Archivi Tag: BENFICA

Non è bastato.

juve benfica

di Davide Peschechera

Sapore amaro. L’eliminazione è l’occasione giusta per un autoesame in vista del prossimo anno europeo. La Juve doveva fare di più e poteva fare di più. Eliminazione immeritata nell’arco dei 180 minuti per ciò che si è visto in campo. Contro il Benfica la Juve ha avuto in mano la partita d’andata e quella di ritorno: se l’è fatta scivolare via in entrambi i casi. Dopo la gestione dell’andata, la strategia del ritorno non ha funzionato. La Juve ha creato 2 o 3 sterili occasioni giocando una partita rinunciataria per le proprie potenzialità. In Europa vince il cinismo, trionfa la freddezza. Quella di un Benfica scaltro, furbo ed esperto benché la loro rosa sia complessivamente un po’ meno forte di quella juventina. Ha vinto l’esperienza di una squadra che vince in Portogallo ma arriva quasi sempre in semifinale o in finale nelle competizioni europee da qualche anno a questa parte. Questo tipo di esperienza porta la squadra ad avere la giusta determinazione nelle competizioni europee. Il Benfica ha mostrato tutto il carattere di una squadra perfettamente conscia dei propri mezzi e difetti.Ma c’è anche da dire che noi abbiamo giocato per quasi mezzora con l’uomo in più (che negli ultimi minuti son diventati due) e il Benfica non ha praticamente fatto una piega.

Abbiamo creato molte più occasioni in parità numerica che non in undici contro dieci, anche se mi sarei aspettato un forcing più lucido. Invece nel secondo tempo la Juve è stata più contratta, nel primo non abbiamo aggredito il Benfica come avremmo dovuto fare e gli ospiti hanno preso coraggio e consapevolezza dell’impresa. Abbiamo costruito tanto, abbiamo avuto un largo possesso di palla ma alla fine abbiamo stretto solo mosche. E’ in questo tipo di partite che bisogna dimostrare di essere più forti ma ogni volta veniamo meno alle aspettative. Pochi tiri decenti, un volume di fraseggi portati allo spasimo con inevitabile perdita del pallone, palle gol serie veramente poche per l’importanza della partita. Tanta delusione.

Non so se i bianconeri hanno peccato di presunzione nella preparazione della gara, piuttosto credo che il campionato, come al solito, abbia tolto energie mentali e fisiche e il tempo per preparare le gare infrasettimanali. Per chi pensa che Conte abbia sbagliato a concentrare e focalizzare tutto sul campionato… se non avessero giocato i titolari anche contro Genoa, Catania, Sassuolo, ora avremmo 8 punti di vantaggio sulla Roma? Purtroppo quando ha provato a fare dei cambi, le riserve si sono dimostrate incapaci. Rosa corta, Conte quest’anno ha attinto poco dalla panchina ed hanno giocato sempre gli stessi. Conte aveva chiesto un centrocampista a gennaio e ci aveva visto giusto. Lì in mezzo sono arrivati spompati. Implorava anche un esterno per passare ad un bilanciato 4-3-3. Sono sicuro che anche il mister non ne può più del 3-5-2. Sa che questo 3-5-2 è difficilmente migliorabile. Il problema del 352, il principale problema, è l’inferiorità in fascia e non è migliorabile neanche con fenomeni assoluti per il semplice fatto che spesso altre squadre si presentano con catene laterali formate da esterni e terzini.

È la cosa più brutta essersi trascinati sino in semifinale, aver speso tutto le energie per il campionato e aver abbandonato Champions, Europa League e Coppa Italia nel mondo in cui lo abbiamo fatto. Purtroppo. Ma quest’anno credo sia stato necessario.Abbiamo trovato un Benfica che ha lottato su ogni pallone. La verità è che la Juve non avrebbe segnato neanche se la partita fosse durata altre 2 o 3 ore. Una squadra, quella portoghese, ordinata e dignitosa nel catenaccio, arcigno e molto accorto. Conte è arrabbiato. Arrabbiato perché gli si dice che la Juve non è stata europea, invece è stata sin troppo europea all’andata e al ritorno e il Benfica sin troppo italiana a fare di necessità virtù senza vergogna di difendersi. Non siamo riusciti a scardinare il muro del Benfica, quel muro che spesso va abbattuto insistendo sulle fasce, forse anche cercando il fondo: i bianconeri raramente anche in campionato crossano sulla corsa. Preferiscono tornare indietro, ripartire, duettare per entrare anche dal lato corto con il pallone. E’ il nostro credo. E questa volta è girata male. Ma resta bello e apprezzabile avere un credo e proporlo come una costante. Il Benfica lo scorso anno ha perso tutte le competizioni nei minuti finali e quest’anno hanno imparato la lezione. Sono stati attenti ed hanno portato a casa il prezioso risultato dell’andata, hanno vinto Coppa Nazionale e Campionato. Si sono riscattati. Il Benfica viene da anni di partite a questo livello. Pensare di essere superiori a loro significa peccare di umiltà. Non siamo stati da meno, lo abbiamo dimostrato sul campo, come sempre, ma differenza è che il Benfica è una squadra con giocatori dai piedi buoni in ogni zona del campo, esprime un calcio più “europeo” del nostro, molto rapido e veloce. È una squadra ben costruita seppur priva di veri campioni. Noi inconcludenti, loro  pragmatici. Hanno tenuto i nervi saldi e la mente lucida quando si sono accorti che non l’avremmo messa mai e poi mai dentro.

Quel gol alla fine della partita di andata è stato fatale come quello del Galatasaray dell’andata a Torino e, nelle due sfide che contavano, non siamo riusciti a segnare. Sono tanti i paragoni che si possono fare col passato, recente e no. Questa eliminazione e questo 0-0 ricordano anche i pareggi casalinghi, scialbi, con Liverpool ed Arsenal in Champions, dopo le sconfitte dell’andata. Vero che, come dice il mister, conta l’interpretazione più che il modulo in sé, ma la prevedibilità delle soluzioni di gioco e gli schemi offensivi ancora troppo rigidi non ci hanno aiutato, come succede invece in Italia. In Italia la Juve insiste e prima o poi sfonda, anche perché è semplicemente più forte. In Europa non funziona così. Bisogna giocare in modo più offensivo e vario. La Juve manca di contropedisti, di velocisti e di gente che cerchi il gol da situazioni come il calcio d’angolo, o il tiro da fuori. Serve maggiore qualità (in tutti i reparti), non è una squadra che ha il cambio di passo o di ritmo. Cambiare modulo significa cambiare anche interpreti in più ruoli puntando su giocatori veloci palla al piede. L’organizzazione e l’equilibrio non bastano. La ricercare esasperata dell’equilibrio, del dominio tattico e territoriale della partita non fa segnare. Almeno non sempre. In Coppa non riusciamo ad essere generosi e sfrontati. Il rinnovamento e la crescita deve essere negli uomini e nel sistema. Il rendimento mostruoso in campionato è dovuto in parte alla ferocia mentale di una squadra che in Italia si sente padrona e si comporta di conseguenza. La Juve gioca sempre con la certezza di poter recuperare e di essere già superiore all’avversario. Per questo credo che questo gruppo abbia già dato il massimo in Italia. Non ha più stimoli. Deve trovarne altri, deve affrontare nuove sfide, con nuove motivazioni. E forse anche con giocatori nuovi. Altri uomini. La rosa attuale va rimpolpata, rinfrescata, rinforzata. Serve chiarezza, ed il bilancio di fine stagione deve includere anche questo punto per ricominciare il prossimo anno: la Juve, il prossimo anno, deve lottare solo ed esclusivamente per lo Scudetto? In Europa non si tratta di vincere, ma di partecipare assiduamente e di raggiungere obbligatoriamente un buon livello di competitività. Serve starci per abituarsi e capirne il meccanismo. Poca fame si è manifestata nelle due gare con il Benfica dove, pur giocando discretamente, è mancata la “ferocia” che spesso la Juve  e Conte ci mettono in campionato.

Una Juve un po’ contorta e con poco agonismo. Senza furore. La mancanza di fame è dipesa e dipende da un approccio sbagliato di Conte alle competizioni internazionali perché forse il mister considera nel suo intimo la Juve inferiore a troppe squadre. Purtroppo la differenza la fanno gli uomini, la qualità dei singoli e questo divario è colmabile, in assenza di uomini e qualità dei singoli, col gioco, con l’approccio e la mentalità, con le idee. Poi mettiamoci le coppe, in generale, vissute come un peso quest’anno. Secondo me l’anno prossimo faremo molto, molto meglio. Fiducia.

Tra andata e ritorno si possono criticare a Conte le scelte di Vucinic e Vidal, titolari e fuori forma. Anche Osvaldo si è dimostrato completamente fuori forma e dagli schemi di Conte. Io credo che quest’anno la preparazione è stata cambiata per evitare il consueto tracollo di gennaio, per evitare che la Roma ci raggiungesse il campionato e secondo me anche per far arrivare in forma i giocatori al Mondiale. Dannato mondiale. Molti titolari della nostra rosa ci hanno salvato in questi mesi ma sono arrivati spremuti in questo finale di stagione. Non credo comunque che non riusciranno a recuperare in vista del Mondiale, è stato tutto programmato. Forse Conte non ha ancora l’esperienza giusta per gestire il doppio impegno. La sua Juve è perfetta e calcolatrice nelle competizioni annuali,inadatta nel dentro o fuori, dove prende sbandate paurose. Ma con un allenatore come Conte la Juve non può prendere scorciatoie, ovvero il gioco e la mentalità dei giocatori deve avvenire attraverso un processo di crescita costante che coinvolge vecchi e nuovi. Inutile recriminare troppo, gli episodi accaduti con Benfica e Galatasaray sono determinanti e significativi del fatto che dobbiamo ancora crescere per essere competitivi in Europa.

Troppa tensione negli uomini chiave, e pure troppa stanchezza. A maggio, dopo una stagione intensa, la paghi.Tutti noi ci aspettavamo di più. Il feeling della Juve con l’Europa non c’è. Bastava farne uno, invece la Juve non è riuscita ad essere cattiva il giusto per portare al goal. è la prima volta che la Juve non segna in casa e non ha segnato nella partita più importante. In una partita ci siamo giocati una finale nel nostro Stadio e la partecipazione, in caso di vittoria, nella  Supercoppa Europea con la vincitrice della Champions. Nelle partite che contano, ecco, la Juve spesso fatica. Non riesce a realizzare “gol facili” che, nel conteggio, fanno vincere. In Europa non riusciamo a fare gare senza commettere un errore.  Quando impareremo a giocare in Europa non perderemo partite come all’andata. Lì avremmo dovuto fare la partita che hanno fatto loro qui. Non è da Juve? Non è nella nostra mentalità?

Le lamentele di Conte, a fine partita, sono anche comprensibili, perché dice cose giuste. Non si può pretendere da un allenatore che si immola da solo da due anni in Europa e in Italia la maestria di volponi navigati come il tecnico del Benfica o Mancini del Galatasaray e pronti ad ogni stratagemma pur di vincere le gare, con merito o demerito. Più polli in campo, come Vucinic, per essere caduti nella loro trappola, nel loro tranello, tra risse, lamentele e barelle, che fuori.Chissà cosa sarebbe successo se non avessimo perso gli ultimi 15 minuti tra cartellini rossi e barelle in campo.Qui serve anche la società, che risponda a tono colpo su colpo. Conte ha criticato l’atteggiamento antisportivo del Benfica, ha detto che ci sono stati 49 minuti di gioco effettivo quando la media è di 60-65 e 6 minuti di recupero per tutto il tempo perso. Ha poi parlato di ostruzionismo da parte degli avversari, di presa in giro e che, dopo quello che è successo a Istanbul e con il Benfica a Torino, spera solo che in futuro l’Uefa abbia più rispetto per la Juve. Vero che manca qualunque autocritica anche se l’arbitraggio, nel match di ritorno, ci ha complessivamente sfavorito. Non è comunque per quello che siamo usciti.Chiaro che il Benfica ci ha marciato spudoratamente (lo ha fatto anche in questi giorni, prima di giocare la partita) ma noi dobbiamo essere più forti di questi mezzucci e di queste contingenze. Dobbiamo esserlo assolutamente, altrimenti la nostra dimensione resterà per forza di cose limitata.

La delusione più grande è la consapevolezza che non tutti, ma molti, tenderanno a sminuire la nostra stagione per colpa di questa eliminazione. Nessuna giustificazione attribuendo la sconfitta a sfiga o sfortuna. Il rammarico per aver perso una finale alla portata influirà sul bilancio della stagione. Necessariamente. 2 eliminazioni europee in un anno devono far riflettere. Però arriverà il terzo titolo italiano, entriamo nella storia e rispettiamo quelli che erano i progetti di inizio stagione che davano priorità assoluta al campionato. Auguriamoci di non subire contraccolpi clamorosi lunedì e chiudiamo il discorso. La Juve solo in un’altra occasione aveva vinto lo scudetto per più di due anni di fila. Le somme si tireranno dopo la festa scudetto.

Rubrica #AttimidiJuve. Profilo Twitter: @eldavidinho94. Profilo Facebook: Eldavidinho Juve. Profilo Instagram: http://instagram.com/eldavidinho. Blog Tumblr: http://eldavidinho.tumblr.com/. Blog WordPress:http://eldavidinho.wordpress.com/.

 

ricchiuti76

Cosa è mancato per passare il turno e se si è sbagliato qualcosa dove e chi?

E’ mancato un goal. S’è sbagliato nel prendere un goal di troppo. Responsabilità di Conte non ce ne sono, ha fatto tutto bene. Anche aver schierato Vucinic lì, era stato determinante con Giovinco contro il Lione. Anche aver schierato Giovinco qui, serviva uno che saltasse l’uomo e provasse il colpo. Poi è chiaro, almeno a me e a quelli cresciuti col Trap, che l’errore di Conte in generale c’è e stia nel non saper prendersi le gare con bruttezza. Nel non saper rinunciare alla chiave estetica della partita. Nel non aver dato indicazioni rozze e magari antiquate, di quelle che se le sente l’inviato Sky a bordo campo l’indomani ti stroncano negli editoriali. Nel non avere un piano b di mezzucci, chiamati volgarmente sopravvivenza. Io avrei chiesto ad esempio a Llorente di arretrare a limite area a cercare sistematicamente di farsi fare fallo per procurarsi il piazzato da far battere a Pirlo o a Vucinic di scatenare la rissa molto prima. Ma è veramente un errore di Conte ? No. E’ l’errore generale del calcio italiano schiavo dei saloni di bellezza e della letteratura di Buffa, un calcio italiano diventato proprio come le ricostruzioni dell’avvocato di Sky prestato al popolo: una sfilata di sociologia a ritmo di classici dove ognuno si sente la Grande Storia anziché un piccolo imbroglio coi piedi per un po’ di bottino.

So che non ti è piaciuta la conferenza stampa post gara di Conte. Perchè?

Perché il Benfica ha meritato. Ha saputo fare calcio all’italiana come il Real e fino a un certo punto il Chelsea. Avessimo demeritato noi coi turchi come i portoghesi con noi saremmo rimasti in Cempions Lig. Ma oggi temo sia impossibile. Oggi dalle nostre parti conta (e contano) tutto tranne ciò che conta. Oggi in Italia, altrove vedi Mourinho se ne fregano, è impossibile giocare all’italiana. Noi italiani non sappiamo più farlo e quindi non lo capiamo. Conte che si lamenta delle sceneggiate, dell’ostruzionismo chiamato addirittura ostruzione talmente è tanto il tempo che non ne facciamo mezzo, del due tiri due goal mi è sembrato contro natura. Vincere è una cosa che abbiamo inventato noi altri.

Cosa bisogna fare per poter fare meglio in Europa l’anno venturo?

Spegnere la tv.

 

 

Juventus – Benfica- Sintesi.

http://www.dailymotion.com/video/x1shvt7

Fuori dall’Europa una serata amarissima.

vidal-640

 

Articolo di Alessandro Magno

 

C’è poco da dire, svanisce questo sogno piccolo ma bello che era quello di tornare a disputare una finale di una coppa europea, per giunta nel nostro stadio. Era un sogno a cui tutti ormai ci avevamo fatto la bocca ed era obiettivamente a portata di mano. Devo dire che nel computo delle due partite, a mio parere meritavamo assolutamente noi. Il Benfica ha fatto valere la sua maggiore esperienza e con un pizzico di fortuna passa. Se facciamo un computo delle azioni da gol nelle due partite la Juventus è nettamente avanti. Specie al ritorno loro non hanno fatto nessun tiro in porta e all’andata si sono limitati a farne 3-4. Purtroppo loro nelle loro occasioni sono stati estremamente più precisi di noi, mentre noi un po imprecisi, un po sfortunati, un po bravi i loro portieri fra andata e ritorno.
Il calcio è questo, sarebbe bastato che Marchisio o Chiellini avessero fatto il 2-2 all’andata o che si fosse fatto più attenzione sui gol presi e Bonucci stasera piange, pero’ torno a ripetere, non basta essere juventini bisogna marcare meglio altrimenti poi queste cose si pagano e infatti stanotte le abbiamo pagate. Così come sarebbe bastato che la palla messa in porta da Vidal non fosse stata salvata sulla linea o che il rigore per fallo di mano su Llorente fosse stato visto. Come è vero che anche un gol lo abbiamo fatto con Osvaldo ma è stato annullato giustamente per fuorigioco di Pogba.

Io non ho molto da rimproverare a questa squadra e a Conte. Ci hanno provato, il mister ha portato anche in panchina tutti gli attaccanti e e cambi li ha anche fatti. Mi resta l’amaro in bocca per quel Quagliarella non messo in lista al posto dell’inutile Pepe ( in quanto non arruolabile) ma nello specifico di questa semifinale non posso dire che con Quaglia si sarebbe forse fatto meglio. Non ho la sfera di cristallo. Posso dire garbatameente un paio di cose. Forse Conte giustamente non ha arrembato dall’inizio ( anche se poi le forze son mancate anche per l’arrembaggio alla fine) e dico cio’ perchè penso che Conte volesse evitare di prendere un gol di rimessa e complicare di brutto la cosa. Tuttavia si è stati troppo lenti e compassati nel gioco. Si è fatto lo stesso errore che fece a suo tempo Capello con il suo squadrone quando fu chiamato a rimontare un 2-1 subito dal Liverpool. Anche li in casa nostra finì 0-0. Anche li si gioco con lo spirito che: ”tranquilli prima o dopo un gol noi lo facciamo” . E infatti non lo facemmo. Ecco forse questo è quello che manca ancora a questa Juve. Troppi calcoli. In Europa nelle partite a eliminazione diretta bidogna giocare per far risultato su ogni campo . In casa come in trasferta. I calcoli ci hanno estromesso anche dal girone di Champions.

Un altra cosa che vorrei far notare e dico da un po. Ma con il centravanti più forte di testa che c’è sulla piazza ma possibile che non riusciamo a dargli un cross decente di testa? A parte che non ne facciamo per niente di cross ma quei 2-3 che riusciamo a fare vanno tutti sulla capoccia di Vidal o Pogba. Ma è una cosa sconclusionata. Altra cosa che non sfruttiamo per niente sempre riguardo a Llorente è la sua capacità di spizzicare le palle per gli altri. Il Galatasaray ci ha eliminato così. Palla lunga a Drogba che saltava e le prendeva tutte lui. Ricordo in passato lo svedese Kennet Andersson del Bologna che faceva praticamente solo questo e ha fatto segnare a Signori caterve di gol. Noi cross mai, pare siano vietati. Credo che Conte dovrerbbe avere una variante di schemi più ampia e non cercare sempre di entrare in gol palla al piede.

Ultima cosa, in Europa non è congeniale regalare sempre i primi 20 minuti agli avversari. Abbiamo fatto questo praticamante sempre da quando c’è Conte. E’ ora di smetterla di entrare in campo con la fifa. Ieri pronti via a momenti ci fanno di nuovo subito gol e ripeto andiamo a vedere quanti gol la Juve ha preso nei primi minuti o nei primi tempi o quante volte è andata sotto ed ha dovuto recuperare, negli ultimi tre anni in Europa. Questo è veramente un fatto di mentalità che va assolutamente corretto.

Detto questo a questi ragazzi davvero non voglio rimproverare oltre, ripeto ieri è mancata anche un pizzico di fortuna. Soluzioni ce ne sono e sono alla nostra portata. Intanto bisogna continuare a frequentare l’Europa a testa alta. Poi bisogna necessariamente cambiare modulo portando la difesa a 4 e non a 5 come è oggi ( nella fase difensiva), comprare un grande difensore centrale e due ali d’attacco vere, non terzini che fanno gli attaccanti. Cambiare 2-3 degli attaccanti che abbiamo cercando di reperire futuri campioni come fanno Atletico Madrid e Borussia Dortmund. Non necessariamente bisogna spendere fior fiori di milioni basta avere fiuto come si è fatto per Vidal e Pogba. Ultima cosa questi due cosi come Marchisio vanno assolutamente confermati senza se e senza ma. La Juve per me non deve puntare a vendere uno dei suoi campioni per comprarne altri. La base c’è, bisogna solo puntellare con 3-4 inserimenti di valore dove occorre. A inziare dal fatto che non mi priverei così a cuor leggero di Immobile per prendere Cerci. Ma questa è un altra storia.

Per ora nel bene e nel male……… ora è sempre forza Juve!

Crediamoci

benfica juve 1

di Davide Peschechera

Un Benfica che non è parso irresistibile, una Juve che non ha sofferto più di tanto ma che ha perso, offrendo una buona prestazione, non la migliore della stagione ma una delle più convincenti in campo europeo. Il rammarico è non aver approfittato di un Benfica più normale di quello che credevamo. Per questo il risultato un po’ di rabbia la deve fare. Problema tattico o mentale?  Davanti ad un Benfica tutt’altro che impenetrabile, la Juve ha mostrato ancora quel malessere internazionale, più per l’aspetto del risultato che per quello del gioco. La partita è raddrizzabile, la situazione non è irrecuperabile, la partita del Da Luz può essere un’altra lezione utile per crescere. Nonostante le similitudini con la maledetta partita di Monaco dello scorso anno per l’inizio di partita, con una Juve non subito concentrata e il Benfica al settimo gol su tredici realizzato su calcio da fermo, sembra che manchi la predisposizione ad affrontare le partite che contano nelle coppe. La Signora che fa 90 e paura a tutti in Italia, è sempre più in difficoltà del dovuto in Europa. Ci si chiede sempre se quest’anno saremmo stati all’altezza delle 4 semifinaliste di Champions con un Tevez in più. Ma ogni volta dal campo non arriva mai una risposta netta e certa, rimanendo un grande punto interrogativo in campo internazionale. Approccio blando e spaesato, un quarto d’ora di sbandate difensive, furore assoluto del Benfica, lanci di Bonucci, fuorigiochi di Vucinic e sofferenza del pressing altissimo dei lusitani. Scelta sbagliata quella di puntare su Vucinic, col senno del poi. Inizialmente comprensibile, però, dopo esser stato determinante col Lione al fianco di Giovinco. Capibile, quando Conte dice che «Mi serviva un calciatore che sapesse tenere palla e attaccare gli spazi. Avevamo studiato bene il Benfica, che tiene la linea molto alta». Il dubbio che ricorre sulle labbra dei tifosi juventini è perché mai, di fronte a un obiettivo primario come l’Europa League e al distacco monumentale ai vertici della A, l’allenatore non abbia schierato al fianco di Tevez l’attaccante attualmente più in forma (Giovinco) o il centravanti titolare per eccellenza, sulla carta (Llorente). Conte non fa mai la mossa che i tifosi vogliono eppure ha spesso ragione. Una verità è che Conte sta usando un bilancino speciale, nel gestire queste settimane di una stagione sfiancante, a lungo cavalcata tirando il motore al massimo. Riteneva utile titillare gli stimoli finali di Vucinic. E creare i presupposti per colpire anche in contropiede, probabilmente proprio con Giovinco, un Benfica più stanco e impreciso, tant’è che quando ha inserito Giovinco al posto di Vucinic, l’attaccante ha indicato ai compagni il 4-3-3 con la mano, perchè poi sarebbe entrato probabilmente Osvaldo per Asamoah. Poi Tevez ha segnato e Conte è rimasto sul 3-5-2. Voleva risparmiare Llorente, destinato a scendere in campo contro il Sassuolo appunto al fianco della Formica, come nelle ultime partite di campionato con Bologna e Udinese. Un po’ come ha inteso non accelerare con Barzagli. Le esigenze del turnover, che si appoggiano su ragioni fisiche, motivazionali e tattiche, sono note al tecnico e variegate per definizione. E vanno ben oltre anche una possibile staffetta tra Isla e Lichtsteiner, ora che si riparla di campionato. Che Conte non abbia timori a prendersi pure dei rischi, tra ciambelle col buco e insoddisfazioni pratiche, è storia. Consola la prospettiva che il risultato è rimontabile e ribaltabile. La sconfitta non deve condizionare il giudizio sulla partita disputata. Questa sfida dura 180 minuti. il 2-1 fuori casa non è un cattivo risultato.

Sul gol di Garay, Conte ha detto che “sui calci da fermo marchiamo a uomo”. Ecco, difesa bianconera immobile. Distrazione fatale. Buffon impietrito si tuffa male e tocca appena. Bonucci ha grosse, grandi responsabilità sul primo gol dove non prova neanche a saltare sul centrale argentino e si fa fregare, molte meno su quella di Lima. Al di là della bella, veloce, fulminea azione, la disattenzione è di Pirlo che non segue l’inserimento di Lima. Quello di Pirlo è un errore di lettura. Pirlo non si abbassa mai e non deve abbassarsi in genere, ma nella situazione specifica, con Chiellini forte sull`uomo e Bonucci piuttosto lontano avrebbe potuto (dovuto) leggere la situazione e occupare quel corridoio. Perché Chiellini segue Cavaleiro, Almeyda viene controllato prima da Bonucci, poi da Caceres. Unica vera distrazione della ripresa pagata cara. 2 su 2, ma accade spesso così.

Partiamo dai punti deboli evidenziali dalla Juve: abbiamo sofferto molto, e ancora, sui calci da fermo, la qualità e il tasso tecnico sugli esterni è inferiore rispetto ad altre parti del campo (non ci possiamo aspettare sofismi tecnici da Lichtsteiner, Isla e Asamoah che, nonostante tutto, spesso si trovano a tu per tu col portiere di turno con una facilità quasi disarmante agli occhi dei tifosi), come quell’ultimo passaggio che manca sempre una volta arrivati al limite dell’area avversaria, errori che possono costare cari concedendo delle pericolose ripartenze. La Juve ha un allenatore che fa dei movimenti di squadra  e della propria economia di gioco un dettato costituzionale. Proprio la ricerca esasperata dello schema, la mancanza di praticità, è la croce e la delizia di questo impianto di gioco, che tanto ci fa vincere in Italia e tanto ci fa riflettere con le mani tra i capelli in Europa. Penso che il 50% delle nostre azioni manovrate non si finalizzi proprio per la mancanza di quella spontaneitá che non c’è negli ultimi metri. Si dice spesso che la Juve gioca difficile e, in generale, la Juve soprattutto a squadre “aperte” cerca ancora giocate e soluzioni talvolta eccessivamente difficili per i parametri europei. Invece il Benfica gioca, in fase di possesso, un calcio elementare. Che non è per forza un male, anzi. Giocano un calcio abbastanza elementare anche Chelsea e Atletico Madrid, semifinaliste di Champions League(per ricollegarmi al discorso accennato sopra). Credo che Conte troverà una bella via di mezzo tra questi due estremi nel futuro, ne sono certo. È la mossa che ci farebbe fare un notevole salto di qualità.

Torniamo a noi. Qualche errore di troppo dei bianconeri sulla trequarti avversaria, errori banali, occasioni sprecate, con un Benfica che concede molto. Bisogna saperne approfittare meglio. Il Benfica è una squadra temibile, ma che la Juventus può battere. I lusitani hanno evidenziato molteplici limiti strutturali, soprattutto su possesso consolidato da parte della Juve che anche con una certa frequenza ha attaccato il lato debole della difesa lusitana e ha creato azioni pericolose. Insomma, punti deboli ne hanno e in trasferta potrebbero emergere anche in maniera nitida. Il fattore campo ha influito al Da Luz e influirà anche allo Juventus Stadium. Al ritorno serviranno esterni alti, dinamismo in mezzo al campo, cinismo in fase realizzativa, cattiveria, fortuna, lucidità, tante componenti che si completano. E qualche inserimento in più da parte delle mezzali, eccessivamente schiacciate sulle punte nel primo tempo. In questo senso manca come il pane Arturo Vidal che bene sa prendere il tempo ai fianchi dei difensori e bene sa allargare le difese avversarie.

Da sottolineare c’è il fatto che il Benfica ha segnato subito e per questo ha condotto per larghi tratti una partita di contenimento. Come a Monaco lo scorso anno, come sarebbero finite entrambe le trasferte senza il vantaggio iniziale lampo? Nel primo tempo la squadra di Conte, soffocata dal ritmo dei rossi e pure presa in contropiede, rischia di subire il secondo gol con ripartenze ficcanti, veloci e dirette. La transizione offensiva del Benfica è questa, attaccando la Juve su spazi ampi e aperti per muovere la difesa a tre, disinnescando le fasce laterali bianconere dove Lichtsteiner e Asamoah si trovano presi in mezzo da Markovic e Andrè Gomes che si allargano molto bene e raddoppiati da Rodrigo e Sulejmani in fase di possesso. Quella di non possesso invece è stata coraggiosa e aggressiva con una linea difensiva sempre piuttosto alta.

Conte, tuttavia, nella ripresa ha risposto alzando ancor di più il baricentro della squadra, ha chiesto alle catene laterali scalate difensive ancora più aggressive, con gli esterni alti ed i difensori laterali molto pronunciati in avanti, rispetto a quelle mostrate nel primo tempo, in modo da accorciare la squadra e non lasciare lo spazio sufficiente per le ripartenze avversarie. I portoghesi hanno esasperato la ricerca del fuorigioco. Ancora paziente giro palla, meno verticalizzazioni, più attacchi laterali, ricerca della giocata sul lato debole e inserimenti delle mezzali.

Infatti prima Vucinic serve sulla corsa Marchisio che allarga la difesa del Benfica e crossa per la testa di Pogba, poi Pogba apre sul fianco sinistro della difesa del Benfica per la corsa  di Lichtsteiner(manca il gol Marchisio che non chiude sul primo palo, poi nel secondo tempo spara su Artur), infine il gol nasce da un’apertura di Marchisio sul fianco destro della difesa del Benfica per Asamoah che scarica su Tevez. Due occasioni nitide volute e cercate e un gol. Su azione manovrata il Benfica non è più riuscito ad impensierirci ma i lusitani non sono più riesciti a consolidare il possesso palla come nel primo tempo.

Poi si è sbloccato Tevez. La rete in Europa gli mancava dal 2009, quando vestiva la maglia del Manchester United (vittima il Porto, tanto per restare sul posto). Il suo gol è una manna dal cielo e fa passare la sconfitta in secondo piano perché i giochi sono ancora del tutto aperti. Ha fatto tutto lui, ne ha fatti sedere due, poi ha bucato la rete. L’Apache nel momento più importante. Straordinario, fine del digiuno. 1842 giorni dopo. Da una portoghese a una portoghese. Azione di prepotenza e cattiveria agonistica.

Juventus quindi a due facce, impacciata nel primo tempo, intraprendente nel secondo. Qualche errore che mina sempre il percorso e la volontà ogni volta di recuperare.

In conclusione. Una gara che ad un certo punto la Juve avrebbe meritato di vincere si trasforma in una sconfitta causata da errori elementari ed evitabili. C’è di buono che la consapevolezza, la fiducia di una squadra che, in un ambiente caldissimo, ha retto l’entusiasmo degli avversari, superando il primo momento di smarrimento, ricostruendo piano piano la propria partita  e imponendo all’avversario ritmi elevati. Ho sentito tifosi dire che la Juve è lenta e noiosa, fidandosi di una sensazione e senza dare un reale significato alle parole. Gli addetti ai lavori, invece, parlano sempre di una Juve impressionante, che arriva in porta sempre con una certa facilità e che ha la capacità di chiudere l’avversario in gabbia e bombardarlo sin quando non si arrende, sportivamente parlando. Chiedete ad Artur.

Rubrica #AttimidiJuve. Profilo Twitter: @eldavidinho94. Profilo Facebook: Eldavidinho Juve. Profilo Instagram: http://instagram.com/eldavidinho . Blog Tumblr: http://eldavidinho.tumblr.com/. Blog WordPress: http://eldavidinho.wordpress.com/

ricchiuti75

Cosa è mancato alla Juve per fare un risultato migliore a Lisbona?

Fortuna. Quella che nel calcio chiamano fortuna e in filosofia chiamano perfezione.

Ottimismo o pessimismo per il ritorno?

Ottimismo perché manca pochino. Un po’ più di bravura difensiva. Tanto il goal arriva. Come ha scritto Moggi, basta imitare il calcio all’italiana delle grandi di Champions. Oggi con tutti questi esibizionisti uno che sta coperto senza paura dei media può sorprendere.

Dopo la vittoria con Fiorentina e Milan, la Juve deve essere preoccupata o vedi lo stesso difficile la loro rimonta?

Non s’era preoccupati quando stavano avanti, non penso ci siano persone sul serio timorose di Sassuolo ed Atalanta. Se ci sono è solo voglia di adrenalina come ha detto Buffon ma personalmente passo. E’ la roulette russa dei masochisti ma come cacciatore di emozioni sono scarso. Non mi eccito rischiando di perdere ciò che considero già vinto. Più che un amante, sono un impiegato della vittoria.

Benfica – Juventus 2-1. Sintesi.

http://www.dailymotion.com/video/x1r5901

Non è finita fino a che non è davvero finita.

Benfica vs Juventus

 

Articolo di Alessandro Magno

 

Partiamo dalla fine. Il risultato è buono. Per quello che si è visto in campo penso di poter dire che sta anche molto stretto alla Juve. Risultato che è anche ampiamente recuperabile. Ora veniamo alla cronaca. Il Benfica mi è sembrato tutt’altro che trascendentale, una squadra che è un mix di giovanotti, vecchietti e giocatori scartati da altri club più importanti. Tolti i primi 15 minuti in cui al solito ci siamo cagati addosso , non mi hanno fatto nessunissima impressione. Pressati, questi qua, non riescono a fare 4 passaggi di fila. Quello che è lodevole invece di questa squadra è la mano del mister. Si vede chiaramente che hanno idee di gioco e l’azione del loro secondo gol ne è la testimonianza. Un accelerazione, una finta, un inserimento e noi siamo stati bucati come dei fessacchiotti. Difficile vedere le trame di gioco di Conte invece. Se Pirlo è marcato e deve impostare Bonucci con i lanci da dietro, siamo veramente all’anticalcio. Per fortuna che Pirlo nel secondo tempo riesce a prendere di nuovo in mano le redini del gioco ma certo sarebbe auspicabile avere delle alternative valide. Bonucci poi anche sul piano difensivo è un vero disastro. Colpevolissimo sul primo gol dove resta a guardare il suo uomo che salta e insacca. Mi spiace constatare come su questo giocatore i giudizi siano totalmente parziali. Brandendo la sua grande Juventinità gli si perdona tutto. Scusate,  pure io sono Juventino viscerale ma non è che per questo gioco nella Juve. Bonucci fra Real, Galatasaray e ieri  è il Re di disastri. Mi chiedo se è giusto continuare a insistere su un giocatore così che fa tutti questi svarioni. Al di la del volergli bene come ragazzo, poi queste disattenzioni le paghiamo sempre a caro prezzo.

Stesso discorso lo farei ieri per la genialata, lasciatemelo dire, di Conte, di schierare Vucinic dall’inizio. Notare, si è andati nell’inferno dello stadio del Benfica con un giocatore e mezzo in meno fra Leo e Mirko. Però! Ora io ho criticato spesso Conte per la mancaza di coraggio nei cambi di uomini e moduli, per la mancanza di osare quando bisognerebbe osare, per la mancanza di stupire. Bene se questo è come ci vuole stupire direi che è meglio se si sta fermo. Questa di Vucinic titolare ieri sera è la genialata dell’anno, al pari dell’esclusione di Quagliarella dalla lista Uefa in favore di Pepe. Quaglia che in coppa, negli anni di Conte è stato sempre il più decisivo, mentre Pepe probabilmente in Europa League non giocherà neppure un minuto. Ma Pepe c’è e Quaglia no. Ma torniamo a Vucinic. Mirko è ormai con la testa da un altra parte da mesi. Fra l’altro nella sua carriera non ha mai mostrato particolari doti di combattente e a Lisbona si sapeva che ci aspettava una dura battaglia. Fra l’altro mi pare che anche nella prima parte della stagione, quando ha fatto coppia con Tevez, i due non abbiano dimostrato chissà quale particolare intesa. Allora perchè me lo mandi in campo proprio ieri sera Antonio? Forse è l’ennesimo tentativo di recuperarlo alla causa per l’anno prossimo? Ancora? Certo è stata una grossa cazzata fattelo dire. In una partita da dentro o fuori, invece di pensare alla Juve e alla Coppa pensiamo al recupero degli irrecuperabili. Il bene del singolo (che poi bene non gli si fa) a dispetto del bene della squadra. Ma… Fino a che è stato in campo Mirko pur impegnandosi, si è trascinato sonnecchiando di qua e di la da par suo, senza nè particolari meriti nè lodi. Ma domando se Llorente stesse male o se Giovinco non poteva giocare da subito.

Misteri che ci porteremo dietro per una settimana sperando che non diventino nostri crucci dopo la partita di ritorno. Al di la di tutto io penso che siamo più forti di questo Benfica, a patto che però ce la giochiamo senza calcoli ma per vincere. Questa squadra per me a livello di rosa non ha nulla in meno di tante altre che fanno bene in Europa come il Borussia o l’Atletico Madrid. Gli manca ancora però quella mentalità vincente. Quella mentalità che ti fa andare in campo  consapevole della tua forza senza che ti tremino le gambe ogni volta. Quando avremo questa mentalità, allora saremo pronti per vincere anche fuori dell’Italia. Per il ritorno: fino alla fine forza Juventus.

ricchiuti74

Juventus – Lione considerazioni.

E’stata una sfida alla pari nella quale ha prevalso quella con maggior senso pratico. All’inizio con Vucinic sembrava di esser tornati al passato, alla Juve del bel calcio di due anni fa. Meglio con Llorente e la concretezza, quando sei grande non puoi tornare indietro a fare lo splendido.

Benfica – Juventus.

E’ una partita che volevo. Temo gli spagnoli sulla distanza. E poi perché vorrei andare in Portogallo quindi ci vado tramite la tv e gratis.

Polemiche relative alla squalifica di Destro.

E’ la magia del calcio italiano. Cose che appaiono, scompaiono, gestione familistica delle regole, anarchia, odio. E’ la fortuna del calcio italiano.

Benfica – Juventus 1-1. SINTESI 1-8-2012 HD

Immagine anteprima YouTube
Plugin creado por AcIDc00L: bundles
Plugin Modo Mantenimiento patrocinado por: posicionamiento web