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”La Juventus per me è l’amore di una vita intera” (Giovanni Agnelli)

 

 

Articolo di alessandro Magno

Che nottata ragazzi! Il giorno dopo ancora l’adrenalina è tanta. Troppa. Sono stato sveglio fino alle 2 a rivedermi tutto a chattare con gli amici di ritorno dallo Stadium a fare pagelle, mai così alte. Grazie per avermi e averci regalato una serata simile. Abbiamo fatto qualcosa di epico, qualcosa di mai realizzato. Noi tutti con in alto i nostri cuori, le nostre emozioni, le speranze. Il pianto , la gioia. Gli esorcismi li abbiamo provati tutti. Chi l’ha vista, chi l’ha sentita per radio con l’immenso Franco Repice. Chi l’ha vista dal cielo: il nostro amato avvocato Giovanni Agnelli nel giorno del suo compleanno, San Massimiliano che non so chi santo fosse ma evidentemente ha protetto il nostro condottiero Massimiliano Allegri per una sera ispiratissimo come non mai. Dall’alto sono sicuro hanno gioito con noi i nostri tanti angeli quelli dell’Heysel, Gaetano Scirea , Ale e Ricky, Andrea Fortunato, Erika e Marisa. C’è stata fin da subito un connubio di intenti e di anime. Di santi in cielo e di soldati in campo. Di sangue e sudore. I pianeti sembravano allineati. Le congiunzioni astrali erano tutte favorevoli. Perchè diciamolo siamo andati al patibolo quasi senza speranza. Ci credevamo tutti nel fondo del nostro cuore ma ci speravamo poco. Quante volte questa coppa maledetta ci ha girato male? Quante volte ci è sfuggita di mano sul più bello. E diciamolo quante cazzo di rimonte abbiamo fatto e abbiamo ricevuto la beffa nel finale? Quindi siamo andati al boia che tanto si sapeva che si doveva morire. E invece poi è scattata dentro quella molla quella voglia, quella rabbia che ti dice: ” no cazzo io voglio vivere”. ”Voglio vendere cara la pelle”. ” Boia sono qui sono io e sono gobbo, e sono anche parecchio incazzato, e ora vediamo se è veramente arrivato il mio momento oppure no”.

No questa volta no. Questa volta dal primo all’ultimo minuto la squadra ha giocato all’arma bianca. Questa volta no. Questa volta passiamo noi. E’ la sera nostra. L’Atletico è stato annientato non gi abbiamo concesso neppure un calcio d’angolo. Gli occhi della tigre , gli occhi della tigre questa volta ce li avevamo tutti noi. Solo noi. Emre Can , Spianzzola, Cancelo, gente che forse per tanti motivi non te lo aspettavi. Persino Pjanic ha corso tutto il tempo come un pazzo. E poi tutti uniti. Dybala, Kean chi gioca e chi non gioca. Negli spogliatoi ci sono Cuadrado rotto e fuori lista Champions, Alex Sandro squalificato. Chi gioca e chi no la squadra è un corpo unico. Questa sera siamo un carro armato. Questa sera passiamo sopra ogni cosa che troviamo davanti. Questa sera siamo inarrestabili. E Max questa sera le azzecca tutte. Lui che ha subito uno smacco e uno schiaffo anzi due dal ”Cholo” Simeone, lui che è con due piedi fuori dalla Juve. Anche lui decide che queste è la sera perfetta. La sera che occorre osare. 352 a volte 343. Emre Can difensore centrale e terzino all’occorrenza. Nel finale Kean il giovane Kean in campo senza paure, un bel momento sul 2-0 Dybala al posto di Spinazzola alla tutti dentro, alla tutti per tutti senza paura, senza temere nulla. E’ la serata perfetta. E’ la tempesta perfetta. E si abbatte sui nostri avversari.

E poi lui anzi loro. Perchè a fronte di un grandissimo Cristiano Ronaldo un Apollo sceso dall’Olimpo per scatenare sui poveri mortali tutta la sua ira, a fronte di Apollo Dio della bellezza delle arti e della profezia , c’è Marte Bernardeschi il Dio della guerra. Forse colui che più di tutti ha capito e fatto tesoro dell’acquisto di CR7. Colui che ne ha tratto maggiore giovamento. Colui che ammirato da CR7 ne ha assorbito più di tutti le doti e i segreti. Lo dicevamo questa estate a inizio campionato quando Federico ”il terribile” ci aveva già fatto vedere grandi cose in tandem con il portoghese … e poi l’infortunio e la difficile risalita fino a trovarsi pronto al posto giusto al momento giusto. Questa sera. La sera. Che dire di Ronaldo che non è già stato detto invece? Un giocatore nato per vincere. Una fame smisurata. Una voglia di vincere che va oltre la natura umana che forse va oltre la Juve perchè la Juve è squadra vincente per storia e tradizione ma questo lasciatemelo dire non è umano. Cr7 non è umano, è un alieno, un extraterrestre, un matto uno che non è comprensibile a noi umani mortali. Questo gode più di noi di ogni singolo gol che realizza, di ogni trofeo che alza, di ogni minuto giocato. Gode più di noi nonostante la ricchezza e la vita agiata, la bellezza. E non gli basta mai. Cazzo non gli basta mai! Questo vive per godere e farci godere. Clonatelo. Dio ti ringrazio per aver illuminato il nostro amatissimo Presidente Andrea Agnelli quando ha comprato Cr7.

Alle fine ce l’abbiamo fatta tutti. E’ la vittoria di tutto un popolo, il popolo bianconero. Contro i gufi. Contro la sfiga. Contro le incomprensioni. Contro le divisioni interne. Tutti uniti come fratelli. Lo Stadium e la Sud finalmente una voce sola. Dio che sera che abbiamo vissuto! Grazie a tutti. Grazie ai giocatori, a Max, al Presidente Agnelli. Grazie a chi era allo Stadium ed è uscito senza voce. Grazie a chi a casa non ha voluto guardare il rigore o i minuti finali. Grazie a chi pregava che CR7 non sbagliasse a chi ha spinto davanti alla tv Bernardeschi sfinito a quell’ultimo scatto. A quell’ultimo assalto. Grazie per l’amore e per le lacrime di ogni tifoso. Non lo so se la vinceremo ma so che abbiamo fatto qualcosa di epico. So che la squadra se gioca così non teme nessuno. So che sono orgoglioso di questa squadra e di questi ragazzi. So che ringrazio ogni singolo giorno della mia vita per esser nato gobbo. Gobbo fino al midollo. Immensamente gobbo. Non quantificabilmente gobbo. Non so cosa faremo e dove arriveremo ma vi amo tutti ragazzi miei vi adoro. Avrete sempre il mio sostegno qualsiasi cosa accada ora per sempre contro ogni nemico e avversità. Vi porto nell’anima e nel cuore. Sempre ogni giorno ogni minuto della mia vita. FINO ALLA FINE.

Il campionato Italiano è una fogna.

 

Articolo di Alessandro Magno
Dovevamo parlare della presentazione di Samp – Juventus , avremmo voluto parlare della sfida di Champions Juventus – Barca, invece ci tocca parlare dell’ennesima attacco pretestuoso e senza senso della federazione alla Juventus e al suo Presidente Agnelli. procuratori federali in mala fede e di dichiarato tifo del Napoli hanno provveduto a notificare un atto di deferimento al Presidente e ad alcuni altri uomini Juve. E’ bene specificare come già detto dal Presidente Agnelli in conferenza stampa che la giusitizia ordinaria ha già riconosciuto che non c’è nulla di nulla contro la Juventus, anzi che la stessa nella questione potrebbe esser addirittura parte lesa. Allora come giudicare questa cosa, se non questa come l’ennesimo tentativo becero di strumentalizzare a proprio uso e consumo una vicenda che non esiste, per destabilizzare la Juventus in un momento topico della stagione quando si decideranno campionato e Champions League? Fra l’altro senza tenere in nessun conto che la Juventus è l’unica squadra ancora impegnata in Coppa e tiene alto il buon nome e il ranking Uefa di tutto il Paese. Vogliono inizare un altra Farsopoli come si augurano ormai tutti i tifosi non Juventini visto che sono incapaci di batterci sul campo.

Fatta questa premessa doverosa voglio solo dire che il campionato italiano è ormai una fogna a celo aperto popolato dalla peggiore specie di giornalisti che fomentano odio sulla carta stampata sui giornali e nei loro canali personali. Non faccio il nome di nessuno perchè non ho i soldi che ha la Juve e non mi potrei difendere davanti a querele di questi, ma voi sapete bene di chi parlo, li conoscete tutti per nome e cognome. Ormai il dileggio della Juventus da parte di questi pseudo giornalisti tifosi è all’ordine del giorno e credetemi tutto questo mi ha sfiancato. A questo oggi si aggiungono i procuratori federali tifosi. Mi fanno vomitare tutti di tutti i canali nessuno escluso. Tutti gli antijuventini d’Italia mi danno il voltastomaco. Ormai io stesso non ho alcun rapporto di tipo sportivo con chi non tifa Juve. E’ impossibile. Ormai siamo tipo a Belfast negli anni 70 fra Cristiani e Protestanti. Mancano solo le bombe ma forse presto arriveranno anche quelle. D’altronde ormai loro per noi hanno solo odio e bile e noi non possiamo che ripagarli con la stessa moneta. Non mi diverte neppure piu’ niente nemmeno batterli o meglio mi diverte vedere la Juventus vincere, la mia Juventus, ma le nostre vittorie sono sempre infangate da questa brutta gente come è successo con Napoli, Inter e Milan. In questo clima prima o poi qualcuno si farà male. Mi chiedo da un poco di anni se tutto questo ha senso. Se merita ancora stare in questa fogna a difenderci da chi ci vuol mandare in B un’altra volta.

Io dico da tempo di andare via da ‘sto campionato di merda e passo per visionario, allora dico questo se qualcuno va a tirare una bomba sotto il pulman della Juve (a Napoli l’anno scorso è successo, era una bomba carta ma poteva esser pure una bomba vera), oppure pensa di prender un arma e andare a tirare direttamente a Higuain, perchè ormai posso aspettarmi di tutto, visto che il clima è quello di una guerra, e non di uno sport e di pazzi insani che applaudirebbero a tali gesti ce ne sono in Italia a migliaia, poi non mi dite che avevo ragione. Speriamo che mi sbaglio ma temo veramente per l’incolumità dei nostri giocatori.

ps. maiuscole e minuscole non sono casuali.

Un Conte al servizio della Signora.

1 La quadratura del cerchio (Prima Parte)

Articolo di  Silvio Mia

Dopo questo inizio di stagione alquanto traballante , si torna a parlare della Juventus di Antonio Conte e del suo eventuale ritorno sulla panchina della Juventus . L’inizio di questa stagione etichettato come quello che ha rivoluzionato la rosa bianconera, è stato un incubo per tutti . Vedere la Juventus arrancare contro avversarie ben più modeste , ha dato la sensazione che la persona preposta a rimettere in linea di galleggiamento la nave, fosse in uno stato di confusione ,in cui in un certo momento non si riusciva più a capire quali fossero le reali capacità che possedeva per poterne uscire. Poco alla volta, ritornando sul vecchio modulo, da quanto sentito, imposto dai vecchi dello spogliatoio a Mister Allegri, la squadra inanellando una serie di vittorie , che spero continui , è riuscita a rimontare verso posizioni più consone al valore della propria caratura tecnica. Fatta questa premessa parto dall’inizio…. Nella stagione 2010-2011 alla Juventus successe quello che era accaduto nel 1994. Un grande ristrutturazione del Management con la sostituzione dei vertici societari in cui finalmente dopo gli anni bui ,gli anni di piombo , gli anni di grande simpatia per gli altri che vedevano la Juventus della triade Cobolli/Blanc/Secco fuori dai giochi scudetto, si tornava a vedere la luce ,insediando sulla poltrona di Presidente Andrea Agnelli figlio di Umberto e nipote dell’Avvocato . La carica veniva decisa dai vertici Exor e più precisamente dal cugino John Elkann , successore sul ponte di comando del Gruppo FIAT di nonno Gianni ,che l’aveva tenuto vicino a se negli ultimi anni della propria esistenza per “insegnargli” il lavoro che avrebbe dovuto svolgere. L’8 settembre 2011 grande avvenimento fu l’inaugurazione dello Juventus Stadium che seguiva una campagna acquisti che aveva portato alla Juventus giocatori di qualità che potevano far sperare , se non in un futuro vincente , almeno in un futuro dove la Juventus potesse tornare a lottare per esserlo. Non dimentichiamo che la Juventus post-calciopoli dopo l’anno in serie B in cui Deschamps aveva diretto più che bene le operazioni e fu mandato via per divergenze sulla campagna acquisti , solo con Ranieri la squadra ebbe un rendimento consono al blasone della Società conquistando un terzo posto e quindi la qualificazione ai preliminari di Champions nel primo anno e un secondo posto con qualificazione diretta il secondo anno in cui l’allenatore romano sedette sulla nostra panchina. Al ritorno in Champions, la Juventus venne eliminata con onore negli ottavi di finale da un Chelsea più forte e conquistò due vittorie contro il Real Madrid nel girone eliminatorio , in cui si ottenne la qualificazione. Le due vittorie ebbero un solo grande protagonista , il nostro capitano Alex Del Piero che segnò tre dei quattro goal realizzati nelle due gare , con una doppietta al Bernabeu e conseguente Standing Ovation alla sua uscita dal campo qualche minuto prima del termine della stessa. Alex si era già reso protagonista , nei preliminari per l’ammissione ai gruppi eliminatori ad agosto ,con un goal rifilato allo Zenit di S.Pietroburgo nella gara giocata a Torino , in cui aveva sbloccato il risultato con un tiro su punizione da circa 40 metri . Finita con un esonero a due giornate dal termine del campionato l’esperienza di Ranieri alla Juventus , per sostituirlo venne chiamato Ciro Ferrara , in cui io credevo sulle capacità di poter essere un buon allenatore . Purtroppo Ciro fallì e dopo di lui fallirono Zaccheroni e Del Neri che fu il primo allenatore dell’era Agnelli ,che nel frattempo aveva assoldato Marotta e Paratici per occuparsi di calcio mercato. I due venivano dall’esperienza alla Sampdoria in cui nell’ultima stagione proprio con Del Neri in panchina erano riusciti a centrare la qualificazione ai preliminari di Champions. L’allenatore friulano fu scelto per iniziare un progetto che si svilupperà successivamente con Conte , che partì con una serie di acquisti più di quantità che di qualità, per cominciare a creare un gruppo su cui lavorare, per poi migliorarlo, come poi avvenne, negli anni successivi . Il progetto Del Neri naufragò nell’inesperienza dell’uomo , nella sua capacità di gestire le pressioni che una Società e una maglia come quella bianconera impongono. Era chiaro che il progetto vincente che Andrea voleva costruire doveva avere una base tecnica ben più solida e la conferma si ebbe nello scorrere della stagione quando si cominciarono a sentire nomi che la Juventus avrebbe acquistato, sia per quanto riguarda i giocatori sia per la scelta dell’ allenatore che avrebbe dovuto guidare la nave bianconera. Con un po’ di sorpresa venne ingaggiato un vecchio leone , un capitano indomito , uno juventino a 360° , Antonio Conte. L’ex giocatore era stato invocato per mesi dalle curve e io rimasi molto titubante quando comunicarono la notizia , perché mi pareva che questa scelta fosse stata fatta per accontentare la tifoseria e metterla in condizione di non nuocere con contestazioni, se le cose non fossero andate bene. Il mio scetticismo era dovuto anche al fatto che avevano dipinto Conte come un altro integralista del suo credo calcistico e quindi ero preoccupato di assistere a un Maifredi-bis o a un’esperienza simile, dove l’allenatore naufraga nella testardaggine del proprio credo calcistico a discapito dei giocatori che ha nella rosa. Invece Conte si dimostrò uomo di campo ,con un equilibrio nelle scelte che poco alla volta fecero tornare la Juve nel suo posto di competenza per forza e blasone . Calciopoli per quanto riguarda il campo era soltanto un brutto ricordo per la squadra che era di nuovo simile a quelle passate , la mentalità vincente stava tornando e con essa la convinzione di poter competere ai massimi livelli . Bisogna dire che gli anni post-calciopoli avevano avuto una positività al ritorno in serie A , perché nella rosa erano ancora presenti alcuni dei fuoriclasse che componevano lo squadrone che venne smembrato dagli esiti del processo sommario dell’estate 2006 . Esauritasi la loro carriera , non avendo una dirigenza all’altezza della Juventus, pur spendendo molto, vennero acquistati giocatori pagati uno sproposito sia di cartellino che di ingaggio, che in campo delusero le aspettative con prestazioni al di sotto di quelle che la Società e i tifosi si aspettavano di vedere. Con il cambio dirigenziale , si partì a fari spenti e il primo anno fu un disastro , un settimo posto , che andava a sommarsi con quello dell’anno precedente. Si dice che Conte non venne chiamato dalla Società , ma fu lui ad andare a casa di Andrea Agnelli per esporgli il progetto che aveva in mente per riportare la Juventus in alto. Due ore e Andrea si convinse che il capitano era l’uomo giusto. Prima dell’inizio del campionato ci fu l’inaugurazione del nuovo Stadio , una festa che fece capire che la maglia a strisce bianconere aveva di nuovo come obiettivo principale ,cucire su se stessa quel triangolino tricolore sulla quale aveva campeggiato più volte e così fu. Con un po’ di sorpresa , come già successo con altri allenatori che si sono seduti sulla panchina bianconera e cito Trapattoni, Lippi ,Capello e successivamente Allegri , anche Conte alla prima stagione da tecnico juventino, conquistò il titolo tricolore. Lippi e Allegri fecero anche meglio conquistando anche la Coppa Italia e perdendo , Lippi la Coppa UEFA e Allegri la Champions League, mentre Trapattoni riuscì a vincere oltre a uno scudetto con record di punti anche la Coppa UEFA, la prima Coppa Internazionale della nostra storia , conquistata con una squadra composta esclusivamente da giocatori italiani. Dunque la Juventus era tornata vincente e il bello di quella vittoria fu che la Juventus vinse il campionato senza perdere nessuna partita e questa striscia durerà per 49 partite di campionato , interrotta dalla sconfitta interna subita dall’Inter per 1 a 3 . Quell’anno l’unica partita persa dalla banda Conte fu la finale di Coppa Italia contro il Napoli per 2 a 0 allo Stadio Olimpico di Roma , partita in cui la Juventus arrivò stanca e scarica da una stagione straordinaria. Il ciclo Conte proseguì con un altro titolo e con l’eliminazione nei quarti di finale di Champions League contro i futuri Campioni d’Europa del Bayern Monaco ,che con un doppio 2 a 0 ottenuto in Germania e a Torino estromisero i bianconeri dalla Coppa . Il terzo anno fu ancora scudetto . La Champions sfumò in Turchia casa Galatasaray in una partita ben controllata e persa nel finale . La cosa che scatenò molte polemiche fu che vista la nevicata insolita caduta su Istanbul il giorno precedente , la gara venne rinviata e giocata su un campo impraticabile , non per la neve , ma per il suo stato di ingiocabilità visto che era stato praticamente arato. Comunque le colpe di questa eliminazione non furono solo dovute a questa condizione, ma al fatto che non si sarebbe dovuto andare a giocarsi la qualificazione nell’ultima partita in un girone alla portata della Juventus , che si complicò subito con il pareggio di Copenaghen e quello interno contro il Galatasaray . Alla fine l’eliminazione fu anche meritata in quanto la Juventus vinse soltanto la partita interna contro il Copenaghen , completando il quadro con una sconfitta a Madrid sponda Real e un pareggio interno con gli spagnoli. Esaurita l’esperienza Champions , la Juventus fu dirottata, in quanto terza classificata del proprio girone , in Europa League, dove il suo cammino si interruppe in semifinale contro il Benfica , che , pur sembrando battibile e inferiore ai bianconeri, era riuscito a vincere 2 a 1 l’incontro di Lisbona, dove la Juventus aveva molto sbagliato in zona goal e imporre lo 0 a 0 allo Stadium in un incontro caratterizzato dalle perdite di tempo dei giocatori portoghesi , tollerate dall’arbitro, che specialmente nella fase finale innervosirono la Juventus che venne così eliminata. Peccato , anche perché la UEFA aveva assegnato la finale allo Juventus Stadium . Vincerà la Coppa il Siviglia ai rigori contro i Lusitani. La Juventus si consolerà con il terzo scudetto consecutivo ottenuto realizzando 102 punti , un record difficilmente superabile in futuro. Nonostante , come si dice oggi, Conte avesse palesato dei mal di pancia durante la stagione , la situazione sembrava essersi ricomposta e tutto era pronto per ripartire con il ritiro pre-campionato. Il secondo giorno di ritiro convocando una conferenza stampa , l’allenatore comunicò la sua decisione di lasciare la Juventus . Fu una secchiata di ghiaccio in testa caduta a tutti gli juventini perché nessuno capiva quali fossero le motivazioni che avevano spinto il tecnico a lasciare la squadra per cui era stato prima tifoso, poi calciatore e quindi allenatore con i risultati che tutti sappiamo. Io non voglio giudicare il perché e il per come di quanto è successo , non voglio allinearmi ai fiumi di parole che sono stati detti e scritti , penso che le vere motivazioni le sappiano Conte , la Dirigenza e il Presidente, tutto il resto sono parole, illazioni per dare contorno ad una situazione che nessuno poteva prevedere. Io sono fra quelli che spera in uno suo ritorno , specialmente ora che si è cominciata una ricostruzione della squadra , che è cambiata in molti effettivi . Conte con le sue idee , con la sua capacità di spronare e motivare i giocatori , con la sua grinta sarebbe ancora l’uomo giusto al posto giusto per dare un gioco vincente a una rosa competitiva che non potrà che essere migliorata negli anni a venire.

RICCHIUTI 146. RICCHIUTI FINALE.

Kit-Carson-e-Tex-cavalgando

 

 

Questo è l’ultimo ”Ricchiuti”.

Devo dire che non è stato un fulmine a ciel sereno. Me lo aspettavo prima o poi. Sarà perchè conosco Enzo e so che non è mai banale neppure negli addii. Così come non è stato mai banale in tutte le puntate di questa rubrica. Così come questa rubirca è inizata, senza un preavviso, così chiude. Ci prendiamo una pausa a tempo indeterminato. Vediamo quando Enzo avrà voglia di ricominciarla e se ne avrà voglia. La rubrica chiude per volontà di Enzo che, appunto, ha voglia di prendersi una pausa. Io d’altronde come tutti i ricchiutisti non mi ero stancato di ascoltarlo, anzi tutte le volte che lo risento ci trovo qualcosa di nuovo. D’altronde non puoi stancarti di sentire gli assoli di Jimmy Page , ti puo’ piacere o no, questo si, ma se sei un suo fans lo ascolteresti per ore. Così come non puoi stancarti di ammirare un quadro di Caravaggio con i suoi angoli chiari e quelli oscuri. Ecco Enzo è così. Folle e dannato. E’ come George Best. Non il migliore in assoluto, ma il migliore fuori concorso. Ci sono quelli troppo bravi per stare alle regole del gioco degli altri. Ma d’altronde in 146 puntate di cose ne abbiamo dette per cui va bene così. Per ora.

Sulla nostra amicizia posso dire questo: Io e te siamo come Tex Willer e Kit Carson. Siamo diversissimi ma amiamo le stesse cose. Tu per me sei il mio unico maestro riconosciuto. Proprio come Kit lo è per Tex. Ora Tex si fa un po’ di avventure da solo ma quando avrò bisogno, proprio come nel fumetto, Kit Carson correrà al mio fianco. Perchè tu sei il mio pard Enzo. Qualcuno dice che ”pard” in slang americano volesse dire socio. Non so se se l’è inventato Bonelli o è proprio così. Vasco in una strofa delle sue innumerevoli canzoni dice: ”La vita non è facile … ma a volte basta un complice … è tutto è già più semplice…”. Alla prossima Enzo.

 

1- La Juve oggi.

Come quella di ieri. Un eterno esame ma senza patemi. Molti giudicano il mondo Juve come il Polo Nord. Un posto terrestre ma al contempo non raggiungibile. Un ghiacciaio di vittorie mai festeggiate col calore. Ma il caldo scioglierebbe la tensione. E l’obiettivo, conservarsi irraggiungibili, è l’unica cosa che conta.

2 – Agnelli,Marotta,Allegri.

Agnelli è uno che sembrava Obama. Era accolto il suo nome come la grande speranza. Non voglio dire l’abbia delusa, non dico neanche che sia questo gran calibro. Forse è arrivato giovane e comunque limitato dal suo essere uno stipendio più che un padrone. Non credo sia cambiato granché, la strategia Juve continua ad essere dettata dagli avvocati e gli avvocati amano gli accordi non le vittorie. Riguardo il campo, felice l’intuizione di appoggiarsi a Conte e ad Allegri per il dopo Conte. Riguardo il fuori dal campo, come politico è zero. Parla spaziale a una platea di pane e formaggio, fa il primo della classe bacchettando con accuse di povertà e arretratezza proprio quelli che dovrebbero votarlo. Non ha speranze, ora pare voglia aprire a Lotito ma sarà difficile si fidino di lui. Meglio Marchionne.
Marotta, a me mai piaciuto. E’ un contabile. Ce ne sono di bravi uguale e che costano meno. Non è uomo di campo, non sa distinguere un calciatore da un altro, ha una tendenza irresistibile a fare gaffe. E a darsi delle arie. Non ce lo vedo direttore generale, Marotta se compra una partita gli vendono un paio di calci d’angolo. E poi è un cagasotto, quando Conte sfuriava lui scappava. I dg che amo io hanno il porto d’armi e sono gli allenatori a darsela.
Allegri, la risposta intelligente a una domanda. Come consolidiamo il primato raggiunto con un dispendio di energie nervose fisiche agonistiche insostenibile sui periodi medi e dunque inadatto a una grande squadra ? Ecco Allegri. Non è un vate, manco vuole esserlo. Ha dato tanta libertà: la differenza è se hai liberato Tevez o Dybala.

3 – Conte,Conte-Juve,Conte-Nazionale.

Come giocatore lo reputavo uno un po’ meglio di Di Livio. Un gregario con qualche lusso, non impazzivo per lui, era un po’ più di niente. Allenatore, è stato il valore aggiunto come pochi. Quello stronzo mi ha coinvolto a livello emotivo, capisco quelli che oggi lo odiano, avrei potuto anche io. Ma non lo odio affatto. Ero al San Paolo, la sera del secondo tempo in cui si è trasformato da tappetaro imbonitore cazzaro in predestinato. Lì s’è capito tutto, questo improponibile sgraziato trucido coi capelli falsi era davvero il migliore di tutti. Per me può tornare anche domattina, la stima intellettuale nel suo lavoro è intatta e il trasporto emotivo idem. Non importa abbia addosso il profumo della Nazionale o del compromesso storico coi suoi nostri carnefici. Lo sappiamo tutti bene quanto Conte e la Nazionale siano solo una parentesi, a mio avviso pure vincente. Riguardo i compromessi, ne abbiamo uno come presidente.

4 – Gli ultimi due Capitani Del Piero e Buffon.

Del Piero lo vedo sempre sorridente, vuol fare il Presidente di tutti. Sono sicuro piacerebbe e annoierebbe da buon grand’uomo. Non sono sicuro gli converrebbe esporsi, potrebbero trovargli scheletri nell’armadio di natura personale. Come calciatore l’ho visto sempre bene, prima molto talento poi molto intelligente. Ero delpierista ma con gli occhi aperti, quando faceva cagare lo ammettevo senza pietà e la sera della finale degli Europei in Olanda l’ho criticato anch’io. Buffon ? Sembra Zoff ormai. Ha la stessa voce pure. Buffon come Del Piero l’ho visto nascere, come Zoff mai discusso.

5 – Moggi e Farsopoli.

Luciano Moggi ha rappresentato gran parte del mio interesse al calcio dato che lo seguo dal 1982. Come Andreotti, ha avuto seguaci ovunque, in tutti gli schieramenti. A pochi è riuscito questo nel calcio. A Sivori, a Maradona forse. Come dirigente solo a lui e a Italo Allodi. Ma ad Allodi volevano bene i giornalisti. A Moggi vuol bene la gente. Su Calciopoli ho dato, è un argomento oramai ai limiti del chissenefrega.

6 – Enzo Ricchiuti.

Ricchiuti è uno che sa scrivere. Ma è anche uno che non m’ha fatto guadagnare una lira. Invidio i ricchiutisti che non debbono conviverci. Lo amano come me ma poi ognuno nel suo letto. Spero diventi un marchio: una di quelle cose che non si capisce un cazzo ma restano di moda.

7 – La tua esperienza al nostro Blog.

Un interrogatorio. Il blog è molto calcio centrato in modo tradizionale e questa scena del dialogo tra la persona normale e il matto dell’ultimo piano o la strega che dice stravaganze era davvero un pugno nell’occhio. Però ha funzionato, ricordava un po’ Dario Fo a Canzonissima. E’ durata più di lui.

8 – Davide Peschechera (Eldavidinho)

Davide è uno di questi ragazzi come Capuano o altri, giovani che hanno iniziato a leggermi molto giovani. Il merito del punk è stato far prendere coraggio ai ragazzi, dai suonate, non fatevi impressionare dalla grande tecnica, dalla grande merda. In un certo senso credo di averli invogliati a prendere la chitarra. O a resistere dal posarla. O forse guardavano solo le donne nude dei miei blog. Quando ci saranno altre generazioni, Davide Peschechera saprà spaccargli la chitarra in testa.

9 – Cinzia Fresia.

Boh. Mi sembra sia quella che ogni tanto fa i sondaggi. C’è un ruolo vacante in generale sia che si tratti di web che di altro. L’opinionista donna e cattiva. La Selvaggia Lucarelli che riconfermi l’antico adagio, il calcio non è sport per signore. Per fare questo devi avere competenza e taglio di capelli e Cinzia Fresia a quanto pare ce l’ha. Una volta su Giornalettismo suggerii a Maria Teresa Mura di non scrivere i temini. Le ragazze oggi fanno bene a occuparsi di calcio. Devono soltanto evitare il lieto fine. Devono mettere i voti.

10 – Io.

La cosa che più mi piacerebbe in assoluto è il rientro ufficiale di Luciano Moggi nel calcio italiano. Per quell’epoca ci vorrebbe uno scritto pulito, onesto, che trascini i cuori. Che esprima vendetta e giustizia in una pietanza appassionata e alla portata delle tasche di tutti. Una Campovolo moggiana e anche universale delle persone perbene. Potresti farla solo tu, gli altri chi più chi meno non riuscirebbero a urlare contro il cielo come intendo io senza che il cielo si annoi o se la prenda a male. Riconsegnare Moggi alla storia della gente normale è roba da Springsteen. Non è lavoro mio. Non è la mia realtà. I Little Steven per quell’epoca staranno in qualche serie dei Soprano.

 

Immagine anteprima YouTube

ricchiuti143 SPECIALE FARSOPOLI.

Di Enzo Ricchiuti

 

Sono scaduti i termini per chiedere la revisione del processo. Adesso?

Forse ci si riferisce alla storia del deposito delle motivazioni della Cassazione su Calciopoli. Le motivazioni sono state rese pubbliche a inizio settembre ed essendo trascorsi i 30 giorni da tale data sarebbero scaduti i termini per adire l’art. 39. In teoria sarebbe anche vero. Ma per la revocazione basta un qualsiasi fatto nuovo. Un possibile nuovo fatto nuovo potrebbe essere ad esempio la vittoria della Juve al Tar. Io consiglierei la seconda strada prevista dall’art. 39, ossia la revisione. A differenza della revocazione, la revisione non è soggetta a limiti temporali del fatto nuovo ed è praticamente vittoria certa. Perché è la stessa Corte giudicante, la mitica Corte Federale d’Appello, a chiedere giustizia per te. Chiaro che per vincere in questo modo bisogna entrare nelle istituzioni ma per uno (o i tanti ) come me che credono nelle rivoluzioni solo se fatte col permesso di tutti andare sul sicuro è l’unico motivo e modo per andare in generale.

Il silenzio della Juventus e del Presidente Agnelli in questi giorni.

Non mi sembra che Agnelli in generale taccia. Magari lo facesse, nella mia ottica. In realtà il presidente Juve porta avanti una sua strategia politico-sportiva di alto profilo. Altissimo, da vette mai raggiunte in Italia. Vette siderali, da cartolina. Il suo discorso è: la Juve vuole cambiare il sistema modellandolo non secondo la realtà del paese o il bilanciamento degli interessi collettivi bensì secondo la propria vision. Le seconde squadre delle big, gli stadi etc. Discorso nobile, americano. La realtà è che il calcio in Italia è democratico. Poggia sul pari potere (specie d’interdizione) per tutti dalla grande di Serie A all’ultimo dei dilettanti. La maggioranza dei voti la prendi se rappresenti o dici di rappresentare le esigenze delle realtà locali. Quali sono ? Non avere la rivalità delle Juve 2 o Roma 3. Avere la possibilità che gli imprenditori che possono investire nel calcio italiano, cioè quelli che già lo fanno, possano finanziare anche il calcio locale perennemente fallito o in bolletta. Inutile agitargli lo spauracchio del conflitto d’interessi dovuto alla multiproprietà. Se vai a Salerno la gente è contenta che Lotito gli abbia permesso di andare a vedersi la partita la domenica, non si pone il problema della Salernitana in Cempions Lig. E così via. Se tu vai incontro ai piccoli, garantendogli o con le leggi sportive o con le aperture di credito presso banche o casse federali la mera sopravvivenza economica, avrai il tuo Presidente federale. Il tuo Consiglio Federale, con gli otto rappresentanti tra Pro e Dilettanti sempre vigili e presenti e votanti. La tua Corte Federale d’Appello, nominata direttamente o meno dal Consiglio Federale. Il tuo Presidente di Corte Federale d’Appello che in un collegio a 5 sposta gli esiti. La tua revisione su misura. E col permesso silenzio di tanti. La Juve non presenzia con osservazioni neanche quando il Consiglio approva il bilancio. Quella della Juve è una magnifica solitudine modello Inghilterra. Si sta appartati senza sporcarsi le mani in attesa che tutto crolli. In Italia chiunque crolli non muore nessuno.

Farsopoli è chiusa definitivamente?

Ci sono il Tar e la battaglia di Moggi per la riabilitazione a Strasburgo. A mio avviso le due corsie, Juve e Moggi, dovevano andare di pari passo. La riabilitazione può darla anche la Corte Federale d’Appello di cui sopra per dire. Si poteva fare come Cavour: da un lato tranquillizzare i preti e i potenti bloccandoli a casa loro, dall’altro usare assassini, mignotte e straccioni per prendersi il dovuto. Moggi poteva essere il Garibaldi della situazione. Tra il 2010 e il 2011 il posto di Palazzi si era reso teoricamente vacante. Per scadenza mandato. E volendo anche per lo scandalo della mancata azione per tempo contro l’Inter. Moggi provò con le sue sole forze a farlo saltare denunciando alcune cose ma la Juve si assentò. Idem per il tavolo di Della Valle. La storia della società è fatta di ritirate strategiche. Ma la strategia in Italia è sopravvalutata. Questo non è un paese dove si fanno i compiti a casa, spesso vince chi si trova fortuitamente al posto giusto.

Ha senso ancora contare 33 scudetti e soprattutto a questo punto è legale?

Penso abbia senso nel senso che non gliene frega niente a nessuno. Salvo che al gestore di Facebook e Twitter. Quello dei veri o illegali scudetti è un hashtag vincente.
Il processo di Moggi che è ancora in corso può riaprire qualche scenario?
Si ma per il Direttore. Il quale potrebbe tornare a lavorare alla luce del sole nel mondo del calcio se volesse. Ultimamente ha preso il tesserino da pubblicista e si diverte di più così. Resta dunque il più intelligente di tutti.

Cosa ne pensi di quella corrente di pensiero per cui Agnelli vorrebbe fare ma ha le mani legate dal cugino John.

Penso che quando Agnelli parla o illustra o progetta o spiega c’è per un Lotito o un Tavecchio sempre il retropensiero che si aveva in passato quando mandavano in avanscoperta i cadetti a parlamentare. Oppure quando riferivano a Stalin della vision del Papa. Parla parla ma quante legioni ha il Papa ?

Riavremo mai gli scudetti indietro e ristabilita la verità?

Dipende solo da noi. Noi ovviamente nel senso di loro, Juve spa. L’Italia è un paese dove molto è possibile a patto si agisca. Valgono più le azioni delle regole. E la verità non sfugge a questo criterio. La verità non è una cosa astratta, è una azione riuscita. E’ una tragedia vedere Lotito coinvolto per aver aiutato il Bari o Pinco e noi no. Ci siamo ritagliati un ruolo da grillo parlante che tra l’altro nessuno ci riconosce. Noi siamo i ladri. Il capo dei ladri che fa il Dalai Lama è visto come i fasci che portavano il libretto rosso di Mao. E’ visto come una fregatura. Invece di contare i difetti, si cominci a contare i voti. Si smetta di auspicare nuovi stadi mettendo in difficoltà la politica locale che non ha soldi e non vuole dismettere i vecchi impianti per non dover perdere il potere di ricatto e controllo sui club. C’è molto da fare. L’ingresso di stranieri senza soldi e in generale le tante operazioni di maquillage finanziario cui devono ricorrere i club sono tutte occasioni in cui procurarsi amici. Un Milan solido è un vantaggio sia sportivo sia politico. Ti garantisce competizione sul campo e collaborazione fuori, specie in sede di calcio mercato e in trasferta presso le istituzioni internazionali. Ovviamente non gli boicotti i magheggi opinando sul prezzo delle quote come s’è fatto con l’operazione Mister Bee. Specie se c’è una campagna stampa contro in atto con Procura e Guardia di Finanza invocate ad intervenire tutti i giorni, taci o appoggi. Tanto anche se critichi quello, Berlusconi, l’operazione la fa lo stesso. E alla prima te la fa pagare se può. C’è molto da fare. Ad esempio mondarsi dal peccato originale di non aver appoggiato il presidente attuale. Potevamo starci noi al posto di Lotito. Ad esempio cercare uno straniero che da fuori ci faccia da alleato e protettore, secondo la tradizione italiana, con tutta l’incostanza di cui noi italiani siamo capaci. C’è molto da fare, molto da permettere, molto da riscuotere. Per esempio un collegio giusto. I giudici sportivi sono come i giudici di pace. Gente che ha smesso o è stata costretta a smettere. Non sono professionisti di vaglia sennò non accetterebbero di firmare tecnicamente certe porcherie e soprattutto di dedicare tempo gratis. Sono personaggi magari in cerca di vanità senili o condominiali. Fanno tutto via pec prima, riducendo le udienze a una occasione per andare al ristorante fuori porta. Sono giudici trash, locali, alla pec-orara o al pec-orino. A pec-orina mettono gli altri. Ci vorrebbe una infornata di avvocati quarantenni, 2.0. Juve spa dovrebbe avere una lista di professionisti moderni e preparati da inserire tramite le istituzioni federali, senza aspettare concorsi, bandi o nomine dall’alto tra i giudici da Forum disoccupati. Tutte le grandi dovrebbero averne una di lista di giudici per fare giustizia. Nel lobbyng americano s’usa così ma qui d’America si prendono solo certe cose che servono a poco tipo parlare à la John Kennedy nelle sedi qualificate. Ci fosse almeno Jacqueline.

Cosa dovrebbe fare oggi il tifoso della Juve?

Quello che fa sempre. Finanziare il baraccone.

Sei stato tanto impegnato fin da subito con farsopoli andando ai processi scrivendo articoli dando anticipazioni e resoconti legali. Cosa farai ora tu?

Perché, vuoi uscire con me ?

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Di Enzo Ricchiuti

Juventus Siviglia e Khedira.

Gran bell’acquisto. Spero si riconfermi. Col Siviglia ? Come col Frosinone ma con lieto fine e ritmi più bassi.

La lettera di Agnelli ai soci.

Scritta male, pensata peggio. Quell’uomo non vuole vincere l’elezioni. Vuole lasciare un testamento morale.

La revisione del processo Farsopoli.

Fossi il proprietario della Juventus, la chiederei con un mio uomo alla presidenza della Federazione e con tanti amici in Federazione a tifare per me perché soci dell’eventuale guadagno.

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Di Enzo Ricchiuti

 

Partenze Pirlo, Storari, Pepe?

Pirlo, fisiologico. Lo sa anche lui che non può stare più a certi livelli. Storari è bravo, io al posto suo non avrei cambiato abitudini. Pepe, oramai è meno bravo del passato. Giusto che non gli abbiano rinnovato il contratto.

Agnelli ha detto a Tavecchio:”Disposti al dialogo ma non flessibili”. Tradotto?

Che qualcuno decida per me.

Giro d’Italia di ciclismo. È ancora uno sport attuale, vale la pena seguirlo …. chi vince?

E’ attuale, vale la pena seguirlo e lo vince Contador. Come l’avessi già letto.

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di enzo ricchiuti

 

Parlami della finale di Champions cosa è stata e se potevamo fare di piu

Si, potevamo fare di più ma fossimo un’altra squadra. Con Pirlo e Pogba difficile non farli giocare assieme.

Ritieni come il presidente Agnelli che questa finale sia un punto di partenza?

No, un momento di vertice come tanti nella storia del club. I presidenti amano far iniziare la storia con il loro avvento ma è come il sedicenne che pensa di aver inventato l’amore. Ce n’è stato, ce ne sarà.

Sono rilevanti i caroselli e i festeggiamenti degli antijuventini?

Quando ci fu Atene, poi scoprii che avevano consegnato la targa Magath. Sono fermo a quella.

La quadratura del cerchio (Seconda Parte)

2 La quadratura del cerchio (Seconda Parte)

di Davide Peschechera

Allegri viene ingaggiato nel giro di pochissime ore. Eppure si rinfaccia a Conte, e a Conte solamente, l’aver lasciato la squadra al secondo giorno di ritiro. E se Conte, a maggio, è stato “costretto” a restare, come puoi imputargli di aver lasciato a Luglio? Quando almeno un dubbio sulla concertazione della faccenda non può che rimanere, visto che il giorno dopo l’addio del tecnico leccese si è chiusa con grande successo anche la campagna abbonamenti. Stesso discorso per l’accordo lampo tra Conte e Tavecchio, Federazione e sponsor Puma. Non sta né in cielo né in terra che trattative e conclusioni di contratti si realizzino in qualche giorno, quando solitamente richiedono molto, molto più tempo. Insomma, una faccenda incartata e consegnata ai tifosi, a scatola chiusa. Prendere o lasciare. L’errore fu quello di credere che una storia tra un allenatore che vuole l’affermazione personale ed un club vincente fosse una storia d’amore. Di quelle che anche il calcio sa dare. E invece negli ultimi 3 anni c’è stata solo la Juve. E non la Juve di Conte. L’hanno sempre saputo, probabilmente, Agnelli e Conte. Conte si è servito della Juve e la Juve di Conte.

Potrebbe essere un suicidio professionale, e sarebbe certamente una brutta caduta dal punto di vista umano. Lui è efficace se può lavorare coi giocatori quotidianamente, e non una volta ogni 3 mesi, anche se ha colto l’attimo con opportunismo e lucidità, preferendo ripartire dalle macerie mondiali dell’Italia di Abete e Prandelli (che in qualche modo riecheggiano i settimi posti da cui mosse i primi passi la sua Juve tre anni or sono) piuttosto che accettare la sfida di inseguire nuovi trionfi, tutt’altro che scontati, in bianconero. Si è garantito almeno un biennio di stress più stemperato, meno frequente, meglio distribuito (due partite ogni tanto anziché tre a settimana, almeno fino alla fase finale degli Europei) ma non è detto che ci sia meno pressione che alla Juve. Una via di mezzo tra la frenesia imposta da coppe e campionato e una per lui insopportabile inattività. E una nuova, stimolante esperienza.

Conte porterà in Nazionale un cambio di mentalità e di comportamento. Conte allenatore della Juventus non era un amante (eufemismo) delle intromissioni della Nazionale ma Conte ct chiede un cambio radicale di mentalità e presumo che sarà una palla ingombrante tra i piedi durante tutto l’anno. Antonio “divide et impera”, da allenatore della Juve e da allenatore della Nazionale.Conte per molti si è comportato da professionista cinico e spietato, è uno dall’ego e dall’ambizione smisurate ed ha realizzato, forse troppo in anticipo, uno dei suoi sogni. Conte è giovane, alla sua età la Nazionale è più un ripiego (o, se vogliamo, un trampolino di lancio) che un traguardo. La nazionale è sempre stata un punto di arrivo, dopo anni di esperienza nei club, nazionali e internazionali, per un allenatore ambizioso. Conte sperava ormai da mesi di avere una chiamata estera prestigiosa. A parte il Monaco nessuno lo avrebbe in realtà cercato. Poi è arrivata la telefonata di Tavecchio; certo prestigiosa, certo affascinante, certo importante, ma pur sempre una seconda scelta. Lui dice che voleva fermarsi un anno per aggiornarsi, guardare partite, seguire giocatori, imparare l’inglese, tutto in attesa di una chiamata da un top club. Tutte cose compatibili comunque con l’impegno da selezionatore, una seconda scelta, un impegno meno gravoso dell’allenatore di un top club. Potrebbe crescere, diventare più forte e ancora più preparato

Conte ha chiesto un ruolo da manager, non solo da allenatore. Una vera e propria rivoluzione sul modo di gestire una Nazionale. Libertà d’azione, carta bianca nella gestione tecnica, progettuale e logistica di tutto ciò che riguarda la sua Nazionale. Stage durante il campionato, almeno due-tre l’anno, oltre ai normali ritiri. Rapporto continuo, capacità d’interazione e contatti costanti con le società senza troppe spigolature, garanzia di collaborazione con gli allenatori e i club. Continui faccia a faccia con i colleghi dei club per capire la forma dei propri giocatori e via dicendo. Su questo Conte non ha ammesso deroghe e ha chiesto impegni scritti, condizioni nero su bianco. Conte vorrebbe essere un CT di Nazionale sui generis: un tecnico a tempo pieno senza staccarsi dal lavoro quotidiano, quasi che l’Italia fosse un normale club. Monitoraggio sule giovanili. Stipendio adeguato. Conte ha chiesto e avrà in pratica le chiavi di Coverciano. Ciò che insomma voleva alla Juve. Vuole strutturare con uomini suoi. Richieste molto “dure” come quella di volere tutto il suo staff, Alessio e Carrera secondo la logica de “ne usciamo con le ossa rotte”. Repulisti storico. Con i club che non sono nelle condizioni di fare i sofisticati” e possono solo/devono accogliere volentieri Conte con tutti i suoi capricci. L’ ambizione è al tempo stesso la forza e il limite di Conte. Forza perchè lo porta a misurarsi con realtà ridotte male, limite perchè quando intravede la possibilità di non poter più vincere/migliorare è tentato dal lasciare e ricominciare altrove. Questa ambizione lo porta a confrontarsi con ambienti a lui a volte ostili per conquistarli dall’interno e a fare i propri interessi. Ma siamo sicuri che li abbia fatti? Conte non parla bene Inglese, ha uno stipendio alto (confermato in Nazionale), non ha nel curriculum di allenatore grandi vittorie internazionali, è uno che ha bisogno di un team dal budget alto che faccia un mercato costoso essendo molto esigente, pretendendo giocatori che chiede e non limitandosi a “profili di giocatori”.   Lasciata la Juve, quale squadra di club coi soldi lo avrebbe potuto chiamare? Forse solo il Monaco o altre squadre che oggi ci sono, domani chissà. Rimanendo alla Juve secondo me nel lungo periodo avrebbe potuto fare maggiormente i suoi interessi, agganciandosi ad una squadra in crescita, italiana, che gli avrebbe perdonato (quasi) tutto, assicurandogli sempre uno stipendio a lui gradito. Insomma, ha fatto una scelta azzardata e solo la Nazionale avrebbe potuto accoglierlo.

La formula finale dell’intesa sul contratto che ha portato l’ex allenatore Juve sulla panchina dell’Italia sottoscrive due accordi, per una cifra complessiva di 4 milioni netti l’anno che può salire a 4.5 in caso di qualificazione all’Europeo. Tutte e due sono con la Federcalcio: il primo (2 mln) come ct e coordinatore delle nazionali giovanili unificando ruoli e compensi di Prandelli e Sacchi; il secondo per la cessione al cento per cento dei diritti di immagine alla Federazione. Contestualmente la Figc girerà a Conte altri 2 milioni netti l’anno, assicurati da Puma per lo sfruttamento dell’immagine del ct, e in caso di qualificazione un milione nel biennio sempre dallo sponsor. In questo contesto, Puma ha ottenuto dalla Figc il prolungamento della partnership dal 2018 al 2022. Insomma, un compenso “allineato ai costi della precedente gestione” se non ci fosse stato l’intervento dello sponsor che, come azienda privata, ha deciso di investire su Conte perché lo ritiene più bravo degli altri. Volevano che Conte allenasse gratis, magari legato con le catene visto che “è stato condannato dalla giustizia sportiva in passato”? Può non piacere il contratto a Conte, perché ha imposto le sue condizioni ma l’Italia le ha accettate con la testa bassa.

Sappiamo tutti benissimo che ora Conte è destinato e condannato a vincere. Forse per lui questa è una sfida alla sua portata, più alla portata di un altro Scudetto alla Juve con raggiungimento dei quarti di CL, e questo ha fatto la differenza. Ma per fare meglio di Prandelli non al Mondiale, ma all’Europeo, può solo vincere. Scelta coraggiosa e rischiosa. La  Juventus ha caricato di ogni responsabilità Conte. Non è stato solo l’allenatore ma l’immagine della Juventus, quella di chi non si arrende mai (fino alla fine), l’allenatore che davanti ai microfoni ha offerto l’unica difesa alla società più antipatica d’Italia. L’allenatore della svolta, l’arrogante messo sotto accusa da chiunque. Il progetto Conte ha portato vittorie, Conte ha fatto godere noi è ha fatto rosicare tifosi avversari, addetti ai lavori, giornalisti, tutti. Li ha fatti impazzire di rabbia. Ha fatto rivedere, rivivere, riapparire l’incubo, il fantasma di un ritorno alla Juve pre-Farsopoli. La grinta della squadra ha dato ad ogni Scudetto conquistato una nomea ben precisa: il primo è stato quello vinto da imbattuti, il secondo quello della conferma, il terzo quello dei 102 punti sbattuti in faccia a chiunque. Tre anni di dominio e record infranti. Entrambi, dirigenza Juventus e Conte, si sono rimessi in gioco. Vediamo dove vanno: un po’ come quando si separano i gruppi rock di successo, in fondo… (cit.). Biennale per lui e biennale per Allegri, tutto fa pensare che, in fondo, quello di Conte sia solo un arrivederci. ci sarà sempre tempo per tornare a casa, ricalcando le orme di Trapattoni e Lippi. L’esordio contro l’Olanda avverrà il 4 settembre a Bari, tra pochi giorni. Sarà un ritorno al passato e la prima tappa verso il futuro. E noi dobbiamo voltare pagina. Il tempo di vedere Conte all’opera e poi sarà di nuovo campionato. Intanto siamo ripartiti così come ci eravamo lasciati. Vincendo. Buona stagione a tutti.

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La quadratura del cerchio (Prima Parte)

1 La quadratura del cerchio (Prima Parte)

di Davide Peschechera

Alzi la mano chi ha capito cosa è successo quest’estate. Un incubo per i tifosi juventini, una bufera forse preannunciata dalle avvisaglie invernali ma nessuno si sarebbe aspettato un simile epilogo, l’arrivo di Allegri alla Juve e l’approdo di Conte in Nazionale. Dopo i mugugni di maggio, la conferma non proprio convinta di Conte senza rinnovo, la rescissione consensuale, l’ultimo capitolo della telenovela ci ha riservato il finale più imprevedibile e il cazzotto più doloroso. Andava gestita prima e meglio, magari già a Gennaio. E hanno sbagliato ad andare oltre Maggio. Conte troppo coinvolto emotivamente ha voluto provarci, la Juve un po’ per presunzione, un po’ per arroganza, non ha voluto guardare in faccia la realtà, ha tirato la corda credendo che sarebbe passato il mal di pancia a Conte. Conte se n’è reso conto e se n’è andato.Invece di trovare un degno sostituto la Juve ha messo in allarme solo l’unico allenatore libero sul mercato(Allegri), piuttosto malleabile e gestibile in una situazione fatta di conferme e passi indietro come quella che è venuta a crearsi. E ha condotto un mercato all’insegna del completamento della rosa. Insomma, non ha fatto in modo che si tornasse a parlare subito di Juve(allenatori e giocatori passano, la Juve resta) e ci si dimenticasse di Conte, in fretta. Quello che si può dire ad oggi è che lo stress supposto da molti media non è mai esistito. E che nelle dichiarazioni ufficiali, nella lettera e nei video Marotta, Agnelli, Nedved e Conte hanno detto tante bugie. Per come è Conte e per come è fatta questa dirigenza era intuibile che l’addio sarebbe stato traumatico. Ma c’è poco di logico nella scelta di accettare le dipendenze di chi ti ha confinato per quattro mesi, senza una prova, dando retta ad un pentito pallonaro, privandoti del tuo lavoro, cercando di stroncarti la carriera ed emarginandoti. “Il patteggiamento è un ricatto” urlava Conte, con orgoglio, sbraitando, in quella conferenza stampa, contro la Federazione complice, come nel 2006, nel tentativo di affossare la Juve. Conte che pareva molto poco incline ai compromessi sacrifica al denaro la propria dignità di uomo. Perché per molti tifosi juventini è di questo che si tratta, sostanzialmente. Si trattava di una scelta di sano orgoglio che il mister ha deciso miseramente di sacrificare sull’altare della propria carriera.

Ma Conte CT azzurro è il tassello che mancava per completare il puzzle della telenovela più seguita dell’estate calcistica italiana, che raffigura una questione estiva piena di parole non dette e spiegazioni non date. Altro che stress, disagio a sopportare tensioni, uomo sfinito, forse finito, buio dentro di lui con impossibilità di reagire. La Nazionale è la fine del disagio psichico? La fine dello stress? Conte ora è utile, prezioso e decisivo? L’uomo che non poteva più risolvere il problema di una squadra sarà invece capace di risolvere i problemi di un intero paese calcistico? Conte ha capito da subito da quali compagni di avventura era attorniato. Non parlo soltanto della società ma di un entourage che non sopportava più il crescendo Contiano o Contesco, con tutti gli annessi, anche di cassa. Di contro la Federcalcio ha individuato nell’allenatore leccese il professionista che possa e debba rilanciare il nostro sistema, l’immagine e i risultati del campo.

Cosa lo ha spinto, però, a fare questa scelta? C’è chi ha parlato di rivincita per aver fatto piegare la FIGC davanti alla necessità di un uomo che mastica calcio come pochi in Italia. L’idea di una Federazione in ginocchio che lo implora di accettare per risollevare il calcio italiano. Se la Federazione italiana ha voluto provare a risollevarsi ha dovuto dare l’incarico ad uno Juventino. Ancora. Più che una contraddizione è una resa della Figc. Nel momento del bisogno non ha saputo far altro che mettere alla guida della Nazionale l’arrogante allenatore Juventino, pochi mesi fa squalificato, che dimostra il costante uso della Juventus e del patrimonio juventino (allenatore, giocatori) laddove serve.Ora va a sedersi al tavolo degli stessi che lo trasformarono in un mostro mediatico solo due anni fa e si accerchia di gente che alle prime difficoltà lo lascerà solo. Sicuramente Conte d’ora in poi avrà vento mediatico favorevole in quanto schermato dal sistema stesso che arriva da disastri sportivi mica da ridere ma, alle prime difficoltà, forse a causa del suo vincente passato in bianconero verrà impallinato ad ogni piccolo problema che incontrerà. Sarà aiutato, supportato, anche nella comunicazione ma sino ad un certo punto, visto che sarà l’unico capro espiatorio in caso di fallimento o l’eroe in caso di miracolo. Il poco tempo che avrà a disposizione non lo aiuterà, così come il caos che contraddistingue il calcio italiano in questo momento.Accetta l’incarico da chi lo ha costretto a vedere le partite da una vetrata come i vip, insultato da tutti e preso in giro dalle tifoserie e dalle telecamere. Si è dimenticato tutto? O forse vuole diventare, proprio adesso, l’allenatore di tutti gli italiani? L’Italia antijuventina ha già dimostrato di odiarlo e proprio questo voler “ingraziarseli” rischia di farlo diventare l’allenatore di tutti tranne che di molti juventini. Un paradosso no? Forse a lui non va giù che gli altri lo considerino “solo” juventino, a differenza di Lippi, ad esempio. Lippi ha allenato l’Inter da juventino. Quella è un’etichetta di cui andare fieri, mentre a Conte forse sta stretta. Lippi quell’etichetta se l’è portata dietro per tutta la carriera e ci ha vinto pure un Mondiale. La Nazionale come esperienza catartica capace di mondarlo della sua juventinità o dal suo essere “tifoso della squadra che allena)”, per ripresentarsi alla guida di un grande club? Senza contare che in Federazione avrà modo di tessere importanti relazioni con i dirigenti di questi stessi club che cosi bene la rappresentano e che fino a ieri dileggiava e scherniva.

Conte in Nazionale sarà e farà tutto ciò che non gli hanno permesso alla Juve. Conte ha fatto una scelta coraggiosa e anche un po’ irrispettosa verso se stesso visto quello che ha passato due anni fa e vedremo a cosa porterà. Ma la scelta l’ha fatta lui e quindi è persino inutile parlarne. Si vede che ha metabolizzato il colpo, e se lo decide lui che è il diretto interessato come possiamo giudicarlo noi?Solo che, alla fine, si paga sempre l’essere juventino (vedi la questione doping, Calciopoli, il calcioscommesse), poi tutti amici. Ci si dimentica.

La successione degli eventi e delle tempistiche, però, è stata alquanto strana. il fatto che i motivi delle decisioni non siano chiari poi aggiunge perplessità (eufemismo) al tutto e dà varie interpretazioni, più o meno verosimili, a ciò che non si sa. Conte a maggio voleva lasciare. Considerava concluso il suo ciclo alla Juventus con la vittoria dello scudetto dei record. L’ha fatto perché credeva che alla Juventus, in quel contesto e senza cambiare le cose, non avrebbe potuto fare bene o meglio. Era convinto che in Champions League non si potesse vincere (parole sue) e un altro scudetto non lo stimolava. L’unica cosa che lo avrebbe stimolato sarebbero stati i pieni poteri di disfare e rifare la rosa a suo piacimento per provare a vincere la Champions. Agnelli (giustamente) ha rifiutato, per continuare nell’ottica del risanamento societario e del pareggio di bilancio. Conte ha bruciato le tappe rispetto al progetto quinquennale (2011-2016) del club. Conte voleva lasciare ma l’hanno “convinto” (o costretto?) a rispettare il contratto, conoscendone il valore. Ci dice Nedved che gli hanno chiesto di pensarci fino a luglio, forse sperando di convincerlo e in questo ha sbagliato la società. Forse hanno fatto anche dei sondaggi(Allegri?) ma non c’era libero/liberabile nessuno di gradito e autorevole, così come anche Conte potrebbe aver sondato il terreno, senza trovare nessuna squadra in grado di accoglierlo. Insomma, la permanenza è stata quasi obbligata. Ricorderete il laconico Tweet. Forse anche il Milan allettava Conte: non tanto per soldi ma perché gli avrebbero dato grandi poteri (poi doveva vedersela con Galliani comunque, che non è Marotta) e il mandato di ricostruire la squadra e vincere (come alla Juve 3 anni fa, come la Nazionale oggi). Si è concordata la campagna acquisti e Conte è andato in vacanza. Poi la Nazionale. Prandelli fresco di rinnovo lascia a sorpresa e Abete con lui dopo il disastro in Brasile. Immediata candidatura di Tavecchio, nomina scontata(strano come siano state totalmente ignorate le ragioni di chi si opponeva), e subito contattato Conte al quale propone di diventare il boss della Nazionale. Lui torna in sede per essere liberato. Intanto pare che il mercato, con l’arrivo di nessun esterno per il cambio modulo, non lo abbia soddisfatto. A quel punto sono costretti a lasciarlo andare e lo fanno in concomitanza con la chiusura della campagna abbonamenti, confezionano il video, congelando gli acquisti(che erano, probabilmente, bloccati già da un po’ di tempo), ingaggiano Allegri(in preallarme da Maggio) il quale dà il suo benestare ai giocatori già fermati, concludono gli acquisti e Conte va sulla panchina della Nazionale. In tutta questa storia, però, ci si chiede se la scelta di andare in Nazionale e dimettersi dalla Juve siano stati eventi scollegati tra di loro o meno. La Nazionale un’opportunità sorta in seguito o uno dei motivi dell’addio? Perché, anche per la velocità con cui si sono svolti i fatti, evidentemente la Juventus sapeva che Conte sarebbe andato in Nazionale. Così si spiega anche la domanda che gli è stata fatta nel video proprio sulla Nazionale. Dopo i Mondiali, si parlava di Conte CT part time. Può darsi che Agnelli lo abbia costretto a scegliere se Conte ha annunciato di volerci andare. Non lo sapremo mai. Forse la Nazionale non è stata causa dell’addio, ma è stata un’ opportunità che ne ha accelerato i tempi. La Nazionale è stato il quid decisivo ma alla base ci sono gli screzi e le vedute diverse tra Conte e la società. Quando si è liberata non sono più riusciti a tenerlo e al rientro dalle vacanze, con la tentazione della nuova avventura e i dissidi con la società sul mercato, ha deciso di andare via.

Oppure nessuna chiamata, nessun contatto, ma la sensazione che qualcosa sarebbe successa a breve e quindi Conte, correndo il rischio di stare fermo un anno, ha deciso di mollare lo stesso, nei propri interessi. Avrà pensato giustamente che se fosse stato libero, almeno un sondaggio l’avrebbero fatto. Questo non lo sapremo mai, forse. Ma è l’epilogo più intuitivo e naturale. Se non si fosse liberata la Nazionale, magari a malincuore ma sarebbe ancora sulla panchina della Juve. Conte non è pazzo, “è fatto così”, vive di stimoli e sfide; finiti gli stimoli, fine del rapporto. Lui, Conte, aveva obiettivi chiari, dopo tre scudetti. Al posto di uno che, nei programmi sportivi, sarebbe dovuto arrivare quest’anno, chiedeva un salto di qualità per iniziare a puntare ad altro. Ha parlato con proprietà e dirigenza, prendendo picche, perché la Juve ha deciso di andare avanti col suo programma quinquennale, e un altro al suo posto.

Ricapitolando: se è stato contattato prima di Prandelli(non credo) la Nazionale è stata il motivo principale. Se è stato contattato dopo, ha influito con le divergenze di mercato. Se non è stato contattato prima dell’elezione di Tavecchio, aveva sensazione e percezione che qualcosa avrebbe potuto impegnarlo da lì a poco.

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