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Quell’insostenibile voglia di Kakà

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Articolo di Alessandro Magno

 

 

 

Finalmente si è chiuso il calciomercato, così abbiamo scongiurato definitivamente la possibilità per Marotta di fare troppi danni alla voce ”uscite”, dopo aver fatto sostanzialmente bene a quella ”entrate”. Il mercato si è chiuso con il ritorno di Kaka al Milan che così sostituisce Boateng, uno che praticamente era due anni che non giocava come si deve, con uno che sostanzialmente è tre anni che non gioca proprio, nè come si deve e nè come non si deve. A Milano era troppa l’ invidia di avere in rosa un ogetto misterioso da 4 milioni l’anno come lo abbiamo noi (Llorente) e quindi hanno provveduto a fare altrettanto. Sono pronto fra i due a scommetere sul nostro. Troppo strana tutta l’operazione Kaka per essere un operazione pure riuscita. Strano che Ancelotti l’abbia fatto partire dato che era il suo mentore, così come è strano che il Milan avendo la possibilità di blindarlo con 5 anni di contratto gliene abbia fatto uno di soli due anni.

Infine è oltremodo strano che il Real lo abbia di fatto regalato senza che nessuno oltre al Milan si sia proposto di ingaggiarlo. A proposito di Real: tutti si sono scandalizzati per i 100 milioni spesi per Bale che sono effettivamente tanti. Pero’ se andiamo a contare i 40 presi per Higuain i 50 per Ozil, i 12 per Albiol e i 10 presi per Callejon a me pare che il Real s’è comprato Bale e gli è avanzato pure il resto. Forse che forse… i fessi sono altri?

 

Intervista a me stesso.

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Di Alessandro Magno

 

 

1- Intanto questa intervista non è una cosa folle?

No perchè se è onesta non è folle, è diversa. Questo si.

2 – Non è facile cominciare perchè ti conosco troppo bene vediamo un pò. Sono anni ormai che ti occupi di Juve quale è stata la maggiore soddisfazione e quale la maggiore delusione?

La maggiore delusione è stata sicuramente la chiusura di juveforum che era un progetto a cui avevo dedicato un paio d’anni della mia vita e al solito mi ci ero buttato anima e corpo; perchè io sono cosi una cosa se la faccio vado fino in fondo altrimenti neppure la inizio e siccome fu chiusa, non per colpa mia, resta una grande sconfitta. Però c’è un altra cosa che mi ha fatto provare ancora più amarezza di questa. La maggiore soddisfazione invece….. non so bo, non mi viene in mente , tante. Come Alessandro Magno la maggiore soddisfazione è conoscere tanta gente che mi è diventata amica leggendomi e con cui ci siamo conosciuti di persona o telefonicamente. Ecco forse questa.

3 – Hai parlato di amarezza ora mi devi dire cosa?

Si la cosa che mi ha creato più amarezza in assoluto (e questo va oltre la delusione) sono state alcune mail di qualcuno che mi ha definito ”sciacallo che vuol farsi pubblicità sui morti” quando mi sono occupato dell’Heysel. Queste son cose che mi hanno fatto veramente male.

4 – Come hai risolto?

Non ho risolto. Chiesi a Domenico Laudadio che è il ”vate” della questione, gli dissi ”Mimmo che devo fare?” e lui mi disse semplicemente: ”Sai che non è così , sai che te ne sei occupato perchè ti andava di farlo, perchè sai che è una cosa giusta, vai avanti, fottitene” e io me ne sono fottuto e son andato avanti, anche se da allora ho imparato a tenere piuttosto un basso profilo sull’argomento.

5 – Domenico ti disse proprio ”fottitene” ?

Non lo so ma il senso era quello.

6 – A Domenico Laudadio hai fatto una bellissima intervista ne hai fatte anche altre ti va di parlarne?

Certo che si, sono orgoglioso delle mie interviste.

7 – La migliore e la peggiore?

Se dicessi la peggiore e la migliore farei torto a qualche amico, e poi le considero tutte ottime, è una cosa che mi viene particolarmente bene, sono logorroico a volte. Direi senza dubbio che quella a Domenico è stata la più emozionante, per l’argomento e per come si è svolta, perchè fu una sorta di discussione fra due persone una un poco più grande e l’altra più giovane….due fratelli che si raccontano……è un quadro che è venuto bene insomma a me piace molto. La più divertente è senza dubbio quella ad Antonello Angellini, lui oltre ad avere una grande ironia ha proprio un lato comico incredibile, mi sono sbellicato dalle risate a farla e devo dire anche il seguito con Zampini è stato ottimo. Però fra le due dico Antonello (spero Max non si offenda).
E la migliore comunque è quella mai pubblicata ad Enzo Ricchiuti. E’ andata così, da non credersi, prima me l’ha chiesta perchè gli piacevano le mie interviste, poi quando gliela feci disse che l’avevo messo veramente spalle al muro e che gli piaceva molto e l’avrebbe tenuta per l’apertura del suo sito che poi non aprì. E cosi è restata chiusa in un cassetto. E lo è tuttora.

8 – Però puoi pubblicarla e farcela conoscere?

No non lo farei mai senza l’autorizzazione di Enzo. Resta li è un segreto fra me e lui. E poi è passato del tempo non mi ricordo neppure più se è attuale, magari parliamo ancora di Krasic e Del Neri.  Non potrrebbe interessare più.

9 – Le cose di Enzo sono sempre interessanti . Come mai le interviste tue vengono considerate un po da tutti ”fatte bene”?

Intanto condivido sulle cose interessanti che scrive Enzo Ricchiuti. Le interviste son fatte bene perchè penso di essere un curioso. Non c’è un altro segreto.

10 – Hai un maestro che ti ha insegnato a fare quello che fai?

No non ce l’ho. Che mi ha insegnato non ho alcun maestro, faccio da autodidatta ed essendo un curioso apprendo un poco da qui e un poco da li.  Leggo molto. Leggo soprattutto da chi scrive bene e da chi scrive con onestà.
Come maestro però riconosco Enzo Ricchiuti perchè anche se scriviamo in modo diametralmente opposto, o comunque molto diverso, mi ha sempre dato un mucchio di consigli utili, mi ha sempre stimolato e incoraggiato a fare le cose che volevo fare, quindi anche se non uso il suo metodo lo vedo come una figura da cui ho imparato molto. Però mo’ basta con Ricchiuti se no l’intervista la fai a lui e poi quando la legge dice che ho esagerato negli elogi nei suoi confronti.

11 – Però lo hai nominato quasi sempre tu, io ti ho chiesto?

E’ vero ora che guardo hai ragione.

12 – Alessandro Magno è uno pseudonimo che durerà per sempre?

Non ne ho la più pallida idea, penso che prima o poi finirà, però non so quando. Forse quando vado in tv o in un vero giornale mi chiederanno di usare il mio nome vero, scrissi una volta per CalcioGp e li fecero cosi.

13 – Questo sottolinea due cose, che vuoi andare in tv o scrivere su un giornale vero?

Non me ne frega sinceramente nulla nè di una e nè dell’altra. Certo quando scrissi per CalcioGp mi fece piacere, feci anche un bel pezzo, anche li diverso.

14 – Ce lo ricordi. Ci ricordi anche il tuo vero nome e come è nato lo pseudonimo Alessandro Magno?

Si l’articolo in questione era la rivisitazione in chiave juventina del famoso discorso di Martin Luhter King ” I have a dream”, avevano chiesto a 12 persone di fare 12 articoli sulla Juve, bisognava per forza di cose cercare di esser originali e devo dire fui molto molto contento del risultato. Mi chiamo Bendetto Croce per cui anche il mio vero nome sembra un nikname tanto che una volta uno su un forum mi disse: ” Ma quale Benedetto Croce e Bendetto Croce cambiati sto cazzo di nikname” ….credo fosse un forum di politica da cui fuggii a gambe levate. L’altra domanda era? A lo pseudonimo di Alessandro Magno nacque come nikname sui forum in onore di Alex Del Piero non è nemmeno particolarmente originale ci sono altri Alessandri Magni che non sono io sui forum, quando Mirko Nicolino di Juvemania mi chiese di scrivere per lui gli chiesi come voleva mi firmassi e lui disse che visto che ero conosciuto come Alessandro Magno lui preferiva quello. E cosi rimase.

15 – A proposito degli articoli che scrivi ci sono articoli in cui ti commentano in molti e articoli in cui ti commentano molto meno, come si spiega questo?

Credo che un poco sia fisiologico nel senso che magari dipende anche dal momento della squadra e un pò sia il mio modo di scrivere. Tendenzialmente non sono uno che scrive per provocare quindi non ”scateno” la discussione però va bene così, non sento la necessità di provocare per forza, non devo inventarmi cose, scrivo quello che sento e spesso quello che sento lo sentono pure tanti altri, quindi in genere i commenti si limitano ad elogi o magari anche a chi non è d’accordo.

16 – Più critiche o più elogi?

In genere piu elogi.

17 – Il miglior commento che ti hanno fatto e quello peggiore.

I migliori quelli che a me piacciono di più son quelli quando mi scrivono che non avrei potuto dire meglio cose che volevano dire loro. Questo mi riempie sempre di gioia e di orgoglio. E’ una dote, piccola ma me la tengo. E’ un pò la dote delle rockstar se ci pensi. Cantano sentimenti loro che però condividono e provano in tanti. Nel loro caso in migliaia di persone, nel mio, molto meno, ma va bene così. Commenti contro una volta uno mi ha scritto: ” Mai visto un articolo più inutile di questo” ……però c’è anche a qualche amico mio che è andata peggio e gli han scritto: ”Torna a scuola”, oppure: ”Non c’ho capito ‘ncazzo” ah ah ah. Io solo: ”Articolo inutile”.

18 – Rispondi sempre ai tuoi articoli rispondi anche a chi non è d’accordo?

Rispondo sempre, lo trovo divertente e mi piace. Rispondo soprattutto a chi non è d’accordo.

19 – Hai mai sbagliato giudizio su un giocatore o dirigente e hai dovuto fare ammenda?

Senza falsa modestia devo dire mi sbaglio poco. Fortunatamente capisco un poco di calcio e ad esempio su Anelka e Bendtner c’ho preso in pieno senza che li vedessi all’opera ( si fa per dire), cosi come su Giovinco o Vucinic. Ricordo ancora un lettore: ”Farà 20 gol Giovinco e 10 Bendtner”. Dico: ”Se ne fanno la metà che hai detto andiamo bene”. Anche su Marotta non mi sono sbagliato. Comunque sia anche ai migliori capitano delle cadute e devo dire che fra i miei errori, cui ho dovuto fare poi ammenda, il primo posto lo occupa Barzagli. Francamente non pensavo si rivelasse così bravo. Ma sfido chiunque a dire che credeva in Barzagli. Siamo onesti. Devo dire che anche un poco Pirlo mi stupì ero convinto che il Milan ce lo dava mezzo rotto. Certo in questo caso la classe era indiscutibile.

20 – Passi per un grande Delpierista è vero, è così, non è così?

Intanto col tempo ho imparato a discostarmi da queste sette. Delpieristi, Agnellisti, 29isti, ventisettisti, l’altra com’era ? A si rancorosi e ju29ri. No, mi dissocio da tutto questo, sono Juventino pensante con la mia testa. Quindi dico ciò che mi piace e ciò che non mi piace. Certo se delpieristi vuol dire riconoscenti a Del Piero allora sono delpierista. Al di la delle etichette per me Del Piero è il più grande giocatore di tutti i tempi della Juventus.

21 – Quindi Agnelli non è il tuo Presidente?

Intanto ad Agnelli vanno riconosciuti tutti i meriti che ha nell’aver riportato la squadra ai vertici. Poi sinceramente io ”miei ” Presidenti non ne ho e non ne ho mai avuti. Agnelli è giustamente il Presidente della Juventus. Non ho mai pensato neppure di Gianni Agnelli o di Umberto Agnelli che fossero ”i miei” Presidenti. Questa è una forzatura che qualcuno ha voluto fare nella diatriba Alex-Agnelli, perchè va da sè che un bambino vuole la maglia del campione che vede in campo e  sogna di emulare il campione che è in campo, non ho mai visto nessuno diventare tifoso perchè la Juve è degli Agnelli o il Milan è di Berlusconi o l’Inter di Moratti. Poi certo c’è la parte storico-societaria ed è chiaro che siamo orgogliosi che la Juve sia della famiglia Agnelli, ma sono diventato della Juve perchè sognavo la maglia di Platini mica l’orologio sul polsino dell’Avvocato.

22 – Quindi sulla torre tra Agnelli e Del Piero butti giù Andrea Agnelli?

Se proprio devo, tra i due si.

23 – Non pensi che un Presidente possa decidere la fine dell’utilizzo di un giocatore anziano?

Altrochè se lo penso. Infatti avrei capito (a malincuore) se fosse arrivato Van Persie al posto di Del Piero. Allora era una questione anagrafica. Siccome son arrivati Anelka e Bendtner non era una questione anagrafica e considererò sempre quella di Andrea una caduta di stile. Del Piero evidentemente gli faceva una qualche ombra e allora ha deciso così. Sbagliando. Spero un giorno se ne renda conto e lo richiami. I suoi avi non erano mai in soggezione davanti ai propri campioni e nemmeno li consideravano ingombranti. Ma Andrea è giovane crescerà e riparerà. E poi mi pare abbia una grande fortuna. Del Piero non è vendicativo.

24 – Su alcune risposte pari Ricchiuti?

… come ti ho detto qualcosa ho imparato.

25 – Mi hai detto di Platini e di Del Piero. Credo che molti Juventini che li hanno visti entrambi faticano a riconoscere che Platini fosse inferiore a Del Piero . Come mai hai questo punto di vista?

Io sono cresciuto con Platini e devo dire non pensavo mai potessero nascere giocatori più bravi. Poi abbiamo visto i Zidane, i Messi, i Baggio. Insomma giocatori fortunatamente ne nascono sempre di bravi. Platini è stato grande, grandissimo per 5 anni. Probabilmente in 4 è stato il giocatore più forte che c’era sulla terra. Forse del Piero non lo è stato mai il giocatore più forte ma è sempre stato in una rosa di nomi. Però Del Piero è durato quasi 20 anni. Allora devo metter le carriere a confronto dei due per 20 anni e allora non c’è partita. Platini a 24-25 anni era uno sconosciuto, Del Piero aveva già vinto tutto. Platini ai primi acciacchi ha preferito lasciare l’altro ancora delizia le platee. Sarò folle ma se li metto sulla bilancia preferisco Del Piero. Comunque ognuno è libero di avere la sua opinione.

26 – Sei contento che questa maglia numero 10 la Juve non l’abbia ritirata?

Contentissimo. Non mi piacciono queste pagliacciate rubate al basket americano. Spero che la 10 della Juve ritorni quanto prima e ci siano tanti bambini che ambiscano ad indossarla.

27 – Quando ci fermiamo?

Direi che possiamo fermarci qui anche perchè te l’ho detto sono logorroico.

E’ stata una follia ma è stato un piacere, alla prossima.

”Questa avventura è stata una follia, è stata colpa mia, tu hai 16 anni ed io….ed io….”(Gabry – Vasco Rossi)
Piacere mio. Alla prossima.

 

Prepartita Sampdoria-Juve, prendiamoci l’ultima rivincita.

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articolo a firma di eldavidinho  

Ultima giornata di campionato. Dopo la conclusione dei festeggiamenti, gli argomenti sviscerati durante la settimana e la programmazione per la prossima stagione già cominciata con l’incontro in sede tra Agnelli e Conte, in quest’ultima giornata di campionato resta giusto il tempo per riscattare la sconfitta subita dalla Sampdoria, allo Juventus Stadium nell’ultima giornata di Andata. Così come avvenuto la scorsa settimana alla vigilia della gara con il Cagliari, nell’ultima conferenza stampa della stagione Antonio Conte ha lasciato la parola ai suoi collaboratori. A parlare sono stati i componenti dello staff medico della Juventus. Si comincia da Fabrizio Tencone, coordinatore dello staff medico: “Siamo un gruppo che spesso, giustamente, sta dietro le quinte e lavora durante l’anno con i ragazzi, per curare quando sono infortunati e anche per prevenire”, ha detto il dottor Tencone prima che Conte presentasse Gianluca Stesina, responsabile del settore medico e Luca Stefanini, il medico sociale della prima squadra. Presenti in sala stampa anche il fisioterapista Scolaro e il chiropratico Cavedoni. I giornalisti presenti chiedono al dottor Tencone lumi sulle condizioni di Simone Pepe: “Il suo recupero sta andando bene e procede secondo le nostre tabelle, difficile dare un tempo preciso di recupero”, ha replicato il capo dello staff medico bianconero. “L’aspetto mentale e il morale del gruppo determina le motivazioni per recuperare più rapidamente dagli infortuni”, ha detto poi Stefanini, prima di passare la parola a Stesina. “Vidal e Chiellini ci hanno impressionato per come sopportano il dolore. Ma tutti i ragazzi si sono sacrificati durante la stagione”, dice l’altro componente dello staff. Infine, Tencone su Mauricio Isla: “Isla ha avuto un infortunio grave, durante questa stagione ha recuperato bene, nei prossimi mesi sarà ancora più pronto”.

È un bilancio in equilibrio assoluto quello in campionato tra Sampdoria e Juventus negli incontri giocati a Genova: 18 vittorie a testa e altrettanti pareggi. Solo un gol in più a favore dei bianconeri fa registrare una minima differenza. La Juventus proprio sul campo della Sampdoria ha festeggiato la chiusura di alcuni campionati vincenti. È successo nel 1950, quando la Vecchia Signora è tornata a trionfare dopo l’epoca d’oro del Quinquennio, con uno 0-4 che ha visto andare in gol Muccinelli nel primo tempo e Boniperti nella ripresa con tre reti segnate nel giro di 6 minuti. Più avvincente è stato l’ultimo turno nel 1977. Quattro giorni dopo la storica vittoria della prima Coppa Uefa, la Juve di Trapattoni è chiamata a ottenere i due punti della vittoria per mantenere il vantaggio sul Torino, staccato di una lunghezza. Al termine della prima frazione di gioco le due rivali della Mole sono appaiate in classifica: i granata non hanno problemi con il Genoa, mentre Zoff e compagni impattano 0-0 con la Sampdoria. Nella ripresa un colpo di tacco di Bettega su diagonale di Tardelli e un sinistro di Boninsegna consegnano alla Juve lo scudetto numero 17. Nella squadra ligure, condannata alla retrocessione da quella sconfitta., gioca un futuro grande mister bianconero: Marcello Lippi.

Non ha mezzi termini l’andamento della Sampdoria al Luigi Ferraris, come certificano i soli tre pareggi, a fronte dei sette successi e delle otto sconfitte. Rispetto alle gare in trasferta il saldo dei gol fatti (22-18) e di quelli incassati (20-29) è decisamente favorevole. In occasione dei tre pareggi, i blucerchiati hanno maturato qualche rimpianto. Le sette vittorie sono suddivise in tre con Ferrara e quattro con Rossi in panchina. Le squadre che a Genova hanno ottenuto i tre punti sono state invece: il Napoli, l’Udinese, l’Inter,  il Palermo e infine la Fiorentina.

A una giornata dal termine, sono due i giocatori della Sampdoria che si contendono il maggior numero di presenze: l’ex juventino Estigarribia e Obiang, che rispetto al compagno ha collezionato molti più minuti (534) in virtù della sua titolarità. Due sono gli espulsi per due volte: Costa e Gastaldello (leader anche nei cartellini gialli, ben 13). Un rosso l’hanno collezionato anche Romero, Berardi, Mustafi, Renan e Maresca. Il goleador della squadra è Icardi con nove reti (due delle quali siglate proprio alla Juve nella gara d’andata). Alle sue spalle vi sono Eder con sei, Maxi Lopez con quattro. Munari, Maresca e Poli con tre, Estigarribia e Sansone con due, Costa, Gastaldello, Krsticic, Obiang, De Silvestri e Pozzi con uno.

Delio Rossi deve fare a meno di Renan squalificato, inoltre fermo ai box Rossini oltre Costa e Krsticic. In difesa potrebbe essere confermato Castellini con il conseguente avanzamento di Palombo in cabina di regia a centrocampo. Infine in avanti Sansone freme per giocare.

A Genova rientrerà Pirlo dopo il turno di squalifica, invece mancheranno Pogba e Barzagli: il francese deve scontare l’ultimo turno di squalifica, mentre il difensore si è infortunato contro il Cagliari. Conte potrebbe continare sulla linea del turn-over, possibili conferme per Storari, Marrone, Isla, Giaccherini e Giovinco.

Per Sampdoria-Juventus, ultima gara della stagione bianconera in programma sabato sera, è stato designato l’arbitro Andrea Gervasoni di Mantova. Si tratta della seconda designazione dopo la gara di Catania dello scorso fine ottobre. In totale, sono 10 le gare della Juventus con Gervasoni, nessuna di queste con la Sampdoria. Il bilancio è di otto vittorie e due pareggi. Per il match del Ferraris, gli assistenti saranno Filippo Meli e Roberto Iannello. Il quarto uomo Fabrizio Posado. Gli assistenti d’area Daniele Doveri e Massimiliano Velotto. È stato un piacere poter commentare questo campionato con voi tutti. Alla prossima. Forza Juve.

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Prepartita Juve-Cagliari, alziamo quella Coppa.

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articolo a firma di eldavidinho  

Cinquantamila euro di multa. E’ questa la sanzione pesantissima che il giudice sportivo Tosel ha inferto a Juventus e Atalanta per i fatti accaduti a Bergamo in occasione della sfida della terzultima giornata di campionato. Stangata, per fortuna, solo economica. All’ammenda, però, si va a aggiungere anche la diffida del campo. Il giudice di Serie A ha sanzionato così i due club sottolineando che i sostenitori hanno effettuato un reciproco e fitto “lancio di fumogeni e pezzi di piastrelle, divelte nei locali igienici dello stadio, con conseguenze contusive in danno di cinque persone”. La sanzione è stata attenuata per la cooperazione delle due società: decisivo anche l’intervento del tecnico bianconero Conte, corso a calmare i tifosi.

Ma adesso subito sotto con il Cagliari, nell’ultima apparizione della stagione allo Juventus Stadium che chiude i battenti con la sorpresa più bella; la consegna della Coppa e le celebrazioni ufficiali. Tempo di allestire il palco, i Campioni d’Italia, uno alla volta, riceveranno la meritatissima medaglia. Per ultimo arriverà il capitano, Gigi Buffon, ad alzare la Coppa al cielo. Il 31° scudetto è nostro già da qualche giorno, ma il momento della premiazione è sempre qualcosa di magico e tutto lo Juventus Stadium sarà in piedi, ad applaudire, come lo scorso anno. Sarà un deja vu ma mai ci faremo l’abitudine. Questo è quello che accadrà sabato sera, ma prima c’è un’altra partita da vincere.

Diciotto vittorie, 12 pareggi e due sconfitte: è questo lo score degli incontri torinesi tra Juventus e Cagliari. Un bilancio decisamente positivo, che ha una regola piuttosto costante nel successo di stretta misura. L’1-0 è il risultato più verificatosi, capitato sette volte. La serie ha avuto inizio nel torneo 1966/67 e a decidere la sfida è un gol di De Paoli a otto minuti dal fischio di chiusura. Anche nel 1974/75, campionato vinto dalla Juventus di Parola, la gara viene risolta in piena zona Cesarini da Causio, in gol a 60 secondi dalla fine. L’anno dopo la Juve conquista i due punti con un rigore di Damiani trasformato poco dopo la mezzora. Causio si ripete nel 1979/80 con un tocco al volo in area piccola che sfrutta un calcio di punizione a un quarto d’ora dal termine. La tradizione degli 1-0 sofferti si ripete nella stagione successiva. Il match-winner, ancora una volta in extremis, è Roberto Bettega. Poi si fa un salto temporale decisamente elevato e si arriva al 1998/99. In rete ci va Inzaghi in apertura d’incontro. Infine, l’1-0 del 2010, sul finire del campionato. È Chiellini a segnare di testa, infilando Marchetti. Oltre a Giorgio, in campo vi erano protagonisti ancora oggi militanti nelle due squadre. Nella Juve Buffon, Marchisio, De Ceglie e Giovinco. Nel Cagliari Pisano, Ariaudo, Conti, Dessena, Cossu, Nenè e Larrivey, oltre a Matri che nell’anno successivo si sarebbe trasferito a Torino.

Quattro vittorie, sei pareggi e otto sconfitte, per un totale di 18 punti sui 43 che compongono la classifica del Cagliari. I sardi in trasferta segnano di meno rispetto agli incontri casalinghi (18-23 gol) e incassano di più (30-21). I quattro successi sono equamente spartiti tra andata e ritorno. I sei pareggi si dividono invece per i gol che hanno fatto registrare. Gli ultimi tre sono stati tutti 0-0, ottenuti con il Siena, il Catania e il Chievo. Tra le otto sconfitte non mancano alcuni risultati corposi.

Il giocatore più utilizzato dai tecnici sardi Lopez e Pulga è il portiere Michael Agazzi con 33 presenze. Con una gara in meno, gli altri veterani della squadra in questo campionato si sono dimostrati il centrocampista belga Nainggolan e l’attaccante colombiano Ibarbo. Ben nove i cartellini rossi finora maturati. Due a testa li hanno ricevuti Astori e Rossettini, con uno vi sono Agazzi, Pisano, Cossu, Pinilla e Conti, che con 18 ammonizioni non ha paragoni con altri componenti la rosa nelle sanzioni disciplinari. Il goleador della squadra è Sau, che ha già toccato la doppia cifra collocandosi a 12 reti. Alle sue spalle vi sono Pinilla con sette, Ibarbo con 5, Nenè e Conti con tre, Nainggolan, Dessena, Thiago Ribeiro con due, Ekdal, Casarini e Pisano con uno. Due le autoreti a favore del Cagliari finora verificatesi.

Nella Juve, assenti per squalifica Pirlo e Pogba. Il bresciano paga l’ottava ammonizione stagionale presa a Bergamo che, dopo la diffida, ha fatto scattare lo stop. Il francese sconterà il secondo dei tre turni presi dopo il Palermo. Uscito Pirlo, in diffida restano ancora in cinque: Bonucci, De Ceglie, Matri, Padoin e Peluso. Il tecnico potrebbe continuare sulla linea del turnover. In difesa potrebbe ritrovare spazio Bonucci, mentre davanti alla difesa potrebbe esserci Marrone. In avanti possibile ritorno da titolare per Giovinco. Indisponibili Asamoah e Pepe. De Ceglie, Isla, Caceres potrebbero essere ancora schierati titolari.

Nessuno squalificato invece per il Cagliari. La coppia Pulga-Lopez ha visto ridotta da tre a due giornate la squalifica di Pinilla e l’attaccante cileno sarà quindi disponibile per la partita dello Juventus Stadium. Il cileno potrebbe trovare una maglia da titolare ma la concorrenza in avanti è folta. In difesa potrebbe rientrare Astori mentre Cossu dovrebbe accomodarsi in panchina, invece ancora indisponibile Cabrera.

Indiscrezione. La nuova maglia bianconera per la stagione 2013/14 sarà presentata proprio sabato, o a fine partita, o prima o durante le celebrazioni del 31esimo scudetto. La maglia è già quella apparsa un po’ ovunque in alcune foto sul web. Non si tratta di foto delle maglie originali ma delle fedeli repliche asiatiche, che al netto di qualche dettaglio tipo lo sponsor e loghi vari, fanno capire esattamente come saranno. Nella prima maglia ci sarà ancora la toppa nera, alle spalle, con numero bianco che coinvolgerà anche il nome che sarà anch’esso bianco. La seconda, invece, sarà principalmente gialla, a polo, con riporti e pantaloncini blu. Forza Juve.

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Prepartita Atalanta-Juve, sfilata Scud3tt1.

36a Giornata atalanta juve 1

articolo a firma di eldavidinho 

Conte che lascia parlare in conferenza stampa, alla vigilia di Atalanta Juve, Alessio e Carrera, è un uomo attento ad ogni particolare. In conferenza, i due collaboratori non si risparmiano affatto e rispondono a tutte le domande con fierezza. “In queste ultime giornate di campionato l’ obiettivo è quello di vincere il record di punti di Capello. Dopo due scudetti consecutivi vinti, sarebbe importante raggiungere un altro record.” Dice Carrera. “E’ il terzo anno che lavoro con Antonio e sono stati tre anni pieni di successi. Conte è un leader ed è un vincente. Io resto alle sue direttive e seguire Antonio per me è un onore. Intraprendere una carriera di tecnico? Io voglio restare fedele a Conte e credo che anche lui sia felice del mio contributo”, ha proseguito Alessio, spalleggiato anche da Carrera: “La penso come lui. Siamo uno staff unito. Abbiamo fatto tanti sacrifici per vincere e un gruppo così è un mattone per costruire una squadra vincente come lo è la Juve”. “La preparazione delle gare sono state merito di Antonio», ha dichiarato Alessio. “Per quanto mi riguarda, cercavo di riportare quello che si faceva in settimana. Decidevamo tutto insieme a Conte e pensavamo come programmare la sfida, inclusi i possibili cambi. Io la domenica andavo in panchina ma sapevo già cosa fare. E’ stato bellissimo stare lì ma il merito va ai ragazzi che si sono responsabilizzati e a Conte”, ha detto Carrera.

Il bilancio degli incontri tra Atalanta e Juventus giocati a Bergamo in campionato parla a favore dei bianconeri con 22 vittorie, 21 pareggi e sette sconfitte. La tipica vittoria juventina è di 0-2, verificatasi in sei circostanze. La serie comincia nel 1943 e a firmare i gol sono Meazza e una deviazione del nerazzurro Lamanna nella propria porta. Nel 1966/67 si conferma la regola di una rete per tempo: apre Cinesinho, chiude Leoncini, che proprio a Bergamo chiuderà la carriera. Stessa situazione nel 1973, con gol di Capello prima dell’intervallo e punto della sicurezza a opera di Marchetti (anch’egli, come Leoncini, destinato a diventare una colonna della società orobica). Nel 1978 il copione differisce e la partita si risolve interamente nella ripresa: i gol sono di Verza, con un colpo di testa che sfrutta una punizione di Causio, e di Benetti con un sinistro preciso dal limite dell’area. Nel 2001/02 Bergamo è la prima trasferta della nuova Juve di Lippi. Lo 0-2 vede protagonisti Del Piero in apertura e Trezeguet in chiusura. Infine, lo 0-2 della scorsa stagione, con il colpo di testa di Lichtsteiner su imbeccata di Pirlo e il tiro al volo di Giaccherini su assist di esterno da parte di Marrone. Da notare che, a eccezione del primo 0-2 del 1943, tutti gli altri sono capitati in campionati vinti dalla Juventus con allenatori diversi: Herrera, Vycpalek, Trapattoni, Lippi e Conte.

Sei vittorie, altrettante sconfitte e cinque pareggi: è questo lo score dell’Atalanta in casa, dove ha raccolto 23 punti, segnando due gol in meno rispetto alle trasferte, ma dimostrando maggiore solidità difensiva (21 gol incassati a fronte dei 30 lontano da Bergamo).

Decisamente migliore il rendimento nel girone d’andata, dove sono state prodotti cinque dei sei successi casalinghi. I sei stop sono equamente spartiti tra andata e ritorno. I 5 pareggi sono stati prodotti con l’Udinese (1-1), con il Cagliari (identico punteggio, botta e risposta tra le due squadre nei primi cinque minuti), con Catania e Sampdoria (due 0-0) e, infine, con il Bologna, un 1-1 determinato dalle reti di Giorgi e Gilardino.

Il giocatore più utilizzato da Colantuono è il leader riconosciuto della squadra, l’argentino German Denis, presente in 34 gare dell’Atalanta. A una distanza vi è il portiere Consigli, seguito da Bonaventura a 32. Sono ben nove i cartellini rossi maturati da altrettanti giocatori: Contini, Lucchini, Raimondi, Brivio, Cigarini, Giorgi, Parra, Denis e Carmona. Quest’ultimo, con 10 gialli, è anche l’elemento che ha ricevuto più ammonizioni. Il goleador della squadra è Denis con 15 reti. Lo seguono Bonaventura con sette, Cigarini, Carmona e Livaja con due; Raimondi, Moralez, De Luca, Stendardo, Del Grosso e Giorgi con 1. All’elenco va aggiunto il contributo di un’autorete a favore e un gol di Peluso quand’era ancora in forza con i nerazzurri.

Colantuono recupera Del Grosso e Parra, invece ieri è rimasto a riposo Lucchini che difficilmente sarà del match mercoledì sera. In difesa possibile chance dall’inizio per Contini così come per Scaloni, invece a centrocampo potrebbe esser confermato Raimondi. Infine in avanti torna disponibile Livaja che dovrebbe appoggiare l’argentino Denis.

Dopo la festa Scudetto di domenica, Conte ha fissato subito la ripresa degli allenamenti in vista di Bergamo. Il tecnico deve ovviare all’assenza per squalifica di Pogba. In mediana allora Conte dovrebbe riportare Marchisio, tornando poi al modulo a due punte. Infine possibile turnover e spazio a chi ha giocato meno in stagione. Marrone, De Ceglie, Isla e Storari potrebbero essere titolari. Tra i convocati, non risultano nell’elenco Bendtner, Barzagli, Buffon e Asamoah. Il danese si è nuovamente infortunato, lamentando una lieve contrattura dei flessori, mentre il difensore un’infiammazione al tendine di Achille sinistro. Buffon, invece, ha un’infiammazione tendinea all’adduttore sinistro, mentre il centrocampista ghanese una lesione di primo grado al bicipite femorale destro.

L’arbitro dell’incontro sarà Guida di Torre Annunziata. Lo ricorderete tutti, no? Quello del: “Mister, non me la sono sentita”. Per fortuna la sua direzione di gara sarà ininfluente ai fini del risultato. Forza Juve.

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Prepartita Juve-Palermo, fine della storia.

34a Giornata juve palermo 1

articolo a firma di eldavidinho 

80 punti in 34 partite e il 31° scudetto a un solo punto di distacco. Nell’ormai celebre 5 maggio, a 11 anni di distanza dall’inatteso e inaspettato 26esimo scudetto, la Juve si appresta a festeggiare quello che è uno scudetto strameritato in un campionato stradominato, dopo quello straordinario vinto lo scorso anno. Un exploit senza il favore dei pronostici e dopo due settimi posti deludenti. Come ci tiene a ribadire spesso il mister, in Italia non è facile ripetersi e quest’anno è stato compiuta un’impresa della quale nessuno si rende conto, dal momento che sembra che tutti si siano dimenticati dei mesi in cui la Juve ha dovuto giocare senza mister in panchina, squalificato ingiustamente nell’ambito del processo sul calcioscommesse, parentesi stagionale che ha visto, però, la Juve macinare più punti di quanti ne abbia fatti con lo stesso mister in panchina. Ma questo, sino a Gennaio, non ha fermato la Juve che, a parte le due sconfitte con le milanesi, è campione d’inverno e stabilisce un nuovo record: 94 punti nell’anno solare 2012, meglio della Juventus di Capello. Poi il difficile mese di Gennaio, con qualche passo falso di troppo. Rimonte avversarie contro Parma, Lazio nell’andata di Coppa Italia, Genoa, Sampdoria, quest’ultimo match che culmina in una sconfitta interna, la terza stagionale. Tutti passi falsi dovuto ad errori individuali e tattici molto simili, ad un periodo di forma d’appannamento fisico legato ai carichi di lavoro contiani del ritiro invernale e alle partite di Champions che, lo scorso anno, non c’erano. Poi gli “orrori” arbitrali che hanno fatto sbottare il mister e tornare in mente la “brutta aria” che, di questi tempi, tirava anche la scorsa stagione. Sequenza di rigori negati con la Sampdoria, con la Lazio e col Genoa, quando il clamoroso mani di Granqvist e il “Non me la sono sentita” dell’arbitro Guida scatenano l’ira di una squadra che si ritrova con le squalifiche di Conte, Marotta, Chiellini e Bonucci. Banti nega altri tre rigori nel ritorno di Coppa Italia con la Lazio. La Juve perde 2-1 e dice addio alla finale di Tim Cup. Il fatto che nell’aria si respirasse “un’esagerata voglia di Napoli, con rigori per i partenopei che fioccano al San Paolo”, non ha permesso all’Italia antijuventina ed agli uomini di Mazzarri di raggiungere in classifica i bianconeri che, nello scontro diretto del San Paolo, pareggiando per 1-1 suggellando, raffreddando,  congelando e conservando in classifica i 6 punti di distacco che mettono fine ai sogni di gloria avversari. Sette giorni dopo, i punti di distanza diventano 9. Con la serie di 7 vittorie consecutive, la Juve vendicate le due sconfitte dell’andata con le milanesi e si porta a +11 da un Napoli che non regge il passo. I 4 gol di Vidal contro Lazio, Milan e Torino potrebbero chiudere con 3 giornate d’anticipo la pratica Scudetto, escludendo la partita col Palermo, e puntare ancora altri record: i 92 punti totali per superare i 91 della Juve di Capello del 2006, le 11 vittorie consecutive per superare le 10 della Juve del quinquennio, maggior distacco sulla seconda per battere la Juve di Lippi del 95. Ed entrare, oltre che nella storia, nella leggenda. La missione parte(o continua?) col Palermo.

Il bilancio degli incontri tra Juventus e Palermo giocati a Torino parla di 17 vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte. Quella con i rosanero è sempre stata una sfida ricca di gol, tanto che non si è mai verificato il risultato di solito più frequente, cioè l’1-0. Il punteggio ricorrente, capitato cinque volte, è il 2-1. E la serie parte curiosamente proprio il 5 maggio, data dell’incontro di domenica prossima. In quel giorno, nel 1935, i bianconeri prevalgono dopo essere andati sotto per effetto di una rete di Blasevich. La Juve pareggia dopo appena tre minuti con Varglien II, per poi andare a conquistare la vittoria a un minuto dalla fine con Cesarini (il giocatore che dà il nome proprio alla zona temporale degli ultimi istanti di gara). Anche il secondo 2-1 vede risolutiva un’azione nei minuti conclusivi: è Giampiero Boniperti a mettere la firma decisiva nella sfida del 1953. Nel 1960, Boniperti apre le marcature. Pareggia poi Carpanesi e segna a fine primo tempo Colombo. Da notare che sulla panchina siciliana c’è Cestmyr Vycpalek, ex giocatore juventino e futuro mister che conquisterà a Torino i tricolori del 1972 e 1973. Tre anni dopo è Sivori, a metà ripresa, a siglare la rete del 2-1. Infine, c’è la gara del 7 maggio 2006: il 2-1 è opera di Nedved, Ibrahimovic e Godeas. Una partita storica perché è l’ultima che si disputa allo stadio Delle Alpi.

Nessun giocatore del Palermo ha disputato tutti i 34 incontri proposti finora dal campionato. Il fedelissimo della squadra è lo svizzero Steve Von Bergen con 31 presenze, seguito a quota 29 da Garcia, Munoz e Ilicic. Della rosa di giocatori del Palermo di oggi, sensibilmente modificata nel mercato di gennaio, sono quattro i giocatori che hanno ricevuto cartellini rossi: Aronica, Morganella, Von Bergen e Barreto. Il collezionista di ammonizioni è invece Munoz, con 10 gialli a carico. Il goleador della squadra è Ilicic con 10 centri. Seguono Miccoli con sei, Dybala con tre, Rios e Giorgi (in forza adesso all’Atalanta) con due e una folta schiera di giocatori con una marcatura a testa: Garcia, Nelson, Von Bergen, Fabbrini, Formica e i non più rosanero Brienza e Budan.

Una vittoria, sette pareggi e nove sconfitte: il bilancio del Palermo in trasferta è negativo, come attestano i soli 10 punti conquistati su 32 complessivi, i 10 gol segnati su 31 e la debolezza difensiva con 26 reti incassate (sei in più rispetto agli incontri casalinghi). L’unica volta che i rosanero hanno guadagnato l’intera posta lontano dalla Sicilia è avvenuta alla trentunesima giornata, grazie all’1-3 sulla Sampdoria.

Il tecnico potrebbe confermare il 3-5-1-1 delle ultime gare, pronti a dar manforte dalla panchina Quagliarella, Matri ed il recuperato Giovinco. In settimana, amichevole a Vinovo contro il Lugano (Serie B svizzera), i bianconeri sono andati a segno con Giaccherini, Anelka e Braccini per il punteggio finale di 3 a 3.

Nel Palermo, dopo Dossena, hanno fatto rientro in gruppo Miccoli ed Ilicic: i due appaiono recuperati e dovrebbero così comporre il tandem d’attacco rosanero. Infine a Torino mancherà Morganella causa squalifica, Sannino dovrebbe affidare a Nelson la fascia destra di centrocampo.

Per Juventus-Palermo di domenica pomeriggio è stato designato l’arbitro Andrea Romeo di Verona. Si tratta della 3ª gara in stagione, dopo le due con Parma e Bologna, entrambe vinte allo Juventus Stadium. Una consuetudine, per i bianconeri, avere Romeo nelle gare casalinghe. Gli otto precedenti sono stati tutti a Torino, gli ultimi tre allo Juventus Stadium, i primi cinque allo stadio Olimpico. Il bilancio è di cinque vittorie, un pareggio e due sconfitte. Tra questi otto incontri non ce ne sono con il Palermo. Per il match di domenica, gli assistenti saranno Andrea Edoardo Stefani e Andrea Padovan. Il quarto uomo Massimiliano Grilli e gli assistenti d’area Gianpaolo Calvarese e Renzo Candussio. Forza Juve.

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Prepartita Juve-Milan, mettiamo la parola fine sullo Scudetto.

32a Giornata juve milan 1

articolo a firma di eldavidinho

La Juve parteciperà ufficialmente alla prossima Champions League. La Juventus infatti è sicura di disputare almeno i preliminari della prossima edizione, in virtù dei 19 punti di vantaggio sulla quarta in classifica, la Fiorentina, un margine di vantaggio che non può essere più colmato. Questo è il primo verdetto del Campionato. Poi Napoli a meno 11, Milan a meno 15. Mancano 6 giornate alla fine(18 punti in palio), 7 punti per la matematica vittoria dello Scudetto. Vantaggi abissali. Questi sono i numeri impressionanti e stratosferici di una squadra che, dopo l’eliminazione in Champions col Bayern e tutte le dovute riflessioni susseguitesi nei giorni che anticipavano il match con la Lazio, proprio con le aquile di Petkovic ha vinto in scioltezza tornando a mostrare quella sicurezza che da sempre la contraddistingue.

Col Milan, deve continuare la corsa verso lo Scudetto. Quello col Milan dovrebbe essere l’ultimo ostacolo vero e proprio. 37 vittorie, 21 pareggi e altrettante sconfitte: è questo il bilancio degli Juventus-Milan giocati a Torino in campionato. È dal 1966 che tutte le volte che le due squadre si affrontano nel mese di aprile in casa bianconera il risultato prevede la vittoria della Juve. Un evento capitato in ben quattro circostanze. Nel 1966, per l’appunto, la squadra guidata da Heriberto Herrera piega il Milan di Rocco con un secco 3-0, firmato da Leoncini, Stacchini e Cinesinho. Vent’anni dopo, Juventus-Milan è decisamente più importante. Si gioca alla penultima giornata e la rete di Laudrup è decisiva per staccare la Roma nello sprint scudetto, approfittando dell’incredibile sconfitta dei giallorossi all’Olimpico con il Lecce. Nel 2002 la gara vive sul filo dell’equilibrio. A deciderla è una clamorosa autorete di Chamot, che con una deviazione inganna il portiere Abbiati e regala tre punti alla Juve, fondamentali per inseguire l’ipotesi tricolore, concretizzatasi successivamente il 5 maggio con il sorpasso sull’Inter. Infine, la sfida del 12 aprile 2008. Un match appassionante, aperto da un diagonale vincente di Del Piero. Ma il Milan di Ancelotti riesce a recuperare e a capovolgere il risultato con un uno-due dell’ex Inzaghi. Le emozioni non sono finite qui. Tocca a Hasan Salihamidzic mettere a segno a sua volta una doppietta che fissa il verdetto sul 3-2.

Sei vittorie, sette pareggi e tre sconfitte: lontano da Milano i rossoneri hanno conquistato 25 su 59 punti complessivi, segnando gli stessi gol rispetto a quelli in casa (28) e incassando nove reti in più (22 a fronte delle 13 di San Siro). I sei successi sono spartiti esattamente a metà tra girone d’andata e girone di ritorno. Doppiato il giro di boa, le vittorie sono arrivate sulla base della solidità difensiva. Le tre sconfitte sono arrivate tutte nelle prime 19 giornate.

È il ventenne Stephan El Shaarawy il giocatore più utilizzato da Massimiliano Allegri, avendo disputato 31 delle 32 partite finora giocate in campionato. Con due presenze in meno, ma con cinque minuti di presenza in campo in più, c’è Riccardo Montolivo a proporsi come altro leader della formazione. Cinque finora i rossi maturati dal Milan: due li ha presi Boateng, uno a testa Zapata, Constant e Flamini (nell’ultima gara con il Napoli), mentre il giocatore più ammonito è Mexes con nove sanzioni disciplinari. Due i giocatori che hanno già toccato la doppia cifra in termini realizzativi: El Shaarawy con 16 gol e Pazzini con 13. Seguono Balotelli a quota sette, Montolivo a quattro, Bojan a tre, Robinho, Boateng, Nocerino e Flamini a due, De Jong ed Emanuelson a uno. I rossoneri hanno usufruito anche dell’apporto di tre autoreti, determinate da Abbruscato, Jonathas (nella stessa gara, quella con il Pescara) e Paletta.

Conte potrebbe riproporre Marchisio trequartista alle spalle dell’unica punta Vucinic, in mediana verrebbe così confermato Pogba. Il tecnico però non mette da parte il 3-5-2 e la possibilità di consegnare una maglia da titolare a Matri o Quagliarella. In difesa Peluso prenderà il posto dell’infortunato Chiellini. Infine migliora Anelka che dovrebbe esser disponibile contro i rossoneri così come Lichtsteiner che lamenta un leggero fastidio all’adduttore, ma che non preoccupa lo staff medico.

Dopo Ambrosini hanno fatto rientro in gruppo da mercoledì anche Boateng e Bojan, invece Abate lavora a parte ancora dolorante per distorsione alla caviglia. Intanto Allegri per domenica potrebbe confermare Pazzini al centro dell’attacco, in virtù della squalifica di Balotelli, ridotta da 3 a 2 giornate ma che non gli permetterà comunque di essere della partita. Il tecnico sui lati dell’attacco rossonero potrebbe confermare Robinho a discapito di El Shaarawy, il giovane attaccante rischia una nuova panchina dopo quella contro il Napoli. Assente Flamini squalificato.

Sarà Luca Banti, della sezione di Livorno, l’arbitro di Juventus-Milan, posticipo della 14° giornata del girone di ritorno. Il fischietto toscano ha già diretto i bianconeri in 16 partite e in 11 di queste la Juve è uscita dal campo con i tre punti. Due pareggi e tre sconfitte il bilancio degli altri incontri. In questa stagione Banti ha arbitrato la squadra di Conte in tre occasioni: nelle rotonde vittorie contro il Pescara, 1-6 il 10 novembre 2012, e l’Udinese, 4-0 il 19 gennaio 2013, e nella gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Lazio, vinta 2-1 dai biancocelesti il 29 gennaio scorso. Domenica sera allo Juventus Stadium, Banti sarà coadiuvato dagli assistenti Vuoto e Giallatini e dagli arbitri d’area Romeo e Russo. Quarto ufficiale sarà il signor Cariolato. Forza Juve.

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Prepartita Lazio-Juve, testa al campionato.

31a Giornata lazio juve 1

articolo a firma di eldavidinho 

Dopo aver digerito(si fa per dire) l’eliminazione in Champions e averci ragionato su in questi giorni con riflessioni oculate e dati alla mano, lunedì si torna a Roma, Stadio Olimpico e si torna per vincere e sfatare il tabù che quest’anno vede la Juve sempre perdente nella Capitale. A gennaio, contro la Lazio, era stata una delle sfide più complicate e strane, se vogliamo, della stagione bianconera: dopo l’1-1 dello Juventus Stadium era d’obbligo fare almeno un goal agli uomini di Petkovic e dopo un primo tempo scialbo, avaro d’occasioni e con un Giovinco in particolare più che mai spuntato era arrivato il goal di Alvaro Gonzalez che sembrava scrivere la parola fine alla questione qualificazione.

La Juventus, però, ha una tradizione fortemente positiva all’Olimpico con la Lazio, come dimostrano le 27 vittorie a fronte delle 24 sconfitte e dei 17 pareggi. La tipica vittoria dei bianconeri è di 0-1, verificatasi ben 8 volte, a partir dal primo incontro nel campionato a girone unico, 1929-30, con gol decisivo di Munerati al decimo della ripresa. Per ritrovare questo risultato sono trascorsi 23 anni e nel 1953 è stato Vivolo a determinare il successo della Juve. Nel 1965-66 il match-winner è Da Costa, autentica bestia nera dei laziali visto che da romanista detiene il record di gol nel derby. Nel 1983-84 tocca a Michel Platini ritagliarsi la parte da protagonista con una conclusione che supera il portiere Cacciatori. Un colpo di testa di Inzaghi da calcio d’angolo si rivela decisivo per Lazio-Juventus del 1998, scontro diretto valevole per la corsa scudetto, giocatosi il 5 aprile. Ugualmente importante è il tiro sotto la traversa dell’ex Pavel Nedved nel 2005, che consente alla squadra di Fabio Capello di presentarsi appaiata al Milan nella gara decisiva di San Siro, che vedrà i bianconeri prevalere con il colpo di testa di Trezeguet. Infine, la legge di Simone Pepe. Scatta nelle ultime due prove della Juventus a Roma con la Lazio. Nel primo caso, durante la gestione di Del Neri, l’esterno colpisce a tre minuti dal termine. La scorsa stagione, invece, il suo destro infila Marchetti su un’azione di ripartenza splendidamente orchestrata, utile a guadagnare 3 punti nel girone d’andata.

E’ proprio grazie al rendimento ottenuto all’Olimpico che la Lazio compete nelle posizioni di vertice. 35 dei 51 punti che compongono l’attuale classifica sono stati ottenuti davanti al proprio pubblico e anche il saldo delle reti fatte (27 su 40) e di quelle incassate (14 su 37) certifica perfettamente quanto la squadra abbia comportamenti opposti tra casa e trasferta. 11 le vittorie conquistate a Roma, 2 i pareggi e 3 le sconfitte.

I due giocatori più utilizzati in campionato da Petkovic sono stati due centrocampisti: l’italoargentino Cristian Ledesma e il bosniaco Senad Lulic. Entrambi hanno collezionato 29 presenze, una in più di Candreva, Hernanes e Gonzalez. Sono ben 7 i cartellini rossi ricevuti, tutti con giocatori diversi: Biava, Ciani, Candreva, Hernanes, Ledesma, Mauri e Kozak. Il giocatore più ammonito è invece Lulic, incappato in 8 sanzioni Nonostante diversi stop, che ne hanno limitato il rendimento, il bomber della formazione è il tedesco Klose, capace di segnare 10 gol in 22 incontri disputati. Alle sue spalle vi è Hernanes con 9 centri e via via molti altri: Candreva con 5, Floccari con 4, Mauri con 3 e con un solo centro vi sono Ederson, Gonzalez, Biava, Konko, Radu e Lulic. Allo score complessivo va aggiunto anche il contributo di 2 autogol.

Petkovic, dopo l’eliminazione dalle Europa League, pensa subito alla Juventus e fa la conta dei disponibili: contro i bianconeri infatti sicuri assenti Biava, Radu e Lulic squalificati. Dunque problemi sulle fasce di difesa per il tecnico, si spera di recuperare in extremis Pereirinha, restano invece ai box Dias e Konko. Petkovic allora potrebbe rispolverare Stankevicius affidandogli una maglia dal 1′ minuto. Infine Mauri, Klose ed Ederson sono ristabiliti ed anche Gonzalez sembra recuperabile seppur ancora dolorante al piede.

Conte può contare nuovamente su Caceres, ma deve valutare le condizioni degli acciaccati Marrone ed Anelka. Di certo out contro la Lazio Giovinco e Chiellini: il difensore ha riportato uno stiramento al collaterale del ginocchio destro e dovrà star fermo per circa 15 giorni. Il tecnico dovrebbe allora inserire Peluso nel terzetto di difesa, invece la fascia sinistra dovrebbe essere occupata da Asamoah. Infine in avanti possibile ballottaggio Matri-Quagliarella per affiancare Vucinic. Conte medita di escludere Marchisio in favore di Pogba e per la panchina recupera Bendtner.

Pericolo “giallo” per cinque giocatori bianconeri. Sono cinque, infatti, i diffidati bianconeri che in caso di ammonizione a Roma salterebbero il big match caasalinga contro il Milan: si tratta di  Leonardo Bonucci, Simone Padoin , Andrea Pirlo, Paolo De Ceglie e Alessandro Matri.

Sarà Antonio Danilo Giannoccaro della sezione di Lecce l’arbitro di Lazio-Juventus, posticipo della 13° giornata di ritorno, in programma lunedì sera all’Olimpico di Roma. Il fischietto pugliese ha già diretto i bianconeri quattro volte in carriera, con un bilancio di una vittoria, un pareggio e due sconfitte. L’unico successo la Juve l’ha ottenuto proprio in questa stagione, il 10 marzo scorso contro il Catania, gara decisa da una rete di Giaccherini in pieno recupero. Lunedì sera Giannoccaro sarà coadiuvato dagli assistenti Posado e Padovan e dagli arbitri d’area Damato e Calvarese. Quarto uomo sarà il signor Viazzi. Forza Juve.

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Prepartita Juve-Bayern, crediamoci.

Quarti Di Finale CL Ritorno Juve-Bayern 1

Articolo a firma di eldavidinho

Recitava così lo striscione apparso sugli spalti dello Juventus Stadium durante il match col Pescara: “10/40 … CREDIAMOCI. Uniti, nulla è … impossibile!”.

Per il Bayern, festa doveva essere e festa è stata sabato. Campione di Germania e titolo conquistato per la ventitreesima volta, il Meisterschale acquisito con sei turni d’anticipo (altro record in Bundesliga). Decisiva per la conquista del titolo la vittoria in casa dell’Eintracht Frankfurt quinto in classifica per 1-0 con gol al 53′ di capitan Schweinsteiger. Inutile per il Borussia Dortmund il 4-2 in rimonta in casa contro l’Augsburg che mantiene a venti punti il distacco. Finisce dunque con un altro primato la cavalcata record del Bayern Monaco di Jupp Heynckes. Una macchina da gol e da punti che ha dominato la Bundesliga 2012/13 dalla prima all’ultima giornata, mettendo tra sé e gli inseguitori, una distanza abissale, addirittura 20 punti di distacco dal Borussia Dortmund secondo. Il Meisterschale è dunque il primo titolo prestigioso ad essere assegnato in Europa, frutto dei 79 gol fatti e dei soli 13 subìti per 24 vittorie, 3 pareggi e 1 sola sconfitta. Numeri da console.

La speranza della Juve, dunque, è che al di là dell’atteggiamento differente che metteranno in campo gli uomini di Conte e gli accorgimenti tattici presi dopo la gara d’andata, il Bayern possa essere “distratto” dalla festa-scudetto. Anche negli ottavi di Champions, ricordiamo, dopo aver vinto 3-1 in casa dell’Arsenal, il loro approccio è stato alquanto remissivo al ritorno, cedendo in casa propria per 2-0 agli uomini di Wenger che quasi riuscivano a ribaltare il risultato.

Sono tre i precedenti tra Juventus e Bayern giocati a Torino, due giocati allo stadio Delle Alpi e uno all’Olimpico. Il bilancio vede i bianconeri prevalere con due vittorie e i bavaresi rispondere con un successo, decisamente pesante perché determinò l’esclusione della squadra guidata da Ciro Ferrara. Il primo appuntamento si è verificato il 19 ottobre del 2004. La gara chiude l’andata del girone di qualificazione. A decidere l’incontro è Nedved, che supera Kahn a un quarto d’ora dal termine approfittando di una sponda di Ibrahimovic. L’anno successivo Juventus-Bayern inaugura il girone di ritorno. La Juve vendica il 2-1 patito a Monaco con lo stesso risultato. La sfida si decide tutta nella ripresa. I padroni di casa vanno in vantaggio con Trezeguet, bravo a trasformare di sinistro un’incursione di Nedved. I tedeschi pareggiano subito dopo con una punizione laterale di Deisler, un tiro velenoso che non trova alcuna deviazione e sorprende Abbiati. A determinare il 2-1 finale è ancora Trezegol, straordinario nel colpire con un diagonale di destro che prende in controtempo Kahn.  Infine, Juventus-Bayern giocatosi l’8 dicembre 2009. Anche in questa circostanza Trezeguet si rende protagonista firmando la rete del momentaneo 1-0, una botta al volo straordinaria su calibrato lancio di Marchisio. Ma è l’unico lampo di una serata drammatica per la squadra bianconera. Il primo tempo si chiude in situazione di parità, con Buffon trafitto dal dischetto dal collega di ruolo del Bayern, il portiere Butt, specialista nei tiri dal dischetto.  Nella ripresa avviene il crollo, con la reti di Olic, Gomez e Tymoshcuck per il definitivo 1-4. Quel Bayern, allenato dall’olandese Van Gaal, arriverà a giocarsi la finale, persa poi con l’Inter di Mourinho.

È cominciata anche la cabala. La Juve non è mai riuscita a ribaltare un 2-0 e si spera che questa possa essere la prima volta. La storia dice che la Juventus, nelle tre occasioni precedenti in cui si è trovata a dover rimontare un 2-0 in Coppa dei Campioni-Champions League, non è mai riuscita a centrare l’obiettivo, pur arrivandoci vicino in due occasioni. Uno stimolo in più per Antonio Conte, che potrebbe riuscire in un’impresa sfuggita a predecessori quali Cestmyr Vycpalek, Carlo Parola e Fabio Capello. La prima volta è datata 3 ottobre 1973. La Juve si presenta alla rimonta con la Dinamo Dresda, squadra della Germania dell’Est, con una partenza sprint: Furino va in gol dopo appena 9 minuti. Gli ospiti riescono però a pareggiare a metà primo tempo con Rau, ma il morale dei bianconeri non viene minimamente scalfito dall’episodio, tanto che si va al riposo sul punteggio di 3-1 per effetto dei gol di Altafini e Cuccureddu. Il sogno della qualificazione agli ottavi di finale s’infrange solo a un quarto d’ora dal termine, quando Sachse porta il punteggio sul 3-2. Due anni dopo, tocca ancora a una squadra della Germania (stavolta dell’Ovest), produrre una cocente delusione nel pubblico torinese, ancor più per l’andamento della partita. Il Borussia di Moenchengladbach è una formazione decisamente competitiva, con molti giocatori della Nazionale campione del mondo del 1974 (Vogts e Bonhof su tutti) e l’asso danese Simonsen, destinato a conquistare il Pallone d’Oro. In attacco milita Heynckes, l’attuale mister del Bayern. La gara vede una Juventus strepitosa nella prima ora di gioco, con i gol di Gori al minuto 35 e di Bettega al quarto d’ora della ripresa. Lo sforzo della rimonta viene pagato caro e i tedeschi con Danner e Simonsen vanno a segno, guadagnandosi l’accesso ai quarti di finale grazie al 2-2 di Torino. Infine, nel 2006, Juventus-Arsenal. Il 2-0 di Londra non viene rovesciato dalla Juve di Capello, che non va oltre lo 0-0 in una partita priva di grandi emozioni. In quella gara giocarono due elementi della squadra di oggi, Gianluigi Buffon e Giorgio Chiellini.

Prime indiscrezioni sulle probabili formazioni. Antonio Conte dovrà fare a meno di Lichtsteiner e Vidal, entrambi squalificati. Per sostituire Arturo, il tecnico leccese punterà su Paul Pogba, in costante crescita negli ultimi mesi, mentre sulla fascia destra è ballottaggio tra Isla e Padoin, con il cileno in leggero vantaggio. A sinistra Asamoah è in netto vantaggio su Peluso. Per quanto riguarda l’attacco, si va verso una coppia Vucinic-Quagliarella. Assenti Giovinco e Anelka. Matri in panchina. Dunque non dovrebbe esserci nessun stravolgimento tattico.

In casa Bayern, Jupp Heynckes perde Toni Kroos per infortunio ma ritrova Javi Martinez, rientrato dalla squalifica. Le opzioni per il tecnico tedesco sono due: 4-2-3-1 con Robben, Muller e Ribery a sostegno di Mandzuckic, oppure un 4-3-3, più difensivo, con MartinezLuiz Gustavo e Schweinsteiger al centro. Per ora, l’ipotesi più accreditata resta la prima. In difesa ancora ballottaggio tra van Buyten e Boateng per affiancare Dante, con il primo in leggero vantaggio.

Una delegazione spagnola è stata designata per dirigere Juventus-Bayern di mercoledì, gara valida per il ritorno dei quarti di Champions League. L’arbitro sarà Carlos Velasco Carballo e non ha precedenti con i bianconeri. Per la sfida dello Juventus Stadium, gli assistenti saranno Roberto Alonso e Juan Yuste. Il quarto uomo sarà Roberto Díaz Pérez del Palomar. Gli assistenti arbitrali aggiunti saranno Carlos Gómez e Carlos Del Cerro. Forza Juve.

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Prepartita Pescara-Juve, pensando al Bayern.

Pescara v Juventus FC - Serie A

Articolo a firma di eldavidinho

Juve-Pescara, anticipo della 31° Giornata di SerieA, pensando al ritorno col Bayern dopo la rinunciataria partita disputata in Baviera. Un testa-coda comunque pericoloso.

5 vittorie, 1 pareggio e nessuna sconfitta: è questo il bilancio degli Juventus-Pescara disputati a Torino. La serie delle sfide ha inizio nel 1978, anno d’esordio del Pescara nella massima serie. Risolvono la gara Boninsegna in apertura e Benetti in chiusura, che superano un ex bianconero come il portiere Massimo Piloni, protagonista dello scudetto vinto nel 1972. Due anni dopo, i bianconeri fanno anche meglio vincendo 3-0: Bettega è autore di una doppietta, in mezzo ai suoi gol c’è la rete di Verza. Nel 1987-88 Juventus-Pescara finisce 3-1 ed è probabilmente la migliore gara disputata a Torino dal gallese Ian Rush, appena approdato alla corte della Vecchia Signora. L’ex bomber del Liverppol segna due reti, a cui si aggiungono gli exploit di Favero e di Junior, ex torinista, che sente particolarmente la partita. Nel campionato successivo il Pescara di Galeone riesce a ottenere il suo unico punto nella storia del confronto. Merito di Tita, che porta in vantaggio i suoi. Rui Barros riesce poi a pareggiare, il resto lo fanno poi gli interventi del portiere Gatta. Bianconeri e biancazzurri si ritrovano nel 1993. Finisce 2-1. Apre e chiude Roberto Baggio. Momentaneo il pareggio di Ferretti. Tra gli abruzzesi spiccano nomi importanti, quali Allegri, Dunga e Borgonovo. Infine, l’ultimo confronto diretto si ha in serie B, nel 2006-07. E’ Pavel Nedved a fare la differenza con un gol per tempo. Della Juve attuale, agli ordini di Deschamps, c’erano in campo Buffon e Chiellini.

I due giocatori più utilizzati del Pescara, squadra con un rilevante tasso di cambiamenti nella formazione titolare, sono il portiere Mattia Perin e il centrocampista Emmanuel Cascione con 24 presenze. Molti i cartellini rossi finora maturati: 2 le espulsioni dello slovacco Weiss; 1 a testa per Perin, Bocchetti, Capuano e Zanon. Il goleador della squadra è Weiss con 4 reti. Seguono Celik con 3; Abbruscato, Terlizzi, Bjarnason e D’Agostino con 2; Caprari, Quintero, Cascione, Vukusic, Togni e Jonathas (trasferitosi al Torino) con 1.

2 vittorie, altrettanti pareggi e 11 sconfitte, per un totale di 8 punti sui 21 complessivi che compongono la classifica del Pescara, fanalino di coda del torneo. 9 i gol fatti (3 in più in casa) e ben 34 quelli incassati (27 quelli sul proprio campo). I due successi sono tutti maturati nel girone d’andata. I 2 pareggi sono entrambi per 1-1. Le bocciature sono iniziate già alla prima trasferta a Torino, contro i granata di Ventura: 3-0. Ultimo stop contro il Parma, 3-0 al Tardini.

Probabili formazioni. Lavoro sotto la pioggia per i bianconeri ieri pomeriggio a Vinovo. Saranno di certo assenti gli squalificati Barzagli e Chiellini. Allora Conte in difesa potrebbe inserire Marrone e Peluso; vista anche l’indisponibilità nel pacchetto arretrato di Caceres, l’uruguaiano è in ripresa dall’infortunio al capo grazie anche all’utilizzo di un caschetto protettivo. A centrocampo potrebbe rifiatare Marchisio e giocare Asamoah sulla sinistra, mentre in attacco la concorrenza è fittissima per le due maglie dal 1′ minuto; Conte nelle sue scelte terrà in considerazione anche la successiva sfida contro il Bayern Monaco. Non è detto che Anelka non possa partire titolare dal primo minuto. In porta, stando alle parole del mister, giocherà Storari: “Col Pescara gioca Storari perché Gigi aveva un attacco influenzale già contro l’Inter, poi gli è tornato anche dopo il Bayern. Dato che abbiamo un grande secondo portiere, preferisco che Buffon guarisca bene e quindi domani gioca Storari”.

In casa biancoazzurra problemi per Bucchi che, seppur ritrova a disposizione Capuano, Rizzo e Vukusic, dovrà fare a meno per Torino di Weiss, Balzano e Zauri. Intanto lavora ancora in differenziato D’Agostino per un fastidio all’adduttore, il regista è in forte dubbio. Infine domenica assente Celik per squalifica, in attacco dovrebbe spuntarla Sforzini su Abbruscato per il ruolo di prima punta.

Sarà Sebastiano Peruzzo, della sezione di Schio, l’arbitro di Juventus-Pescara, anticipo della 12° giornata di ritorno. Il fischietto veneto dirigerà per la quinta volta in carriera i bianconeri. Il bilancio, nelle quattro occasioni precedenti, parla di due vittorie, un pareggio e una sconfitta. Sabato, allo Juventus Stadium, Peruzzo sarà coadiuvato dagli assistenti Petrella e Musolino e dagli arbitri d’area Orsato e Velotto. Quarto ufficiale sarà il signor Paganessi. Con Orsato arbitro di linea, la Juventus ha perso 2 partite (Inter e Roma) e vinto 1 (Cagliari). All’esordio Velotto. Petrella ha diretto con Peruzzo Juventus-Siena 0-0 della scorsa stagione. Ci furono polemiche per un braccio largo di Vergassola. Per il resto la direzione di Velotto fu comunque molto buona. Per Musolino 2 precedenti: 2 pareggi, entrambi con il Bologna nel 2010/11 e nel 2011/12. Un precedente stagionale per Petrella: alla prima giornata nel 2-0 interno contro il Parma. Statistiche: Peruzzo quest’anno ha diretto 12 partite fischiando 9 rigori e espellendo 7 giocatori. Curiosità: Sebastiano Peruzzo è della sezione di Schio. La stessa di Orsato, designato come arbitro di linea di Juventus-Pescara. Forza Juve.

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