Articolo di Silvio Mia.
Diciotto maggio 1990. La Fiorentina annuncia il trasferimento di Roberto Baggio alla Juventus. A Firenze scoppia il finimondo, con i tifosi gigliati che contestano la Società nella persona del Conte Flavio Pontello azionista di maggioranza e Presidente della Viola, reo di aver ceduto il loro Campione e per giunta all’ odiata Juventus. Era un accordo siglato da tempo , di cui si diceva , si sapeva, ma nessuno voleva confermare. A tal proposito ricordo un’intervista del Natale 1989, in cui Silvio Berlusconi Presidente spendaccione del Milan , che avrebbe fatto carte false per avere Baggio nelle fila della sua squadra, dire che lui su quell’affare non avrebbe potuto , anche volendo, fare nulla perché era già stato definito. Per quanto ne so , tale affermazione scaturiva dal fatto che l’accordo Agnelli-Pontello era di natura commerciale, che esulava dai soliti accordi con pagamenti in contanti o a parziale contropartita con scambi di giocatori. I Pontello erano dei costruttori realizzatori di opere pubbliche, di autostrade e pare che il prezzo del giocatore sia stato pagato con delle forniture di macchinari e attrezzi per le attività che venivano svolte dai proprietari della Fiorentina e che quindi non ci potevano essere ripensamenti , né da parte dei dirigenti, né tantomeno rifiuti del giocatore , che probabilmente pur sapendo dello stato delle cose , continuò a dire che non avrebbe abbandonato la maglia viola , quando sapeva benissimo dell’impossibilità che la cosa potesse concretizzarsi. Il giocatore voleva con questo continuo rifiuto far capire ai tifosi che la scelta della sua cessione non era dettata dalla sua volontà. Visto che si temeva che i tifosi reagissero , come poi in effetti è stato, in maniera violenta , si tardò l’annuncio fino all’ultimo giorno utile di mercato riservato ai giocatori della Nazionale che da li a poco sarebbero stati protagonisti nel Campionato Mondiale del 1990 che si disputava in Italia.
Il resto si sa , Baggio arrivò alla Juventus in un anno in cui le prospettive erano ottime , anche in virtù degli acquisti fatti e dei molti soldi spesi, ma la guida tecnica individuata in un altro santone della zona che era riuscito a portare il Bologna in serie A con un gioco spettacolare, Maifredi ,fallì miseramente e con lui il progetto societario che aveva portato alla sostituzione di Zoff , vincitore della Coppa Italia e della Coppa UEFA nella stagione precedente , con l’allenatore bresciano e di Boniperti che era al comando della Juventus dal luglio 1971, con Montezemolo. Alla fine di quella stagione con la Juventus settima in campionato e fuori dalle Coppe Europee dopo 27 anni di partecipazione consecutiva , per rimettere in sesto una nave che, nonostante fosse composta da giocatori di ottima qualità, era affondata , vennero richiamati dalla lungimiranza dell’Avvocato che seppe ammettere i propri errori, Boniperti e Trapattoni. Non voglio ricordare avvenimenti che hanno caratterizzato l’esperienza del giocatore in maglia bianconera, tipo il rifiuto di calciare il rigore a Firenze, la sciarpa viola raccolta ecc. perché fanno parte di atteggiamenti su cui tutti noi abbiamo un nostro parere che non cambiano e non spostano una virgola della grandezza di questo Campione. Voglio dire che , secondo il mio parere, Baggio è stato per me un giocatore unico , il miglior numero 10 che i miei occhi abbiano visto con la maglia della Juventus, tanto che nella classifica per ruoli che ho inserito nel libro da me scritto “La mia Juve….” dove racconto circa 50 anni di ricordi legati alla mia squadra del cuore, Baggio e Sivori dividono la prima posizione ,davanti a Del Piero , Boniperti e Platini. Divin Codino era in possesso di una tecnica e di giocate da vero funambolo a cui solo il Grande Omar Sivori può essere avvicinato.
Il mio è un giudizio prettamente tecnico , di quello che ho visto sul campo, perché Del Piero e Boniperti oltre ad essere anche loro due fuoriclasse hanno segnato la loro vita con una juventinità che non è pari a nessuno , due miti che rimarranno per sempre nei nostri cuori. Baggio aveva delle giocate in cui sembrava imprendibile, ha realizzato reti superando difese intere ed è riuscito ad incantare i tifosi di ogni squadra in cui ha militato. Da solo ha portato in finale la Nazionale Italiana, nei mondiali disputati in USA nel 1994 , realizzando reti con giocate da fuoriclasse e per un soffio , nei mondiali francesi del 1998, un suo tiro nella parte finale dell’incontro , non elimina la Francia dalla competizione che i transalpini vinceranno poi battendo il Brasile 3 a 0 a Parigi. Nei Campionati Mondiali del 1990 il dualismo con Vialli lo fece giocare titolare poche partite , ma segnò una rete strepitosa contro la Cecoslovacchia partendo da metà campo e dribblando gli avversari come fossero birilli . Nell’incontro di semifinale contro l’Argentina entrando a pochi minuti dalla fine non riuscì a dare la vittoria all’Italia , nella partita in cui Vicini C.T. azzurro sbagliò tutte le scelte. Ricordo di lui le due partite contro il PSG di George Weah nel 1993 ,che segnò il vantaggio dei parigini a Torino, dove realizzò due reti nell’incontro di andata che permisero alla Juventus di rimontare il goal dei francesi . Dopo aver pareggiato le sorti dell’incontro diede la vittoria ai bianconeri realizzando la sua seconda rete in una sua specialità , il calcio di punizione, con un tiro perfetto nel sette della porta dei francesi allo scadere dell’ incontro . Con la sua rete a Parigi qualificò la Juventus alla finale della Coppa UEFA , che vinse battendo nelle due partite conclusive il Borussia Dortmund 3 a 1 in Germania, con una sua doppietta e una rete di Dino Baggio e 3 a 0 a Torino con doppietta di Dino Baggio e rete fortunosa nata da un rimpallo di Moller . Questa vittoria concluse il lavoro di ricostruzione di Boniperti e Trapattoni dalle macerie lasciate da Maifredi e Montezemolo. Di questo giocatore, voglio ricordare quella che per me forse è la rete più bella che gli ho visto fare. La rete l’ho vista dal vivo allo Stadio delle Alpi in un Juventus-Brescia del primo aprile 2001. Il Divino giocava nelle fila del Brescia di Carletto Mazzone, folcloristico allenatore romano.
La Juventus conduceva 1 a 0 per merito di una rete di Zambrotta segnata nel primo tempo e la partita stava volgendo ai titoli di coda. Al minuto 86 un lancio di un giocatore che noi conosciamo benissimo, visto che ci ha deliziato negli ultimi quattro anni con le sue giocate, Andrea Pirlo ,verso l’area juventina raggiungeva il giocatore che aveva dettato il passaggio che non poteva essere che Roberto Baggio. Correndo il fantasista bresciano sembrava non vedere la palla, ma piuttosto sentire il suo arrivo sul suo piede destro, che appena a contatto con la sfera di cuoio, la ammaestrò mettendola a terra e proseguendo il movimento riuscì ad evitare il portiere juventino, il disastroso Van der Sar, a depositare in rete , segnando il goal del pareggio che probabilmente cancellò le ultime speranze di rimonta della Juventus verso il titolo tricolore che verrà vinto dalla Roma. Un bel pesce d’ aprile !!! Per finire mi sento di dire che Baggio non amò , secondo il mio parere, mai particolarmente la maglia della Juventus e non fu mai amato completamente dalla tifoseria juventina. Io forse ero un caso a parte , ho amato questo fuoriclasse che non avrei mai voluto vedere con altra maglia se non con la nostra. Il suo sostituto mi ha ripagato della scelta che venne fatta . Il giocatore a cui mi riferisco è Del Piero ,che dal campionato 1995-1996 diventerà proprietario della maglia numero 10 della Juventus onorandola come meglio non avrebbe potuto fare , fino al campionato 2011-2012, anno in cui si concluse dopo 19 anni la sua carriera di giocatore della Juventus. Baggio è stato quando giocava, ma lo è ancora adesso , un personaggio schivo, forse scomodo , padrone dei suoi sentimenti e dei suoi comportamenti ,ma coerente anche a costo di risultare inviso ai più . Una persona fuori dagli schemi , tant’è che smessi gli scarpini , invece di continuare ad essere protagonista nelle opportunità che le televisioni offrono oggi agli ex giocatori, si è ritirato nella sua casa nel vicentino senza troppo clamore, dividendo la sua vita al massimo con delle battute di caccia in Argentina dove è proprietario di una fazenda. A testimonianza di ciò che dico sul suo modo di essere è l’abbandono da responsabile del settore tecnico delle FIGC , per divergenze sul modo intendere il lavoro. Un fuoriclasse in campo e fuori..
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