Nel segno della fatica, del sudore e del mercato/1.

articolo 4

di Davide Peschechera

Si riparte. Con la gran solita mole di lavoro, con qualche novità tecnologica nella preparazione fisica, con qualche bella conferma che dimostra l’affiatamento dello staff di Conte e principalmente col mercato in entrata. Argomenti come il mercato in uscita e le novità tattiche di questa Juve li trattiamo nel prossimo articolo. Facciamo il punto della situazione. Tante ripetute da 20 metri, scatti a non finire, allunghi, lavoro fisico in campo e in palestra, nel pomeriggio lavoro tattico a porte chiuse, tipica partitella finale in famiglia. Così sino al 22 Luglio, giorno in cui terminerà il ritiro valdostano di Chatillon e si partirà alla volta della tournèe americana. Così, con questi ritmi massacranti e martellanti che tanto ci sono mancati in queste settimane di vacanza.

I tifosi al seguito della squadra hanno manifestato subito il proprio entusiasmo per i nuovi arrivati Tevez, Lorente e Ogbonna. Sulle tribune dei campi di allenamento, sino ad oggi, è sempre stato registrato il tutto esaurito, situazione questa che la società non aveva previsto. Il calore della gente viene ricambiato dalla disponibilità annunciata di Tevez a firmare autografi a non finire, come promesso nella conferenza di presentazione. L’estasi collettiva è a tratti davvero incontenibile, un fenomeno che non si verificava da tempo e che ha i tratti di un sogno, quello bianconero, inseguito da tutti i tifosi, accarezzato da vicino e respirato tra i monti valdostani. L’affetto dirompente dei tifosi e l’ambiente permeato di passione pura danno l’idea di come sia cresciuto a dismisura,  in questi ultimi due anni, l’effetto-Juve sui propri tifosi, da intendere come qualcosa di estremamente positivo ai fini della fiducia che si percepisce attorno alla squadra e al lavoro della società. Insomma, i tifosi sembrano approvare le strategie societarie e l’oculato lavoro tecnico, tattico, atletico e psicologico del mister

L’importanza dello staff di Conte, dicevamo, col tecnico che ragiona e vive in simbiosi con la sua squadra. Sintonia che, in questi giorni di ritiro, gli ha permesso di osservare “super partes” i propri giocatori in campo che si allenavano divisi con i suoi vari collaboratori (prima con i preparatori Sassi e Coratti e poi per la parte tecnica con Alessio, Carrera e Sandreani). Questo non ha di certo impedito ai giocatori di lavorare duro ed affrontare una partenza tosta. Tanto lavoro sull’alta intensità con e senza pallone e sedute di forza in palestra. Diversi giocatori ritengono le sedute di forza con Julio Tous uno dei valori aggiunti. Il preparatore spagnolo è uno specialista della forza eccentrica sviluppata attraverso i macchinari yo-yo. La Juventus negli ultimi due anni si è dimostrata la squadra che ha corso di più in Italia. Per ripetersi e migliorarsi l’unica soluzione è lavorare con intelligenza, non fermarsi e non essere mai appagati. L’asticella della fatica infatti è destinata a salire costantemente ancora per un paio di settimane visto il “Tour de Force” di amichevoli che aspetta la Juventus.

Regista, mente e braccio principale che dà garanzie ai suoi giocatori ed ai suoi collaboratori è naturalmente Antonio Conte che blinda al pubblico la prima ora di esercitazioni tattiche e grazie a un sofisticato software non si lascia scappare praticamente nulla di quello che succede sul campo. Poi ha varato l’uso delle telecamerine e del palo telescopico posizionato ai lati del campo, una torretta allungabile che immortala nei dettagli le prestazioni durante le esercitazioni. In particolare, quelle fisiche per verificare le posture dei giocatori. Altra novità tecnologica di questo ritiro è il sistema gps, una sorta di scatolettina elettronica di cui vengono dotati i giocatori e che immagazzina in tempo reale le prestazioni di ognuno di loro. Grazie alla tecnologia lo staff bilancia e personalizza il lavoro sull’alta intensità. La prevenzione degli infortuni, infine, è attuata attraverso le tecniche e gli esercizi del “recuperatore” Marco Luison e all’impiego sempre maggiore della terapia dell’acqua ghiacchiata per ridurre i traumi. Una metodologia di moda soprattutto in Germania che a Vinovo e in ritiro viene praticata quotidianamente. Alle due bacinelle situate nel percorso che porta agli spogliatoi quest’estate è stata aggiunta anche una nuova minipiscina.

Chi sta lavorando tanto in questa parte del ritiro è Carlos Tevez, il top player di cui tanto si è parlato negli ultimi 2 anni e che il presidente Agnelli aveva promesso alla tifoseria. Un investimento da 45 milioni di euro, tesoretto che Agnelli aveva già scelto di destinare, infatti, proprio ad un grosso nome. 12mln. al City, 16,5 netti di ingaggio in tre anni, 33 lordi. L’arrivo di Tevez, al quale Agnelli ha deciso di affidare anche la maglia numero 10, dimostrando che Del Piero non si può ricondurre ad un semplice numero e che prima dei calciatori viene la Juventus, aumenta l’appeal del campionato italiano ed è un’ottima mossa di marketing. Le famose parole di Galliani (“Non credo mi tradirà”), l’incontro davanti alle telecamere con Joorabchian e quello rimasto segreto per cercare di bloccare il giocatore, rimarranno solo flebili e ironici ricordi di una trattativa che ha visto vincere, alla fine, il terzo incomodo, Beppe Marotta. Ora, però, che è ufficiale anche la notizia dell’acquisto da parte del Manchester City di Jovetic, in molti si sono chiesti perchè i Citizens hanno venduto Tevez. Potrebbe essere fantamercato, non che allo sceicco Mansour manchino i soldi, però non è del tutto illogico ritenere che abbia costretto Marotta ad accelerare la trattativa e in pratica, sotto forma di bonus e prezzo scontato, a pagare 15mln, la metà di quelli che sono serviti per acquistare proprio  Jovetic, l’investimento principale che doveva essere fatto su un giovane di grandi prospettive e sicure qualità. In pratica, i più scettici, ritengono che i Citizens abbiano compiuto una grande operazione di mercato, costringendo Marotta a mollare il suo iniziale obiettivo. Solo il campo potrà dire chi ha avuto ragione.

Poi c’è quel Llorente, secondo spagnolo a vestire la maglia bianconera dopo Luis Del Sol, giunto gratis dal Bilbao e nel quale tutti rivedono le movenze e le caratteristiche di David Trezeguet, l’uomo dell’area di rigore. Al momento, la certezza è che altrove si sono spesi 25 milioni per un giocatore e mezzo (Icardi + metà Belfodil), sperando che Llorente diventi una certezza per questa Juventus anche in campo.

Infine lavorerà tanto con mister Conte anche l’ultimo arrivato, il cui ingaggio è stato discusso per l’alto costo dell’investimento. Angelo Ogbonna, pagato 13 mln. più 2 di bonus al Torino(facilmente acquisibili e per i quali il Torino, paradossalmente, dovrà tifare Juventus), secondo difensore più costoso nella storia della Juve dopo Thuram. Terzo Bonucci, quarto Andrade. Somma che Urbano Cairo investirà nell’acquisto delle azioni RCS. Ogbonna è un giocatore che, durante il ritiro estivo, Conte ha provato come vice-Bonucci ma che parte principalmente come mezzo sinistro e vice-Chiellini per il fisico imponente che si ritrova, la grande aggressività, l’attenzione, la lucicidità, la concentrazione. Ad esse abbina una buona velocità, uno spiccatissimo senso dell’anticipo, del pressing e capacità di lettura dell’azione anche se difetta, palla al piede, nella repentina verticalizzazione dell’azione, rifugiandosi spesso in passaggi comodi ed orizzontali e prendendosi poche responsabilità d’impostazione. Caratteristica, questa, che Conte sta cercando già di limare in questi giorni di ritiro. Elegante negli interventi difensivi, tempestivo e pulito ma restio nel seguire l’uomo nell’uno contro uno e nell’assorbire i movimenti degli attaccanti avversari senza palla.

In conferenza ha dimostrato di essere anche un ragazzo intelligente, declinando le polemiche sul razzismo, non strumentalizzandolo (“A questo punto meno se ne parla, meglio è. Non voglio dover enfatizzare un discorso di questo tipo. Dovrebbero farlo altri, a cominciare da voi“), e quelle sul suo recente passato granata, che puntualmente, i giornalisti vogliono innescare. Risposte, le sue, educate e dalle idee chiare, dicendo espressamente di voler essere considerato come un serio professionista nel calcio del ventunesimo secolo, impegnandosi al massimo per la squadra nella quale gioca. Poi le allusioni giornalistiche su un suo poco impiego alla Juve e il rischio del posto in Nazionale, alle quali il ragazzo ha risposto con la formula lavoro-consapevolezza-sudoe. Insomma, “Gobbona” ha già appiccicato addosso l’etichetta di traditore, più o meno come a Balzaretti, e dà ancora più fastidio il fatto che abbia dato l’impressione di fregarsene. Ogbonna ha confessato che non legge i giornali e non guarda la tv. Insomma, vive nel suo mondo, ai margini della popolarità. snobbando le interpretazioni giornalistiche della propria professione.

Insomma, Tutti e tre i nuovi arrivati pare che abbiano già capito che stagione a fari spenti, concretezza, rapidità, squadra, lavoro, collettivo, impegno, quantità e qualità sono le armi per rivincere lo Scudetto e tentare l’assalto alla Champions. Alla prossima con la seconda parte dell’articolo.

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  1. Alessandro magno

    ho visto un conte con un fisico da giocatore e con un mr cosi è dura.

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