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di enzo ricchiuti

 

Juventus Napoli la partita.

Siamo scesi in campo nel primo tempo. S’è giocato più che altro nel senso dei singoli che si divertivano perché dall’altra parte non c’era nulla. Poi non s’è scesi in campo nella ripresa, se non per riprenderci la gara. L’assenza aveva sostituito la superficialità. Comprensibile ovunque, non alla Juventus.

La testata di Britos a Morata e se fosse capitato che l avesse fatta uno dei nostri al San Paolo.

Non lo so se riescono a fare le invasioni di campo però possono benissimo far interrompere le gare coi lanci. E’ così che ho conosciuto il Napoli, come un episodio di ordine pubblico.

Mi spieghi cos,è la napoletanitá calcistica pregi e difetti

Non lo so. Io bevo la Coca cola.

Ti faccio un ulteriore domanda a proposito di razzismo e di razzismo legato al calcio.
Per un napoletano juventino come te è più consueto essere rimproverato da uno juventino di non essere abbastanza juventino in quanto napoletano o è più comune essere rimproverato da un napoletano di non esser abbastaza napoletano in quanto juventino?

Con gli juventini non ho mai avuto problemi. E certo non sono il massimo della simpatia. Né io né loro. I napoletani in generale hanno un particolare rapporto col tempo: rimproverano tutti da secoli ma chiunque se li compra in un secondo.

Conte, hai facoltà di tacere, tutto quello che dirai sarà usato contro di te.

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Articolo di Alessandro Magno

 

La conferenza stampa di Conte ci da spunto per parlare di qualcosa in questa noiosa estate calcistica. Fra le cose scontate dette da lui e Tavecchio, dichiarazioni che ci si aspettava, come che convocherà i meritevoli oppure che oggi è obiettivamente il migliore sulla piazza , oppure che i soldi che percepirà sono meritati o anche che farà sicuramente leva sul blocco Juve, si sono dette anche cose alquanto sconcertanti o agghiaccianti ( per usare un termine a lui caro). Sostanzialmente queste frasi da riprendere e analizzare sono 4.

Le analizzo in ordine di gravità. La prima è quella in cui dice che la squalifica è stata ingiusta ma che è stata un esperienza ”formante”. Definita ”un percorso che mi ha aiutato a crescere dal punto di vista umano”. Ok, anche prenderselo in quel posto può essere considerata un esperienza, anche se non so se formante o se aiuta a crescere, oppure stare in carcere può essere un esperienza di vita e/o formante. Tutto fa scuola, tuttavia Conte dovrebbe sapere che non l’hanno squalificato per tre anni o radiato come volevano i più, solo per una forte opposizione della Juventus che l’ha difeso a spada tratta. Non so come sarebbe finita se la Juve l’avesse abbandonato al suo destino. E se l’avessero radiato avrei voluto vedere come poteva dirsi oggi un ”esperienza formante”?

La numero due è la frase sugli scudetti vinti. La domanda era se sono 30 o 32 e la risposta è stata una non risposta, ovvero che lui ne ha vinti 8 e quelli sono i più importanti. Ora non vedo che male ci sarebbe potuto essere a dichiarare che sono 32 e che c’è ancora un procedimento in corso perchè la Juve vuole indietro quei due tolti. Che male c’era? Ma poi , data la bassezza del giornalismo italiano e data la sua provenienza juventina, questa battuta, come quella sulla squalifica, se la doveva pur aspettare e quindi se la doveva preparare meglio. Se proprio si voleva non rispondere, o rimanere vaghi, perchè non rispondere attaccando? Tipo: ” La sua è solo una domanda volta a fare polemica non comprendo cosa ci sia di vincolante per la Nazionale se il CT consideri gli scudetti della Juve 30 o 32?”. Rete e palla al centro. Troppo complicato? Conte è sempre stato bravissimo in campo, da mister e da giocatore. Con le parole non è mai andato troppo d’accordo.

La terza frase che francamente non mi è piaciuta non è propriamente una frase ma è il discorso sulla Juventus. Ci sono state due domande sulla questione e la sintesi è stata quella che la Juve è un capitolo chiuso. E’ assolutamente vero e scontato che adesso sia così, ma si potevano aggiungere dei ringraziamenti alla Juve ed essere un poco diplomatici, d’altronde la Juve con Conte ha vinto 3 scudetti di cui almeno i primi due quasi esclusivamente per merito suo, ma è anche vero che Conte va in Nazionale perchè ha vinto questi scudetti con la Juve. Non hanno preso Conte dal Siena per portarlo in Nazionale. Quindi questa freddezza nei confronti della Juve mi pare eccessiva. Non che mi aspetti salamelecchi ogni volta che apre bocca, ma alla presentazione un ringraziamento un: ” Se sono qui è anche grazie al lavoro svolto allla Juve che ringrazio”, era chiedere troppo?

Ma veniamo alla quarta. Per me la più grave. Quella che è passata come un fatto scontato e forse sarà stigmatizzata solo da me. La frase è: “Oggi sono l’allenatore del popolo italiano. Rappresento tutto il Paese e sono orgogliosamente l’allenatore di tutti”. Hai bevuto Antonio? Stai ‘mbriaco? Sei sceso dalla Luna oggi oppure l’entusiasmo per questa nuova avventura ti ha fatto dimenticare chi sei e da dove vieni? E tu pensi di essere l’allenatore di TUTTI solo perchè qualcuno ti ha scelto e ti ha messo li?

Allora ti ricordo io la sitauzione. Tu agli Italiani non Juventini stai ampiamente sulle palle, e non sarà un Mondiale vinto o un Europeo vinto a convincerli del contrario. Ci è già passato Lippi che un Mondiale l’ha vinto per davvero e che per tutta l’Italia non Bianconera era e resta un gobbo-di-merda-ladro che non sarebbe mai dovuto andare ad allenare la Nazionale e questo il giorno prima e il giorno dopo essere saliti tutti sul carro a festeggiare il suddetto Mondiale. Forse non hai capito o dimentichi, che per l’Italia non Bianconera tu sei un montato-gobbo-di-merda-esaltato che si vendeva le partite e che doveva essere radiato e non sarà un Mondiale vinto nè 10 a fargli cambiare idea. Ti odiano come odiano tutti i Gobbi. Caro Conte, per NOI sei innocente non per LORO. Per NOI tu sei stato un grande Capitano, un grande Giocatore e un Grande Mister, ora cosa ti aspetti dagli antijuventini? Ma davvero pensi di poter essere l’allenatore di tutti, benvoluto da tutti? Tu che non hai neppure la simpatia di un Trapattoni? Avresti dovuto dire: ”Voglio essere giudicato solo per il lavoro sul campo” punto. E questo solo degli inetti te lo potrebbero contestare. A meno che tu non voglia da ora in avanti intraprendere una strada che ti porti a Boniekizzarti e allora devo aspettarmi che queste cacchiate che hai sparato oggi siano solo l’inizio e non la fine? In ogni caso potresti anche concludere di farti amare da loro per farti odiare da noi, ma amare da entrambi è impossibile.

Dal canto mio è superfluo dire che ti ringrazio per il lavoro che hai svolto da noi, io che ti ho voluto e sponsorizzato più di qualunque altro perchè sapevo quanto sei bravo. Io che non ti ho lesinato elogi e critiche. Io che ti ho tirato le orecchie in passato perchè rimarcavi esageratamente il fatto di essere Juventino. Dichiarasti: ” Sia chiaro che nessuno è più Juventino di me”. Ti scrissi di non giocare con i sentimenti dei tifosi perchè ”Superjuventino” si scontrava con la tua grande ambizione di fare sempre il mister al massimo. Il ”Superjuventino” alla Mourinho, che cioè diventa il primo tifoso di ogni squadra che allena, non ci serve Antonio. Non serve alla Juve, non serve alla Nazionale, nessuno te lo ha chiesto e fai la figura solo del voltagabbana. Io so che sei Juventino ma non sei il più Juventino di tutti, non lo sei mai stato, non lo eri prima, non lo eri durante, non lo sarai ora. C’era e c’è chi è più Juventino di te. Ripeto nessuno te lo ha chiesto questo di essere ”il più”. Ad un mister della Juve si chiede di essere bravo non Juventino. Lippi e Trapattoni ad esempio non erano Juventini. Fai il professionista e basta che quello ti riesce bene. Portati la Juve nel cuore come fanno in tanti,i Platini, i Schillaci, gli Anastasi, i Gentile, i Cabrini ( solo per citarne qualcuno a caso). Questi non vanno a fare ”i più”. Il ruolo del ”più” spetta ad altri. Il 2006 non è stato un gioco Antonio. E’ cambiato tutto. Non c’è una strada che Gobbi e non, possano percorrere insieme. Alla maggiorparte di noi Bianconeri della Nazionale non frega più nulla da quella notte a Berlino. Qualcuno la segue con distacco. A quasi nessuno fa venire la pelle d’oca come la Juve. Non cambierà perchè tu alleni la Nazionale. Potresti vincere pure dieci mondiali di fila.

Sapevo che la tua ambizione è più forte di qualsiasi altra cosa e ho capito e accettato le tue dimissioni che ritengo anche per certi versi , giuste. Non rovinare tutto con dichiarazioni fuori luogo. D’altronde come detto non sai usare bene le parole. La mia testa mi dice di augurarti di fare bene. Il mio stomaco oggi non è così poi tanto d’accordo. Forse se tu prendessi una bella doccia fredda torneresti a stare un poco più con i piedi per terra. Come Lippi all’Inter. D’altronde un flop clamoroso sarebbe anche formante non trovi?

L’ingrediente giusto.

“L’anno prossimo ripartiremo pensando a questa stagione, che sarà assolutamente da non ripetere. Gli errori commessi ci torneranno utili. Dovremo metterci più entusiasmo, più cattiveria e più cuore”. Queste parole le ha pronunciate Alessandro Del Piero al termine di Juve-Napoli dello scorso anno, presentandosi ai microfoni nel post partita al posto del mister Delneri, licenziato durante la settimana che avrebbe portato all’ultimo ed insignificante match di campionato proprio contro il Napoli. Ma in quella intervista a colpire furono, più che le parole di circostanza e assolutamente inopportune seppur rituali, lo sguardo afflitto ma consapevole. Consapevole di aver appena concluso un’altra stagione storicamente disastrosa.

Alla fine di quel campionato, erano più fatti gli juventini che la Juve. Quest’ultima, era da rifondare da zero ancora una volta. Gli juventini, invece, si stavano riformando mentalmente (e ciò, non mi scorderò mai di dirlo, anche grazie alla lotta sul web di Calciopoli) e temprando nello spirito. Ma il dubbio che ci si poneva rimase e continuerà a rimanere: bisogna rifare, dopo il 2006, prima la Juve o gli juventini?

E rifondazione, comunque, è stata, in fin dei conti, perché Conte ha preteso, come i suoi predecessori, tanti acquisti, mirati, ma questa volta mirati in maniera diversa, in un altro senso. Ha fatto storie per avere gli esterni che più gli garbassero e non esterni nel solo senso tecnico della parola. I ‘suoi’ esterni avrebbero dovuto avere qualcosa in più degli altri. Compagni di squadra ed esterni altrui.

Vincere subito o costruire una squadra vincente nel futuro? Comprare giovani promesse ora facendone un giusto mix con un piccolo gruppo di senatori oppure acquistare giocatori già affermati ed abituati a vincere? È questo il dilemma che affligge ormai da anni tutto l’ambiente juventino e che lo perseguita come una maledizione, a partire dai tifosi, a finire con gli stessi dirigenti. In questi anni di tentativi se ne sono fatti tanti: Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Delneri sono stati buoni allenatori ma non di altissimo livello, responsabili di squadre costruite con l’intento di vincere (o per lo meno di seguire un progetto vincente) per rivelarsi poi compagini deboli mentalmente, deleterie tecnicamente o inadeguate tatticamente. Basti pensare alla Juve brasiliana che si voleva costuire con Ferrara (disorganizzata e presuntuosa) oppure alla Juve ‘operaia’ che si è voluta affidare a Delneri (troppo al di sotto delle aspettative che ruotano intorno alla Juve). Le colpe vanno spartite come ovvio ma bisogna fare una netta distinzione tra un progetto a breve termine ed uno a medio-lungo termine: in questi anni si è avuta la sensazione che si volesse costruire una squadra per il futuro (dando uno sguardo al bilancio e al fair-play finanziario) ma, con essa, annessi gli stessi obiettivi di tentar di vincere. Subito. Non si è voluto tener conto delle reali potenzialità delle Juve che hanno dovuto sopportare un fardello più grosso di loro. Si è chiesto a giocatori mediocri di vincere con la sola scusa che in squadra ci fossero ancora giocatori abituati a farlo (per poi cedere anche buona parte di loro nella scorsa finestra estiva).

È stato ingaggiato Conte, un allenatore al pari dei suoi predecessori, forse con un pizzico in più di carisma; quel carisma al quale tutti noi ci appelliamo e nel quale riponiamo, oramai, tutte le nostre speranze. Ma bastera? Conte è l’allenatore giusto che porta alla vittoria con il suo carisma giocatori affermati oppure è un allenatore che fa del carisma la sua arma migliore perché i veri allenatori sono quelli tatticamente intelligenti e ‘cattivi’?

Di esempi ne vorrei citare due: Capello ai tempi della Juve e il trio Schuster – Juande Ramos – Pellegrini ai tempi del Real. Il primo era un allenatore affermato con giocatori affermati, acquistati per vincere immediatamente: Vieira, Ibra, Emerson. I tre erano allenatori bravi ma non ancora affermati ad alti livelli che hanno allenato giocatori come Raul, Casillas, C. Ronaldo.

Un altro esempio è quello di Lippi, allenatore che all’epoca della sua Juve non era ancora affermato proprio come la squadra che allenava ma che riuscì a creare un giusto mix.

Serve una bella dose di autostima a questa squadra purchè non diventi arroganza. Non possiamo permettercela in questo momento. Soprattutto, non bisogna fare errori tattici ma avere idee chiare. Delneri ha perso per questo, non proprio per altro. Lo spogliatoio era dalla sua ma ha avuto paura di utilizzare i propri uomini nei momenti decisivi. Si è dimostrato troppo integralista pur tentando di smuovere il suo 4-4-2 nelle ultime uscite. Troppo tardi.

Sempre nelle ultime interviste concesse, ricorderete che qualche sassolino il tecnico di Aquileia ha tentato di toglierselo: “Rifarei tutto, non ho colpe…Nessuno può insegnarmi calcio…l’organico era quello che era” oppure  “Brutta annata? Forse si pretendeva troppo”. Vado all’Atalanta? No, alle Maldive. È difficile vincere subito e cambiare molto, le due cose non sono abbinabili almeno qui alla Juve» Lo stesso Chiellini ha ammesso che “non siamo mai stati una squadra” nonostante lo spogliatoio fosse sempre stato unito a favore del tecnico. Evidentemente, il gruppo era unito e si piaceva  caratterialmente ma, in campo, i valori non erano gli stessi. Troppo al di sotto della media per incollare pezzi di squadra troppo diversi tra loro.

Non so più come giudicare le conferenze dei neo allenatori della Juve perchè sino ad oggi hanno fallito tutti
pur facendo conferenze decenti. A parte Ranieri. Conte è sembrato visibilmente emozionato nella conferenza di presentazione, è stato pacato e ha giusto “intrattenuto” i giornalisti prendendoli in giro come ormai si usa fare davanti ai microfoni. Dalle sue parole non è trapelato quasi nulla.

Bando alle ciance è inutile chiedere di stare zitti e lavorare, piuttosto chiediamo solo di portarci ad una compattezza di gruppo che il resto poi viene da sè! Che sia subito pronto per vincere o che non lo sia questo non importa, se c’è compattezza, la vittoria arriva sicura sia per il gruppo esperto, sia per quello meno esperto, inaspettatamente invece che abitualmente, ma arriva anche per loro.

Chissà cosa starà pensando Conte in questo momento: hanno chiamato ad allenare me perché ho vinto tutto con questa maglia e devo abituare questi giocatori a farlo oppure, pure io come loro, sono una scommessa come allenatore e insieme a questi giocatori dobbiamo insorgere dall’anonimato?

Di certo Conte non ha atteso per chiarire la situazione, lo ha fatto coi fatti: l’attuale primato in classifica, il gioco attraverso il quale siamo arrivati ai primi ottimi risultati ed il potenziale ancora inespresso di alcuni giocatori che potrebbero tornare utili nel corso della stagione o nei momenti di difficoltà attesta che la squadra è stata costruita ancora una volta in prospettiva futura, ma con una mentalità differente. Più qualità che quantità.

17 tiri a due. Questo il resoconto di Juve-Milan ma la grande squadra non fa tutti quei tiri per segnare. Non voglio guastare la festa ma non siamo ancora belli e cresciuti. Il gol doveva arrivare nel primo tempo a tutti i costi e non è arrivato. Giaccherini che crea, così come Pepe, Vucinic, Pirlo, Vidal, Marchisio… ad un tratto si piacevano contro il Milan, si sentivano belli e hanno preferito non segnare nel primo tempo. Sbagliatissimo. È l’unica critica da fare a questa squadra, per ora.

Marchisio che se la rideva, dopo il secondo gol, sapeva di beffa. Veramente. Ed ha fatto bene a prenderla a ridere, significa che era consapevole di averla fatta grossa. Quando scalfisci per 80 minuti una squadra e segni al 92esimo la definitiva resa, la risata è l’esultanza migliore. È liberatoria, più di quella con rabbia e soddisfazione. Fa bene ridere.

Un altro, invece, ha pianto. Con Ibra, l’ultimo in ordine di tempo ad aver ammesso la nostra superiorità, il quadro è completo. Questa partita ha fatto fare persino una riflessione un po’ malinconica, a Ibra, sul suo futuro. Top. Se la Juve fa questo effetto ora che non è tornata ancora la Juve, chissà in futuro che potere torneremo ad avere. Oltre che sul campo, nella testa dei calciatori avversari.

E ora il Chievo, nella città del pandoro e della squadra simpatica del campionato per i molti anni di militanza ma sempre insidiosa e rognosa d’affrontare nel “campo di patate” del Bentegodi. Lì ci abbiamo lasciato spesso la pelle o qualche punto in classifica pesante come un macigno. Torna Del Piero, sperando che segni ancora di punizione. Come tre anni fa. All’epoca noi eravamo come il campo ma c’era Del Piero che rendeva tutto più bello.

eldavidinho94

 

ORGANIZZIAMOCI SCRIVE AD ANDREA AGNELLI

ORGANIZZIAMOCI SCRIVE AD ANDREA AGNELLI


CHI SIAMO

Caro presidente, nel corso della manifestazione, organizzata da calcio GP, lei ha auspicato una maggiore coesione del popolo bianconero e noi di “Organizziamoci “ rispondiamo: presenti!Le sue considerazioni, sull’evidente divisione dei tifosi con molteplici istanze avanzate in ordine sparso, confortano, il nostro tentativo di trasformare le singole voci in azioni unitarie e per questo, abbiamo deciso di rivolgerci direttamente a lei. Sperando che abbia avuto notizia, vista la sua attenzione per il Web, del progetto oramai noto come “Organizziamoci” che è una federazione di alcune tra le tante sigle che fanno capo ai tifosi juventini, nata per difendere il patrimonio sportivo, rappresentato dalla Juventus. Dando maggiore incisività alla battaglia su calciopoli, affiancandosi, alla società che per ragioni di opportunità non può esporsi più di tanto. E con la quale vorrebbe ricercare un dialogo, su tutti gli argomenti. Fornendo, da tifosi, un contributo anche  per programmare il futuro. Di questo vogliamo parlarle con la presente lettera che, dopo quelle del 10 e 19 maggio, rappresenta la nostra terza iniziativa. Prima di addentrarci nei dettagli riteniamo, doveroso informarla di chi oggi ha sposato la causa juventina attraverso “Organizziamoci”, ma anche di chi con attenzione ne sta seguendo l’evoluzione. Al momento possiamo dire con un pizzico di orgoglio che siamo la voce di:

Juvenews, Canale Juve, Juve Central, Nobiltà Gobba, Forza Juve blog, Juvemania.it, il blog di Alessandro Magno, Io juventino.net,  Cronachebianconere.blogspot.com, Calabrone37.blogspot.com, Il pallone racconta,  JuventusTheBest Forum, Juve forever.net,  Blog spot.com, La Divina Juventus.

Inoltre, alle iniziative di “Organizziamoci” è stato dato ampio risalto sui seguenti siti o blog:

Ju29Ro, Tutti pazzi per la Juve attraverso la trasmissione radiofonica, http://smillamagazine.com – http://www.liquida.it – http://calciototale.netsons.org – http://www.socialsport.net – http://www.parrotized.it – http://www.blogcalcio.info –  http://www.wikio.it – http://oknotizie.virgilio.it – http://www.testadicalcio.com – http://www.ciaojuve.com –

ASPETTATIVE DELUSE

E’ forse superfluo rimarcare che a un anno dal suo insediamento, le attese dei tifosi juventini siano andate del tutto deluse.  Abbiamo, però, la presunzione di essere tifosi razionali e, quindi, coscienti delle difficoltà che ha dovuto affrontare per una gestione precedente non proprio felice, in un contesto di crisi generale e con l’aggravante delle nuove norme imposte dall’UEFA.   Pur tuttavia, sul piano sportivo è stato fatto davvero poco e non riusciamo a trovare elementi positivi in una stagione che si può, tranquillamente, definire disastrosa. Non ci aspettavamo miracoli, ma, almeno, come probabilmente anche Lei si augurava, un’inversione di tendenza. Prendiamo atto che non c’è stata e guardiamo, comunque, avanti.

LE NOSTRE “LINEE GUIDA”

Da tifosi, ovviamente, sogniamo i grandi nomi, ma come Le dicevamo stiamo con i piedi per terra e comprendiamo quanto sia difficile, oggi, portare a Torino i cosiddetti Top Player, che, in ogni caso, da soli non fanno una squadra. Auspichiamo, perciò, che prima si costruisca un telaio solido, e poi si pensi ai campioni, evitando così l’errore commesso dalle avversarie della grande Juve, che ipotizzavano di colmare il gap, acquistando il Ronaldo di turno. Sia chiaro che noi i campioni li vogliamo, ma solo se funzionali a una vera squadra, perché solo un solido assetto di partenza è il giusto viatico per tornare grandi. Questo, presumiamo fosse il vero obiettivo della scorsa stagione e da questo, occorre ripartire. Continuiamo, ad ogni modo, a fidarci di Lei, convinti che dopo un anno d’esperienza si ponga rimedio a errori evidenti anche se forse inevitabili. Non ci sembra opportuno, fare nomi e indicare, cosa si possa salvare, perché in questi casi è impossibile avere uniformità di giudizi, ma le prime mosse sembrano andare nella  direzione da noi auspicata. Ed è apprezzabile che si sia cominciato, cambiando la guida tecnica che con tutte le attenuanti del caso, ha fallito per tutti gli aspetti che le competevano. L’aver optato, poi, per un giovane emergente ed entusiasta, per il suo passato bianconero, oltre le considerazioni tecniche sempre opinabili, è il segnale che da parte della società vi sia l’effettiva volontà di realizzare un progetto che duri nel tempo con la certezza che non sarà ripetuto l’errore fatto con un’altra icona bianconera come Ferrarra, abbandonata a se stessa. Vi sono comunque altri aspetti che intendiamo portare alla sua attenzione. Il primo riguarda la piaga degli infortuni cui in qualche maniera occorre porre rimedio e la preghiamo di valutare attentamente il problema, cominciando dai campi d’allenamento perché la Juventus non può permettersi di ripartire con un handicap simile. Ciò che, però, ci sta particolarmente a cuore è la difesa della dignità bianconera. Lei, spesso si è rivolto direttamente ai tifosi e di questo la ringraziamo, ma le chiederemmo, semmai, di trascurare noi, riservando la sua attenzione alla difesa della Juventus. La nostra è una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano che oggi come in passato è presa a bersaglio, ma in più è derisa e sbeffeggiata in modo intollerabile. Della Juve oramai si approfittano: gli avversari, in campo e fuori, le istituzioni calcistiche e i media e non ci riferiamo solo a calcio poli che per una volta tralasciamo, anche se, qualcosa di più concreto, prima o poi, dovrà dirci.

Presidente la esortiamo a lasciare da parte le parole al miele per gli juventini e a esternare, invece, il risentimento del popolo juventino nei confronti dei troppi detrattori. Difenda la nostra Juve dopo le partite, quando siamo attaccati, indipendentemente dalla prestazione. Risponda a tono ai suoi colleghi presidenti che non perdono occasione per gettare fango sulla nostra squadra. Pretenda il rispetto, non favori, da chi come Figc, Lega e mezzi di comunicazione, senza di noi sarebbero costretti a chiudere bottega. Questo sarebbe il modo giusto, per farci sentire la sua vicinanza e questo, ci aspettiamo da Andrea Agnelli tifoso della Juve. Volendo adoperare un termine abbastanza abusato, quelle che le abbiamo illustrato, hanno la presunzione di essere le nostre “linee guida” che, converrà, rappresentano solo un indirizzo senza entrare  nel merito di questioni che ci appassionano, ma non ci competono. Noi siamo, infatti, per il rispetto dei ruoli e siamo al fianco della Juventus.  E Lei?

L’APPELLO

Presidente, non ci abbandoni e continui nel solco tracciato dall’Avvocato e dal Dottore, cui dobbiamo l’orgoglio, di esser tifosi di una squadra unica. Ci aiuti a mantenere viva la nostra passione che prima delle vittorie, chiede che sia ridata dignità ai colori bianconeri. Noi non molliamo, ma come per gli amanti che si sentono traditi, dopo un periodo di rifiuto della realtà, e tanti tentativi di riprendere il rapporto, potrebbero subentrare, la rassegnazione e il conseguente distacco.

 

 

 

 

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