Scambio di lettere avvenuto in data 20/04/2011 tra Domenico Laudadio della sala della memoria heysel e Stefano Cecchi de ”La Nazione” di Firenze. (per gentile concessione di Domenico Laudadio)
Domenico Laudadio
Lettera aperta a Stefano Cecchi della Nazione di Firenze
39 buone ragioni per restare in silenzio
Egregio Stefano Cecchi,
ho letto nei giorni precedenti la partita fra Fiorentina e Juventus il suo vademecum, tra il serio ed il faceto, per un modello di anti-juventinità pocket del tifoso viola medio, consapevole del suo possibile effetto degenerativo nella mente deficitaria di quelli soliti all’insulto delle vittime dell’Heysel, dai solonici rappresentanti dell’intellighentia giornalistica e dal governo del calcio italiano, condannati, semmai, soltanto a parole, minimizzandone il numero e favorendone puntualmente l’impunità..
Delle masturbazioni cerebrali sull’esistenza medesima della Juventus nel mondo del calcio, sinceramente non sono interessato più di tanto, perché non soffro di complessi d’inferiorità davanti a nessuno, tranne che al padre eterno e di conseguenza per il valore della vita umana. Il suo “pezzo” di giornalismo potrebbe risultarmi anche simpatico nel clima festaiolo delle taverne o di una fiera di paese, ma sembra che a Firenze facciate a gara, sindaco in testa, ad aizzare le masse con certe elucubrazioni semiserie prima delle partite con la squadra bianconera, mischiando la farina del diavolo con il lievito della satira. Panem et circenses ? “Qui ventum seminabunt et turbinem metent…” E’ scritto anche nella Bibbia…
Mi permetta di domandarle, a riguardo, soltanto una cosa… La notte, oltre a sognare gli “impuniti soprusi” di quel cattivone di Furino, ha mai rivolto un pensiero per le vittime dello stadio Heysel di cui la tifoseria, a lei affine, insozza la memoria da ventisei anni ? Il coretto che fa rima con laghetto di domenica pomeriggio che ha profanato la memoria di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri li ha sentiti anche lei o il suo insegnante di catechismo era lo stesso che non ammetteva Roberto Bettega fra i figli di Dio ? E’ forse il diavolo, lo stesso che dovrebbe vestire “Prada e non in bianco e nero”, fra l’altro da sempre riconosciuti come i colori antesignani dell’eleganza, quello che ha soffiato gli ululati nel vento a Felipe Melo o il suo “civilissimo e sportivissimo pubblico” ?
Sa qual è il vero problema, Cecchi, se fosse davvero il bene a vincere sempre, oggi dovremmo commentare una squalifica dell’Artemio Franchi… Potrei, però, sempre rivolgermi a Paperinik…
Concludendo, per quanto riguarda i 15 comandamenti per rinnegare la Juventus, nulla da eccepire, ma la prossima volta, a poche ore dalla partita le consiglio 39 buone ragioni per restare in silenzio e 2 preghiere da innalzare al cielo…
Rocco Acerra, Bruno Balli, Alfons Bos, Giancarlo Bruschera, Andrea Casula, Giovanni Casula, Nino Cerullo, Willy Chielens, Giuseppina Conti, Dirk Daenecky, Dionisio Fabbro, Jacques François, Eugenio Gagliano, Francesco Galli, Giancarlo Gonnelli, Alberto Guarini, Giovacchino Landini, Roberto Lorentini, Barbara Lusci, Franco Martelli, Loris Messore, Gianni Mastroiaco, Sergio Bastino Mazzino, Luciano Rocco Papaluca, Luigi Pidone, Benito Pistolato, Patrick Radcliffe, Domenico Ragazzi, Antonio Ragnanese, Claude Robert, Mario Ronchi, Domenico Russo, Tarcisio Salvi, Gianfranco Sarto, Giuseppe Spalaore, Mario Spanu, Tarcisio Venturin, Jean Michel Walla, Claudio Zavaroni…Alessio Neri e Riccardo Fieramosca…
…perché, vede, caro Cecchi, è storia, il cielo, prima o poi, restituisce tutto…
“Intelligenti pauca”…
Domenico Laudadio
Custode Museo Virtuale Multimediale www.saladellamemoriaheysel.it
Replica Stefano Cecchi
Caro Domenico
Ho sempre creduto e credo che se il calcio perde l’ironia e il gusto dello sfottò smarrisce la sua ragione di essere. Forse nei 15 motivi nei quali provavo a raccontare a modo mio perché i tifosi fiorentini non amano la Juventus, non sono stato bravo ad usarla. E se è così, chiedo scusa. Ma se io avessi letto da qualche parte i 15 motivi per non tifare viola, probabilmente ci avrei riso su, magari mi sarei infuriato ma avrei risposto attraverso la chiave dello sfottò e non dell’ira. Sono fatto così. E non credo di essere nell’errore.
In fondo, io non c’entro niente con lo sport. Ho 52 anni, faccio l’inviato occupandomi prevalentemente di politica. Di sport, o meglio: di Fiorentina, scrivo solo una volta la settimana (la domenica) come tifoso, cercando di metterla sempre sulla chiave del costume e non certo del calcio specialistico. Non so se sempre ci riesco, ma questo è il filo conduttore dei miei articoli. Punto.
Su una sola cosa, invece, non accetterei ironie: e cioè sull’Heysel. Avevo una persona cara quel giorno allo stadio di Bruxelles, che rischiò di fare la stessa fine di quella povera gente massacrata dalla follia omicida degli ultrà inglesi. Proprio per questo, provo orrore per ciò che è successo quel giorno e rabbia profonda ogni volta che un imbecille usa parole e striscioni a sproposito per ricordare quella tragedia. Provo talmente rispetto per quei poveri morti, che anche le feste a fine partita che i giocatori fecero quel giorno, in qualche modo mi ferirono, e lo fanno ancora oggi ogni volta che le rivedo. Sono convinto che la violenza sia la leucemia del calcio, la sua metastasi. Ma su questo non esistono colori a dividermi né da lei né da tutti gli altri che vivono il calcio come uno sport e non come campo di battaglia dove sfogare le proprie frustrazioni. Quindi, mi dispiaccio (e non poco) di certi paragoni ingrati, a loro modo offensivi, che francamente non credo di meritare.
20 aprile 2011
Con rispetto
Stefano Cecchi
Replica Domenico Laudadio
Gent.mo Stefano Cecchi,
non conosco la presunzione da tifoso juventino di essere immune dall’ironia e dagli sfottò delle tifoserie “avversarie”, che, talvolta, riescono persino a farmi sorridere, come in qualche passaggio del suo articolo. Il problema di fondo per noi juventini, però, è insito in un dileggio serpeggiante per il solo fatto di esistere. Sia esso cabarettistico, umorale, goliardico o scientificamente mediatico, diviene un martirio condiviso esattamente dal momento in cui s’indossa la prima sciarpa al collo. Dicesi “sentimento popolare”, il tribunale sovrano dei fatti di calciopoli, lo stesso che tolse una meritata Champions a Firenze…
Avevo già intuito dal tenore del suo pezzo un voler prendere sul serio fino ad un certo punto il calcio ed i suoi derivati, ma lei conosce benissimo le problematiche di ordine pubblico che accompagnano tutte le partite fra la Juventus e la Fiorentina e non devo essere certamente io, data la sua esperienza giornalistica ed umana, ad insegnarle la prudenza. Anche quella che obiettivamente potrebbe apparire una innocente partita di risiko per altri diventa una guerra nucleare…
In virtù dell’orrore e dello sdegno che lei nobilmente denuncia per gli striscioni ed i cori subdoli della Fiesole, le chiedo di farsi garante presso la dirigenza della Fiorentina e le autorità cittadine dello sradicamento di questa usanza barbara in ogni ambito. Se, in nome dello sport e della civiltà, vorrà scrivere un articolo per condannare autorevolmente questa ripetuta ed impunita infamia e chiedere scusa da cittadino e tifoso fiorentino alle famiglie dei 39 cittadini europei caduti all’Heysel ed alla famiglie Neri e Ferramosca, sono certo che la tifoseria juventina l’apprezzerà moltissimo, al di là delle polemiche di questi giorni e del campanilismo, almeno quanto me la sua gradita e cortese replica.
Con stima.
Domenico Laudadio
Replica Stefano Cecchi
Lo prendo come un impegno personale. Domenica non ero allo stadio e dunque non ho udito quei cori vergognosi che lei giustamente denuncia. Dovesse ricapitare, per quanto mi riguarda farò il possibile per stigmatizzare ciò. Come d’altronde più volte ho fatto pubblicamente in passato. In fondo, tutto ciò ha davvero poco a che fare con la fede sportiva, sconfinando nel campo dell’imbecillità e della violenza ignorante.
Un saluto (ovviamente viola, me lo consenta). Spero di risentirla per un confronto sulle corde che a me più piacciono: quelle dell’ironia legata allo sport. Magari dopo una vittoria sul campo della Fiorentina con la Juve. A Firenze l’aspettiamo da 13 anni, un’eternità. Se rosichiamo un po’, via, ce lo conceda… E lunga permanenza a Torino a Del Neri…
Stefano Cecchi
20 aprile 2011
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