Domenica 26 novembre 2023 Juventus-Inter ore 20.45 Allianz Stadium Torino

Scritto da Cinzia Fresia
La pausa nazionale è finita e la Juventus riprende con il botto: il grande match Juventus – Inter.
Il derby d’Italia? Per me no.
L’Inter è la “regina delle seccature”, aggravata dall’atteggiamento paranoico in campo dell’allenatore il quale vede nemici dappertutto, soprattutto a Torino: non sarà una bella partita.

La Juventus è data per spacciata ancora prima di cominciare, e l’Inter ha già vinto lo scudetto. Da queste premesse scendere in campo è durissima, se poi vogliamo aggiungere che è stata appena uccisa una povera ragazza, l’atmosfera non aiuta.

Ci aspettiamo un super Chiesa show, il nostro “Sinner” anche se non gioca a Tennis, Federico è stato il protagonista della qualificazione italiana agli europei e ci auguriamo che gli sia rimasto un po’ di quell’entusiasmo che suoni la carica ai suoi in questo big match casalingo.

Avendo osservato le difficoltà di realizzazione dei bianconeri, non c’è da stupirsi se l’Inter resti la favorita. La squadra di Inzaghi ha il centrocampo più forte e collaudato del Campionato.
Massimiliano Allegri comunque non dispera e senza sbilanciarsi, sostiene di avere le sue soluzioni.

Allegri in conferenza stampa si è dimostrato consapevole e non preoccupato in caso di sconfitta. L’obiettivo resta sempre il quarto posto.
La Juventus può vincere?
Se trova il sistema per far saltare i nervi agli interisti, forse si.

Inzaghi non viene a Torino per il pari. Lo ha pure detto, perciò aspettiamoci calci e pugni, la Juventus se vorrà vincere dovrà essere furba, e non offrire il fianco debole.
Diversamente un pareggio sarebbe oro colato.

  1. RISPETTO

    Quel segno rosso sulla guancia per ricordare la violenza sulla donna…come un solo giorno per ricordare la festa della donna con i fiori di mimosa…portiamoli tutti i giorni dell’anno quei fiori e quel segno rosso.

  2. Tuttosport.com
    “Zhang latita: no a Juve-Inter, cerca 500 milioni in Usa. Ma il tempo stringe.

    La mission impossible di Suning, che vuole disperatamente tenersi il club nerazzurro: ottenere un altro prestito che contenga gli oltre 300 milioni dovuti a Oaktree. Altrimenti sarà la fine.”

    • Interessante come la vicenda Suning ricordi le parole di Moratti.

      Il patron che aveva riconosciuto da tifoso di potersi regalare il privilegio più grande e cioè quello di poter guidare la propria amata.

      “fare il presidente di una squadra di calcio è come scappare con una bionda”

      Ed è questo in fondo il motivo che ha portato Moratti al fallimento.

      Oggi la storia si ripete.
      Paradossalmente vedevamo nella proprietà cinese un gioco d’affari.
      Com’è o come non è oggi uno Zang in bancarotta, cerca in ogni modo di tenersi l’Inter.
      Che lo faccia per amore o perchè speri di venderla ricavandoci qualcosa per se, non è dato a sapere e chissà se lo sapremo mai.

      Resta la storia di una società dalle conduzioni fallimentari che continua a spendere soldi a profusione.

      In Premier, un campionato che attira investitori, sponsor e pubblico, non so se un’inter sarebbe contemplata.
      Di sicuro nella nostra “banana league” si può tutto quindi anche l’iscrizione di una squadra letteralmente fallita che paga regolarmente i debiti con altri debiti.

      Sarà regolare tutto ciò?

      Sarà sportivo?

      C’è nel mezzo l’articolo 4?

      Ma la domanda che tutti ci chiediamo è la solita:

      Cosa rischia la Juventus?

      • Luca,
        l’art.4 è il tappabuchi dei processi contro la Juve, per le altre invece non è mai esistito in nessun caso. Pensa tu che alcuni defice.net insinuano persino che gli scudetti conquistati dalla Juve negli anni in cui Bergamo e Pairetto sono stati designatori arbitrali (dal 1999 al 2006) la Juve di Moggi avrebbe vinto 4 scudetti su 7 grazie a loro, come se in quegli stessi anni Bergamo e Pairetto non sapessero chi fossero nè avessero mai parlato con l’inter di Moratti e Facchetti.

  3. MOTOSCONTRO

    Pecco Bagnaia si ripete.
    Campione del Mondo!

  4. 47 anni dopo, l’Italia del tennis di nuovo sul tetto del mondo.

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