Ripartiamo da dove ci eravamo lasciati quest’estate: Agnelli convoca una conferenza stampa a sorpresa, piuttosto anonima ma molto attesa da tutti: l’oggetto sono sempre loro, gli scudi vacanti che da qualche anno vagano in acque torpide neroazzurre lontane dalla casa madre. Ricapitolando, al termine della conferenza nella quale Agnelli si è portato appresso una schiera di avvocati e legali pronti a difendere la Juve, ha annunciato ricorso al Tnas (Tribunale nazionale arbitrato per lo sport) per ottenere l’illegittimità delle decisioni del CF e per avere un risarcimento economico, ha inoltrato l’istanza al Procuratore Regionale del Lazio presso la Corte dei Conti per valutare l’illegittimità degli atti della Federazione, sul piano erariale, per un’altra richiesta di danni economici; ha inoltre presentato esposti al Prefetto di Roma, al Ministero dell’Interno, al Delegato sul Controllo per la Gestione presso il Coni e all’Executive Commitee dell’Uefa. Agosto è stato, a scapito delle calde e afose condizioni climatiche, un mese freddo, tipo la guerra: un mese di studio e di riflessione, lontano dall’ospitare udienze in tribunale ma molto vicino a microfoni e strategie degli imputati perché sia la Juve che Moggi hanno elaborato un’ accurata serie di mosse da mettere in atto durante l’inverno. Quelle della Juve le ho già elencate, quelle di Moggi, invece, partono con il solito pallino fisso: la radiazione non avvenuta e chissà se mai avverrà, di Preziosi. Gli avv. Flavia Tortorella e Maurilio Prioreschi hanno inviato un’altra richiesta, nella speranza che sia l’ultima, al tribunale del Tnas per cercare di chiarire una volta per tutte questo giallo meschino. La partita continua con un altro acerrimo rivale di questi anni, autore di mille battaglie, il Tenente coll. Auricchio che vedrà recapitarsi da Moggi una denuncia al termine del Processo di Napoli. Dulcis in fundo, la battaglia di Moggi sarà colmata dal solito sbobinamento d’intercettazioni sino ad oggi ignote.
Torniamo alla Juve e al suo ricorso al Tnas, il primo step di un lungo percorso. Già mesi fa era nell’aria la notizia che l’Inter si sarebbe costituita come parte nell’arbitrato chiesto dalla Juventus e non sarebbe venuta da sole al processo ma in dolce compagnia della Federcalcio, inseparabile coniuge, con la motivazione comune di dichiarare “eccezioni di incompetenza presumibilmente orientate(Inter e Figc) a considerare l’Alta Corte di Giustizia del Coni come l’approdo naturale della controversia in corso.” Eccezionalità di competenza che ormai va di moda se si pensa che solo pochi mesi fa proprio il CF si dichiarò incompetente sulla richiesta della Juve e incompetenza che, pochi giorni dopo, ha utilizzato anche lo stesso Tnas per respingere le pretese della Juve dopo essersi dichiarato, in un primo momento, tramite il presidente del tribunale De Roberto, favorevole ad accogliere le motivazioni della Juve. Voltagabbana. Questo è stato il pretesto, per Agnelli, di lasciare definitivamente la giustizia sportiva ed accasarsi a quella penale, precisamente all’Alta Corte: passo più volte dichiarato ed ostentato ed ora intrapreso realmente.
Non è stato un bel mese di Settembre per l’Inter che, andata in confusione con Gasperini, è stata chiamata in causa ancora una volta dalla Juve ma questa volta per una denuncia presentata il 2 Settembre all’Uefa di Platini che ha fatto partire un’indagine molto simile a quella scattata in Turchia per il Fenerbache: sotto l’occhio degli investigatori, naturalmente, le ultime intercettazioni della “Calciopoli 2” ed i comportamenti poco limpidi dell’Inter pre e post Farsopoli.
Platini, da quando è presidente dell’Uefa, ha riservato gioie e dolori ai tifosi bianconeri assicurandosi, dalla società, la parola d’onore sull’attuazione del tanto pubblicizzato “fair-play finanziario”, un’arma a doppio taglio se solo alcune società dovessero rispettarlo. La Juve è stata costretta ma si sarebbe aspettata anche più riconoscenza da “Le Roi”. In una delle ultime interviste rilasciate, poteva risparmiarsi la battuta sull’esposto che la Juve ha presentato all’Uefa riguardo alla questione dello scudetto 2006. “ESPOSTO? Se Andrea (Agnelli, ndr) mi ha mandato un esposto, beh, avrebbe fatto meglio a risparmiare i soldi del francobollo. Mai Fifa e Uefa diranno una parola sulle questioni interne: non abbiamo niente da dire né da fare“ . Non che scudetto 2006 e Fair Play abbiano qualcosa in comune ma rispetto, discrezione ed un minimo di riconoscenza sarebbero state il minimo sindacale che Platini potesse dimostrare davanti ai microfoni nei confronti di una squadra che l’ha reso IL MIGLIORE AL MONDO e continua a sostenerlo, nel lavoro attuale, come un cane fa adoratamente col suo padrone. In fondo, se la Juve fosse stata ancora quella del pre-Calciopoli dubito che oggi si sarebbe messa a seguire in modo così adulatorio la confusa decisione dell’Uefa, poco credibile e molto nelta nel suo intento di salvare il calcio dal male economico.
Eppure, il sarcasmo delle parole pronunciate da Platini non hanno avuto un effettivo riscontro dal momento che l’Uefa ha mandato comunque una lettera via fax il 30 settembre in cui ufficializza chiede all’Inter con quali modalità si è deciso di arrivare alla non-competenza del 18 Luglio appena trascorso e con che criterio, allora, fu assegnato lo scudetto 2006. Tanto immobile, la Uefa, non è rimasta a quanto pare. Il prossimo 19 ottobre è la fatidica data di consegna delle motivazioni-Inter. Non molti i giorni per spiegare cosa è successo in questi 5 anni e soprattutto in quei 3 mesi Bollenti del 2006.
In questo connubio tra Inter e Figc, naturalmente, a prendere la parola è stato Abete che ha parlato di “atto dovuto” da parte della Uefa cercando di nascondere la preoccupazione per la pressione derivante persino da un organo calcistico di potere non italiano, consapevole che questa vicenda si sta espandendo a macchia d’olio, senza alcun controllo, in zone troppo pericolose. Platini ha comunque dimostrato di essere interessato a questa questione, soprattutto per l’aspetto riguardante la Champions che l’Inter sta disputando e che potrebbe mettere a serio rischio se solo fossero confermati dei comportamenti “poco limpidi” come accaduto per il Fenerbahce.
La prima udienza di Settembre del processo di Napoli è partita con un colpo di scena: Penta, consulente di Moggi, ha rivelato gli strafalcioni del maresciallo Di Laroni ovvero una serie di telefonate ritenute rilevanti ai fini della vicenda, appuntate, a seconda della gravità, con due o tre BAFFI ROSSI e segnalate ai Carabinieri. Alcune partite analizzate sotto la lente da Di Laroni sono state la famosa Inter-Samp 3-2 diretta da Bertini, Messina-Milan 1-4 con ancora Berini arbitro, Reggina-Milan 1-1 arbitro Racalbuto, Parma – Milan 1-1 Pieri. Ecco, ognuna di queste partite presenta delle inesattezze che sarebbero, secondo l’accusa, a favore della Juve e della Cupola ma in tutte queste partite sia Milan che Inter vincono con una grande differenza reti. Tra l’altro, la partita in questione tra Inter-Samp è quella preceduta da una telefonata tra Facchetti e l’arbitro Bertini nella quale Facchetti raccomanda a Bertini di fare 5-4-4, ovvero di vincere per portare a 5 lo score delle vittorie con l’arbitro designato. Non dimentichiamo un’altra intercettazione uscita negli ultimi giorni con protagonisti gli ex designatori Bergamo e Pairetto che parlano dopo un Juve-Milan del 18/12/2004. L’intercettazione è del 19/12/2004 ore 14:52. È stato appurato che le intercettazioni con i baffi rossi sono centinaia, volendo tutte sbobinabili e nessuna di queste presa in considerazione dai carabinieri. Ma il punto è un altro: queste telefonate segnate come GRAVI con 3 baffi rossi all’epoca erano sparite. E solo ora Moggi le ha ritrovate. La cosa grave è questa, non il resto! A chiarire un po’ la situazione ci ha pensato Narducci, il grande ex del tribunale di Napoli ora assessore sempre della stessa città gestita da De Magistris che, il 13 Settembre scorso, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport ritornando sull’argomento Calciopoli che tanto lo ha tenuto impegnato in questi anni: riguardo alle intercettazioni dell’Inter, mai spuntate fuori nel processo del 2006 ma “rispolverate” dalla difesa di Moggi, Penta&Co., nonostante Penta abbia continuato a sostenere che tutto il materiale in suo possesso fu consegnato alla Figc, Narducci controbatte sottolineando che “la Federcalcio non ha mai ricevuto “quelle altre” telefonate”, che consegnarono tutta la documentazione a Rossi e Borrelli e che tornarono a concentrarsi sulla loro indagine. Quindi, le intercettazioni devono essere state manomesse o selezionate prima: chi può averlo fatto?
In questi giorni, restando sempre in tema di telefonate che paiono non finire mai (ed alcuni tifosi interisti ce ne fanno anche una colpa per il tempismo col quale le presentiamo in tribunale, ovvero durante la fase della “discussione finale” invece che in quella “dibattimentale” –ma io dico, che colpa ne abbiamo se anche Facchetti chiamava così tanto?-) Moggi e il suo legale Penta ne hanno sbobinate altre veramente compromettenti, tutte riguardanti quell’ Inter-Juve 2-2 arbitrata da Rodomonti. Già nei mesi scorsi abbiamo ascoltato varie intercettazioni trattanti tutte questo match come quelle tra Mazzini e un organo della Figc, Facchetti e Mazzei nella quale Facchetti si preoccupa che venga sorteggiato l’arbitro giusto, Collina e Bergamo che parlano della prestazione dell’arbitro e del “rosso” su Toldo che c’era tutto secondo Collina, Facchetti e Bergamo, Carraro e Bergamo con Carraro che spera che non vengano commessi errori a favore della Juve (e qui ci sarebbe da discutere sulle interpretazioni dell’intercettazione in questione che nuovi avvocati neroazzurri stanno divulgando sul web, su un loro personalissimo blog –e questo è un grosso passo avanti- ispirati dalla serietà del lavoro del blog di Antonio Corsa, probabilmente loro mentore)
Le ultime uscite, quelle tra Bergamo-Rodomonti e Bergamo-Fazi, però, hanno qualcosa di speciale. Sono intercettazioni capaci di unire il filo di tutto il discorso che alterò l’esito di quella gara. Parliamo, purtroppo, sempre di Inter-Juve. Vi riassumo in breve ciò che Antonio Corsa è stato capace di spiegare benissimo in un suo articolo sul blog dell’uccellino, giusto per non lasciare niente al caso. Nella chiamata che fa Bergamo a Rodomonti si sente come Bergamo si preoccupi perchè Rodomonti non sbagli in favore della Juve avendo ricevuto pressioni da Facchetti il giovedì precedente, giorno adibito al sorteggio degli arbitri domenicali. Basti ricordare che Facchetti già sapeva, prima del sorteggio, i guardalinee della partita e gli arbitri presenti in griglia da sorteggiare in sede. Bergamo subì pressioni anche dallo stesso Carraro che, per non scatenare le ire di Moratti e Facchetti, cercò di rassicurarsi dal designatore che l’arbitro non sbagliasse, o almeno non facesse errori, contro L’inter. E che nel dubbio, avrebbe dovuto favorire l’Inter, la squadra più dietro di 15 punti. Ecco, per mettere in chiaro che significato avesse questo scambio di battute:
Carraro: “(Incomprensibile) deve fare la partita correttamente, ma che non faccia errori per carità a favore della Juventus perchè sennò sarebbe un disastro”.
Bergamo: “Sì”.
Bisogna tornare indietro all’intercettazione tra Facchetti e Bergamo, di soli pochi giorni prima appunto, e non lasciarsi andare a facili conclusioni come quelle tratte dagli esperti avvocati-web interisti:
Facchetti: “Senti, per domenica allora?”. Bergamo: “Ma tutti internazionali, Giacinto, così perlomeno non c’è discussione…perché c’è dentro…Collina, Paparesta, Bertini e c’è dentro Rodomonti”. Facchetti: “Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino anche l’anno scorso là a Torino. Anche altre partite abbiamo avuto qualche problema con Bertini…”. Bergamo: “Semmai, sfortunatamente fosse così (dovesse essere sorteggiato Bertini, ndr), ci parlo, perché anzi, semmai è meglio, ti devo dire, capito?…”.
Non ci sono telefonate in cui i designatori facciano o provino a fare pressione su un arbitro per favorire la Juve, questo dimostra come la cupola sia stata interpretata in modo scorretto, anzi “contrario” visto che se un arbitro avesse sfavorito la Juve sarebbe stato lontano da molto tempo dai campi e invece Rodomonti è l’esempio palese di come molti arbitri abbiano continuano a rimanere in orbita internazionale arbitrando molti big math: una cerchia ristretta di “favoriti” e “corrotti”, o meglio, addestrati a dovere.
È evidente che l’avv. ssa Elena Nittoli sia l’ultimo monito vivente al quale aggrapparsi per gli interisti. è giusto che sia così, che anche loro tentino di difendersi dagli attacchi che stiamo sferrando ora noi a loro. In guerra non interessa chi ha ragione e chi ha torto, chi lotta per e chi lotta contro… Si combatte alla pari. Adesso, sul web, con gli avvocati e le an. tattiche ma con l’unica differenza che noi, la nostra battaglia, l’abbiamo cominciata molto prima di loro e non a priori contro di loro. I diversamente onesti, prescritti e tarchiati a vita con questo nomignolo. Per cosa poi?
Un’ultima postilla: Il serio lavoro di tante persone che ci mettono tutta la loro professionalità per riportare a galla la verità viene bistrattato e calpestato dall’indifferenza di certa gente che della verità non se ne fa proprio nulla e non rispetta la volontà degli altri di volerla a tutti i costi. In realtà la verità non dovrebbe essere un optional ma un serio dovere del cittadino di pretenderla. Solo a volte le bugie fanno bene ma non in questi caso. Se l’incolumità di questo paese è in mano a gente come Rossi, Montezemolo, Nicoletti, Auricchio, Gualtieri, Pandolfi, Narducci, Moratti , Nicolai, Platini, Abete il futuro è già presente perchè non c’è. I tribunali, poi, ci mettono sempre il loro con questi rinvii ed attese snervanti e incomprensibili: se anche il presidente del collegio del Tnas la lasciato l’incarico, ufficialmente per motivi personali, significa che il senso di responsabilità di questo paese è pari allo zero, come i punti in classifica dell’Inter qualche settimana fa. L’unico dialogo che si può impostare con loro è quello da stadio, fatto d’insulti e urla. Lo stadio nuovo aiuta tanto in questo senso.
eldavidinho94
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