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Pagelle Lione Juventus 1-0

Pagelle di Alessandro Magno

Szczesny 6 Una parata di pugni e sul gol viene preso in contro tempo da un tocco quasi fortuito dell’avversario.

Danilo 4,5 Ci si aspetta di più in questi palcoscenici. Non è quasi mai andato al cross. Sull’azione del gol loro è troppo molle.

De Ligt 6,5 Giocatore di un altra categoria. Nonostante si rompa la testa continua a prendere palloni di testa. Ha anche un brutto cliente da marcare questo Dembele che è prepotente fisicamente. Casualmente prendiamo gol con lui fuori.

Bonucci 5 Nel primo tempo è da 3. Se sbanda il capitano di una squadra in maniera cosi vertiginosa allora siamo messi malissimo. Per fortuna nel secondo tempo si da una scossa.

Alex Sandro 4,5 Tantissimi errori nel primo tempo e tante volte che può crossare si addormenta. Nel finale poi riesce a metter due o tre palloni dentro l’area finalmente ma sul gol preso non chiude tempestivamente.

Bentancur 6 Anche lui nel primo tempo non è affatto sufficiente per fortuna nel secondo tempo gioca una partita gagliarda.

Pjanic 6 Francamente era uno dei meno peggio, tuttavia vista la reazione della squadra nella seconda frazione probabilmente ha visto meglio Sarri di me.

Rabiot 4 Si deve svegliare ma di brutto perchè così non merita nemmeno uno di quei 7 milioni che prende.

Cuadrado 5 Prova a rendersi utile da par suo ma è in una di quelle serata dove non gli riesce quasi mai di saltare l’uomo anche se davvero prova per lo meno sempre a proporsi.

Ronaldo 6 Almeno lui non si arrende mai e riesce sempre a prendersi una punizione o prova a tirare fra una selva di gambe.

Dybala 6,5 Primo tempo male anche per lui ma nel secondo tempo si prende letteralmente la squadra sulle spalle. Peccato il gol annullato di un pelo.

 

Ramsey 6 Entra bello motivato in campo e fa per lo meno valere la sua grinta e voglia di fare.

Higuain 6 Come per Ramsey il loro ingresso in campo coincide con il miglior momento della Juventus

Bernardeschi Sv Ininfluente

 

Juventus 4 Non può una squadra che si propone di arrivare in fondo a questa competizione affrontare un primo tempo senza palle come si è affrontato questo primo tempo. E’ totalmente inammissibile.Bene il secondo tempo dove si sarebbe meritato ampiamente il pareggio ma non bisogna proprio mettersi in queste condizioni come non bisogna mettersi nelle condizioni di vincere a Torino senza far segnare il Lione e purtroppo ci siamo messi. Ripeto a costo di sembrare maleducato primo tempo senza palle completamente. Così non si vince contro nessuno.

Sarri 5 Evidentemente sbaglia formazione se poi di fatto è costretto a correggerla in corso d’opera. Bene l’arrabbiatura con la squadra e la strigliata fra i due tempi e la reazione della squadra nel secondo tempo. Male il risultato finale che è ribaltabile ma molto pericoloso.

Arbitro 2 Non so se più scarso o più vergognoso, passi il primo rigore su Ronaldo che c’è ma il tocco è lieve comunque quel tanto lieve da non far arrivare Ronaldo sul pallone, ma scandaloso il rigore non dato a Dybala. Fra l’altro la gestione dei cartellini è stata pessima basti dire che i nostri avversari tutti han perso un mucchio di tempo e nessuno mai è stato ammonito per questo. Nonostante un arbitro inadeguato se non avessimo giocato quel primo tempo scandaloso potevamo anche non perdere. Ma questo resta inadeguato.

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Di Enzo Ricchiuti

Parma – Juve e Juve – Monaco le partite.

Col Parma francamente eviterei di commentare. I romani tolleravano d’impazzire una volta l’anno. Penso sia fisiologico concedere a una squadra di vertice libertà di sbaraccare un paio di episodi, pure se i giocatori ci devono mangiare. Non puoi tenere tutto e tutti sempre sotto controllo o in galera: è come negli affari di cuore e soldi, se vuoi che ti restino sostanzialmente fedeli un paio di corna gliele devi concedere.

La dichiarazione forte di Allegri per cui conta il risultato e chi vuole lo spettacolo va al circo?

Me l’ero persa. Non mi stupisce, io e lui siamo in sintonia. Allegri ha il cinismo di Trapattoni pur venendo dalla scuola dei carpe diem di Galeone. Ha sviluppato dunque un pragmatismo non straccione o bisognoso di consenso come quello del Trap bensì una concretezza laconica, da vista dall’alto sulla città e gusto dell’attimo che non si lascia giudicare.

Benitez De Laurentiis Garcia Pallotta.

Il primo è un paragnosta: molto più vendi trucchi lui di uno zingaro doc. De La mi è indifferente, ha più fascino Lotito. Garcia è un bravo allenatore, il che non significa un genio della panca. Pallotta ? S’è messo in testa di cambiare il calcio e Roma ma quelle, calcio e Roma, sono cose che piacciono così.

 

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DI Enzo Ricchiuti

 

Roma-Juventus.

S’è fortunati ad avere un avversario del genere. Gli juventini sbagliano a lamentarsi della Roma. Sarebbe molto peggio avere a che fare con un Real Madrid.

Allegri – Garcia.

Garcia m’ha deluso. Pensavo fosse più rapido. Più preparato. La mossa di togliere De Rossi e Totti l’aveva insegnata anni fa Ranieri.

Quando gestisci una partita così se vinci sei un grande, se perdi sei uno stronzo. E se pareggi?

Sei la Roma.

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Di Enzo Ricchiuti

 

Come mai la Juventus non sa più chiudere le gare.

Perché ha un solo attaccante che segni.

Pozzo ha dichiarato che Garcia fa il furbetto. È solo l ultimo di una lunga serie Colantuono, Di Francesco, Preziosi ….

Garcia è un buon tecnico. Furbetto non so ma quando uno allena la Roma o club simili deve sempre fare il personaggio. Ricordo Liedholm, grande allenatore, sparare cazzate in serie.

Chi rischia di più Domenica ka Juve a Napoli o la Roma nel Derby?

La Lazio attualmente è più forte.

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Raccontami un po di questo Derby.

Una gara che valeva 3 punti. Il primo tempo è stato dominato dalla Juve, il secondo ha visto meglio gli avversari anche perché si era stanchi e non si riusciva più a essere cattivi.

Le esternazioni di Garcia. Dobbiamo sorbircelo fino a fine anno? Mi era più simpatico prima.

Lo vorrei come allenatore della Juve se Allegri andasse via. Penso conosca il calcio italiano meglio di gente più pagata di lui.

Abbiamo mai parlato di Pirlo?

Di gente così non c’è molto da dire. Parlare di Pirlo è come voler parlare della mamma o del caffè. Non sono argomenti di conversazione, sono certezze.

93 punti (per ora), teste di ca… (cit.)

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Articolo di Alessandro Magno

 

Contento Garcia di come ha giocato il Sassuolo? Ci ha segnato un giocatore juventino che fra l’altro s’è anche cercato un rigore con una simulazione. Ti può bastare? E magari chiedere lo stesso impegno ai tuoi di avversari invece di invitarli a scansarsi? D’altronde questa è l’Italia, Di Francesco che si lamenta perché sull’azione del pari nostro Pirlo batte la punizione dieci metri più indietro… Sì avete capito bene più indietro e 10-15 secondi prima del gol di Tevez, 5-6 tocchi prima. Siamo alle comiche. D’altronde in un paese che si coalizza per tifare e celebrare la seconda a dispetto della prima che domina da tre anni?

Guardate il gol di Pjanic al Milan. Bel gol, si ok in mezzo a una difesa di birilli. Si sono scomodati paragoni con Pelè con Maradona. Qualcuno celebrerà invece il gran gol di tacco di Llorente? Manco per niente. Così come si sperticano le lodi per quel mezzo giocatore che è Gervinho (il Krasic nero), uno che se non ha campo aperto non combina una mazza e che segna 9 gol su 10 in fuorigioco. Poi parlano di aiutini alla Juve. Fegati marci. Mass media tifosi e dilettanti. Intanto noi siamo a un passo dal traguardo. Un applauso a questa Juve cazzuta che è caduta sull’1-0 e si è saputa rialzare. Un applauso a Conte per i cambi e per la strigliata dell’intervallo. Un grande applauso al pubblico bianconero che ha incitato i ragazzi dall’inizio alla fine. Ora sotto col Benfica , ci aspetta una settimana di fuoco, ma credo siamo pronti. Ho visto un bello spirito di squadra ieri sera nel secondo tempo. Forza ragazzi non molliamo un ca… (cit.)

Tevez e Llorente ..” Questo matrimonio s’ha da fare ..”

imageScritto da Cinzia Fresia

La coppia improbabile ed incredibile di questo campionato, Tevez e Llorente hanno detto No! al Sassuolo, il quale grazie alla spavalderia di Zaza che  ci ha fatto disputare uno dei peggiori primi tempi di questa stagione. La gara si è svolta in un terreno da incubo, secchiate d’acqua sulle squadre, la Juventus disorientata non riusciva a ragionare, anche questa volta chi ha fatto la differenza è stato Carlitos Tevez, il quale si è inventato il gol del pareggio, andare sotto di un gol pronti via non è mai di buon auspicio, soprattutto se si ha alle spalle un campionato combattuto, eliminazione dalla Champions e conquista eventuale dell’Europa league, e la Juventus ha faticato a trovare il pareggio, sprecando occasioni. Ma gli avversari sanno che devono fare i conti con lui, Tevez.

Sono contenta che abbia segnato anche Marchisio, sino al momento del gol, la sua prestazione è stata molto discutibile, sbagliando parecchio soprattutto sprecando un’occasione gol importante, per fortuna il “principino” dagli occhi di ghiaccio si è riscattato segnando il secondo gol, quello del 2-1 ..e dopo di che Llorente di piede metterà la parola fine forse ..al campionato. Un solo punto per la conquista del titolo che potrebbe arrivare già lunedì prossimo, allo Stadium contro l’Atalanta.

Nel contesto una partita complicata sicuramente dalle terribili condizioni atmosferiche, un perfetto secondo tempo ha fatto dimenticare la brutta prima parte.

Una sola parola al sig. Garcia, mi chiedo cosa gli sia venuto in mente di dire, spero che la diatriba Conte-Garcia, si tratti di una messa in scena per vendere i giornali, perchè se è autentica è a dir poco penosa. Intanto, sto campionato strepitoso della Roma .. dov’è? La futura prima dei perdenti, ha fatto un flop bestiale, era in vetta al campionato,  lo è stata per un bel po’ di tempo .. e poi si è fatta superare e continua ad essere dietro con considerevole svantaggio, questo è un campionato strepitoso? Sono altresì d’accordo con Conte, quando dice che gli “stimoli” nella nostra serie A, li avevamo anche senza il suo arrivo.

Capisco che perdere dà fastidio, e vedo che il tecnico francese si è fatto immediatamente contagliare dalla malattia tutta italiana che vuole sempre dare la colpa agli altri quando le cose vanno male.Sostenere che le squadre secondarie con la Juventus non si impegnano, vuol dire che Garcia ha  seguito   un altro campionato non il nostro, o magari è debole di vista e gli consiglierei un paio di occhiali. La cattiveria, determinazione e pesantezza delle gare con le piccole, ce le ricordiamo tutte.

Mai come quest’anno ci hanno fatto vedere i sorci di tutti i colori, dico tutte … con la Juve si disputa la partita della vita e non ci sono aiuti, favoritismi, e devo dire che molte vendicative hanno provato a far del male ai nosri giocatori con interventi al limite della logica di gioco.

Sono rammaricata e dispiaciuta che da un uomo che supponevo intelligente siano uscite sconsideratezze e mancanza di rispetto nei confronti non solo del nostro tecnico ma di tutti gli altri.

Comunque caro Garcia e Roma .. staremo a vedere lunedì prossimo …

 

E adesso? Bi-plete?

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di Davide Peschechera

“Poche chiacchiere, sarebbe un grosso colpo uscire anche dalla Tim Cup e ritrovarsi con questo squadrone a lottare solo per Campionato ed EL”. Lo pensavo e lo avevo scritto ad inizio partita, lo penso ancora e lo ribadisco: più che la sconfitta in sé, a bruciare è il secondo(?) obiettivo(?) stagionale. Direzione di gara che definire controversa è un eufemismo. Decisioni discutibili della terna arbitrale. Tagliavento approssimativo e leggermente casalingo. Benatia probabilmente non doveva finire il primo tempo, graziato dopo 15′ con “un’ammonizione da ultimo uomo”. Novità regolamentari. Poi er go’ de Peluso era regolare ma Thohir ci ha ripensato e ha detto no. Primo cross decente di Isla in 2 anni e gol annullato. Pallone uscito di 30cm.(forse), dopo i 21cm. di Llorente. L’antisistema del guardalinee ha funzionato. Dubbio offside sul loro gol, con la Rai che non sa neanche cosa significhi la parola “replay”. Sugli episodi Conte sereno: “Giovinco? L’arbitro ha deciso in questa maniera, non voglio entrare nell’analisi dell’episodio, lo accettiamo. Il gol di Peluso? Rivedendolo, a me sembra dentro e pure di parecchio, sinceramente parlando, poi si può sbagliare e si può non sbagliare, ma la palla è dentro. Però ribadisco, meglio che sia successo a sfavore nostro perché sennò figurati che succedeva se accadeva a favore nostro, con tutta la storia degli aiutini…”

La Juve rimaneggiata di Coppa Italia e imbottita di panchinari tiene testa alla Roma titolare per tre quarti di partita ma alla fine capitola di contropiede ed esce dalla competizione, con qualche valutazione che, al di là della direzione di gara, va fatta in tutta onestà. 7/11 dei titolari in campo. Fuori Tevez, Llorente, Buffon e Pogba. E nel secondo tempo anche Chiellini, con Barzagli a mezzo servizio. Condivisibile la necessità del turnover ma se la Juve avesse giocato solo 5 minuti da Juve avrebbe vinto facilmente la partita con una Roma incapace di trovare altre soluzioni d’attacco (limite di Garcia) differenti dal contropiede in rapidità (per altro fatto benissimo dalla Roma e sfruttato nell’unica occasione concessa).Pesa però il turnover esagerato di Conte, forse troppo sicuro di poter fare risultato anche cambiando esterni e coppia d’attacco tutti insieme. Se non ci fosse stata la Roma (e forse anche il Napoli, Conte avrebbe fatto giocare anche Padoin e Caceres. Per dire. Si poteva dare importanza alla Coppa Italia con una rotazione mirata più mirata e meno massiccia. Poi però Conte fa capire le reali intenzioni a fine partita: “Avevamo sempre utilizzato la coppa per fare rotazione e abbiamo bisogno di avere 20-22 giocatori abituati a giocare anche questo tipo di partite.” Conte tiene unito il gruppo promettendo ai panchinari di giocare la Coppa Italia e deve rispettare i patti. Solo così si spiega il turnover massiccio, perché Conte così mostra anche più rispetto per i vari Quagliarella e Giovinco facendogli giocare una partita che contava qualcosa piuttosto che giocare senza motivazioni contro la Sampdoria, però se Conte pretende da loro il massimo senza che abbiano continuità col campo è difficile che rendano. Non giocano mai, è normale che quando hanno una chance non siano in grado di sfruttarla. Troppa differenza con i titolari che ormai sono di un altro pianeta, hanno altri ritmi, altre misure, tutt’altra intensità di passaggi. È evidente. Se le riserve toccano palla troppe volte consecutivamente vanno in affanno o sbagliano gli appoggi o le misure del passaggio. Vedi gli attaccanti e gli esterni, appunto.

Sindrome europea? Macché. Mentalità di Coppa. Nazionale e non. Sappiamo ammazzare il campionato e non aggredire le partite che contano. La mentalità di coppa come la acquisisci se nelle coppe giochi sempre coi rincalzi? Vedi Copenaghen in Champions e Roma in Coppa Italia. Una Juve che nelle coppe ama complicarsi la vita. Gioca sempre con le infradito e la palla medica da 5kg. E si ostina a giocare con le riserve sino all’80’. Mi domando a cosa servano i punti di vantaggio in campionato se non a gestire situazioni delicate come gli impegni rognosi di Coppa Italia ed Europa League. A noi le Coppe stanno indigeste. Spero di vedere diverso approccio e intensità in Europa League. Continua ad esserci una Juve a due facce, tra campionato e coppe, dai tempi di Lippi. Approcci e atteggiamenti diversi.

Non si capisce come Conte potesse pensare di vincere una partita del genere “non giocando” affatto. Un’ora a presidiare la nostra area e poi gol in contropiede. Il mister é un Dio. Con i difetti degli umani a volte. E sono pronto a scommettere che rivedremo lo stesso film anche in Europa League. Il colmo. Bonucci che prima va con meno grinta di Pjanic sul pallone e poi si perde Gervinho sul gol, sintomo di una Juve distratta nel complesso, che ha preso sottogamba l’impegno, snobbato e sottovalutato l‘incontro. Arroganti a pensare di vincere con le riserve. Bastava far entrare anche solo Tevez, Llorente o Pogba prima. Non abbiamo fatto un tiro in porta e ci siamo rassegnati alla sconfitta già dal primo minuto scendendo in campo con quella formazione. Se nelle partite secche non si schierano i migliori questi sono i risultati. Contano più i trofei dei record. Il turnover andava fatto in campionato. La formazione iniziale diceva una sola cosa: voglio essere eliminato. Non ci credo che contro la Sampdoria mettiamo tutti i titolari, con 8 punti di bonus da giocarci(e giocheremo con i titolari anche contro la Lazio, ne sono certo), e poi giochiamo con 5 riserve contro la Roma in partita secca da dentro-fuori. Turnover massiccio inconcepibile.

Alla fine la Roma ha meritato perché perlomeno ci ha provato. Ha vinto chi la voleva di più e chi aveva più motivazioni, come spesso accade. Ultima Coppa Italia vinta nel 1994/95, un ventennio fa. La Coppa Italia non era un obiettivo della società e di Conte; la Roma ci ha puntato di più. Si era capito già dal primo anno, quando nella finale contro il Napoli giocarono Borrielo-Del Piero in attacco invece di Vucinic-Matri. Ci sta, ma almeno si eviti di dire “puntiamo a tutte le competizioni”. Che senso ha giocare una partita simile e poi mettere Tevez quando vai sotto? Se non frega nulla si abbia la coerenza di finire con quelli con cui si é iniziato.

Fuori da due competizioni di cui una la Champions, fotocopiando quella dello scorso anno, e l’altra la Coppa Italia, poco incisivi e risucchiati anche qui da una sorte di complesso. È evidente la differenza di rendimento tra Campionato e Coppe, con una squadra e un tecnico che dimostrano di essere più affidabili in competizioni di lunghe distanze e non immediate.  Juve che ha aspettato troppo e non è stata in grado una sola volta di tirare in porta, la Roma con due tiri di cui uno grazie all’immobilità della difesa passa alle semifinali. Questo rende l’idea e fa capire come ci volesse poco in più per vincerla. Sarebbe bastato volerlo. Invece poca voglia e capacità mentale di giocare a certi livelli. Per la Roma dopo la sconfitta di Torino 4 vittorie consecutive, tutte in casa. 9 fatti, 0 subiti.

Per avere i frutti e i risultati che Conte ha ottenuto in campionato c’è bisogno, oltre che di grande intensità in allenamento da parte di tutti i giocatori, agli stessi livelli della partita, come sappiamo, anche di un gruppo unito a partire da Rubinho fino ad arrivare a Tevez. Per fare questo deve far leva su qualcosa e spronare tutti a dare il massimo, promettendo anche alcuni “premi”. È l’unica chiave di lettura possibile. Ecco, sembra quasi che la Juve abbia dovuto e voluto sacrificare la Coppa Italia. Tra un po’ inizia l’ Europa League e saranno turni e trasferte molto dure, tutti match giocati di giovedì sera e domenica sera. Andremo in casa di Napoli, Milan e Roma, alla fine… La Coppa Italia è una seccatura che dovevamo toglierci? Passiamo oltre. Anche se non abbiamo più la CL, ci sono due partite in più di EL, sempre che la si affronti con la giusta determinazione.

Insomma. Due giorni surreali. Verrebbe solo da dire: “Togliamo il disturbo, ma vedrete che banditi verranno dopo di noi” (Antonio Giraudo). Negli ultimi 3 anni, abbiamo perso la TimCup sempre a Roma: in finale contro il Napoli 2-0, nella semifinale di ritorno contro la Lazio 2-1 dopo il pareggio dell’andata, ai quarti contro la Roma. Conclusione? Teniamoci Vucinic, perché non abbiamo punte all’altezza di Tevez e Llorente. Giovinco e Quagliarella la conferma: c’è un abisso tra titolari e panchinari, Vucinic è una via di mezzo. Ma, a proposito di panchinari, se ci fosse stato Guarin in panchina…

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Senza aiutini

senza aiutini

di Davide Peschechera

A mente fredda. Ho voluto capire perché i due gol sono regolari e non sono stati annullati e perchè Rizzoli ha dato il rigore. Senza sottovalutare “er sistema” che ci ha consentito lo Stadium (prima che crollasse, ovvio). Passa qualche minuto e penso: “Due gol regolari, un rigore sacrosanto, due espulsioni giuste, nessun aiutino. Non è possibile, questa partita è assolutamente da ripetere. Anzi, no. Perché Bergomi a partita in corso conferma: “vince la Roma anche se perde.””.

Il problema del giuoco del calcio è che dopo molto parlare, infatti, tocca giocare. E mentre noi vinciamo sul campo, gli altri chiacchierano. Con la Roma ci si diverte sempre: negli ultimi tre anni tra campionato e Coppa Italia allo Stadium, Juventus-Roma 14-1. Nel dettaglio: Giaccherini, Del Piero, Kjaer, Vidal, Vidal, Pirlo, Marchisio, Pirlo, Vidal, Matri, Osvaldo, Giovinco, Vidal, Bonucci, Vucinic. Ricapitoliamo: 13 gol dei giocatori della Juve più due di romanisti (Osvaldo e Kjaer). Peccato che uno dei due romanisti (Kjaer) abbia fatto gol nella propria porta. Quindi aggiorniamo: le visite allo Stadium sono finora costate alla Roma 4 sconfitte, un solo gol segnato (su rigore di Osvaldo) e 14 subìti. Tutte vittorie nette e incontestabili. Continuando con questa media punti si rischia di forare il tetto dei 100 punti finali (103,44 per esattezza). Il campo racconta di una Juve stratosferica: sempre vincente in casa, con dieci successi consecutivi in campionato. La grinta famelica di Conte ha contagiato il gruppo che da qui si autoalimenta per continuare a combattere, dominare, imporsi. È un gruppo di persone che lavora con dedizione, spirito di abnegazione, con consapevolezza delle proprie debolezze e con l’umiltà dei propri punti di forza. Gli altri, anche se tecnicamente alla pari o superiori, perdono perché non hanno questi ingredienti. L’autostima del gruppo, del mister, della società, dell’ambiente tutto, ha raggiunto picchi quasi impensabili e per la medesima ragione, le ambizioni della Roma hanno subito un brusco ridimensionamento. In fondo, i giallorossi tre gol in una gara sola non li avevano ancora presi. La Roma era imbattuta e aveva subito 7 gol in 17 partite. In una ne ha presi quasi il 50%. Il mister ha la capacità di caricarmi persino dal divano. Dieci trionfi di seguito come nel 1932. Il nono successo casalingo (su altrettante partite disputate), ma soprattutto la vittoria numero 16 in campionato, su 18 gare disputate. Con 49 punti (sui 54 disponibili!) conquistati e con un +8 proprio sui giallorossi, i bianconeri hanno conquistato il platonico titolo di Campioni d’Inverno con 90 minuti d’anticipo. E per la terza stagione consecutiva. Ricapitolando: in campionato il 70,21% di vittorie dal 2011 a ora, il 23,40% di pareggi, il 6,38 di sconfitte (una sola quest’anno, quella di Firenze dopo un primo tempo stradominato). Percentuali derivate da 94 partite, 66 vinte, 22 pareggiate, 6 perse. Un raffronto con Fabio Capello, già sorpassato: per il mascellato 69,74% di trionfi, 23,68% di pareggi, 6,58 di sconfitte. Più otto e vantaggio dilatato, ingigantito. Chi è abituato a vincere ha continuato a vincere, chi si sta attrezzando per riuscirci si è sgretolato prima sotto il profilo psicologico e poi sotto quello tattico. Alla Roma sono cambiate moltissime cose, la squadra è bellissima. Una cosa però, per ora, è rimasta uguale: quando si mette male si perde la testa. Vedi De Rossi. E la faccia. Vedi Totti. Della vittoria della Juve impressiona la consapevolezza della sua forza. Della sconfitta della Roma impressiona che al primo ko è disfatta. Per mentalità e gioco la Roma è la squadra che più si “avvicina” alla Juventus tra le altre. Ma non regge le pressioni. E questo è il male. Nonostante sia tecnicamente forte. Non ci sta che la Roma perda spesso la testa a partita compromessa, compromettendo così anche le successive. Vecchio vizio.

Partita studiata a tavolino, in allenamento. Atteggiamento Juve voluto e cercato da Conte, trasmesso e inculcato ai suoi giocatori. Tanta densità nella nostra area e ripartenze avversarie annullate. Tra il primo e il secondo tempo, però, ci sono state più intensità e meno errori da parte dei nostri e questi due cambiamenti hanno fatto la differenza. Per un tempo non avevamo mai visto la capolista giocare – in campionato – alla pari del suo avversario, persino prudente, quasi preoccupata di non prestare il fianco ai micidiali contropiedisti giallorossi. E’stato bravo Conte a preparare il match, a modellarlo sulle caratteristiche di chi aveva davanti, a frenare quando c’era da frenare, ad accelerare quando è stato possibile. Poi, una volta contenuta la furia giallorossa, non c’è più stata storia. Avesse osato, la Juve si sarebbe offerta proprio ai micidiali contropiedi giallorossi. La Roma, d’altronde, è una squadra che comunque non si sottrae a fare la partita se le si lascia spazio, ma le migliori vittorie le ha avute lasciando il pallino ad altri. Impacciati., infatti, col pallone tra i piedi: poche soluzioni offensive e reparti messo in ombra. Noi se c’è da fare la partita, la vinciamo, e siamo cinici se non la facciamo. Loro soffrono a farla con le piccole e con noi. Ma sono letali nel non farla con le grandi. E noi non glielo abbiamo concesso. Conte ha asfaltato Sassuolo e altre piccole. Garcia no. La Roma è dunque una squadra che se non ha spazi da attaccare o per allungare, perde tanto, nonostante giocatori molto tecnici. il possesso palla fine a se stesso ha messo in mostra pregi e limiti di un attacco che non ha saputo allargare le nostre maglie. Dall’altra parte, c’è stata la straordinaria capacità, maturità e duttilità della Juve di mutare atteggiamento e di vincere entrambi gli scontri diretti, col risultato di 3-0, ma giocando in due maniere diametralmente opposte. Il3-0 di oggi, infatti, è molto simile al 2-0 dello scorso anno contro il Napoli di Mazzarri allo Stadium, ma non al 3-0 di quest’anno contro il Napoli di Benitez. Da grande allenatore, quindi, Conte ha deciso per una volta di non fare la partita e da grande squadra, con umiltà, questi giocatori hanno deciso di seguire il mister e rinunciare alla solita manovra avvolgente. Tanta oculatezza nell’orchestrare le manovre offensive e squadra racchiusa in 35 metri, a muoversi mantenendo queste distanze, questo spazio, in questi pochi quanto efficaci metri quadrati, in fase difensiva. Ci sono molti modi di vincere e molti modi di perdere. E le due cose combaciano quando c’è dominio totale da parte di una sola squadra. Conte ha lavorato anche per Garcia costruendo alla perfezione la sconfitta della Roma, neanche al Bernabeu aveva lasciato così tanto spazio all’iniziativa degli avversari, sintomo che Conte intendeva vincere convincendo, questa volta, prima sul piano tattico che su quello del gioco. Il fine giustifica i mezzi e spesso, per Conte, i mezzi coincidono sempre col fine. L’input era quello di fare la Juve in fase di possesso palla, di limitare gli avversari con grande umiltà in fase di non possesso. E poi i giocatori, al di là degli schemi e delle tattiche. Tevez più di Totti. Pogba il vecchio, 20 anni pesanti e maturi come fossero 40, Pirlo il giovane, 34 anni leggeri e creativi come fossero 17. E tutti gli altri, che hanno fatto il solito, il massimo, il meglio. La Roma come un diesel nel primo tempo, la Juve come un turbo quando, alla prima occasione buona, ha ammazzato subito la partita.

Una Roma che sì ha cercato di giocarsela, ma è stata anche un po’ presuntuosa, visto il risultato. Ai romanisti, infatti, lasciamo la convinzione di essersela giocata alla pari. Il prepartita è cominciato con De Rossi che, qualche settimana fa, aveva affermato che: “Chi ci sta davanti in un momento particolare è stato fortunato con gli arbitri. Alcuni episodi che ci possono stare in un campionato, episodi che si pareggiano nell’arco di una stagione. E noi aspettiamo di pareggiarli“. Messaggi al sistema? Poi il Corriere dello Sport venne subito in suo aiuto e accese la sfida con le solite parole di Turone sbattute in prima pagina: “Turone accende la supersfida «La Juve ha sempre l’aiutino»”. Giornalismo degno della considerazione di cui gode all’estero. Poi Totti: “Roma più forte, vinceremo. Ma attenti, la Juve ha sempre l’aiutino”. Gli ha risposto prima Conte che, in conferenza stampa, non volendo alimentare tensioni pre-gara, interpellato su queste ultime dichiarazioni del capitano giallorosso, sull’insinuazione che “anche questa Juve riceva aiutini” ha risposto: “Ma sai, già potrei obiettare sull’ anche… Guarda, la prendo sul ridere perché è giusto che quando ci sono chiacchiere da bar, da tifosi, bisogna prenderla sul ridere e prenderla in maniera molto serena. Io dico che non ci sono delle risposte da dare a chi fa queste affermazioni. Anzi, io insegno ai calciatori, a chi lavora con me, a chi mi frequenta, che le risposte vanno date sempre sul campo, perché il campo rende giustizia sempre a tutto e a tutti. E dico che in due anni e mezzo il campo ha reso giustizia alla squadra più forte, in maniera anche molto netta e clamorosa alcune volte”. Poi Buffon, prima sul campo e poi ai microfoni, a fine gara: “Aiutino è la scusa di chi non vince mai”. L’unico aiutino che puoi avere, Francesco, e’ quello per salire sull’aereo e tornartene a casa o quello di Rizzoli che non concede recupero per evitare il quarto gol della Juve. Garcìa, poveretto, ha cercato di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, forse perché ha capito l’ambiente nel quale si è ritrovato e, proprio in conferenza stampa, all’elenco dei precedenti Juve-Roma dei giornalisti, ha risposto: “Ma cos’è, un corso di storia?”. Ma continuiamo con la rassegna stampa. È il turno di De Sanctis: “Il sistema italiano rende i bianconeri assolutamente più forti. A partire dallo stadio, che è un grande vantaggio. Al di là del risultato, in più di noi la Juventus ha solo gli otto punti in classifica.” Lo ha detto nei giorni scorsi e lo ha ribadito a fine partita. Il Sistema di Morgan De Sanctis o, in altre salse, “Il Palazzo”, o “Il Vento del Nord”, che fa il gioco della Juventus attraverso diversi “aiutini”, che ha permesso alla Juventus la costruzione dello stadio e che implica sudditanza psicologica nei confronti dei bianconeri. Una dimostrazione? Naturalmente la debacle europea e gli arbitri che, in Europa, non subiscono sudditanza. Vedi Grafe in Real-Juve. Paolo Liguori addirittura delirante a Tikitaka, appoggia la “teoria” di De Sanctis e paragona il giallo di Chiellini del primo tempo col rosso di De Rossi e dice che su Castan il pallavolista c’è spinta e fallo. Tutto frutto del sistema, degli aiutini e della sudditanza dello Stadium, naturalmente. Due pesi e due misure di Rizzoli, insomma. Per fortuna che concludono i nostri, Bonucci e Barzagli, dicendo l’uno che “Le parole pre-gara? “Le lasciamo a loro, noi facciamo parlare il campo. Negli ultimi anni a Torino li abbiamo sempre dominati.”, e l’altro: “Ci sono state dichiarazioni che ci hanno fatto girare un po’ lo stomaco e quindi hai un po’ di carica in più quando scendi in campo. Comunque sono cose che fanno parte del calcio, nessuno si è offeso”. Eh vabbè, non sanno perdere. Però poi penso e dico, tra me e me: “Ma che m’importa, se allo stadio c’era David Trezeguet…”

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