L’Italia innamorata di Sinner .. e come dargli torto?

Scritto da Cinzia Fresia

L’Atp finals appena terminato a Torino ha fatto scoprire uno sport : il tennis, attraverso le gesta sportive di un italiano per caso, Yannic Sinner, originario del Tirolo, zona che dell’Italia ha solo la spartizione bellica.
Yannic lo ha ammesso, ha imparato l’Italiano a Bordighera mentre studiava alla leggendaria Accademia di Riccardo Piatti. Un’eccellenza tutta italiana che forma campioni e coltiva talenti.

L’Italia si è scoperta innamorata di Yannic Sinner, e non c’è nulla di strano e di cui stupirsi. Un ragazzone dai capelli rossi alto quasi un metro e novanta, che non si mette in bella mostra, che non alza maglietta per far vedere quanto è muscoloso e tonico il suo addome, che parla con un accento buffo e si commuove a sentir gridare il suo nome. La passione e la forza di questo ragazzo ha messo da parte quelli che con poco sforzo guadagnano soldi facili e dopo si annoiano.

Il caso Fagioli e C. ha scosso l’opinione pubblica, la quale si è improvvisamente svegliata aprendo gli occhi sul vero volto di queste persone.
Il tennis non è uno sport democratico, si è in due. Non ci sono gli altri 10 che difendono, fanno assist, corrono si dannano per aiutarti. Non c’è un sistema mediatico pronto a tamponare gli errori, qui non c’è nulla di tutto questo, c’è un campo, due persone e una pallina che vola.

Nel tennis si diventa grandi presto e a 14 anni sei un professionista. E’ uno sport difficilissimo, i primi dieci sono degli extraterrestri, inarrivabili e ne passa uno su un milione.

L’Atp finals ha offuscato le prestazioni della nostra nazionale di calcio. Vittoriosa e ad un passo dalla qualificazione. Un Federico Chiesa super star e beniamino non ha entusiasmato più di tanto, perché gli occhi e il cuore della gente erano tutti per lui, il ragazzino dai capelli rossi.
Una media di tre ore a partita di massima intensità , Sinner ha convissuto con un evidente dolore alla schiena di cui non ha fatto parola, stringendo i denti è riuscito a vincere.
Non ci si rende conto di quanto il tennis professionista sia usurante e doloroso sul fisico . Se immagino il “maltrattamento” ad una spalla per produrre un servizio a 190 km l’ora ..
e quanto lavoro e palestra per ogni singola prestazione, guardo ai calciatori con sincera compassione.
L’allenamento giornaliero di un tennista non ha nulla a che fare con quello di un calciatore, già stufo prima di cominciare, che si arresta subito al primo segno di cedimento.
Il calcio è garantista di un ottimo reddito (persino troppo) anche nelle serie minori, al contrario del tennis dove c’è una differenza sostanziale tra i primi dieci e gli altri in coda.

Yannic Sinner ormai senza più benzina, si arrende in finale a Diokovic, sebbene stanco ed esaurito resta il vincitore morale di questa competizione che ha avuto merito di restituire l’entusiasmo ai torinesi.

L’Atp finals ci ha tenuto incollati al televisore, facendoci dimenticare per qualche minuto, l’ennesima tragedia che ha colpito il nostro paese: l’omicidio di una bella ragazza di 22 anni morta probabilmente a causa della noia.

La speranza è l’ultima a morire, e mi auguro che i giovani rifiutino la negatività e reagiscano appassionandosi alle cose che amano, imparando a proprie spese a camminare con le proprie gambe.

  1. Onore e gloria al nuovo campione che si affaccia al top del tennis mondiale.
    È dal 1976 che in Italia non c’è una voglia di tennis come in questi giorni. Lo ricordo bene perché come nel 1982 quando vincemmo quel campionato del mondo, ci fu “un insurrezione di ragazzi ” io tra questi, che si iscrissero nei circoli tennis per imparare.
    Peccato che Sinner non sia riuscito a completare l’opera, ma perdere contro il più grande di tutti i tempi non è certamente un disonore, anzi.
    Abbiamo la consapevolezza che finalmente in Italia è nata una nuova star e che se il buon Dio lo vorrà, ci renderà orgogliosi nel mondo come la Ferrari e tutto ciò che di buono riusciamo a proporre.

    Chiesa? È un campione, ha solo bisogno di togliersi i postimi mentali del brutto incidente che ha avuto e, giocare sciolto. I soliti detrattori ( generalmente quei giornalai frustrati di fede milanese ) hanno evidenziato nello scarso difensore della macedonia il suo rendimento con quei 2 goal da vero fuoriclasse.
    Ai posteri l’ardua sentenza, diceva qualcuno.

  2. Io non leggo certi giornali come quello rosa perché spesso e volentieri è pieno di inesattezze e sprigiona tanto fango nei confronti della Juve e di tutto ciò che la circonda, ma ormai il mondo mediatico ti riporta certi tam tam e non puoi fare a meno di ascoltarli o leggerli.
    Vorrei tanto conoscere ( lo dicevo nel topic precedente) quelli che in prossimità della partita tra Juve e feccia ( eufemismo ) vanno nelle r.s.a. ( ma forse quest’ultimo ha i soldi per pagare le badanti e non lo hanno ancora ricoverato ) per intervistare moratti x farlo esaltare e poi magari proporre qualcosa di orgoglioso sui suoi scudetti di cartone.
    Invece di vergognarsi di far parlare ancora di un fallo di sfondamento come un rigore non assegnato, questa gentaglia, e a distanza di anni risveglia la gente (in un caso pure malato terminale) e sulla via del tramonto. Praticamente invece di parlare di attualità mettono zizzania per riscaldare gli animi.
    Aspetto con ansia una querela da parte dei familiari ( sollecitati da uno stolker capace di strumentalizzare anche lo scripta, pensa un po’ te da quale pulpito mi arriverebbe) per poter conoscere di persona questo vigliacco che mi perseguita senza che neppure io lo consideri. Più volte ho richiesto i suoi connotati ma mi sono stati recapitati solo email farlocche. Che mandi su questo blog i suoi dati, se vuole i miei. Io non mi sono mai nascosto, una volta l’ho pure invitato a San siro a vedere una partita con me ma non ebbe il coraggio di potersi palesare e soprattutto dopo che sono stato offeso ed anche pesantemente pure sulla mia famiglia, ho richiesto che si facesse vivo. Spero che presto la polizia postale ( ancora sollecitata) gli possa chiudere il blog così che possa finire questa persecuzione.
    Io tifo Juve e mi sento orgogliosamente un passo avanti a tutti in campo sportivo, non solo perché più vincente, ma per lo spirito vero di sportività che ha sempre rappresentato. Non mi dispiace x gli invidiosi e frustrati che come la famosa volpe, non potendola raggiungere, dicono che “ ruba”(acerba). Gli altri rimangono solo volpi ( che di credono furbi) ma che non potranno mai raggiungere quell’uva troppo in alto x loro. Mi auguro che la metafora sia chiara, una volta x tutte.

    • Secondo me il punto è un’altro.

      Dopo quella che può definirsi farsopoli 2, e dopo la carognata fatta all’Ucraina, come si può pensare di assistere ad un qualcosa di onesto?

      Domenica giocheranno la Juve contro un’altra squadra, questo è il mio sentimento.

      Del risultato non me ne può fregar di meno perchè in cuir mio è già tutto deciso.

      L’unica cosa che mi interessa è vedere i progressi della Juve per la prossima stagione in CL o Superleague.

      Certo con Allegri ogni anno si ricomincia daccapo e questo mi porta a prendere il tutto come attesa che a giugno ci dia un progetto spirtivo differente con a capo altri personaggi e soprattutto un sllenatore degno di questo nome.

      Poi c’è la classifica.

      E qui Allegri ha ragione, ma dovrebbe spiegare meglio.
      Il 4° posto basta ed avanza per andare in CL a giocarsi la Coppa.

      Perchè, amico mio, la serie A è decisa politicamente a tavolino!

  3. Kris

    Torno per un attimo sull’argomento per avere qualche chiarimento in merito da te. Nelle motivazioni di condanna della Cassazione si parla di “sussistenza di una serie di condotte fraudolente da parte di determinati soggetti (nello specifico di MOGGI) rivolte all’alterazione di alcune gare del campionato di calcio 2004/05”, fra le quali ci sarebbero le presunte richieste agli arbitri da parte di Moggi delle c.d. “ammonizioni mirate”. Una intercettazione in particolare, quella del 3 dicembre 2004 alle ore 12.46 (vds prog. 8790 utenza 335/54), attira l’attenzione per le evidenti anomalie che la caratterizza, sia nel criterio adottato per l’attribuzione delle sim interessate e sia per le incongruenze nell’interpretazione dei contenuti.
    Vengo al punto, dicendoti che secondo gli inquirenti l’interlocutore di Moggi in quella telefonata è l’arbitro Racalbuto, ma le sue “attribuzioni” non sono sicure oltre ogni ragionevole dubbio, come per altro evidenziato in altre circostanze l’errata attribuzione delle sim ad altri utenti. Ma al di là di questo come si legge testualmente a pag.115 della sentenza della Cassazione, quel che non capisco e che ti chiedo gentilmente di spiegare è perchè la Corte di Napoli, enucleando le numerose conversazioni che vedono protagonista Moggi, cita proprio la suddetta telefonata 8790 del 3.12.2004, nella quale Moggi come rilevato nell’intercettazione, parlando con Racalbuto (arbitro designato in quella giornata di campionato a dirigere Reggina-Brescia) chiede al suddetto arbitro di ammonire i giocatori del Milan (?).. una richiesta quantomeno insensata, che Moggi avrebbe dovuto fare semmai a Pieri, l’arbitro designato in quella stessa giornata di campionato a dirigere Parma-Milan e non certo a Racalbuto spedito ad arbitrare a Reggio Calabria.

    • Azzz Gioele, e che mi hai preso per Prioreschi? 😅
      Mica mi ricordo centinaia di pagine, che già allora mi rifiuti di approfondire.
      Ricordo vagamente qualcosa di questa telefonata e, a dire il vero, visto che hai indicato la pagina sono andato a guardare ma alla 115 non se ne parla…

        • Pag.115
          87.3
          […] La Corte di Napoli enuclea numerose conversazioni …

        • Da TuttoJuve

          […]
          “E chiudiamo con l’ultima telefonata, prova dell’accusa sulle ammonizioni “mirate”, che merita un approfondimento. De Gregorio scrive: “Inoltre va segnalato il discorso del 3 dicembre 04 in cui Moggi parlava con tale Garufi col telefono sotto controllo e ricevette una telefonata sulla sua utenza riservata da un’altra utenza svizzera, attribuita all’arbitro Racalbuto; risultò, così, palese in questa occasione il contenuto del colloquio e nello stesso tempo si riscontrò un possibile uso delle utenze riservate….”.

          Sull’informativa è riportata così:

          In particolare, il 3 dicembre 2004, alle ore 12,46 (vds prog. 8790 utenza 335/54…), a poche ore dai sorteggi arbitrali della 14a giornata di andata, Luciano Moggi mentre parla con Silvana Garufi, riceve su un’altra utenza non monitorata, un’ulteriore telefonata, con interlocutore non identificato ma evidentemente arbitro, dalla quale emergono molteplici e precisi riferimenti tecnici, come le designazioni per la predetta giornata di campionato. Moggi riferiva all’interlocutore “… oh, la peggiore che ti poteva toccà, eh!… però tu fa la partita tua, regolare, eh? … no, senza regalà niente a nessuno, con… con tranquillità perché qua a me mi serve per la… eh?… Ok!… DONDARINI (ndr arbitro di Juventus-Lazio)!… eh, ma a me quello che mi serve è… è… è FIORENTINA-BOLOGNA… in modo particolare… apposta!… il minimo… eh… eh… quello, quello mi serve in particolare e poi… ehm… ehm… mi serve… eh… il MILAN, di avanzare… ehm… ehm… nelle… nelle ammonizioni per far fare le diffide, insomma !…Vabbè Tanto comunque ne parliamo stasera poi!… oh, sentiamoci stasera, verso le 21,30 così 21,00-21,30!…Ok…”.

          L’interlocutore “non identificato” diventa Racalbuto, secondo l’accusa, dopo l’attribuzione delle schede sim straniere ad opera del maresciallo Di Laroni. E’ uno studio fatto dopo che Auricchio è stato mandato ad insegnare tecnica investigativa, un atto firmato da altri, ma Auricchio ne parla nella deposizione del 9 febbraio:
          Auricchio: La conversazione intercettata è tra Moggi Luciano con Silvana Garufi. Nell’ambito della conversazione si registra una conversazione che successive attività investigative fanno ricondurre all’arbitro Racalbuto. Il, diciamo, l’argomento che è stato ritenuto di interesse è, leggo il testuale… quindi Moggi-Racalbuto ‘La peggiore che ti poteva toccà…’
          PM Narducci: No, mi scusi, mi scusi…
          Avv. Trofino: Non è Moggi-Racalbuto… E’ un’ambientale dove lei ritiene che sia Racalbuto. Tecnicamente…
          Auricchio: Sì, sì…
          Presidente Casoria: E allora, un momento. Pubblico Ministero, la vuole far sentire questa intercettazione?
          Moggi (in sottofondo) : Sì, sì..
          […]
          Auricchio: Il colloquio in mono, diciamo, si ascolta soltanto la conversazione telefonica del Moggi con l’altro interlocutore, diciamo, ha un interesse investigativo che abbiamo evidenziato. […] La conversazione è ritenuta utile perché fa riferimento alla partita Fiorentina-Bologna, la partita Fiorentina-Bologna che si è giocata il turno precedente alla citata partita Bologna-Juventus. Il dato, che appare utile investigativamente ricordare, è che in quella sede l’arbitro dell’incontro, De Santis, dell’incontro Fiorentina-Bologna, ha ammonito due calciatori diffidati della difesa del Bologna, Petruzzi e Nastase, e in più ha fatto entrare in diffida Gamberini. Quindi, sostanzialmente il dato che noi abbiamo ritenuto utile investigativamente, tratto anche da quella conversazione che ho appena ricordato, è una sorta di, diciamo, strategia preventiva nel senso di… la squadra che successivamente si presentava a giocare con la Juventus c’arrivava tecnicamente con, diciamo, soggetti diffidati, espulsi, mancanti e squalificati.

          Trascuriamo il criterio adottato per attribuire le sim perché non è farina del sacco di Auricchio che, quando ha coordinato l’operazione Off-side, sulle “straniere” non ha avvertito neppure la curiosità di interrogare De Cillis, un’anomalia che abbiamo analizzato nell’articolo “Sim svizzere, la principale stranezza investigativa”. Trascuriamo anche, perché l’audio non è “pulito” e andrebbe verificato con un software idoneo, che al termine di quella telefonata a molti sembra di sentire un nome “Ciao Albe’, ciao ciao ciao”, e non c’erano arbitri che si chiamassero Alberto.

          Secondo Di Laroni l’interlocutore è Racalbuto, ma le sue “attribuzioni” non sono a prova di bomba e sicure oltre ogni ragionevole dubbio, come ha evidenziato prima l’errata attribuzione della sim a Gianluca Paparesta e poi la deposizione dell’ingegner De Falco. Continueremo ad usare la logica, che stride con l’accusa:
          1. Che senso ha esporre ciò che interessa in Fiorentina-Bologna, e che il Milan avanzi nelle ammonizioni, a chi arbitra Reggina-Brescia?
          2. Di ammonire i giocatori del Milan, Moggi avrebbe dovuto far richiesta a Pieri, che arbitra i rossoneri a Parma, non a Racalbuto.”

  4. L’Italia innamorata di Sinner .. e come dargli torto?
    Complimenti per il pezzo. Chapeau!

  5. Andrea (the original)

    Già, molto meglio il tennis Cinzia, non tanto per Sinner (che comunque è stato molto bravo) ma perché gestito molto più seriamente da sempre.
    Per carità, il ranking ATP ha visto spesso polemiche ma ..vogliamo parlare dei criteri utilizzati nel calcio?
    Parliamone: nella composizione delle fasce per gli Europei la UEFA commette un crimine al gioco ancor peggiore di quello commesso tabelloni del 2016 o con quello dell’ultima Champions.
    Ricapitolando: per Ceferin e i suoi scagnozzi non conta il ranking ma la geopolitica secondo cui le fasce sono determinate dai punti raccolti nei gironi.
    Come al solito quindi il Belgio, squadra che ha sempre fallito ma ha sempre goduto di gironi facili tanto di essere senza alcun merito n.1 del ranking per anni, sarà ancora testa di serie.
    Ma questo è un antipasto, andiamo oltre: la seconda fascia è composta da squadre che son sempre state comprimarie e non è che siano cresciute ora. Erano e restano scarse ma avevano gironi in cui era facile fare punti.
    Ma ora teniamoci forte: Olanda e Italia (che ricordo essere, la prima uscita ai calci di rigore al mondiale contro i vincitori e la seconda campione d’Europa in carica), partono invece da terza e quarta fascia e qui tocchiamo l’apice della follia; per entrare in prima e seconda fascia infatti, occorreva vincere il girone o, in alternativa, essere tra le due seconde con il maggior numero di punti…ma come facevano Olanda e Italia a vincere un girone in cui si trovavano contro due mostri come Francia e Inghilterra? E come facevano a fare i punti necessari per essere tra le due migliori seconde quando con Francia e Inghilterra sai che farai 0 punti matematicamente e dunque ti restano solo 6 partite per fare i punti che altre fanno in 8 partite?
    Risultato: avremo una seconda fascia occupata da vincitrici di giorni che si chiamano Albania, Ungheria, Turchia. 🥺
    Contro chi giocavano queste squadre che sono arrivate prime?
    Se vi va cercate, io anticipo solo che se in questi gironi vi fossero state Italia e Olanda, la loro vittoria sarebbe stata scontata e, visto che a quel punto contava il ranking, forse l’Italia sarebbe partita da testa di serie o, nella peggiore delle ipotesi, dalla seconda (idem gli Orange).
    Questo sarebbe il calcio del popolo di Ceferin? Questa sarebbe la meritocrazia?
    Vincere gironi con Kazakistan, Finlandia e San Marino (perché alcune delle squadre erano queste) è un merito tale da relegare in coda nazionali storiche, comunque migliori di Albania ecc e che si son sudate la qualificazione contro nostri sacri?
    Ma per favore, mistificare il merito e il ridicolo è ormai esercizio consolidato per il clan Ceferin-infantino..
    Europeo già falsato, come quello del 2016.
    P.s.che bella partita Francia -Gibilterra 14-0..punteggi così non si vedono piu neanche nelle amichevoli durante i ritiri contro le selezioni montanare, li dobbiamo vedere in qualificazione al massimo torneo continentale.,😄🤦

    • Andrea lo sai tu, lo so io ormai lo sanno tutti si delinque. Nel tennis se ti azzardi .. ti demoliscono e rovinano la carriera. Guarda le scommesse, non possiamo tollerare che dei “mocciosi” di qualunque squadra si permettono di buttare denaro per noia. Hanno tanto tempo libero .. beh i tennisti no. Per arrivare a guadagnare qualcosa devi allenarti tutto il giorno, i sacrifici sono enormi e alla fine rischi di non viverci. Un giocatore di divisioni minori prende tre volte un lavoratore normale.
      Basta privilegi al calcio e sottolineo maschile, poiché le donne in confronto fanno la fame.
      Sinner ha finito la partita con il mal di schiena e ha vinto, non come i calciatori che per una pedata chiedono subito il cambio.
      Tutto questo Andrea comincia a stufare.

      • Cinzia,
        non hai torto, purtroppo però i problemi del calcio sono altri.
        Riguardano la perdita di credibilità di un mondo che dovrebbe fermarsi e fare due o tre passi indietro.

        La gestione dei tornei dovrebbe tornare ad essere appannaggio dei club e non delle federazioni con ingerenze politiche annesse.

        Quanto successo alla Juve lo scorso anno lo trovo inaccettabile.

        Parliamo della VAR?

        Andrebbe spenta e non parliamone più, salviamo la gol line tecnology e finiamola li.

        Insomma si ci sono i ricchi viziati,ma i problemi sono ben altri.

        Lo dicono i numeri non certo io.

        Unico paradiso la Premier che resiste nonostante gli scandali.
        Ma, attenzione ha smesso di crescere.

        Per il resto poca roba ed una serie A in caduta libera.

  6. Caro Andrea alla fine hanno recuperato facendo passare la nazionale campione in carica non assegnando un calcio di rigore agli ucraini nei minuti finali del recupero.
    Che poi l’Italia abbia meritato il passaggio per il gioco espresso, le azioni e il possesso palla non lo discuto c’è però da dire che la tattica fatta dagli ucraini era quella di dare tutto nel finale di partita si è visto come infatti abbiamo visto far uscire Politano solo dopo 9 minuti dal suo ingresso in campo.

    Chiudo con una battuta: mi viene il sospetto che in sala var ci fosse un russo.

    • Andrea (the original)

      Bella quella del russo😄
      Non hanno recuperato, son situazioni diverse, perché il rigore è un episodio gestito malissimo, i criteri sulle fasce sono un modo di gestire il calcio che lo affonda.
      Si comunque l’Italia ha fatto una bella partita, pagando l’assenza di un 9.
      Nel finale avevano speso tanto, Scamacca è stato un disastro (idem Kean) e dunque si è ribaltata l’inerzia.

      • Forse ricorderai tanto tempo fa un telecronista sky (Marianella?) alla fine della partita il pari ottenuto dalla Viola sulla Juve esclamare: giustizia è fatta per ben tre volte…ecco ieri sera i cronisti rai nel dire rigore c’era ma va bene così… secondo te che catzo gli vorresti dire a degli idioti simili?

    • Max, godibilissima partita della nazionale ieri sera. Che difenderà il titolo di campione d’Europa, con pieno merito, il prossimo anno.
      L’inerzia della partita è cambiata nel finale soprattutto perché l’Italia ha un gioco, ma non un centravanti. Non può fare tutto Chiesa (che ieri sera sembrava giocasse da una vita sulla fascia sx con Di Marco).

      • Buona partita prima che entrasse Potitano e poi Kean…infatti Politano gioca solo 9 minuti e poi risostituito(non accenno e non voglio accendere una polemica, pensare solo per quell’istante del calcio di rigore negato agli ucraini a una Italia fuori dall’Europa nemmeno ci voglio pensare…pensiamo invece tutti alla COMPOSTEZZA dell’allenatore ucraino senza un minimo di polemica.
        Noi ce lo sognamo.

        • Sì, appunto, i sostituti non sono stati all’altezza degli 11 iniziali, ed era uscitonpure Chiesa, migliore in campo …

          Cmq, poi, visto da più inquadrature, personalmente tutta questa certezza sul rigore non ce l’ho 🤔

  7. IL 26 NOVEMBRE SI AVVICINA

    Potrebbe essere per loro la MANNA di tutte le partite”rubate” fin qui(vedasi il rigore dato a Thuram e quello non dato all’Ukraina ieri sera) vogliamo parlare ancora di calcio giocato?

    Come ogni vigilia che si rispetti ogni venerdì dai tribunali deve per forza di cosa uscire qualcosa che destabilizzi i nostri ragazzi che la domenica debbono giocare la partita…questa volta dico ai nostri giocatori di scendere in campo tranquilli… anche se ora al posto di Orsolini “balla” Mandragora… almeno per come riporta JU29RO più sotto:

    “Se volete capire di più sulla vicenda #Orsolini #Bologna vi invitiamo a leggere il puntuale contributo del nostro caro amico Prof.
    @FabrizioBava

    Processo PRISMA: il “filone side letter” crollerà come un castello di sabbia?
    Perché l’archiviazione nel caso Orsolini è un’ottima notizia per la Juventus (e lo IAS 28, par.45, non c’entra nulla in questa vicenda)

    Tra le numerose contestazioni alla Juventus, vi è l’iscrizione della plusvalenza di euro 11.049.000 nel bilancio al 30.06.19 relativa alla cessione di Orsolini al Bologna. La contestazione non riguarda né l’ammontare della plusvalenza, né la mancata contabilizzazione come permuta (non si trattava di uno scambio), bensì il rinvenimento di una scrittura privata qualificata dall’ipotesi di accusa come un accordo di “recompra” (cioè una clausola che consente il riacquisto del calciatore, trascorso un certo lasso di tempo a un prezzo prestabilito) non prevista nel contratto e, pertanto, anche non depositata presso le sedi competenti.
    Quando un calciatore viene ceduto prevedendo il diritto di recompra non è possibile iscrivere a bilancio l’eventuale plusvalenza fino a quando la società non rinuncia all’esercizio di tale opzione. La norma, prevista nell’art. 102 delle NOIF della FIGC, è coerente anche con la disciplina IAS/IFRS (i principi contabili che applica la Juventus in quanto quotata). Il club che vende il calciatore, infatti, ne mantiene il controllo, potendo in futuro decidere di esercitare l’opzione e riacquistare il proprio calciatore, conseguentemente gli IAS/IFRS non consentono l’iscrizione immediata della plusvalenza.
    Dirimente è la risposta a un unico quesito: che valore hanno side letter non depositate e non firmate dal giocatore? Per il GUP del tribunale di Bologna, che ha archiviato accogliendo la richiesta della Procura, non hanno alcun valore, si tratta, come pare indichi il titolo stesso del documento rinvenuto nelle perquisizioni, soltanto di un promemoria, un accordo tra gentiluomini che non può essere fatto valere in alcuna sede.
    Per il PM e il procuratore capo, del promemoria “non può sostenersi la giuridica, documentata esistenza e, soprattutto (con valore assorbente), l’azionabilità in caso di dissenso o inadempimento”. La conseguenza è che, a mio parere, la Juventus ha correttamente iscritto la plusvalenza in bilancio sulla cessione di Orsolini, trattandosi di cessione da qualificare come definitiva.
    Peraltro è molto chiaro l’art. 102 NOIF (lettera b,l comma 4) che recita:
    “4. Negli accordi di cessione definitiva di contratto, la società cedente che trasferisce il diritto alle prestazioni sportive del calciatore/calciatrice e la società cessionaria che acquisisce detto diritto possono contestualmente prevedere il diritto di opzione a favore della società cedente al fine di attribuire a quest’ultima la facoltà di riacquisire a titolo definitivo il diritto alle prestazioni sportive del calciatore/calciatrice trasferito/a a condizione che:
    a) (omissis)
    b) la clausola relativa al diritto di opzione sia, a pena di nullità, sottoscritta dal calciatore/calciatrice con espressa dichiarazione di accettazione di ogni conseguenza dell’esercizio o meno del diritto di opzione”.
    Così l’Avv. Mattia Grassani (secondo quando riportato sui quotidiani) “si tratta di una pronuncia (…) che ben può fare da apripista agli altri procedimenti ancora pendenti innanzi alle varie Autorità giudiziarie ordinarie e riguardanti fattispecie similari. Il punto saliente, a mio avviso, la vera svolta della decisione di oggi è che finalmente si mette nero su bianco che un documento avente natura di scrittura privata, non depositato presso gli organi federali competenti, risulta di assoluta irrilevanza per l’ordinamento generale dello Stato. E analogamente dovrebbe essere anche per l’ordinamento sportivo, i cui procedimenti sono, per il momento, sospesi, con il risultato che ciò che non è stato sottoposto al vaglio degli organi tecnici della federazione non può dare luogo, oltre a responsabilità penale, nemmeno a responsabilità disciplinare”.
    Le medesime conclusioni dovrebbero valere anche per altre situazioni similari di cui è stata data ampia notizia sui quotidiani nei mesi scorsi. Ricordo che per quanto riguarda il processo sportivo, ormai concluso, il filone side letter è stato oggetto di patteggiamento.”

  8. Gioele, per comodità visto che gli scritti più su si andavano assottigliando sempre più.

    Non capisco o non si capisce per quale motivo gli arbitri parlino tranquillamente su scheda italiana con i designatori, prima e dopo le partite, pur essendo in possesso delle SIM svizzere.

    Tempo fa Sigfrido Ranucci a Report:
    https://www.tuttojuve.com/altre-notizie/ranucci-report-emergera-un-inedito-racconto-di-calciopoli-sim-svizzere-acquisite-in-maniera-irregolare-640190

    • Barone,
      che tutti parlassero al telefono con tutti, è cosa ormai nota anche ai sassi e fra l’altro all’epoca permessa, ciò che è incomprensibile invece (motivo della richiesta a Kris) e quello che si legge a pagina 115, nel paragrafo 87.4 che segue immediatamente l’87.3 riportato sopra, in cui la Cassazione scrive che la Corte di Napoli enuclea (fra le altre) un’intercettazione fra Moggi e colui che gli inquirenti hanno identificato (senza prove certe) come un arbitro, nella fattispecie il Signor Racalbuto:
      “La decisione della Corte dunque si presenta immune da vizi di illogicità né può affermarsi che la prova sia stata travisata, apparendo poi le censure del ricorrente (ndr la difesa di Moggi) sostanzialmente rivolte ad una lettura alternativa della vicenda non consentita in sede di legittimità.”

      Ecco se qualcuno fosse in grado di farmi capire quale interpretazione dare a questo enunciato in relazione a quanto riportato sopra, sto zitto e non parlo più fino a Natale.

      Enunciato che fra l’altro segue l’altro in cui è scritto che: “… di sistema illecito ideato nel mondo del calcio, ideato e diretto dal Moggi – come afferma la Corte distrettuale – parlano soggetti come il teste de relato Monti (ndr ex-direttore del giornale rosa di Milano) che – come ricorda la Corte distrettuale – ha riferito di notizie in questo senso apprese da FACCHETTI Giacinto, Vice Presidente dell’INTER, peraltro poi confermate direttamente dal figlio GIANFELICE.”

      Ecco, allora visto che manca ancora un mese a Natale concludo l’argomento O.T. affermando che solo P.overi menteK.atti ossessionati dalla Juve possono rispettare tali formule giuridiche, a fronte di intercettazioni ambientali travisate prospettate come prove dirimenti delle presunte “condotte fraudolente del Moggi rivolte all’alterazione di alcune gare del campionato di calcio 2004/05”.

      • Gioele,
        Quello che dice la cassazione in quel passaggio é che loro non possono fare una nuova valutazione della prova. Il controllo cassazione è solo di legittimità. Se in primo e secondo grado la prova è stata valutata in un senso loro non ne possono dare nuova lettura.

        • Grazie Kris, ma questo non cambia la sostanza di sentenze di condanna prive di basi processuali.

        • Kris

          Un’ultima considerazione sugli arbitri che secondo inquirenti e giudici erano in possesso di scheda svizzera, e cioè Racalbuto, Pieri, De Santis, Bertini, Cassarà, Dattilo e Gabriele. Di questi 7 arbitri – tutti accusati di aver partecipato al sodalizio promosso da Moggi e tutti ASSOLTI tranne De Santis (condannato per fatti che non riguardano la Juventus) e Racalbuto (prescritto) – solamente i primi 4 hanno arbitrato la Juventus, il Milan e l’inter nella stagione 2004/05. C’è una statistica sul rendimento di questi arbitri nei confronti delle due squadre (Juve e Milan) che quell’anno si giocarono lo scudetto e nei confronti della terza forza del campionato (l’inter), in cui è riportata la media punti di ciascuna delle 3 con Racalbuto, Pieri, De Santis e Bertini che hanno diretto la Juventus per 12 volte, il Milan per 13 volte e l’inter per 10 volte, questa:
          Juve 12 partite 6V 4P 2S – 22 punti – media 1,83
          Milan 13 partite 8V 4P 1S – 28 punti – media 2,15
          inter 10 partite 5V 4P 1S – 19 PUNTI – MEDIA 1,90

          Come puoi notare sia l’AC Mea-ni che l’FC Pian-gina milanesi, sono quelle che hanno la media punti più alta con gli arbitri in possesso di schede svizzere.
          Stranezze di una farsa processuale glorificata solo da P.edisseK.ui manipolatori di “sentenze” confezionate col cartone ammuffito.

          • P.S. Campionato 2004-05, Inter 12 pareggi contro:
            1g.) Chievo (15°) ——> arbitro Paparesta
            2g.) Palermo (6°) ——> arbitro Bertini
            4g.) Parma (17°) ——> arbitro Morganti
            8g.) Lecce (11°) ——> arbitro Rodomonti
            9g.) Lazio (13°) ——> arbitro Trefoloni
            10g.) Fiorentina (16°) ——> arbitro De Santis
            11g.) Bologna (retr.B) —> arbitro Rosetti
            12g.) Cagliari (12°) ——> arbitro Pieri
            15g.) Siena (15°) ——> arbitro Farina
            19g.) Reggina (10°) ——> arbitro Rosetti
            20g.) Chievo (15°) ——> arbitro Paparesta
            23g.) Parma (17°) ——> arbitro COLLINA

            Tutta colpa di Moggi, del prescritto Racalbuto e della loggia P3 di Pippo, Pluto e Paperino.

  9. TUTTI INGINOCCHIATI IN CHIESA

    Salve ragazzi, quante volte abbiamo visto Chiesa fare diagonali in difesa ieri sera?
    E l’ultima prima di uscire salvare in calcio d’angolo addirittura sul lato dx lato opposto dove ha giocato per tutta la partita sull’out di sx.
    Giocatore recuperato alla vecchia sua maniera…questo è il giocatore che serve alla Juve.

    Chiesa, Barella e Dimarco così domenica ne vedremo delle belle.

    • Andrea (the original)

      Si ma come lui stesso ha detto, dipende anche dal calcio propositivo.
      E mi permetto di aggiungere anche dal ruolo, perché Chiesa è un esterno e lì rende come in nessun altro ruolo.

      • Bravo, però hai dato del palo della luce al più bravo esterno che la Juve abbia mai avuto.

        • Mo’ ti devi cambiare il nick in Marione50😜

          • Ma no Kris, nun ho altro a cui pensare e certe cose le ricordo bene…
            Oggi Mariolone servirebbe alla Juve, a questa Juve…pensavamo di averlo trovato in Dybala…?

        • Andrea (the original)

          Mandzukic era un centravanti che faceva il terzino perché non faceva i gol di un centravanti.
          Fin quando la Juve non aveva stelle ha fatto il suo da 9.

          • Da 11 ha fatto tanto come Chiesa ieri…il salvataggio in corner non a sx di Donnarumma ma a dx…tanta roba da farmi ricordare Mariolone.

    • Vero, Barone, Chiesa ieri sera a tutta fascia, è stato in fulcro del gioco italiano, però…
      Però nell’ultimo quarto d’ora la dispnea galoppava meglio di lui 😅.

  10. A una certa ieri sera chiudo gli occhi per un attimo a ripassare le azioni del nostro Chiesa in avanti ma anche i salvataggi in difesa e le ripartenze…in panca c’era Allegri o mi son perso chiudendo gli occhi?

  11. Alla Juve qualcuno, anche se non te lo dice, si mangia le mani(così doveva essere ma purtroppo gli Agnelli non ci sono più).
    Rileggendo oggi il ricorso al Tar della Juve dell’agosto 2006 scopri un passaggio come quello in cui si afferma che gli “stessi organi federali”, ovvero il professor Guido Rossi e la macchina messa su in fretta con le nomine al volo di giudici o investigatori utilizzati quasi solo per calciopoli, “seguirono le logiche condizionate dal momento”.
    E come non ricordare, allora, che nel 2006 Mario Serio, professore di diritto e membro della Corte Federale che giudicò in appello Calciopoli, scrisse le condanne e le giustificò così: “Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo, abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla stessa lunghezza d’onda”.
    Tesi interessante: mettersi sulla lunghezza d’onda dell’opinione pubblica.
    Chissà se si sono messi anche i giudici di Napoli su qualche lunghezza d’onda che non fosse la stella polare della verità processuale e del diritto quando hanno sentenziato in primo grado, condannando per associazione a delinquere volta alla frode sportiva, ma escludendo l’alterazione del campionato tra gli effetti di quell’associazione.

    Erano parole del 2006 quelle di Mario Serio, quando Moratti, allora, diceva del commissario Rossi “è interista e ha fatto parte della nostra società.
    Meglio, essere interista è garanzia di onestà, non certo motivo di imbarazzo”.

    Qualcosa di simile a quanto sentenziava il mitico Sordi nei panni del Marchese del Grillo, a chi gli chiedeva conto di qualcosa: “Io so io e voi nun siete un cazzo”.

  12. Andrea (the original)

    Cinzia
    Invece mi tocca leggere che un tale Giancarlo Dotto disquisisca pure sulla italianità di Sinner..che è crucco e per fortuna, perché i simboli di italianità per questo idiota son quelli come Totti, che a me hanno sempre fatto vergognare di essere italiano.
    E poi pensa che meraviglia: Sinner sarebbe un italiano “adottato” secondo questo Dotto, quando nel calcio non puoi permetterti di dire una parola sulla italianità dei Balotelli.

    • Il problema è che il sud Tirolo, che frequento da sempre, non è effettivamente Italia ci hanno provato a fare uno stato a se ma chi lo ha fatto è stato fucilato.
      In effetti l’Italia e il sud Tirolo hanno nulla a che spartire, tuttavia sono più fortunati quelli da noi che il Tirolo austriaco. La nuova generazione tirolese se ne batte, ma la vecchia non ci vede di buon occhio anche se ci tollera. Ma per me Sinner è italiano quanto me .. se poi lui si sente diverso non lo possiamo sapere. Intanto come tutti i suoi colleghi per non sbagliare è residente a Montecarlo 🤣

  13. Andrea, ti riferivi al giornalino rosa?

    L’attacco de La Gazzetta dello Sport a Sinner: “Si è scoperto definitivamente “italiano” senza esserlo completamente. Lo amiamo anche perché non ci somiglia”
    E poi, nell’articolo a firma di Giancarlo Dotto, si legge: “Tra un passante e un rovescio incrociato, tra un boato e un coro, Jannik ha scoperto la bellezza di essere nostro e di ritrovarsi italiano. Sentirsi italiani per adozione avvenuta, conclamata e plebiscitaria. Cosa di più bello? Cosa di più illuminante per un Paese che ancora dibatte il dubbio, nella sua pancia più triviale, se abbia diritto di sentirsi e dirsi italiano chi lo ha dimostrato con l’appartenenza, la dedizione, l’amore svelato, e non per un mero fatto di sangue o etnia”.

    Una volta il Dotto scriveva sul CdS, per qualche nefandezza scritta, mi pare, non lo fecero più scrivere…

  14. Cinzia,
    ti stringo la mano per il bell’articolo.
    Un articolo che nonostante alcuni luoghi comuni che non condivido, reputo ottimo per come hai inquadrato, oggi Sinner.

    No il calcio non è diverso agli altri sport.
    È esattamente la stessa cosa.
    È il racconto che è diverso, e su questo la stampa deve interrogarsi.

    Yildiz, segna in nazionale contro la Germania.
    Ma non è pronto a giocare in serieA, dico serie A non Premier.

    Mentre Sinner a 17 anni già faceva parlare di se.

    Ribalto il paradigma.

    Non è che il calcio debba tornare a vecchi pensieri dove un Marocchi diventava titolare a 23 anni ed a 30 eri pronto per essere venduto?

  15. Andrea (the original)

    Diciamo che anche in Italia questa è prerogativa di alcuni, non di tutti (ad esempio Mancini ha convocato parecchi ragazzi che non avevano giocato ancora in Serie A).
    Qui si ricorre ai giovani quando non hai alternative, dunque sono una toppa e non un progetto.
    Se prendiamo la Juve, si dice che Allegri lanci giovani ma in realtà solo quando non ha nessuno e a conti fatti, trova realmente spazio solo Miretti (per ragioni diverse dal campo visto che è scarso) e lo trovava un po’ Fagioli prima della squalifica.
    Gli altri? 10 minuti qui e là significa lanciarli?
    È anche vero che nel tennis vedi ragazzi non tatuati, raramente biondo ossigenati, social il giusto, dunque concentrati sul gioco e questo dipende dal fatto che se fai il cretino già da ragazzino il tennis ti taglia fuori, anzi in parte ti taglia pure da grande (vedi Kyrgyos).

    • Andrea (the original)

      Era per Luca

    • Andrea e Luca

      Kyrgyos un talento puro dalla sua testa dipendente…purtroppo.

      Molti giovani nel calcio nostrano sono stati “bruciati” per nostro volere…faccio un esempio banale, Coman tutta la vita ma non in quel momento cruciale di quella Juve…e come Coman ora Yldiz? 5 presenze zero goal vedi quello mangiato davanti al portiere con pallonetto sopra la traversa…e se fosse successo in Champions?
      Alcuni ancora non ventenni sono stati messi in prima squadra e fatti esordire in campo, pochi minuti? Forse si.
      Bisogna anche dire che non tutti hanno la sfacciataggine di un Bellingham…

      • A tal proposito Barò, io avrei una storia da raccontare, quella di Domenico Criscito. Mi sono fermato a pensare come sarebbe stata la sua carriera se quel giorno contro la Roma non fosse stato buggerato da Totti.
        Quello era forte, ma veramente un campione che, nella Juve sarebbe diventato un altro Del Piero o Scirea, per parlare di un mostro sacro.

      • Andrea (the original)

        Si ma la sfacciataggine dipende pure dal contesto, un po’ come nelle famiglie: se ti dicono “cucciolo, non uscire che fuori è pericoloso e solo quando sarai grande capirai” cosa viene fuori? O uno che non ha consapevolezza e fa lo sborone per ribellione o un timido che squaglia al primo errore.
        Di contro io guardo le rose di top club e il problema non se lo pongono.

  16. ATTENZIONE IMMAGINI FORTI

    Il Mondo nei modi…

    https://fb.watch/otB7jKz2e6/

  17. Il tennis da sempre è uno sport d’elite non di massa anche se non è uno sport particolarmente costoso. Ai miei tempi forse il completino da fighetto costava qualcosina ma una racchetta va da prezzi popolari in su per chi se la può permettere, e che magari è una pippa.
    In effetti, quando da ragazzo vedevo uno tutto sponsorizzato ( quando facevo i miei tornei estivi per dilettanti) andavo sul tranquillo perchè sapevo che era solo un esibizionista e, del gioco del tennis, ne capiva poco e niente.
    Sono contento che il movimento tennistico italiano abbia finalmente quel campione che aspettavamo da troppi anni, anzi mi meravigliava il fatto che nonostante abbiamo nella F.I.T. una federazione molto forte ed in grado di seguire i migliori talenti, non ne venisse fuori qualcuno come Sinner. Sembrerebbe che ci sia una buona infornata, Musetti se riesce a fare il salto di qualità che ha fatto Jannik è tecnicamente anche più forte, ma in questo sport è soprattutto la “testa” che fa la differenza. Borg o Djokovic non nascono campioni, lo sono diventati perchè la determinazione mentale in alcune circostanze era ( ed è nel caso di Nole) superiore a quella degli altri.

    No LUCA, dissento da quanto dici omologando i calciatori con in tennisti, è tutto un altro mondo, qui come ha pure scritto bene Cinzia, si gioca in 2, uno contro l’altro, non hai nessun aiuto da altri compagni che possono coprire il tuo errore. Quanto ai giovani nel calcio, se hai talento come Pelè o Rivera o Baggio, esordisci anche a sedici anni nella serie A, ma il discorso sui veri talenti da fare esordire nel gioco fisico attuale è più ampio e non riesco a svilupparlo in questo post in cui vorrei parlare di altro. Ne riparleremo e ci confronteremo comunque presto perchè è un argomento che va sviluppato assolutamente.

    Sinner nasce e vive in Italia, che poi il Tirolo sia una superfice che una volta era Austriaca, ci importa poco. Il Trentino anzi l’Alto Adige, così come altre regioni italiane hanno uno statuto speciale per l’integrazione di questi territori, ed essendo stato un frequentatore di quelle zone che amo da morire, non ho mai incontrato un certo “imbarazzo” come visitatore italiano che ho invece riscontrato in altre parti del mondo ( Francia e Svizzera in primis).
    I fiorentini non sono uguali ai Torinesi o ai Romani, così come i cittadini della mia zona ( che al 100% conoscono e parlano tendenzialmente il dialetto salentino non saranno mai come i milanesi, ad esempio. Ci sentiamo però tutti Italiani, io negli ultimi anni mi metto in piedi, quando ascolto l’inno di Mameli e siamo sempre orgogliosi se qualcuno della nostra Nazione si è messo in evidenza al mondo per i suoi meriti.
    Le disquisizioni di tipo ideologico/storiche di qualcuno in cerca di autore come Dotto, ( che nessuno più segue e che vuole mettersi in mostra per far vedere che esiste) non mi possono che fare sorridere. E’ passato più o meno un secolo che il Tirolo è stato annesso all’Italia, persino la lega nord ha ammainato la bandiera dell’indipendenza e, ancora c’è qualcuno che parla di Tirolo?
    Volemose bene che è meglio. 😀 😀

  18. Di Remo Gandolfi
    L’ho appena letto e non potevo tenerlo solo per me. Era un mio idolo

    Siamo nell’aprile del 1966.
    Alfredo Casati è il più importante dirigente del Varese Football Club, squadra che milita nella massima serie del calcio italiano.
    Ha appena visto la sua squadra perdere nettamente al Cibali contro i padroni di casa del Catania.
    E’ l’ennesimo colpo alle speranze del club lombardo di rimanere in Serie A.
    E’ pronto per tornare a casa, rimuginando sulla precaria situazione della squadra del Presidente Giovanni Borghi, facoltoso imprenditore nel settore elettrodomestici.
    Quando arriva all’aeroporto “Fontanarossa” della città nota un certo scompiglio.
    C’è una signora in avanzato stato di gravidanza che sta piangendo disperatamente perché non è riuscita a trovare un posto su quell’aereo con destinazione Milano.
    Chiede aiuto agli addetti.
    «Signora, ci dispiace ma non c’è più un posto libero su questo volo».
    Casati ha assistito alla scena.
    Si avvicina alla signora evidentemente affranta e in lacrime.
    «Tenga il mio biglietto signora. Io non ho nulla di così urgente che mi attende».
    Casati torna in albergo.
    E’ quasi ora di pranzo.
    Va al bar e chiede un aperitivo.
    Il barista lo riconosce.
    «Dottore, visto che deve fermarsi un giorno in più perché oggi non fa un salto a vedere la “Massiminiana”?
    E’ solo una partita di serie D ma c’è un ragazzetto che le farà luccicare gli occhi tanto è bravo!»
    Quando arriva al Cibali Casati non crede ai suoi occhi.
    Il giorno prima per Catania v Varese c’erano poco più di 5 mila persone … per il derby “Massiminiana v Paternò di serie D ce ne sono più di 20 mila!
    Il suo stupore è però solo all’inizio.
    Quello che vede in campo è uno spettacolo autentico.
    Il ragazzino indicatogli dal barista è un’autentica iradiddio.
    E’ velocissimo, non ha paura di nulla, si muove su tutto il fronte d’attacco, dialoga con i compagni e non lascia un attimo di respiro alla difesa avversaria.
    Casati a fine partita si precipita negli spogliatoi.
    Poche ore dopo Pietro Anastasi diventerà un calciatore del Varese Football Club.
    La sua meravigliosa parabola inizia quel giorno … il giorno che fa incontrare Alfredo Casati con una signora in cinta e un barista che capisce di calcio.

    Pietro Anastasi lascia Catania e arriva a Varese nell’estate del 1966.
    Ha appena compiuto diciotto anni ma capisce subito di essere arrivato nel posto giusto.
    Nonostante la fresca retrocessione dalla Serie A la società del Presidente Borghi, proprietario dell’IGNIS, società all’avanguardia nel proprio settore, non ha nessuna intenzione di smobilitare.
    Anzi, l’obiettivo dichiarato è quello di tornare al più presto nella massima serie.
    Dalla Roma arriverà Lamberto Leonardi che con Pietro Anastasi formerà un’eccellente coppia offensiva e una bella amicizia fuori dal campo.
    In quel Varese oltre alla “bandiera” Pietro Maroso ci sono Riccardo Sogliano, il portiere Mario Da Pozzo e un giovane e promettente difensore di nome Franco Cresci.
    Il Varese raggiungerà il suo obiettivo.
    Pietro farà appieno la sua parte giocando, e non sarà certo l’ultima volta in carriera, come “spalla” dell’attaccante principale ovvero l’amico Leonardi che chiuderà la stagione con undici reti, le dieci di Antonio Renna (il “Garrincha dei poveri”) e le sei dello stesso Pietro garantiranno il ritorno nella massima serie.
    Nella stagione successiva, con l’arrivo di Bruno Arcari sulla panchina dei lombardi, arriva anche un autentico “mostro sacro” del calcio italiano: quell’Armando Picchi, capitano della grande Inter e che a causa dei continui screzi con il “Mago” Helenio Herrera ha accettato il trasferimento in provincia.
    Arcari e Picchi saranno due figure fondamentali nella maturazione calcistica di Pietro Anastasi.
    «Mi insegnarono come muovermi in campo, come dettare un passaggio al momento giusto e<< come imparare a gestire le energie nell’arco dei novanta minuti» ha sempre ricordato con riconoscenza lo stesso Anastasi.
    In quella stagione d’esordio nella massima serie Pietro segna ben undici reti.
    E’, insieme al milanista Pierino Prati, la grande rivelazione di quel torneo.
    Su di lui si scatena l’interesse dei grandi club del nord.
    Tra Juventus e Inter inizia una battaglia senza esclusione di colpi immediatamente dopo la fine del campionato.
    Ad un certo punto pare che a spuntarla siano in nerazzurri in considerazione degli eccellenti rapporti tra Italo Allodi, general manager dell’Inter e il patron Borghi.
    Pietro veste addirittura la maglia nerazzurra in occasione di un’amichevole con la Roma.
    Anastasi segna due gol ma quando torna negli spogliatoi arriva una sorpresa di quelle che ti lasciano senza fiato.
    Pietro incrocia un fotografo di sua conoscenza.
    «Pietro … ma cosa ci fai qui? Tu sei un giocatore della Juve!» gli spiega il fotografo dandogli tutti i dettagli dell’operazione chiusa poche ore prima.
    Anastasi rimane completamente spiazzato.
    Lui di tutto questo è completamente all’oscuro.
    E’ accaduto che Gianni Agnelli, patron dei bianconeri, ha in testa questo ragazzo da diversi mesi.
    Esattamente dal 4 febbraio di quel 1968 quando la sua Juve è stata demolita dal Varese per cinque reti a zero … e quel “picciotto” siciliano fu l’autore di ben tre di quelle reti.
    Per il suo cartellino l’avvocato metterà sul piatto un assegno di 650 milioni di lire (più centinaia di “motorini” per i frigoriferi dell’Ignis di Borghi!) che faranno del ventenne catanese il calciatore più costoso di tutto il pianeta.
    L’inizio di “Pietruzzu” con i bianconeri è di grande impatto, almeno dal punto di vista personale.
    Segna quattordici reti nella prima stagione e addirittura quindici in quella successiva.
    Ma è una Juventus con diversi calciatori a fine ciclo e che ha assoluta necessità di riorganizzarsi fuori e dentro il campo.
    Nell’estate del 1970 la “rivoluzione” è avviata.
    Sulla panchina della Juventus siede il giovane Armando Picchi, che pur avendo da pochissimo appeso gli scarpini al chiodo, ha la piena fiducia della dirigenza.
    Con lui arrivano dei giovanotti su cui la dirigenza della Juve è pronta a scommettere.
    Si chiamano Fabio Capello e Luciano Spinosi ai quali si aggiungono Franco Causio di rientro dal prestito al Palermo e Roberto Bettega, direttamente dal settore giovanile.
    I piani della Juventus vengono messi a dura prova quando Armando Picchi, colpito dalla terribile malattia che pochi mesi dopo lo porterà alla morte a soli trentacinque anni, dovrà rinunciare all’incarico. Al suo posto arriva Čestmír Vycpálek, che darà continuità al progetto con la sua sapienza calcistica e la sua esperienza.
    L’anno della svolta sarà quello successivo.
    La Juventus dei giovani (ai quali si è aggiunto anche il sardo Antonello Cuccureddu) trionfa in campionato.
    Per Pietro saranno diciotto reti complessive in stagione e sarà uno dei protagonisti assoluti specie nel finale di stagione quando la malattia costringerà ai box il suo compagno di reparto Roberto Bettega.
    Ancora meglio andrà nella stagione successiva dove la Juventus sfiorerà una clamorosa “tripletta”.
    Alla vittoria in campionato faranno infatti seguito due finali di Coppa.
    Quella dei Campioni contro l’Ajax di Cruyff, Rep, Krol & co. e quella nazionale proprio contro quel Milan che la Juve ha superato sul filo di lana all’ultima di campionato.
    Saranno due dolorose sconfitte ma che non possono fare altro che rafforzare la convinzione in società e tra i tifosi che per la “Vecchia Signora” del calcio italiano si prospetta un futuro ai vertici del calcio nazionale ed europeo.
    Nella stagione 1973-74 arriva invece un brusco passo indietro. Un secondo posto in campionato ma soprattutto una precoce quanto inattesa eliminazione al primo turno in Coppa dei Campioni contro i tedeschi dell’Est della Dinamo Dresda.
    Troppo poco per la sempre più giustamente ambiziosa dirigenza bianconera.
    Sulla panchina torna a sedersi, a dodici anni di distanza, Carlo Parola.
    A Pietro Anastasi viene affidata la fascia di capitano.
    In realtà l’idillio con Parola dura molto poco.
    Ben presto iniziano quelle turbolenze che meno di due anni dopo costringeranno Pietro a lasciare l’amata Juventus.
    E’ l’11 dicembre del 1974. La Juventus è attesa dalla partita di ritorno contro l’Ajax valevole per gli ottavi di finale di Coppa Uefa. All’andata la Juve si è imposta per una rete a zero ma il ritorno ad Amsterdam non è certo una formalità.
    Poco prima dell’incontro Pietro Anastasi “si chiama fuori”.
    E’ infortunato e a corroborare la sua tesi che anche il referto del Dott. La Neve, medico sociale del club. Parola va su tutte le furie accusando Anastasi di essere pavido ed egoista.
    Tra i due nasce una violenta lite che non avrà altro risultato che quello di confinare in panchina il capitano juventino per diverse partite.
    La situazione migliora solo in apparenza e per il “bene comune” di una squadra che sta lottando per il titolo. Il 27 aprile al Comunale si gioca la quart’ultima partita di campionato. Dopo il mezzo passo falso di Cagliari (uno a uno con il gol del pareggio di Altafini nei minuti finali) contro la Lazio non si possono perdere altri punti che potrebbero rimettere in gioco il Napoli, principale antagonista dei bianconeri.
    Pietro Anastasi è in panchina. La Juve sta vincendo per una rete a zero ma la Lazio si dimostra tutt’altro che arrendevole. Con il risultato ancora in bilico Parola si decide, a venti minuti dalla fine, di mettere in campo l’attaccante siciliano.
    Anastasi troverà la maniera migliore per rispondere alle polemiche e al sempre più evidente ostracismo di Parola segnando tre reti in meno di sei minuti tra l’83mo e l’88mo.
    Già al termine di quel campionato si parla di un possibile scambio con il Bologna con Beppe Savoldi in bianconero e Pietro nel capoluogo emiliano.
    Non se ne farà nulla.
    “Pietruzzu” rimarrà alla Juve ma per lui sarà una stagione infelice e complicata con lo scudetto che finirà sulle maglie dei rivali concittadini del Torino e il suo contributo limitato a sedici partite e un solo gol.
    E’ evidente che il suo ciclo a Torino è finito ma nessuno può immaginare quello che sta per accadere che finirà di diritto tra le operazioni di mercato più sorprendenti della storia del calcio italiano.
    L’Inter, che non ha mai smesso di avere Anastasi nel mirino, si fa sotto.
    Propone alla Juventus lo scambio con l’ormai trentatreenne Roberto Boninsegna aggiungendo un importante conguaglio in denaro.
    La Juventus accetta e sarà proprio la “vecchia signora” del calcio italiano ad aver fatto la scelta migliore.
    Mentre Pietro Anastasi stenterà a ritrovare il suo smalto con i nerazzurri “Bonimba” vivrà a Torino una seconda giovinezza conquistando alla sua prima stagione in bianconero campionato e Coppa UEFA.
    L’Inter non sarà un capitolo felice della carriera dell’attaccante catanese. Due stagioni anonime, con pochi gol e tante prestazioni anonime.
    Pietro pare aver perso quello scatto bruciante sul quale aveva costruito gran parte delle sue fortune come calciatore.
    Quando nell’estate del 1978 viene ceduto all’Ascoli Anastasi ha solo trent’anni ma il famoso viale del tramonto sembra già imboccato.
    Gioca una prima stagione discreta con i marchigiani che chiudono con un onorevole decimo posto.
    E’ in quella successiva che Pietro Anastasi riuscirà a dare un’ultima dimostrazione del grande attaccante ammirato in passato.
    Gioca un’eccellente stagione contribuendo in maniera importante al sorprendente quarto posto finale in campionato dei marchigiani.
    Sarà il suo “canto del cigno” visto che un brutto infortunio lo costringerà a saltare trequarti della stagione successiva, l’ultima di Pietro Anastasi nel calcio italiano.

    ANEDDOTI E CURIOSITA’

    L’idolo assoluto di Pietro Anastasi da ragazzino era John Charles, il gigante gallese che faceva coppia in attacco con Omar Sivori nella grande Juventus di fine anni ‘50/inizio ’60.
    Fino agli ultimi giorni della sua vita nel portafogli “Pietruzzu” ha sempre conservato come una reliquia la foto scattata al Cibali dove Pietro, orgoglioso e sorridente, entra nelle vesti di raccattapalle sul terreno di gioco insieme al suo adorato Charles.

    Il soprannome affibbiato ad Anastasi da ragazzo era “u turcu”.
    Fu lo stesso Anastasi a spiegarne il motivo.
    «Avevo già una carnagione scura ma d’estate diventavo veramente scurissimo anche per i parametri della gente della mia regione. E così mi diedero quell’appellativo».

    Alla sua seconda stagione al Varese e la prima per Pietro in Serie A le sue prestazioni sono tali che Ferruccio Valcareggi decide di inserirlo tra i ventidue azzurri che parteciperanno alla fase finale degli Europei.
    In panchina nel primo match contro l’Urss, Anastasi farà il suo esordio nella prima finale con la Jugoslavia che finirà con un pareggio. Nella ripetizione disputata due giorni dopo sarà uno dei pochi che manterrà il posto in squadra. Anastasi ripagherà la fiducia del selezionatore azzurro segnando il secondo gol della vittoriosa finale con un bellissimo gol in girata dal limite dell’area di rigore.

    Quando arriva la notizia del suo trasferimento alla Juventus Pietro rimane inizialmente spiazzato.
    «Mi ero appena fidanzato con Anna, la mia futura moglie e il mio trasferimento all’Inter mi avrebbe permesso di rimanere a Varese dove stavo come un papa. Poi pensai che si stava parlando della Juventus, la squadra per la quale facevo il tifo fin da bambino.
    Anna mi seguì a Torino e insieme formammo la nostra famiglia. Fu la scelta più azzeccata della mia vita».

    L’amore dei tifosi bianconeri per Pietro Anastasi va ben oltre il semplice significato sportivo. Lui, il ragazzino arrivato dal Sud che ce l’ha fatta diventa il simbolo per tutti i padri di famiglia arrivati dal Sud in cerca di un lavoro e di una vita dignitosa per loro e per i propri cari.

    La FIAT diventa ben presto una delle aziende dove questa opportunità si trasforma in realtà. Pietro Anastasi sarà ben presto seguito da altri ragazzi del Sud come il suo conterraneo Giuseppe Furino, il pugliese Franco Causio e il sardo Antonello Cuccureddu.

    Altra dimostrazione d’amore e di illimitata stima dei tifosi bianconeri fu il cartello che per anni venne esposto al Comunale in onore di Anastasi e che rappresentava il massimo riconoscimento per un calciatore all’epoca: Pietro Anastasi il “Pelé bianco”.

    L’addio di Pietro alla “sua” Juventus fu come detto di grande sofferenza. Il suo orgoglio rimase ferito e anche a distanza di anni non ha mai smesso di sottolineare un dato statistico, alquanto significativo.
    «Quando sono uscito di squadra, a nove giornate dalla fine, avevamo cinque punti di vantaggio sul Torino. All’ultima giornata avevamo perso il campionato finendo a due punti dal Torino campione d’Italia …»

    C’è un grande rimpianto nella carriera di Pietro Anastasi.
    La Nazionale di calcio sta ultimando la preparazione in vista degli imminenti mondiali messicani, al via il 31 maggio del 1970.
    Pietro sarà, esattamente come due anni prima nella finale degli Europei, il partner di attacco di Gigi Riva, il bomber del Cagliari e atteso come uno dei grandi protagonisti di quel campionato del mondo.
    I giocatori sono in radunati nell’albergo Parco dei Principi a Roma e Pietro, sempre allegro e in vena di scherzi, “tortura” il povero massaggiatore degli azzurri Carlo Tresoldi.
    All’ennesima giocosa provocazione di Anastasi il buon Tresoldi reagisce colpendo l’attaccante degli azzurri al basso ventre. Lì per lì sembra una cosa da nulla.
    Nella notte però i dolori ad un testicolo diventeranno insopportabili.
    “Pietruzzu” dovrà essere operato d’urgenza … dicendo così addio ad un Mondiale e ad una maglia azzurra da titolare.

    Uno dei ricordi più dolci per “Pietruzzu” arriverà proprio nell’ultima stagione chiusa con l’Ascoli al quarto posto. E’ il 30 dicembre del 1979. L’Ascoli si reca a Torino per affrontare la Juventus. Sono passati solo otto minuti quando su un cross dalla sinistra di Adelio Moro è proprio Anastasi a battezzare meglio di tutti la traiettoria del pallone e ad infilare Dino Zoff con un preciso colpo di testa.
    La reazione del Comunale di Torino rimarrà negli occhi e nel cuore di Anastasi per il resto dei suoi giorni.
    Tutti in piedi ad applaudire la prodezza del loro indimenticato idolo.
    «Fu una sensazione incredibile. Era come se da Torino e dalla Juventus non me ne fossi mai andato».

    Pietro Anastasi ci lascerà nel 17 gennaio di quel 20200 che si portò via con lui anche Mariolino Corso e Pierino Prati, due simboli delle due grandi rivali della Juventus di quel meraviglioso e romantico periodo. Dopo aver sconfitto un tumore all’intestino ad Anastasi fu diagnosticata la terribile SLA. Dopo aver lottato strenuamente e con il male ormai irriversibile, come confermato dal figlio Gianluca, ha chiesto lui stesso la sedazione assistita.
    Il calcio italiano decise di non tributargli il dovuto minuto di silenzio sui campi della serie A.
    Un grave errore, una mancanza di stile e di rispetto … quel rispetto che tutti quelli che hanno amato il calcio hanno avuto e avranno sempre verso questo “picciotto” coraggioso e testardo, che di scendere a compromessi non ne ha mai voluto saperne.

    Per Pietro Anastasi un R.I.P. Non gli fu tributato il minuto di silenzio dai campi, questo non lo ricordavo.

    • La partita di coppa uefa del 74 a Torino contro l’Ajax di Ulcioff 1-0 per noi con un goal di Flipper Damiani io c’ero…arrivammo a Torino con una 500 percorrendo tutta la via Aurelia fino a Genova…nella partita di ritorno perdendo 2-1 con Anastasi infortunato non fu della partita…passammo il turno, nei quarti di finale superammo anche l’Amburgo…eliminati dal Twente perdendo andata e ritorno.

      Della partita di campionato, la quartultima contro la Lazio con il risultato bloccato 1-0 per noi con il goal di Altafini fino a 7 minuti dalla fine quando Parola fece entrare Anastasi portando il risultato 4-0 per la Juve segnando una tripletta.

      Anastasi l’anno successivo era quasi sempre in panchina…l’anno dopo andò via dalla Juve.

      Grande Pietruzzu. R.I.P.

  19. Gravina e Ceferin nessun male sarà più grande di quello che vi auguro io(non di vita sia ben chiaro).

    Per colpa vostra questa competizione mi manca tantissimo…

    https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid028vbUy5bzoMH6TzzCPDmjSu48c3nLaSG1LVyRJawmbPivHhtm4qmf2J7FBTNoZ4Ztl&id=100006429905646

  20. I FURBI DI MILANO2
    (dal web)

    “Il confronto tra due vicende trattate dai media in modo diverso: l’affare Mandragora-Udinese e l’affare Pinamonti-Genoa-Sassuolo, con il coinvolgimento dell’inter.

    Parlando dell’indagine aperta dalla magistratura contro l’Udinese per falso in bilancio con un ipotetico coinvolgimento della Juventus: “La Juve è già uscita da questa cosa, piaccia o non piaccia: non rischia più nulla, perché non c’entra niente“.

    Sulla vicenda della di compravendita di Andrea Pinamonti da parte dell’inter in questi anni: “Vendita di Pinamonti al Genoa, plusvalenza di 19 milioni – che poi non è che sia ancora esploso del tutto Pinamonti, diciamoci la verità…- senza inserire una recompra ma un gentleman agreement non contrattualizzato“.

    E ancora: “Settembre 2020: Pinamonti, guarda un po’, torna all’inter: fatta la legge, trovato l’inganno… Poi va al Sassuolo, obbligo di riscatto a 20 milioni ma senza alcuna clausola di recompra: altro gentlemen agreement con corsia preferenziale in caso di vendita futura… Pinamonti-Mandragora: trova le differenze. La procura di Torino indaga, quella di Milano ha altre cose a cui pensare, figuratevi quella di Genova o di Sassuolo…”.

    • A proposito di compravendite fasulle, ad aprile 2005 arrivarono gli avvisi di garanzia per inter e milan colpevoli di aver scambiato 8 giocatori nel 2003, fra i quali il trasferimento del portiere Brunelli, il quale si ritrovò all’inter a sua insaputa a causa di un documento falsificato, un’arte questa nella quale (come dimostrato qualche anno prima con Oriali e Recoba) non avevano niente da imparare da nessuno.
      Deferiti dall’allora capo della Procura Generale Palazzi per non aver iscritto a bilancio tra il 2003 e il 2004 “abnorme e strumentale valutazione di alcuni calciatori” patteggiarono 90 mila euro di multa, mentre per la Juventus è stata decretata una penalizzazione di 10 punti. Nessuna penalizzazione invece per l’inter in quel campionato, chiuso al 3° posto a 14 punti dalla Juventus vincitrice, penalizzata invece fra la 1a e la 23a giornata di campionato da una serie di 12 pareggi ottenuti contro squadre di media-bassa classifica, queste:
      1g.) Chievo (15°) ——> arbitro Paparesta
      2g.) Palermo (6°) ——> arbitro Bertini
      4g.) Parma (17°) ——> arbitro Morganti
      8g.) Lecce (11°) ——> arbitro Rodomonti
      9g.) Lazio (13°) ——> arbitro Trefoloni
      10g.) Fiorentina (16°) ——> arbitro De Santis
      11g.) Bologna (retr.B) —> arbitro Rosetti
      12g.) Cagliari (12°) ——> arbitro Pieri
      15g.) Siena (15°) ——> arbitro Farina
      19g.) Reggina (10°) ——> arbitro Rosetti
      20g.) Chievo (15°) ——> arbitro Paparesta
      23g.) Parma (17°) ——> arbitro COLLINA

      Questo il responso del campo, fuori dal campo invece come scritto nelle “sentenze” le colpe di quei pareggi erano da attribuire a Moggi, al prescritto Racalbuto e alla P3 di Pippo, Pluto e Paperino.

  21. STAI INDIETRO COME QUELLE DEL PORCO

    Il 30 maggio del 1985…( ci si può sbagliare una volta ma ripetutamente è da bauscia).

    Punto è a capo:
    A ripensarci, oggi, fanno quasi tenerezza. Tutti quei soloni che 10 anni fa pontificavano e moralizzavano, urlando alla forca e al boia: “Juve ladra, Juve da radiare, schifo, vergogna, dovete morire, dovete andare all’inferno”. Già. Erano così convincenti, quei giustizialisti da bar, che quasi quasi gli avevamo creduto anche noi. Noi che, cuore bianconero a parte, leggevamo, ascoltavamo. Sì. Ma non capivamo. Perché qualcosa non tornava. Ecco. La giustizia ordinaria, poi, ha iniziato a fare il suo corso. I processi, nascosti e banalizzati da quei media che, invece, nell’estate del 2006 non parlavano d’altro, ci sono stati. E hanno scoperchiato quello che, sotto sotto, c’era davvero: intercettazioni mai rivelate, omissioni clamorose ed errori grossolani da parte della pubblica accusa, smoking bianchi solo all’apparenza, prescrizioni salvatutto. E così via. Ecco, allora, 10 anni dopo, un piccolo e breve riassunto. Non delle sentenze. Ma dei luoghi comuni che, allora, suonavano così bene. E che invece, ora, vediamo per quello che sono realmente: più ridicoli che mai. A futura memoria.
    1) “Chiamare i disegnatori è illecito!”, si diceva.
    FALSO: era consentito dal regolamento, ma lo abbiamo scoperto solo dopo.
    2) “La Cupola di Moggi governava il calcio.
    Finalmente, senza Moggi, potranno vincere anche le altre squadre”. Si è visto.
    Negli anni della Cupola, scudetti a Lazio, Roma, Milan, Juve (con l’inter che fa harakiri il 5 maggio).
    Senza la Cupola: vincono solo inter, Milan e Juve. Contenti voi.
    3) “L’arbitro De Santis faceva parte della Cupola e favoriva la Juve”.
    FALSO: Nel 2004/2005 (l’anno dello scudetto revocato), De Santis arbitrò 5 volte la Juve: 2 vittorie, 1 pareggio, 2 sconfitte. La Juve di Capello quell’anno fece 86 punti in campionati: senza De Santis, la media punti era di 2,39 a partita. CON De Santis, la media crollava: 1,4 punti a gara!
    4) “Moggi chiamava gli arbitri”. FALSO: non esiste nessuna intercettazione in cui Moggi telefona a un direttore di gara. A differenza del milanista Meani e di Facchetti, che parlava in prima persona con De Santis.
    5) “Moggi pilotava i sorteggi arbitrali”.
    FALSO: erano regolarissimi. E lo dicono le sentenze di due tribunali, Torino e Roma.
    6) “Finalmente, i personaggi ostacolati dalla Cupola, come Zeman, potranno vincere”. Come no. Il caro boemo ha anche avuto una panchina importante: la Roma. E sappiamo tutti com’è andata.
    7) “Moggi regalò una Maserati al designatore Pairetto”.
    FALSO: Moggi chiamò la Fiat solo per accelerare i tempi di consegna. E, come ammette lo stesso procuratore, l’auto non era destinata a Pairetto, ma ad un suo amico.
    8) “Moggi chiuse a chiave nello spogliatoio Paparesta”.
    FALSO: Al processo di Napoli, sia Paparesta, sia l’addetto agli arbitri della Reggina, così come un testimone presente, hanno negato il fatto. Che infatti è stato archiviato.
    9) “Sarà un bene per il calcio italiano”. Si è visto. Dieci anni fa eravamo campioni del mondo dopo una finale mondiale giocata praticamente dalla Juventus. Oggi, fatichiamo anche a mantenere 3 squadre in Champions. 10) “Finalmente vivremo senza sospetti”. Questa fa veramente ridere.

    Dall’ultima partecipazione a un mondiale alla prossima, se parteciperemo, saranno passati 12 anni. Me cojoni!

  22. IL DERBY GUIDA IRRATI

    All’arbitro in campo lo Guida dal var Irrati.
    Ormai non ci si salva più dal botto, minimo puoi solo capottare una, due anche più di tre volte sia in mezzo al campo che negli uffici di competenza dove nessuna assicurazione è garantita…al max ti danno il 50 e 50 percentuale di colpa.

    La Fede e Chiesa salvino la Signora!

  23. MAROTTA DIXIT

    “La famiglia Zhang ha a cuore le sorti dell’inter nel rispetto della storia e dei tifosi.
    Ha profuso, nel corso degli anni, tanti investimenti, non è giusto si tirano fuori soldi ogni anno”.

    Questa non la sapevo anche perché sono tornato poco fa da un viaggio di piacere sulla luna…ero rimasto che avevano tirato fuori qualche prestito insieme a qualche bond.
    Dove e quando gli aumenti di capitale?

    Povero Zhanghino nostro!

  24. luca967

    C’è un fil rouge che lega un campionato come quello italiano dagli esiti scontati ai massimi tornei continentali per club e per nazioni con l’assurdo (come scrive Andrea) dei gironi di qualificazione dove non conta il ranking ma la geopolitica. Il parallelo che fai poi fra farsopoli2 e “la carognata fatta all’Ucraina” è emblematico della situazione di disagio che lascia pensare di -non- assistere a qualcosa di sportivamente onesto, qualcosa che dovrebbe essere ma non lo è e dovrebbe perciò essere oggetto al più presto di un giudizio di merito da parte della Corte di Giustizia Europea, quello sulla compatibilità degli Statuti FIFA e UEFA con il diritto antitrust dell’Unione, con un impatto dirompente non solo sul piano giuridico ma anche su quello sociale e politico. Senza trascurare come dici l’aspetto più importante, quello della gestione dei tornei che dovrebbe tornare ad essere appannaggio dei club e non delle federazioni con ingerenze politiche annesse col progetto Superlega, al momento accantonato ma con la possibilità di essere rilanciato nei termini e nei modi che possano far rinascere in noi l’entusiasmo e l’interesse per questo amatissimo sport.

  25. MANCANO I BASTONI NON SI GIOCA

    Forse Gravina cercherà di rinviare la partita perchéInzaghino non si dàpace per l’assenza di Bastoni…non c’è nulla da meravigliarsi a queste merde è ammesso tutto…

    https://www.facebook.com/reel/1001201804445454?s=chYV2B&fs=e

  26. Pare che qualche azionista durante l: assemblea dei soci non le abbia mandate a dire al presidente Ferrero riguardo al calarsi le braghe con figc e uefa…

  27. I SOLDI IN PRESTITO ANDREBBERO RESTITUITI

    “Ľinter è fallita da oltre un quarto di secolo.
    Calciopoli è nata per questo, per mascherare la realtà e farli resuscitare, ma non sono dei, sono solo cartonati prescritti e spioni.
    Quello che non si può più tollerare è che la federazione italointerista gioco cartonato e corrotto salvi ľinter a spese della Juventus.
    Da qui #disdettaepocale perché #plusvalenzopoli è stata solo calciopoli 2.
    Da qui il calcio italiano è cadavere quanto ľinter. Fallito. Morto.

  28. A proposito di fallimento dei prescritti da tuttojuve:
    Altro che club solido, a leggere l’approfondimento pubblicato oggi da The Athletic, costola sportiva autorevole del New York Times, che ha titolato: “Inter, il tempo che scorre: prestito da 287 milioni di sterline, perdite record e argenteria”.
    James Horncastle scrive: “Secondo il presidente più giovane di una squadra di calcio europea dopo Kyril Louis-Dreyfus, 25 anni del Sunderland, i ricavi dell’Inter per l’ultimo anno finanziario ammontano a 425 milioni di euro, con un aumento di circa 60 milioni escluso lo scambio di giocatori”.
    “L’Inter ha incassato quasi 100 milioni di euro di introiti televisivi dalla Uefa, e inoltre ha rinnovato un contratto per le divise con Nike e annunciato una sponsorizzazione della parte anteriore della maglia di un anno con Paramount+, titolare dei diritti della Serie A negli Stati Uniti, oltre ad altri accordi con eBay e la società di intrattenimento Konami. Sicuramente si sono allontanati dal baratro. I costi operativi sono diminuiti di 62,5 milioni di euro, mentre le azioni intraprese nella finestra di mercato estiva del 2022 (le uscite di Alexis Sanchez, Arturo Vidal, Ivan Perisic, Aleksandar Kolarov e altri) hanno ridotto il monte ingaggi del club.
    In una stagione in cui quasi tutto è andato bene in campo e l’Inter ha quasi vinto la Champions League per la prima volta in 13 anni – prosegue The Athletic -, il club ha comunque perso 85 milioni di euro. Una cifra sbalorditiva e se questi sono i soldi che l’Inter perde in una stagione straordinaria, che succederà in una stagione ordinaria?.
    Questa storia ci porta a New York attraverso il paradiso fiscale offshore delle Isole Vergini britanniche, e un’azione legale intentata dinanzi all’Alta Corte di Hong Kong riguardante un’affermazione – negata da Zhang – secondo cui Zhang è personalmente responsabile di un debito che ora supera i 300 milioni di dollari con interessi. E a maggio una delle società di comodo con sede in Lussemburgo che Suning Holdings Group utilizza per controllare l’Inter (Grand Tower) dovrebbe ripagare un prestito ricevuto nel 2021 dalla società di gestione patrimoniale statunitense Oaktree Capital, che ha mantenuto in vita l’investimento di Suning quando il Covid-19 ha minacciato di travolgere l’Inter.
    Alla fine dello scorso anno, il tasso di interesse del 12% ha fatto salire l’importo residuo a 329 milioni di euro. Anche se non tutto è stato utilizzato, il tempo per la fornitura di ossigeno all’Inter è quasi scaduto e quel prestito deve essere rimborsato o rifinanziato, oppure il club viene venduto – altrimenti, Oaktree può trasformare il debito in sospeso in azioni e riprenderlo in possesso.
    Horncastle torna alle origini di questo buco finanziario, e tra le altre cose ricorda il periodo di vacche grasse il cui “picco fu raggiunto quattro anni fa, quando Luciano Spalletti fu licenziato a caro prezzo (25,8 milioni di euro). Il suo sostituto, Antonio Conte, divenne l’allenatore più pagato della Serie A”.
    James Horncastle rammenta anche “una festa di Natale dell’Inter allo Spirit de Milan, uno spazio per eventi nel quartiere Bovisa della città, in cui Zhang prese il microfono e prese in giro il suo direttore sportivo, Piero Ausilio. “Assicuratevi di lasciare 5 euro alla porta. Lo userò per il mercato invernale di Piero perché ne abbiamo davvero bisogno“. Ausilio non sembrava vedere il lato divertente. Mise un braccio attorno a Zhang e disse: “Sei qui da sette anni e ancora non parli italiano”.
    “Poco dopo che Oaktree ha sostenuto l’Inter tramite la Grand Tower, il padre di Zhang si è dimesso da presidente di Suning.com – continua l’articolo di The Athletic -. Ha perso il controllo della società a seguito di un piano di salvataggio guidato dal governo e il suo patrimonio netto è sceso da 8,4 miliardi di dollari nel 2020 a 345 milioni di dollari, secondo il Bloomberg Billionaires Index.
    Steven Zhang, nel frattempo, è inseguito dalla China Construction Bank (CCBA), la sesta banca più grande del mondo, per oltre 250 milioni di dollari di debiti non pagati. I documenti del tribunale del distretto meridionale di New York visti da The Athletic ci portano nei Caraibi nel 2019 e nel paradiso fiscale offshore delle Isole Vergini britanniche. Qui, le società “di proprietà e controllate da Zhang”, Great Matrix e Great Momentum, hanno acquisito una partecipazione del 65% in una delle filiali dell’azienda di famiglia, Suning Xiaodia.
    Nel 2020, Zhang ha preso in prestito denaro dalla CCBA, stipulando un prestito di 165 milioni di dollari e un’obbligazione di 85 milioni di dollari, per rifinanziare parte del debito contratto in quella transazione. I fondi dovevano essere pagati a settembre 2021, ma la CCBA li ha richiamati dopo l’effetto a catena causato da “molteplici eventi di default” in “alcuni altri prestiti bancari” per un totale di circa 1,7 miliardi di dollari presso Suning.com, il ramo e-commerce dell’azienda Zhang Empire, secondo il suo rendiconto finanziario certificato pubblicato il 12 maggio 2021.
    Nell’azione legale intentata dinanzi all’Alta Corte di Hong Kong, la CCBA ha prodotto documenti in cui affermava che Zhang era personalmente responsabile per il debito di 250 milioni di dollari contratto da Great Matrix nell’operazione di rifinanziamento del 2020. In sua difesa, Zhang ha affermato di non essere né coinvolto né a conoscenza dell’accordo e che le sue firme erano falsificate. La sua argomentazione è stata respinta.
    Gli è stato ordinato di ripagare ciò che doveva, nonché gli interessi su tale importo a un tasso del 13% fino a quando il debito, ora superiore a 300 milioni di dollari, non sarà soddisfatto. Zhang, secondo il team legale della CCBA, non possiede alcuna proprietà o immobile in Cina o in Italia né riceve uno stipendio e tuttavia ostenta auto e orologi per un valore superiore a 9,5 milioni di dollari al giorno. Ciò ha portato all’accusa da parte del team legale della CCBA secondo cui “Zhang apparentemente nasconde i suoi beni attraverso società di comodo e altri prestanome.
    All’Inter Zhang, in apparenza, non riceverebbe alcuno stipendio come presidente – racconta The Athletic -. Ma un’analisi effettuata da un dottore commercialista e revisore dei conti per CCBA stima che il compenso annuo del presidente della società calcistica sia pari a circa 914.000 euro. La denuncia della CCBA contro Zhang solleva interrogativi sulla capacità della famiglia di mantenere i propri impegni con Oaktree e mantenere l’Inter.
    La prossima udienza a Milano è fissata per venerdì 24 novembre. L’esame dei debitori si terrà a Hong Kong il 28 novembre alle 10. In mezzo c’è il Derby d’Italia, contro la Juve”.
    Ma c’è una possibile via d’uscita per Zhang. La indica The Atheltic: “Raine, la banca che ha ceduto il Chelsea e che sta curando la cessione di una quota del Manchester United, pare avesse il mandato di trovare un acquirente per l’Inter da più di un anno. Al momento il club resta invenduto nonostante l’imprenditore finlandese Thomas Zilliacus si sia detto pronto a fare un’offerta.
    Tra i vari problemi c’è il carico debitorio dell’Inter. Il club ha rifinanziato un bond da 415 milioni di euro con un tasso di interesse annuo del 6,75%. Mentre S&P Global Ratings ha confermato lo status B dell’Inter e l’ha rimossa dal CreditWatch negativo, le passività totali del club sono molte da affrontare per qualsiasi potenziale nuovo acquirente, che deve sapere che l’accordo di Oaktree con Zhang pone il fondo californiano in pole position.
    Oaktree è il sostegno dell’Inter, la rete di sicurezza se Zhang non è in grado di vendere, rifinanziare o rimborsare il denaro che gli azionisti di maggioranza dell’Inter devono al fondo. Altrimenti, Oaktree potrà far valere il debito e rilevare il club a maggio, proprio come ha fatto la società di investimento Elliott con il Milan nel 2018”.
    “Per ora l’Inter resta in mano a Suning. La domanda è: per quanto ancora? Il 20 maggio 2024 è la scadenza del prestito Oaktree. L’orologio sta ticchettando”, conclude l’approfondimento di The Athletic.
    Insomma non male vedremo per quanto sono ancora protetti.

  29. Caro Ferrero, il tempo non potrà dire più niente.
    La Juve ha accettato perché obbligata ad accettare…non aveva il coltello puntato alla gola ma era come se lo fosse…reclami tutti respinti era come se ti suggerissero state boni perché tanto rifiutiamo qualsiasi vostra richiesta…fuori dalle coppe, perdita di oltre 100 milioni senza partecipare alla Champions, nel campionato messa da una parte in modo da non poterla farla partecipare a nessuna coppa.

    A questo punto è stata accettata la scelta meno nociva di tutte.
    Se ci fanno giocare dovremmo qualificarci, sul campo, alla prossima Champions…Ceferin e Gravina permettendo.

  30. Il presidente Gianluca Ferrero durante l’assemblea dei soci: “Fagioli e Pogba? Siamo molto dispiaciuti come consiglio, società e singoli per quanto successo. Su Nicolò confermiamo il nostro supporto per il percorso terapeutico e formativo, il rinnovo del contratto va in questa direzione. Su Paul rimaniamo in attesa per la partenza di questo processo per doping: aspettiamo gli sviluppi, non abbiamo particolari novità. SuperLeague? Abbiamo fatto ciò che hanno fatto anche l’80% delle squadre che inizialmente dovevano far parte di questo contratto, ovvero abbiamo mandato una richiesta per recederlo. Attendiamo comunque la decisione della Corte Europea, in programma il 21 dicembre, per valutare insieme a tutti gli altri player della famiglia del calcio europeo quali saranno gli effetti della sentenza”.

    “Avevo detto che avrei cercato di difendere la società in tutte le sedi competenti e l’abbiamo fatto. Detto questo a me è sempre stato insegnato che le sentenze si rispettano. Qualche giorno dopo la mia nomina mi viene detto dell’esistenza di un procedimento della Giustizia Sportiva a Milano. Entro col pensiero che rischiavo di prendere una multa, partecipo ed esco con quindici punti. Ci difendiamo ma come, urlando? No, mi difendo nelle sedi competenti con i migliori avvocati. Combattiamo e portiamo un meno dieci, non è un granché ma è comunque una minima vittoria. Arrivati all’ultimo grado ci siamo fermati perché per noi non era possibile andare oltre e abbiamo rispettato le sentenze”.
    “Abbiamo sempre sostenuto, in tutte le sedi, che i bilanci della precedente amministrazione Agnelli, siano sempre stati fatti correttamente”.

    «Stiamo valutando diversi scenari del futuro. Il nuovo stadio di Biella per le Women sembra funzionare molto bene, siamo stati recentemente a vedere la partita Juventus-Roma. Hanno accolto la squadra con entusiasmo. In futuro non escludo possa essere presa in considerazione di fare uno stadio ad hoc».

  31. https://www.tuttojuve.com/altre-notizie/alvino-attacca-all-inter-si-dovrebbe-vietare-l-iscrizione-al-campionato-fossi-un-tifoso-mi-vergognerei-666658

    Oh, è la prima volta che questo non ce l’ha con la Juve. Che dite, verrà querelato? Certo cmq che in tifoso del Napoli che attacca le altre squadre…😁

    • “Anche il Corriere dello Sport, che ha sferrato un duro attacco alla società nerazzurra. Secondo il quotidiano sportivo romano, la strategia di mercato dell’Inter sarebbe molto precaria e inefficace nel combattere i problemi finanziari del club. L’accusa è di sostituire “acquisti in pronta cassa con formule creative o scambi clamorosi”, ovvero di non acquistare giocatori direttamente, ma utilizzare strategie per limitare le cessione e rimandare le spese.
      […]
      Bisseck e Sommer (13 milioni complessivi) verrano pagati a rate, rispettivamente tra tre e due anni. In questo modo, però, i debiti totali dell’Inter andranno a crescere nei prossimi anni di altri 37 milioni.

      Una polemica non nuova, dato che già a fine luglio sempre il Corriere dello Sport aveva criticato la società nerazzurra, e in particolare la proprietà Suning, per non aver ancora risolto i problemi finanziari del club. Sotto accusa anche l’accordo per il risanamento con il fondo Oaktree, a garanzia del quale c’è una fetta degli introiti dei diritti tv, e si è stabilito un tasso d’interesse molto alto, pari al 16%. Già a inizio giugno, in occasione della finale di Champions League, i nerazzurri erano stati criticati addirittura sul New York Times per la loro situazione, venendo definiti come “il club più indebitato d’Italia”.

  32. Il secondo intervento dell’azionista Andrea Secondo Danubi all’assemblea odierna della Juve

    (dopo che Ferrero aveva parlato della libertà di stampa)

    “Dunque la libertà di stampa. Ha ragione, presidente, la vediamo tutti i giorni con Repubblica e Stampa. Hanno la libertà di scrivere ciò che aggrada al padrone. Le segnalo, a proposito del nostro rapporto col quotidiano di casa Agnelli, una esemplare telefonata intercettata del 2004 – facilmente reperibile su YouTube – fra Luciano Moggi e Giorgio Tosatti, altamente illuminante. Guardatela tutti. Ci torneremo. Veniamo ai processi.

    La società non si è difesa. Da verdetti assurdi, faziosi, non supportati da fatti evidenti ma solo dalla partigianeria di Figc e UEFA. La giustizia sportiva ha preso le carte dell’accusa di un pm che ha detto di odiare la Juventus e con quelle ci ha tolto le coppe, gli introiti conseguenti, la possibilità di fare il mondiale per club. La Juventus ha dimostrato una comunicazione arrendevole, inesistente. C’è una ignavia perpetrata, voluta, c’è una servitù vorrei dire intellettuale sul piano politico. Potevate ribaltare il tavolo. Serviva una mobilitazione popolare. Mi dispiace presidente che lei abbia citato la farsa del Campidoglio a Washington, è un esempio poco aderente. Lei dice ‘rispettare le autorità ‘. Lei riconosce quelle come autorità?!? Avete preferito il disonorevole compromesso. Avete scelto l’8 settembre, anziché combattere per l’onore. Culminando con la rinuncia, come emerso un mese fa, a qualunque ricorso per calciopoli, nel trionfo dell’ipocrisia e nel rifiuto della verità. Presidente Ferrero, lei ha firmato quella rinuncia. Come si sente nei confronti di chi ha combattuto per quei due sacrosanti e legittimi scudetti? Mi perdoni: Lei ha barattato la dignità sportiva della Juventus con l’agibilità. Teorica, oltretutto.

    Agnelli e la Juventus erano stati “assolti” dal Giudice per le Indagini preliminari che aveva escluso l’applicazione di alcune misure eccessive (come l’arresto richiesto dal PM Santoriello) perché di fatto non ravvisava malafede nelle operazioni di plusvalenza. Secondo il GIP potevano esserci dei problemi invece per quanto concerne la manovra stipendi e le side letters, ma erano maturate – secondo il giudice – in un contesto straordinario (la pandemia).
    I processi qui si celebrano sui giornali e sui social, poi in tribunale. Dovevate subito fare partire le querele. Ci sarà un materiale prezioso per la Corte di Giustizia Europea (il Real Madrid ha affermato – attraverso un comunicato di A22 – che ha fornito al tribunale di Madrid prove che la Juventus ha subito pressioni, chiamiamole pressioni…). Ma a voi sta bene tutto. Ecco, sappiate che per noi è peggio di una sconfitta sul campo.
    Grazie.”

  33. RICCARDO GAMBELLI

    Per chi fosse interessato ecco il mio intervento all’odierna Assemblea Azionisti Juventus.
    Grazie x l’attenzione 👋

    “Ho la grande fortuna di potermi interfacciare con gli attuali dirigenti, che danno delle risposte ai miei quesiti a riguardo delle vicende degli ultimi mesi, a tutti ben note e che mi pare superfluo ricordare. Risposte che arrivano puntuali ed io le accetto da buon juventino, anche se qualche dubbio può rimanere.
    Ma, ripeto, sono juventino ed accetto qualsiasi decisione della società. Sono gobbo dalla nascita, tifando orgogliosamente con tutti i presidenti che ci hanno guidato, con tutti i direttori sportivi, con tutti gli allenatori e con tutti i giocatori che hanno vestito la maglia bianconera, e così sarà per sempre.
    Per la Juve mi sono gettato dal muro della curva zeta dello stadio Heysel, per un incubo che ancora persiste, per la Juve mi sono ritrovato incredibilmente citato nelle vicende di Calciopoli, per delle telefonate innocue, mettendo a rischio la mia integrità professionale, umana e familiare e per la Juve ero a Rimini la prima in serie B, quando i ns giocatori mostrarono con grande orgoglio un polsino bianconero, che aveva sostituito lo scudetto strappato con violenza dalle nostre maglie.
    Detto questo, voglio ricordare una cosa alla società: lo Juventus Stadium e’ tornato a riempirsi, ciò vuol dire che non solo il sottoscritto accetta le decisioni della società, ma milioni di tifosi, perché l’amore per la Juventus supera qualsiasi ragionamento razionale, ma in ogni tifoso bianconero resteranno per sempre certe convinzioni, anzi meglio ancora, le definirei certezze. E cioè: nel 2006 tutti telefonavano agli arbitri, ma l’unica a pagare con il sangue e’ stata la Juve ed i suoi dirigenti, in tempi recenti tutte le società praticavano plusvalenze ma l’unica a pagare e’ stata la Juventus, gli stipendi ai giocatori sono stati spalmati da diverse società, una delle quali ha potuto conquistare anche uno scudetto, ma l’unica a pagare è stata la Juventus, la stessa Juventus vittima di una vendetta targata Uefa, con la quale ci ha estromesso dalla CL. Ecco queste sono e saranno sempre le certezze del mondo bianconero, e spero che voi dirigenti, ma sono sicuro, ne avete preso coscienza, perché il più grande valore economico e umano per la Juventus sono i milioni di tifosi, soprattutto i bambini, le nuove generazioni che accompagneranno la società nella storia, come merita, bambini che cantano l’inno a squarciagola, nonostante quello che pensi e dichiari una signora molto vicino a Ceferin e all’Uefa, e che dice di tifare Juve.
    Un grande saluto al Presidente Agnelli.
    Buon lavoro, Fino alla Fine”

  34. ANDREA BOSCO
    (l’uomo che sussurrava agli interisti)

    L’IMBOSCATA – La difesa di Ferrero, i bilanci, i quotidiani Gedi, quel pensiero singolare e quella mancata risposta. Le mie domande al Presidente. Giraudo fa fallire la FIGC? Facciamo i conti. L’avv. Dupont e il giallo della relazione…
    di Andrea Bosco

    “Non abbiamo calato le brache. Abbiamo deciso si instaurare con le istituzioni nazionali ed europee un dialogo costruttivo. Cosa avrei dovuto fare? Mettermi la giubba ed assaltare il Campidoglio?“ .

    Difendendo il suo operato e ovviamente quello della società (“abbiamo i migliori avvocati e ci fidiamo del loro lavoro“) il presidente della Juventus Gianluca Ferrero, ha così risposto ad alcuni piccoli azionisti, polemici su come la Juventus abbia proceduto negli ultimi tempi nei confronti dell’ Uefa e della Figc.

    Ferrero ha spiegato che i vari patteggiamenti si sono rivelati indispensabili per poter fronteggiare sanzioni che avrebbero potuto escludere la Juventus per un triennio dalle competizioni europee.

    Quanto alla Superlega, Ferrero ha spiegato che la Juventus si è allineata a quanto fatto dal 90% delle società che inizialmente avevano aderito al progetto, chiedendo la risoluzione del contratto sottoscritto. Restando peraltro in attesa delle decisioni dell’Alta Corte Europea che dovrebbero arrivare il prossimo 21 di dicembre.

    Nel corso dell’assemblea, la Juventus ha fatto sapere di aver proposto un aumento di capitale fino a 200 milioni.

    A una sola cosa Ferrero non ha risposto. All’esposizione di uno dei piccoli azionisti, Paolo Aicardi, noto volto televisivo: “Nessuna società al mondo è mai stata sanzionata con la perdita di due scudetti“, Ferrero non ha replicato. Vero che nel 2006 Ferrero non c’era. Ma l’azionista di maggioranza John Elkann, lui c’era .

    Ora, in un mondo normale, su questa rubrica si dovrebbe parlare del prossimo Juventus – Inter. Ma non stiamo vivendo in un mondo normale. Se il principe saudita bin Salman minaccia non il calcio inglese (per la vicenda Ruben Neves), ma il governo britannico (con tanto di convocazione ufficiale dell’ambasciatore di sua Maestà Carlo) e quel governo (pecunia non olet, quella dell’Arabia anzi è ricercatissima, come potrebbero confermare Federazione e Lega italiche) si toglie giubba, calzoni, calzini e scarpe, non possiamo dire di essere in un mondo normale. E quindi, neppure la Juventus, gestita dall’incolpevole Gianluca Ferrero, lo è .

    Qualche osservazione. Ferrero ha spiegato che i bilanci (eredità di Andrea Agnelli) erano stati redatti in modo corretto. E che solo la “narrazione“ di qualche organo di stampa hanno finito per alterare la realtà. Pensiero singolare. Visto che tra gli organi di stampa distintisi nel divulgare pezzi di intercettazioni, stralci di verbali, pizzini vari usciti (per mano di chi?) dalla procura di Torino, in prima fila c’erano i quotidiani del gruppo Gedi. Quelli di proprietà di John Elkann, azionista di maggioranza della Juventus. La stampa fa il suo lavoro e non può essere censurata? Esattamente: la stampa deve (dovrebbe) essere il “cane da guardia” della verità. Ma da Ferrero quelle “verità“ sono state definite “bufale“ (che poi è la traduzione di fakes): quindi? Visto che una fake è una menzogna, di solito contro le menzogne si procede per diffamazione. Se si è certi di essere innocenti. O no?

    Non ha ritenuto di assaltare il Campidoglio, Ferrero: niente elmetto. Ora: se la Figc è paragonabile al Campidoglio, il Tar a cosa lo paragoniamo? Ci è andato, ricorrendo, Andrea Agnelli. Ci andrà Antonio Giraudo. Non per quei due scudetti rammentati da Aicardi. Ma per avere una valutazione in vista di quell’altro ricorso che Giraudo ha presentato al tribunale dei Diritti Umani di Strasburgo. Per un risarcimento che (dovesse essere accolto) potrebbe far fallire la Figc. Quanto guadagnerà un manager come Giraudo? Un milione di euro l’anno? 800.000 mila? Mezzo milione? Fate i conti : 2006 – 2024. Prendete una calcolatrice e fateli.

    Al Tar andò il compianto Gaucci. E dall’allora presidente federale Carraro, ottenne oro, incenso e mirra. Tanto per rammentare .

    Dice Ferrero che la Juventus è difesa dai “migliori avvocati“. Strano che in quel “collegio“ non vi sia traccia di Jean Marie Dupont, il principe degli avvocati in tema di diritto sportivo. L’uomo del caso Bosman che ha cambiato le regole del calcio. Alla Juventus Dupont deve risultare davvero antipatico, visto che a suo tempo fu interpellato da Cobolli Gigli con una relazione che in testa recitava: “Andate a Strasburgo“. Non ci sono mai andati. E dove sia finita quella relazione non c’è verso di farlo rivelare a Cobolli Gigli. Morirò senza sapere dove sia finita? E’ probabilissimo.

    Dice Ferrero che la Juventus sta interloquendo costantemente con il Procuratore Federale, Chinè. Quello delle pena “afflittiva“: a campionato in corso. Avrà mai chiesto Ferrero a Chinè, che fine hanno fatto le altre inchieste, relative ad altri club? Come le altre procure dalla Figc non siano state “sollecitate“, come avvenuto per le plusvalenze della Juventus? Due pesi e due misure? Niente di nuovo: ogni settimana lo vediamo sui campi di gioco. Molti pesi e molte misure .

    Dice Ferrero che la mancata iscrizione della Juventus all’Uefa è costata 100 milioni di euro di mancati introiti. Ma qui ha ragione Aicardi: non basterà, in questa stagione, qualificarsi per la prossima Champion’s. Per far tornare la Juventus quella fu, ci vorrà un triennio. Se andrà bene. Perché quello che hanno fatto Figc e Uefa è una azione di bassa macelleria. Persino se la Juventus si fosse veramente macchiata di tutti i reati che le sono stati attribuiti. Perché la Juventus paga sempre. Gli altri non pagano mai. Né in Italia, e men che meno in Europa. Dove gli amichetti di Ceferin, “sfangano“ le sanzioni sul fair play finanziario, come Tomba, scansava i paletti in pista.

    Non essendo azionista, io non c’ero a quella assemblea. Ma un paio di domande a Gianluca Ferrero le pongo qui. Come fanno i bravi giornalisti che non veicolano fake.

    La prima: si fida Ferrero del gattopardo Gabriele Gravina? Perché se non si fida, la Juventus avrebbe dovuto muoversi in altro modo. Magari persino ipotizzando di assaltare il Campidoglio per ottenere quanto serve al calcio italiano e che con Gravina al comando mai accadrà; le riforme.

    La seconda: se mai Giraudo dovesse ottenere soddisfazione, a quale bottega veneziana la Juventus si rivolgerebbe per acquistare uno stock di “bautte“? Che per la cronaca sono le maschere che a Venezia si indossano a Carnevale.

    Con questi chiari di luna, enunciati da Ferrero, la conclusione è che Max Allegri è stato (ed è) un eroe. Perché solo un eroe (per quanto lautamente retribuito) avrebbe potuto continuare a lavorare (portando risultati) con una società che, per citare un celebre film va “A letto col nemico“.

    Ora ci si aspetta da Allegri un eroismo da ricordare: battere l’Inter. Sarà difficile, ma non impossibile. Se vincerà l’Inter non sarà (a proposito di film) “Fuga per la vittoria“. Sarebbe un ceffone al campionato assestato (ma quanto sa essere bugiardo Beppe Marotta) dalla favorita. Se sarà un pareggio, nulla cambierà: le inseguitrici si avvicineranno ma gli equilibri resterebbero intatti. Ma dovesse vincere Madama, allora sarebbe Ulisse che frega Polifemo seccandogli l’unico occhio disponibile. Allegri è un eroe. Uno di quelli descritti da Romain Rolland: “Uomini che fanno , ciò che possono“.

  35. Gioele,

    non so te, ma io aspetto di festeggiare la rinascita del Calcio il 21 dicembre.

    Magari resterò deluso, ma i segnali, le voci di contorno dei soliti bene informati ed il buon senso vanno nella direzione giusta.

    E come ben dici a proposito del calcio:

    “con la possibilità di essere rilanciato nei termini e nei modi che possano far rinascere in noi l’entusiasmo e l’interesse per questo amatissimo sport”

    • Aspirazione condivisa in un’Italia in cui questo calcio che chiamano del popolo sta perdendo specialmente fra le nuove generazioni molto della sua popolarità.

  36. Antonio,

    sul tirolo la situazione è ben descritta da Cinzia.

    È una terra a metà tra Austria e Italia che vorrebbe e dovrebbe amministrarsi da sola.

    Storia antica, storia che si ripete quando ci si siede ad un tavolo e si tirano i confini con il righello e non secondo gli usi e costumi delle popolazioni che abitano i luoghi.

    In Europa la cosa sta scemando, gia a me i confini interessano poco immagino alle giovani generazioni.

    Su Sinner che dire?

    È uno sportivo che gioca nella nostra nazionale sotto i nostri colori.

    Mi pare si possa tifare a suo favore o sfavore, il punto è che tifiamo per il monegasco Leclerc o abbiamo tifato per Shumaker, senza dimenticare Toeni.

    Insomma il tifo è per il Campione e qualsiasi retorica alla Dotto, lascia il tempo che trova.

    • Certo Luca, era proprio questo il senso del mio discorso. Ho fatto un esame universitario sulla questione delle regioni statuto speciale ed è passato quasi mezzo secolo da allora ( stiamo diventando vecchi) e certi privilegi per tenere le loro tradizioni le hanno mantenute. Se vai oggi in Tirolo, io l’ultima volta tre anni addietro prima del covid, e chiedi loro se si sentono ancora austriaci, ti dicono che ormai non solo non gliene frega niente, ma che per certi aspetti sono contenti di far parte del Paese più bello del mondo. Non capisco e non vedo perché ancora qualcuno marci su questioni che non hanno proprio senso.
      A tal proposito, riguardo ai confini, i francesi hanno allargato i loro oltre il monte Bianco per appropriarsi il monte più alto d’Europa. Questo e, in tempi di pace, lo sapevi? Magari tra qualche anno lo annetteranno x usucapione perché a noi Italiani non ci importa di andare a rivendicarlo.
      Nella prima guerra mondiale all’Italia serviva il porto di Trieste x togliere all’Austria qualsiasi sbocco al mare e la zona di Trento che al contrario dei tirolesi si sentivano e si sentono italiani. Per una questione geografica ci si è allargati pure nel Bolzanese ma si trattava di solo qualche km quadrato se visto in parallelo, (non salendo e scendendo le montagne) , e con meno di un centinaio di migliaia di persone.
      Siamo stati invasi e siamo stati sottomessi da tutti i popoli del mondo, siamo in Italia un enorme crogiolo di razze, non facciamo discorsi di lana caprina. Sinner è nato in Italia, ha documenti e passaporto italiano, quindi per me basta così.

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