dopo un’estate povera in fatto di risultati. La ferocia con cui gli uomini di Conte hanno inseguito il trionfo all’Olimpico è il risultato di una squadra intensa al limite dell’esasperazione, cinica nel colpire e assetata di sangue nel non mollare mai, nemmeno a partita chiusa con il condottiero in piedi davanti alla panchina a urlare dietro a tutti per un passaggio sbagliato. Gruppo che semplicemente non accetta l’idea stessa della sconfitta ed è capace di saltare sopra ogni ostacolo. Ancora una volta, infatti, Conte ha puntato tutto sulle motivazioni, il lavoro, la preparazione e la fame per ripartire e ricominciare e la squadra si è ritrovata alla grande. I deludenti ed evitabili, ma non preoccupanti, risultati della tournèe sono dovuti alla mancanza di voglia, di cattiveria, di attenzione, di fame. Calo di concentrazione. Una delle certezze di questa squadra, il tipo di calcio praticato, difficile ma affascinante, è anche programmato per l’unica, vera necessità che è quella dell’obiettivo, della vittoria, dei punti, del risultato, della conquista: la conquista, in questo caso, della 6a Supercoppa. La quasi mai avvenuta ricerca della realizzazione e della verticalizzazione, negli USA, ma solo l’ampiezza del gioco e qualche taglio degli esterni, era la dimostrazione che le gambe della squadra erano veramente pesanti e la squadra lunga e arrugginita. Ben vengano quindi gli schiaffi che abbiamo rimediato e che ci hanno riportato sulla terra, in questa estate che può dare il via ad una stagione veramente da record, se si riuscisse a vincere il terzo Scudetto consecutivo, impresa mai riuscita. Bagno di umiltà salutare, i risultati del calcio estivo sono destinati a essere spazzati via e non hanno fatto altro che riconfermare che la Juve ha, nelle sue corde, caratteristiche imprescindibili come la rabbia e la cattiveria a agonistica che non devono mai mancare. Se mancano quelle, si perde almeno il 60% del lavoro. Conte spinge continuamente il gruppo ad andare oltre la fatica e superare nuovi limiti, facendo leva sull’orgoglio e sullo stimolo al confronto che evidentemente in un atleta è insito nel profondo, per spronarlo a non mollare la tensione ed a far stare tutti sul pezzo, battendo il senso di appagamento. Per questo Conte ha parlato di uomini, prima che di giocatori.

Si è parlato anche di  cambio modulo, di 334, pur d’inventarsi qualche novità, ma mai come quest’anno, la Juve è sempre la stessa, riparte dagli stessi principi di gioco ma con l’aggiunta di Tevez. Più che altro il 334 è un “atteggiamento” che assumono i due sterni in base alla posizione in campo che ricoprono e che non considera il “ruolo” in se per se dei giocatori. L’obiettivo principale del mister, infatti, è sempre quello di mantenere grande equilibrio, coprendo sempre la stessa larghezza di campo di 40 metri  ovunque ci si trovi, sia in una situazione di transizione offensiva che di transizione difensiva. Per questo di 334 non si può parlare ma è una triste invenzione giornalistica, un divertente passatempo estivo più che un vero e proprio cambiamento di cui parlare. Al massimo, se proprio si vuol parlare di 334, bisogna ammettere che già dallo scorso anno gli esterni erano perennemente presenti nelle azioni d’attacco con improvvisi tagli e con una prima pressione sui giocatori avversari sempre molto alta. Quindi di 334 si dovrebbe parlare già da un po’. Invece lo si fa ora per cercare la novità continuamente, lo scoop che in realtà non c’è. La Juve di Conte è bella e collaudata, sarà ancora 352 con la speranza che i nuovi acquisti alzino il livello tecnico tattico dell’attacco poiché la vera sfida per il mister non è quella di cambiare il suo schema per l’Europa, ma al contrario di dimostrare a tutti che, con i giusti interpreti, questo schema può essere devastante anche contro l’elite del calcio continentale. In molti hanno visto nel passaggio dal 433 al 352 la voglia, da parte del mister, di coprirsi e non subire troppo per non rischiare, spesso, il risultato. In molti hanno visto in lui, nelle ultime settimane, una rabbia compressa, un’ansia nervosetta, il timore o la strategia di alzare la tensione dove la tensione evidentemente si era abbassata per non ritrovarsi un giorno a fallire un appuntamento con lo spettro terrificante di doversi assumere tutte le colpe e dover dare giustificazioni. Il mister, invece, ha sempre spiegato la scelta del 352 come “il vestito, la coperta migliore per questa squadra, avendo in rosa 3 difensori e 3 centrocampisti fortissimi in grado, da soli, di dare sicurezza e copertura alla squadra”.

La partita si è chiusa con l’inno della Juve nello stadio Olimpico di Roma, altissimo nel cielo a coprire tutte le parole che si erano sprecate dopo le amichevoli estive. A coprire tutte le polemiche per la località e gli incassi. Nello stadio del Coni, della Nazionale e dei rosiCONI. Nello stadio in cui tutti hanno spinto per giocare perché tutti volevano così. Col mister che abbraccia uno per uno i suoi uomini, prima che giocatori. Con Lichtsteiner che s’inchina ai suoi tifosi. Con Lotito inquadrato a 3 minuti dalla fine guardare l’orologio e chiedere “quanto manca?”. Ma la partita si chiude anche con Petkovic che a fine gara ha riconosciuto i meriti della Juve, con Klose che dignitosamente non ha gettato la medaglia del secondo posto ed ha applaudito Buffon che alzava la coppa al cielo. Poi ci sono anche gli ululati razzisti, i nostri che non hanno lasciato il campo perché non si chiamano né Constant, né Balotelli, né Boateng, Pogba che definisce ignoranti questo pseudo-tifosi frustrati, l’annuncio dello speaker dello stadio e la squalifica della Curva Nord nella prossima partita dopo la segnalazione di Rocchi nel referto di gara. Il finale più bello è il nostro, che invece di godere delle disgrazie altrui viviamo delle nostre vittorie. Non essendo “proiettati nel futuro” come il presidente Lotito, viviamo delle vittorie presenti. Perché la storia si scrive vincendo le partite che contano. “Le grandi squadre e i grandi giocatori escono in questi momenti. Si vede questo quando conta la partita e non in tournée in Giappone, in Cina e in America. I grandi campioni quando la posta in palio è alta escono”. Parola di Buffon. Tutto il resto lo lasciamo agli altri.

Rubrica #AttimidiJuve. Profilo Twitter: @eldavidinho94. Profilo Facebook: Davide Eldavidinho Peschechera. Profilo Tumblr: http://eldavidinho.tumblr.com/. Profilo WordPress: http://eldavidinho.wordpress.com/

La vendetta è un piatto che va servito freddo. Ecco perchè vi abbiamo fatto il cappotto.

SS Lazio v FC Juventus - TIM Supercup

 

Articolo di Alessandro Magno

 

 

Serata da ricordare quella del 18 Agosto 2013, non tanto per il trofeo , che è importante ma non importantissimo , ma che è sempre bene vincere piuttosto che no. Da ricordare perchè una vittoria cosi netta e senza attenuanti per i nostri avversari, francamente, non ce l’aspettavamo. Umiliati. La Juve del precampionato ha smaltito le scorie della preparazione e alcuni giocatori si sono presentati in condizioni sontuose. Che dire ad esempio di Chiellini. Uno dei più imballati e in difficoltà nelle settimane scorse e in grado di volare ieri per tutto il campo fino a segnare (di destro) il gol della sicurezza. Lichtsteiner poi assoluto dominatore e migliore in campo. Pogba, una bestia. Mi sono piaciuti molto anche Buffon sempre arci-sicuro e Tevez un vero combattente. Vidal poi è Vidal, davvero insostituibile. Sono bastati questi 6-7 giocatori sopra le righe per sistemare la Lazio in quattro e quattro otto. Una menzione la merita anche Vucinic per gli assist, certo se Mirkoletto fosse un pò più continuo e incisivo mi chiedo che cosa ne sarebbe dei nostri avversari, in ogni partita.

La goduria poi è totale per un certo gusto di dolce vendetta. Come non dimenticare come la Lazio è passata in semifinale di Coppa Italia con arbitraggi al limite del disgustoso? Chi non si ricorda di Antonio Conte superironico dopo la sconfitta per 1-2 se lo vada a rivedere. E i due clamorosi rigori negati. La verità è che questa Juve rischia seriamente di vincere tutto per molti anni (almeno in Italia), allora la Figc si inventa un antagonista che non c’e’. Almeno fin’ora. Allora eccoti il Napoli spinto in calssifica a forza di aiutini (vedansi alla voce rigori contro), eccoti il Milan mandato in Champions senza particolare merito (vedansi alla voce ricori a favore e chiedere alla Fiorentina), eccoti un Lazio mandata in finale di Coppa Italia ( e poi vinta) senza particolari meriti sportivi. Salviamo solo gli sportivissimi e gran signori, Klose e Petkovic, per il resto sono tutti veramente una pena. Compreso il pubblico che fischia i nostri neri sul 4-0 mentre dovrebbe fischiare i propri ( bianchi e neri).

E che dire dei tentativi maldestri e vomitevoli di fare giocare la partita a Mauri, uno che dovrebbe essere probabilmente squalificato da mesi e che fra l’altro fu decisivo nelle partite contro la Juventus dell’anno scorso, in coppa e in campionato. Questo non è condizionare pesantemente no? Questo è il calcio italiano. Basta squalificare Conte perchè non poteva non sapere, mentre Mauri invece poteva. Per lui c’è il ragionevole dubbio.
Ci hanno mandato pure l’arbitro di Firenze. Pure quello si sono scelti. Nel primo tempo non sanziona nemmeno il fallo per cui Marchisio deve uscire. Non ammonisce Hernanes per una trattenuta da secondo giallo (da regolamento) e un entrata di Ledesma a Karatè e poi ammonisce Barzagli per un fallo di mano che non esiste visto che il braccio è chiaramente attaccato al corpo, anzi il nostro fa proprio il movimento per cercare di non colpire il pallone. Fischia tutto il primo tempo per loro. E biricchini … eh eh … pure l’arbitro vi eravate portati!

Dulcis in fundo la supercoppa disputata in casa della vincitrice della Coppa Italia. Prima volta in assoluto. Guarda caso quando gioca la Juve. Qualcuno ha scritto si gioca nello stadio del Coni. Non mi risulta che lo stadio sia del Coni, mi risulta ne sia proprietario il Comune di Roma, cosi come non mi risulta che ci sia un regolamento per disputare sempre la supercoppa a Roma. Fra l’altro c’è da disputarne ancora una a Pechino per contratto con i Cinesi. A fra l’altro: lo stadio di Roma fa schifo non si vede una mazza.
Ma va bene così, contro tutto e tutti come sempre, contro tutti i sotterfugi, vi abbiamo asfaltato senza pietà. In casa vostra. La prossima se volete la giochiamo direttamente a Formello e la facciamo arbitrare da Tare. Lotito sei stato tritato, rassegnati. Da gran signore ieri non s’è fatto vedere nemmeno per mezza intervista o complimentarsi con i vincitori. Almeno i suoi giocatori hanno partecipato alla premiazione.

La vendetta è un piatto che va servito freddo. Ecco perchè vi abbiamo fatto il cappotto.

 

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Juventus – Lazio 4-0 Supercoppa italiana. Sintesi.

http://www.dailymotion.com/video/x13arnc

 

http://www.dailymotion.com/video/x13asig
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