https://www.linkiesta.it/2023/01/juventus-sentenza-condanna-diritto/
Italian jobLa condanna della Juventus segna la fine del garantismo e il trionfo della giustizia del popolo
Non c’è stato neanche bisogno di un processo, figuriamoci di una sentenza di merito, che accertasse i fatti garantendo il contraddittorio tra difesa e accusa: ci si accontenta di una richiesta di rinvio a giudizio, di ipotesi non vivisezionate in tribunale ma frettolosamente citate in un dibattimento tenuto rigorosamente segreto come ai tempi dell’inquisizione

La condanna in sede sportiva della Juventus non è un fatto puramente sportivo né roba da tifosi. È l’ennesimo segnale che la breve illusione di un ritorno del garantismo è già finita, mentre torna alla ribalta il mai sopito sentimento di “giustizia del popolo”.
La giustizia sportiva, se possibile, ha dimostrato di versare in condizioni anche più precarie di quella ordinaria.
In un normale ordinamento di uno Stato di diritto, una delle poche certezze è lo scudo del “giudicato penale”, ovvero la certezza che una volta riconosciuto innocente dopo i vari gradi di giudizio niente potrà riportarti a subire un nuovo processo per lo stesso fatto.
Nell’ordinamento sportivo non solo è possibile ciò, ma il giudice, il medesimo giudice, può smentire sé stesso e dopo aver dichiarato che una determinata condotta ancorché opaca non è punibile perché manca una norma del codice che lo preveda, dopo qualche mese decida esattamente l’opposto e che di una legge si può fare a meno nella scia di ciò che indica una procura della repubblica.
Qui sta il punto delicato che riguarda tutti, anche chi non mastica calcio: la corte sportiva ha sconfessato sé stessa perché sollecitata dalla magistratura, a cui a sua volta viene rilasciato un primo timbro di validità sull’esito di una indagine clamorosa.
Questo giornale ha già avuto modo di spiegare le numerose perplessità sulle ipotesi di reato formulate dalla procura di Torino contro l’ex gruppo dirigente della Juventus che ha costruito la schiacciante superiorità societaria e calcistica del club per un decennio, ma ciò che va sottolineato è che, in barba alla decantata “autonomia” dell’ordinamento sportivo, in realtà come sempre nella realtà italiana, a partire dalla politica, conta solo ciò che decide la magistratura.
Nel caso della Juventus poi non c’è stato neanche bisogno di una sentenza di merito che accettasse i fatti garantendo il contraddittorio tra difesa e accusa.
Il tipico “italian job” giudiziario si accontenta di una richiesta di rinvio a giudizio, di ipotesi non vivisezionate in un processo pubblico ma frettolosamente citate in un dibattimento tenuto rigorosamente segreto come ai tempi dell’ inquisizione e, come ti sbagli?, del solito mucchietto di intercettazioni.
A quanto pare, vista l’assoluzione delle altre società, sono state queste l’elemento decisivo. Poco importa se non sono state ancora sottoposte a perizia, che non si è chiesta una spiegazione a chi certe frasi ha pronunciato.
Un’imbarazzante manifestazione di subordinazione culturale e politica ben simboleggiata dal timoroso ministro dello Sport Andrea Abodi che un minuto dopo la richiesta di revocazione della precedente assoluzione aveva già liquidato la questione dell’innocenza juventina («nel calcio si muore e si risorge») porgendo in anticipo le condoglianze.
Sarà un caso ma è un segnale che va ad aggiungersi alle polemiche pretestuose della magistratura sulla riforma Cartabia, all’aggressione insolente del loquace ministro Carlo Nordio, alle scomuniche di chi osi solo criticare l’anti-mafia di maniera, e l’idolatria del carcere.
Così, stasera, anche un qualsiasi tifoso milanista si chiede per chi suona la campana con la sgradevole sensazione che non sia solo per l’odiata Juventus.
Articolo da https://www.linkiesta.it/
Ben, ho messo questo link ieri ma così come articolo è molto meglio.
Vi prego di non criticarmi se metto i copia-incolla…almeno si leggono senza la scusa che il link non si apre.
Comunque nel mio piccolo potevo fare qualcosa l’ho fatta disdicendo pochi minuti fa l’abbonamento a sky.
Vlahovic dice: ” Non ci fate paura, siamo la Juve”. Ecco bravo. Quando tornerai in campo comincia a dimostrarlo e poi vediamo se rimani in qualsiasi condizione; a meno che non sia la società a venderti x necessità.
CALCIO STYLE
Andare a giocare un campionato all’estero.
“Dopo l’ennesima porcata di una sentenza inesistente a livello sportivo (non esiste una norma scritta sulle plusvalenze), non si può stare ancora a guardare in maniera passiva.
I tifosi possono disdire ogni tipo di abbonamento in corso, ma anche la proprietà dovrebbe prendere una dura e forte posizione.
Pensare di lottare con i vari ricorsi, sarebbe sbagliato come è accaduto nel 2006.
Non porterebbe a nulla. Sentenza già segnata (mancano ancora i processi sugli stipendi e sull’inchiesta Prisma che dovranno essere giudicati).
La soluzione? Ritirare la squadra in questo campionato e iscriversi ad un campionato straniero in maniera definitiva.
Come attuare tutto ciò? Basterà cancellarsi definitivamente dal campionato italiano sciogliendo la società, (i titoli rimarrebbero all’albo italiano ma ovviamente non saranno aggiornati dal 2023 in poi), acquisendo una nuova S.P.A. con lo stesso nome e partecipando al suddetto campionato estero.
Tutto questo potrebbe essere possibile partendo ovviamente dalla cadetteria inferiore dalla B o dalla serie C in accordo con la federazione, con il nome Juventus (acquisendo a tutti gli effetti la nazionalità francese se volessimo prendere come esempio la Francia).
Ma anche in qualsiasi altro paese si potrebbe attuare tutto ciò, se la federazione accettasse di far entrare definitivamente la squadra nel proprio campionato. La Juve giocherebbe ugualmente gli incontri in casa a Torino e le trasferte nel proprio campionato straniero accogliente. Tutto questo potrebbe essere possibile soltanto se la federazione di uno Stato straniero acquisisse a tutti gli effetti la società ritenendola francese in maniera definitiva(se parliamo della Francia), inserendo all’albo tutti i titoli che potrebbe vincere dal 2023 in poi, ricominciando da zero. Insomma una Juventus divisa da due momenti storici: quella italiana con i suoi titoli e quella francese o altra nazione con i nuovi titoli futuri. Difficile da attuare perchè ci sarebbero dei passaggi burocratici un pò complessi, ma non sarebbe impossibile, dato il forte guadagno che potrebbe arrivare alla nuova federazione straniera accogliendo il nome Juventus.
La Uefa come si comporterebbe? Se la Juventus fosse riconosciuta a tutti gli effetti squadra francese o di un altro territorio straniero, non potrebbe fare nulla.
Accetterebbe tale situazione perchè sarebbe una società nuova a tutti gli effetti con una nuova iscrizione come S.P.A.
Del resto ci sono casi come il Cardiff e il Swensea che essendo squadre gallesi giocano nel campionato inglese con il loro campionato attivo da anni.
C’è poi il caso della Campionese, squadra di Campione d’Italia della provincia di Como in Svizzera: la squadra, formalmente di un comune italiano, partecipa ai campionati elvetici”.