Archivi Tag: galatasaray

Non è bastato.

juve benfica

di Davide Peschechera

Sapore amaro. L’eliminazione è l’occasione giusta per un autoesame in vista del prossimo anno europeo. La Juve doveva fare di più e poteva fare di più. Eliminazione immeritata nell’arco dei 180 minuti per ciò che si è visto in campo. Contro il Benfica la Juve ha avuto in mano la partita d’andata e quella di ritorno: se l’è fatta scivolare via in entrambi i casi. Dopo la gestione dell’andata, la strategia del ritorno non ha funzionato. La Juve ha creato 2 o 3 sterili occasioni giocando una partita rinunciataria per le proprie potenzialità. In Europa vince il cinismo, trionfa la freddezza. Quella di un Benfica scaltro, furbo ed esperto benché la loro rosa sia complessivamente un po’ meno forte di quella juventina. Ha vinto l’esperienza di una squadra che vince in Portogallo ma arriva quasi sempre in semifinale o in finale nelle competizioni europee da qualche anno a questa parte. Questo tipo di esperienza porta la squadra ad avere la giusta determinazione nelle competizioni europee. Il Benfica ha mostrato tutto il carattere di una squadra perfettamente conscia dei propri mezzi e difetti.Ma c’è anche da dire che noi abbiamo giocato per quasi mezzora con l’uomo in più (che negli ultimi minuti son diventati due) e il Benfica non ha praticamente fatto una piega.

Abbiamo creato molte più occasioni in parità numerica che non in undici contro dieci, anche se mi sarei aspettato un forcing più lucido. Invece nel secondo tempo la Juve è stata più contratta, nel primo non abbiamo aggredito il Benfica come avremmo dovuto fare e gli ospiti hanno preso coraggio e consapevolezza dell’impresa. Abbiamo costruito tanto, abbiamo avuto un largo possesso di palla ma alla fine abbiamo stretto solo mosche. E’ in questo tipo di partite che bisogna dimostrare di essere più forti ma ogni volta veniamo meno alle aspettative. Pochi tiri decenti, un volume di fraseggi portati allo spasimo con inevitabile perdita del pallone, palle gol serie veramente poche per l’importanza della partita. Tanta delusione.

Non so se i bianconeri hanno peccato di presunzione nella preparazione della gara, piuttosto credo che il campionato, come al solito, abbia tolto energie mentali e fisiche e il tempo per preparare le gare infrasettimanali. Per chi pensa che Conte abbia sbagliato a concentrare e focalizzare tutto sul campionato… se non avessero giocato i titolari anche contro Genoa, Catania, Sassuolo, ora avremmo 8 punti di vantaggio sulla Roma? Purtroppo quando ha provato a fare dei cambi, le riserve si sono dimostrate incapaci. Rosa corta, Conte quest’anno ha attinto poco dalla panchina ed hanno giocato sempre gli stessi. Conte aveva chiesto un centrocampista a gennaio e ci aveva visto giusto. Lì in mezzo sono arrivati spompati. Implorava anche un esterno per passare ad un bilanciato 4-3-3. Sono sicuro che anche il mister non ne può più del 3-5-2. Sa che questo 3-5-2 è difficilmente migliorabile. Il problema del 352, il principale problema, è l’inferiorità in fascia e non è migliorabile neanche con fenomeni assoluti per il semplice fatto che spesso altre squadre si presentano con catene laterali formate da esterni e terzini.

È la cosa più brutta essersi trascinati sino in semifinale, aver speso tutto le energie per il campionato e aver abbandonato Champions, Europa League e Coppa Italia nel mondo in cui lo abbiamo fatto. Purtroppo. Ma quest’anno credo sia stato necessario.Abbiamo trovato un Benfica che ha lottato su ogni pallone. La verità è che la Juve non avrebbe segnato neanche se la partita fosse durata altre 2 o 3 ore. Una squadra, quella portoghese, ordinata e dignitosa nel catenaccio, arcigno e molto accorto. Conte è arrabbiato. Arrabbiato perché gli si dice che la Juve non è stata europea, invece è stata sin troppo europea all’andata e al ritorno e il Benfica sin troppo italiana a fare di necessità virtù senza vergogna di difendersi. Non siamo riusciti a scardinare il muro del Benfica, quel muro che spesso va abbattuto insistendo sulle fasce, forse anche cercando il fondo: i bianconeri raramente anche in campionato crossano sulla corsa. Preferiscono tornare indietro, ripartire, duettare per entrare anche dal lato corto con il pallone. E’ il nostro credo. E questa volta è girata male. Ma resta bello e apprezzabile avere un credo e proporlo come una costante. Il Benfica lo scorso anno ha perso tutte le competizioni nei minuti finali e quest’anno hanno imparato la lezione. Sono stati attenti ed hanno portato a casa il prezioso risultato dell’andata, hanno vinto Coppa Nazionale e Campionato. Si sono riscattati. Il Benfica viene da anni di partite a questo livello. Pensare di essere superiori a loro significa peccare di umiltà. Non siamo stati da meno, lo abbiamo dimostrato sul campo, come sempre, ma differenza è che il Benfica è una squadra con giocatori dai piedi buoni in ogni zona del campo, esprime un calcio più “europeo” del nostro, molto rapido e veloce. È una squadra ben costruita seppur priva di veri campioni. Noi inconcludenti, loro  pragmatici. Hanno tenuto i nervi saldi e la mente lucida quando si sono accorti che non l’avremmo messa mai e poi mai dentro.

Quel gol alla fine della partita di andata è stato fatale come quello del Galatasaray dell’andata a Torino e, nelle due sfide che contavano, non siamo riusciti a segnare. Sono tanti i paragoni che si possono fare col passato, recente e no. Questa eliminazione e questo 0-0 ricordano anche i pareggi casalinghi, scialbi, con Liverpool ed Arsenal in Champions, dopo le sconfitte dell’andata. Vero che, come dice il mister, conta l’interpretazione più che il modulo in sé, ma la prevedibilità delle soluzioni di gioco e gli schemi offensivi ancora troppo rigidi non ci hanno aiutato, come succede invece in Italia. In Italia la Juve insiste e prima o poi sfonda, anche perché è semplicemente più forte. In Europa non funziona così. Bisogna giocare in modo più offensivo e vario. La Juve manca di contropedisti, di velocisti e di gente che cerchi il gol da situazioni come il calcio d’angolo, o il tiro da fuori. Serve maggiore qualità (in tutti i reparti), non è una squadra che ha il cambio di passo o di ritmo. Cambiare modulo significa cambiare anche interpreti in più ruoli puntando su giocatori veloci palla al piede. L’organizzazione e l’equilibrio non bastano. La ricercare esasperata dell’equilibrio, del dominio tattico e territoriale della partita non fa segnare. Almeno non sempre. In Coppa non riusciamo ad essere generosi e sfrontati. Il rinnovamento e la crescita deve essere negli uomini e nel sistema. Il rendimento mostruoso in campionato è dovuto in parte alla ferocia mentale di una squadra che in Italia si sente padrona e si comporta di conseguenza. La Juve gioca sempre con la certezza di poter recuperare e di essere già superiore all’avversario. Per questo credo che questo gruppo abbia già dato il massimo in Italia. Non ha più stimoli. Deve trovarne altri, deve affrontare nuove sfide, con nuove motivazioni. E forse anche con giocatori nuovi. Altri uomini. La rosa attuale va rimpolpata, rinfrescata, rinforzata. Serve chiarezza, ed il bilancio di fine stagione deve includere anche questo punto per ricominciare il prossimo anno: la Juve, il prossimo anno, deve lottare solo ed esclusivamente per lo Scudetto? In Europa non si tratta di vincere, ma di partecipare assiduamente e di raggiungere obbligatoriamente un buon livello di competitività. Serve starci per abituarsi e capirne il meccanismo. Poca fame si è manifestata nelle due gare con il Benfica dove, pur giocando discretamente, è mancata la “ferocia” che spesso la Juve  e Conte ci mettono in campionato.

Una Juve un po’ contorta e con poco agonismo. Senza furore. La mancanza di fame è dipesa e dipende da un approccio sbagliato di Conte alle competizioni internazionali perché forse il mister considera nel suo intimo la Juve inferiore a troppe squadre. Purtroppo la differenza la fanno gli uomini, la qualità dei singoli e questo divario è colmabile, in assenza di uomini e qualità dei singoli, col gioco, con l’approccio e la mentalità, con le idee. Poi mettiamoci le coppe, in generale, vissute come un peso quest’anno. Secondo me l’anno prossimo faremo molto, molto meglio. Fiducia.

Tra andata e ritorno si possono criticare a Conte le scelte di Vucinic e Vidal, titolari e fuori forma. Anche Osvaldo si è dimostrato completamente fuori forma e dagli schemi di Conte. Io credo che quest’anno la preparazione è stata cambiata per evitare il consueto tracollo di gennaio, per evitare che la Roma ci raggiungesse il campionato e secondo me anche per far arrivare in forma i giocatori al Mondiale. Dannato mondiale. Molti titolari della nostra rosa ci hanno salvato in questi mesi ma sono arrivati spremuti in questo finale di stagione. Non credo comunque che non riusciranno a recuperare in vista del Mondiale, è stato tutto programmato. Forse Conte non ha ancora l’esperienza giusta per gestire il doppio impegno. La sua Juve è perfetta e calcolatrice nelle competizioni annuali,inadatta nel dentro o fuori, dove prende sbandate paurose. Ma con un allenatore come Conte la Juve non può prendere scorciatoie, ovvero il gioco e la mentalità dei giocatori deve avvenire attraverso un processo di crescita costante che coinvolge vecchi e nuovi. Inutile recriminare troppo, gli episodi accaduti con Benfica e Galatasaray sono determinanti e significativi del fatto che dobbiamo ancora crescere per essere competitivi in Europa.

Troppa tensione negli uomini chiave, e pure troppa stanchezza. A maggio, dopo una stagione intensa, la paghi.Tutti noi ci aspettavamo di più. Il feeling della Juve con l’Europa non c’è. Bastava farne uno, invece la Juve non è riuscita ad essere cattiva il giusto per portare al goal. è la prima volta che la Juve non segna in casa e non ha segnato nella partita più importante. In una partita ci siamo giocati una finale nel nostro Stadio e la partecipazione, in caso di vittoria, nella  Supercoppa Europea con la vincitrice della Champions. Nelle partite che contano, ecco, la Juve spesso fatica. Non riesce a realizzare “gol facili” che, nel conteggio, fanno vincere. In Europa non riusciamo a fare gare senza commettere un errore.  Quando impareremo a giocare in Europa non perderemo partite come all’andata. Lì avremmo dovuto fare la partita che hanno fatto loro qui. Non è da Juve? Non è nella nostra mentalità?

Le lamentele di Conte, a fine partita, sono anche comprensibili, perché dice cose giuste. Non si può pretendere da un allenatore che si immola da solo da due anni in Europa e in Italia la maestria di volponi navigati come il tecnico del Benfica o Mancini del Galatasaray e pronti ad ogni stratagemma pur di vincere le gare, con merito o demerito. Più polli in campo, come Vucinic, per essere caduti nella loro trappola, nel loro tranello, tra risse, lamentele e barelle, che fuori.Chissà cosa sarebbe successo se non avessimo perso gli ultimi 15 minuti tra cartellini rossi e barelle in campo.Qui serve anche la società, che risponda a tono colpo su colpo. Conte ha criticato l’atteggiamento antisportivo del Benfica, ha detto che ci sono stati 49 minuti di gioco effettivo quando la media è di 60-65 e 6 minuti di recupero per tutto il tempo perso. Ha poi parlato di ostruzionismo da parte degli avversari, di presa in giro e che, dopo quello che è successo a Istanbul e con il Benfica a Torino, spera solo che in futuro l’Uefa abbia più rispetto per la Juve. Vero che manca qualunque autocritica anche se l’arbitraggio, nel match di ritorno, ci ha complessivamente sfavorito. Non è comunque per quello che siamo usciti.Chiaro che il Benfica ci ha marciato spudoratamente (lo ha fatto anche in questi giorni, prima di giocare la partita) ma noi dobbiamo essere più forti di questi mezzucci e di queste contingenze. Dobbiamo esserlo assolutamente, altrimenti la nostra dimensione resterà per forza di cose limitata.

La delusione più grande è la consapevolezza che non tutti, ma molti, tenderanno a sminuire la nostra stagione per colpa di questa eliminazione. Nessuna giustificazione attribuendo la sconfitta a sfiga o sfortuna. Il rammarico per aver perso una finale alla portata influirà sul bilancio della stagione. Necessariamente. 2 eliminazioni europee in un anno devono far riflettere. Però arriverà il terzo titolo italiano, entriamo nella storia e rispettiamo quelli che erano i progetti di inizio stagione che davano priorità assoluta al campionato. Auguriamoci di non subire contraccolpi clamorosi lunedì e chiudiamo il discorso. La Juve solo in un’altra occasione aveva vinto lo scudetto per più di due anni di fila. Le somme si tireranno dopo la festa scudetto.

Rubrica #AttimidiJuve. Profilo Twitter: @eldavidinho94. Profilo Facebook: Eldavidinho Juve. Profilo Instagram: http://instagram.com/eldavidinho. Blog Tumblr: http://eldavidinho.tumblr.com/. Blog WordPress:http://eldavidinho.wordpress.com/.

 

ricchiuti60

Galatasaray Juventus considerazioni sulla partita e sull’eliminazione.

Partita è un parolone. L’eliminazione invece è giusta: la Juve ha fatto una cempions da cani e merita di giocarsi in casa la coppetta dei poveri. Per salvarsi la Juve avrebbe dovuto avere una società più smaliziata e una squadra più presente. O per meglio dire l’inverso. Agnelli negli spogliatoi e il vecchio calcio italiano in campo.

Cosa deve fare questa Juve per tornare ad alto livello in Europa?

Deve conoscere vita morte e miracoli degli arbitri di punta, degli stadi più ricorrenti, presenziare a sorteggi, inaugurazioni di tagli, premi giornalistici. Deve stare un piede dentro France Football e l’altro nelle televisioni. Il resto, il calcio, verrà da sé.

Considerazioni sull’Europa League e su come deve affrontare l’impegno la Juve anche in considerazione del fatto che la finale si giocherà allo Juventus Stadium.

Con Del Neri la snobbammo clamorosamente. Finimmo col perdere la faccia e le gambe di alcuni punti di forza, tipo Krasic. Abbiamo dunque un precedente nel quale abbiamo dimostrato di essere dei pessimi furbacchioni e dei ridicoli speculatori. Detto questo, l’Europa League è veramente robetta. E logicamente è giusto boicottarla. Però dal momento che non sappiamo comportarci male con profitto, dal momento che siamo quegli idealisti un po’ de coccio che a 5 dalla fine a Istambul non fanno recite per perdere tempo ma se la giocano incredibilmente, dal momento che in Europa somigliamo più a quei film di Capra che alla Corazzata Potemkin, siamo più James Stewart che Jack Nicholson, e dal momento che dovremmo finalmente cominciare a crescere e a farci apprezzare dai parrucconi dell’Uefa, meglio giocarsela e onorarla, la coppa di gelato. Tanto siamo la Juve, dobbiamo vincere sempre. La scusa o la condanna che dir si voglia è già pronta.
 

Galatasaray – Juventus 1-0. Sintesi.

Immagine anteprima YouTube

CARISSIMA JUVENTUS FC…………………

SPORT, CALCIO: JUVENTUS-PARMA

 

Articolo di Angela Butera

 

 

Questo vostro mutismo è assordante, lasciare la Juve in balia degli “eventi” è per noi tifosi una seconda sconfitta. Appurato il fatto che la Juventus ha compromesso il proprio cammino in champions nel girone di andata, noi tifosi ci chiediamo quanto c’era di regolare nella partita disputata ieri. Sarebbe stato meglio giocarla la sera prima, il regolamento lo prevedeva, non esistevano condizioni tali da permettere la sospensione, ma qualcuno ha deciso che non dovesse disputarsi, per l’incolumità dei calciatori dicono, ma con il senno di poi questa motivazione è poco credibile. Non potete negare che un briciolo di dubbio sia sorto anche a voi, allora perché non esporre questi dubbi all’UEFA? Perché stare sempre in silenzio? In fondo un chiarimento non costa nulla, soprattutto se non si ha nulla da nascondere. La metà campo in cui avrebbe attaccato la Juve era troppo rovinata per essere solo una coincidenza, infondo la neve era presente in egual modo su tutto il terreno di gioco, eppure solo quella metà campo era in quelle condizioni, stranamente le serpentine non funzionavano e la sera prima come mai gli addetti si sono dedicati alla pulizia totale nella nostra area e solo le linee nella loro? nessun dubbio nemmeno in questi casi? Peraltro ci sono delle immagini che parlano da sole, ma a quanto pare, la società Juventus oltre ad essere muta è pure cieca, o fa finta di esserlo. Ma a quale scopo? Eppure non è la prima volta che succede un evento del genere il cui protagonista è sempre il Galatasaray, e stranamente sempre a suo favore, sarebbe bene informarsi carissima società. Quella partita non doveva essere disputata, per stessa ammissione di Mancini. E invece si è giocato(?) o meglio, sono stati tirati due calci ad un pallone. Più che una partita valida per il passaggio del turno in Champions, sembrava una partita organizzata tra amici, o nemmeno, visto che in quei casi si gioca su terreni decenti. Tutto quello che è successo intorno alla partita ha del ridicolo, come l’apertura dei cancelli per riempire lo stadio permettendo a chiunque di entrare, e le forze dell’ordine in quel caso sono riusciti a mantenere l’ordine pubblico? Non è che magari lo spostamento chiesto da loro gli ha permesso di richiamare quanti più tifosi possibili? Non mi stupirebbe affatto. Perlomeno l’UEFA poteva avere il buonsenso di farla disputare a porte chiuse, per l’incolumità dei tifosi. Ma a quanto pare non vi è importato nemmeno di questo, non avete rispetto nemmeno per i vostri tifosi che erano venuti fin li per vedere giocare la Juve e se ne sono andati senza vedere nulla, o meglio qualcosa l’hanno vista, hanno potuto ammirare quello scempio di terreno. Ancora oggi mi chiedo come sia possibile che squadre sprovviste di stadi adeguati e senza seri addetti necessari per eventuali problemi possano partecipare alla Champions League, tutto ciò ha dell’assurdo. E tralasciamo il discorso degli arbitri, alcuni non sarebbero degni nemmeno di arbitrare squadre dell’oratorio ma misteriosamente si trovano ad arbitrare partite importanti di Champions. In tutto questo Juventus dove sei? Noi tifosi oltre ad esporre i nostri dubbi, altro non possiamo fare, ma voi si, in fin dei conti non vi chiediamo la luna, ma solo di chiedere al signor Michel Platini in quanto presidente UEFA, di aprire un inchiesta e fare chiarezza su quanto successo. Almeno questo noi tifosi i giocatori, e l’intera competizione lo meritiamo.

Galatasaray – Juventus analisi sciatta.

Drogba

 

 

Articolo di Alessandro Magno

 

Stenderei un velo pietoso su tutta l’organizzazione del Galatasaray e dell’Uefa. Juventus supermaltrattata e fatta giocare su un campo di patate. Galatasaray che cura la parte di campo dove deve giocare la sua squadra nel secondo tempo e ditrugge la parte di campo dove deve giocare la Juve. Mancini stesso ha detto che la partita doveva essere rinviata e questo gli fa onore. Concludo questa piccola parentesi con il sottolienare quanto la Juve in Europa non conti nulla a livello politico e men che meno conta la Federazione italiana. Abbiamo subito tutte le decisioni dall’Uefa, al Galatasaray , persino dalla polizia turca. Noi abbiamo accettato tutto e a nulla è servito che Conte nell’intervallo e sullo 0-0 , quindi a risultato ancora ottimo per noi, ha cercato di convincere l’arbitro a rinviare la partita.

Detto questo sono abbastanza corretto da ammettere che la Juventus pur disputando una buona partita qui ad Istanbul su un campo impossibile, la qualificazione se l’è mangiata nelle altre partite. In un girone di Champions League non puoi permetterti di sbagliare molte partite e poi quando si va ad eliminazione dirette ancora meno. Troppi calcoli noi, troppo rinviare, troppo timidi, troppo poco convinti. Sarebbe bastata nel girone una Juve come a Bologna e avremmo vinto sia col Copenaghen in trasferta che con il Galatasaray in casa. A Istanbul all’ultima saremmo andati in vacanza e poteva venire pure giù un metro di neve. Invece in Coppa entriamo in campo sempre timorosi. Sempre ci lasciamo imporre il gioco dagli altri. Sia contro Copenaghen che contro il Galatasaray all’andata ci siamo svegliati quando siamo andati in svantaggio, sia con gli uni che con gli altri, abbiamo regalato gol clamorosi per disattenzioni enormi dei singoli. Credo sia giusto dire che con una sola vittoria, quella sul Copenaghen allo Juventus Stadium, è giusto uscire dalla coppa. Dispiace per gli introiti che avrebbe avuto la società col passaggio del turno, ma se non investi o investi poco e male non vai da nessuna parte. Due anni fa potevamo prendere noi Drogba che percepisce 7 milioni di Euro l’anno e lo potevamo prendere gratis hanno preferito investire 7 milioni piu’ 1 d’ingaggio per 3 anni che fa 10, per Peluso e 8, fra ingaggio e acquisto, per Padoin. Non si compravano nè Padoin, nè Peluso, con gli stessi soldi ti pagavi Drogba per due anni. E questo è solo per fare un esempio per dire che la qualità di un grande giocatore fa la differenza e la Juve lo sta vedendo con Pirlo che seppure anzianotto forse riuscirà a spuntare un triennale a cifre importanti.

Ora ci tocca l’Europa League. Leggo che molti pregano di uscire perchè a loro dire questa coppa gli fa schifo. Dal mio punto di vista spero che venga affrontata con l’impegno giusto come fosse la Champions. Voglio ricordare a tutti che la Juventus non vince un trofeo internazionale da qualcosa come 15 o 16 anni quindi prima di schifarsi bisogna essere umili. I nostri grandi cicli in Europa sono partiti sempre da una finale di Coppa Uefa. L’Europa League è una gavetta. Servirà da banco di prova per vedere se riusciamo a far trovare a questi giocatori quello spirito Europeo che evidentemente gli manca. Non credo che arrivare di nuovo primi in campionato davanti a questa Roma o Inter o Fiorentina o Napoli sia tanto meglio di battere magari il Tottenham piuttosto che il Siviglia il Valencia o il Rubin Kazan. La scuola si fa per gradi e poi il Chelsea l’anno scorso vinse l’Europa League e non credo gli fece tanto schifo la cosa. E fra l’altro vincere l’Europa League consente anche di sfidare il Campione d’Europa nella supercoppa Europea. Si parte per vincere sempre in ogni competizione , questo deve eseere lo spirito della Juve. Tutto è prioritario non si scarta niente.

Ultima cosa la finale di Europa League si disputerà nel nostro stadio. Ora a quelli che pregano di uscire velocemente da questa coppa per puntare tutto sullo scudetto, voglio solo dire che forse non hanno considerato il fatto che magari in finale ci possono finire i viola o i laziali o i napolisti. Bo, sappiatelo. Poi se a voi piace farvi alzare una coppa in faccia in casa vostra da siffatti personaggi accomadatevi pure. Io ci penserei.

Cose turche

 

gala

di Davide Peschechera

 

Si sentiva lontano un miglio la puzza dell’Inferno turco. Ce l’hanno fatta sentire appena dopo i sorteggi, quando si è scoperto che l’ultima partita del girone l’avremmo giocata a dicembre in una bella trasferta nell’est dell’Europa. Ieri sera, però, si è sentita proprio la puzza di bruciato. Trasferta tormentata e disgraziata.

 

Cominciamo dal Concilio sull’orario, evitabile. Il braccio di ferro tra polizia turca e Uefa, con quest’ultima che prima divulga un comunicato ufficiale (ore 14 italiane), poi lo mette in discussione subito dopo (ore 13 italiane). Poi, per la seconda volta, ritorna sui suoi passi per permettere l’organizzazione del servizio d’ordine (si ritorna alle ore 14 italiane). Intanto l’ Odissea della Juve senza albergo e nel traffico della città sino alle prime ore della notte. Poi la Uefa torna ancora sui suoi passi, per la terza volta, contro il parere della polizia locale che è contraria: ore 13 italiane. Decisione imposta dall’organismo europeo contro il volere delle istituzioni di sicurezza turche. La riunione prevista nella mattinata del giorno dopo, poche ore prima della partita, per la scelta finale. E il ritorno alle 14 ora italiana perché, obiettivamente, i giocatori non sarebbero potuti andare a dormire senza sapere l’orario ufficiale del match.

 

Il pensiero che attraversa la mente di tutti è lo stesso: la partita è stata falsata da un campo orrendo, ma la Juve ha buttato la qualificazione agli ottavi molto prima del gol di Sneijder. Siamo noi ad esserci messi in questa condizione ed il destino ci ha puniti con una delle situazioni più assurde che potessero accadere. Falsata o no deve essere un punto di partenza. Ci siamo “giocati”(in senso negativo, ovvio, perché stando prettamente al significato della parola, non abbiamo avuto modo di poterlo fare) la qualificazione all’ultima occasione disponibile. Il problema è come si è affrontato l’intero girone, non questa partita, che è stata una situazione a sé, imbarazzante quanto imprevedibile, vergognosa quanto ingestibile. Ma un dato: nelle 6 partite giocate dei gironi di Champions, abbiamo sempre preso gol. Anche ieri. Anche a Copenaghen, Anche in casa con i danesi. E con i turchi. Insomma, in quelle partite che avremmo dovuto vincere. Se non tutte, quasi. Tra Copenaghen, Torino, Istanbul e Madrid, 6 punti in questo girone sono pochi e valgono l’eliminazione. Assumiamoci le nostre responsabilità, ma andiamo subito via da questo posto. È stata una pagliacciata. Il Galatasaray si è adattato: lancio lungo e spizzata. “Una partita a tamburello e a tamburello non sappiamo tanto giocare”, ha detto Conte a fine partita. La Juve ha cercato di giocare la palla. E quando non può farlo diventa molto meno efficace e una cosa che proprio non si poteva fare nel pomeriggio di Istanbul era cercare il passaggio e la manovra. In condizioni climatiche accettabili avremmo vinto noi, probabilmente. Una partita decisa da un episodio con un campo inagibile. Fango e ghiaccio, un miscuglio di insidie in cui si sono arenati i bianconeri. Tra l’altro il terreno era diseguale. Una metà campo era stata spalata dalla neve con i trattori e se ne vedevano i solchi: è solo un caso che fosse quella in cui si sapeva che il Galatasaray avrebbe giocato in attacco soltanto per 15’ mentre alla Juve sarebbe toccato farlo per 45’? In queste condizioni la squadra più tecnica è penalizzata, ed è più semplice per i difensori della squadra avversaria fermare ed intercettare una palla che già si ferma da sola. Una partita che è diventata, col passare dei minuti, un terno al lotto, un avere più fortuna, nulla di prevedibile e applicabile tatticamente. I valori si sono equiparati, livellati. Ma non si parli di sfortuna o di congiura. La bravura e la maturità si misurano anche con la capacità di adattarsi tutte le situazioni e gli uomini Mancini l’hanno fatto meglio. Il divario di mestiere tra Drogba e Pogba è balzato agli occhi in ogni azione: l’ivoriano ha calamitato palloni per trasformarli in sponde, compreso quello che ha mandato il gol Sneijder; il giovane francese non ha capito neppure per un attimo che su quel terreno doveva usare giocate diverse dalle solite, si è impantanato nelle azioni solitarie e ha fatto impantanare il pallone a centrocampo, esponendo la Juve al pericolo soprattutto nella ripresa.  E come capita spesso il gol turco, con la difesa scoperta, è arrivato nel momento in cui la Juve sembrava aver ripreso il controllo del match.

 

Conte a fine primo tempo ha detto chiaramente all’arbitro “This in not football”, “Questo non è calcio”. “Quando sono arrivato ho visto il campo e l’impossibilità di giocare. Sono andato dall’arbitro che mi ha detto parla con l’altro allenatore. Allora sono tornato dall’arbitro con Mancini, c’è stata la riunione con delegato Uefa. Lui ha chiesto a Mancini cosa ne pensasse e tutti e due abbiamo detto che era “dangerous” per i giocatori, anche l’arbitro era d’accordo con noi ma l’Uefa ha detto che si poteva giocare.” The show must go on, a tutti i costi, evidentemente, in Europa. I sorteggi non aspettano nessuno. “Non capisco come oggi il campo non poteva essere “dangerous” per i calciatori se lo era stato ieri.”. Ieri le condizioni del campo non garantivano l’incolumità dei giocatori, ma oggi si è giocato in situazioni decisamente peggiori. E poi Drogba, dello stesso parere di Conte, ma con una sfumatura, sostenendo che “è così per tutte e due le squadre” e Conte che gli ha risposto: “Ma su un campo normale non so se sarebbe finita così”. Eh già. Una squadra che aveva tutto da perdere, l’altra tutto da guadagnare, non facciamo gli ipocriti, diciamo almeno le cose come stanno. “Noi siamo stati penalizzati enormemente. Forse dove abbiamo sbagliato, e lo dico per esperienza, è ridurci all’ultima partita e giocarcela qui, ci siamo complicati noi la vita in Champions”. Per chi pensa che Conte e tifosi stiano piangendo, questa frase dimostra che non è così, anzi. S’impara e si guarda avanti, recriminando il giusto.

 

Chi pensa che esser fuori dalla Champions sia un vantaggio per campionato, si sbaglia. Potremmo pagarla, in autostima e convinzione, anche se Conte tenterà di motivare ancora i suoi dopo questa delusione come è da sempre abituato a fare. Cerca motivazione ovunque. Dispiace solo essersela giocata in queste condizioni e in questa situazione, difficilmente amministrabile, conducibile, coordinabile da noi. Abbiamo perso stupidamente punti per strada e ci è scivolato il destino dalle mani, senza più possibilità di cambiarlo. Servirà da allenamento, in EL è pieno di campi così. Il risultato in sé per sé è indiscutibile, può capitare. È stata una partita secca che ha visto emergere le strategie turche. Gli sbagli sono stati fatti prima di questa partita. Noi ci abbiamo messo del nostro in precedenza.

 

E poi i tifosi, tornati in Italia con un mucchio di ghiaccio tra le mani, senza vedere la partita, tanti soldi spesi, una retrocessione in EL e la beffa di Juve-Sassuolo spostata alle 18:30 della domenica, diretta conseguenza dell’inferno di Istanbul. . Alla fine, dei 2600 presenti, ne sono rimasti 700 che alle 14 (le 15 ora locale) sono tornati ad occupare il ghiacciato settore ospiti. La sconfitta fa male e ci riporta alla mente altri capitoli tristi della storia bianconera, lo Scudetto perso sotto la pioggia di Perugia, l’eliminazione in mezzo al ghiaccio di Poznan e ora l’addio alla Champions nel pantano ghiaccio e fango di Istanbul: maledizione Juventus. La sensazione di aver dato il massimo, come sempre, ma non è bastato a causa di errori evitabilissimi commessi durante il percorso. La sensazione d’incompiuto dopo l’uscita ai quarti, lo scorso anno, al cospetto del Bayer. La sicurezza e la serenità con cui uscimmo e con cui promettemmo d’affrontare questa Champions, non commettendo più gli stessi errori ma che oggi abbiamo già perso. Quell’amaro in bocca che ci accompagnerà per tutto il resto della stagione a meno che, forse, non si disputi la finale di EL allo Juventus Stadium con un cammino trionfante. Sta diventando un destino, forse diventerà un proverbio: “Incerto come un Galatasaray-Juve a Istanbul”.  Il 25 novembre 1998 la gara in programma a Istanbul viene rinviata per il “caso Ocalan”, il terrorista turco ospitato in Italia. La gara fu recuperata sette giorni dopo, sempre in Turchia, e si chiuse sull’1-1. Cinque anni dopo, nel 2003, sempre il 25 novembre, la gara che si doveva disputare ancora ad Istanbul, venne pure rinviata, stavolta per motivi di sicurezza in seguito agli attentati che nei giorni precedenti avevano sconvolto la capitale turca con morti e feriti. Anche in questo caso il recupero fu sette giorni dopo, ma la partita venne spostata a Dortmund, in Germania, per motivi di sicurezza e la gara venne vinta dai turchi per 2-0. La Champions, una coppa che manca dal 1996.

 

Rubrica #AttimidiJuveProfilo Twitter: @eldavidinho94. Profilo Facebook: Eldavidinho Juve. Blog WordPress: http://eldavidinho.wordpress.com/Blog Tumblr: http://eldavidinho.tumblr.com/

ricchiuti52

Juventus Galatasaray

Ha ragione Moggi. Se non gira Arturo è dura. Possiamo anche giocare male, non è un peccato mortale. Anzi di solito le squadre di vertice giocano malino e gestiscono benino. A patto però non si facciano regali. E noi ai turchi di gran lunga inferiori a noi ne abbiamo fatta tanta, di beneficenza.

Il turno delle italiane in coppa perchè?

Perché forse entriamo in forma nei gironi di ritorno. Forse programmiamo di essere pronti nel momento che conta. Forse è così. Poi comunque ci sono squadre come l’Arsenal o il Bayern in cui se non giochi al massimo e non hai qualche aiutino arbitrale non gliela fai mai.

Juve Milan se segna matri esulta se segna pirlo esulta …

E’ un gioco delle parti. Il giocatore esulta perché significa più successo personale, più soldi, più stampa, più figa. Quella sera il pres gli darà un aumento con un sms, la sua ragazza gliela darà meglio. Il tifoso no, non esulta ma alla fine ci passerebbe anche sopra se le tv non inquadrassero l’esultanza del suo ex calciatore.  Il tifoso che ha perso passerà la serata su twitter a fanculizzare il traditore, quello che ha vinto accetterà sportivamente la mancanza di ipocrisia del suo ex a patto che abbia segnato ma anche perduto. Comunque Pirlo esultare non ce lo vedo e l’esultanza di Matri m’è sempre sembrata da dementi.

Juventus – Galatasaray: analisi lucida.

antonio-conte

 

Articolo di Alessandro Magno

 

 

Al solito ho pensato a lungo sul cosa scrivere di questa partita. Vi confesso che mi sono venuti almeno una decina di titoli, dal ”Polli contro Turchi”, al ”Non basta un Tevez per vincere una Champions”, al ”Tanta fatica per nulla” e simili. Premetto che quando le cose non vanno troppo bene se da una parte mi fanno ridere gli antijuventini che godono per un 2-2 nostro come se fosse una sconfitta per 4-0, dall’altra mi fan veramente cadere le braccia (per non dire altro) gli insulti di certi tifosi nostrani alla squadra. Parliamo nel bene e nel male di una squadra che per la stagione 2013-2014 è ancora imbattuta ed è in corsa per ogni obiettivo, oltre che aver vinto già una Supercoppa italiana. Detto che questi possono andare a tifare un altra squadra e io sono sempre primo sostenitore di una critica sana e onesta, cerco di fare un analisi la più lucida che conosca.

La prima cosa che mi viene in mente è che la squadra non ha per niente una mentalità europea. Sempre approcci timidi si giocasse pure contro l’ Apollon Limassol. Poi magari si ha una reazione quando si va sotto. Conte, per quanto riguarda l’approccio, ha dato fin da subito un’ impronta vincente nelle partite di campionato; non mi sembra di poter dire altrettanto per quelle di Champions. Nella sua gestione mi viene in mente solo una partita condotta dall’inizio alla fine con la mentalità giusta ed è: Juventus Chelsea (fra l’altro in un pessimo momento loro se non ricordo male), poi solo sprazzi qua e la o mezzi tempi con Shakhtar, Celtic o Chelsea (in casa loro). Sempre, in quasi tutte, approcci timidi e recuperi sul filo del rasoio. Non è una particolare colpa, Capello ebbe lo stesso rendimento di Conte con una rosa molto più forte. Storicamente poi io ricordo solo due Juve scendere in campo con la mentalità di dominare anche in Europa: la Juve del Trap e di Platini e quelle di Lippi.

Seconda cosa, la Juve non mi è parsa così assolutamente superiore al Galatasaray che fra l’altro come noi, fa incetta di titoli nazionali. Nè a livello di gioco nè tantomeno a livello di singoli. Quindi volerei basso basso perchè qualora (ed è possibile) passassimo il turno non mi sembra che siamo così attrezzati per arrivare fino in fondo. Almeno rispetto ad altri. Se il Galatasaray non parte per vincere la Champions mi pare corretto che anche noi si faccia altrettanto. Anche se la Storia dei due club è assai diversa in campo non va la Storia vanno i giocatori.

La terza cosa che mi viene in mente e faccio un complimento a Conte, è che i Turchi sono andati in confusione quando ha inserito Llorente. Non tanto per la prestazione di Nando, onesta ma non fenomenale, quanto per il fatto che fino a quel momento ci avevano preso le misure e credo avremmo potuto giocare fino a mezzanotte con il 3-5-2 che non la si pareggiava. Entrata la terza punta ci hanno messo un poco a capire chi l’avrebbe dovuta marcare e guarda caso Quagliarella ha fatto anche il gol del 2-1 proprio perchè in mezzo i Turchi si sono smarriti. Poi l’ennesima dormita ha vanificato tutto ma abbiamo ragione a dire che si può e si deve, in certi momenti, mettere la terza punta e Conte la deve smettere di perseverare con il 3-5-2 fino alla morte, in un gioco perverso tipo pungiball con la testa contro il muro.

Quarto mi pare di poter dire e lo dico dall’anno scorso e lo ribadisco tuttora, che Quagliarella dovrebbe essere più avanti nelle gerarchie degli attaccanti visto quanto segna rispetto a quanto gioca. Conte a Quagliarella non concede due partite di fila se in una non segna mentre ad altri li fa giocare anche con 38 e mezzo di febbre quando non segnano per filotti di 5-6 partite ed oltre. Non mi pare giusto.
Quinto se i nostri esterni tutti, magari imparano a crossare come si deve e non alla che cojo-cojo, la cosa sarebbe a dir poco apprezzabile perchè è veramente uno spreco di risorse inutili tutto questo gioco sulle fasce al cospetto di sifatta pochezza di cross fatti bene. E infatti per metter la palla in testa a Qaglia per il 2-1 deve scendere giù Pirlo.

Concludo con un pensiero sull’ammenda pubblica di Bonucci. L’ennesima, dopo quelle passate di Chiellini (Inter) e Buffon (Chievo). Vi posso dire : ”Ma che ve possino…” Ora le ammende pubbliche possono essere anche una bella cosa fin quando non diventano tipo uno spot pubblicitario. Sarei molto più felice se Buffon, Bonucci e Chiellini e altri evitassero di fare cazzate grossolane. Errori di sufficenza che a questi livelli non sono tollerabili.

Per il resto che cosa vi devo dire? Questa Coppa per noi è maledetta. Non so che macumba ci hanno fatto ma se qualcuno conosce qualche sortilegio per togliercela lo faccia al più presto perchè ne abbiamo bisogno.

 

Gli articoli di Alessandro Magno escono su:
ilblgodialessandromagno.it ,  Juvamania.it ,  ladivinajuventus.it , ilbianconeronews.blogspot.it

Juventus – Galatasaray 2-2. Sintesi.

Immagine anteprima YouTube

La metamorfosi della Juve

la metamorfosi della juve

di Davide Peschechera

Pareggiata anche la seconda, come l’anno scorso. Perché questo pareggio ricorda molto quello ottenuto con lo Shakhtar ed il finale di partita quello palpitante della semifinale di Coppa Italia dello scorso anno giocata a Roma contro la Lazio, al ritorno. Pareggiata una partita contro una squadra che, diversamente da quanto si poteva pensare, si è difesa subito dopo il vantaggio e segnato due gol senza mai realizzare un’azione concreta. Nonostante i cambi, giusti e obbligati questa volta, non è bastata ma comunque abbiamo visto cosa può fare questa Juve con il 4-3-3, subito col rigore ed il raddoppio. Con un solo modulo si sta diventando prevedibili e sterili. Per 60 minuti si è fatta fatica e si è giocato un brutto primo tempo, come ormai solito, e di colpo si sono create palle gol con molta facilità. Llorente tiene impegnati i centrali, Tevez ha molta più libertà e Quaglia ha portato rigore e gol. Pirlo, Vidal e Pogba possono avere più spazi. Il reparto in generale deve occuparsi meno di impostare e prendere il pallone lontano dall’area di rigore anche se, sia a 3 che a 4, va registrata la difesa. Odio parlare di errori individuali. Chiellini(Inter), disattenzioni difensive e di reparto su palla inattiva(Copenaghen e Verona), Buffon(Chievo). Ne abbiamo commessi tanti per sufficienza, mancanza di concentrazione, leggerezza, disattenzione. In ultima analisi alla lista si è aggiunto anche Bonucci(con Buffon). Quelli tecnici ci possono stare. Ma quello di posizione di Isla alla fine è proprio da giocatore di categoria inferiore.

La cosa peggiore guardando la Juventus, però, é il cogliere un certo logorio nella squadra. Come se fosse necessario un grande rinnovamento. Alcuni dei nostri stanno subendo un calo, fisico e soprattutto mentale, che non fa remare tutti verso la stessa direzione. Nelle ultime uscite è sembrata una squadra sfilacciata proprio per questo, col freno a mano tirato e senza entusiasmo, imprecisa nei passaggi ed appesantita nelle ripartenze. Spesso siamo lunghi e le distanze tra i reparti non sono quelle giuste. Un appagamento generale che comincia a farsi sentire. Sintomo evidente è il gran numero di disattenzioni in tutti e tre i reparti che ci sono costati sino ad oggi gol su gol subiti. È emersa una squadra che pensa troppo, si preoccupa eccessivamente, non gioca più sul velluto. Mancano sfrontatezza, ritmo, leggerezza, coraggio. È una squadra bloccata, impacciata. È una Juve un po’ lontana da quella che avevamo conosciuto. Nelle orecchie echeggiano gli avvertimenti secchi ed aspri di Conte che già alla fine della stagione scorsa, come se avesse previsto il rischio di un imborghesimento della sua squadra, allarmava la pancia già sazia di vittorie, lo spegnersi di quel fuoco nei giocatori che in questi due anni l’allenatore era riuscito a riaccendere. Lo stesso Conte sembra abbattuto, incapace di trasmettere ai suoi quella carica che lo ha sempre contraddistinto, sente di non avere per le mani la stessa squadra dello scorso anno. Manca dinamicità e movimento, non ci si esprime più sugli standard abituali. La Juventus non morde, non aggredisce più l’avversario, si sfinisce per mezzore intere di un gioco lento, inefficace, di un giro palla effimero all’interno della propria area, che passa dai piedi di tutti e dà possibilità agli avversari di chiudersi. La linea di tre centrocampisti non è in grado, per un semplice fatto di gestione dello spazio orizzontale, di giocare aggressiva sui portatori di palla avversari se questi consolidano il possesso. Ne consegue che la Juventus concede fasi di possesso palla prolungate agli avversari per poi ridursi a forsennate rimonte negli ultimi 30 minuti che non sempre possono completarsi. Nella gestione delle partite, questa Juve ricorda tanto quella di Fabio Capello. È una squadra che non va più a mille all’ora per vincere ma che va quasi a folate, vere e proprie sfuriate. Se si sta vincendo, si cerca di addormentare la partita, se si sta perdendo, si rimpiange il primo tempo mai produttivo. Sarà difficile vedere risultati roboanti?

Non è la Juve tambureggiante del primo anno di gestione Conte o quella schiacciasassi della scorsa stagione. Ma sarebbe sbagliato parlare pure di Juve difensivista. Meno spettacolare sì. La squadra gioca costantemente nella trequarti offensiva con possesso palla, buona pericolosità offensiva e tanti tiri in porta. Semmai questa impostazione risulta al più macchinosa nello sviluppo della manovra, perché il giro palla dietro, con la difesa a tre, conta sempre un passaggio in più che rallenta l’azione, mentre i movimenti degli esterni sono quasi sempre volti a fare sponda e da appoggio per gli spostamenti in fascia delle punte o per scaricare palla per vie centrali ai centrocampisti interni, gioco che spesso impedisce le sovrapposizioni in uno-due, non porta al cross gli esterni stessi che ricevono palla da fermi e marcati, impedisce loro di saltare l’uomo o di cercare di attaccare lo spazio. Per questo Conte cerca tatticamente di portare più spesso le mezzali a cercare le fasce per crossare, gente qualitativamente migliore di Lichtsteiner e Asamoah(gli esterni titolari, per dire) come Pogba, Marchisio, Vidal e col Galatasaray Pirlo, lasciando le due punte più vicine al centro dell’area. Conte, infatti, sta cercando di adattare i principi di gioco di sempre agli attaccanti che possiede. Con l’ingresso in squadra di Llorente, la Juve ha cercato di sviluppare un gioco diverso. Il sistema di gioco resta lo stesso perché difficilmente vedremo, in stagione, Conte cambiarlo(non crede che con giocatori come Tevez, Vucinic e Giovinco e senza Pepe possa giocare con un fronte a tre), ma è cambiata I’interpretazione. La Juve ha cercato di sfruttare la forza fisica degli attaccanti Quagliarella e Llorente facendo arrivare in area cross alti dalle fasce.

Certamente è presto per trarre delle conclusioni dopo solo sei giornate di campionato e due di Champions. Un’altra ipotesi è quella che la Juve stia gestendo le forze in vista di una stagione che si prospetta più lunga e difficile delle ultime due, anche perché nonostante il gioco sino ad oggi deludente, i risultati sono identici a quelli dello scorso anno: in campionato la Juve, dopo le prime sei giornate della scorsa stagione, aveva ottenuto 16 punti frutto di 5 vittorie e 1 pareggio. Nella stagione attuale la Juve ha ottenuto ancora 16 punti su 18 disponibili, frutto di 5 vittorie e 1 pareggio. Questi risultati hanno comportato uno score complessivo di 21 gol realizzati contro 7 subiti nella scorsa stagione, a fronte dei 16 gol fatti contro i 5 subiti dell’attuale, ovvero la Juve lo scorso anno segnava di più (+5), ma subiva anche di più (+2). Quest’anno segna di meno(diminuiscono pure i marcatori perché segna soprattutto con gli attaccanti) rispetto alla mole di gioco creata e subisce di meno(nonostante gli errori difensivi), basti pensare ai zero tiri in porta subiti contro il Torino. Stesso discorso in Europa, con due pareggi iniziali, anche se ogni Champions fa storia a sé e quest’anno il cammino sembra più compromesso che mai.

Di fatto, tutte le squadre che ci hanno affrontato, a parte la Lazio, hanno impostato la loro partita in maniera nettamente difensiva, non trovando quasi mai le geometrie di gioco abituali per andare a rete. 9 uomini dietro la linea della palla e praticamente tutti dentro la propria tre-quarti difensiva. L’avversario di turno quasi mai ha avuto occasioni da gol frutto di una supremazia, anche momentanea, che fosse dovuta ad una disposizione tattica migliore o a doti tecniche superiori dei singoli avversari. Spesso la Juve si trova ad affrontare con linee di gioco sterili, assetti avversari catenacciari e non “a specchio” come ci vorrebbero far credere. Ed è qui che ci sono situazioni(ricorrenti) che la Juve non sfrutta. 11 calci d’angolo e nessuna incornata vincente. I calci da fermo che mai ci conquistiamo. I tiri da fuori area che sono più tiri della disperazione che altro. Serve un cambio di marcia e stop ai regali. In CL devi giocartela. Non sì può forzare così troppo la verticalizzazione, allungare la squadra e permettere all’avversario di avere maggior possesso palla perchè può ricominciare sempre l’azione.

Ma diamo un po’ di numeri: contro il Copenaghen, 511 passaggi effettuati, 58% di possesso, 26 tiri, 12 nello specchio e una sola rete. Contro il Verona, 64% di possesso palla, 700 palloni giocati, 400 passaggi nella metà campo avversaria, 35 volte al tiro, 15 conclusioni nello specchio. Una supremazia territoriale netta, oltre 22 minuti contro gli appena quattro dei veneti. Contro il Chievo, 71% Possesso palla, baricentro alto attestatosi sui 55 mt., pallone toccato 889 volte contro le 473 degli avversari, 605 passaggi contro i 187 del Chievo, 35 cross sfruttando le fasce, tanto che la larghezza della squadra è indicata in 47,6 metri, contro i 33,4 metri dei gialloblu. 18 tiri di cui 8 nello specchio, 4 respinti, 11 da dentro l’area. Chievo 5 tiri. Pirlo 101 passaggi riusciti(90%), Pogba 11 Cross. Contro il Torino, possesso di palla quasi pari, 50.7 a 49.3% per i bianconeri, baricentro molto alto, a 59.2 metri, contro quello del Toro, fermo a 50.7 metri. Indice di pericolosità del 59,2% quello della Juve, 22,8% quello del Toro. Supremazia territoriale: oltre 12 minuti noi, poco meno di otto i granata. Neanche un tiro in porta da parte del Toro delle 6 effettuate, 8 le nostre conclusioni sulle 17 totali. Infine, contro il Galatasaray, 23 tiri ma, a dispetto di altre volte, minor precisione, con appena 5 conclusioni arrivate nello specchio della porta. Possesso palla al 53%, 11 angoli battuti a 0. 221 passaggi effettuati (su un totale di 479) nella trequarti offensiva, contro gli appena 67 della squadra di Mancini. Solo tre squadre hanno fatto meglio dei bianconeri in queste prime due giornate di Champions League.

I numeri sono indicativi, certo, ma non fanno vincere le partite. I numeri vanno pesati per capire che non è oro tutto quel che luccica. Anche se è difficile parlare di Juve meno intensa, perché ciò che fa è sempre, comunque sufficiente per meritare il successo. Ma non convince. Conte ha attinto a piene mani dal “reparto riserve” in questo periodo ed ha sempre rimescolato la formazione, atteggiamento sicuramente rischioso ma praticamente obbligato se si vuole arrivare a coinvolgere tutta la rosa, tenere alta la tensione e non rischiare di arrivare col fiato corto in primavera come avvenne l’anno scorso. È comprensibile che, stravolgendo continuamente le formazioni, si possa andare incontro a qualche rischio come la mancanza di dinamismo, ed a dover fronteggiare alcune difficoltà, quindi se non vedo la Juve dominare e rullare l’avversario ma averne comunque ragione, è sintomo di crescita. Ma bisogna cambiare marcia. Organizzazione di gioco, solidità difensiva, mentalità europea. “Testa, cuore e gambe”, mister.

Rubrica #AttimidiJuve
Profilo Twitter: @eldavidinho94
Profilo Facebook: Davide Eldavidinho Peschechera
Blog Tumblr: 
http://eldavidinho.tumblr.com/
Blog WordPress:
 http://eldavidinho.wordpress.com/

Plugin creado por AcIDc00L: bundles
Plugin Modo Mantenimiento patrocinado por: seo valencia