Sondaggio di fine stagione

Scritto da Cinzia Fresia

1) Un anno orribilis in tutti i sensi, inquinato da vicende extra campo in attesa di risoluzione, con un provvedimento di legge che impedisce di effettuare penalizzazioni in campionato in corso, non ci sentiamo presi in giro?

2) Alexander Ceferin, fustigatore della Juventus e titolare di un’insulsa quanto iniqua vendetta, (la testa di Andrea Agnelli l’ha avuta), rivendica un diritto che non può esercitare poiché la libera concorrenza esiste. L’uscita dalla super lega oltre a sancire il potere dell’Uefa sul calcio metterà le cose a posto?

3) Una Juventus sempre spaccata su nuove prospettive, una dirigenza lontana dai tifosi, è giunta l’ora per la cessione?

4) Massimiliano Allegri, un tecnico al viale del tramonto, dai metodi obsoleti, che non accetta responsabilità e che insulta i giocatori. Perché tenerlo?

5) un calcio mercato effettuato tra cessioni e acquisizioni di scarti di altri, ma è così redditizio non investire e preferire i settimi posti?

6) Tifoseria irrimediabilmente divisa chi secondo te potrebbe avere l’influenza per ricomporla?

7) Giuntoli l’uomo giusto per la Juventus?

8) Ma perché la Juventus non ha ricorso al TAR per bloccare questo Campionato fasullo? Quanto ti da fastidio il non volersi difendere nelle giuste sedi?

9) l’uscita dalla super lega, equivale ad una sconfitta?

10) Tre squadre italiane, tre finali perse .. e’ tempo di cambiare che cosa? Insegnanti, metodi, allenatori?

  1. TV E GIORNALI PER GRAVINA

    Pubblicità su un quotidiano sportivo forse due e tv a pagamento corredate dalle grandi finali di Champions dei nerobleau, la sua squadra del cuore, in videocassetta… nelle altre 6 cassette vergini potrete registrare tutta Premier League e i 9 scudetti consecutivi della Juve pari a 3284 giorni consecutivi.

  2. ER SOLA

    Il Mou aveva detto che lasciava il “Uefa FootballBoard”.

    Bugiardo, falso come sempre…t’hanno cacciato.

    La finale di Europa League tra Roma e Siviglia ha lasciato strascichi. Al termine della partita, il tecnico dei giallorossi José Mourinho paleso all’arbitro il suo malcontento per la conduzione della gara.
    Alle proteste dell’allenatore è seguita una maxi squalifica di ben 4 giornate, notizia che il portoghese non ha preso bene.

    “Mourinho mandato via dall’Uefa Football Board”
    Mourinho infatti, appresa la notizia dei 4 turni di stop, ha pubblicato una lettera in cui ha dato addio all’Uefa Football Board, organo costituito da Zvonimir Boban, capo del calcio Uefa, volto a presentare idee e suggerimenti su come migliorare del mondo del calcio tramite nuove leggi.
    Un board nel quale sono presenti, tra gli altri, allenatori come Carlo Ancelotti, Rafa Benítez, Ronald Koeman o il ct del Portogallo Roberto Martínez, ma anche leggende del mondo del calcio quali Patrick Vieira, Luis Figo e Zinedine Zidane.
    Stando a quanto riportato dal Mundo Deportivo, però, le cose sarebbero andate diversamente.
    Il quotidiano spagnolo rilancia la notizia che in realtà la Uefa aveva già preso in precedenza la decisione di non contare più sul portoghese, e quindi di escluderlo, dopo quanto accaduto a seguito della finale di Europa League.
    In particolare non è piaciuto il comportamento in conferenza stampa nel post gara, ma anche e soprattutto l’atteggiamento tenuto nei confronti del presidente degli arbitri Roberto Rosetti e della squadra arbitrale guidata dall’inglese Anthony Taylor nel parcheggio dello stesso stadio.
    Secondo il Mundo Deportivo, dunque, l’addio di Mourinho sarebbe arrivato in ritardo, poiché la Uega aveva già deciso di escluderlo dall’organo consultivo.

  3. Certo che se fosse vero che ad Allegri gli hanno proposto un contratto triennali quasi di 100mln e lui rifiuta bisogna rivalutare quanto meno l’uomo.

  4. CALCIO & FINANZA
    (dal web)

    Da Agnelli a Paratici, cade l’accusa di fatture inesistenti per gli ex vertici Juve
    Chiesta l’archiviazione anche per i sindaci della società su manovra stipendi, side letter e sulla famosa carta segreta da 19 milioni di euro di Ronaldo.

    «Tutto questo ambaradan non ci è mai stato comunicato. Se l’avessimo saputo, ci saremmo agitati non male. Sono scosso e arrabbiato» . Non sapevano nulla i tre ex “ sindaci” della Juventus, della manovra stipendi, delle side letter, o della famosa carta segreta da 19 milioni di euro di Ronaldo.
    Lo riporta l’edizione torinese de La Repubblica.

    Così l’ex presidente del collegio sindacale Paolo Piccatti aveva espresso il suo stupore ai pm: «Quando abbiamo letto sugli atti di questo fascicolo delle chat e delle scritture, ci siamo sorpresi e arrabbiati». Tutti e tre si erano dichiarati all’oscuro delle operazioni di asserito risparmio e conseguente restituzione degli stipendi dei calciatori: «Avessimo avuto anche solo sentore di queste cose, avremmo sicuramente approfondito» aveva spiegato Nicoletta Paracchini.

    «Mai visto nulla, non siamo stati informati né del contenuto, nè di tutta l’architettura contrattuale» aveva aggiunto Paracchini a proposito delle sottoscrizioni con 17 calciatori. Manovre che «nei cda avrebbero dovuto emergere, sicuramente l’informativa dovevano darla». Sulla base di queste dichiarazioni la procura ha chiesto e ottenuto l’archiviazione per i tre ex componenti del collegio sindacale.

    «Nè dai documenti in sequestro, come le mail, nè dalle intercettazioni, è emerso il minimo coinvolgimento dei sindaci nelle condotte illecite descritte con riguardo alla seconda manovra stipendi è emersa chiaramente la volontà dei dirigenti juventini di non rendere pubblico alcunché in ordine alle trattative con i giocatori», scrivono i pm.

    Non vi sono elementi quindi «per addebitare al collegio il “ segmento” di falso in bilancio che deriva dalle manovre stipendi, operazioni “correttive” addebitabili all’organo amministrativo della società». Per le plusvalenze il richiamo è al revisore esterno, la Ernst & Young. La richiesta di archiviazione è però duplice. È stata fatta anche per gli ex vertici della Juve, Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola e Stefano Cerrato.

    A cadere è l’accusa di “emissione di fatture per operazioni inesistenti” con riguardo alle «operazioni foriere di plusvalenze fittizie».
    La procura motiva così: «È emersa la finalità prevalentemente bilancistica e non fiscale delle operazioni di scambio contestate. Queste operazioni risultano neutre, “a somma zero”, sotto il profilo finanziario, tese solo a consentire di registrare un ricavo immediato, spalmando i costi negli anni successivi».
    E allora «anche ritenendo artificiali i valori contrattuali, la Juventus non ha avuto alcun concreto vantaggio fiscale da queste operazioni».

  5. Cioè.. anche Chiesa al matrimonio di Bastoni canta i cori antijuve? La stupidità non ha limiti…

  6. “La domanda è meno ingenua di quanto sembri, visto che la strada imboccata da Zhang è senza uscita. Infatti, non solo Oaktree ha finanziato Suning con 275 milioni di euro, ma – come ha riportato calciomercato.com, riprendendo il sempre autorevole Calcio e Finanza – è anche tra i sottoscrittori del bond da 415 milioni di euro, emesso dalla società nerazzurra nel gennaio di un anno fa. Suning, è evidente a tutti, non ha più la possibilità di governare l’inter e sta mettendo in difficoltà il management e la squadra, costretti ad affrontare al buio il futuro. Il paradosso è che chiunque arrivi al posto di Zhang, fosse anche il fondo Oaktree, che prenderebbe il club solo in caso di mancata restituzione del debito, non potrebbe fare molto meglio. Perché oggi l’inter è una macchina che produce solo debiti. Ma proprio per questo proseguire con Suning non avrebbe senso. Perciò Zhang deve cedere la società al miglior offerente che, per un club come l’inter, certamente ci sarebbe. Il passo non può essere più rinviato. Pena lo smembramento della squadra, la cessione dei calciatori migliori e un mercato a zero. E’ probabile che il ridimensionamento sia un passaggio obbligatorio per tanti club. Ma l’emorraggia, non solo della fiducia, va bloccata subito.”

  7. Chiedo scusa. Sembra un video fake. Riguardo a Chiesa intendo…

    • Nota di Fali Ramadani, agente Federico Chiesa: “In merito alle indiscrezioni uscite negli ultimi giorni riguardo il futuro di Federico Chiesa, Fali Ramadani, agente del giocatore, smentisce le voci circa una richiesta di otto milioni di euro avanzata dal giocatore per sottoscrivere il rinnovo del contratto con la Juventus FC. Chiarisce inoltre che il calciatore non era presente al matrimonio del compagno di Nazionale Alessandro Bastoni”.

  8. Fabio Capello: “Il Milan grazie all’ottimo lavoro di Maldini e Massara, oltre che di Pioli, ha anticipato i tempi. L’inter purtroppo si trova in una posizione difficile per gli ingaggi spropositati e una realtà societaria complicata. È costretta a vendere ogni anno pezzi importanti. Non dovrebbe”, sottolinea l’ex allenatore.

  9. CEFERIN BELL’AMICO
    (Italo Cucci)

    Mi chiamò Carlo Tavecchio. Emozionato. «Ce l’ho fatta! Ceferin è presidente dell’Uefa! E lo deve a me. A noi. Se e quando avremo bisogno ci parerà il culo». Carlo era così. Pieno di metafore. E, nonostante Ceferin, gli ho voluto bene. Era il 14 settembre 2016 e allora lo sloveno non era nella mia agenda. C’era invece alla riconferma, nel 2019, e Carlo era sceso dall’albero federale assieme a Opti Pobà lasciandomi privo di notizie rispetto ai vantaggi che l’avvocato di Lubiana avrebbe dovuto fornirci. Ricordai quell’attacco durissimo che gli aveva portato – alla vigilia della nomina del 2016 – il quotidiano sloveno Prava: è stato riportato a galla la primavera scorsa ma inutilmente. Ceferin è stato rieletto trionfalmente fino al 2027. Credo che mi metterò a cercare a chi – fra i grandi elettori – ha parato il culo. Chez nous, accolto come uno spirito eletto dispensatore di giustizia, ha cominciato affrontando con rabbia la Juventus della Superlega. Poi si è rivelato come il peggior nemico fino all’altra sera, con la scandalosa esibizione di studiata impotenza ai danni dell’Italia.

    Il pasticcio di Francia-Italia
    Mi chiamano e mi scrivono per dirmi “visto cosa succede senza la Var che odi?”. Lascio la sentenza agli esperti del giornale, ma per me la Var non c’entra.
    C’entra eccome la tecnologia di porta (goal-line technology) che il 5 luglio 2012 l’IFAB ha approvato – usando i termini GoalRef e l’Hawk-Eye – seguita anche dalla FIFA.
    In Serie A fu introdotta dalla stagione 2015-16 durante il Trofeo TIM estivo, ospitato al Mapei Stadium di Reggio Emilia, e utilizzata negli Europei di calcio 2016 in Francia. Per quel che può contare, con mia soddisfazione.
    La invocavo dai tempi del Processo di Biscardi. L’altra sera no, se l’erano scordata, tant’è che ieri, dopo lo scandalo, hanno riflettuto se dai quarti ripristinarla – vecchia cara goal line – per garantire un finale decoroso al torneo. Non alla carriera di Roberto Rosetti che dirige la Commissione Arbitrale UEFA. E per l’occasione non c’era. E se c’era dormiva. Era forse questo uno dei vantaggi che avremmo acquisito sostenendo Ceferin? Un commissario italiano Umma Umma? Mi fermo qui. Accolgo solo l’invito di un lettore che propone di trasferire a Rosetti i quattro turni di squalifica inflitti a Mourinho. Seppoffà. Tuttavia preferirei mandarlo in pensione.

  10. SEZIONI NOTIZIE
    (Sportitalia)

    Un mercato di figli di.
    I soldi arabi e americani stanno stravolgendo tutto. La Superlega avrebbe frenato queste follie. Frattesi non sei Modric

    C’è una geopolitica che sta sconvolgendo il calcio. Potentati americani (mondiali 2026) e soprattutto arabi (mondiali 2030 o 34) sono diventati i nuovi padroni con un’escalation a suon di miliardi. Questo sta infatti diventando un mercato folle, qualcosa che non si era mai visto a simili livelli. Ci piacerebbe riaprire il discorso sulla Superlega. Il calcio forte, quello che conta (e che spende) oggi è caratterizzato da un nome, anzi da una sigla, apparentemente ridicola, quasi uno sfiato. Si chiama Pif (Public Investment Fund) ed è un fondo sovrano arabo.
    Possiede quattro club in Arabia Saudita, il Newcastle e ha partecipazioni anche nel Chelsea. Da questo voleva difendersi il resto del calcio con una Superlega presentata malissimo. Impossibile non accorgersi del clamoroso conflitto di interessi. Giocatori come Benzema vengono acquistati a cifre folli (200 milioni di ingaggio netti a stagione).
    Messi ha ricevuto un’offerta addirittura del doppio (400 milioni), ma ha rinunciato per volere della compagna, preferendo accasarsi a Miami (altra piazza folle).
    In ogni caso l’argentino ha sottoscritto un contrattino da 20 milioni per le sue prestazioni sui social. A patto di parlar bene dell’Arabia. Il calcio è ormai sommerso da questa ondata di petrodollari e non esiste alcuna possibilità di controllare un simile movimento. Alzi la mano chi non giudica esagerati gli 80 milioni per Tonali.

    Ben vengano per il Milan che potrà impostare un mercato vantaggioso, ma sono lontanissimi i tempi in cui l’Italia era il campionato più affascinante (per i prossimi diritti, l’offerta non arriva nemmeno a 600 milioni). Però una differenza esiste: nessuno ha mai pensato di inserire il divieto, fra le postille contrattuali, di libertà di idee sui diritti umani o libertà di qualsiasi accenno critico verso il Paese in cui si andrà a giocare. Siamo sicuri che sia corretto abituarsi a tanto? Intanto, fra dispetti, colpi a sorpresa e piccole rivoluzioni, anche la campagna acquisti delle nostre squadre procede spedita con qualche giovane promessa o scoperte affidate all’algoritmo. Il figlio di Weah verso la Juve, il figlio di Thuram, a sorpresa, verso l’inter mentre si pensava dovesse arrivare sull’altra sponda milanese. Ma le idee non sono chiarissime ovunque. Nonostante la tracotante e narcisistica presenza di de Laurentiis, il Napoli non si illumina di immenso. Anzi, le voci di un clamoroso passaggio di Osimhen al PSG si infittiscono con la clamorosa cifra che accompagnerebbe la trattativa: 180 milioni. Lo stesso valore di mercato di Mbappè. Il presidente del Napoli ha abituato tutti a ragionare sui fatti e se dovesse incassare una cifra simile sicuramente potrebbe chiudere in attivo la campagna acquisti rinforzando ulteriormente la squadra da mettere a disposizione di Garcia. Il tecnico francese ha un compito pazzesco: provare a vincere la Champions. È stato ingaggiato per le sue esperienze a livello internazionale e per la sua capacità di gestire grandi campioni. Del trio storico a strisce del nostro movimento calcistico, quella più in salute economica è il Milan. Pioli dovrà gestire tutto dopo la partenza di due capitani: Maldini e Tonali. Non sarà facile. Le prospettive per far bene in casa rossonera ci sono, ma è soprattutto il quadro delle partenze che determinerà la nuova conformazione. Solo dopo si potrà pensare ad una autentica rifondazione. Eppure, appena due anni fa il Milan vinceva uno scudetto. Il calcio non si ferma mai e soprattutto non permette a nessuno di guardare al passato. Sul fronte inter si cercano miglioramenti in difesa a centrocampo e in attacco. Le partenza di Onana, Brozovic e Gosens potranno garantire un centinaio di milioni nelle casse nerazzurre. Anche qui un’ottima base di partenza pur tenendo conto di una situazione debitoria non certo rosea. Sia Milan che inter, insieme alla Juve tentano l’assalto a Frattesi che si è adeguato benissimo alla follia del momento: poco gradevoli l’atteggiamento del procuratore e le parole di un giocatore ventitrenne che sottolinea di aspettare l’offerta migliore per cambiare squadra. Signori calma: parliamo di Frattesi, non di Modric.
    Paolo De Paola

    • Su Frattesi occorre fare ragionamenti un po’ più mirati, non è Modric e va bene, ma non facciamo come la volpe e l’uva, ora che non riusciremo a prenderlo e iniziamo a dire che poi vabbè non era così forte.
      Anche Barella non era certo Modric, poi però oltre a correre come un ossesso ha imparato anche a giocare a pallone. Abbiamo in casa Rovella, pagato 18 mil + vari bonus quando ancora nessuno lo conosceva bene, ad oggi i 18 milioni paiono congrui (a patto che adesso non lo spediamo da sarri in cambio del serbo lento da mettere in bacheca insieme a pogba…).

      Frattesi è un centrocampista che corre come un forsennato, da area ad area, non è modric, certo, però sa inserirsi bene e segnare dei gol e il dubbio che prende chiunque lo vede giocare adesso è: e se questo inizia a giocare anche a pallone? Era il dubbio anche su barella, capace solo di correre e fare l’incontrista al cagliari, oggi è un po’ diverso, come ben sapete.
      Lo stesso Rovella sta facendo passi da gigante in avanti a dimostrare che quei soldi li valeva.
      Frattesi va valutato sulle potenzialità da qui in avanti: se inizia anche a giocare a pallone, diventa un giocatore da alto livello. Ed è italiano.
      Per dire, vedo molto più corretto un investimento su Frattesi piuttosto che fare rimanere un ultimo anno ancora Rabiot pagando 14 milioni lordi solo ed unicamente per accontentare allegri. La programmazione nel rinnovo annuale non c’è e non ha senso, e lo fanno solo perchè l’ha chiesto allegri.
      Poi se loro giudicano il prezzo di Frattesi troppo alto è perchè si muovono solo alla fine quando ci sono pure altre squadre, tue competitor peraltro, interessate.

      • Remo
        La storia della volpe e l’uva la facevamo tanto tempo fa sul blog di de paola…ora mettere in dubbio anche le potenzialità, già affermate, do Rabiot credo sia una bestemmia.
        L’attuale De Paola non ha detto/scritto che Frattesi è una pippa ma ha semplicemente detto/scritto che non è Modric…35 anni mi sembra un giovincello per come corre e resiste in ogni angolo del campo.

  11. Vorrei ricordare che sono ufficialmente scaduti i 6 mesi di proroga chiesti dalla Procura sull’inchiesta Osimhen.

    Siamo sempre in attesa che la veloce ed efficientissima giustizia sportiva si pronunci in merito.

  12. I napoletani sono spettacolari, vedono negli altri tutti i difetti e soprattutto gli illeciti anche se hanno bevuto acqua fuori luogo, mentre loro che non rispettano alcuna norma ( in strada non esiste chi ha le cinture o i caschi sulle moto e non rispettano alcun semaforo) in generale, ed addirittura dicono alla luce del sole come faceva un drogato seriale come faceva ad evadere l’antidoping. Agli altri dovrebbero poi togliere gli scudetti che hanno perso in poltrona, mentre a loro non dovrebbero toccare quelli veramente illeciti vinti da Maradona e compagnia.
    Ancora oggi l’emerito avvocato Grassani ( principe del foro degli aspetti sportivi di questa min…a) continua a blaterare che la Juve è stata graziata per quanto fatto. Ed intanto il caso Osimehen va in prescrizione.

  13. Non riesco a mettere su una pagina del “mattino” di qualche anno addietro, dove alla luce del sole Ferlaino dichiarava come faceva Maradona ad evadere i controlli antidoping.
    Mi domando, anche se a distanza di 30 anni, se una cosa del genere fosse successa a qualche calciatore della Juve, se non si fossero attivati tutti i perbenisti di questa farlocca giustizia sportiva per toglierci non solo quei 2 scudetti in cui il calciatore ( nella fattispecie Maradona) avesse vinto.

  14. FIGLI DI TUTTANA

    Avete scritto tutto e di più sulla Juve indagata, plusvalenze, dimissioni della dirigenza e soprattutto del Presidente, di Ronaldo “chiavatore d’America”, Suarez e il compito in classe, debiti e quant’altro…prime pagine dedicate anche al matrimonio di Bastoni con Federico che saltava in Chiesa…e ora nemmeno un trafiletto dell’anima de li mejo mortacci vostra che non era vero tutto quello che voi maiali avevato divulgato per sotterrare la Juve?
    Porci, voi, Gravina e pure Ceferin.

  15. Taroccatori di professione

    Ferlaino: “Così Maradona dribblava l’antidoping”

    Una pompetta nascosta nel pantalone della tuta contenente urina di un
    compagno di squadra. E l’obbligo di restare “pulito” dal giovedì alla
    domenica. Così l’ex capitano del Napoli dei due scudetti, Diego Armando
    Maradona sarebbe riuscito ad evitare i controlli antidoping quando
    assumeva cocaina. Sono le rivelazioni fatte dall’ex presidente del Napoli, Corrado Ferlaino, che in una intervista al quotidiano “Il Mattino”.
    […]
    Ferlaino spiega che Maradona ritiene lui un “nemico”. “Diego mi attacca
    sempre – dice l’ex patron azzurro. Eppure io l’ho salvato decine di volte, con l’antidoping soprattutto: dalla domenica al mercoledì sera, Maradona, come qualsiasi altro calciatore del Napoli, soprattutto i giovani, era libero di fare quel che voleva, ma il giovedì doveva essere pulito, non so se mi spiego.Del resto basta non assumere cocaina per un certo periodo di tempo perché questa non risulti alle analisi del dopo partita. Moggi e Carmando chiedevano a giocatori se erano a posto, allora non sapevo cosa accadeva, però qualche anno dopo sono venuto a conoscenza che si adottava un trucco: se qualcuno era a rischio gli si dava una pompetta contenente l’urina di un altro, l’interessato se la nascondeva nei pantaloni della tuta e quando entrava nella stanza dell’antidoping, invece di fare il suo “bisognino” versava nel contenitore delle analisi urina pulita del compagno”. Ferlaino spiega che nonostante il presunto trucco adottato “Diego nel 1991 fu trovato positivo all’antidoping”. “Moggi gli aveva chiesto – dice l’ex presidente del Napoli – se era in condizione: lui rispose di sì, che andava tutto bene. Il fatto è che i cocainomani mentono a se stessi. Mi chiamò Nizzola e mi dette in via confidenziale la notizia, ma fu troppo tardi”.

    A supporto delle sue rivelazioni, Ferlaino racconta alcuni inediti
    particolari della festa per il secondo scudetto spiegano che dovette
    inventarsi qualcosa “per fare in modo che non vi fossero estranei”. “Feci arrivare un bus fino negli spogliatoi con le mogli dei calciatori già a bordo. Non volevo altri neppure i consiglieri del Napoli. Il bus si diresse a Pozzuoli dove furono imbarcati tutti su un traghetto
    festeggiando in navigazione: facemmo baldoria, ci ubriacammo ma non volevo che la festa fosse macchiata dalla droga”.

    Una pagina vergognosa del calcio italiano come quella degli “onesti” falsificatori di passaporti, che con i loro predicatori alienati dal pulpito di un moralismo ipocrita e bacchettone ostentano la loro ossessionante carica di antijuvenità col conforto delle rimini.sce(me)nze di un sagrestano psicotico.

  16. IMPUNITI PERCHÉ SALVATI DALLA PRESCRIZIONE
    (Tuttosport)

    Calciopoli, Palazzi: l’inter 2006 meritava la B, non lo scudetto
    Le parole con cui il Procuratore Federale inchiodava Moratti, Facchetti e la società nerazzurra al reato di illecito sportivo: impuniti perché salvati dalla prescrizione.

    (Articolo del 5 luglio 2011 a firma di Alvaro Moretti)

    Per Palazzi Calciopoli è «colpevoli tutti», anche Moratti e Facchetti, anche l’inter; più di quanto sanzionato nel 2006 anche il Milan di Meani. Colpevole di illecito sportivo grave l’inter, avrebbe rischiato la prevista retrocessione all’ultimo posto in classifica (altro che scudetto degli onesti) e la B fosse finita con Juve, Milan, Lazio e Fiorentina nel calderone processo del 2006.

    Calciopoli, l’inter doveva andare in Serie B.
    Salvata dalla prescrizione
    Invece è salva, l’inter, per prescrizione anche se – proprio Palazzi lo ricorda nella sua relazione ieri consegnata e da oggi in mano al consiglio federale – alla prescrizione «si può rinunciare». A pagina 61 delle 72 vergate dal procuratore federale,con la collaborazione fattiva dei suoi vice Squicquero, Ricciardi, Tornatore e del sostituto Avagliano, la chiave illustrativa di che sorta di danno ha subìto il calcio italiano dai ritardi e omissioni della giustizia ordinaria e sportiva nel 2006:«Violazione dell’articolo 1 e dell’articolo 6 (quello sull’illecito sportivo, ndr) in quanto le condotte dell’internazionale F.C. nella persona del suo defunto presidente,Facchetti,erano certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore del club,mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale.
    Oltre alla responsabilità dei singoli tesserati,ne conseguirebbe (se non ci fosse la prescrizione, ndr) anche la responsabilità diretta e presunta dell’inter ai sensi dell’articolo 6».

    Il Barone non dimentica, quindi:
    Rinfresco la memoria agli INDOSSATORI DI SCUDETTI ALTRUI.

  17. Se venissero inquadrati nelle loro telecronache sicuramente non si comporterebbero da idioti come mostra il video…e questi due sono più tranquilli di alcuni…

    https://www.facebook.com/reel/599905618938012?s=chYV2B&fs=e

  18. MARCO SANFELICI

    Poveri illusi da appeal da sconfitte

    C’è stato il Consiglio Federale. Interessante come tutti i Consigli Federali passati, presenti e futuri. Della serie: “Tanto se la cantano e se la suonano come pare a loro” E se si è juventini, si procede a non capire nulla di politichese applicato al calcio, perché attratti in toto dal pro o contro Allegri, almeno si parla di calcio, senza dover dimostrare di saperne…
    Come sempre però, la “ciccia” si manifesta a Consiglio avvenuto, quando lo stuolo di cronisti si assiepa attorno al Grande Capo del Calcio, alias tale Gravina Gabriele, anni 70 da Castellaneta (TA). Oggetto dell’intervista, tra le altre cose, il sonoro ceffone che le televisioni a pagamento hanno rifilato alla Lega, valutando il prodotto Serie “A” non più valido di circa 600 milioni di euro. Un’offerta che suona come una gentile concessione, per onore di firma, ma che profuma di “se potessimo, ne faremmo a meno”.
    Queste le dichiarazioni del “numero uno” (e la mente va ad Alan Ford…) del pallone italico:
    “E’ chiaro che l’offerta debba essere direttamente proporzionale anche alla qualità del prodotto che viene messo sul mercato. Tutti pensavamo, forse ci eravamo un po’ illusi, che i risultati delle squadre italiane avrebbero dato un appeal. Ma la domanda che ci dobbiamo porre sul made in Italy, che l’Italia ha perchè ha una forza scolpita nella storia, è se sia giusta la qualità del prodotto che noi offriamo. Su questo probabilmente dobbiamo fare una riflessione su un progetto molto più ampio e complesso”.
    Dunque, i dirigenti calcistici si erano forse illusi per i risultati delle squadre italiane… Cioè a dire che non qualificarsi per due volte consecutive ai mondiali per nazioni; che perdere tre finali consecutive su tre in 10 giorni; che continuare a perdere anche con i giovani dell’under 20; tutto questo avrebbe fatto esplodere “un certo appeal”?
    Per esternazioni di siffatto tenore, non colgo se è più necessario un costante studio notturno o una botta di genialità genuina.
    E’ vero che il “made in Italy” ha una forza scolpita nella storia. Peccato che la storia si fermi al 2006 e che l’Europeo sia stato frutto del contingente, finito un minuto dopo la premiazione.
    In Italia si offre un prodotto misero e poco appetibile, ma ci si fermasse soltanto a ciò. In Italia si costringe una squadra a volteggiare sulle montagne russe per il gusto di togliere una concorrente dalla lotta scudetto, anzi dalla coppe europee. In Italia si pensa che diventare vice presidente U.E.F.A. sia sinonimo di vantaggio. Prego, verificare l’arbitraggio di Fancia – Italia under 21, per comprendere che la carica è fittizia e priva di consistenza. In Italia si pensa a parlare di Play – off se quella certa squadra continua a vincere, salvo poi dimenticarsene al cospetto di altri verdetti del campo. In Italia, il massimo della gravità, non si ha certezza su nulla e chi agita “casini” la fa da padrone.
    E’ in gioco la credibilità della classe dirigente, altro che l’appeal… Stiamo provando una cocente nostalgia di Tavecchio, che è come stare seduti sull’uscio di casa come la vecchietta che rimugina i bei tempi in cui poteva dare cattivo esempio.
    Ancora grazie che l’offerta abbia superato il mezzo miliardo. A sentire e vedere certi dirigenti, si dovrebbe assistere ad aste completamente deserte. Ecco, se gli organi di governo del calcio pensassero davvero ad “un progetto più ampio e complesso”, inizierebbero dal dare le dimissioni di massa, iniziando da colui che esaltò la genialata del “dato che vince sempre una stessa squadra, bisogna impedire che ciò si protagga nel tempo” (possibilmente a vantaggio delle romane, una delle quali è la squadra del cuore).
    Dimissioni di massa, con la velocità dei topi che seguivano la musica del pifferaio magico e che sappiamo tutti che fine abbiano fatto.
    E poi cambiare mentalità, tornare seri e stimati. Dare precedenza al merito e non all’intrallazzo. Distribuire i diritti televisivi per importanza e non per “volèmose bbene”. Perchè, tolta la parte equa, in Inghilterra il resto viene spartito a seconda del piazzamento e non con intenti punitivi nei confronti dei club trainanti. Come da noi, non è vero?
    La situazione è seria e pure … Gravina. E non fa più ridere nessuno.

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