Il blogdialessandromagno incontra …. Maurizio Ariaudo
Maurizio Ariaudo è il papà del più celebre Lorenzo, classe 1989 cresciuto nelle giovanili della Juventus, come difensore centrale, Maurizio è stato sportivo e pregevole motocrossista, non avrebbe sicuramente immaginato che i suoi due figli, Alberto e Lorenzo nati e cresciuti in un ambiente motociclistico, si sarebbero appassionati al calcio, tanto che Lorenzo riesce ad arrivare addirittura al top.
Oggi è qui per condividere insieme a noi la sua esperienza di padre di un ragazzo che si è impegnato raggiungendo l’obiettivo massimo nel calcio: la serie A.
Maurizio, intanto ti ringrazio per essere qui con noi .. raccontaci com’è iniziata l’avventura calcistica di tuo figlio Lorenzo, e soprattutto quando ti sei accorto che aveva talento?
Grazie a Voi, premetto che la tifosa juventina di casa è mia moglie nonchè mamma dei miei 2 figli; Alberto (del 1985) viene portato “quasi” a mia insaputa ad un provino della Juventus quando aveva 6 anni e viene arruolato nelle file dei piccoli bianconeri.
Lorenzo di conseguenza ha iniziato a vedere palloni per casa molto presto.
A ottobre 1993 chiedo a mia moglie di portare Alberto in una società di calcio più vicina a casa e così faccio rinunciare al mio primogenito al piacere di vestire i colori bianconeri!!!
Ci trasferiamo tutti alla CBS scuola calcio, che pur di avere tra le sue fila un bimbo ex juve, accetta anche Lorenzo sia pur solo di 5 anni e mezzo.
Dopo 2/3 anni i vari osservatori Juve e Toro hanno iniziato a seguirlo finchè a luglio 98 viene tesserato dalla Juventus.
Il suo talento è emerso sin dalle prime partite, in cui si rivelò un attaccante esplosivo, ma non sono stato io ad accorgermene data la mia ignoranza calcistica
Anche il tuo primogenito seguiva lo stesso percorso?
Come vi ho già detto Alberto è stato un talentuoso piccolo calciatore, oggi gioca in promozione dopo aver avuto buone soddisfazioni.
Ci racconti un po’ di Lorenzo ..quando era piccolo? Com’era?
Era un bambino instancabile, molto coordinato e otteneva buoni risultati in tutti gli sport che praticava senza trascurare gli impegni scolastici.
La Juventus sappiamo, è un’ottima scuola non solo di calcio ma anche di vita, qual è stato l’impatto nella crescita di tuo figlio e della sua infanzia?
L’esperienza bianconera, oltre a formarlo come calciatore, ha contribuito alla formazione del suo carattere volitivo e determinato infatti oltre ai “momenti di gloria” ha imparato a superare piccole e grandi difficoltà.
Seguire dei figli “in carriera” come lo erano i tuoi bambini ai tempi, ha implicato una certa adattabilità famigliare, è stato un grande impegno e sacrificio anche per voi come genitori?
Sì, è stato un impegno costante nell’ accompagnarli, seguirli e condividere la loro esperienza, ma anche un grande piacere.
Come hai gestito il tuo ruolo, immagino non semplice, assistendo alla crescita sportiva di tuo figlio che ha visto il suo debutto con una delle tre squadre più forti del nostro campionato?
L’evoluzione è stata naturale e graduale che ci siamo trovati in tale situazione quasi senza accorgercene.
Alla fine comunque fortemente emozionati.
C’è stato un momento della carriera di Lorenzo in cui era diventato molto popolare durante la gestione di Claudio Ranieri per l’esattezza, in quella fase non c’era quotidiano sportivo che non parlasse di lui, come Lorenzo si è trovato ad affrontare una così improvvisa popolarità?
Con grande semplicità, naturalezza e grande felicità.
Ora Lorenzo è felice al Cagliari, c’è stato nel suo apprendistato Juventino un collega o alcuni se di più a cui si è ispirato o gli hanno lasciato qualcosa di speciale che si porta nel cuore?
Nicola Legrottaglie e Giorgio Chiellini ai quali si è ispirato tecnicamente e che lo hanno accudito come un fratellino minore e con i quali ancora oggi mantiene rapporti di amicizia.
Maurizio, sinceramente, ti saresti aspettato, quando i tuoi ragazzi hanno iniziato, un traguardo di questo tipo?
Assolutamente no.
In ultimo, mi piacerebbe che tu dessi dei consigli, un aiuto psicologico a dei papà come te, che hanno figli che stanno giocando in società dilettantistiche e che promettono bene: “cosa fare ..” “cosa non fare” e quale sarebbe il migliore atteggiamento di un padre?
Costanza nel seguirli, evitando però che i sogni vadano troppo lontano.
Ho visto ragazzi molto promettenti la cui carriera non è decollata.
Il calcio per i giovani deve essere divertimento e i genitori non devono fare eccessive pressioni sui figli…..
Uno su mille ce la fa, ma ogni piccola conquista calcistica può, con amore, essere vissuta come un trionfo.
Cari saluti, rimango a Vostra disposizione.
Maurizio Ariaudo
Intervista gentilmente concessa dal Signor Ariaudo a Luna23
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