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VERGOGNA!

Finalmente, anche Palazzi è stato costretto a smascherare i cartonati.  La relazione del Procuratore è stata giudicata molto dura, da chi non ha voluto seguire gli eventi del processo di Napoli; tuttavia, la stessa relazione manca ancora di qualche passaggio fondamentale. Come ad esempio la parte conclusiva della telefonata del 25/11/2004 tra Mazzei e il presidente dell’inter, in cui si sente quest’ultimo suggerire come “taroccare” una griglia arbitrale. E non c’è dubbio che un simile dialogo avrebbe ancora di più aggravato la posizione dell’inter.

Tutti quelli che considerano l’onesta intellettuale un inutile accessorio, hanno mostrato, nell’occasione, imbarazzo e finto stupore, come se le telefonate non fossero note da oltre un anno. E hanno posto l’ipocrita domanda sul perché e come, queste telefonate fossero scomparse. Domanda che offende prima loro e poi quelli che hanno il coraggio di ascoltarli o leggerli.

Noi di “Organizziamoci!” vogliamo però, soddisfare la loro “ingenua” curiosità. E lo facciamo riproponendo fatti (non opinioni) che danno soddisfazione ai loro perché. Inoltre lo facciamo continuando nell’opera di denuncia pubblica della circostanza più vergognosa: per quanto si trattasse di fatti ben noti a tutti, i media hanno deciso comunque di ignorarli.

Il 16 maggio 2006, Guido Rossi, uomo dei poteri forti ma quel che più conta ex dirigente dell’inter, fu nominato commissario della FIGC. E la sua investitura fu salutata dalla gazzetta dello sport con un eloquente titolo: AL POTERE UN VERO TIFOSO INTERISTA CHE EVITA IL CAFFÈ AL BAR BIANCONERO.

Tra i primi atti del nuovo commissario vi fu la nomina a suo vice e sub commissario dì Paolo Nicoletti.  Al riguardo vi fu un’interrogazione al Ministro dello Sport da parte della Senatrice Maria Burani Procaccini, per i rapporti tra il Nicoletti e la Saras di proprietà della famiglia Moratti. E’ forse superfluo dire che non vi fu alcuna risposta.

Nel frattempo a capo dell’ufficio indagini veniva ciamato Francesco Saverio Borrelli. Come suo vice fu scelto un altro fedelissimo: Marco Stefanini ex capo dell’ufficio legale dello Spezia Calcio (proprietà Moratti) all’epoca della presidenza di Ernesto Paolillo( diventato proprio nel 2006 Direttore generale dell’inter). Altro stretto collaboratore di Borrelli fu Federico D’Andrea, passato, dopo calciopoli alla Telecom con Guido Rossi ,quando questi lasciò la Figc.

La sola composizione di una “squadra di valenti professionisti”, così nettamente orientati, è sufficiente a chiarire il motivo per cui le telefonate dell’inter furono occultate. E Borrelli rappresentava la classica foglia di fico dietro cui nascondere le vergogne. Vediamo, quindi, in che maniera spudorata fu realizzata la “pulizia etnica” applicata al calcio.

Il 18 maggio 2006, una settimana prima che Borrelli si recasse a Napoli, la Procura partenopea ricevette la visita di Rossi e Nicoletti. Tale incontro fu commentato pubblicamente da Lepore, Procuratore capo napoletano (lo stesso che avrebbe, poi, pressioni sulla Casoria per farla rinunciare), con la seguente dichiarazione: “nell’incontro tra i magistrati che conducono l’inchiesta sul calcio italiano e, il commissario della Figc, Guido Rossi, si sono stabilite, fra l’altro, le modalità di trasmissione, nel rispetto delle previsioni di legge, di copie degli atti d’indagine relativi a tesserati della Federcalcio e rilevanti ai fini della giustizia sportiva”. Pertanto, le telefonate “importanti”ai fini delle indagini sportive, già “opportunamente” scremate da Auricchio e la sua “magnifica” squadra, furono in concreto, selezionate da Rossi, Nicoletti e i PM che avevano tutto l’interesse di isolare la posizione di Moggi, unico oggetto della loro indagine.

Ecco come sono state, occultatele le telefonate dei “prescritti”!

Proseguiamo comunque nell’elencazione dei fatti al fine di fugare i dubbi anche ai più scettici.

Dunque, il 26 maggio 2006 Borrelli si reca a Napoli solo per ritirare la torta confezionata una settimana prima da Rossi, Nicoletti e i PM.

Borrelli però, si rende conto che qualcosa non va e pur reggendo il gioco di chi l’aveva nominato (cosa, che non gli fa certo onore) non può esimersi dal concludere la sua frettolosa inchiesta con un eloquente avvertimento: “Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire, la vastità del contesto, l’unicità di questo che è il più grande scandalo del calcio, il numero davvero ampio di società e di soggetti coinvolti, i plurimi filoni indagativi che sin da ora emergono e che viepiù emergeranno nel prosieguo, non permettono di ritenere conclusa l’opera d’individuazione delle responsabilità”.

Il Magistrato comunque non si ferma alla sola frase della sua relazione. Infatti, durante un’audizione innanzi alla 2° Commissione di Giustizia del Senato, tenuta il 14 settembre 2006, ad una domanda specifica sul comportamento della Procura di Napoli, Borrelli dichiara testualmente: Non sono in grado di dare molte spiegazioni. Certo, non

possiamo fare a meno di constatare che a Napoli e` successo qualcosa di strano, e dire strano e` dire poco.

Aggiungendo poco dopo: C’e` stata forse una fase, che ha preceduto la mia gita a Napoli, un po’ fluida di contatti tra il vice commissario Nicoletti e la procura di Napoli.

Chiusi i processi sportivi, sono occorsi oltre tre anni per dare inizio al processo penale dove Moggi e altri,  devono rispondere di accuse gravissime. Il procedimento osteggiato in tutti i modi dalla Procura napoletana, ha registrato, caso unico nella giustizia italiana, ben tre richieste di ricusazione del giudice(tutte respinte) . Durante il dibattimento abbiamo assistito a udienze ridicole e paradossali nel loro insieme, perché i migliori testi della difesa sono stati quelli dell’accusa.  Abbiamo ascoltato Auricchio che, incalzato dalle difese, a proposito delle telefonate  “scomparse”, e fatte riemergere grazie a Moggi,  ha dovuto ammettere che qualcosa  era, forse,           “ sfuggito”. Contemporaneamente , Narducci durante un’udienza del processo con rito abbreviato chiesto improvvidamente da Giraudo pronunciava la famosa frase:” piaccia o non piaccia non vi sono telefonate dell’inter”. Inoltre, abbiamo anche dovuto sopportare, il 27 maggio 2010, quella che gli stessi media, loro amici,  hanno definito “comparsata pubblica poco opportuna”  e che,  nel corso di una presentazione di un libro ha visto protagonisti : Narducci , Auricchio,  Piccioni (gazzetta)  e Moratti, quando questi era ancora un teste al processo di Napoli.

Questi sono fatti e non opinioni di tifosi frustati. E noi di “Organizziamoci!” siamo sicuri che siano più che sufficienti a spiegare i perché e i come. Fatti, peraltro riproposti costantemente solo dai siti bianconeri.

La verità e una sola: si doveva distruggere la Juve a tutti i costi, e contemporaneamente favorire chi anche imbrogliando non riusciva a vincere.

A distanza di cinque anni, chi ha disatteso i doveri professionali, ignorando queste circostanze, ed ha contribuito fattivamente alla distruzione di una storia gloriosa, si permette anche di prenderci in giro ponendo delle stupide e retoriche domande.

Inoltre, anche di fronte alle evidenze denunciate da Palazzi i media, se si esclude qualche banale e blanda frase di circostanza , invece di stigmatizzare con decisione i comportamenti illeciti dell’inter, hanno preferito spostare l’attenzione sulle minacce di risarcimento danni (quali?) messe in atto da Moratti e su quelle di un’eventuale, vergognosa, marcia di protesta dei tifosi prescritti per difendere il furto di uno scudetto mai vinto.

Tutto ciò mentre assistiamo ad un indecente balletto sulle responsabilità, tra Procura, inquirenti e FIGC. In ogni caso non temiamo di essere smentiti se affermiamo con forza che:  Non è certo la Juventus ad essersi avvalsa reiteratamente della  prescrizione in sede sportiva. Anche grazie ad un clima compiacente e utilizzando la ciambella di salvataggio prontamente lanciata da gran parte della stampa e da alcuni rappresentanti delle istituzioni calcistiche, come sta capitando anche in occasione della revoca dello scudetto di cartone (vero Tavecchio?)
La misura oramai è colma e noi di “Organizziamoci!”, abbiamo una sola parola per definire tutto questo:

VERGOGNA!

Noi juventini non siamo più disposti a subire e farci prendere per i fondelli.

A partire dalla revoca dello scudetto di “cartone”vogliamo: GIUSTIZIA!  

Lo sappiano questi signori, FIGC in testa, la quale non trova di meglio che radiare Moggi.Come se il tempo fosse fermo al 2006.

Alla luce di tutto questo, “Organizziamoci” chiede anche allo Juventus club parlamento di dimostrare con i fatti l’attaccamento ai colori bianconeri, facendosi promotore presso il sottosegretario alla  Presidenza del Consiglio con delega allo sport delle seguenti richiste:

Commissariamento della Figc e dei rispettivi organi di giustizia sportiva , essendo, alla luce dei fatti emersi, tali organismi esautorati di qualsiasi parvenza di credibilità, non chè incapaci di dare risposte adeguate

Apertura di un’inchiesta parlamentare per accertare le responsabilità di chi ha condotto le inchieste dello scandalo calcio 2006 in modo vergognoso, parziale ed approssimativo, rispondendo al quesito che milioni di sportivi si pongono da 5 anni a questa parte: chi controlla i controllori?  

Ai comportamenti palesemente disonesti, non si può certo rispondere con il fioretto.

 

 

 

Dopo Strasburgo c’è l’America.

 

 

 

 

Eccomi qui, dopo alcune settimane di pausa. A dire la verità, aspettavo qualche argomento interessante da commentare per tornare a scrivere dopo la fine del campionato: a Giugno, si sa, c’è il solleone e il tempo della pacchia è incombente. Al di là del mercato che riserva sempre i prevedibili intrighi, accordi, segreti ed imbrogli, un avvenimento davvero importante (per i pochi interessati al caso, rimasti vigili dal 2006 sino ad oggi senza stancanti ripensamenti) è stato quello che ha visto la radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini da parte della Disciplinate presieduta dal dott. Sergio Artico, presidente della Commissione Nazionale che ha disposto la radiazione di Moggi & co, in seguito ai fatti ed a ciò che è emerso e accaduto nel 2006. Tra le motivazioni, si accusa Moggi per “l’intrinseca gravità dei fatti commessi e delle aberranti conseguenze che hanno determinato”. Vi starete chiedendo come io possa non prendere in considerazione il nuovo scandalo del calcio scommesse: tuttavia, sotto il solleone anche questo è stato un avvenimento rilevante. Beh, reputo che quest’ultimo scandalo sia solo una diretta conseguenza di Calciopoli, vista la giustizia sommaria che è stata fatta e la possibilità data , ormai, di agire come meglio si crede per scopi personali; non a caso se “prima si truccavano le partite per conseguire il risultato sportivo, adesso abbiamo dei criminali che usano lo sport per arrivare a facili guadagni” (Abete dixit) e neanche tanto ‘scandaloso’ come vorrebbero far credere, quindi. Per questo motivo, la questione della radiazione è di primissima importanza e fanno discutere i modi con i quali è stata predisposta e il tragitto che ha percorso prima di arrivare a destinazione. Innanzitutto, Abete prima di creare l’impalcatura per questo mini-processo ha dovuto chiedere il parere della Corte di Giustizia Federale (che ha preso il posto delle vecchie CAF e Corte Federale che giudicarono Moggi & co. nel 2006) e poi quello dell’ Alta Corte di Giustizia del CONI. Insomma, un passaparola gigantesco per ottenere, da qualcuno, il permesso di agire. Eh sì, ha dovuto chiedere il “permesso”, come fanno i bambini con loro mamme quando in palio c’è qualcosa di rischioso o “non proprio corretto” (usiamo un eufemismo…). Un tragitto non molto arduo né lungo ma scontato quanto inaspettato sul finire. Sono molti, infatti, i misteri che lo avvolgono. Ho riflettuto su come impostare questo articolo, se basarmi sulle sensazioni (non quelle dei PM) o sui dati emersi con documenti alla mano e motivazioni annesse: come sempre, alla fine è inscindibile l’unione tra le due cose. Partiamo basandoci sulle sensazioni: nonostante tutto, la radiazione sarebbe stata inevitabile pur avendo lottato in questi anni nel tribunale penale di Napoli per riportare alla luce tante verità nascoste. L’ottimismo della vigilia è stata spazzata via dalla sentenza arrivata con un giorno in anticipo e dal procuratore Palazzi che, in ogni caso, l’avrebbe scampata su noi poveri mortali a prescindere. E infatti, la conferma è arrivata poche ore dopo la sentenza proprio dalle sue parole, ammettendo che “la commissione disciplinare incaricata di decidere sulla proposta di radiazione si è  basata solo sugli eventi del 2006 e non sulle carte dei processi fatti in seguito a quella data“. Una “radiazione a sentenze rese”, appunto, come recita il comunicato scritto della sentenza. Quest’ultima, è stata accolta di buon grado sia dal principale protagonista Moggi che dagli altri due protagonisti, Giraudo e Mazzini, sicuri tutti e tre di essere comunque radiati in primo grado. Moggi ha promesso guerra e battaglia contro una decisione ingiusta per lui e per noi suoi strenui sostenitori, convinti dopo aver visto l’evolversi della vicenda durante questi anni che le stranezze incombono che è una bellezza tutta italiana e mediterranea e non si può chiudere un occhio, 59 mesi dopo i 5 anni di inibizione ovvero 59 mesi di ritardo, uno a farne 60 prima che Moggi & co. potessero rientrare nel calcio (sempre se lo avessero voluto loro in primis…). La radiazione è stata ingiusta perché (e adesso veniamo alle vere motivazioni) non sono state prese in considerazione scoperte e retroscena usciti dai processi di questi anni e cioè che Moggi non ha mai parlato direttamente con gli arbitri a differenza di altri personaggi del mondo del calcio; che ha vinto la causa nel tribunale di R. Calabria sul caso Paparesta (mai stato chiuso nello spogliatoio); che gli arbitri ‘cupolari’ fanno fare alla Juve una media punti inferiore rispetto a quella ottenuta con gli arbitri ‘nemici’ e subiscono torti invece che le famose ricompense delle quali si è tanto discusso nel 2006, che lo stesso Bergamo ha ammesso che non ci è mai stata una cupola viste le molteplici cene che ci sono state con Moratti a Forte dei Marmi o con Collina ad un ristorante di Lodi senza dimenticare la cena avvenuta tra Sacchi e i designatori a casa Tanzi a Parma su testimonianza di Baraldi e i colloqui che ha intrattenuto. Un secondo motivo dell’ingiustizia subìta è la rapidità con cui si è istituito questo processo e si è arrivati ad emanare la sentenza, rapidità che, seppur giusta, è quasi una beffa a dispetto d’altre faccende d’ordinaria importanza come l’esposto della Juve sul quale non si hanno ancora risposte (Abete ha detto che le darà entro la fine di Giugno, mah, comunque a distanza di 13 mesi dal suo invio in Federazione il ritardo e la lentezza di Palazzi restano). Il progetto di radiare i 3 era in cantiere ma non è mai stato preso realmente in considerazione dal Palazzo sin quando la Federcalcio con a capo Abete, non ha avuto questa possibilità passati i 5 anni di squalifica. Il processo innalzato in fretta e furia non ha ricevuto neanche  il consenso dell’Alta Corte del CONI (di cui parlavamo all’inizio) alla quale Abete aveva chiesto un parere e che, tra l’altro, viene ribadito che l’atto finale di questa vicenda sarà girato proprio dall’Alta Corte, «ultimo grado della giustizia sportiva» che deciderà sulle radiazioni inflitte dalla Disciplinare. L’ avv. Tortorella ha detto, a caldo, che “Non poteva essere scritta sentenza migliore da appellare” e che il ricorso sarebbe stato depositato subito, senza perder tempo, entro sette giorni (quindi dovrebbe esser stato già depositato) ricordando che resta comunque il dubbio sulla legittimità del nuovo procedimento FIGC (la corte di giustizia che ha preso il posto della CAF, appunto) dal momento che il Consiglio federale non avrebbe il potere di emanare delle norme che non passino attraverso il vaglio della Giunta nazionale del Coni altrimenti il parere chiesto al CONI (e neanche preso in considerazione) che importanza ha avuto? A cosa è servito? Anche Moggi, nel suo consueto appuntamento web-TV su Libero e in diretta su 7gold Stadio ha ribadito che la battaglia finale si svolgerà a Strasburgo visto che è questa l’unica possibilità di vincere la causa poiché (altra stranezza del caso) in appello sarò la stessa Commissione disciplinare nazionale della FEDERCALCIO a decidere sulla sentenza già data in 1° grado (e senza alcuna certezza d’imparzialità nel giudizio, a questo punto…).  Non ci resta che continuare a sostenere Moggi perchè, non dimentichiamoci che, nel 2006, non subì il processo sportivo a causa delle sue dimissioni ma beccò una squalifica (poi divenuta radiazione, appunto) NON ESECUTIVA poiché si attendeva, all’epoca, la decisione e il verdetto della giustizia penale. Il processo penale di Napoli, come sappiamo, è ancora in corso e nonostante sia alle battute finali rischia di slittare direttamente a Settembre a causa dei problemi di alcuni PM o addirittura ricominciare da zero in caso la Casoria dovesse essere ricusata (da alcuni rumors pare che il rischio sia scampato, per ora). Per questo Abete ha deciso bene di rispolverare dal cassetto il “rischio-radiazione” passati ormai i 5 anni d’inibizione forzata. E poi c’è sempre un precedente a favore del “trio” ovvero un altro motivo secondo il quale la radiazione è ingiusta: quello riguardante Walter Sabatini che venne squalificato il 23 Marzo 2000 per 5 anni con rischio di radiazione. L’allora presidente federale Franco Carraro lo radiò con 38 mesi di ritardo ovvero il 15 marzo 2003, a 3 anni di distanza dalla squalifica: con questa motivazione (i troppi mesi passati tra squalifica e radiazione effettiva) Sabatini riuscì a vincere la causa davanti all’Arbitrato del Coni e la Figc fu costretta a reintegrarlo nel mondo del calcio facendo una magra figura. Oggi sappiamo tutti che sabatini è il nuovo DS della Roma degli americani. 38 mesi erano tanti per Sabatini: dovrebbero esserlo anche i 58 passati per Moggi, Giraudo e Mazzini…

Come si può radiare una persona sulla base della RELAZIONE BORRELLI di 190 pagine che presenta enormi buchi ed interrogativi? I motivi per uscirne puliti ci sono, ripagati o rimborsati non si sa, soddisfatti solo se i fautori di questa trappola saranno puniti. Sta vincendo la forza perché la ragione non basta(cit.) ?

eldavidinho94

NOI AL FIANCO DI MOGGI

Con la decisione di radiare Moggi e Giraudo, Organizziamoci prende atto che: La FIGC, rappresentata dal “fantoccio” dei poteri che dal 2006 controllano il calcio italiano, precipitato da Berlino a Johannesburg, ha perso una buona occasione per tentare di andare oltre farsopoli. Anche perchè il Presidente Federale cui era affidato il compito di decidere sulle radiazioni di Moggi e compagnia è riuscito, con una serie di artifizi giuridici, a scaricare l’incombenza sullo stesso Procuratore Federale che cinque anni fa formulò le accuse: Palazzi, appunto, che mai avrebbe ammesso di essersi sbagliato.

Lo stesso Palazzi che in passato ha “salvato” dirigenti condannati dalla giustizia ordinaria per aver contraffatto documenti, al fine di aggirare le norme sportive. Lo stesso Palazzi che non ha richiesto di processare la società colpevole di reati come pedinamenti e intercettazioni abusive, facendo cadere il tutto nell’oblio della prescrizione. Lo stesso Palazzi che di concerto con i vertici federali ha evitato di radiare un presidente sorpreso in flagranza di reato con una valigetta piena di soldi. Lo stesso Palazzi che però, nell’occasione delle radiazioni, è stato inflessibile, ignorando le evidenze di un processo ordinario che ha completamente stravolto i presupposti su cui era basata farsopoli.

Le istituzioni del calcio hanno quindi mandato un segnale preciso. Per loro, “calciopoli” si è chiusa inequivocabilmente nel 2006 e a niente servono nuovi processi. La loro convinzione non sarà scalfita da nessun fatto nuovo, per quanto clamoroso. E per rafforzare questo principio, i giudici della Commissione disciplinare hanno addirittura rincarato la dose aggiungendo nelle motivazioni, alle farneticazioni di Palazzi, concetti come “allarme sociale”o “comportamenti altamente inquinanti”.

Alla luce di quanto avvenuto per le radiazioni, pare oggi scontato anche l’esito sull’esposto presentato dalla Juve da oltre un anno. Con gaudio dei media che dopo un lungo silenzio hanno ripreso fiato.  Perché a decidere, sarà sempre lo stesso Palazzi: anche in questo caso, infatti, Abete si è “pilatescamente” tirato fuori.

Possiamo quindi affermare che la FIGC ha un presidente che non decide, ma è abilissimo a demandare ad altri scelte che richiedono un minimo di attributi.

MA NOI DI ORGANIZZIAMOCI NON CI STIAMO E RISPONDIAMO:

anche per noi tutto è fermo al 2006. Esattamente al 14 di maggio, quando la Juventus ha conquistato sul campo il suo VENTINOVESIMO scudetto. Tutto quanto è avvenuto dopo, non lo riconosciamo. Perché i risultati degli ultimi anni sono falsi e frutto di una mistificazione organizzata tavolino. Chiunque abbia beneficiato di questa situazione è solo oggetto del nostro disprezzo e mai sarà accettato come avversario.

Noi saremo al fianco del nostro Direttore e della Juve, indipendentemente da quello che deciderà la società. Accompagneremo Moggi con la nostra azione in tutte le sedi, a partire da quella dell’appello sulla radiazione. Se sarà necessario, promuoveremo iniziative anche forti come pubbliche manifestazioni o boicottaggi di massa in grado di provocare, quelli si, “allarme sociale”.

La revoca dello scudetto di cartone non c’interessa, perché noi rivogliamo nella nostra bacheca e nelle nostre casse quanto ci è stato tolto con un’ignobile azione, tesa a colpire solo ed esclusivamente la Juve.

Oggi più di ieri siamo determinati a perseguire l’obiettivo con la nostra azione, che ha anche l’obiettivo di cacciare personaggi come Palazzi e Abete, responsabili del fallimento del calcio italiano in ambito nazionale e internazionale.

Se qualcuno, media compresi, pensa di zittirci con il messaggio delle radiazioni, sappia che ha ottenuto l’effetto opposto. Perché ha rigirato il coltello in una ferita mai rimarginata.

Noi non siamo indignati né sorpresi per quanto capitato, ma semplicemente disgustati perché la farsa continua.

I personaggi che decidono sono sempre gli stessi. E, conseguentemente, le loro scelte fanno diventare la nostra battaglia per la riconquista della dignità, ancora più aspra.

Noi non molliamo!

 

Restiamo uniti

Ragazzi, amici, fratelli bianconeri. Non ci credo come non ci credete voi, eppure lo han fatto. Lo scempio che non era nemmeno prevedibile è stato ancora una volta perpetrato. Non bastavano 5 anni di punizione no! Alla fine Moggi e Giraudo (e Mazzini) sono stati radiati. Gli viene impedito una volta e per sempre di ritornare nel mondo del calcio. Gli viene impedito per sempre di tornare a lavorare in un mondo dove erano e lo han dimostrato sul campo, di essere di gran lunga i migliori di tutti. Il procuratore Palazzi e tutta la FIGC teme che possano tornare, magari proprio alla Juventus di Andrea Agnelli, visto che erano uomini di suo padre, e che la Juventus possa tornare ai fasti di un tempo. Ora è chiaro, dal loro punto di vista tutto questo va evitato in ogni modo. La Juventus vincente pre-Farsopoli non deve tornare. Un proverbio dice ‘’errare è umano, ma perseverare è diabolico’’: bene, abbiamo la prova che sono diabolici. Questa radiazione è la prova che Farsopoli non è stato un errore giudiziario e nemmeno un processo svolto sull’onda di quel famoso ‘’sentimento popolare’’ di cui si parla anche nella sentenza. Se fosse stato un errore giudiziario si poteva porre rimedio. I signori della FIGC vogliono continuare a far passare il messaggio che la Juve rubava e ora il calcio è onesto.
Lo so che oggi regna lo sconforto e abbiamo tutti il morale sotto i tacchi, io stesso sto scrivendo sull’onda dell’emozione senza pensare troppo a cosa dire e cosa fare, ma ora voglio fare un invito a tutti i fratelli bianconeri a restare uniti. Il nostro Direttore chiaramente e sicuramente ricorrerà in appello e poi ci sono ancora i giudizi che la giustizia vera, quella penale e non ‘’sporchiva’’, deve dare.
Oggi più che mai non abbandoniamo Luciano Moggi, non accettiamo che buttino nella spazzatura e infanghino oltre un decennio della nostra storia. Abbiamo tenuto duro fino ad oggi, NON MOLLIAMO.
Io sono con il DIRETTORE.

Alessandro Magno per Juvemania.it

ORGANIZZIAMOCI SCRIVE AD ANDREA AGNELLI

ORGANIZZIAMOCI SCRIVE AD ANDREA AGNELLI


CHI SIAMO

Caro presidente, nel corso della manifestazione, organizzata da calcio GP, lei ha auspicato una maggiore coesione del popolo bianconero e noi di “Organizziamoci “ rispondiamo: presenti!Le sue considerazioni, sull’evidente divisione dei tifosi con molteplici istanze avanzate in ordine sparso, confortano, il nostro tentativo di trasformare le singole voci in azioni unitarie e per questo, abbiamo deciso di rivolgerci direttamente a lei. Sperando che abbia avuto notizia, vista la sua attenzione per il Web, del progetto oramai noto come “Organizziamoci” che è una federazione di alcune tra le tante sigle che fanno capo ai tifosi juventini, nata per difendere il patrimonio sportivo, rappresentato dalla Juventus. Dando maggiore incisività alla battaglia su calciopoli, affiancandosi, alla società che per ragioni di opportunità non può esporsi più di tanto. E con la quale vorrebbe ricercare un dialogo, su tutti gli argomenti. Fornendo, da tifosi, un contributo anche  per programmare il futuro. Di questo vogliamo parlarle con la presente lettera che, dopo quelle del 10 e 19 maggio, rappresenta la nostra terza iniziativa. Prima di addentrarci nei dettagli riteniamo, doveroso informarla di chi oggi ha sposato la causa juventina attraverso “Organizziamoci”, ma anche di chi con attenzione ne sta seguendo l’evoluzione. Al momento possiamo dire con un pizzico di orgoglio che siamo la voce di:

Juvenews, Canale Juve, Juve Central, Nobiltà Gobba, Forza Juve blog, Juvemania.it, il blog di Alessandro Magno, Io juventino.net,  Cronachebianconere.blogspot.com, Calabrone37.blogspot.com, Il pallone racconta,  JuventusTheBest Forum, Juve forever.net,  Blog spot.com, La Divina Juventus.

Inoltre, alle iniziative di “Organizziamoci” è stato dato ampio risalto sui seguenti siti o blog:

Ju29Ro, Tutti pazzi per la Juve attraverso la trasmissione radiofonica, http://smillamagazine.com – http://www.liquida.it – http://calciototale.netsons.org – http://www.socialsport.net – http://www.parrotized.it – http://www.blogcalcio.info –  http://www.wikio.it – http://oknotizie.virgilio.it – http://www.testadicalcio.com – http://www.ciaojuve.com –

ASPETTATIVE DELUSE

E’ forse superfluo rimarcare che a un anno dal suo insediamento, le attese dei tifosi juventini siano andate del tutto deluse.  Abbiamo, però, la presunzione di essere tifosi razionali e, quindi, coscienti delle difficoltà che ha dovuto affrontare per una gestione precedente non proprio felice, in un contesto di crisi generale e con l’aggravante delle nuove norme imposte dall’UEFA.   Pur tuttavia, sul piano sportivo è stato fatto davvero poco e non riusciamo a trovare elementi positivi in una stagione che si può, tranquillamente, definire disastrosa. Non ci aspettavamo miracoli, ma, almeno, come probabilmente anche Lei si augurava, un’inversione di tendenza. Prendiamo atto che non c’è stata e guardiamo, comunque, avanti.

LE NOSTRE “LINEE GUIDA”

Da tifosi, ovviamente, sogniamo i grandi nomi, ma come Le dicevamo stiamo con i piedi per terra e comprendiamo quanto sia difficile, oggi, portare a Torino i cosiddetti Top Player, che, in ogni caso, da soli non fanno una squadra. Auspichiamo, perciò, che prima si costruisca un telaio solido, e poi si pensi ai campioni, evitando così l’errore commesso dalle avversarie della grande Juve, che ipotizzavano di colmare il gap, acquistando il Ronaldo di turno. Sia chiaro che noi i campioni li vogliamo, ma solo se funzionali a una vera squadra, perché solo un solido assetto di partenza è il giusto viatico per tornare grandi. Questo, presumiamo fosse il vero obiettivo della scorsa stagione e da questo, occorre ripartire. Continuiamo, ad ogni modo, a fidarci di Lei, convinti che dopo un anno d’esperienza si ponga rimedio a errori evidenti anche se forse inevitabili. Non ci sembra opportuno, fare nomi e indicare, cosa si possa salvare, perché in questi casi è impossibile avere uniformità di giudizi, ma le prime mosse sembrano andare nella  direzione da noi auspicata. Ed è apprezzabile che si sia cominciato, cambiando la guida tecnica che con tutte le attenuanti del caso, ha fallito per tutti gli aspetti che le competevano. L’aver optato, poi, per un giovane emergente ed entusiasta, per il suo passato bianconero, oltre le considerazioni tecniche sempre opinabili, è il segnale che da parte della società vi sia l’effettiva volontà di realizzare un progetto che duri nel tempo con la certezza che non sarà ripetuto l’errore fatto con un’altra icona bianconera come Ferrarra, abbandonata a se stessa. Vi sono comunque altri aspetti che intendiamo portare alla sua attenzione. Il primo riguarda la piaga degli infortuni cui in qualche maniera occorre porre rimedio e la preghiamo di valutare attentamente il problema, cominciando dai campi d’allenamento perché la Juventus non può permettersi di ripartire con un handicap simile. Ciò che, però, ci sta particolarmente a cuore è la difesa della dignità bianconera. Lei, spesso si è rivolto direttamente ai tifosi e di questo la ringraziamo, ma le chiederemmo, semmai, di trascurare noi, riservando la sua attenzione alla difesa della Juventus. La nostra è una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano che oggi come in passato è presa a bersaglio, ma in più è derisa e sbeffeggiata in modo intollerabile. Della Juve oramai si approfittano: gli avversari, in campo e fuori, le istituzioni calcistiche e i media e non ci riferiamo solo a calcio poli che per una volta tralasciamo, anche se, qualcosa di più concreto, prima o poi, dovrà dirci.

Presidente la esortiamo a lasciare da parte le parole al miele per gli juventini e a esternare, invece, il risentimento del popolo juventino nei confronti dei troppi detrattori. Difenda la nostra Juve dopo le partite, quando siamo attaccati, indipendentemente dalla prestazione. Risponda a tono ai suoi colleghi presidenti che non perdono occasione per gettare fango sulla nostra squadra. Pretenda il rispetto, non favori, da chi come Figc, Lega e mezzi di comunicazione, senza di noi sarebbero costretti a chiudere bottega. Questo sarebbe il modo giusto, per farci sentire la sua vicinanza e questo, ci aspettiamo da Andrea Agnelli tifoso della Juve. Volendo adoperare un termine abbastanza abusato, quelle che le abbiamo illustrato, hanno la presunzione di essere le nostre “linee guida” che, converrà, rappresentano solo un indirizzo senza entrare  nel merito di questioni che ci appassionano, ma non ci competono. Noi siamo, infatti, per il rispetto dei ruoli e siamo al fianco della Juventus.  E Lei?

L’APPELLO

Presidente, non ci abbandoni e continui nel solco tracciato dall’Avvocato e dal Dottore, cui dobbiamo l’orgoglio, di esser tifosi di una squadra unica. Ci aiuti a mantenere viva la nostra passione che prima delle vittorie, chiede che sia ridata dignità ai colori bianconeri. Noi non molliamo, ma come per gli amanti che si sentono traditi, dopo un periodo di rifiuto della realtà, e tanti tentativi di riprendere il rapporto, potrebbero subentrare, la rassegnazione e il conseguente distacco.

 

 

 

 

ALTRO CHE RICUSAZIONE ! “ORGANIZZIAMOCI” PRETENDE GIUSTIZIA.

 

Documento unitario: Juvenews.net, Uccellinodidelpiero.com, www.ilblogdialessandromagno.it, www.iojuventino.net, cronachebianconere.blogspot.com, calabrone37.blogspot.com, Canale Juve, Juve Central, Nobiltà Gobba, Juvemania.it, Juventus the best,  ju29ro.com ( che ha dato la disponibilità a pubblicare)

Inoltre il documento è stato pubblicato anche su i seguenti siti o blog:

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Altro che ricusazione! “Organizziamoci” pretende giustizia.

Tutto sembra indicare che il processo di Napoli, nato e sviluppatosi come una squallida farsa, debba giungere alla giusta conclusione, con un verdetto assolutorio per gli imputati.

Ma in modo indecente, in tanti non ci stanno, e sono gli stessi che sin dall’inizio hanno temuto quest’epilogo, consapevoli dell’inconsistenza di un teorema accusatorio che definire ridicolo è dire poco.

Così si spiega il colpevole disinteresse di quasi tutti i media per un processo il cui oggetto è quello che loro stessi avevano definito il più grave scandalo che abbia colpito il calcio italiano.

Trova altresì giustificazione il percorso ad ostacoli cui è stata costretta la Dott.ssa Casoria, che ha il torto di voler compiere il suo dovere, e proprio domani dovrà affrontare l’ultima trappola posta sul suo cammino, che indirettamente riguarda il nostro futuro, con il giudizio sull’istanza di ricusazione promossa disperatamente dall’accusa. E’ opportuno, quindi, fare un breve riepilogo di quanto capitato partendo dalla fine.

Domani, infatti, si terrà innanzi alla Corte d’Appello di Napoli l’udienza per decidere sulla richiesta di ricusazione dei PM Narducci e Capuano nei confronti del Presidente del collegio giudicante nel processo ” Calciopoli “.

Com’è noto, siamo alla presenza della terza iniziativa di questo genere e nonostante le prime due, quella delle parti civili e un’altra, sempre, promossa dai Pubblici Ministeri, abbiano avuto esito negativo per gli istanti, l’accusa ci riprova, e caso unico nella storia della Giustizia Italiana, per la seconda volta chiede la sostituzione del giudice.

Questi sono i passi ufficiali, ma sin dall’inizio come si è poi saputo, la Dott.ssa Casoria ha subito notevoli pressioni allo scopo di farla rinunciare. Cerchiamo, comunque, di comprendere da cosa sia scaturita questa nuova istanza.

Come tutti saprete, il CSM ha adottato nei confronti della Giudice, la sanzione disciplinare della censura, per le espressioni non proprio ortodosse adoperate dalla stessa nei confronti di alcuni suoi colleghi della nona sezione penale del Tribunale di Napoli, di cui la Casoria era Presidente.

In occasione del procedimento, la Procura Generale che ha sostenuto l’accusa davanti al CSM, ha chiamato come testi quattro giudici tra cui spiccano le due giudici a latere nel processo di calciopoli e i due PM Narducci e Capuano dello stesso procedimento che da questa circostanza hanno tratto spunto per richiedere nuovamente la ricusazione.

Da più parti si è manifestato il forte dubbio che il provvedimento adottato dal CSM, potrebbe condizionare, in maniera negativa per la Signora Casoria e indirettamente per i colori bianconeri, la decisione della Corte d’Appello chiamata a pronunciarsi, sulla richiesta di ricusazione dei PM.

Noi siamo convinti, al contrario, che il procedimento disciplinare conclusosi con la censura non abbia alcuna attinenza, né potrà mai influenzare il giudizio della Corte d’Appello, chiamata a vagliare l’istanza, domani 20 maggio.

Le nostre certezze non si poggiano sulla fede sportiva, bensì sul Diritto e per fare chiarezza riportiamo gli articoli 36 e 37 del CPP

Art. 36 Astensione

1. Il giudice ha l’obbligo di astenersi:

a) se ha interesse nel procedimento o se alcuna delle parti private o un difensore Ë debitore o creditore di lui, del coniuge o dei figli;

b) se è tutore, curatore, procuratore o datore di lavoro di una delle parti private ovvero se il difensore, procuratore o curatore di una di dette parti Ë prossimo congiunto (c.p 307-4.) di lui o del coniuge;

c) se ha dato consigli o manifestato il suo parere sull’oggetto del procedimento fuori dell’esercizio delle funzioni giudiziarie;

d) se vi è inimicizia grave fra lui o un suo prossimo congiunto (c.p 3074.) e una delle parti private;

e) se alcuno dei prossimi congiunti (c.p 307-4.) di lui o del coniuge Ë offeso o danneggiato dal reato o parte privata;

f) se un prossimo congiunto di lui o del coniuge svolge o ha svolto funzioni di pubblico ministero;

g) se si trova in taluna delle situazioni d’incompatibilità stabilite dagli artt. 34 e 35 e dalle leggi di ordinamento giudiziario ;

h) se esistono altre gravi ragioni di convenienza.

Art. 37 Ricusazione

1. Il giudice può essere ricusato dalle parti:

a) nei casi previsti dall’art. 36 comma 1 lett. a), b), c), d), e), f), g);

b) se nell’esercizio delle funzioni e prima che sia pronunciata sentenza, egli ha manifestato indebitamente il proprio convincimento sui fatti oggetto dell’imputazione.

2. Il giudice ricusato non può pronunciare nè concorrere a pronunciare sentenza fino a che non sia intervenuta l’ordinanza che dichiara inammissibile o rigetta la ricusazione (41).

Queste norme contengono le ipotesi tassative, in presenza delle quali, può essere richiesta la ricusazione di un giudice.

E’, pertanto fondamentale capire quali motivi siano stati addotti dai pm napoletani a corredo di questa seconda istanza di ricusazione.

La motivazione della richiesta di ricusazione sarebbe che la circostanza del procedimento disciplinare innanzi al CSM con testimoni d’accusa I PM e due giudici a latere nel processo su calciopoli condizionerebbe la Dott.ssa Casoria fino al punto di avere un interesse “diretto” nel procedimento penale in corso, che potrebbe pregiudicare il suo ruolo di soggetto terzo ed imparziale.

In altre parole la richiesta di ricusazione troverebbe fondamento normativo nell’art. 36 lettera a) C.P.P.:Se il giudice ha interesse nel procedimento;

Non si comprende, però, quale interesse la Casoria possa avere nel procedimento contro Moggi e altri: forse quello di assolvere gli imputati solo per ripicca nei confronti dei PM che hanno sostenuto l’accusa nel procedimento disciplinare dinanzi al CSM?

Procedimento disciplinare che, si badi bene, non ha alcuna attinenza con il processo penale su calciopoli e con il suo esito, come sottolineato anche dal Giudice Alemi, Presidente del Tribunale di Napoli, commentando le decisioni del CSM

Al più si può dedurre che tra i componenti del collegio giudicante nel processo di calciopoli, così come tra la Dott.ssa Casoria e i pm rappresentanti la pubblica accusa nello stesso processo,non corra buon sangue , ma tale condizione non rientra in alcuna delle ipotesi previste dagli articoli 36 e 37 del C.P.P., ipotesi , ribadiamo , tassative , cioè non se ne possono inventare di sana pianta altre come i pm vorrebbero….

Eventualmente, si potrebbe addurre una certa mancanza di serenità da parte della Giudice, ma nulla di più, e dato che la stessa non ha mai dichiarato di volersi astenere, non vediamo come possa essere ricusata dalla Corte D’Appello.

A questo punto tutti i cittadini, non solo i tifosi, dovrebbero chiedere: ma perché tutto questo?

La verità è una sola: quella che la “gazza ladra” aveva, in coincidenza della sua nomina, definita un Magistrato al di sopra delle parti, salvo poi a cambiare opinione, lo è veramente.

Inoltre per l’accusa questa SIGNORA ha un vizio d’origine, non le interessa il calcio e pertanto non assimilabile a quel “sentimento popolare”, che per loro vuol dire, essere antijuventini sempre e comunque , e in nome del quale si è perpetrato lo stupro del 2006.

Dopo la farsa e la corsa ad ostacoli, il processo ci sta, quindi, offrendo l’esibizione di Narducci e Capuano in uno di quegli sport estremi, tanto di moda: “L’arrampicata sugli specchi”, resi sempre più scivolosi, oltre che dalle difese, dai loro stessi testimoni che non hanno esitato a definire, mendaci, durante la requisitoria.

E’, perciò, evidente che la richiesta di ricusazione, è solo l’ultimo “mezzuccio” dei PM, per arrivare alla prescrizione, evitando così una sentenza che per quanto emerso non può che essere d’assoluzione. Il che avrebbe serie ripercussioni proprio su chi, ostinatamente, ha voluto un processo, fondato sulle chiacchiere, e rappresentando in modo penoso, un apparato dello Stato con notevole spreco di denaro pubblico.

Domani sarà, pertanto, un giorno cruciale per il futuro della Juve, perché un eventuale accoglimento della ricusazione azzererebbe, di fatto, il procedimento, facendo scivolare tutto verso la prescrizione.

Noi, invece, pretendiamo che il processo prosegua e giunga alla naturale conclusione con una giusta sentenza che è il passaggio fondamentale per riappropriarci della dignità scippata. E se la società decidesse, anche alla presenza di un’assoluzione, di non intraprendere le doverose azioni per riottenere quanto, truffaldinamente, ci è stato tolto, andremo, comunque, avanti per la nostra strada, facendo sentire la nostra voce in tutte le sedi, convinti della bontà di una lotta, iniziata cinque anni fa e che non può certo fermarsi in vista del traguardo.

N.d.r. se qualche sito che ha pubblicato e’ stato dimenticato nella citazione dei firmatari,lo comunichi ai redattori Zebbrone o Pasquale Lara tramite il contatta l’autore

Finalmente una buona notizia: Blanc è andato!

Devo dire che ormai non ci speravo più, questa storia dell’addio di monsieur Blanc cominciava a diventare come la storia della suocera offesa che ti minaccia che non ci viene più a casa tua, poi uno ci spera, ma tanto sa già che non si avvera. Si era iniziato a vociferare di questa cosa dalla nomina di Agnelli a Presidente e si era detto sarebbe avvenuta entro Settembre, poi Dicembre e poi l’ anno nuovo. Abbiamo dovuto aspettare un anno ma ce l’abbiamo fatta. Vi confesso che alla notizia ho mandato molti Sms di gioia e mi sono andato a prendere una birra in frigo, brindando simbolicamente alla lieta notizia. A sostituire Blanc è stato chiamato Aldo Mazzia che personalmente non conosco, ma dicono comunque sia uomo di Elkan e della Exor. Ad ogni modo sarà difficile fare peggio di Blanc. Prometto di essere un po’ più tenero con Andrea Agnelli qualora  scoprissi, come penso, che in questo avvicendamento c’è la sua mano. Perché non sopporto Blanc è presto detto. Blanc è arrivato alla Juventus in un periodo delicatissimo della nostra storia. Lui e gli altri suoi collaboratori  avevano il compito di non fare cadere la Juventus nell’oblio e di riportare la Vecchia Signora quanto prima al rango che le compete. Non era un esperto di calcio giocato (nemmeno Moggi lo era visto che  faceva il ferroviere), ma era il manager di fama mondiale esperto di economia che doveva tenere i conti a posto.
Prese la Juve con un bilancio in pari e dopo 5 anni l’ha portata ad avere 60milioni di euro di passivo alla media di 12 di perdita ogni anno. Ogni scelta operata poi da Blanc sul piano sportivo si è rivelata sbagliata. Son stati comprati tutti giocatori a prezzi eccessivi rivendendoli in saldo o regalando le loro prestazioni ad altri club come nel caso di Tiago Mendez. Il portafogli è stato aperto con intermittenza, a volte inspiegabile, per esempio quando l’anno prima non si comprò Xabi Alonso per una ventina di milioni preferendo Poulsen e l’anno dopo se ne spesero 25 per Felipe Melo. In questo sicuramente non è stato aiutato dai suoi collaboratori, ma evidentemente non è stato lui in grado di sceglierne di validi (grande presunzione). Inoltre, mentre tutti i giornali continuavano a dirci quanto fosse bravo,  lui incorporava cariche fino ad averne addirittura 3 tutte insieme, fra cui quella di Presidente (mamma mia) e mentre i nostri conti andavano sempre più giù,il suo stipendio ovviamente, andava su. Blanc è un po’ come l’euro: ha creato un sacco di ‘casini’, ma ci volevano convincere a tutti i costi che senza sarebbe stato peggio. Monsieur si è anche appuntato 2 medaglie sul petto, le uniche che poteva appuntarsi, la “grande cavalcata della B’’, cosi definita da lui e il nuovo stadio. Per quanto riguarda la prima, devo dire che dopo aver indebolito molto la squadra svendendo tutto il possibile è stato capace di fare arrivare solo 2 giocatori, Bojnov in prestito e che giocò pochissimo, e Boumsong che si rivelò il peggiore dell’annata. La grande cavalcata della B la realizzarono i giocatori della gestione precedente. Blanc è vero, portò il suo connazionale Deschamps sulla panchina ma quella squadra era in grado di vincere il campionato di B da sola. E infatti, realizzò il record di punti tuttora imbattuto. Tra le altre cose , fatto non trascurabile, Deschamps se ne andò proprio in polemica con Blanc e la sua gestione.
L’altra medaglia che si è preso Blanc immeritatamente è quella della realizzazione del nuovo stadio. Molti ricordano si tratti di un progetto di Giraudo che aveva già programmato il tutto e che aveva in previsione di iniziare i lavori al momento dello scoppio di Farsopoli. Blanc ha dato solo corso alle cose già programmate da Giraudo nulla più . Di recente Cobolli Gigli ha detto che dobbiamo tutti ringraziare Blanc e devo dire che per una volta mi trovo d’accordo con lui. Oggi mi sento di ringraziarlo perché si è tolto dalla scatole. E’ la cosa migliore che ha fatto da quando è venuto alla Juve.

Alessandro Magno per Juvemania.it

 

Solo lui può.

Ma che, stiamo scherzando? Su questa perplessità ci torniamo dopo, con calma. Ora non c’e tempo e non è il momento, c’è altro da dire. Che Del Piero ha firmato. Eh sì. Qualcosa la dobbiamo pur scrivere, no? Osama, William e Kate. Berlusconi sia in campo (quello della politica) che fuori (quello del calcio), Mourinho, il Barca. Tutti temi di tutto rispetto, trattabili, ci mancherebbe, ma si scrive troppo e si pensa troppo poco alle parole da buttare sul foglio. Spesso ci si trova costretti a parlare di temi che ci vengono ossessivamente proposti senza criterio, a ruota libera, in ogni modo, in ogni luogo, in ogni tipo di salsa.

E invece io vi metto di fronte ad una bella storia d’amore, leale e duratura, che ha bisogno di essere monitorata ogni tot. di anni per andare avanti anche se i coniugi salterebbero volentieri questo passaggio noioso e asettico. Il bello è che siete liberi di leggermi, non vi costringe nessuno perché tanto il loro matrimonio va avanti anche senza le luci e gli occhi dei riflettori. Cominciamo dalla fine, col dire che ha messo la firma per compiere la maggiore età con la Juve, pianeta d’appartenenza,  come se fosse una seconda vita parallela perchè la prima la sta vivendo qui con noi e come noi, sul pianeta Terra. Una storia, quella con la Juve, ancora tutta da vivere se si pensa che gli anni compiuti sono appena appena diciotto, omettendo che, eppure, la vita del calciatore è relativamente breve e la maggiore età, con una stessa casacca, non la raggiunge quasi nessuno. Alex è già il top. Molti preferiscono cambiare aria e mondo, stupidi che hanno bisogno di girovagare per trovare stimoli e ne approfittano perché hanno la possibilità di farlo, come se la fortuna di giocare per un grande club non sia già un grande stimolo da mantenere sempre vivo come l’impegno costante nei confronti di quei tifosi che, ogni anno e in ogni partita e in ogni occasione, sono sempre lì ad incitare la squadra e il beniamino che, in qualche modo, rispecchia se stessi e a fare in modo che, almeno la loro componente, faccia bene il proprio dovere. Perché quello del tifoso, poi, diventa uno ‘spensierato’ dovere.

Chissà cosa passa per la testa di quel marziano di Del Piero che decide di legarsi alla Juve dagli albori di una carriera fatta di record, fame e soddisfazioni, sino all’epilogo della stessa, più bello del principio. Una noia mortale, una monotonia da manicomio: ogni giorno, sempre la solita solfa. Eppure è proprio la monotonia che ha migliorato Del Piero come uomo e lo ha fatto apprezzare a noi come bandiera: il fatto di essersi legato alla Juve con un legame inscindibile, fatto di alti e bassi, di periodi bui e di altri felici, di problemi, vicissitudini, gioie, dolori, soddisfazioni tutte da vivere con i ‘soliti’ 14 milioni di tifosi e più o meno le stesse facce che si sono alternate in 18 anni di storia juventina, in squadra e in dirigenza. Ne ha vissute tante, Del Piero, ha fatto con noi anche la serie B, anno nel quale avrebbe potuto benissimo pensare di andare altrove non per mancanza di stimoli ma per necessità di VINCERE. E invece, la sua vittoria è stata continuare a rendere felici i suoi tifosi, alimentando dentro di sé un altro stimolo che solo 4 suoi compagni di squadra che lo hanno seguito hanno compreso: tornare a vincere con la maglia che lo ha portato sul tetto del mondo, ripartendo dal Purgatorio della Serie B anche se si può parlare d’Inferno visti i punti di penalizzazione e la cessione dei pezzi pregiati della squadra.

Soltanto chi non ha paura di cadere nella banalità e nell’indifferenza della monotonia, nell’apatia o nella stanchezza della routine e sa andare avanti giocando sempre per la stessa maglia può dirsi un uomo completo, un atleta costante, un campione apprezzato.

Il rinnovo di Del Piero alla fine è una cosa normale, tanto scontata quanto necessaria. Ogni anno si parla troppo di questa faccenda che non ha nè capo nè coda, a dirla tutta; anche chi si è sempre mostrato ostile nei confronti del rinnovo di Del Piero oggi direbbe che è stata la scelta giusta non perchè la Juve ha bisogno ancora di Del Piero in campo (questi sono pareri, relativi, sui quali si può discutere per ore) ma perchè vedere la Juve senza Del Piero non è la stessa cosa. Ormai è abitudine vedere Pinturicchio nella Juve e nessuno immaginerebbe il nuovo stadio senza almeno un gol di Alex . La verità è che nessuno ha mai pensato veramente ad una Juve senza Alex e ad un suo addio imminente. Quindi di cosa stiamo parlando? Ma che, stiamo scherzando? I numeri, ovvero 674 presenze e 283 reti senza mai stancarsi, parlano da soli.

In questa vicenda, l’altro coniuge si chiama Andrea Agnelli perché i matrimoni si fanno in due. Stefano Del Piero al massimo ha fatto da maggiordomo. Non sapremo mai se Andrea Agnelli si sia realmente alterato alla notizia che Del Piero, qualche mese fa, aveva dichiarato di esser disposto a firmare anche in bianco, azione colta dai più maliziosi come una mossa strategica da parte del Capitano che ha esposto il presidente a serie figure barbine in caso di non rinnovo e costringendolo, in un certo senso, a firmare l’ultimo contratto mantenendo  termini economici comunque decenti. E invece il misero milione e mezzo (dipende dai punti di vista, ma se lo paragonassimo con i campioni o le bandiere di suo pari livello, invece che con giocatori di serie C…) che Alex percepirà da qui sino alla fine del prossimo anno dimostra il contrario: dimostra che la volontà di fare un altro anno c’era, da ambo le parti; dimostra che il sacrifico del capitano è un vantaggio per la Juve che potrà approfittare (sì, approfittare!) ancora del suo contributo in campo, dimostra che le TV hanno parlato, ancora una volta, tanto…
Il senso d’appartenenza, forse, è ancora di casa. Appartiene ad entrambi ma ad Alex appartiene di diritto. È il migliore. ANCORA LUI. Questione di routine e d’abitudine.

eldavidinho94

La controinformazione contro i cortocircuiti !

 

Questo articolo non nasce per caso, o meglio, l’introduzione non nasce per caso. Prendo spunto dalla presentazione di un libro che ho sentito nominare in radio qualche giorno fa dal titolo ‘Cortocircuito’ che parla di casi di errori giudiziari, come un fenomeno reale e in forte crescita nelle aule dei tribunali italiani. Tantissima gente di vari settori è vittima di frequenti errori, omissioni o banali equivoci con conseguenze però tragiche per le loro vite: nella maggior parte dei casi, per la lentezza della burocrazia italiana, saranno costretti a un calvario di anni o addirittura decenni alla fine del quale in molti casi saranno riconosciuti innocenti. In questo libro sono raccontate le storie di alcune di queste persone, vicende spesso drammatiche, a volte tanto assurde da apparire grottesche. Una testimonianza sulla mala giustizia attraverso le storie di personaggi, noti e meno noti, che l’hanno vissuta sulla propria pelle. Il titolo del libro però è lo spunto più interessante, sì, proprio il titolo.Appena ho fatto mente locale sul significato del titolo non ho potuto non confrontare rapidamente, nella mia mente, le vicende raccolte in questo libro con quelle che noi seguiamo da due anni a questa parte sul tema di Calciopoli, a cominciare dalle sedi sportive del 2006, continuando per quelle in cui ha dovuto rispondere Moggi (Tribunale di Lecce per Lecce-Juve, di Reggio Calabria per il caso Paparesta, Tribunale di Torino per il processo delle plusvalenze), il processo GEA in corso a Roma e quello penale in via di conclusione (si spera) a Napoli, venendo alla conclusione più cruda. Cioè che siamo alla frutta. Un processo penale del genere non lo ricorda nessuno negli archivi di una storia giuridica pluricentenaria. La Casoria, ricusata per ben due volte (la prima nel 2009, senza successo per i fautori della ricusazione) al processo di Napoli non ha pace e, anomalia della Giustizia italiana, in questi giorni ha subito un vero e proprio attacco dall’accusa, nel tipico gioco della parti. E dovrebbe far scalpore il fatto che a chiedere la sua ricusazione sia stata l’accusa che sino ad oggi ha fatto sfilare solo suoi testimoni. Una resa non ufficiale?Infatti la Casoria non solo deve attendere la decisione della Corte d’Appello di Napoli che il 20 maggio è chiamata a decidere sulla richiesta di ricusazione dei pm anche loro testi contro la Casoria ma ha subito anche la decisione del Csm (l’udienza presso la commissione disciplinare che è stata tenuta dal dott. Renato FINOCCHI GHERSI, sostituto procuratore generale presso la Corte Suprema di Cassazione) che ha deciso di censurare la giudice Casoria per il linguaggio scurrile utilizzato con i propri colleghi anche se l’ha assolta dalle accuse più gravi. Eppure, nonostante la censura, in questa udienza la Casoria non ha mancato di dire la propria su come NON vada veramente la giustizia, tutte le incongruenze ed i sospetti emersi sino ad oggi. Diremmo oggi, una fortuna che sia stata convocata dal Csm (anche se, probabilmente, gli costerà buona parte di onorata carriera) perché ha detto cose che, altrimenti, nessuno avrebbe avuto occasione di dire. In ogni caso, questo è stato un vero e proprio atto d’accusa. La Casoria ha dato il meglio di se stessa e, a suo dire, lo strapotere dei PM, quello dell’indipendenza della Magistratura e quello del procuratore della repubblica, GIANDOMENICO LEPORE (che terrebbe sotto schiaffo il presidente del tribunale, ALEMI, tanto da averlo costretto a convincere la Casoria ad astenersi dal tenere il processo penale), rappresentano un ostacolo. E noi ne sappiamo qualcosa: sappiamo come il PM Narducci si stia basando su prove inconsistenti come il teorema delle sim svizzere e la filastrocca del Paparesta chiuso nello spogliatoio a Reggio e, secondo il Narducci, punito dal sistema. Eppure Paparesta sarebbe tornato, stando alle carte, dopo due sole settimane, ad arbitrare in Uefa e poi direttamente in serie A! Altro che esilio e stop forzato! Le inesattezze del Narducci sono un altro intoppo per il processo.La palese ostilità delle due giudici al latere Pandolfi e Gualtieri, della dott.ssa CATENA e di GAETANO DI GIURO è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha costretto la dott. Casoria a chiedere il trasferimento alla Prima sezione civile del Tribunale di Napoli, lontana da intrighi. Da gelosie, da persone pericolose per il prosieguo della sua carriera. Che Calciopoli fosse qualcosa di losco lo si era già capito ma che si potesse riscrivere la storia della Giustizia ordinaria con questi RARI episodi non poteva prevederlo nessuno. Mafia calcistica. La Casoria ha comunque deciso di portare a termine il processo, avendo ricevuto il “nulla osta” per farlo, ma nulla sarà più come prima: lavorare da estranei in casa propria non fa piacere a nessuno e non mette sicuramente la Casoria nei panni di svolgere il proprio lavoro in tutta tranquillità. Tra l’altro se dovesse essere ricusata il 20 Maggio, il processo sarebbe destinato a ripartire con grossi rischi di prescrizione e prolungamento forzato dei tempi dei processi. Moggi ha detto di non volere alcuna prescrizione e non la vogliamo neanche noi visto come si stanno mettendo le cose.Eppure, la Casoria è solo un esempio per dimostrare come, non solo in questo processo ma anche nel corso dei lavori, tante cose non siano andate per il verso giusto e continuano a non andare come dovrebbero.Che dire della Figc che ha deciso una norma ad hoc per la radiazione di Moggi, Giraudo, Mazzini e altri personaggi minori? Istituendo un proce­dimento vero e proprio, insito di proces­so e fase dibattimentale da svolgere davanti alla Disci­plinare? Insomma, intoppi su intoppi, sempre sul più bello, come se qualcuno guastasse la festa in anticipo. E che dire, ancora, del PM Beatrice che, secondo la Presidente Casoria, addirittura si era lamentato perchè faceva cominciare il processo troppo in fretta? Il bello poi viene quando finalmente fa notare che, comportamento anomalo dei PM di questo processo, li vede renitenti a fare la requisitoria, chiamando a testimoniare, tanto per cambiare, Nucini che si è squalificato da solo come teste per le sue rivelazioni inutili e prive di fondamento. E delle telefonate tra il presidente dell’Inter, Facchetti, e il designatore arbitrale Pairetto che sono scomparse? Ci sono i numeri sul brogliaccio manuale e originale, ma i file audio sono vuoti, misteriosamente. Per non parlare del famoso Memoriale Facchetti, tanto agognato dall’accusa e subito messo da parte per la sua inconsistenza. Altro intoppo, altra perdita di tempo. Nell’udienza del 19 Aprile, in quel di Napoli, addirittura i PM  hanno chiesto, nell’ultima udienza prima dell’apertura della fase dibattimentale (praticamente agli sgoccioli), di acquisire altro materiale riguardante i tabulati dei contatti delle schede svizzere, la rassegna stampa di alcune delle gare sotto indagine (con tanto di commenti dei tifosi laziali, assolutamente inopportuni in un processo) e le sentenze del processo Gea! Altro tentato cortocircuito.Il famigerato fascicolo o modello 45, infine, è destinato a diventare il simbolo di questo procedimento chiamato Calciopoli che prima ha emesso le sentenze e poi ha cominciato ad indagare sui suoi protagonisti. Vicenda assurda, a tratti interessante da seguire, in altri così deprimente da far cadere le braccia. In pratica questo fascicolo dovrebbe contenere i colloqui che Nucini ha tenuto presso Ilda Bocassini, PM del Tribunale di Milano.Il dilemma però è che l’incontro con la Boccassini pare sia del 2003 e nell’udienza datata 15 Marzo 2011 Nucini ha dichiarato di aver parlato di calcio e di Casarin intervenuto a Tele Lombardia, minimizzando. La volta precedente, però, nell’udienza datata 26 Maggio 2009 ha confessato di aver discusso col PM milanese delle confidenze fatte a Facchetti e non semplicemente di calcio, sollecitato da un uomo vicino proprio all’ambiente interista (che, pare, abbia, in questo modo, violato la clausola compromissoria). Il problema è che Casarin è andato a Tele Lombardia nel 2004, non nel 2003 e la mia fonte (Ricchiuti) è fonte certa.  Ora ci si domanda se il colloquio tra Bocassini e Nucini è avvenuto realmente nel 2003…Insomma, Calciopoli un processo mediatico (e aggiungerei io, non se ne è parlato neanche tanto in TV… figuriamoci) e giacobino, se lo ha detto persino Lotito…Tanti i cortocircuiti, tanti gli interrogativi (come è giusto che sia) ma troppe le difficoltà a procedere spediti a sentenza. Tante noie stanno trasformando questo processo in un calvario. Il problema è che molte noie sono pure inutili …

L’ impressione è che Calciopoli sia un grande CORTOCIRCUITO, forse troppo grande da riuscire a sbrogliare .

Eldavidinho94

Chi semina vento raccoglie tempesta.

È stato un martedì di fuoco nell’aula 216 del Tribunale di Napoli dove si è tenuta l’ennesima udienza del processo penale riguardante Calciopoli. Nella IX Sezione, finalmente sono stati sentiti Zamparini, l’ex arbitro Nucini dichiaratosi il ‘cavallo di Troia dell’Inter’ e Gianfelice Facchetti, figlio del defunto Giacinto. Nell’udienza di due settimane fa, i testi Monti, Corbelli, Minotti e Baraldi, chiamati dall’accusa, non si sono rivelati affatto utili. In precedenza, anche i testi dei PM (Dal Cin, Zeman, Varriale, Sanipoli) si sono rivelati dei fallimenti. Non è stata la stessa cosa in questa udienza dove i tre testimoni principali, tanto invocati sia dall’accusa che dalla difesa (ovviamente per motivi diversi) hanno praticamente messo una pietra tombale su questo processo penale ed ‘aiutato’, paradossalmente, il procuratore federale Palazzi che il prossimo 31 Marzo ascolterà Moratti nell’inchiesta su ‘Calciopoli 2’ e potrà usufruire dell’interrogatorio di Nucini. All’accusa non resta altro che la chance della ricusazione del presidente del collegio giudicante Teresa Casoria chiesta per la seconda volta (già nel 2009 non ottenuta) in modo da allungare il processo e far cadere tutto in prescrizione. Tal questione si risolverà venerdì 25 marzo e sarà vagliata dalla Corte d’Appello. Come ha detto (giustamente) l’avv. Massimo Zampini in uno dei suoi interventi: “Credo sia l’unico processo in Italia in cui l’imputato sogna una sentenza e un pubblico ministero sogna la prescrizione”. Danilo Nucini è stato il vero protagonista, autore di una chiacchierata che rimarrà negli annali per i toni utilizzati ma soprattutto per le cose dette. Già nei precedenti episodi di questa farsa è riuscito a smentirsi più volte, contraddicendosi e contraddicendo tutti e tutto. Ne è un esempio la risposta data alla Casoria sul colloquio con il PM di Milano Bocassini. A precisa domanda: ”Perché quando è andato dalla Boccassini non ha parlato di tutto?” Ha risposto: ”Per pudore della morte di Facchetti.” Peccato per lui che le date non corrispondano, l’incontro con la Boccassini è del 2003 mentre Facchetti è morto nel 2006. Contraddizione pura. L’interrogatorio di Nucini è poi continuato su questa linea e la Casoria ha chiesto, incuriosita, cosa si dissero realmente la Boccassini e Nucini, in quel colloquio alla Procura di Milano nell’autunno del 2003,Nucini ha dichiarato di aver parlato di calcio. La volta precedente però confessò di aver discusso col PM milanese delle confidenze fatte a Facchetti e non semplicemente di calcio. E’ la volta degli avvocati della difesa , Nucini, visibilmente irritato dalle domande scomode alle quali deve rispondere a più riprese alza i toni della voce contro l’avv. Prioreschi ( avvocato di Moggi) che incalza nelle domande, riceve il rimprovero della Casoria e l’avvertenza a contenersi e ad assumere un comportamento più consono. Nucini urla a Prioreschi : ”STA CALMO!” La Presidente Casoria lo riprende: “Non si permetta!”, è il turno dell’Avv.sa Silvia Morescanti (avvocato di Bergamo) che cerca di continuare con il suo interrogatorio: “Sono state fatte 25 domande sul punto e lei mi ha detto: ‘Magari me lo ricordassi”, e qui  arriviamo alle comiche. Nucini, forse in tema con il periodo di festeggiamenti per l’Unità d’Italia prova a fare lo spiritoso: “Allora, facciamo così: la scheda me l’ha data Marconi e a Torino c’era Garibaldi.” Patetico. Non può non intervenire nuovamente la Presidente Casoria: “Nucini, Lei si sta squalificando come teste, tutto ciò verrà registrato.”. Continua l’interrogatorio di Nucini ma si hanno solo risposte non attinenti e contraddittorie si chiude. In udienza c’è spazio anche per Gianfelice Facchetti, figlio del defunto Giacinto ma la sua testimonianza (che si è basata sul famoso ‘Memoriale’ tanto invocato dall’accusa)non è migliore di quella di Nucini e la Casoria si lascia sfuggire: “Non dovevamo fare alcuna domanda a questo teste, sta riferendo fatti riferiti da altri”. E liquida il famoso memoriale: “Ha un valore probatorio molto scarso“. Infine, tira in mezzo Moratti e inguaia Galliani. Cioè, tutto ciò che la Gazzetta dello Sport e l’accusa non avrebbero voluto sentir uscire dalla sua bocca. Inoltre non dobbiamo dimenticare che nel periodo in cui Nucini intratteneva rapporti con Facchetti ha arbitrato l’Inter per ben 5 volte, una media al di sopra delle consuete 2 o 3 partite che ogni arbitro, di solito, conduceva con la stessa squadra in campo. Tornando alla Gazzetta, è emblematico come il giornale più diffuso d’Italia abbia stampato in prima pagina, all’epoca dei fatti, titoli già eloquenti quasi a dimostrare che verità fu. Indimenticabili i vari  “Ecco come truccavamo i sorteggi degli arbitri”, “Juve così non si può” degli anni pre Calciopoli. E ancora: “Se la madre di tutte le intercettazioni è sterile…” con titoli provocatori di Fabio Monti. “Calciopoli, il giallo delle telefonate” felici di dire che non corrispondevano, ma i giornalisti della Gazzetta (Palombo e Monti in primis, poi vengono gli inviati Galdi e Piccioni) non sapevano che questa non corrispondenza era tutta ai danni dell’accusa? Nessuno ricorda le intercettazioni di schede svizzere (utilizzate proprio per non essere intercettati) scovate dall’avvocatessa Morescanti nelle quali Moratti diceva di pedinare arbitri, assistenti e dirigenti, in possesso già dell’ufficio indagini della FIGC dell’allora regnante Borrelli ma mai messe a disposizione degli atti processuali? Tutto questo dietro le quinte della Pirelli. Per terminare, tanto per non lasciar nulla al caso, si potrebbe pensare che l’interrogatorio di Zamparini sia stato l’unico a favore dell’accusa. In teoria è vero perché il presidente del Palermo non ha fatto altro che confermare che Moggi era molto influente sulle scelte degli arbitri tanto da citare un episodio della parte finale della stagione 2003/04 (non oggetto di indagini), col suo Palermo in testa in Serie B, a poche domeniche dalla fine. In pratica Moggi fece sorteggiare (e non designare) per un match molto complicato l’allora miglior arbitro della Serie B, a detta di molti, tal signor Rizzoli ma la valenza della chiamata che fece Moggi in presenza di Zamparini non è confermata neanche dallo stesso presidente rosanero che non ricorda a quando risaliva l’incontro, a quando risaliva la telefonata di Moggi (dopo o prima il sorteggio?), non sa se ci fu il sorteggio! Ha battuto Gianfelice nello scarso valore probatorio della sua dichiarazione… . Poi rilascia una dichiarazione spontanea l’altro ex designatore arbitri, Gigi Pairetto, che fa chiarezza sull’argomento dicendo che ci fu sorteggio (e non designazione), e non fu fatto nemmeno dai “cupolari” Bergamo e Pairetto, bensì dall’ “uomo loro” (cit.) Manfredi Martino, colui che aveva notato qualcosa d’irregolare nel sorteggio delle palline, altro capo d’accusa caduto vanamente poiché le prove sono inesistenti. Che altro ci resta? Ah si, la leggenda metropolitana su Paparesta rinchiuso nello spogliatoio di Reggio in quel famoso 6 Novembre 2004 e la favola della non intercettabilità delle schede svizzere. Per fortuna il perito De Falco ha fatto scuola.Insomma, tanti ‘se’ e tanti ‘ma’ in questa udienza, poche certezze. La fase dibattimenta­le del processo di Napoli volge al termine: il 19 aprile prossi­mo il deposito delle trascrizio­ni e – se non interverrà la ricu­sazione – si passa alla discus­sione dei pm e degli avvocati. Il tempo stringe. Incomprensibile anche il silenzio della procura federale sull’esposto della società bianconera. E attendiamo risposte anche da qui.

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