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Andiamo via da questo Paese che non ci vuole

Ho rimuginato un giorno e mezzo sul cosa e quanto scrivere oggi. Nella mente ho scritto e riscritto questo ”pezzo”più volte. Per commentare Milan-Juventus di sabato sera tuttavia un articolo non sarebbe sufficiente, ci vorrebbe molto più spazio e tempo. Sì, perché Milan-Juventus 1-1 ha una storia, una genesi lontana. Farsopoli e sentimento popolare forse vi dirà qualcosa.

Il teatrino mediatico messo in scena prima, ma soprattutto durante, e dopo il pasto principale, è stato qualcosa di assolutamente inaudito, seppure ogni Juventino che abbia un poco di interesse e amore per la propria squadra, avesse già ampiamente previsto e messo in cantiere. Il risultato finale è scontato e ha due possibili varianti. La prima è che questo scudetto nessuno in Italia ce lo vuole fare vincere. La Juve post-farsopoli deve al massimo arrivare seconda, anzi è già pure troppo, facciamo terzi o secondi ma almeno a 15 punti. Lottare per lo scudetto? Non esiste proprio. La seconda è che qualora disgraziatamente fossimo così più forti di tutto e di tutti, questo scudetto debba esser ricordato come lo scudetto del gol non dato a Muntari, così come fu per Turone e Ronaldo o del rigore di Graziani eccetera eccetera. Un altro… L’ennesimo… Ancora con questa storia dello scudetto rubato dalla Juve che evidentemente Moggi o non Moggi sa solo rubare. Ma come, ma non ci avevate spiegato che ora i campionati erano tutti onesti e regolari e gli errori arbitrali erano tutti in buona fede?

Abbiamo visto in questi ultimi anni rigori regalati a Zalayeta e altri, a Ibrahimovic (su varie sponde, per falli non subiti ma commessi da lui), a simulazioni non viste e senza squalifiche, a gol di mano regolarizzati, a gol con giocatori plurimi in fuorigioco (in un Inter-Siena mi pare siano almeno 5), e ci avete detto che erano tutti errori in buona fede. Avete bacchettato Conte perché ha osato lamentarsi per diversi rigori non dati (alla Juve ne mancano 7) nemmeno avesse chiesto che gliene dessero quando non ne esistevano e ora montate tutto questo “casino”? Avete scritto e detto che Conte cerca di condizionare gli arbitraggi quando il signor Galliani (vice presidente o presidente del Milan che sia) addirittura irrompe negli spogliatoi durante un primo tempo di una partita scudetto, per andare a insultare arbitro e mister avversario? Questo non è condizionante sull’arbitraggio? Ma poi è permesso? Non mi pare proprio. Ma qualcuno ha scritto che Galliani tenta di condizionare gli arbitri? Io non l’ho letto.

E menomale che il Milan ha un altro stile, pensate se lo avesse fatto uno nostro dirigente.

Non vi siete placati nemmeno quando nel secondo tempo Tagliavento ha cercato di ”aggiustare” in tutti i modi la partita commettendo tutta una serie di errori incredibili a sfavore della Juventus, quasi come fosse un atto dovuto che poi l’arbitro tenti di ”aggiustare” la partita in sfavore della Juve. Eppure non mi risulta che nelle medesime partite in cui la Juve non ha avuto rigori che c’erano, poi l’arbitro si sia comportato di conseguenza. Come non mi risulta che l’opinione pubblica abbia commentato sostenendo che avrebbero dovuto ”aggiustare” le partite in nostro favore in quel caso. Ho sentito il commentatore Mediaset Pellegatti insultarci tutti , dal mister, alla Juve ai suoi tifosi, completamente in trance agonistica come se fosse un qualsiasi tifoso da stadio, anche lui come se la partita fosse finita al 20mo sull’episodio di Muntari. Una serie di sproloqui da denuncia, pericolosi per se stesso e per gli altri. Adottare poi scuse sul fatto che pensava di non essere in onda, quando urlava cosi come un pazzo che l’ho sentito benissimo attraverso l’audio (la cuffia) di Zuliani, che probabilmente era a diversi metri di distanza in tribuna e che per questo lo avranno sentito tutti i presenti; non c’era bisogno di essere in onda caro Pellegatti visto che eri ”live”. Forse siamo ingenui ma non sordi.

Chissà che Nedved ce l’avesse proprio con te quando ha indicato a qualcuno di stare zitto. Lo spero.

Sempre Pellegatti ha detto poi delle castronerie clamorose come quella che ci vorrebbe chissà che cosa per fare imbufalire Ambrosini, uno che notoriamente per indole c’è da sempre, in tutti i casini del Milan, nessuno escluso.
Non da meno è stato Boban, lui che invece dovrebbe ricoprire un ruolo da opinionista neutrale per Sky (a differenza dell’altro citato prima). Boban in presenza di Conte ha provato a sostenere che i due gol regolari non concessi sono diversi e hanno un ”peso specifico” diverso. Come a dire che se uno commette due omicidi conta più il primo che il secondo. Effettivamente è andata proprio così Boban, fatto il primo ”omicidio” su Muntari , Tagliavento poi ha fatto una vera e propria ”strage”. Menomale che Conte non si è fatto pregare a rispondergli per le rime.

Ma il meglio di sé forse lo ha dato Paparesta commentando il pugno di Mexes. Forse, ha sostenuto, non è da prova TV. E sì, direi che non si vede bene, Borriello probabilmente sviene perché aveva mangiato poco, è debole il ragazzo. Mio caro Paparesta va bene che lavorando per Mediaset si è un poco tutti milanisti, lo capisco, ma non arriviamo a negare l’evidenza, a far finta di non vedere cose che vedono tutti. Sinceramente con un commento così mi vien da pensare che pure se non ti ci han chiuso nello spogliatoio di Reggio a suo tempo, se lo avessero fatto e ti ci avessero lasciato non è che avessimo avuto questa grave perdita a livello di commento tecnico. Cioè per dire certe cose, bastava qualsiasi persona presa a caso di passaggio, non certo un ex-arbitro. Spero che Conte abbia detto veramente a Galliani negli spogliatoi quello che si vocifera. Io lo sottoscrivo e più che mai Conte è il mio Mister.

Cari amici juventini le conclusioni che traggo da tutto questo è che l’Italia e tutti gli Italiani antiJuventini non vogliono la Juve, e tutti gli Juventini non vogliono gli altri. Il famoso sentimento popolare con cui ci hanno mandato in serie B è più vivo che mai e ci vorranno almeno due generazioni per far si che nascano nuovi tifosi che si dimentichino di questo obbrobrio giuridico. La Federazione, i giornali e mass-media in generale fanno finta che è tutto risolto ed è tutto messo alle spalle, ma se c’è un gol non visto per la Juve tutto il marcio torna nuovamente a galla. Avete tempo e voglia di aspettare una ventina d’anni? Io no.

Una sola domanda per tutti : ”Ma qualcuno di voi pensa che un gol fantasma non visto in un Milan-Napoli o Inter-Palermo o Cagliari-Udinese o qualsiasi altra partita che non ci fosse la Juve di mezzo avrebbe scatenato tutto questo inferno?”. Chi mi risponde di sì ci deve credere davvero però. Io rispondo con grande convinzione ”No, non lo avrebbe scatenato”.

Ma cosa stiamo ancora a fare in questo paese quando all’estero abbiamo persone come Sir Alex Ferguson, come Cristiano Ronaldo come Messi e tanti altri che parlano solo bene di noi e del nostro mito? Dove ci sono squadre che si ispirano alla Juve e alla sua storia. Dove ci sono tifosi che cantano ”Noi quando scendiamo in campo siamo come la Juve”. Andare a giocare a Parigi o a Barcellona è più vicino che andare a giocare a Lecce o a Palermo. Prendiamo la nostra squadra e portiamola via da qui Presidente Agnelli, noi la seguiremmo tutti. Lasciamogli a questi signori il campionato che vogliono. Quello senza la Juve. Quello che manda in Champions squadrette del cavolo che si fanno eliminare subito e poi abbiamo il ranking che abbiamo. Lasciamo questa Nazionale a cui abbiamo dato fin troppo lustro senza riceverne mai ringraziamento alcuno.

Qui non ci vogliono, ma non ci meritano.

Alessandro Magno

Dopo Strasburgo c’è l’America.

 

 

 

 

Eccomi qui, dopo alcune settimane di pausa. A dire la verità, aspettavo qualche argomento interessante da commentare per tornare a scrivere dopo la fine del campionato: a Giugno, si sa, c’è il solleone e il tempo della pacchia è incombente. Al di là del mercato che riserva sempre i prevedibili intrighi, accordi, segreti ed imbrogli, un avvenimento davvero importante (per i pochi interessati al caso, rimasti vigili dal 2006 sino ad oggi senza stancanti ripensamenti) è stato quello che ha visto la radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini da parte della Disciplinate presieduta dal dott. Sergio Artico, presidente della Commissione Nazionale che ha disposto la radiazione di Moggi & co, in seguito ai fatti ed a ciò che è emerso e accaduto nel 2006. Tra le motivazioni, si accusa Moggi per “l’intrinseca gravità dei fatti commessi e delle aberranti conseguenze che hanno determinato”. Vi starete chiedendo come io possa non prendere in considerazione il nuovo scandalo del calcio scommesse: tuttavia, sotto il solleone anche questo è stato un avvenimento rilevante. Beh, reputo che quest’ultimo scandalo sia solo una diretta conseguenza di Calciopoli, vista la giustizia sommaria che è stata fatta e la possibilità data , ormai, di agire come meglio si crede per scopi personali; non a caso se “prima si truccavano le partite per conseguire il risultato sportivo, adesso abbiamo dei criminali che usano lo sport per arrivare a facili guadagni” (Abete dixit) e neanche tanto ‘scandaloso’ come vorrebbero far credere, quindi. Per questo motivo, la questione della radiazione è di primissima importanza e fanno discutere i modi con i quali è stata predisposta e il tragitto che ha percorso prima di arrivare a destinazione. Innanzitutto, Abete prima di creare l’impalcatura per questo mini-processo ha dovuto chiedere il parere della Corte di Giustizia Federale (che ha preso il posto delle vecchie CAF e Corte Federale che giudicarono Moggi & co. nel 2006) e poi quello dell’ Alta Corte di Giustizia del CONI. Insomma, un passaparola gigantesco per ottenere, da qualcuno, il permesso di agire. Eh sì, ha dovuto chiedere il “permesso”, come fanno i bambini con loro mamme quando in palio c’è qualcosa di rischioso o “non proprio corretto” (usiamo un eufemismo…). Un tragitto non molto arduo né lungo ma scontato quanto inaspettato sul finire. Sono molti, infatti, i misteri che lo avvolgono. Ho riflettuto su come impostare questo articolo, se basarmi sulle sensazioni (non quelle dei PM) o sui dati emersi con documenti alla mano e motivazioni annesse: come sempre, alla fine è inscindibile l’unione tra le due cose. Partiamo basandoci sulle sensazioni: nonostante tutto, la radiazione sarebbe stata inevitabile pur avendo lottato in questi anni nel tribunale penale di Napoli per riportare alla luce tante verità nascoste. L’ottimismo della vigilia è stata spazzata via dalla sentenza arrivata con un giorno in anticipo e dal procuratore Palazzi che, in ogni caso, l’avrebbe scampata su noi poveri mortali a prescindere. E infatti, la conferma è arrivata poche ore dopo la sentenza proprio dalle sue parole, ammettendo che “la commissione disciplinare incaricata di decidere sulla proposta di radiazione si è  basata solo sugli eventi del 2006 e non sulle carte dei processi fatti in seguito a quella data“. Una “radiazione a sentenze rese”, appunto, come recita il comunicato scritto della sentenza. Quest’ultima, è stata accolta di buon grado sia dal principale protagonista Moggi che dagli altri due protagonisti, Giraudo e Mazzini, sicuri tutti e tre di essere comunque radiati in primo grado. Moggi ha promesso guerra e battaglia contro una decisione ingiusta per lui e per noi suoi strenui sostenitori, convinti dopo aver visto l’evolversi della vicenda durante questi anni che le stranezze incombono che è una bellezza tutta italiana e mediterranea e non si può chiudere un occhio, 59 mesi dopo i 5 anni di inibizione ovvero 59 mesi di ritardo, uno a farne 60 prima che Moggi & co. potessero rientrare nel calcio (sempre se lo avessero voluto loro in primis…). La radiazione è stata ingiusta perché (e adesso veniamo alle vere motivazioni) non sono state prese in considerazione scoperte e retroscena usciti dai processi di questi anni e cioè che Moggi non ha mai parlato direttamente con gli arbitri a differenza di altri personaggi del mondo del calcio; che ha vinto la causa nel tribunale di R. Calabria sul caso Paparesta (mai stato chiuso nello spogliatoio); che gli arbitri ‘cupolari’ fanno fare alla Juve una media punti inferiore rispetto a quella ottenuta con gli arbitri ‘nemici’ e subiscono torti invece che le famose ricompense delle quali si è tanto discusso nel 2006, che lo stesso Bergamo ha ammesso che non ci è mai stata una cupola viste le molteplici cene che ci sono state con Moratti a Forte dei Marmi o con Collina ad un ristorante di Lodi senza dimenticare la cena avvenuta tra Sacchi e i designatori a casa Tanzi a Parma su testimonianza di Baraldi e i colloqui che ha intrattenuto. Un secondo motivo dell’ingiustizia subìta è la rapidità con cui si è istituito questo processo e si è arrivati ad emanare la sentenza, rapidità che, seppur giusta, è quasi una beffa a dispetto d’altre faccende d’ordinaria importanza come l’esposto della Juve sul quale non si hanno ancora risposte (Abete ha detto che le darà entro la fine di Giugno, mah, comunque a distanza di 13 mesi dal suo invio in Federazione il ritardo e la lentezza di Palazzi restano). Il progetto di radiare i 3 era in cantiere ma non è mai stato preso realmente in considerazione dal Palazzo sin quando la Federcalcio con a capo Abete, non ha avuto questa possibilità passati i 5 anni di squalifica. Il processo innalzato in fretta e furia non ha ricevuto neanche  il consenso dell’Alta Corte del CONI (di cui parlavamo all’inizio) alla quale Abete aveva chiesto un parere e che, tra l’altro, viene ribadito che l’atto finale di questa vicenda sarà girato proprio dall’Alta Corte, «ultimo grado della giustizia sportiva» che deciderà sulle radiazioni inflitte dalla Disciplinare. L’ avv. Tortorella ha detto, a caldo, che “Non poteva essere scritta sentenza migliore da appellare” e che il ricorso sarebbe stato depositato subito, senza perder tempo, entro sette giorni (quindi dovrebbe esser stato già depositato) ricordando che resta comunque il dubbio sulla legittimità del nuovo procedimento FIGC (la corte di giustizia che ha preso il posto della CAF, appunto) dal momento che il Consiglio federale non avrebbe il potere di emanare delle norme che non passino attraverso il vaglio della Giunta nazionale del Coni altrimenti il parere chiesto al CONI (e neanche preso in considerazione) che importanza ha avuto? A cosa è servito? Anche Moggi, nel suo consueto appuntamento web-TV su Libero e in diretta su 7gold Stadio ha ribadito che la battaglia finale si svolgerà a Strasburgo visto che è questa l’unica possibilità di vincere la causa poiché (altra stranezza del caso) in appello sarò la stessa Commissione disciplinare nazionale della FEDERCALCIO a decidere sulla sentenza già data in 1° grado (e senza alcuna certezza d’imparzialità nel giudizio, a questo punto…).  Non ci resta che continuare a sostenere Moggi perchè, non dimentichiamoci che, nel 2006, non subì il processo sportivo a causa delle sue dimissioni ma beccò una squalifica (poi divenuta radiazione, appunto) NON ESECUTIVA poiché si attendeva, all’epoca, la decisione e il verdetto della giustizia penale. Il processo penale di Napoli, come sappiamo, è ancora in corso e nonostante sia alle battute finali rischia di slittare direttamente a Settembre a causa dei problemi di alcuni PM o addirittura ricominciare da zero in caso la Casoria dovesse essere ricusata (da alcuni rumors pare che il rischio sia scampato, per ora). Per questo Abete ha deciso bene di rispolverare dal cassetto il “rischio-radiazione” passati ormai i 5 anni d’inibizione forzata. E poi c’è sempre un precedente a favore del “trio” ovvero un altro motivo secondo il quale la radiazione è ingiusta: quello riguardante Walter Sabatini che venne squalificato il 23 Marzo 2000 per 5 anni con rischio di radiazione. L’allora presidente federale Franco Carraro lo radiò con 38 mesi di ritardo ovvero il 15 marzo 2003, a 3 anni di distanza dalla squalifica: con questa motivazione (i troppi mesi passati tra squalifica e radiazione effettiva) Sabatini riuscì a vincere la causa davanti all’Arbitrato del Coni e la Figc fu costretta a reintegrarlo nel mondo del calcio facendo una magra figura. Oggi sappiamo tutti che sabatini è il nuovo DS della Roma degli americani. 38 mesi erano tanti per Sabatini: dovrebbero esserlo anche i 58 passati per Moggi, Giraudo e Mazzini…

Come si può radiare una persona sulla base della RELAZIONE BORRELLI di 190 pagine che presenta enormi buchi ed interrogativi? I motivi per uscirne puliti ci sono, ripagati o rimborsati non si sa, soddisfatti solo se i fautori di questa trappola saranno puniti. Sta vincendo la forza perché la ragione non basta(cit.) ?

eldavidinho94

ALTRO CHE RICUSAZIONE ! “ORGANIZZIAMOCI” PRETENDE GIUSTIZIA.

 

Documento unitario: Juvenews.net, Uccellinodidelpiero.com, www.ilblogdialessandromagno.it, www.iojuventino.net, cronachebianconere.blogspot.com, calabrone37.blogspot.com, Canale Juve, Juve Central, Nobiltà Gobba, Juvemania.it, Juventus the best,  ju29ro.com ( che ha dato la disponibilità a pubblicare)

Inoltre il documento è stato pubblicato anche su i seguenti siti o blog:

http://smillamagazine.comhttp://www.liquida.ithttp://calciototale.netsons.org http://www.socialsport.nethttp://www.parrotized.ithttp://www.blogcalcio.info –  http://www.wikio.ithttp://oknotizie.virgilio.ithttp://www.testadicalcio.com – http://www.ciaojuve.com

Altro che ricusazione! “Organizziamoci” pretende giustizia.

Tutto sembra indicare che il processo di Napoli, nato e sviluppatosi come una squallida farsa, debba giungere alla giusta conclusione, con un verdetto assolutorio per gli imputati.

Ma in modo indecente, in tanti non ci stanno, e sono gli stessi che sin dall’inizio hanno temuto quest’epilogo, consapevoli dell’inconsistenza di un teorema accusatorio che definire ridicolo è dire poco.

Così si spiega il colpevole disinteresse di quasi tutti i media per un processo il cui oggetto è quello che loro stessi avevano definito il più grave scandalo che abbia colpito il calcio italiano.

Trova altresì giustificazione il percorso ad ostacoli cui è stata costretta la Dott.ssa Casoria, che ha il torto di voler compiere il suo dovere, e proprio domani dovrà affrontare l’ultima trappola posta sul suo cammino, che indirettamente riguarda il nostro futuro, con il giudizio sull’istanza di ricusazione promossa disperatamente dall’accusa. E’ opportuno, quindi, fare un breve riepilogo di quanto capitato partendo dalla fine.

Domani, infatti, si terrà innanzi alla Corte d’Appello di Napoli l’udienza per decidere sulla richiesta di ricusazione dei PM Narducci e Capuano nei confronti del Presidente del collegio giudicante nel processo ” Calciopoli “.

Com’è noto, siamo alla presenza della terza iniziativa di questo genere e nonostante le prime due, quella delle parti civili e un’altra, sempre, promossa dai Pubblici Ministeri, abbiano avuto esito negativo per gli istanti, l’accusa ci riprova, e caso unico nella storia della Giustizia Italiana, per la seconda volta chiede la sostituzione del giudice.

Questi sono i passi ufficiali, ma sin dall’inizio come si è poi saputo, la Dott.ssa Casoria ha subito notevoli pressioni allo scopo di farla rinunciare. Cerchiamo, comunque, di comprendere da cosa sia scaturita questa nuova istanza.

Come tutti saprete, il CSM ha adottato nei confronti della Giudice, la sanzione disciplinare della censura, per le espressioni non proprio ortodosse adoperate dalla stessa nei confronti di alcuni suoi colleghi della nona sezione penale del Tribunale di Napoli, di cui la Casoria era Presidente.

In occasione del procedimento, la Procura Generale che ha sostenuto l’accusa davanti al CSM, ha chiamato come testi quattro giudici tra cui spiccano le due giudici a latere nel processo di calciopoli e i due PM Narducci e Capuano dello stesso procedimento che da questa circostanza hanno tratto spunto per richiedere nuovamente la ricusazione.

Da più parti si è manifestato il forte dubbio che il provvedimento adottato dal CSM, potrebbe condizionare, in maniera negativa per la Signora Casoria e indirettamente per i colori bianconeri, la decisione della Corte d’Appello chiamata a pronunciarsi, sulla richiesta di ricusazione dei PM.

Noi siamo convinti, al contrario, che il procedimento disciplinare conclusosi con la censura non abbia alcuna attinenza, né potrà mai influenzare il giudizio della Corte d’Appello, chiamata a vagliare l’istanza, domani 20 maggio.

Le nostre certezze non si poggiano sulla fede sportiva, bensì sul Diritto e per fare chiarezza riportiamo gli articoli 36 e 37 del CPP

Art. 36 Astensione

1. Il giudice ha l’obbligo di astenersi:

a) se ha interesse nel procedimento o se alcuna delle parti private o un difensore Ë debitore o creditore di lui, del coniuge o dei figli;

b) se è tutore, curatore, procuratore o datore di lavoro di una delle parti private ovvero se il difensore, procuratore o curatore di una di dette parti Ë prossimo congiunto (c.p 307-4.) di lui o del coniuge;

c) se ha dato consigli o manifestato il suo parere sull’oggetto del procedimento fuori dell’esercizio delle funzioni giudiziarie;

d) se vi è inimicizia grave fra lui o un suo prossimo congiunto (c.p 3074.) e una delle parti private;

e) se alcuno dei prossimi congiunti (c.p 307-4.) di lui o del coniuge Ë offeso o danneggiato dal reato o parte privata;

f) se un prossimo congiunto di lui o del coniuge svolge o ha svolto funzioni di pubblico ministero;

g) se si trova in taluna delle situazioni d’incompatibilità stabilite dagli artt. 34 e 35 e dalle leggi di ordinamento giudiziario ;

h) se esistono altre gravi ragioni di convenienza.

Art. 37 Ricusazione

1. Il giudice può essere ricusato dalle parti:

a) nei casi previsti dall’art. 36 comma 1 lett. a), b), c), d), e), f), g);

b) se nell’esercizio delle funzioni e prima che sia pronunciata sentenza, egli ha manifestato indebitamente il proprio convincimento sui fatti oggetto dell’imputazione.

2. Il giudice ricusato non può pronunciare nè concorrere a pronunciare sentenza fino a che non sia intervenuta l’ordinanza che dichiara inammissibile o rigetta la ricusazione (41).

Queste norme contengono le ipotesi tassative, in presenza delle quali, può essere richiesta la ricusazione di un giudice.

E’, pertanto fondamentale capire quali motivi siano stati addotti dai pm napoletani a corredo di questa seconda istanza di ricusazione.

La motivazione della richiesta di ricusazione sarebbe che la circostanza del procedimento disciplinare innanzi al CSM con testimoni d’accusa I PM e due giudici a latere nel processo su calciopoli condizionerebbe la Dott.ssa Casoria fino al punto di avere un interesse “diretto” nel procedimento penale in corso, che potrebbe pregiudicare il suo ruolo di soggetto terzo ed imparziale.

In altre parole la richiesta di ricusazione troverebbe fondamento normativo nell’art. 36 lettera a) C.P.P.:Se il giudice ha interesse nel procedimento;

Non si comprende, però, quale interesse la Casoria possa avere nel procedimento contro Moggi e altri: forse quello di assolvere gli imputati solo per ripicca nei confronti dei PM che hanno sostenuto l’accusa nel procedimento disciplinare dinanzi al CSM?

Procedimento disciplinare che, si badi bene, non ha alcuna attinenza con il processo penale su calciopoli e con il suo esito, come sottolineato anche dal Giudice Alemi, Presidente del Tribunale di Napoli, commentando le decisioni del CSM

Al più si può dedurre che tra i componenti del collegio giudicante nel processo di calciopoli, così come tra la Dott.ssa Casoria e i pm rappresentanti la pubblica accusa nello stesso processo,non corra buon sangue , ma tale condizione non rientra in alcuna delle ipotesi previste dagli articoli 36 e 37 del C.P.P., ipotesi , ribadiamo , tassative , cioè non se ne possono inventare di sana pianta altre come i pm vorrebbero….

Eventualmente, si potrebbe addurre una certa mancanza di serenità da parte della Giudice, ma nulla di più, e dato che la stessa non ha mai dichiarato di volersi astenere, non vediamo come possa essere ricusata dalla Corte D’Appello.

A questo punto tutti i cittadini, non solo i tifosi, dovrebbero chiedere: ma perché tutto questo?

La verità è una sola: quella che la “gazza ladra” aveva, in coincidenza della sua nomina, definita un Magistrato al di sopra delle parti, salvo poi a cambiare opinione, lo è veramente.

Inoltre per l’accusa questa SIGNORA ha un vizio d’origine, non le interessa il calcio e pertanto non assimilabile a quel “sentimento popolare”, che per loro vuol dire, essere antijuventini sempre e comunque , e in nome del quale si è perpetrato lo stupro del 2006.

Dopo la farsa e la corsa ad ostacoli, il processo ci sta, quindi, offrendo l’esibizione di Narducci e Capuano in uno di quegli sport estremi, tanto di moda: “L’arrampicata sugli specchi”, resi sempre più scivolosi, oltre che dalle difese, dai loro stessi testimoni che non hanno esitato a definire, mendaci, durante la requisitoria.

E’, perciò, evidente che la richiesta di ricusazione, è solo l’ultimo “mezzuccio” dei PM, per arrivare alla prescrizione, evitando così una sentenza che per quanto emerso non può che essere d’assoluzione. Il che avrebbe serie ripercussioni proprio su chi, ostinatamente, ha voluto un processo, fondato sulle chiacchiere, e rappresentando in modo penoso, un apparato dello Stato con notevole spreco di denaro pubblico.

Domani sarà, pertanto, un giorno cruciale per il futuro della Juve, perché un eventuale accoglimento della ricusazione azzererebbe, di fatto, il procedimento, facendo scivolare tutto verso la prescrizione.

Noi, invece, pretendiamo che il processo prosegua e giunga alla naturale conclusione con una giusta sentenza che è il passaggio fondamentale per riappropriarci della dignità scippata. E se la società decidesse, anche alla presenza di un’assoluzione, di non intraprendere le doverose azioni per riottenere quanto, truffaldinamente, ci è stato tolto, andremo, comunque, avanti per la nostra strada, facendo sentire la nostra voce in tutte le sedi, convinti della bontà di una lotta, iniziata cinque anni fa e che non può certo fermarsi in vista del traguardo.

N.d.r. se qualche sito che ha pubblicato e’ stato dimenticato nella citazione dei firmatari,lo comunichi ai redattori Zebbrone o Pasquale Lara tramite il contatta l’autore

Solo lui può.

Ma che, stiamo scherzando? Su questa perplessità ci torniamo dopo, con calma. Ora non c’e tempo e non è il momento, c’è altro da dire. Che Del Piero ha firmato. Eh sì. Qualcosa la dobbiamo pur scrivere, no? Osama, William e Kate. Berlusconi sia in campo (quello della politica) che fuori (quello del calcio), Mourinho, il Barca. Tutti temi di tutto rispetto, trattabili, ci mancherebbe, ma si scrive troppo e si pensa troppo poco alle parole da buttare sul foglio. Spesso ci si trova costretti a parlare di temi che ci vengono ossessivamente proposti senza criterio, a ruota libera, in ogni modo, in ogni luogo, in ogni tipo di salsa.

E invece io vi metto di fronte ad una bella storia d’amore, leale e duratura, che ha bisogno di essere monitorata ogni tot. di anni per andare avanti anche se i coniugi salterebbero volentieri questo passaggio noioso e asettico. Il bello è che siete liberi di leggermi, non vi costringe nessuno perché tanto il loro matrimonio va avanti anche senza le luci e gli occhi dei riflettori. Cominciamo dalla fine, col dire che ha messo la firma per compiere la maggiore età con la Juve, pianeta d’appartenenza,  come se fosse una seconda vita parallela perchè la prima la sta vivendo qui con noi e come noi, sul pianeta Terra. Una storia, quella con la Juve, ancora tutta da vivere se si pensa che gli anni compiuti sono appena appena diciotto, omettendo che, eppure, la vita del calciatore è relativamente breve e la maggiore età, con una stessa casacca, non la raggiunge quasi nessuno. Alex è già il top. Molti preferiscono cambiare aria e mondo, stupidi che hanno bisogno di girovagare per trovare stimoli e ne approfittano perché hanno la possibilità di farlo, come se la fortuna di giocare per un grande club non sia già un grande stimolo da mantenere sempre vivo come l’impegno costante nei confronti di quei tifosi che, ogni anno e in ogni partita e in ogni occasione, sono sempre lì ad incitare la squadra e il beniamino che, in qualche modo, rispecchia se stessi e a fare in modo che, almeno la loro componente, faccia bene il proprio dovere. Perché quello del tifoso, poi, diventa uno ‘spensierato’ dovere.

Chissà cosa passa per la testa di quel marziano di Del Piero che decide di legarsi alla Juve dagli albori di una carriera fatta di record, fame e soddisfazioni, sino all’epilogo della stessa, più bello del principio. Una noia mortale, una monotonia da manicomio: ogni giorno, sempre la solita solfa. Eppure è proprio la monotonia che ha migliorato Del Piero come uomo e lo ha fatto apprezzare a noi come bandiera: il fatto di essersi legato alla Juve con un legame inscindibile, fatto di alti e bassi, di periodi bui e di altri felici, di problemi, vicissitudini, gioie, dolori, soddisfazioni tutte da vivere con i ‘soliti’ 14 milioni di tifosi e più o meno le stesse facce che si sono alternate in 18 anni di storia juventina, in squadra e in dirigenza. Ne ha vissute tante, Del Piero, ha fatto con noi anche la serie B, anno nel quale avrebbe potuto benissimo pensare di andare altrove non per mancanza di stimoli ma per necessità di VINCERE. E invece, la sua vittoria è stata continuare a rendere felici i suoi tifosi, alimentando dentro di sé un altro stimolo che solo 4 suoi compagni di squadra che lo hanno seguito hanno compreso: tornare a vincere con la maglia che lo ha portato sul tetto del mondo, ripartendo dal Purgatorio della Serie B anche se si può parlare d’Inferno visti i punti di penalizzazione e la cessione dei pezzi pregiati della squadra.

Soltanto chi non ha paura di cadere nella banalità e nell’indifferenza della monotonia, nell’apatia o nella stanchezza della routine e sa andare avanti giocando sempre per la stessa maglia può dirsi un uomo completo, un atleta costante, un campione apprezzato.

Il rinnovo di Del Piero alla fine è una cosa normale, tanto scontata quanto necessaria. Ogni anno si parla troppo di questa faccenda che non ha nè capo nè coda, a dirla tutta; anche chi si è sempre mostrato ostile nei confronti del rinnovo di Del Piero oggi direbbe che è stata la scelta giusta non perchè la Juve ha bisogno ancora di Del Piero in campo (questi sono pareri, relativi, sui quali si può discutere per ore) ma perchè vedere la Juve senza Del Piero non è la stessa cosa. Ormai è abitudine vedere Pinturicchio nella Juve e nessuno immaginerebbe il nuovo stadio senza almeno un gol di Alex . La verità è che nessuno ha mai pensato veramente ad una Juve senza Alex e ad un suo addio imminente. Quindi di cosa stiamo parlando? Ma che, stiamo scherzando? I numeri, ovvero 674 presenze e 283 reti senza mai stancarsi, parlano da soli.

In questa vicenda, l’altro coniuge si chiama Andrea Agnelli perché i matrimoni si fanno in due. Stefano Del Piero al massimo ha fatto da maggiordomo. Non sapremo mai se Andrea Agnelli si sia realmente alterato alla notizia che Del Piero, qualche mese fa, aveva dichiarato di esser disposto a firmare anche in bianco, azione colta dai più maliziosi come una mossa strategica da parte del Capitano che ha esposto il presidente a serie figure barbine in caso di non rinnovo e costringendolo, in un certo senso, a firmare l’ultimo contratto mantenendo  termini economici comunque decenti. E invece il misero milione e mezzo (dipende dai punti di vista, ma se lo paragonassimo con i campioni o le bandiere di suo pari livello, invece che con giocatori di serie C…) che Alex percepirà da qui sino alla fine del prossimo anno dimostra il contrario: dimostra che la volontà di fare un altro anno c’era, da ambo le parti; dimostra che il sacrifico del capitano è un vantaggio per la Juve che potrà approfittare (sì, approfittare!) ancora del suo contributo in campo, dimostra che le TV hanno parlato, ancora una volta, tanto…
Il senso d’appartenenza, forse, è ancora di casa. Appartiene ad entrambi ma ad Alex appartiene di diritto. È il migliore. ANCORA LUI. Questione di routine e d’abitudine.

eldavidinho94

La controinformazione contro i cortocircuiti !

 

Questo articolo non nasce per caso, o meglio, l’introduzione non nasce per caso. Prendo spunto dalla presentazione di un libro che ho sentito nominare in radio qualche giorno fa dal titolo ‘Cortocircuito’ che parla di casi di errori giudiziari, come un fenomeno reale e in forte crescita nelle aule dei tribunali italiani. Tantissima gente di vari settori è vittima di frequenti errori, omissioni o banali equivoci con conseguenze però tragiche per le loro vite: nella maggior parte dei casi, per la lentezza della burocrazia italiana, saranno costretti a un calvario di anni o addirittura decenni alla fine del quale in molti casi saranno riconosciuti innocenti. In questo libro sono raccontate le storie di alcune di queste persone, vicende spesso drammatiche, a volte tanto assurde da apparire grottesche. Una testimonianza sulla mala giustizia attraverso le storie di personaggi, noti e meno noti, che l’hanno vissuta sulla propria pelle. Il titolo del libro però è lo spunto più interessante, sì, proprio il titolo.Appena ho fatto mente locale sul significato del titolo non ho potuto non confrontare rapidamente, nella mia mente, le vicende raccolte in questo libro con quelle che noi seguiamo da due anni a questa parte sul tema di Calciopoli, a cominciare dalle sedi sportive del 2006, continuando per quelle in cui ha dovuto rispondere Moggi (Tribunale di Lecce per Lecce-Juve, di Reggio Calabria per il caso Paparesta, Tribunale di Torino per il processo delle plusvalenze), il processo GEA in corso a Roma e quello penale in via di conclusione (si spera) a Napoli, venendo alla conclusione più cruda. Cioè che siamo alla frutta. Un processo penale del genere non lo ricorda nessuno negli archivi di una storia giuridica pluricentenaria. La Casoria, ricusata per ben due volte (la prima nel 2009, senza successo per i fautori della ricusazione) al processo di Napoli non ha pace e, anomalia della Giustizia italiana, in questi giorni ha subito un vero e proprio attacco dall’accusa, nel tipico gioco della parti. E dovrebbe far scalpore il fatto che a chiedere la sua ricusazione sia stata l’accusa che sino ad oggi ha fatto sfilare solo suoi testimoni. Una resa non ufficiale?Infatti la Casoria non solo deve attendere la decisione della Corte d’Appello di Napoli che il 20 maggio è chiamata a decidere sulla richiesta di ricusazione dei pm anche loro testi contro la Casoria ma ha subito anche la decisione del Csm (l’udienza presso la commissione disciplinare che è stata tenuta dal dott. Renato FINOCCHI GHERSI, sostituto procuratore generale presso la Corte Suprema di Cassazione) che ha deciso di censurare la giudice Casoria per il linguaggio scurrile utilizzato con i propri colleghi anche se l’ha assolta dalle accuse più gravi. Eppure, nonostante la censura, in questa udienza la Casoria non ha mancato di dire la propria su come NON vada veramente la giustizia, tutte le incongruenze ed i sospetti emersi sino ad oggi. Diremmo oggi, una fortuna che sia stata convocata dal Csm (anche se, probabilmente, gli costerà buona parte di onorata carriera) perché ha detto cose che, altrimenti, nessuno avrebbe avuto occasione di dire. In ogni caso, questo è stato un vero e proprio atto d’accusa. La Casoria ha dato il meglio di se stessa e, a suo dire, lo strapotere dei PM, quello dell’indipendenza della Magistratura e quello del procuratore della repubblica, GIANDOMENICO LEPORE (che terrebbe sotto schiaffo il presidente del tribunale, ALEMI, tanto da averlo costretto a convincere la Casoria ad astenersi dal tenere il processo penale), rappresentano un ostacolo. E noi ne sappiamo qualcosa: sappiamo come il PM Narducci si stia basando su prove inconsistenti come il teorema delle sim svizzere e la filastrocca del Paparesta chiuso nello spogliatoio a Reggio e, secondo il Narducci, punito dal sistema. Eppure Paparesta sarebbe tornato, stando alle carte, dopo due sole settimane, ad arbitrare in Uefa e poi direttamente in serie A! Altro che esilio e stop forzato! Le inesattezze del Narducci sono un altro intoppo per il processo.La palese ostilità delle due giudici al latere Pandolfi e Gualtieri, della dott.ssa CATENA e di GAETANO DI GIURO è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha costretto la dott. Casoria a chiedere il trasferimento alla Prima sezione civile del Tribunale di Napoli, lontana da intrighi. Da gelosie, da persone pericolose per il prosieguo della sua carriera. Che Calciopoli fosse qualcosa di losco lo si era già capito ma che si potesse riscrivere la storia della Giustizia ordinaria con questi RARI episodi non poteva prevederlo nessuno. Mafia calcistica. La Casoria ha comunque deciso di portare a termine il processo, avendo ricevuto il “nulla osta” per farlo, ma nulla sarà più come prima: lavorare da estranei in casa propria non fa piacere a nessuno e non mette sicuramente la Casoria nei panni di svolgere il proprio lavoro in tutta tranquillità. Tra l’altro se dovesse essere ricusata il 20 Maggio, il processo sarebbe destinato a ripartire con grossi rischi di prescrizione e prolungamento forzato dei tempi dei processi. Moggi ha detto di non volere alcuna prescrizione e non la vogliamo neanche noi visto come si stanno mettendo le cose.Eppure, la Casoria è solo un esempio per dimostrare come, non solo in questo processo ma anche nel corso dei lavori, tante cose non siano andate per il verso giusto e continuano a non andare come dovrebbero.Che dire della Figc che ha deciso una norma ad hoc per la radiazione di Moggi, Giraudo, Mazzini e altri personaggi minori? Istituendo un proce­dimento vero e proprio, insito di proces­so e fase dibattimentale da svolgere davanti alla Disci­plinare? Insomma, intoppi su intoppi, sempre sul più bello, come se qualcuno guastasse la festa in anticipo. E che dire, ancora, del PM Beatrice che, secondo la Presidente Casoria, addirittura si era lamentato perchè faceva cominciare il processo troppo in fretta? Il bello poi viene quando finalmente fa notare che, comportamento anomalo dei PM di questo processo, li vede renitenti a fare la requisitoria, chiamando a testimoniare, tanto per cambiare, Nucini che si è squalificato da solo come teste per le sue rivelazioni inutili e prive di fondamento. E delle telefonate tra il presidente dell’Inter, Facchetti, e il designatore arbitrale Pairetto che sono scomparse? Ci sono i numeri sul brogliaccio manuale e originale, ma i file audio sono vuoti, misteriosamente. Per non parlare del famoso Memoriale Facchetti, tanto agognato dall’accusa e subito messo da parte per la sua inconsistenza. Altro intoppo, altra perdita di tempo. Nell’udienza del 19 Aprile, in quel di Napoli, addirittura i PM  hanno chiesto, nell’ultima udienza prima dell’apertura della fase dibattimentale (praticamente agli sgoccioli), di acquisire altro materiale riguardante i tabulati dei contatti delle schede svizzere, la rassegna stampa di alcune delle gare sotto indagine (con tanto di commenti dei tifosi laziali, assolutamente inopportuni in un processo) e le sentenze del processo Gea! Altro tentato cortocircuito.Il famigerato fascicolo o modello 45, infine, è destinato a diventare il simbolo di questo procedimento chiamato Calciopoli che prima ha emesso le sentenze e poi ha cominciato ad indagare sui suoi protagonisti. Vicenda assurda, a tratti interessante da seguire, in altri così deprimente da far cadere le braccia. In pratica questo fascicolo dovrebbe contenere i colloqui che Nucini ha tenuto presso Ilda Bocassini, PM del Tribunale di Milano.Il dilemma però è che l’incontro con la Boccassini pare sia del 2003 e nell’udienza datata 15 Marzo 2011 Nucini ha dichiarato di aver parlato di calcio e di Casarin intervenuto a Tele Lombardia, minimizzando. La volta precedente, però, nell’udienza datata 26 Maggio 2009 ha confessato di aver discusso col PM milanese delle confidenze fatte a Facchetti e non semplicemente di calcio, sollecitato da un uomo vicino proprio all’ambiente interista (che, pare, abbia, in questo modo, violato la clausola compromissoria). Il problema è che Casarin è andato a Tele Lombardia nel 2004, non nel 2003 e la mia fonte (Ricchiuti) è fonte certa.  Ora ci si domanda se il colloquio tra Bocassini e Nucini è avvenuto realmente nel 2003…Insomma, Calciopoli un processo mediatico (e aggiungerei io, non se ne è parlato neanche tanto in TV… figuriamoci) e giacobino, se lo ha detto persino Lotito…Tanti i cortocircuiti, tanti gli interrogativi (come è giusto che sia) ma troppe le difficoltà a procedere spediti a sentenza. Tante noie stanno trasformando questo processo in un calvario. Il problema è che molte noie sono pure inutili …

L’ impressione è che Calciopoli sia un grande CORTOCIRCUITO, forse troppo grande da riuscire a sbrogliare .

Eldavidinho94

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