Mentre a Genova nubifragi, alluvioni ed esondazioni creavano il panico tra la povera popolazione, a Napoli sono stati due giorni di bufera nonostante la posizione geografica piuttosto sfavorevole a questo tipo di clima. Direttamente coinvolto nel bel mezzo della bufera è stato tutto l’ambiente juventino degli ultimi 6 anni: squadra, dirigenti, tifosi, ex dirigenti e rispettivi avvocati. Tutti ce la siamo fatta fare sotto il naso sia al chiuso che all’aperto, sia tecnicamente al S. Paolo che nell’aula 216 del Palazzo di Giustizia: in due giorni, abbiamo probabilmente perso la vetta della classifica anche se provvisoriamente, continuità negli ultimi felicissimi risultati sportivi ma soprattutto credibilità a livello manageriale. Da un lato. Dall’altro abbiamo probabilmente perso quella battaglia che rappresentava la più importante degli ultimi 5 anni, proprio nell’aula 206 della Sezione Penale di Napoli; hanno dovuto far alzare bandiera bianca a Moggi e a quasi tutti gli imputati maggiori. Dopo anni passati a fare controinformazione, la sentenza del tribunale di Napoli è parsa molto simile a quella sulla radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini di qualche mese fa quando si giudicò tutto a “sentenze rese” ovvero con un nuovo procedimento penale (che ha allungato, o meglio, spostato, i tempi di prescrizione) fatto su fatti già commessi e senza che gli imputati avessero la possibilità di difendersi, proprio come accaduto nel 2006 nel processo sportivo. Con questa sentenza, siamo già a 3 precedenti di sentenze molto, molto simili tra loro nel procedere e nel giungere a conclusione con una pecca comune. Non si è voluto attualizzare il processo sulla radiazione (che tra l’altro, è ancora in corso a Roma) ma non si sono volute utilizzare neanche intercettazioni uscite sui giornali ma già dal 2006 nelle mani della Federazione e che, nel 2006, si decise, nel processo sportivo, di “occultare”. Tra l’altro, non è stato preso in considerazione neanche e soprattutto il teorema delle sim svizzere (come si potrà vedere tra le motivazioni) più volte confutato (non per assurdo ma con prove accertate). Per questo c’è Fabiani assolto. Un altro assolti di lusso che fa rumore è la Fazi ma qui è merito della Morescanti, una dei migliori avv. del processo. Persino il “rapporto di esclusività” che avevano i designatori Bergamo e Pairetto con la presunta cupola è stato smontato poiché i contatto con i designatori non erano vietato e lo stesso Bergamo ha più volte ammesso che Moggi non era il solo a rivolgersi con certe pretese e che era la stessa Figc a invogliare il dialogo tra rappresentanti delle società e della federazione. Tra le sentenze stilate velocemente dalla Casoria è emerso ancora che “Moggi viene condannato e assolto per gli stessi motivi”: assolto per metà dei capi d’imputazione e condannato per gli stessi motivi per i quali ha già scontato, a partire dal 2006, la pena: sotto questo punto di vista ha fatto sorgere dubbi pure Lotito, presidente della Lazio, colpito e affondato come Moggi da punizioni già scontate in questi anni. Moggi viene condannato soprattutto per alcune intercettazioni nelle quali sarebbe protagonista per aver salvato la Fiorentina dalla retrocessione ed è il motivo principale per il quale (altra stranezza emersa dalle sentenze) la Juve, parte civile di questo processo, ne è uscita del tutto pulita e non dovrà pagare alcun risarcimento, persino estranea ai fatti e assolta per “Dissociazione organica” (e quest’altra parola da dove l’hanno pescata? Si sono inventati un’altra cosa simile “all’ illecito strutturato”?). Come dire che Moggi lavorava per la Fiorentina (che, insieme alla Lazio, non è né estranea e né esentata dal pagare danni economici) e non per la Juve (Meani dixit) poiché la società ne era del tutto estranea. Mettiamoci poi l’ormai famoso “urlo d’esultanza e di gioia” di Vitiello, avv. Juve, fuori dalle aule del tribunale ed il conseguente comunicato posto dalla Juve stessa sul proprio sito (nel quale si prendono ufficialmente le distanze da Moggi e da ciò che continuerà a fare in sede penale) e le conclusioni sono tirate: hanno voluto separare volutamente le strade di Juve e Moggi. Hanno indirizzato questo processo in questa direzione istigando, indirettamente la Juve, a prendere le distanze da Moggi. Non ce la faceva più nessuno a sopportare l’idea che, un giorno, Juve e Moggi sarebbero potuti tornare forti insieme, puliti e assolti. La Juve continuerà a lottare per non perdere credibilità ai nostri occhi (sempre che non l’abbia già persa) ma l’unica battaglia che può ancora condurre è quella per la parità di trattamento che astutamente, Agnelli, sa di potersi giocare soltanto con questo benedetto “Tavolo della pace” con Petrucci, Abete, Moratti. Le altre, Tnas ed esposto a Platini, le abbiamo già perse. Proprio il Tnas, dichiarandosi incompetente, non ha lenito il dubbio elementare che assale tutti noi tifosi interessati a Calciopoli: ma qui, chi è competente? È assurdo, nel vero senso della parola, che nessuno sia in grado di decidere o prendersi delle responsabilità: tutti dietro la lavagna! L’esposto al Tar e alla Corte dei Conti, invece, non sono altro che pura formalità di una prassi già cominciata dalla Juve e che, giustamente, deve portare a termine. È notizia di pochi giorni fa che l’esposto all’Uefa è stato archiviato. L’idea del tavolo della pace poi (sperando che assuma i connotati di una tavola rotonda in stile re Artù, per lo meno) non porterebbe a nulla se ognuna della parti chiamate in causa (Figc, Inter, Coni) non si presentasse disponibile al dialogo: Moratti che ha già parlato di coltelli, Abete che resta sulla sue e Petrucci che chiede solo di dimenticare tutto ciò che non è calcio giocato non fa presume nulla di buono se non un tentativo di chiudere la questione almeno dal punto di vista umano dal momento che, i tribunali, non ne sono pienamente capaci. Deve far riflettere che la proposta l’abbia lanciata proprio il presidente Agnelli, la cui posizione è quella di parte lesa e non di manovratore. Faccia tosta Abete che parla di un Agnelli inopportuno nel fare ricorso al Tar nel giorno della commemorazione di Facchetti: “Il bello del calcio”, salvo poi ascoltare noi tutti la notizia della non competenza del Tnas proprio il giorno seguente. Bella roba. E, nonostante la Juve, dimostrandosi del tutto estranea ai fatti di questo processo voglia attestare la propria lealtà, probabilmente continuerà a vedere i 2 scudetti sottratti dal binocolo perché, regola fondamentale per tutto l’ambiente sportivo, è quella di non DIMENTICARE MAI. E torchiare a vita tutti. Idem Moggi che ha praticamente già perso la battaglia per la radiazione. Nonostante non debba essere così, Napoli non potrà non influire nelle scelte future di altri tribunali. Nonostante si fa peccato a pensar male, non si può negare che sia stato molto più conveniente salvare oggi la Juve per tenere calmo il presidente Agnelli che non all’epoca di Cobolli Gigli quando si ebbe persino il coraggio di ritirare il ricorso al Tar. Ecco, tutto ciò è emerso in questo processo, svoltosi su due binari paralleli: da una parte, l’accusa che si sbriciola da sola (con teste criticabili come Nucini, Zeman e De Martino) o viene sbriciolata dalle prove della difesa; e dall’altra i procuratori capo che hanno dovuto per forza mantenere i termini del processo su una certa linea, quella tracciata inizialmente dall’accusa. Hanno vinto Palombo, Galdi, Piccioni, Monti della Gazzetta, Capuano , figlio di quei Narducci e Beatrice andati via dal tribunale per altri impegni, quest’ultimo che dice che non è stato un processo farsa ma un processo mediatico condotto per distruggere loro, i PM stessi. I giornalisti Rai che fanno la trasmissione “Speciale su Calciopoli” (Civoli, Mazzola e il loro esperto giudiziario). Per ora, anche Moratti, Tavaroli, Montezemolo, e tutto il gruppo delle telecomunicazioni Telecom (il cui processo, per fortuna, è ancora in piedi e anche qui, nonostante verità prima indiscutibili che stanno emergendo, non è detto comunque che l’esito finale del processo sia favorevole se tutto dovesse andare avanti come qui a Napoli) che ha diretto questa farsa. Hanno vinto la Melandri, Ruperto, Rossi e Sandulli. PER ORA. Col senno del poi, hanno sbagliato tutti quei tifosi che hanno riposto tutte le loro speranze in una giudice, la dott. Casoria, che per quanto possa aver dimostrato di essere in gamba, pulita, intraprendente, ha comunque dovuto giudicare col suo collegio non del tutto in maniera armoniosa e colloquiale visti i precedenti disguidi giuridici avuti con le due giudici a latere che più volte hanno rischiato di far naufragare il processo facendo di tutto per mandarlo in prescrizione. La Casoria si è trovata condizionata nella scelta oltre che in inferiorità numerica dopo aver superato 3 richieste di ricusazione e la volontà del dott. Lepore di sostituirla e cacciarla dal processo. Io voglio volutamente credere che la Casoria non sia stata libera di scegliere per l’assoluzione. Se le ricusazioni le ha scampate tutte, che altro possono averle detto? Che pressioni possono averle fatto in camera di consiglio? Una camera del tutto ostile alla Casoria ha emesso una sentenza alquanto discutibile e i ‘’rumors’’ (nel vero senso della parola) susseguitisi in questi giorni hanno parlato di una camera di consiglio veramente chiassosa, scomposta, urlante, si è parlato addirittura di un litigio furioso: insomma, “scolastica” (se mi lasciate passare il termine) un tutto contro tutti che non lascia adito a dubbi. È stata emessa una sentenza INEVITABILE in primo grado ma CAPOVOLGIBILE in appello qualora lo si volesse, prescrizione e intoppi permettendo. Che permettano a Moggi di difendersi con le nuove prove non prese in considerazione a Napoli e cioè intercettazioni ”ad personam” tagliate, dunque sabotate, e spionaggio industriale venuto fuori dal processo Telecom. Moggi è condannabile per comportamenti etici e morali (che hanno poco a che vedere con il calcio, in fin dei conti) e, non a caso, pochi giorni fa, è stato condannato giustamente dal tribunale di Torino per aver minacciato Baldini, ma non per scorrettezze lavorative ancora, del tutto, opinabili. Mostro l’hanno dipinto e mostro rimarrà agli occhi di tutti il nostro Direttore. Per sempre, nonostante la controinformazione fatta in questi 5 lunghissimi e faticosi anni, passati comunque con la speranza nel cuore e la convinzione nei propri sforzi. Ma non sarà mai un mostro per noi. Noi che la pensiamo come Ibra. Hanno confermato tutto l’impalco accusatorio dei pm-spazzatura (ebbè, siamo a Napoli), Narducci, Capuano e Beatrice. Non so se dobbiamo farcene una ragione ma la giustizia, quella vera, non c’è più. Anche se dubito nel credere che in Italia ci sia mai stata. 5 anni e 4 mesi rispetto ai 5 e 8 mesi chiesti dai Pm precedentemente equivale ad una presa in giro bella e buona. VERGOGNA. Non è servito a niente smontare cupole, teorema delle sim svizzere e sbobinare tantissime intercettazioni ‘oscurate’ nel 2006 e nel processo ‘farsa’ sportivo. Poco importa cosa rappresenti Moggi per noi, bisogna continuare a lottare per far si che non sia il capro espiatorio per gli altri. Gazzetta e Mediaset in primis. è stato subdolo, qualche giorno prima, rinviare anche il big match della 11esima giornata di campionato. Questa volta, rinvio moralmente corretto (forse, dipende dai punti di vista in ogni caso) ma scorretto nella prassi. Ha fatto tutto il Napoli con la città di Napoli: assemblea e componenti napoletani, a tutti gli effetti (De Laurentiis dei film di Natale e De Magistris quello tifoso assai). Ha vinto, per la prima volta, l’incertezza sui regolamenti ufficiali: d’altronde, Napoli è abituata a far parlare di sé, fa parte di uno Statuto quasi Indipendente. La sensazione, dall’esterno, è che si sia deciso sull’onda emotiva di quanto accaduto a Genova. Il pensiero, è che si poteva evitare di confrontare la triste realtà di Genova con quella di Napoli. Almeno per dimostrare rispetto e un po’ di dignità. Perché, stando alle dichiarazioni degli addetti ai lavori e della gente coinvolta, le motivazioni sono svariate e nessuna coincide con la verità assoluta. Il Napoli ha annunciato, dalla sua, che il rinvio è stato dovuto per impraticabilità del campo (che è sempre stato in ottime condizioni sin dalle prime ore del mattino); De Magistris, invece, si è attenuto ai problemi di ordine pubblico e di viabilità che si sarebbero presentati in serata (anche se a Napoli c’è sempre traffico e l’acqua del San Paolo avrebbe potuta aspirarla sin dal primo pomeriggio) e perché “tutto il personale è impegnato su altri fronti.” Il Prefetto, invece, dice che sapeva che il tempo nel pomeriggio sarebbe migliorato ma si è optato per il rinvio per non mettere in allarme la sicurezza delle persone senza considerare “motivi d’impiantistica” assolutamente non all’ordine dei problemi. Il problema è stato quello di aver trascurato le altre componenti sportive, senza aver portato un minimo di rispetto e senza aver avvisare Marotta della riunione in Prefettura. Eh sì, perché qui casca l’asino: sul fatto che in Prefettura, all’ormai famosa riunione, né Marotta né la federazione sono stati chiamati per decidere (o per lo meno assistere a) cosa si sarebbe scelto di fare. Il popolo juventino del web, per niente stupido ma sempre vigile e attento ha naturalmente risposto a questo tentativo del Napoli di pressare la regione Campania al rinvio dell’incontro (anche perché, in provincia, pochissime partite sono state rinviate) con i numeri, i fatti, le leggi: “l’art 32 dello Statuto della Lega recita che Le gare non iniziate devono essere recuperate il giorno successivo a quello fissato, salvo CASI PARTICOLARI nei quali non rientra l’incontro Napoli-Juve. La sensazione che si sia montato ad arte un teatrino c’è stata quando Bigon ha fatto pressione per recuperare la partita il 14 Dicembre, dribblando ancora una volta le norme calcistiche che prevedono il recupero di un match alla prima data utile per entrambe le squadre, ovvero il 29 Novembre (nel caso in questione). Il quadro non può che essere chiaro: a Napoli, domenica, c’era un sole “che è na b’llezz” e rinviano Napoli-Juve 10 ore prima che abbia inizio su pressione di De Laurentiis e Bigon, gli unici presenti in Prefettura al momento della riunione. Di Marotta (che ha appreso la notizia da Sky) neanche l’ombra. “A Napoli splendono sole e convenienza”, in Campania tutta e in provincia non hanno rinviato neanche una partita. La paura era che la città potesse andare in tilt a causa del traffico (che a Napoli, comunque, c’è sempre) all’arrivo dei tifosi ma non sono arrivate conferme ne di allagamenti intorno allo stadio, ne all’interno di spogliatoi e campo. E il rinvio non è stato neanche per lutto perché sui campi di A non si è fatto nessun minuto di silenzio. Alla riunione, il Prefetto si è assunto le responsabilità di “guai potenziali” prima di optare per il rinvio? Una decisione presa “troppo alla leggera”. Il Napoli Calcio ha pensato ai propri interessi dopo l’impegno di Champions, la città di Napoli, invece, ha fatto ancora una volta una magra figura davanti all’Italia tutta. E la volpe di Bigon ha svelato la propria identità nel cercare di manipolare la Figc sulla scelta della data del recupero, insistendo per il 14 dicembre, data a loro congeniale. Anche qui, il regolamento non è stato possibile interpretarlo: il recupero avviene alla prima data utile per entrambe le squadre. To’; martedì 29 Novembre, a cavallo tra la 13° e 14° Giornata. Saranno scintille tra Savoia e Borbone. A Napoli vinciamo. Ma prima c’è la capolista che vola anche senza Olimpia.
Ps. Una riflessione: la sensazione è che la Juve sia entrata in un vortice dal quale non ne uscirà mai più, sia a livello sportivo che giuridico. Niente sarà più come prima, la Juve ha subito qualcosa d’irreversibile sulla quale è meglio ricostruire che tamponare.
Eldavidinho
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Due giorni di bufera a Napoli
CalcioGp – Farsopoli 29 articoli come 29 scudetti
Ci sono ache io con un articolo a pagina 6 dal titolo”ABBIAMO UN SOGNO”
Questa è la presentazione che fa CalcioGP dal suo sito
Un’iniziativa costruita sull’orgoglio e sulla ricerca della verità sportiva: 29 autori per 29 articoli tutti in un unico magazine online dipsonibile a partire da lunedì mattina… l’onda lunga della sentenza di primo grado espressa (all’unanimità??) dal Tribunale di Napoli… il valore storico di uno spaccato, quello 2004-2006, in cui il campo ha parlato sempre in modo eloquente… il racconto dei cronisti che hanno vissuto tutto questo sulla propria pelle… il rilancio propositivo di chi in questi 5 anni si è adoperato (per la maggioranza delle volte gratis…) affinché non passasse soltanto la versione ufficiale…
29 contributi “liberi, personali, sinceri. in pieno stile “democrazia juventina”.
E i ringraziamenti , sempre del giornale.
Grazie a tutti coloro, e sono 29, che hanno contribuito a questo mosaico in tema. Crediamo sia in qualche modo un’opera unica, li citiamo in ordine sparso: Giancarlo Padovan (ovviamente), Luca Momblano (ovviamente), Romeo Agresti (ovviamente) e un altro prezioso collega che porta il nome di Alberto Zanello. Gli altri, più bravi di noi: Antonio Corsa (Uccellinodidelpiero.com), Antonello Angelini, Massimo Zampini, Francesco Ceccotti (Vecchiasignora.com), Nino Ori (Ju29ro.com), Mario Sironi, Giuseppe Andriani, Paolo Bertinetti, Nicola Negro, Marco Venditti, Alessandro Banfi, Giacomo Scutiero, Nicola De Bonis, Ermenegildo Loffredo, Ivan Scalise, Gianni Volpi, Principio Paolino, Franco Leonetti, Nicol Pozzi (Canalejuve.it), Emilio Targia, Roberto Buonfiglio (Orgoglio Bianconero), Piero Pizzi (un umile lettore!), Benedetto Croce (forse, il più originale), Claudio Zuliani (unico e inimitabile) e Paolo Bergamo con un’intervista dell’aprile scorso che riletta oggi fa una certa impressione… Ancora, grazie.
Alessandro Magno
Meglio guardarsi le spalle che guardare avanti, vero Bergamo?
Ripartiamo da dove ci eravamo lasciati quest’estate: Agnelli convoca una conferenza stampa a sorpresa, piuttosto anonima ma molto attesa da tutti: l’oggetto sono sempre loro, gli scudi vacanti che da qualche anno vagano in acque torpide neroazzurre lontane dalla casa madre. Ricapitolando, al termine della conferenza nella quale Agnelli si è portato appresso una schiera di avvocati e legali pronti a difendere la Juve, ha annunciato ricorso al Tnas (Tribunale nazionale arbitrato per lo sport) per ottenere l’illegittimità delle decisioni del CF e per avere un risarcimento economico, ha inoltrato l’istanza al Procuratore Regionale del Lazio presso la Corte dei Conti per valutare l’illegittimità degli atti della Federazione, sul piano erariale, per un’altra richiesta di danni economici; ha inoltre presentato esposti al Prefetto di Roma, al Ministero dell’Interno, al Delegato sul Controllo per la Gestione presso il Coni e all’Executive Commitee dell’Uefa. Agosto è stato, a scapito delle calde e afose condizioni climatiche, un mese freddo, tipo la guerra: un mese di studio e di riflessione, lontano dall’ospitare udienze in tribunale ma molto vicino a microfoni e strategie degli imputati perché sia la Juve che Moggi hanno elaborato un’ accurata serie di mosse da mettere in atto durante l’inverno. Quelle della Juve le ho già elencate, quelle di Moggi, invece, partono con il solito pallino fisso: la radiazione non avvenuta e chissà se mai avverrà, di Preziosi. Gli avv. Flavia Tortorella e Maurilio Prioreschi hanno inviato un’altra richiesta, nella speranza che sia l’ultima, al tribunale del Tnas per cercare di chiarire una volta per tutte questo giallo meschino. La partita continua con un altro acerrimo rivale di questi anni, autore di mille battaglie, il Tenente coll. Auricchio che vedrà recapitarsi da Moggi una denuncia al termine del Processo di Napoli. Dulcis in fundo, la battaglia di Moggi sarà colmata dal solito sbobinamento d’intercettazioni sino ad oggi ignote.
Torniamo alla Juve e al suo ricorso al Tnas, il primo step di un lungo percorso. Già mesi fa era nell’aria la notizia che l’Inter si sarebbe costituita come parte nell’arbitrato chiesto dalla Juventus e non sarebbe venuta da sole al processo ma in dolce compagnia della Federcalcio, inseparabile coniuge, con la motivazione comune di dichiarare “eccezioni di incompetenza presumibilmente orientate(Inter e Figc) a considerare l’Alta Corte di Giustizia del Coni come l’approdo naturale della controversia in corso.” Eccezionalità di competenza che ormai va di moda se si pensa che solo pochi mesi fa proprio il CF si dichiarò incompetente sulla richiesta della Juve e incompetenza che, pochi giorni dopo, ha utilizzato anche lo stesso Tnas per respingere le pretese della Juve dopo essersi dichiarato, in un primo momento, tramite il presidente del tribunale De Roberto, favorevole ad accogliere le motivazioni della Juve. Voltagabbana. Questo è stato il pretesto, per Agnelli, di lasciare definitivamente la giustizia sportiva ed accasarsi a quella penale, precisamente all’Alta Corte: passo più volte dichiarato ed ostentato ed ora intrapreso realmente.
Non è stato un bel mese di Settembre per l’Inter che, andata in confusione con Gasperini, è stata chiamata in causa ancora una volta dalla Juve ma questa volta per una denuncia presentata il 2 Settembre all’Uefa di Platini che ha fatto partire un’indagine molto simile a quella scattata in Turchia per il Fenerbache: sotto l’occhio degli investigatori, naturalmente, le ultime intercettazioni della “Calciopoli 2” ed i comportamenti poco limpidi dell’Inter pre e post Farsopoli.
Platini, da quando è presidente dell’Uefa, ha riservato gioie e dolori ai tifosi bianconeri assicurandosi, dalla società, la parola d’onore sull’attuazione del tanto pubblicizzato “fair-play finanziario”, un’arma a doppio taglio se solo alcune società dovessero rispettarlo. La Juve è stata costretta ma si sarebbe aspettata anche più riconoscenza da “Le Roi”. In una delle ultime interviste rilasciate, poteva risparmiarsi la battuta sull’esposto che la Juve ha presentato all’Uefa riguardo alla questione dello scudetto 2006. “ESPOSTO? Se Andrea (Agnelli, ndr) mi ha mandato un esposto, beh, avrebbe fatto meglio a risparmiare i soldi del francobollo. Mai Fifa e Uefa diranno una parola sulle questioni interne: non abbiamo niente da dire né da fare“ . Non che scudetto 2006 e Fair Play abbiano qualcosa in comune ma rispetto, discrezione ed un minimo di riconoscenza sarebbero state il minimo sindacale che Platini potesse dimostrare davanti ai microfoni nei confronti di una squadra che l’ha reso IL MIGLIORE AL MONDO e continua a sostenerlo, nel lavoro attuale, come un cane fa adoratamente col suo padrone. In fondo, se la Juve fosse stata ancora quella del pre-Calciopoli dubito che oggi si sarebbe messa a seguire in modo così adulatorio la confusa decisione dell’Uefa, poco credibile e molto nelta nel suo intento di salvare il calcio dal male economico.
Eppure, il sarcasmo delle parole pronunciate da Platini non hanno avuto un effettivo riscontro dal momento che l’Uefa ha mandato comunque una lettera via fax il 30 settembre in cui ufficializza chiede all’Inter con quali modalità si è deciso di arrivare alla non-competenza del 18 Luglio appena trascorso e con che criterio, allora, fu assegnato lo scudetto 2006. Tanto immobile, la Uefa, non è rimasta a quanto pare. Il prossimo 19 ottobre è la fatidica data di consegna delle motivazioni-Inter. Non molti i giorni per spiegare cosa è successo in questi 5 anni e soprattutto in quei 3 mesi Bollenti del 2006.
In questo connubio tra Inter e Figc, naturalmente, a prendere la parola è stato Abete che ha parlato di “atto dovuto” da parte della Uefa cercando di nascondere la preoccupazione per la pressione derivante persino da un organo calcistico di potere non italiano, consapevole che questa vicenda si sta espandendo a macchia d’olio, senza alcun controllo, in zone troppo pericolose. Platini ha comunque dimostrato di essere interessato a questa questione, soprattutto per l’aspetto riguardante la Champions che l’Inter sta disputando e che potrebbe mettere a serio rischio se solo fossero confermati dei comportamenti “poco limpidi” come accaduto per il Fenerbahce.
La prima udienza di Settembre del processo di Napoli è partita con un colpo di scena: Penta, consulente di Moggi, ha rivelato gli strafalcioni del maresciallo Di Laroni ovvero una serie di telefonate ritenute rilevanti ai fini della vicenda, appuntate, a seconda della gravità, con due o tre BAFFI ROSSI e segnalate ai Carabinieri. Alcune partite analizzate sotto la lente da Di Laroni sono state la famosa Inter-Samp 3-2 diretta da Bertini, Messina-Milan 1-4 con ancora Berini arbitro, Reggina-Milan 1-1 arbitro Racalbuto, Parma – Milan 1-1 Pieri. Ecco, ognuna di queste partite presenta delle inesattezze che sarebbero, secondo l’accusa, a favore della Juve e della Cupola ma in tutte queste partite sia Milan che Inter vincono con una grande differenza reti. Tra l’altro, la partita in questione tra Inter-Samp è quella preceduta da una telefonata tra Facchetti e l’arbitro Bertini nella quale Facchetti raccomanda a Bertini di fare 5-4-4, ovvero di vincere per portare a 5 lo score delle vittorie con l’arbitro designato. Non dimentichiamo un’altra intercettazione uscita negli ultimi giorni con protagonisti gli ex designatori Bergamo e Pairetto che parlano dopo un Juve-Milan del 18/12/2004. L’intercettazione è del 19/12/2004 ore 14:52. È stato appurato che le intercettazioni con i baffi rossi sono centinaia, volendo tutte sbobinabili e nessuna di queste presa in considerazione dai carabinieri. Ma il punto è un altro: queste telefonate segnate come GRAVI con 3 baffi rossi all’epoca erano sparite. E solo ora Moggi le ha ritrovate. La cosa grave è questa, non il resto! A chiarire un po’ la situazione ci ha pensato Narducci, il grande ex del tribunale di Napoli ora assessore sempre della stessa città gestita da De Magistris che, il 13 Settembre scorso, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport ritornando sull’argomento Calciopoli che tanto lo ha tenuto impegnato in questi anni: riguardo alle intercettazioni dell’Inter, mai spuntate fuori nel processo del 2006 ma “rispolverate” dalla difesa di Moggi, Penta&Co., nonostante Penta abbia continuato a sostenere che tutto il materiale in suo possesso fu consegnato alla Figc, Narducci controbatte sottolineando che “la Federcalcio non ha mai ricevuto “quelle altre” telefonate”, che consegnarono tutta la documentazione a Rossi e Borrelli e che tornarono a concentrarsi sulla loro indagine. Quindi, le intercettazioni devono essere state manomesse o selezionate prima: chi può averlo fatto?
In questi giorni, restando sempre in tema di telefonate che paiono non finire mai (ed alcuni tifosi interisti ce ne fanno anche una colpa per il tempismo col quale le presentiamo in tribunale, ovvero durante la fase della “discussione finale” invece che in quella “dibattimentale” –ma io dico, che colpa ne abbiamo se anche Facchetti chiamava così tanto?-) Moggi e il suo legale Penta ne hanno sbobinate altre veramente compromettenti, tutte riguardanti quell’ Inter-Juve 2-2 arbitrata da Rodomonti. Già nei mesi scorsi abbiamo ascoltato varie intercettazioni trattanti tutte questo match come quelle tra Mazzini e un organo della Figc, Facchetti e Mazzei nella quale Facchetti si preoccupa che venga sorteggiato l’arbitro giusto, Collina e Bergamo che parlano della prestazione dell’arbitro e del “rosso” su Toldo che c’era tutto secondo Collina, Facchetti e Bergamo, Carraro e Bergamo con Carraro che spera che non vengano commessi errori a favore della Juve (e qui ci sarebbe da discutere sulle interpretazioni dell’intercettazione in questione che nuovi avvocati neroazzurri stanno divulgando sul web, su un loro personalissimo blog –e questo è un grosso passo avanti- ispirati dalla serietà del lavoro del blog di Antonio Corsa, probabilmente loro mentore)
Le ultime uscite, quelle tra Bergamo-Rodomonti e Bergamo-Fazi, però, hanno qualcosa di speciale. Sono intercettazioni capaci di unire il filo di tutto il discorso che alterò l’esito di quella gara. Parliamo, purtroppo, sempre di Inter-Juve. Vi riassumo in breve ciò che Antonio Corsa è stato capace di spiegare benissimo in un suo articolo sul blog dell’uccellino, giusto per non lasciare niente al caso. Nella chiamata che fa Bergamo a Rodomonti si sente come Bergamo si preoccupi perchè Rodomonti non sbagli in favore della Juve avendo ricevuto pressioni da Facchetti il giovedì precedente, giorno adibito al sorteggio degli arbitri domenicali. Basti ricordare che Facchetti già sapeva, prima del sorteggio, i guardalinee della partita e gli arbitri presenti in griglia da sorteggiare in sede. Bergamo subì pressioni anche dallo stesso Carraro che, per non scatenare le ire di Moratti e Facchetti, cercò di rassicurarsi dal designatore che l’arbitro non sbagliasse, o almeno non facesse errori, contro L’inter. E che nel dubbio, avrebbe dovuto favorire l’Inter, la squadra più dietro di 15 punti. Ecco, per mettere in chiaro che significato avesse questo scambio di battute:
Carraro: “(Incomprensibile) deve fare la partita correttamente, ma che non faccia errori per carità a favore della Juventus perchè sennò sarebbe un disastro”.
Bergamo: “Sì”.
Bisogna tornare indietro all’intercettazione tra Facchetti e Bergamo, di soli pochi giorni prima appunto, e non lasciarsi andare a facili conclusioni come quelle tratte dagli esperti avvocati-web interisti:
Facchetti: “Senti, per domenica allora?”. Bergamo: “Ma tutti internazionali, Giacinto, così perlomeno non c’è discussione…perché c’è dentro…Collina, Paparesta, Bertini e c’è dentro Rodomonti”. Facchetti: “Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino anche l’anno scorso là a Torino. Anche altre partite abbiamo avuto qualche problema con Bertini…”. Bergamo: “Semmai, sfortunatamente fosse così (dovesse essere sorteggiato Bertini, ndr), ci parlo, perché anzi, semmai è meglio, ti devo dire, capito?…”.
Non ci sono telefonate in cui i designatori facciano o provino a fare pressione su un arbitro per favorire la Juve, questo dimostra come la cupola sia stata interpretata in modo scorretto, anzi “contrario” visto che se un arbitro avesse sfavorito la Juve sarebbe stato lontano da molto tempo dai campi e invece Rodomonti è l’esempio palese di come molti arbitri abbiano continuano a rimanere in orbita internazionale arbitrando molti big math: una cerchia ristretta di “favoriti” e “corrotti”, o meglio, addestrati a dovere.
È evidente che l’avv. ssa Elena Nittoli sia l’ultimo monito vivente al quale aggrapparsi per gli interisti. è giusto che sia così, che anche loro tentino di difendersi dagli attacchi che stiamo sferrando ora noi a loro. In guerra non interessa chi ha ragione e chi ha torto, chi lotta per e chi lotta contro… Si combatte alla pari. Adesso, sul web, con gli avvocati e le an. tattiche ma con l’unica differenza che noi, la nostra battaglia, l’abbiamo cominciata molto prima di loro e non a priori contro di loro. I diversamente onesti, prescritti e tarchiati a vita con questo nomignolo. Per cosa poi?
Un’ultima postilla: Il serio lavoro di tante persone che ci mettono tutta la loro professionalità per riportare a galla la verità viene bistrattato e calpestato dall’indifferenza di certa gente che della verità non se ne fa proprio nulla e non rispetta la volontà degli altri di volerla a tutti i costi. In realtà la verità non dovrebbe essere un optional ma un serio dovere del cittadino di pretenderla. Solo a volte le bugie fanno bene ma non in questi caso. Se l’incolumità di questo paese è in mano a gente come Rossi, Montezemolo, Nicoletti, Auricchio, Gualtieri, Pandolfi, Narducci, Moratti , Nicolai, Platini, Abete il futuro è già presente perchè non c’è. I tribunali, poi, ci mettono sempre il loro con questi rinvii ed attese snervanti e incomprensibili: se anche il presidente del collegio del Tnas la lasciato l’incarico, ufficialmente per motivi personali, significa che il senso di responsabilità di questo paese è pari allo zero, come i punti in classifica dell’Inter qualche settimana fa. L’unico dialogo che si può impostare con loro è quello da stadio, fatto d’insulti e urla. Lo stadio nuovo aiuta tanto in questo senso.
eldavidinho94
Un grazie al Presidente Agnelli,firmate con noi.
Gentilissimo Presidente Andrea, le sue parole in conferenza stampa le aspettavamo da quel lontano 2006 e finalmente, dopo aver atteso lungo la riva del fiume per cinque lunghissimi anni, sono arrivate. Quelle parole avremmo voluto ascoltarle in quell’estate caldissima, quando il gioco del momento era il tiro al piccione nei confronti della società Juventus e tutti si affannavano ad agitare il cappio da stringere al collo della Vecchia Signora, in primis quei pennivendoli che oggi con un’abile esibizione di trasformismo si affrettano ad abbandonare il padrone di turno alla ricerca di nuove scarpe da lustrare. Lei in quella tragica stagione non ricopriva ruoli ufficiali in seno alla società, quindi nessuno può muoverle colpe di immobilismo o di lassismo nel difendere i nostri colori, ma siamo sicuri che in cuor suo avrà sofferto molto per il vile attacco subito dalla creatura messa in piedi da suo Padre Umberto e da suo Zio Gianni. Siamo tutti coscienti del fatto che, se fossero stati in vita i suoi illustri parenti, questa triste vicenda avrebbe assunto una diversa piega, infatti, una convergenza di poteri forti ha subdolamente approfittato del vuoto di potere e carisma lasciati da Umberto e Gianni Agnelli per architettare un piano doloso e fraudolento, al fine di imporre la propria egemonia sul calcio italiano. Con il suo arrivo le cose sono cambiate, lei ha mosso tutti i passi che la legge le consente per ristabilire quella parità di trattamento alla base di qualsiasi competizione sportiva ed ha pungolato e sensibilizzato la componente mediatica, che riveste un ruolo fondamentale nell’indirizzare e creare quei famosi “sentimenti popolari”. Non si può nascondere il fatto che queste battaglie, prima ancora che nelle aule di tribunale, si combattono sulle pagine dei quotidiani, nelle televisioni, sul web e di questo dobbiamo dargliene atto, la sua prima vittoria , quella mediatica, l’ha abbondantemente ottenuta. La lettera scarlatta P (prescrizione) è ormai stata marchiata a fuoco sulle strisce degli ex onesti checchè ne dicano saggi, abeti e palazzi di turno. Tutto ciò che sta venendo fuori dal processo di Napoli, grazie allo splendido lavoro dell’eccellente team di Moggi, richiede delle risposte che attendiamo da anni, e chi ha manipolato dovrà pagare. Siamo sicuri che lei non avrà pace finchè ciò non sarà avvenuto. In lei abbiamo creduto anche quando da altre parti la hanno frettolosamente bollata come attendista senza polso. Mi lasci dire che merita delle scuse dopo le parole pesanti come macigni della conferenza stampa e soprattutto dopo le azioni concrete intraprese ed annunciate nei confronti della Figc. Tutto ciò che era nelle sue possibilità, l’ha fatto e non si preoccupi che continueremo a sostenere la sua battaglia, come abbiamo sempre fatto da cinque anni a questa parte, finalmente il nostro “esercito” ha trovato il suo degno Generale con il quale si potrà combattere fianco a fianco per raggiungere la vittoria costituita dal ristabilimento della verità. Con l’augurio di poter festeggiare a breve nella nostra nuova casa nuovi trionfi, le diciamo un semplice ma sentito “GRAZIE”.
Diciamo proprio tutto come sta?
Agnelli convocherà una conferenza però prima facciamo un passo indietro.
Se anche la posizione della Gazzetta sulla questione dell’esposto della Juve è cambiata (dopo che lo aveva già fatto con Narducci, voltandogli le spalle in seguito alla sua decisione di entrare a far parte della giunta di De Magistris con tanto di dissenso di Palamara, presidente ANM), spostandosi dal giustizialismo sfrenato al garantismo invocato spesso dai tifosi bianconeri, significa che realmente qualcosa è andato storto in quella famosa estate del 2006 oppure non tutto è chiaro e limpido come hanno voluto presentarcelo perché, per ammetterlo la Gazzetta, ce ne vuole. E lo ha fatto con un doppio articolo di Palombo prima e dopo che Palazzi scrivesse e consegnasse ad Abete quella relazione di 3 pagine sulla “parità di trattamento” e la revoca dello scudetto che la Juve attendeva ormai con ansia da 14 mesi e pretendeva di ricevere in tempi brevi. La Gazzetta (ovvero l’opinione pubblica d’informazione dell’accusa) ha tirato i remi in barca e le somme di quanto successo in questi 5 anni “d’informazione deviata” e pronta controinformazione. Eppure, il Consiglio Federale si è espresso negativamente nei confronti dell’esposto juventino, confermando lo scudetto all’Inter attraverso la delibera che ha dichiarato che “non ci sono i presupposti giuridici per la revoca dello Scudetto 2006 all’Inter” provocando un grosso colpo al cuore a tanti tifosi bianconeri e appassionati sostenitori calcistici che ne escono frastornati da questa vicenda, dubbiosi su cosa il calcio sia diventato veramente e cosa offra in cambio della popolarità. Quindi la Gazzetta, questa volta, non ha preso la difesa della parte più potente, quella del Palazzo.
Facciamo un passo indietro. Prima di ascoltare con ansia la conferenza di Andrea Agnelli nella quale svelerà, probabilmente, le prossime azioni giuridiche da intraprendere e tutte le sue motivazioni, torniamo alla relazione di Palazzi e a tutto ciò che è accaduto nei giorni seguenti. Nonostante abbia sentenziato nei provvedimenti che Zamparini e Foschi fossero irrilevanti e Moratti e Facchetti prescritti, suscitando, in un primo momento, l’ira dei tifosi bianconeri, nelle motivazioni ha fatto emergere tutt’altro. Palazzi, con questa nota: “non essendo emerse dalle risultanze istruttorie e dai contatti telefonici in atti fattispecie di rilievo disciplinare procedibili, non coperte da giudicato ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 del codice di giustizia sportiva vigente all’epoca dei fatti”, parla di fatti non punibili a causa della prescrizione e non parla di lealtà da parte dei soggetti coinvolti nelle sue motivazioni tanto che, soprattutto Moratti e Facchetti, ne sono usciti prescritti e non irrilevanti. Soprattutto Facchetti, ormai defunto, è stato ritenuto “colpevole di illecito sportivo” vigente nell’art. 6 CGS così come la società Internazionale, beneficiaria delle conseguenze di questi illeciti. Insomma, per l’Inter si parla di illecito e non di slealtà (art. 1) per la quale è stata condannata la Juve alla serie B con un illecito strutturato ovvero una somma di tanti articoli 1. Illecito strutturato mai esistito ai fini della legge. Tra le motivazioni, spiccano alcuni passaggi come “i gravi e reiterati comportamenti dell’Inter.” Oppure “le conversazioni citate intervengono spesso in prossimita’ delle gare”… ”In relazione a tali gare “il presidente Facchetti si pone quale interlocutore privilegiato…”. Nonostante ciò, rimane attorno a questa faccenda un alone di mistero perché Palazzi disse a chiare lettere che le indagini partirono oltre un mese prima dell’esposto della Juventus: se le indagini sono partite prima dell’esposto, non c’è prescrizione, i quattro anni sono scaduti nel luglio 2010 e non prima! Altro mistero che attesta la difficoltà nel capire affondo la verità di questa vicenda.
Ormai è uno slogan, come una filastrocca imparata a memoria di quelle che si fanno fare all’asilo: “L’archiviazione per prescrizione non vuol dire assoluzione”. Moratti e Facchetti irrilevanti ma coperti dalla prescrizione, sono direttamente proporzionali al fatto che i “presupposti etici” del 2006 non sono stati rispettati. E comunque, Abete non aveva detto che lo scudetto 2006 non sarebbe mai andato in prescrizione, così come l’etica? Anche Agnelli l’ha ammesso davanti all’intervista offerta alla Gazzetta poche settimane fa: il processo del 2006 si aprì sulla base di quelle intercettazioni coperte da segreto e illegalmente divulgate dai giornali.
– Piccola precisazione fuori percorso: le telefonate di cui parliamo sono telefonate che Auricchio aveva manomesso e che hanno portato “alla prescrizione per alcuni soggetti e ad una condanna per altri”.(ci,.) La prescrizione, logicamente, è giunta per i soggetti coinvolti nelle telefonate dell’Inter poiché proprio i file delle telefonate dell’ Inter intercettate e ritenute “molto rilevanti”, segnalate dai carabinieri non sono mai arrivate ai Pm e quindi mai divulgate ai giornali nell’estate del 2006. Sono rimaste nascoste. è notizia di questi giorni che ci siano i file delle telefonate ma che siano rimaste nascoste per tutto questo tempo non è di certo una notizia nuova. Chi le ha potuto occultare? Forse Rossi e Nicoletti che s’incontrarono a Napoli, in Procura, il 18 Maggio 2006, una settimana prima che arrivasse Borrelli per raccogliere il materiale da divulgare ai giornali. Naturalmente materiale manomesso e COPERTO DA SEGRETO. Quello di cui parlava Agnelli. Poco dopo fu la la Gazzetta che rivelò che le intercettazioni trasmesse dalla federazione alla magistratura giacevano da mesi in un cassetto. Federazione parassita e Forza Penta. –
Ergo, Palazzi ha discusso, nel suo esposto, solo delle nuove intercettazioni emerse in questi anni(partenti dal 13 aprile 2010) e dei rapporti intrattenuti dai dirigenti con i designatori. è stato anche detto che l’iniziativa del dottor Palazzi era svincolata dall’esposto juventino e frutto di un “iter autonomo intrapreso dalla procura” e partito dalla serie d’interrogatori da affiliare all’inchiesta sull’ormai nota Calciopoli 2. Ecco, già il fatto che sia stata rinominata così deve far capire che ci sono altri colpevoli e non può passare tutto inosservato. Questa è una nuova storia che non ha niente a che vedere con quella del 2006. Qui i protagonisti sono completamente cambiati. È una nuova serie che comporta un altro finale. La Juve non perse tempo quando affermò, con una nota, che il palmares non si prescrive proprio come l’etica di Abete.
Persino Pardolesi e Aigner hanno ceduto sotto i colpi ricevuti in questi anni dalla difesa e hanno confidato che fu Rossi a prendere la decisione di assegnare lo scudetto all’Inter, disdicendo il parere ’consultivo’ della commissione che non era al corrente (e in seguito contraria) della sua decisione ammettendo che la proposta era quella di revocare lo scudo alla Juve ma di non assegnarlo all’Inter. A proposito di commissione dei 3 saggi, ritengo che Abete abbia fatto una magra figura nel dire che “non ha bisogno delle stampelle per decidere” visto che nel 2006, queste stampelle si rivelarono fatate nel levare dagli imbrogli della giustizia sportiva molte persone e nel lasciare così tanti dubbi oggi.
Ed ecco che Palazzi, sbrigata questa faccenda e scritte le sue motivazioni, ha passato la patata bollente al Consiglio Federale della Figc, l’unico vero organo che avrebbe dovuto decidere sulla scottante questione dello scudetto del 2006 sotto l’afa che ha colpito e messo sotto scacco mezza Italia. Il consiglio federale, cavalcando l’onda della radiazione di Moggi per la quale non si era reputato competente per decidere o per arrogarsi il potere di emanare delle norme che non passassero al vaglio della giunta nazionale del Coni, ha cercato di saltare anche quest’altro impegno, definendosi non in grado di poter scucire quello scudo dalle maglie dell’Inter non avendo la veste giuridica per farlo essendo solo un’istituzione politica. Provocatoriamente, l’ avv. Prioreschi ha chiesto la prescrizione per la radiazione di Moggi dal momento che è stato giudicato con la nuova procedura del codice di giustizia ma su fatti vecchi (a “sentenze rese”) e puniti con la vecchia normativa che avrebbe visto già i presunti reati prescritti. Stessa formula, ovvero stessa prescrizione(con de4cadenza quadriennale) che vorrebbero utilizzare per lo scudetto del 2006 in modo da lasciarlo all’Inter. Ed è qui che casca l’asino: se nel caso di Moggi sarebbe dovuta scattare, per regolamento, la prescrizione(con decadenza di 8 anni secondo l’attuale C.G.S., entrato in vigore nel 2007, all’art. 25 che ha preso il posto dell’ormai vecchio art.18), Abete annunciò che in caso di illeciti(come dice Palazzi) o comportamenti poco limpidi(come dice Agnelli) la questione si sarebbe dovuta riaprire e discutere. E non evitare come un ostacolo difficile e rognoso. Senza dimenticare che, in ogni caso, l’illecito sportivo secondo l’attuale codice è prescritto solo dopo otto anni. Non essendo i consiglieri della Figc dei giudici e non essendo l’ordinamento sportivo un ordinamento giuridico ma “politico-amministrativo costruito su basi-giuridiche”, l’Inter è punibile, in teoria, per aver commesso illecito sportivo senza alcun pericolo nè di prescrizione, nè di archiviazione. Perché anche qui si dovrà discutere un fatto vecchio con il nuovo regolamento, vero? Beh, se la giustizia è uguale per tutti, questa volta il regolamento è a nostro favore e mi dispiace fare ragionamenti qualunquistici e di basso valore culturale…
Lo scudetto puo’ essere comunque revocato qualora intervenga una sanzione (ex art. 13 CGS) della giustizia sportiva. La revoca, infatti, è un atto giudiziario e non amministrativo. Mentre la richiesta di revisione delle sentenze sportive potrebbero essere accolta qualora s’intervenga ex art. 39. Ed è anche per questo motivo che il presidente Agnelli ha minacciato di portare in tribunale la Federcalcio. A loro spettava solo il compito di “discutere se c’era o meno la competenza del Consiglio Federale a decidere e non a revocare lo scudetto”. Proprio come ha detto l’unico voto contrario della delibera: l’avvocato Dante Cudicio, membro dell’Associazione Allenatori.
Tra l’altro, non essendo stato quel titolo conferito da un atto ufficiale o formale, a loro giudizio, ma solo da un comunicato stampa e da una copia inviata all’Uefa con la nuova classifica ribaltata, per lo stesso motivo non potrebbe essere revocato. Se non c’è l’atto ufficiale allora lo scudetto dell’Inter è taroccato. È come i tanti pezzi di pizza che si comprano senza ricevere lo scontrino, durano il tempo di qualche morso e non per sempre. E bene, adesso è il momento che anche lo scudetto dell’Inter che gli è stato consegnato senza il proprio scontrino fiscale, sia restituito da chi non gli appartiene. È inutile che Abete affermi che “Anche in presenza dell’atto ufficiale o di una titolarità della Figc a decidere la Federcalcio avrebbe espresso comunque parere contrario alla revoca perchè rimane la separazione dei ruoli da parte del Consiglio federale rispetto agli organi di giustizia.” Copia e incolla. Più elementare di così non avrei saputo dirvelo. Significa che la giustizia sportiva è indipendente da quella ordinaria? E perché mai, allora, la giustizia ordinaria si sia permessa di mettere a disposizione di quella sportiva tutto il proprio lavoro nel 2006? Già la giustizia sportiva è di per sé lenta e fannullona, forse è per questo che preferisce non andare incontro ad un confronto con quella penale. Abete in questo è bravo, nelle parole che portano calma momentanea e fuoco per sempre come quando disse che si sarebbe aspettato dall’Inter la rinuncia alla prescrizione. Musica per le nostre orecchie.
Tutti si sarebbero aspettati che il consiglio mandasse l’Inter prescritta per le telefonate di Facchetti, le revocasse solo lo scudo ma senza sanzionarla per i noti fatti prescritti e invece si è deciso di non decidere nulla come aveva denunciato il presidente Agnelli. Niente deferimenti, tutto archiviato. 5 anni buttati nel cesso, 5 anni di presa per i fondelli. Eh sì, perché per 5 anni ci hanno intrattenuto per poi non fare nulla.
Da un lato, la Fiorentina ha preteso, nel proprio comunicato, che si spieghi perché siano state accantonate dagli inquirenti numerose telefonate influenti, in particolare dal colonnello Auricchio, titolare dell’indagine. Ad Auricchio si chiede di spiegare anche «perché vennero prese certe decisioni e chi era al corrente delle decisioni prese». Riguardo alla domanda «se i pm Beatrice e Narducci fossero tenuti all’oscuro delle intercettazioni arbitrariamente considerate irrilevanti», in questi anni si è saputo direttamente da Beatrice che quelle intercettazioni gli erano estranee, il che significa che ha fatto tutto Auricchio. Ma può un investigatore farlo, quando la direzione delle indagini, anche per le intercettazioni, come ha ricordato l’avvocato della Fiorentina nella sua arringa, è sempre dei pm (cit.)? Della Valle avrà forse deciso d’assumere i panni del bambino pentito che ha commesso un danno con quello cattivo ed avendo pagato solo lui lo prega di dire lòa veritaà? Dall’altro, la pretesa della Fiorentina sa tanto di furfanteria in quanto Della Valle intende sedersi ad un tavolo con Moratti e chiedergli una fetta della torta che si è preso tutta Moratti in cambio dell’omertoso e dannoso silenzio.
Sta di fatto che domani Agnelli convocherà una conferenza. Tra le “armi” che impugnerà per combattere questa nuova guerra in tribunale c’è l’acquisizione del verbale della riunione del Consiglio Federale del 18 luglio. Si può dire che, contemporaneamente, Moggi acquisirà un documento detto “Lodo-Preziosi” riguardante la misteriosa squalifica inflitta al presidente Preziosi in seguito ad un Genoa-Venezia e la sospetta radiazionecomminata e poi tolta per mistero al ds Sabatini.
I metodi per vincere ci sono. Bisogna solo saperli utilizzare.
Ps: Il Garante del Codice di Comportamento Sportivo è l’organo preposto a segnalare ai competenti organi della Federazione Sportiva di appartenenza del tesserato, i casi di sospetta violazione del codice. Si è sparsa sul web la voce che, in caso lo scudetto dovesse rimanere all’Inter, la Juve o i tifosi stessi possano impugnare quest’ altra arma. Staremo a vedere.
eldavidinho94
Intervista ad Enzo Ricchiuti
Salve Enzo, sono sempre io Davide per il Blog di Alessandro Magno. Alessandro dice che siete troppo amici per intervistarti lui. Lo devo considerare un privilegio o una rogna?
Una corvee. Alessandro ed io siamo amici soprattutto perché condividiamo la passione per il ciclismo.
Iniziamo allora- Intervista al Ricchiuti parte seconda. Facciamo un riassunto della prima parte? O un resoconto, forse meglio del solito riassuntivo elementare? Io non vado di fretta questa volta.
L’unico riassunto che si può fare delle mie interviste è che mi piace farmi intervistare. Come tutti.
La prima intervista fu una mia idea, questa però me l’hai chiesta pubblicamente. Ti chiedo il perché anche se credo di sapere già la risposta e vediamo se corrisponde alla mia. Purtroppo devo prendere le parti del pubblico lettore.
Volevo chiarire alcune cose successe di recente.
Lo sai che la scorsa intervista non è piaciuta a tutti? Qualcuno ha insinuato che fosse stata preparata a tavolino, molto amichevolmente: ci eravamo accordati su domande e risposte, bo? Che ne pensi?
Non vado d’accordo col mettersi d’accordo. Però non ho niente contro le insinuazioni.
Non ho la presunzione di dire che, eppure, ho fatto conoscere un po’ di te . Almeno una parte del tuo modo di pensare. Sti lettori..Ora che facciamo? Chiamiamo un pm 🙂 ? Chissà che non ci faccia una requisitoria convincente sugli accordi che abbiamo preso: in fondo, questa intervista è sia voluta che cercata.
Sembri più Ricchiuti tu di me.
Quindi che si fa? Si gioca a fare il Ricchiuti oppure intervista molto accondiscendente?
Le interviste alla fine sono tutte accondiscendenti perché l’ultima parola spetta sempre all’ultima risposta dell’intervistato.
Non riesco a farti delle domande oggettive ed apatiche come dovrebbe essere e come vorrebbero gli altri, anche l’intervistatore a volte è fazioso, non posso farci nulla. Tanto non ci pubblica nessun quotidiano…
Mi dispiace per me.
Beh dai, facciamo così: città per città introduciamo gli argomenti. Andiamo a Napoli. Qui c’è tanto da parlare…
Mica tanto. E’ una città per molti versi scontata, di cui si possono dire quasi sempre le stesse cose.
Napoli è politica e giustizia messi insieme, non c’è distinzione vero?
Non c’è distinzione. E’ un unico teatro.
Ora ne diamo la prova.
De Magistris, chi è. Un adulatore o un persecutore di sogni? Non ha perso tempo per far parlare di sé… (Alessandro non vuole si parli di politica ma questa me la farà passare).
A me ricorda Peron. Evita Peron. E’ sulla buona strada per farsi impersonare da una bionda, da una Madonna.
La “Giunta militare” (come è stata rinominata) composta da Auricchio e Narducci. Il primo ha colpo l’occasione, il secondo si toglie dai casini del processo, che ne pensi?
Penso che evidentemente nell’ambito delle loro reciproche carriere più di tanto non potevano più ottenere.
La monnezza di Napoli, De Magistris ha detto che se ne occuperà subito.
Mi auguro che il neo sindaco non si occupi di nulla. Mi sentirei più al sicuro se si limitasse a fare scena.
Rimaniamo a Napoli. Andiamo al coperto perché fuori non si può stare, l’aria è irrespirabile. Forse questa è la volta buona che più di uno vada ad ascoltare e seguire il Processo di Napoli: sto Nucini cavallo di Troia chi è cosa ha combinato.
Nucini è un personaggio da film dell’orrore. Deve essere vero ciò che raccontano gli amici di Facchetti, quelli che lo difendono dandogli ora dell’ingenuo. Solo un super ingenuo poteva credere a uno come Nucini. D’altronde si vede che fare l’addetto agli arbitri non sia servito molto a Facchetti. Bastava poco, un minimo di competenza sugli arbitri, per rendersi conto di quanto Nucini fosse come arbitro inaffidabile più che perseguitato.
L’intervento dell’avv. Vitiello in difesa della Juve in qualità di parte civile: come ti è sembrato? La Juve vuole realmente interessarsi a questo processo o lo fa solo per i tifosi che tengono alla loro dignità?
La Juve s’interessa a questo processo per non interessarsi mai più di Calciopoli in futuro. Usa gli argomenti, le investigazioni, le parcelle ai consulenti pagate da Moggi per prendere le distanze da creditori e Moggi stesso. Al contempo sfrutta questa sua ritrovata vitalità difensiva come campagna abbonamenti per il nuovo stadio. Ha un atteggiamento parassita e paraculo. Da furbetti. Tipico dei ragazzini di cui la stanza dei giochi Juve è pregna. Il problema è che gli juventini rimasti sono in larga parte delle vecchie signore che non abboccano e per questioni di senescenza non le mandano più a dire. In tutto questo, Vitiello non c’entra nulla.
Andiamo a Roma. Tu ci sei già stato, vero?
Più di una volta. La città più bella del mondo.
A Roma c’è un nuovo triangolo delle bermuda, sai qual è?
No.
Andiamo per ordine alfabetico dai, tanto o l’uno o l’altro dobbiamo parlare di tutti e tre i lati:
ESPOSTO JUVE: stanno facendo un casino, ormai ne parlano tutti a ruota e a piacere: chi ha rilasciato le dichiarazioni più sensate e come andrà a finire? Agnelli ti è sembrato convincente nel discorso in occasione della presentazione delle maglie? Ha detto di pretendere rispetto dalle istituzioni…
La dichiarazione più sensata è quella di Abete quando dice con rispetto che dell’esposto non gliene frega nulla. Agnelli convincente ? Non deve convincere i tifosi. Il rispetto non lo si pretende. Lo si prende e basta.
RADIAZIONE MOGGI: eh eh, so che è l’argomento che ti sta più a cuore, la Juve avrebbe dovuto prendere le difese di Moggi? Credi nell’assoluzione da parte dell’ Alta Corte? Cosa non ti quadra di questa radiazione “ad personam”?
La Juve avrebbe dovuto e potuto spendere due parole in merito. Avrebbe dovuto e potuto sfiduciare Palazzi mettendogli pressione. Non ora ma in previsione della scadenza del suo mandato, dicendo no a una proroga tacita dell’incarico e sollecitando pubblicamente la procedura pubblica di assegnazione. Ho qualche remoto refolo di fiducia nell’Alta Corte. Della radiazione ad personam non mi quadra l’atteggiamento Juve: sembra un sospiro di sollievo per non dover più fronteggiare campagne mediatiche per il ritorno di Moggi oppure fronteggiare Moggi stesso alla guida di altri club con gli attuali poveri mezzi economici e umani di cui Juve dispone.
RICUSAZIONE CASORIA: ce l’abbiamo fatta, no? 3 su 3. Tutte e 3 vinte.
L’ultima volta per merito di Trofino. E’ stato decisivo. Battendo i pugni sul tavolo, perché così si vince.
Andiamo a Torino, l’intervista rilasciata da Agnelli (al termine del CDA che ha fatto registrare l’aumento di capitale), sul tema Calciopoli che impressione ti ha fatto? Ha parlato di “processo sommario” ed ha incolpato direttamente la Gazzetta per le intercettazioni fatte uscire nel 2006…
Agnelli aveva bisogno di rifare una verginità alla sua società e la Gazza aveva bisogno di sputtanarsi pur di tornare a vendere. Non è vero come dicono alcuni che i giornali per vendere debbono essere credibili, non faziosi e coerenti. I giornali per vendere debbono solo farsi comprare dal compratore di turno. I giornali sono come le belle donne. Più sono chiacchierabili più sono affascinanti. Perché la gente con l’attenuante della curiosità ama vedere come si possa cadere sempre più in basso. L’unico giornale veramente serio è quello che nessuno legge: la Gazzetta Ufficiale.
A proposito di aumento di capitale, è un bluff o è il futuro?
A me sembra che finanziare un aumento di capitale per la gestione ordinaria di debiti e scadenze prestandosi i soldi con gli interessi sia una furbata.
Come si sta muovendo la Juve sul mercato e come potrebbe muovesi?
Non si sta muovendo. Ha preso 3 parametri zero che non voleva nessuno più il terzino della Lazio che invece è buono. Come potrebbe muoversi ? Andando a riaprire la porta a Raiola dopo avergli fatto le scuse. Senza Raiola la Juve non prende top player e non vende bene nessuno dei vari Felipe Melo rimasti sul groppone.
Chi consiglieresti a Marotta? Uno per ruolo.
Thiago Silva, Hamsik. In attacco può riciclare un paio di quelli rimasti contando sul fatto che Conte è bravo specie con gli attaccanti.
Aguero! Arriva? Rossi!Arriva? Vucinic!Arriva?
Non mi piacciono né Aguero né Rossi. Vucinic ? E’ un divora goal da cardiopalma. Non serve. Tutti questi discorsi sulla seconda punta servono invece solo a smontare Quagliarella che fino a prova contraria se sta bene ha colpi da Nazionale.
Ti sarebbe piaciuto Sanchez? È stato solo un sogno o realmente un obiettivo? E Inler?
Tutti i nominativi di gente con quotazioni sopra i venti milioni sono solo utopie. Sanchez lo attendo per la conferma in un grande club in Cempions. Inler non è male ma la Juve che una tantum aveva azzeccato la strategia, parlare prima col calciatore, non aveva evidentemente i soldi per chiudere la trattativa.
Chi si sta muovendo meglio sul mercato? Che colpo metterà a segno quest’anno Raiola, quale sarà la sua prossima furbata?
Raiola non fa furbate. Quelle semmai vorrebbero farle altri. Fa la cosa migliore per tutti: fa girare i quattrini moltiplicando gli ami e moltiplicando così i pani e i pesci. E’ quella la cosa più importante: far girare il grano. Anche più importante del farlo scucire e basta. Leggo di gente contenta che Berluskoni con la multa forse dismetta il Milan. E’ una sciocchezza esserne contenti, non s’è capito niente. Ma torniamo a Raiola. Il calcio d’alto livello alla fine verte sulle giocate dei campioni. Raiola anziché riempirsi la bocca di quest’inglese fescion da Borsa Valori che piace tanto a Marotta si muove in silenzio e cercando di far combaciare tessere disparate, dall’interesse dei club a quello degli allenatori a quello dei giocatori. Marotta invece dice top player, competitors e altro broccolino del genere mandando fax a destra e manca, vantandosi di furbate che manco riesce a fare, dimostrando penuria di idee dal momento che copia il Napoli o idee confuse dal momento che passa da se non prendo Aguero allora tento con Hamsik, risultando alla fine un confuso coniglio bianco su sfondo bianco con problemi di autostima che parla come Alberto Sordi di Un americano a Roma.
GIOCATORE E SQUADRA RIVELATRICI DEL PROSSIMO CAMPIONATO, ALL’IMPRONTA.
Quagliarella, Juventus. Lo scudetto lo rivince il Milan. Tallonato dall’Inter perché Gasperini è bravo e chi più di noi Juve lo sa per quante volte ci ha fatto penare. Il Napoli s’è rafforzato ma se non vende Hamsik rischia di perdere qualcosa di più importante di un braccio di ferro presidente-procuratore.
Forse il mercato è troppo spicciolo per uno come te, poca cosa… quindi, ti piacerebbe tornar a parlare di Calciopoli?
No. Assolutamente. No.
Due aggettivi per definire Palazzi e Abete.
Come disse Ferrara di Fassino, prendono ordini come soldati e li danno come sergenti. Sono migliori come esecutori cioè che come persone.
Facciamo come le Iene: Ibra o Camoranesi? Raiola o Caliendo? Moggi o Sabatini, De Laurentiis, Pozzo, Galliani, Leonardi messi insieme?
Ibra è un gangster di città che in vita sua ha sempre avuto voglia di alzare la gamba, e la posta in palio, nel suo calcio taeken do. Per questo ha fatto carriera e se la merita tutta. Camo è un gangster da cortile che preferirebbe farsi pagare per infilare da fermo sullo spiedo le galline vive e zampettanti con un calcio piuttosto che alzare tutte le volte quella fottutissima gamba. Solo il pensiero stanca. Caliendo non m’era simpatico quando gestiva Baggio, figurarsi ora. Leonardi è bravo, Sabatini è sopravvalutato, De Laurentiis col calcio c’entra poco. Tutti questi qui, Galliani e Pozzo compresi, avrebbero bisogno ancora dei consigli di Moggi.
Capitolo Conte anzi, direi quasi libro-Conte: cambiamo completamente pagina… ce la farà?
La Conte-mania è una buona cosa alla fine. Perché dà entusiasmo. Anche posticcio, non importa. L’ambiente Juve è depresso. Ce la farà non lo so. Va protetto. Magari alla fine toccherà proprio ai tifosi proteggerlo. Sai che strazio.
Questa è una domanda banale quanto retorica: cosa è mancato l’anno scorso alla squadra? Mentalmente e materialmente.
Mentalmente è mancato tutto. Non sapevano gestire nulla, sia nel bene che nel male. Materialmente, sono mancati diversi punti per colpa degli arbitraggi.
E all’allenatore?
A Del Neri non manca niente. Quest’anno che sta a spasso, neanche lo stipendio.
È estate e fa caldo, parliamo di argomenti più leggeri: chi vince la Coppa America? Chi avresti voluto che vincesse?
La Coppa America la vince chi non s’è abbonato a Sky per seguirla. Visti gli orari assurdi. Non ho idea su chi possa vincerla. Ripeto una mia vecchia convinzione: questi sudamericani hanno un senso solo se li si vede in contrapposizione con le squadre europee. Quando giocano tra loro, sembra un film di lesbiche. Dove è notorio che non vince nessuno perché sono così noiose da godere entrambe allo stesso modo e quindi se non vince nessuno non perde nessuno. Il calcio non è e non deve essere democrazia, tutti uguali etc. Ci deve essere il dramma, la diversità, l’ingiustizia.
La nazionale di Prandelli come sta nascendo e come si comporterà?
Quella se farà bene o farà male non se ne accorgerà nessuno. Prandelli ha questa buonissima stampa in dote per cui al termine del suo mandato potremo semplicemente dire quello che han detto a Firenze o altrove: non ci ho capito un cazzo.
Qual è il tuo piatto preferito?
Non lo so.
Raccontaci un aneddoto della tua vita.
Ho fatto scendere in campo la Marina militare della Repubblica Domenicana per venirmi a recuperare. Avevo valicato il confine di mare con la Colombia in moto d’acqua. La sera a tavola la gente non faceva che raccontare questa storia. Nel frattempo caricata di ogni più sordido particolare. Prima feci lo scettico, non poteva essere vero. Poi finalmente non ce la feci più a mentire o fingere e dissi tutta la verità. Io dissi a tutti che l’italiano era morto finita la benzina dopo aver fatto a pezzi due tiburon imbottiti di coca e feci anche una specie di orazione funebre improvvisata. Uscimmo tutti dal ristorante riconciliati con Dio e le disgrazie e il prezzo del petrolio e carichi di buoni sentimenti. Qualcuno non cantò l’inno. Ma ci andò molto vicino.
Una sola domanda di politica: che mi dici di Giuliano Ferrara? Guarda che io ti seguo in tutto eh?
Giuliano Ferrara ha perso la verginità al momento giusto. Quando faceva il confidente della Cia. Molti lo accusano per questo ed altro, dicono che fosse meglio come comunista duro e puro. Che fosse meglio quando era rispettato e tutto intero. Balle. Non hanno mai letto il Ferrara di quel periodo: un tronco d’albero. Meno male che ha avuto la fortuna di corrompersi.
Come chiameresti il nuovo stadio? Da quelle parti fanno i misteriosi, come per le maglie: sempre all’ultimo punto fanno le cose, poi non danno il tempo a noi di abituarci…
Lo chiamerei Tiramisù. Serve a quello.
Prima di concludere non posso proprio fare a meno di chiederti . La curiosità mi uccide .
‘’Fiorellino’’ ,’’ Fate schifo’’,ma cosa combini?
Scrivo quello che mi passa per la testa. Passati i bei tempi di quando dovevo aggredire la gente su commissione.
Con fiorellino ti sei tolto qualche sassolino dalla scarpa che stava li da un po’ di anni e poi hai detto buonanotte ai sognatori.
Gianfelice Facchetti non m’è simpatico, vero. Perché riconosco il dramma nel suo difendere la memoria del padre e so che essendo giovane non c’è possibilità di dialogo. Bisogna solo finire male. Riguardo l’altro pezzo, “Fate schifo” in fondo è merito di Angelini. L’ha detto lui e io ho ampliato il concetto. Sono pezzi diventati dei samizdat clandestini dopo la censura. Finiranno come i numeri telefonici o le barzellette che si scrivono sui muri dei cessi. Ovunque cioè dove la gente si diverte sul serio.
Non hai paura di querele tu?
No. Però è giusto che la gente ne abbia. Io no perché vengo da una impostazione tipo un giornale senza querele è come un generale senza medaglie. Al di là di queste minchiate però tragicamente vere, è giusto che i blog di persone normali che stanno su rete come hobby non retribuito non debbano condividere le mie rogne. Per questo coi blog ho chiuso. Per le testate on line il discorso è diverso: nell’internèt bianconero ci sono troppi avvocati e troppi dilettanti. Un controsenso per un tipo di giornalismo che vuol fare da grillo parlante. Dovrebbero prendere esempio dalla piccola ma aggressiva stampa d’opinione: ci sono più ex pregiudicati che incensurati. Chiedere il finanziamento pubblico tramite qualche onorevole, farsi srl e mettere direttore responsabile una cariatide. Così potranno scrivere quello che vogliono, stimolare pagando le migliori nuove leve, liberarsi dal legalese e fregarsene anche delle querele. Che entro certi limiti sono fisiologiche.
Antonio Corsa ?
Persona profondamente perbene.
E’ giusto paghi Ricchiuti per tutti?
Si, è giusto. Perché la responsabilità di quel che scrivo è solamente mia.
Ti leggeremo ancora e se si quando?
Su un inutile sito mio. Quando, non so.
Grazie per la pazienza e alla prossima. Chissà le nostre interviste potrebbe diventare un appuntamento a scadenza fissa?
Domani, dimmi tu l’ora.
Davide Peschechera per IlBlogdiAlessandroMagno.it
(Alcune parole come ‘’cempions’’ e ‘’Berluskoni’’ sono state scritte in questo modo su richiesta di Enzo Ricchiuti, il Ferrara di cui si parla quando si dice di Fassino è il giornalista Giuliano Ferrara. Nota di Alessandro Magno)
Agnelli ci fa o ci sa fare?
Questo articolo avrebbe dovuto essere semplicemente una risposta all’articolo del mio amico AlessandroMagno riguardante Andrea Agnelli ed il punto interrogativo che pone alla fine: Andrea Agnelli è per noi l’interlocutore giusto o no? Ecco il link: http://www.ilblogdialessandromagno.it/?p=761#comments
Per mia incapacità nell’essere laconico ho composto una risposta molto molto prolissa che si è trasformata improvvisamente, in un articolo riassuntivo di ciò che Agnelli ha fatto e detto in questi ultimi giorni tanto da suscitare curiosità o sgomento con tanto di pareri e commenti a caldo in noi tifosi ed irritazione in ‘altri’.
Tanto per cominciare, credo che egli sia il nostro interlocutore giusto e lo ha dimostrato nelle ultime due interviste rilasciate: alla Gazzetta al termine del CDA che ha registrato l’aumento di capitale e alla presentazione delle nuove maglie nel nuovo stadio dove si è anche soffermato sull’esposto di Palazzi.
In entrambe le interviste è stato molto esaustivo e chiaro e non ha gettato al vento le solite frasi di retorica prive di significato e molto spicciole. Forse sul mercato bianconero avrebbe dovuto essere più chiaro ma, in fondo, questo compito spetta a Beppe Marotta. Da lui pretendiamo altro e questo altro si chiama Calciopoli: la lotta per la verità.
Alla Gazzetta ha detto chiaramente, soffermandoci solo ed esclusivamente in ambito Calciopoli, che la Juve si sarebbe mossa per la revoca dello scudetto all’Inter solo al termine del processo penale e dopo che questo avesse emesso le sentenze, chiarendo che vuole aspettare il terzo grado del giudizio penale (praticamente altri 4 o 5 anni) per agire ex articolo 39 in sede Figc. Tutto questo senza però tralasciare l’aspetto più importante: quello di ricevere risposte in tempi brevi dalla Federazione sulla questione in atto nel rispetto della giustizia affinchè essa sia uguale per tutti. Concetto ribadito ancora una volta dopo che lo ha fatto anche nei mesi precedenti, a campionato in corso. Naturalmente i tifosi hanno interpretato queste esternazioni in due modi completamente differenti: o come una perdita di tempo o come una netta presa di posizione. Per accontentare tutti, giustizialisti e garantisti, si sa, servono subito i fatti e secondo me i fatti ci sono: l’esposto inviato alla Figc oltre un anno e mezzo fa e analizzato da Palazzi qualche giorno fa è un fatto acclarato che ha comportato delle conseguenze piuttosto importanti: potremmo vederlo sotto molti aspetti (mediatico, economico, politico, d’immagine) ma le cose sono cambiate. Palazzi nell’esposto (senza soffermarci nei particolari perché per questi potrebbe esserci un altro articolo) ha ritenuto anche l’Inter colpevole di aver commesso illeciti sportivi con le telefonate di Facchetti e le ammissioni di Moratti che ne era al corrente e tutto questo grazie ad un misero esposto che, seppur con 14 mesi di ritardo, ha emesso un parere molto simile ad un verdetto, quasi fosse una pietra tombale.
Inoltre alla Gazzetta è tornato a parlare anche della Calciopoli 2006, definendo il processo “un processo sommario, istituito in tempi brevissimi, in un clima di clamore mediatico che ne condizionò l’esito. Fu proprio la Gazzetta a innescarlo rivelando le intercettazioni. La Procura federale aprì il procedimento sulla scorta di quanto aveva appreso dai giornali”. Colpo basso, e chi se lo aspettava? Accusa pubblicamente la Gazzetta. Chi altro lo avrebbe fatto volontariamente? La Gazzetta, nella domanda successiva, cerca di rimediare, accusando la Federazione di aver nascosto le intercettazioni alla Magistratura ma Agnelli rincara la dose e incolpa sia la Gazzetta che gli altri giornali di non averle trascritte tutte le intercettazioni sui loro giornali, informando male l’opinione pubblica.
Alla presentazione delle nuove maglie, invece, Agnelli ha aperto il pomeriggio con un discorso di quasi 15 minuti attenendosi ai documenti e leggendo un passo dell’esposto della Juve che si basava, all’epoca, sulla “parità di trattamento” e puntando la mira sui “comportamenti poco limpidi” dell’Inter naturalmente nell’ambito della questione dello scudetto 2006 discussa da Palazzi il giorno precedente. Ha ribadito di volere RISPETTO dalle Istituzioni esprimendo il proprio timore che si decida di non decidere, ovvero che si sorvoli sulla questione per mancanza di volontà nel tornare su un argomento vecchio ma di estrema attualità. Per passare all’azione, anche in questo caso, Agnelli ha ribadito che bisognerà attendere la decisione del Consiglio Federale del 19 Luglio. Prima di allora va solo monitorata la situazione senza emettere sentenze o commettere mosse sbagliate.
Si può continuare ad avere pareri discordanti sul Presidente che tiene sempre una linea di strategia ben precisa ma estremamente criticabile e giudicabile. Prima che s’insediasse lui uno che parlasse così non lo avevamo di certo. Anzi. Reputo Cobolli Gigli una persona a modo che sa il fatto suo e che, se non avesse effettuato il ritiro del ricorso a Tar, all’epoca, sarebbe rimasto alla Juve per tanti anni. Capacità dirigenziali ne aveva. Purtroppo bruciò, con quella mossa, quanto di buono avrebbe potuto fare. Blanc, invece, l’uno e trino e presidente ad interim è da apprezzare per il lavoro portato avanti sul nuovo stadio e per essere un ottimo contabile ma niente più. Sul piano sportivo si è dimostrato inadeguato. Non voglio giudicarlo né incompetente né incapace ma semplicemente inadeguato per il semplice fatto che il campo nel quale compete è diverso.
Teniamoci Agnelli. Per il nome che dà garanzie. Per ciò che ha detto e smosso in questi mesi. Per ciò che farà. Non abbiamo molte possibilità visto che, dopo di lui, c’è ancora una volta il vuoto. Agnelli è tra due baratri: il primo ha spazzato via i primi 5 anni di Juve post-farsopoli, il secondo potrebbe spazzare il futuro della Vecchia Signora se solo non ci fosse Agnelli che riesce ancora a tenerci a galla con l’argomento Calciopoli in attesa che i risultati sportivi tornino a darci ragione.
Per quanto possa avere le mani legate dal vero proprietario Elkann, Agnelli è libero di parlare e di dire ciò che vuole. Ha il benestare di Elkann e questo è già un passo in avanti rispetto al passato. Sino ad oggi, le parole bastano per alimentare i sogni. Con le sole parole molte persone si sono sentite colpite e tirate in causa. I fatti faranno il resto
In fondo, se in questi giorni Moratti è nervoso è soprattutto ‘colpa’ di Andrea.
Eldavidinho94
VERGOGNA!
Finalmente, anche Palazzi è stato costretto a smascherare i cartonati. La relazione del Procuratore è stata giudicata molto dura, da chi non ha voluto seguire gli eventi del processo di Napoli; tuttavia, la stessa relazione manca ancora di qualche passaggio fondamentale. Come ad esempio la parte conclusiva della telefonata del 25/11/2004 tra Mazzei e il presidente dell’inter, in cui si sente quest’ultimo suggerire come “taroccare” una griglia arbitrale. E non c’è dubbio che un simile dialogo avrebbe ancora di più aggravato la posizione dell’inter.
Tutti quelli che considerano l’onesta intellettuale un inutile accessorio, hanno mostrato, nell’occasione, imbarazzo e finto stupore, come se le telefonate non fossero note da oltre un anno. E hanno posto l’ipocrita domanda sul perché e come, queste telefonate fossero scomparse. Domanda che offende prima loro e poi quelli che hanno il coraggio di ascoltarli o leggerli.
Noi di “Organizziamoci!” vogliamo però, soddisfare la loro “ingenua” curiosità. E lo facciamo riproponendo fatti (non opinioni) che danno soddisfazione ai loro perché. Inoltre lo facciamo continuando nell’opera di denuncia pubblica della circostanza più vergognosa: per quanto si trattasse di fatti ben noti a tutti, i media hanno deciso comunque di ignorarli.
Il 16 maggio 2006, Guido Rossi, uomo dei poteri forti ma quel che più conta ex dirigente dell’inter, fu nominato commissario della FIGC. E la sua investitura fu salutata dalla gazzetta dello sport con un eloquente titolo: AL POTERE UN VERO TIFOSO INTERISTA CHE EVITA IL CAFFÈ AL BAR BIANCONERO.
Tra i primi atti del nuovo commissario vi fu la nomina a suo vice e sub commissario dì Paolo Nicoletti. Al riguardo vi fu un’interrogazione al Ministro dello Sport da parte della Senatrice Maria Burani Procaccini, per i rapporti tra il Nicoletti e la Saras di proprietà della famiglia Moratti. E’ forse superfluo dire che non vi fu alcuna risposta.
Nel frattempo a capo dell’ufficio indagini veniva ciamato Francesco Saverio Borrelli. Come suo vice fu scelto un altro fedelissimo: Marco Stefanini ex capo dell’ufficio legale dello Spezia Calcio (proprietà Moratti) all’epoca della presidenza di Ernesto Paolillo( diventato proprio nel 2006 Direttore generale dell’inter). Altro stretto collaboratore di Borrelli fu Federico D’Andrea, passato, dopo calciopoli alla Telecom con Guido Rossi ,quando questi lasciò la Figc.
La sola composizione di una “squadra di valenti professionisti”, così nettamente orientati, è sufficiente a chiarire il motivo per cui le telefonate dell’inter furono occultate. E Borrelli rappresentava la classica foglia di fico dietro cui nascondere le vergogne. Vediamo, quindi, in che maniera spudorata fu realizzata la “pulizia etnica” applicata al calcio.
Il 18 maggio 2006, una settimana prima che Borrelli si recasse a Napoli, la Procura partenopea ricevette la visita di Rossi e Nicoletti. Tale incontro fu commentato pubblicamente da Lepore, Procuratore capo napoletano (lo stesso che avrebbe, poi, pressioni sulla Casoria per farla rinunciare), con la seguente dichiarazione: “nell’incontro tra i magistrati che conducono l’inchiesta sul calcio italiano e, il commissario della Figc, Guido Rossi, si sono stabilite, fra l’altro, le modalità di trasmissione, nel rispetto delle previsioni di legge, di copie degli atti d’indagine relativi a tesserati della Federcalcio e rilevanti ai fini della giustizia sportiva”. Pertanto, le telefonate “importanti”ai fini delle indagini sportive, già “opportunamente” scremate da Auricchio e la sua “magnifica” squadra, furono in concreto, selezionate da Rossi, Nicoletti e i PM che avevano tutto l’interesse di isolare la posizione di Moggi, unico oggetto della loro indagine.
Ecco come sono state, occultatele le telefonate dei “prescritti”!
Proseguiamo comunque nell’elencazione dei fatti al fine di fugare i dubbi anche ai più scettici.
Dunque, il 26 maggio 2006 Borrelli si reca a Napoli solo per ritirare la torta confezionata una settimana prima da Rossi, Nicoletti e i PM.
Borrelli però, si rende conto che qualcosa non va e pur reggendo il gioco di chi l’aveva nominato (cosa, che non gli fa certo onore) non può esimersi dal concludere la sua frettolosa inchiesta con un eloquente avvertimento: “Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire, la vastità del contesto, l’unicità di questo che è il più grande scandalo del calcio, il numero davvero ampio di società e di soggetti coinvolti, i plurimi filoni indagativi che sin da ora emergono e che viepiù emergeranno nel prosieguo, non permettono di ritenere conclusa l’opera d’individuazione delle responsabilità”.
Il Magistrato comunque non si ferma alla sola frase della sua relazione. Infatti, durante un’audizione innanzi alla 2° Commissione di Giustizia del Senato, tenuta il 14 settembre 2006, ad una domanda specifica sul comportamento della Procura di Napoli, Borrelli dichiara testualmente: Non sono in grado di dare molte spiegazioni. Certo, non
possiamo fare a meno di constatare che a Napoli e` successo qualcosa di strano, e dire strano e` dire poco.
Aggiungendo poco dopo: C’e` stata forse una fase, che ha preceduto la mia gita a Napoli, un po’ fluida di contatti tra il vice commissario Nicoletti e la procura di Napoli.
Chiusi i processi sportivi, sono occorsi oltre tre anni per dare inizio al processo penale dove Moggi e altri, devono rispondere di accuse gravissime. Il procedimento osteggiato in tutti i modi dalla Procura napoletana, ha registrato, caso unico nella giustizia italiana, ben tre richieste di ricusazione del giudice(tutte respinte) . Durante il dibattimento abbiamo assistito a udienze ridicole e paradossali nel loro insieme, perché i migliori testi della difesa sono stati quelli dell’accusa. Abbiamo ascoltato Auricchio che, incalzato dalle difese, a proposito delle telefonate “scomparse”, e fatte riemergere grazie a Moggi, ha dovuto ammettere che qualcosa era, forse, “ sfuggito”. Contemporaneamente , Narducci durante un’udienza del processo con rito abbreviato chiesto improvvidamente da Giraudo pronunciava la famosa frase:” piaccia o non piaccia non vi sono telefonate dell’inter”. Inoltre, abbiamo anche dovuto sopportare, il 27 maggio 2010, quella che gli stessi media, loro amici, hanno definito “comparsata pubblica poco opportuna” e che, nel corso di una presentazione di un libro ha visto protagonisti : Narducci , Auricchio, Piccioni (gazzetta) e Moratti, quando questi era ancora un teste al processo di Napoli.
Questi sono fatti e non opinioni di tifosi frustati. E noi di “Organizziamoci!” siamo sicuri che siano più che sufficienti a spiegare i perché e i come. Fatti, peraltro riproposti costantemente solo dai siti bianconeri.
La verità e una sola: si doveva distruggere la Juve a tutti i costi, e contemporaneamente favorire chi anche imbrogliando non riusciva a vincere.
A distanza di cinque anni, chi ha disatteso i doveri professionali, ignorando queste circostanze, ed ha contribuito fattivamente alla distruzione di una storia gloriosa, si permette anche di prenderci in giro ponendo delle stupide e retoriche domande.
Inoltre, anche di fronte alle evidenze denunciate da Palazzi i media, se si esclude qualche banale e blanda frase di circostanza , invece di stigmatizzare con decisione i comportamenti illeciti dell’inter, hanno preferito spostare l’attenzione sulle minacce di risarcimento danni (quali?) messe in atto da Moratti e su quelle di un’eventuale, vergognosa, marcia di protesta dei tifosi prescritti per difendere il furto di uno scudetto mai vinto.
Tutto ciò mentre assistiamo ad un indecente balletto sulle responsabilità, tra Procura, inquirenti e FIGC. In ogni caso non temiamo di essere smentiti se affermiamo con forza che: Non è certo la Juventus ad essersi avvalsa reiteratamente della prescrizione in sede sportiva. Anche grazie ad un clima compiacente e utilizzando la ciambella di salvataggio prontamente lanciata da gran parte della stampa e da alcuni rappresentanti delle istituzioni calcistiche, come sta capitando anche in occasione della revoca dello scudetto di cartone (vero Tavecchio?)”
La misura oramai è colma e noi di “Organizziamoci!”, abbiamo una sola parola per definire tutto questo:
VERGOGNA!
Noi juventini non siamo più disposti a subire e farci prendere per i fondelli.
A partire dalla revoca dello scudetto di “cartone”vogliamo: GIUSTIZIA!
Lo sappiano questi signori, FIGC in testa, la quale non trova di meglio che radiare Moggi.Come se il tempo fosse fermo al 2006.
Alla luce di tutto questo, “Organizziamoci” chiede anche allo Juventus club parlamento di dimostrare con i fatti l’attaccamento ai colori bianconeri, facendosi promotore presso il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport delle seguenti richiste:
Commissariamento della Figc e dei rispettivi organi di giustizia sportiva , essendo, alla luce dei fatti emersi, tali organismi esautorati di qualsiasi parvenza di credibilità, non chè incapaci di dare risposte adeguate
Apertura di un’inchiesta parlamentare per accertare le responsabilità di chi ha condotto le inchieste dello scandalo calcio 2006 in modo vergognoso, parziale ed approssimativo, rispondendo al quesito che milioni di sportivi si pongono da 5 anni a questa parte: chi controlla i controllori?
Ai comportamenti palesemente disonesti, non si può certo rispondere con il fioretto.
L’era dell’allenatore “usa e getta”
Il Milan non ha neanche finito di festeggiare l’ultimo scudetto che tutto intorno (loro no ..sono i vincitori e la panchina è garantita) si sta scatenando il Toto-allenatore. Non solo per noi poveri Juventini, colpiti e affondati, ma per tutte le altre perdenti, ricomincia il “valzer delle panchine”, forse più che un valzer è un vero e proprio rock and roll, fatto di titoli, sproloqui e colpi di scena finali.
E pensare che, un tempo …fare allenatore era un lavoro “serio”, durava .. oggi no, stai un anno al massimo, se sei fortunato due ..che vinci che perdi. Cambiare l’allenatore è diventato un hobby, come collezionare i francobolli.
Sono cambiati i tempi direte voi, certo avete ragione, si sa che per guadagnare certe cifre chiunque si infila e si sfila ogni maglie di qualsiasi colore, anche una canottiera se necessario a tempo di record, giurando eterno amore e sempre con la solita frase “prima stavo bene ma ora sto meglio , la xxxx è una grande squadra e faremo molto bene, la tifoseria è splendida“. Guardate le nostre dirette avversarie, loro sì che di tecnici se ne intendono e a Milano se li scambiano pure ..E la stampa va a nozze, ogni giorno c’è qualcosa da dire su chi allenerà e che cosa, su chi torna e chi parte. E’ come se, stessimo vivendo un “68 calcistico” invece della coppia aperta, c’è la squadra aperta, che offre un mare di vantaggi, ma sta a tutti bene? no, c’è chi soffre in questo traumatico evento ed è come al solito la tifoseria, ormai l’anello debole, che assiste ai cambiamenti cercando di sorridere senza deprimersi, e senza commentare possibilmente. E non si può essere non tristi nel vedere uno dei tuoi giocatori preferiti dire “sì ..sono stato in xxxxx è stato bello ma ora c’è la xxxx che è una grande squadra .. proprio quello che mi mancava” e prima dov’eri? in una squadretta di periferia? La Juventus, è sempre stata un po’ indenne da questi costumi promiscui, in pochi si sono comportati così, ma oggi a quanto pare ci siamo uniformati, a parte Alessandro Del Piero e pochi altri, che hanno percepito un certo imbarazzo a pensare di cambiare, all’ultimo minuto della loro carriera, ma gli altri prendono atto e si adattano. Spero in una cosa: che Antonio Conte si fermi, comunque andrà, resti .. Questa politica dell’allenatore usa e getta, non paga, lo abbiamo visto, sono stati più gli errori che i guadagni, io non so cosa serva alla Juve, per vincere non ci sono dentro e non posso fidarmi delle apparenze, quello che so è che l’allenatore usa e getta non ha centrato un obiettivo nemmeno per sbaglio
Oggi, si ricomincia da un punto fermo, Conte, è una persona seria, preparata ed educata, spero resti qui per molti anni, anche se non vincerà, pazienza, almeno ci saremmo affezionati ..Torneremo a voler bene a qualcuno, perchè non so voi, ma io dal dopo B, non ho avuto tempo di affezionarmi a nessuno, complici se volete anche le peggiori cose combinate che ha messo l’organico della Juventus in condizione di dover prendere provvedimenti alla velocità della luce per evitare rivolte. Sebbene necessario, non va bene.
E noi dobbiamo ricominciare da qui, dall’identità che forma un carattere.
Tanti auguri Antonio Conte!
Luna23.
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