Sono troppe le ultime spiagge della Juve: questa partita allora cos’è?

Sono troppe le ultime spiagge della Juve: questa partita allora cos’è?

Roma – Juve è arrivata. Dopo due settimane di stop, causa impegni della Nazionale, domenica sera all’Olimpico si affronteranno per la 31esima Giornata del campionato due squadre che si conoscono molto bene e che negli ultimi anni hanno spesso incrociato i loro destini. La Roma, dopo un campionato vissuto al vertice (quello passato) a contendere all’Inter il titolo, non è riuscita a riconfermarsi in questa stagione, ha abbandonato Ranieri per chiamare alla guida della squadra un suo ex giocatore, quel Montella tanto amato dai tifosi, situazione vissuta qualche mese fa anche dalla nostra Signora. Con poco gioco ma con uno spogliatoio almeno apparentemente “unito” e galvanizzata dal cambio di proprietà tutto a targhe statunitensi, cercherà di consolidare il sesto posto a -4 dalla Lazio quinta ed a +5 da noi settimi. Situazione diversa, invece, per la Juve. Con i soliti detti “ultima spiaggia” e “non possiamo più fallire” continuamente aleggianti nella bocca di tutti e con la paura di compiere un altro passo falso ci si appresta ad affrontare questa trasferta senza mezza squadra infortunata ma, soprattutto, senza due colonne fondamentali come Chiellini e Del Piero. È evidente che il problema dei troppi infortuni non si sia risolto neanche con l’uscita anticipata da coppe europee e nazionali dal momento che Chiellini, nell’unico impegno infrasettimanale da due mesi a questa parte, ne avrà per 30 giorni dopo aver preso parte all’amichevole disputata dalla nazionale a Kiev (contro l’Ucraina squadra locale).

Inutile dirlo, conteranno molto le motivazioni sia del tecnico che della squadra. Motivazioni difficili da trovare visto l’obiettvo minimo (direi, ai minimi storici) di cercar di agguantare almeno la Roma e con sé quell’EL ormai abituè degli ultimi due anni. Difficile anche capire se il problema è di testa, di fisico o di quadratura di squadra. Puntualmente ogni anno, dopo la pausa natalizia (o dopo le vittorie contro l’Inter, per dovere di cronaca) si ripresenta questo problema: la squadra brucia tutto ciò che di buono ha fatto nella prima parte di stagione.

Sotto l’aspetto tattico, quest’anno, la Juve ha disputato una buonissima gara all’andata, pareggiando 1-1 a Torino e sperimentando i movimenti senza palla di Quagliarella, Iaquinta e Aquilani (l’ex!) oltre alla sorpresa Sorensen (che, ricorderete, esordì in quella gara). In quel di Torino si riuscì a contenere una Roma che basava il proprio gioco sul possesso di palla e sul palleggio e la squadra capitolina di Ranieri rimase impallata per quasi tutto il match. La seconda gara disputata dalle due squadre è stata quella del turno di Coppa Italia, vinta per 2 reti a 0 dalla squadra gestita ancora da Ranieri, sempre a Torino. La Juve di quella sera fu troppo brutta per esser vera e uscì sconfitta e denigrata da due gol di pregevole fattura di Vucinic e Taddei. Probabilmente, tornando al discorso delle motivazioni, in quella partita mancarono lo stimolo e la grinta per andare avanti in Coppa. Obiettivo dichiarato ad inizio stagione ma mai veramente desiderato. Basta parlare di ultima spiaggia, basta con i proclami, basta con il fare le vittime: inutile cercare il colpevole. Un po’ di dignità. Sperando in un sussulto di Aquilani ed aggrappandoci alla regola che l’ex fa sempre una partita sopra le righe per orgoglio. Quello, almeno, lo abbiamo ancora?

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