Scritto da Cinzia Fresia
Si poteva parlare di calcio, di gol, di cross, di azioni e di tante altre cose, poteva essere una festa collettiva quella della Juventus, non solo per gli obiettivi raggiunti, non solo per li scudetti e le coppe vinte, ma per il calcio giocato, per il suo potere di tenere insieme la gente. Invece no.
La partita è stata bellissima, vissuta in un clima di festa, la Juventus è entrata in campo senza ansie ha giocato bene e ha vinto. Facile, qualcuno potrebbe pensare con il campionato e la coppa Italia in tasca, ma non è mai semplice quando ti trovi una squadra cattiva che vuole ottenere un piazzamento favorevole a tutti i costi e non importa come, per ambire al più prestigioso dei tornei, la Champions.
Il caso ha voluto che queste due squadre spesso ai ferri corti, si abbandonassero ad un buon ritmo di gioco, senza scorrettezze esagerate, in più il tutto molto più rilassato dall’assenza della terribile tifoseria del Napoli che ci avrebbe sicuramente devastato la porzione di stadio destinata ai tifosi ospiti. Stava andando tutto bene quando è accaduto un fatto decisamente increscioso. Sappiamo quanto alcuni sudamericani siano caratterialmente difficili da gestire, per fortuna non sono tutti uguali, ma il calcio giocato in Sudamerica di frequente finisce male, e ci sarà un perchè. Il sig. Britos decide di colpire con una testata il nostro Morata, che non ho ancora capito cosa gli avesse fatto per provocare una reazione così feroce.
Dare una testata in faccia ad un essere umano come minimo gli rompi il naso, da un contrasto di gioco lo si accetta, ma da un’intenzione no. Il folle uruguaiano è stato punito, espulsione e rigore per noi, ma la botta resta.
Se fossi un legislatore, introdurrei il reato penale all’interno del calcio, morsi, pugni, testate, non possono essere valutati come “episodi di gioco” o semplicemente “falli”, se fosse introdotto questo provvedimento, a qualcuno passerebbe la voglia ed userebbe un po’ di più il cervello. Chi decide di giocare a calcio è consapevole di ricevere ad ogni incontro calci, strattoni, graffi, colpi in testa che sono le conseguenze immediatamente accettate di un lavoro ultra ben retribuito. Infatti nessuno si lamenta, purtroppo è altresì facile cammuffare in falli di gioco, episodi di bullismo e violenza tout court.
Tutto questo in un paese europeo dovrebbe finire, dando una svolta e rivalutando un certo tipo di fallo che non ha nulla a che fare con questo sport.
Detto questo, la partita ha premiato la Juve, le riserve si sono espresse ai massimi livelli facendo capire che la Juventus è una squadra matura, che questo gruppo è solido e affiatato e che non mi stupirei che potesse vincere anche la Champions.
L’episodio di violenza non ha solo guastato una bella festa, ma ha sporcato un momento molto importante per noi tifosi della Juventus, il ricordo delle vittime dell’Heysel, il pubblico della Juventus oltre ad uno striscione commovente ha ricordato tutti i nomi delle 39 care persone, oggi angeli, periti in quella tragica finale della coppa dei campioni, noi Juventini non potremmo mai prescindere da questa tragedia che dovrebbe un lutto del calcio e non solo una “cosa” che è successa alla Juve. Ricordare le vittime dell’Heysel non è solo una commemorazione ma un vero e proprio ricongiungimento a quelle persone che anche se sconosciute sono nel cuore di tutti gli Juventini.
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