di Davide Peschechera
La sconfitta (intesa come la mancata conquista del trofeo) è stata bruttissima, proprio per il numero di volte in cui abbiamo ogni volta pensato di avere la gara in pugno, convinti di averla vinta. Troppe volte, considerando la doccia fredda che ci siamo beccati alla fine. Ma, appunto, per quanto brutta la sconfitta possa essere niente cambia il fatto che fosse una partita secca di Supercoppa, un trofeo che non ha nulla a che vedere con il coronamento di una stagione, a maggior ragione a dicembre. Ovviamente dispiace non aver portato a casa un trofeo. Che sia minore, che ci voglia una sola partita per portarlo a casa. Sempre un trofeo è. Complessivamente ha meritato il Napoli, specialmente perché la Juve ha avuto un numero molto grande di occasioni per chiudere la partita e non lo ha fatto. Loro ne avevano meno di noi, dovevamo sbagliare meno nei tocchi a centrocampo, i famosi “errori tecnici”. Il vantaggio di Tevez, il 2-1 di Tevez e il doppio match-point ai rigori. Vero è che durante i 90 minuti siamo stati fortunati, il Napoli ha prodotto molto e colpito 2 pali. Abbiamo fatto di tutto per riaprire una partita chiusa dopo il gol di Tevez e il primo tempo in discesa. Nel secondo, invece, il Napoli ha alzato la linea di pressione. è la mediana che non ha funzionato. Difesa non protetta, loro nell’1vs1 hanno sfruttato gente valida, soprattutto nel secondo tempo mentre la loro mediana ha funzionato bene con Gargano e David Lopez prima, Jorginho poi sulla linea dei trequartisti.
Brutta idea quella di non attaccare una difesa come quella del Napoli per 70′ e poi farlo gli ultimi 10 rischiando il contropiede. Calati di tensione, ci siamo cullati troppo. Poca lucidità e personalità, scarsa attenzione nei momenti clou della gara. Poteva resistere l‘1-0. Doveva, invece, il 2-1. Perché gestirla e non chiuderla? Problemi di ritmo, intensità, atteggiamento, non modulo o stanchezza(almeno non in maniera assoluta, anche se l’aver disputato la Supercoppa dopo la prima parte di stagione sulle gambe ha influito). Ci siamo fermati perché era saggio arrivare al 60esimo con energie? Eviterei comunque ogni discorso sul modulo(almeno in questa partita) e più che di testa parlerei proprio di atteggiamento e di approccio a questo tipo di partite. Vanno aggredite e non studiate. Non sciupando, sprecando, dilapidando un doppio vantaggio e tre bonus sui rigori. E’ stato qualcosa di testa che, invece, ha riequilibrato la partita: il Napoli non l’ha mai persa, la Juventus l’ha usata troppo. Perché andare in controllo quando hai l’avversario potenzialmente alle corde? Perché interpretarla come fosse campionato? Diciamo che anche con Conte questa squadra aveva un atteggiamento chiaro a buttare via partite già vinte – in quelle dentro o fuori – e la seconda metà di stagione ci si limitava a segnare e mantenere il vantaggio. Obiettivo Scudetto sì ma con molti punti di vantaggio sulle altre non si è migliorato a livello di gioco e le altre competizioni sono state “sacrificate”.
è mancata la gestione della partita nei momenti chiave. Quando abbiamo preso il pari abbiamo ripreso a giocare. Una volta in vantaggio, di nuovo campo e palla a loro, quando sarebbe stato più semplice tenere la palla(altro concetto caro ad Allegri) facendola girare in difesa con un possesso fine a se stesso, senza doverci necessariamente abbassare. Loro hanno fatto di tutto per vincere e noi di tutto e di più per perdere. Giusto così. È un grande rammarico perché quando la Juve ha giocato ha messo a nudo i difetti del Napoli e quando ha cercato di gestire non è stata in grado di farlo.
Partita a ritmi bassi e intensità minima, praticamente da amichevole estiva per scelta e per necessità. Non era neanche mai successo di giocare una finale a questo punto della stagione. Agonisticamente location e contesto tutto non hanno aiutato. L’ impressione è che non si sentissero sicuri del loro stato di forma, c’era netto il timore di non averne per 90′ o 120′ nonostante i giocatori ne avessero ancora perché lo hanno dimostrato nei supplementari. Per questo 90 minuti a non prenderle. Insomma, si possono fare tante ipotesi. La Juve ha preferito contenere per evitare le ripartenze del Napoli che, quando è riuscito a ripartire, puntualmente ha creato azioni pericolose.
I gol sono arrivati(per fortuna o per sfortuna) da due errori tecnici sui quali Allegri insiste dicendo sempre che bisogna migliorare tecnicamente e fare in campo la cosa giusta. Sbagliare un passaggio o un gesto tecnico perché si è costretti è un conto, sbagliarlo perché si fa la scelta sbagliata è un altro e la Juve spesso, in alcuni frangenti della partita, fa la cosa sbagliata. La più difficile e non la più facile, ad esempio. Allegri ha capito che a volte ci complichiamo la vita da soli. Juve di coppa, per spiegare il malinteso al limite dell’area tra Bonucci e Buffon, con miracoloso rimedio del portiere su Callejon, e l’atavica avversione della Juve per partite secche e gare di Coppa?
Detto ciò, negli scorsi anni la squadra aveva un calo fisiologico a gennaio, quest’anno mi pare che il calo sia avvenuto a dicembre, mentre a novembre abbiamo visto le cose migliori, compresa la reazione veemente contro l’Olympiacos e un mese di sole vittorie, alcune molto larghe e convincenti. Non escludo dipenda dalla preparazione: c’è chi dice che dal warm – up pre – partita abbia notato che gli anni precedenti c’era molto contatto con la palla e prove di scambi veloci, quest’anno molta cura fisica, scatti ed esercizi.
La difesa della Juve è una delle meno battute in Europa eppure ci sono dubbi e perplessità sulla tenuta individuale e di reparto dei difensori. Io credo che questa difesa a 4 della Juve sia una difesa molto “artigianale”, che funziona bene perché abbiamo difensori intelligenti che la linea a 4 sanno farla ma è evidente che il miglioramento del cambio di modulo deve vedersi in attacco dove si guadagna un uomo in più nel reparto e una migliore dislocazione in campo dei giocatori. Per vedere automatismi ben oleati come quelli della difesa a 3 di Conte credo che ci voglia tempo anche se non è detto che Allegri punti alla stessa, ossessiva, perfezione. Nonostante lo scorso anno col Real Madrid c’è stata la dimostrazione che si poteva già fare la difesa a 4 Conte preferiva una squadra “italiana”, coperta, compatta (passò a 3 dietro per proteggere Pirlo e far giocare contemporaneamente Barzagli, Bonucci e Chiellini), frutto del pressing del primo anno e dell’organizzazione rimasta sempre marchio di fabbrica della squadra, distintasi per coraggio, grinta e corsa, non certo per razionalità e malizia(vedi in Europa) in questi anni. Allegri preferisce rischiare qualche contropiede in parità numerica ma cercare di imporre la qualità e la tecnica di squadra appena possibile, vuole una Juve più razionale ed abile a gestire i vari momenti della gara con lucidità e cinismo ma capace allo stesso momento di decidere la gara con un gesto tecnico o una giocata. Questa è una Juve nata per tenere palla, non per contenere e lasciare il pallino del gioco agli avversari. Sia con Conte che con Allegri quando ha deciso di difendersi lo ha fatto ma spesso soffrendo. Che abbiamo la miglior difesa del campionato è un dato di fatto ma i gol li prendiamo sempre quando ci abbassiamo, cerchiamo il palleggio e perdiamo regolarmente il controllo della partita. Su questo bisogna migliorare perché è una precisa scelta del mister, è una sua convinzione. Tenendo palla si corrono pochi rischi e si fanno correre gli avversari. Concetti semplici perché Allegri non è un rivoluzionario.
Non so se al momento dei tiri di rigore Evra si sia defilato o se altri come Pereyra, Chiellini e Padoin si sentissero più sicuri tanto da sostituire Evra. Io credo che il francese sia però più tecnico ed esperto degli altri e non riesco a credere che non se la sia sentita o si sia spaventato uno che ha fatto 4 finali di Champions. Ed è stato un suicidio l’ordine dei rigoristi così stilato dopo il quinto. È andato chi se l’è sentita? Allegri ha dettato solo la lista dei primi 5?
Vero che uno come Pirlo, soprattutto in vista dei rigori, non dovrebbe mai essere sostituito ma Allegri ha giustificato il cambio dicendo che serviva più copertura(già detto che la mediana non ha funzionato) laddove Pirlo veniva preso in mezzo da Gargano e David Lopez. Si affondava. Eppure abbiamo preso gol nel momento in cui avevamo trovato un equilibrio con l’ingresso di Marchisio. È il calcio. Pereyra Ha costretto a riposizionare la squadra, con Marchisio in regia e Vidal mezzala destra, con un effetto domino su assetto e certezze infatti il gol è arrivato proprio da destra con Pereyra spaesato. Peccato.
Pereyra gran bel giocatore se non ci fosse il problemino del gol che ha manifestato in questa prima parte della stagione. è veloce, ha tecnica, salta l’uomo e sa crossare. Ma non vede la porta. Un trequartista deve fare almeno 7-8 gol a stagione o basta che il trequartista sia uno che serva i compagni tra le linee, che il gol lo crei e lo costruisca, che salti l’uomo in ogni punto del campo, da fermo o in movimento?
In quella posizione, Allegri ha provato anche Vidal che ha mostrato di sentirsi, secondo me, limitato nelle sue caratteristiche migliori di corsa, pressing e inserimenti. Allegri sta cercando di riproporre ciò che fece con Boateng ma a Vidal mancano il timing e l’elasticità che gli sono consuete. Non dà qualità, non ha spazio per inserirsi, rimane solo l’interdizione. Aldilà di testa e fisico è chiaro che Allegri chiede a Vidal qualcosa di diverso da ciò che chiedeva Conte. Qualcosa che, al momento, gli riesce male. Altri equivoci sono la centralità di Tevez(che in un 4-3-1-2 potrebbe allargarsi spesso), i pochi cross, le poche apparizioni di Coman e Morata, visto il loro valore. Morata non è giocatore che aiuta la squadra o apre le difese, è giocatore da contropiede e ripartenze. Non tiene palla come Llorente e anche Tevez ha espresso preferenza per Fernando ma Allegri continua a ribadire che deve migliorare tecnicamente. Staremo a vedere. Poi i gol dei centrocampisti. Con le stagioni, Vidal, Pogba, Marchisio erano diventati peggio degli attaccanti, per chi li doveva affrontare. Soprattutto il cileno, che viaggiava con fatturato da centravanti. Anche se i gol non sono tutto. Vidal, Pogba e Marchisio: la scorsa stagione, arrivarono sotto l’albero con 18 gol, ora siamo a 10. Si confida nell’anno nuovo.
Ma torniamo a noi. Siate seri. L‘obiettivo principale è lo Scudetto, sempre. Coppa Italia e Supercoppa sono un contorno, in Ucl disputare i quarti. Serve equilibrio. Sarebbe un peccato non raggiungere i quarti di Champions con questo Borussia in difficoltà, sarebbe un peccato non vincere lo Scudetto contro questa Roma chiacchierona. Vero è che vincere è l’unica cosa che conta e che la Supercoppa vale un trofeo stagionale in gara secca ma proprio per questo perderlo non deve far strappare i capelli. Comunque, anche Bayern e Real Madrid hanno perso Supercoppe in gara secca. Può succedere. Ma hanno poi centrato gli obiettivi principali. Non sto disprezzando perché l‘ho persa. Sono incazzato. Ma non c‘è neanche da tirarsi i capelli, secondo me. C’è amarezza che deve trasformarsi in linfa vitale per il prosieguo della stagione. Chiamare la Supercoppa un “traguardo” è di per sè quasi contraddittorio, è più che altro un trofeo che viene assegnato a chi vince la singola partita secca e, come è sempre successo, questo tipo di partite possono andare bene e possono andare male. Ovvio che non dovrebbero andare male esattamente perchè si decide tutto in una partita, ma può succedere, c’è poco da fare. Tuttavia, di tutti i trofei “perdibili” questo rimane il meno importante, lo è anche meno della Coppa Italia. Fallire la vittoria dello scudetto sarebbe davvero un fallimento, proprio perchè non sarebbe dettato da una partita giocata male ma da un’annata sputtanata alla grande. Piuttosto è giusto soffermarsi sul fatto che abbiamo un evidente, storico, problema di mentalità, come confermato, per un verso, dalle enormi difficoltà a livello europeo con squadre di basso livello, e, per un altro, dall’incapacità, in Italia, di chiudere le partite dopo essere andati in vantaggio con squadre inferiori. La Juventus è forse la squadra che maggiormente, nella storia del calcio mondiale, ha somatizzato e rispecchia (non solo per la lunga gestione) il carattere, la mentalità, il DNA del proprietario: la Juventus è una catena di montaggio, una fabbrica di scudetti frutto di professionalità, abnegazione, caparbietà, austerità. Ma poca brillantezza, pochi momenti “magici”, pochi picchi di “irrazionale” valore nella sua storia. In Europa vince quasi sempre la razza eletta, quella del genio che si accende quando il momento, l’attimo, fanno entrare nella storia. In fabbrica non funziona così, conta (come detto) la prussiana (o sabauda) metodicità, l’applicazione, la concentrazione, la continuità. Dopo 38 partite vince chi primeggia in questo.
Le brutte prestazioni di Sassuolo, Genova in campionato e Madrid, Atene in Champions altro non sono state che lo scotto, il passaggio, la conversione al modulo e alle idee di Allegri. Nuove idee su scelte ereditate. Un effetto positivo dell’arrivo di Allegri è, al momento, il miglioramento tecnico e in termini di personalità di gente sottovalutata (o mal sfruttata) come Ogbonna e Padoin. Persino Chiellini sembra più giocatore di quello di Conte, perchè ognuno fa quello che sa fare. Invece la forza e il limite della Juve di Conte era proprio il fatto che i difensori impostassero nella metà campo avversaria, i centrocampisti attaccassero e gli attaccanti difendessero (considerate le dovute proporzioni). A Conte proprio non andava giù, ma diceva sempre che la sua Juve era una squadra da corsa, quella di Allegri invece è esteticamente elegante e imperiale nell’incedere, nonostante la presenza di autentici manovali. Il lato “un po’ sfacciato e un po’ fatalista” di Allegri è probabilmente la cosa al momento più diversa rispetto al passato. Fin dall’inizio della stagione, fin dalla sua prima conferenza a Vinovo. Credo che noi, inteso come tifosi ma sopratutto come squadra, avessimo bisogno di consapevolezza. Prima di tutto, prima ancora della difesa a 4. E trovare un allenatore che viene da “fuori” e che ci ha riconosciuto una forza che ci possa permettere di arrivare nelle top 8 è stato sicuramente importante. Ha sempre ripetuto in conferenza che avremmo passato il turno, forse costretto un po’ dal ruolo un po’ dalla storia ma rispetto al passato è un altro cambiamento. Rischiando (perché, in fondo, con l’Atletico è stato biscotto), però intanto abbiamo iniziato con la convinzione di raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati. Senza pensare che gli altri hanno Di Maria e noi no, ma pensando che noi abbiamo Pogba, Vidal, Tevez, Pirlo e Marchisio e che gli altri dovrebbero preoccuparsi.
Se mi avessero chiesto di scegliere tra Ottavi di Champions e Supercoppa avrei scelto la prima a occhi chiusi. Solo perché i due obiettivi sono stati molto ravvicinati. Ma una Supercoppa estiva per cominciare bene la stagione va vinta senza se e senza ma. Brucia il c***, ma non si può avere tutto. Le partite bisogna vincerle tutte. Con l’Inter bisogna vincere, a Cagliari bisogna vincere… purtroppo capita di perdere. Rabbia e insoddisfazione devono trasformarsi in nuovi stimoli. Bisogna dimostrare di non voler smettere di crescere e di essere ancora in grado, dopo tanti trionfi, di cogliere con umiltà l’aspetto educativo di una sconfitta. E adesso sotto con Inter e 2015. Forza Juve.
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