⚽ Michael Platini | da il pallone racconta di Stefano Bedeschi
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1 GIUGNO 1967
Quel primo giugno capitò di giovedì, l’inter chiese di spostare l’ultima di campionato per via della finale di Coppa Campioni contro il Celtic…accontentata.
La Juve rincorse fino all’ultimo…ea di giovedì ma vincere vanno bene tutti i giorni della settimana…praticamente come un 5 maggio 35 anni prima.
L’inter di Angelo Moratti, di Allodi e di Helenio Herrera veniva da 3 scudetti in 4 anni ( uno lo perse nello spareggio contro il Bologna), 2 coppe Campioni e 2 intercontinentali. Sembrava non ci fosse nulla da fare. Anche alcuni episodi “strani” a loro favore.
Ultima d’andata all’Olimpico: Lazio-Juve 0-0.
L’arbitro De Marchi non vide entrare un goal di rara potenza di De Paoli, pensò che avesse colpito la traversa.
A 7 giornate dalla fine, Venezia-inter 2-3, con 3 reti annullate (almeno 2 regolari) al centravanti veneziano Manfredini dall’arbitro Sbardella.
Alla sera, alla Domenica Sortiva, i commentatori coniarono per lo stesso arbitro l’espressione “sudditanza psicologica”.
In quell’anno eravamo 12 scudetti a 11, all’ultima giornata eravamo un punto sotto ma loro avevano appena perso la coppa Campioni contro il Celtic.
Noi facemmo il nostro battendo la Lazio (con goal di Bercellino e Zigoni), loro persero (con l’ormai mitica papera di Giuliano Sarti su tiro-cross di Di Giacomo) contro il Mantova che in porta aveva il 25enne Dino Zoff.
E la Juve “operaia” di Heriberto vinse il 13° scudetto.
Anzolin, Gori, Leoncini,
Bercellino, Castano, Salvadore, Favalli (Zigoni), Del Sol, De Paoli, Cinesinho, Menichelli.
Buongiorno
i soliti non è una novità