Articolo di Alessandro Magno
Difficile parlare di calcio in mezzo a questi isterismi. Sono ormai arciconvinto che i 10 anni di vittorie consecutive hanno fatto più male che bene alla tifoseria. Oggi un pareggio contro il Bologna in casa viene vissuto come un dramma mentre è un risultato che è assolutamente normale in un campionato e che in anni dove ci stava Trapattoni o Lippi o Capello o Ancelotti o Conte capitava normalmente. Fra l’altro nel primo anno di Conte in cui vincemmo il campionato da imbattuti ma facemmo ben 11 pareggi (vado a memoria) uno di questi fu proprio in casa con il Bologna mi pare per cui davvero non ci vedo nulla di strano. È il calcio a volte riesci a esser più bravo e vinci a volte non riesci o riescono gli altri e allora non vinci. Che poi la prima regola è sempre: ” quando non puoi vincere almeno non perdere” ma queste sono regole da boomer ormai, ora esiste solo il calcio delle chiacchiere che poi quando godi di buona stampa e buona considerazioni puoi fare schifo liberamente come sta facendo Sarri con la Lazio che ha perso le prima due contro due squadrette (Lecce e Genoa) e rimani comunque un gran maestro.
Ma veniamo ai problemi della Juventus secondo me. Dribbliamo subito la battuta di quelli che commenteranno: ” C’è un solo problema alla Juve ed è Allegri” che è piuttosto scontata e andiamo avanti.
Il primo problema della Juventus secondo me si chiama Manuel Locatelli. Locatelli è indubbiamente uno che non è scarso e anche si applica soprattutto se si deve difendere, tuttavia il suo modo di interpretare il ruolo di regista davanti alla difesa a mio parere, è eccessivamente scolastico. In quel ruolo bisogna prendersi per forza delle responsabilità. Forzare una giocata. Fare un lancio illuminate, una verticalizzazione. Mettere qualcuno in condizioni di andare a concludere. Locatelli applica il metodo Jorginho ovvero il passaggio facile al compagno più vicino solo che lo fa senza la cadenza e la frequenza con cui lo faceva Jorginho. A parte che a me l’italo/brasiliano non ha mai entusiasmato ma per fare ”il metronomo” con efficacia bisogna per lo meno ”trattare” una grossa quantità di palloni. Se non la si tocca mai e quella volta che lo si fa la si dà a tre metri, spiace Locatelli ma così potrei giocare pure io. Nessuno gli chiede di esser quello che non può essere ovvero Pirlo o Iniesta, ma neanche Pjanic, ma almeno prendersi qualche responsabilità. Quello è il minimo sindacale.
E questo mi introduce al secondo problema. Viene spesso criticato Chiesa perché si intestardisce a fare da solo. Giustamente. Peccato che Federico sia uno dei pochi che si prenda la responsabilità ti cercare di andare a concludere. A parte Vlahovic, che però di mestiere fa la punta, abbiamo una squadra di gente che non tira mai. Rabiot, Miretti, Fagioli, Locatelli, ma anche gli esterni che abbiamo, nessuno si prende la briga e la responsabilità di tirare. Sembra che vogliamo fare calcio moderno entrando in porta con il pallone ma l’impressione è invece quella di avere un gruppo di ragazzi ancora abbastanza timorosi da delegare al compagno il tiro in porta. Della serie: al limite se sbaglia sbaglia lui. Con questo andazzo infatti tiriamo sempre molto poco e si faceva già così l’anno scorso. Infatti a volte basta che entri Pogba con mezza gamba e tutto sciancato che si ha subito l’impressione di vedere un calciatore di tutta un altra caratura. Non lo so se questo coraggio verrà fuori,, sono propenso a credere che è una caratteristica che o ce l’hai oppure no, tuttavia finché ci sono questi giocatori è necessario e fondamentale che il mister ci lavori. Non abbiamo un solo giocatore che tira dalla distanza. L’ultimo fu Ronaldo ci sarà un motivo se segniamo poco?
Concludo con il bellissimo gol segnato da Vlahovic e non parlo di proposito delle polemiche che avvelenano il campionato. Su quelle dico solo che la Juve dovrebbe difendersi pubblicamente e non abbassare sempre la testa come sempre fa. Ma dicevo del gol di Vlahovic: Illing che va sulla fascia salta il suo e pennella un cross che Dusan con bello stacco e torsione insacca all’angolino. Gol davvero molto bello. Niente che non avevamo già visto fare mille anni fa a Causio-Bettega a Cabrini-Rossi a Di Livio-Vialli o a Camoranesi-Trezeguet. Non è che c’è sempre da inventare cose. A volte basta mettere un cross come si deve che segnare di testa è bello come entrare in porta con la palla. Vale sempre un gol.
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