Articolo di Alessandro Magno
Continua deciso il cammino di questa Juventus di Allegri. Nessun calo di tensione, nessuna sbavatura, nessuna ”testa” all’Atletico Madrid, nessun pensiero alla Roma vincente a Verona. Di fronte c’era un Atalanta tostissima, che in casa concede poco a tutti e che, preparata da un grande Colantuono, prova a sorprendere la Juve con una tattica votata all’attacco. Novità assoluta per quanto riguarda le avversarie di quest’anno e la Juventus ci mette circa 20-25 minuti a trovare le contromisure. In verità non si rischia molto e Buffon non deve fare alcuna parata, ma è curioso vedere la Juventus tutta schierata in difesa. Una novità non piacevole quantunque la difesa regga alla grande. Ma certo Colantuono ha visto tutte le altre partite e ha visto che a giocare come il Milan con tutti gli 11 nell’area prima o dopo il gol la Juve te lo fa uguale.
La nostra squadra appare assolutamente serena. Guidati da un Bonucci sicuro e un Ogbonna sempre in crescendo, la difesa tiene alla grande. Detto dei primi minuti, assestate le contromisure necessarie, Marchisio detta i tempi e Lichtsteiner e Pogba iniziano a macinare chilometri e gioco. Sbloccherà il risultato il solito Tevez su un azione da manuale del calcio e raddoppierà con un gran tiro da fuori. Tevez che sarà autore della solita prova maiuscola condita da un assist di prima, di taglio sul gol di Morata, da far vedere e rivedere ai ragazzini delle scuole calcio. Buffon sarà artefice di una sola grandissima parata. Decisiva. Su un rigore palesemente regalato all’Atalanta su una simulazione grossolana del loro attaccante, il pessimo Orsato autore di una prova indegna al di là di questo episodio, porge su un piatto d’argento la palla del pareggio ai Bergamaschi. Rigore che si archivierà come ”non c’era” e non ci sarà nessun caso sui giornali e men che meno ci saranno processi in tv e nessuno verrà squalificato. Forse me lo ricordo solo io Krasic squalificato per un caso analogo in una gara contro il Bologna.
Sarà Super Gigi Buffon, con una parata a terra, a disinnescare questa bomba. E dire che il tiro di Denis non era affatto male. Radente e angolato. Buonissime le prove di tutti e mi sono piaciute molto le parole di Allegri in conferenza stampa. Preciso, puntuale, pragmatico, sia sul non andare sotto la curva, perché rispetta i tifosi e non è affatto il caso di fare sceneggiate, sia sul ”caso-Vidal” presunto arrabbiato per la sostituzione. Arturo che giustamente come sottolinea il mister, deve essere gestito perché rappresenta un valore aggiunto a questa rosa e non si può certo rischiare di avere nuovi infortuni per tenerlo in campo su un 3-0. Oltretutto al cospetto di un ottimo Pereyra. Tutto procede per il meglio, ora ci sarà la Champions e non sarà la stessa musica. L’Atletico non è il Chievo, l’Udinese, l’Atalanta e neppure il Milan di questi tempi. Bisognerà prepararla bene e non avere nessun timore reverenziale. D’altronde, si va in Champions proprio per il gusto di giocare queste partite.
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