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Dichiarazione di Andrea Agnelli. Da Juventus.com

02 agosto 2012

Constato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale.

Per molto tempo e con grande senso di responsabilità la Juventus e i suoi tesserati hanno mantenuto un atteggiamento sereno e coerente rispetto alle Istituzioni e rispetto ad atteggiamenti che, fin da subito, suggerivano che fosse in atto un nuovo attacco ai suoi danni e ai danni dei suoi tesserati.

Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi. Questo è paradossale e non può essere accettato.

La decisione di ieri della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC, che ha opposto un non motivato rifiuto al patteggiamento già ponderato e sottoscritto dal Procuratore Federale, è la testimonianza della totale inadeguatezza del sistema giuridico sportivo e della Federazione in seno a cui opera. Rilevo nuovamente l’incapacità di interpretare le moderne esigenze del professionismo di alto livello. Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le Società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all’onorabilità.

La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio.

Sarà una stagione complessa ed impegnativa, ma la concentrazione sulle prestazioni in campo della Squadra da parte di tutto il nostro ambiente rimane alta con l’obiettivo di confermarci vincenti a maggio 2013.

TROFEO TIM 2012 – JUVE- MILAN – INTER

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E così è arrivato quel giorno, il giorno del saluto.

Se ripenso al 1995, quando avevo 9 anni, quando ho iniziato a seguire la Juventus e vedevo il calcio con gli occhi di un bambino, mi sono calcisticamente innamorato di un piede che faceva magie e che disegnava arcobaleni che finivano dritti sotto l’incrocio.

Il piede di Alessandro Del Piero, stava nascendo un mito, una leggenda. Ti ho visto nascere Alex. Dopo aver vinto la Champions nel 1996 la prima cosa che ho fatto è stata andare a comprare con Papà la maglia di DEL PIERO, con quel numero 10 stampato su una maglia blu con due stelle sulle spalle, nasceva il mito, nasceva il nome.

Col passare degli anni sei diventato il mio idolo, il gol al River Plate, vederti segnare negli stadi maggiori europei, quel gol dopo 20 secondi a Manchester, quelle sgroppate contro napoli e inter, quei continui tiri alla Del Piero, punizioni, rigori, dribbling, esultanze e vittorie, la migliore stagione nel 1998 ed un pallone d’oro sfiorato, ingiustametne non vinto. Quel bimbo contento che ammirava il suo idolo, anche perchè era nato a novembre come lui, era dello scorpione come quel bimbo. Guai a chi mi toccava Del Piero, neanche dopo quel grave infortunio che ha fatto crollare la Juventus. Gli anni successivi tutti aspettavano Del Piero, tutti a criticarti ma io ho sempre creduto in te Alex, non ho mai smesso, sempre difeso. E quel gol nel 2001 al Bari…

Vederti nel 2001 con la fascia di Capitano è stato un grande orgoglio, una grande rivincita la tua, conclusasi con lo scudetto del 5 maggio 2002 e poi lo scudetto 2003, altra grandissima stagione, il gol per l’avvocato, il tacco nel derby e il gol al Real Madrid in semifinale.

Tra dolori e gioie sportive non ho mai smesso di vederti con occhi particolari, sempre con gli occhi di quel bambino del 1995. Soffrivo vederti in panchina ma sapevo che la partita l’avresti risolta o sbloccata o anche fatto un solo gol ininfluente per il risultato. Solamente leggere il tuo nome mi faceva sorridere. Gli scudetti 28 e 29, vinti sul campo.

Quel gol ai mondiali 2006, perchè un tuo gol in nazionale per me valeva di più… E poi la serie B, sentire il boato della gente perchè ti eri solamente affacciato dalla finestra dell’hotel, non scorderò mai quel momento, vederti ed emozionarmi. Vederti per la prima volta su un campo, un campetto, di B ed emozionarmi. Il 200° gol al “mio” Frosinone, il 300° e 301° gol in carriera con me presente allo stadio la prima volta a Torino.

Il ritorno in A, la doppietta al Real a Madrid, la standing ovation del Bernabeu che solo ai grandi va fatta, la standing ovation a Manchester per un’amichevole. Altre punizioni, rigori, dribbling, gol…la sofferenza insieme a te di questi 6 anni.

In quest’ultimo anno non aspettavo altro che il tuo primo gol ed è arrivato contro la Roma in coppa italia, uno dei tuoi sotto l’incrocio come solo tu sai fare, gioia, urlo e lacrime. L’emozione di un tuo gol per me è particolare, soprattutto quest’ultimo anno. La punizione alla Lazio, importante per il nostro campionato, per la vittoria finale. L’ottavo scudetto per te…

Il gol all’atalanta il 13 maggio 2012, lo meritavi, lo cercavi, la standing ovation dello Juventus Stadium, il tuo popolo, l’inchino a noi, il tuo grazie e il nostro grazie. Il momento più emozionante da quando sono Juventino.

Con te si chiude la mia prima epoca bianconera durata ben 19 anni (anche se i primi due anni non li ricordo bene), grazie per gli 8 scudetti vinti sul campo, grazie per la Champions e l’Intercontinentale, per il Mondiale, grazie per le gioie e sofferenze, per fortuna più gioie. Ci hai fatto gioire per 19 anni e piangere in un giorno… Adesso, quando sarò “grande” e mi chiederanno ‘chi era Del Piero?’, posso rispondere e raccontarti.

Sarai sempre il mio mito, per le tante emozioni che solo tu riesci a dare. Perchè mi hanno sempre chiamato “Del Piero” per una vaga somiglianza e ne ero contento. Perchè quando vedevo le tue interviste mi dicevano “eccolo che ora piange, eccolo con il suo amore” e gli occhi si illuminavano, perchè ti ho sempre visto e ti vedo sempre con quegli occhi di quel bambino del 1995.
Grazie Capitano, Grazie Alex.

Silvio Raponi

30 GIUGNO 2012. Arrivederci Alex.

30 GIUGNO 2012.Finisce qui, il mio contratto con la Juventus scade oggi.

Non è una notizia, ma sapere che è “ufficiale” fa comunque effetto. Per me non è un momento triste, non c’è rimpianto né nostalgia. Non più. Perché in questi giorni ho avuto modo di ripensare a tutto quello che è successo nella mia ultima stagione in bianconero, poi di lì tornare indietro, e rivivere il più bel sogno che avrei potuto sognare.

Tutti i ricordi, tutte le gioie, tutti i trionfi e – per dirla tutta – anche qualche recente amarezza… oggi tutte queste immagini mi passano davanti e a un certo punto si appannano e si dissolvono in quell’abbraccio meraviglioso della mia ultima partita a Torino. Quella è la fotografia che racchiude tutto, l’istantanea che voglio portare sempre con me, quella che dal 13 maggio mi si è stampata nel cuore. Incancellabile.

Qualche tempo fa, prima di partire per le vacanze, ho svuotato il mio armadietto a Vinovo e, uscendo dal campo d’allenamento, mi sono fermato là dove per molti mesi mi avete aspettato voi per un una foto, un autografo, un saluto… sotto la neve, il gelo, la pioggia, il sole che picchia. Ma questa volta sono io a salutarvi e a ringraziarvi, come voi avete fatto con me.

I giocatori passano, la Juventus rimane. Rimangono i miei compagni, ai quali auguro il meglio: tiferò sempre per loro. Rimanete soprattutto voi tifosi, che siete la Juventus. Rimane quella maglia che ho amato e amerò sempre, che ho desiderato e rispettato, senza alcuna deroga, senza sconti. Sono felice che altri dopo di me possano indossarla, anche e soprattutto la “10” che da quando esistono i nomi sulle maglie bianconere, ha sempre portato il mio. Sono felice per chi la indosserà l’anno prossimo, sono felice che da qualche parte – in Italia e nel mondo – qualcuno sta sognando di indossarla. E sarei orgoglioso che volesse ripercorrere la mia storia, come io ho fatto con altri campioni, altri esempi, altre leggende.

Da domani non sarò più un giocatore della Juventus, ma rimarrò per sempre uno di voi.

Adesso comincia un’altra avventura. E io sono carico come 19 estati fa.

Arrivederci, ragazzi. Grazie di tutto.

Piuttosto che una terza stella così, piuttosto!


E’ di oggi la notizia secondo il quale la nuova maglia della Juventus non recherà la tanto agognata (e sognata) terza stella ma una non meglio precisata scritta sotto il logo (o sotto lo scudetto) del tipo ”trenta” oppure ”trenta sul campo”. La prima cosa che mi viene in mente così a umore è che se questa è la sorpresa del Presidente Agnelli è una sorpresa assai amara. Della serie come quando ti regalano una cravatta che fa schifo e che non ti metterai mai. Se è questa la sorpresa direi che era meglio non averla. Mi spiego: da tifoso nè io e nè tanto meno tutti gli altri crediamo di non saper contare, di conseguenza sappiamo, e lo sapevamo pure prima, che i nostri scudetti vinti sul campo sono 30. Il che significa: non avevamo bisogno di alcun promemoria. Fra l’altro non si capisce perchè oggi dovremmo mettere ”trenta” quando ieri non abbiamo messo ”ventinove”, che si , sarebbe stato qualcosa con un significato davvero importante. Se poi questo ”trenta” come leggo da qualche parte sarebbe un monito, un vanto nei confronti dei nostri avversari la cosa a mio parere, è pure peggio. Sarebbe un poco come uno che si è fatto la galera da innocente ed esce. Se non c’è una revisione del processo, se non viene unanimamente riconosciuto come innocente, è e sarà sempre colpevole. Per tutti. Hai voglia a dire che non lo sei, hai voglia a scriverlo sui muri a lettere cubitali o a scrivertelo in fronte. Sei e sarai sempre colpevole e non c’è nessuna legge che dirà il contrario. Sarai sempre trattato come un colpevole. E se vai in giro con la scritta in fronte ”innocente” fai pure la figura dello stupido. Ecco perchè fra l’altro son belle da vedere le scritte 30 sullo Stadium con le tre stelle sullo scudetto, ma pur sempre lasciano il tempo che trovano. Puoi scriverle anche sulla tazza del cesso (cit.) non è li che servono ma sulle maglie e nella bacheca (quella ufficiale).

A scanso di equivoci voglio subito diradare i sospetti di qualcuno che magari adesso pensa che stia facendo un attacco alla persona di Agnelli. Andrea Agnelli è un ottimo Presidente e un ottima persona che fino ad ora ha fatto tanto. In questo frangente però a parere mio, e se così fosse, ha sbagliato perchè non è prudente promettere cose che poi non si possono mantenere. Attenzione, chi mi legge sa benissimo che io lo dico fin dal primo giorno che le stelle non ce le facevano mettere, per cui lo dicevo prima e lo dico ora. Per me è una semplice constatazione. Non andavo scrivendo prima ”questo è il mio Presidente” come non scriverò ora che non lo è. Io mi sforzo di restare come sempre il più possibile razionale, non lo scrivevo neppure di Gianni o Umberto Angelli: ”Questo è il mio Presidente”, mica vuol dire che non fossero dei grandi o non abbia stima di loro. Anzi mi spingo più in la, a quelli diciamo più umorali che ad esempio han fatto una questione di lana caprina attaccando Del Piero per aver detto in sostanza che: ”gli scudetti ne abbiamo vinti 30 ma ce ne han assegnati 28” dico adesso di non fare uguale con Agnelli ammesso che ne avessero il coraggio. Lo dico agli ”umorali” ma pure …diciamo gli altri. A parere mio, il Presidente a volte è troppo tifoso e commette errori di questo genere a parlare da tifoso. Sulle stelle era tutto abbastanza chiaro fin dall’inizio, mi sarei aspettato che provasse a fare una forzatura , mettendole sulla maglia così come mi aspettavo che la Federazione non le approvasse. Allora si in quel caso lo avrei applaudito e sarebbe stato chiaro che la Juve voleva metterle ma non gliele hanno fatte mettere. Piegarsi prima non è mai bello. Se poi sei Juventino e quindi sei abituato a non piegarti mai la cosa è pure peggio. Ripeto a questo punto era meglio non prometterle. Ero contrario a stelle stilizzate o nel logo figuriamoci a scritte. Da quando le scritte hanno qualcosa di ufficiale nel simbolisimo delle vittorie? Suvvia! Occorre avere rispetto della maglia. La maglia è una divisa , è un armatura. Con la maglia si va nella battaglia. La maglia è una questione di stile ma non è una questione di moda. La maglia è una cosa seria. ”Trenta” o terze stelle fittizie non ne voglio. Addirittura avevamo tre stelle ora neanche una. Era meglio due stelle come prima, continuando le nostre battaglie nei tribunali di dovere. Quando ci sarebbero stati restituiti gli scudetti avremmo messo la terza stella come andava messa. E’ come se per punire la moglie ci fossimo tagliati…… le stelle.

Alessandro Magno

In-giustizia sportiva e giustizia a orologeria.

E’notizia di questi giorni delle sentenze di condanna per i giocatori e le società che hanno scelto di patteggiare la pena nell’ambito del processo sportivo sul calcio scommesse. Si va da alcuni punti di penalizzazione ad alcuni mesi per tesserati vari e addirittura solo ad alcune sanzioni pecuniarie per alcune società come ad esempio il Livorno. Grosseto -6 punti, Atalanta -6 punti, giocatori vari da 20 mesi in giù, Carobbio, che fra l’altro da accusato è diventato accusatore solo 20 mesi di squalifica, diciamolo pure, per costui una sorta di premio, queste sono grosso modo le pene. Quella più pesante (2 anni ) è per Cristiano Doni, che si vanno ad aggiungere ai 3 precedenti che aveva già avuto. Totale 5 anni e poi Doni può rientrare nel mondo del calcio magari come allenatore o dirigente. Tutto questo ha dell’incredibile per dei soggetti che sono accusati e in molti casi sono rei confessi di aver alterato il risultato delle partite e incassato dei soldi ( tanti) per fare questo. Soldi con i quali magari adesso pagano anche le multarelle inflitte dalla Federazione.

E’ incredibile tutto questo, se si pensa al processo del 2006, quello chiamato Calciopoli, dove una società che poi non è stata riconosciuta colpevole di nulla, la Juventus, è stata mandata in serie B con una penalizzazione di ben 30 punti (poi scontati) e in cui addirittura si parlava di serie C2. Un processo, Calciopoli, dove sono stati radiati dei dirigenti (Moggi e Giraudo) rei secondo l’accusa, di aver esercitato una pressione eccessiva sugli arbitri e aver intrattenuto rapporti particolari con questi. Rapporti che poi si è visto non erano esclusività loro, in quanto li avevano tutti e che fra l’altro erano consentiti e in molti casi auspicati dagli stessi designatori. Sia chiaro a tutti a scanso di equivoci che nè Moggi nè Giraudo sono stati riconosciuti colpevoli di aver truccato alcuna partita. Bene, questi radiati, gli altri una multarella da pagare con i soldi incassati dalle scommesse, e un periodo di ferie forzato ma neppure esageratamente lungo. Questa sarebbe la giustizia sportiva. Questo è Palazzi. D’altronde del doppiopesismo di quest’ultimo ne abbiamo avuta ampia prova vista la celerità con cui ha istruito i processi per la Juve e per l’Inter. Stesso reato (anzi quello dell’Inter pià grave), la Juve in B in quindici giorni, l’Inter prescritta perchè si son fatti passare degli anni. Questi sono i processi fatti sulla base del sentimento popolare. Evidentemente delle scommesse non frega più di tanto a nessuno e vogliono chiudere in fretta e senza troppi ”caduti”. The show must go on. Questa è la in-giustizia sportiva.

E veniamo a quella ordinaria quella che possiamo chiamare tranquillamente a orologeria. Ne abbiamo avuto ampia dimostrazione nel caso di Buffon. Ora è parso quanto meno strano a tutti che appena Buffon ha attaccato i pubblici ministeri colpevoli a suo dire di dare le notizie prima ai giornali che ai diretti interessati, è arrivata subito l’indiscrezione per cui il portiere avrebbe mosso cifre considerevoli dal suo conto in banca a un signore suo amico titolare di ricevitoria di scommesse. Una puntualità che ha destato più di qualche sospetto a inizare dal Presidente Andrea Agnelli fino all’ultimo dei tifosi. Subito sul web si sono raccolti i commenti in questo senso, da Twitter a Facebook, tutti si chiedevano se qualcuno potesse esser così cretino da pensare che questa cosa potesse esser casuale. E come il cacio sui maccheroni il primo premio lo ha vinto Abete. In effetti ci si chiedeva chi, ed è arrivata la conferma. Quest’uomo dovrebbe dare le dimissioni quanto prima visto che non ha più alcun tipo di credibilità nè di autorevolezza ammesso che le abbia mai avute.

I giornali poi con Buffon hanno fatto il resto. I moralismi di Travaglio, di Repubblica, della Gazzetta, nessuno si è andato a informare ne a preoccupare di verificare che 1 – questa era robavecchia di due anni, 2 – che la guardia di finanza non c’entrava una beata cippa visto che era un informativa della banca di Buffon sui flussi di denaro (a proposito Gigi fossi in te la prima cosa cambierei banca giusto per premiarli), 3 – nessuno si è preoccupato di dire chiaramente che Buffon con le scommesse sulle partite truccate non c’entrava nulla, ma anzi questo si è lasciato volutamente credere. Si son sprecati in settimana i commenti del tipo:” io l’ho detto che quando Gigi s’è fatto quella papera col Lecce c’era qualcosa di losco”. Perchè ormai nel minestrone generale dove c’è dentro di tutto e di più , tutto è lecito ognuno dice la cavolata che vuole ed è una notizia. Non importa la verità vera, importa parlare di qualcosa di grosso e di sospetto. Ecco perchè che a Doni gli danno solo 5 anni non frega a nessuno anche se ha incassato cifre milionarie con le partite che ha truccato, mentre è molto più ”golosa” la notizia per cui Conte sapeva di una combine ma non l’ha denunciata. E se Coppola e Reginaldo ( giocatori di Conte all’epoca dei fatti) smentiscono e dicono che il mister non aveva detto nulla, basta non parlarne e parlare solo di quello che dice Carobbio. Perchè Conte è Conte, c’è la Juve di mezzo vuoi mettere. E quanto più se ne parla più una cosa è vera, anche se poi da principio non lo era. Perdonatemi il delirio ma io dico che in questo paese ci sono troppe persone, nelle banche, nella magistratura (vero Ingroia), nella polizia, nella guardia di finanza eccetera che usano il proprio ruolo per colpire chi gli è antipatico. Abbiamo inventato l’uso del proprio ruolo ”contro personam”. E siccome gli Juventini hanno di che guardarsi visto che ci sono gli antijuventini, cioè tutti gli altri, il gioco è fatto.

L’ho detto già tempo fa, andiamo via da questo paese, via i giocatori della Juve dalla Nazionale, via la Juve. Iscriviamoci a un campionato straniero. Non è vero che non si può, c’è già il Monaco (squadra del Principato) che partecipa al campionato francese. Altrimenti compriamo una squadra inglese , tedesca o spagnola e trasferiamoci tutti li. Abbiamo lo Stadio di nostra proprietà in questo momento siamo un passo davanti a tutte le altre squadre italiane. Con gli introiti del nuovo stadio abbiamo anche i soldi da investire nella squadra cosa che tutte le altre squadre italiane non mi pare che abbiano. Perchè continuare a dare lustro a questo campionato e a questa nazione quando abbiamo tutti contro sempre e comunque. Un branco di squali pronti a scaggliarsi contro di noi al sentore di una minima, piccolissima goccia di sangue. Fatevi il vostro campionato minore ma senza di noi. Perchè no?

Alessandro Magno

È tornato o non è mai andato via?

Il portierone della nazionale italiana e della Juventus Campione d’Italia è tornato ad essere l’uomo simbolo di una squadra rinata. Tra difficoltà ed errori di percorso.

“Dopo il Mondiale è la mia gioia più bella, sportivamente parlando, e finalmente dà un senso al fatto che il sudore e il lavoro pagano. Ci ho sempre creduto ma credevo fosse un 80% retorica ed un 20% verità. Dopo questo Scudetto, posso dire che un 80% è verità e un 20% retorica”. Parto da questa dichiarazione fatta da Buffon dopo la partita di Trieste per mettere in evidenza una delle note più liete della stagione: la crescita umana del portiere di Carrara. Prima di questo Scudetto è evidente come le vittorie siano state raggiunte giocando in squadre già attrezzate per vincere. Con la discesa in Serie B e accettando questa sfida, Buffon si è reso conto di dover metterci qualcosa di più della semplice professionalità per poter tornare ad emergere e vincere. Le sue prima stagioni post-Calciopoli, infatti, sono state caratterizzate da un rendimento notevole. L’unica cosa che gli mancava era quel riscatto morale e caratteriale che ancora doveva arrivare con indosso i colori della squadra che ha deciso di amare per tutta la vita. Il Buffon-trascinatore è stato quello che gli ha permesso di raggiungere il trionfo che cercava e che lo avrebbe definitivamente soddisfatto. Non so se mi spiego. L’impressione è che a Buffon mancasse, in carriera, la vittoria di uno Scudetto come questo, dal sapore unico; gli altri sono arrivati quasi in modo ‘scontato’. Eccolo, finalmente, il coronamento di un sogno. La risposta che dà a Pepe, in aereo, al ritorno da Trieste(“Sono quelli come te, Simo, che mi hanno insegnato a vincere”) dimostra come Buffon sia pienamente preso da questa Juve piccola, operaia, per la maggior parte fatta di gente che non aveva vinto nulla prima d’ora in vita sua, che sente più delle altre vissute precedentemente, appunto. Dopo l’errore contro il Lecce, Buffon ha scoperto di avere alle sue spalle, nella curve di tutti gli stadi d’Italia, dei tifosi Veri ad incitarlo. Li ha scoperti come si scoprono e si distinguono i veri amici dagli altri amici nei momenti di bisogno. I suoi tifosi amici hanno deciso di lasciarsi indietro la svista contro il Lecce, di cancellare tutto e di riporre piena fiducia nel portierone che da sempre fa le fortune della squadra. Hanno continuato ad incitarlo e a dargli stimoli, stimoli nuovi. Giocare ad appena tre giorni dal masochistico errore ha aiutato Buffon a far leva sul pronto e immediato riscatto senza neanche avere il tempo di mugugnarci su o piangersi addosso a tre giornate dall’obiettivo finale. “Mi sono tolto un peso dopo il pari col Lecce. Gioia come il Mondiale. Ad Agosto qualche milanista non credette alla mia previsione scudetto, mi risero in faccia ed io rimasi male, molto male. Quando mi prendono in giro non mi piace”. E a chi piace, tenuto presente che la Juve ha vinto? In estate, però, c’era da stigmatizzare quella paura cronica che tutti si portavano addosso da 6 lunghissimi anni, compreso lo stesso Buffon. In un solo anno Gigi ha superato gli infortuni, ha ritrovato feeling in campo con i compagni, è tornato “uomo simbolo” fuori ed ha stretto rapporti duraturi con la società, intenzionata a proporgli un contratto a vita.

Meritato, perché quando si parla di Buffon, i numeri non costituiscono l’eccezione, bensì la regola. Con 35 presente stagionali e 3329 minuti giocati, Buffon ha raggiunto l’ 84,8% dei passaggi riusciti, risultando il portiere più tecnico e manovriero del panorama europeo oltre che la media di 14,3 passaggi a partita, tenendo conto del suo ruolo non propriamente portato alla distribuzione del gioco. Eppure. Conte lo ha migliorato anche in questo, nell’utilizzo dei piedi(spericolato, nel caso…) anche se pressato, anche a costo di sbagliare. Obiettivo principale, quello di far ripartire l’azione dalle retrovie per invitare l’avversario al pressing alto sui nostri difensori e indurlo a scoprirsi dalla zona mediana del campo in giù, con la conseguente creazione di spazi attaccabili a campo aperto. 568 minuti di imbattibilità, dal gol di Di Vaio Bologna a quello subito da Mauri, nella gara contro la Lazio allo Juventus Stadium. Un mese di ordinaria amministrazione, 6 partite consecutive senza subire una rete. In totale, la Juventus ha subito solo il minimo storico di gol, 20. Di cui solo 16 Lui. Si è fatto trovare sempre pronto in tutte le partite in cui ha dovuto scaldare i guantoni anche solo per una volta. Ha costituito con gli stessi ragazzi dello scorso anno(e la sola aggiunta di Lichtsteiner e Caceres) il muro, la diga sulla quale Conte ha cominciato a depositare sin da subito le proprie fortune. Tutta la retroguardia con Gigi indiscusso leader, è ripartita in estate dal ritiro di Bardonecchia con voglia di rivarsa e con umiltà, senza troppe pretese sterili(ma non assurde) con l’obiettivo di dimostrare che il pacchetto difensivo che costituisce pure quello della Nazionale non è quello visto l’ultimo anno. Si è preso le sue responsabilità ed ha ricambiato la fiducia(indiscussa) del mister con le prestazioni, caricandosi sulle spalle tutte le responsabilità di una stagione che si sarebbe potuta rivelare clone delle ultime due ma che, invece, non lo è stata. Non è stato lo spirito uguale agli altri anni; hanno pagato il sudore, l’abnegazione, il sacrificio, l’umiltà. Hanno dato i loro frutti, come auspicava e sperava Conte.

La certezza che “Buffon porta almeno una decina di punti in più a campionato”, diventata col passare degli anni e con l’avvento delle vicissitudini di squadra sbiadita sino ad essere presa per una leggenda metropolitana, oggi ha ritrovato tutto il suo significato, in tutto il suo splendore. Fa niente se fuori dal campo lo si accusa di fare uscite a vuoto e di essere sempre fuori dai pali nel momento delle interviste; quello del campo è ancora il numero uno al mondo.

eldavidinho

Del Piero per sempre.

Sai la gente è strana, prima si odia e poi si ama. Cambia idea improvvisamente…. quando la moda cambia, lei pure cambia…..senza serietà come fosse niente……Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo, un punto sei, che non ruota mai intorno a me,  un sole che splende per me soltanto, come un diamante in mezzo al cuore. Tu……(Mia Martini).

Tutto deve passare cosi è la vita. A volte in certi passaggi si può fare di meglio, io penso di si. Non ce l’ho con il Presidente anche se una deroga a Del Piero io l’avrei concessa. Non è colpa di Andrea Agnelli  se altri prima di lui per assenza di un carisma che gli consentisse di  tenere insieme il popolo juventino nel momento peggiore della loro storia, hanno scelto di delegare ad Alex questo compito nobile, arduo e ingrato allo stesso tempo. La famosa frase pubblicata su tutti i giornali: ”Un cavaliere non lascia mai la sua signora”, non fu idea di Alex ma di quella dirigenza ricordata non proprio per avere grandi capacità. Dicevo non ce l’ho con il Presidente che probabilmente anche giustamente ha deciso di riportare le cose nel giusto ruolo, perchè un giocatore non può sostiutirsi ad una squadra. Questo lo capisco. Capire però dovrebbero quelli che in questi giorni hanno criticato Del Piero dicendo che fosse lui ad aver voluto tutto questo. Sbagliato. Alex si è prestato. Certo a chi non farebbe tanto piacere avere tanto onore? Ma altri si sono rifiutati  e loro si hanno fatto bene i loro comodi. Per il nostro bene Alex ci ha tenuti uniti quando altri non avevano le palle per farlo.

E’ stato il Generale che mentre noi eravamo lontani da Roma e la stessa bruciava, ci ha tenuto insieme nelle battaglie. Mentre a Roma facevano la politica noi facevamo la guerra, uniti come fratelli. Come Ezio contro Attila. Non abbiamo tradito Roma e non la tradiremo mai, ma Roma che prima ci ha utilizzato ora ci ha guardato con non poca diffidenza. Questa è stata una brutta cosa. Pazienza, nella nostra lealtà totale non abbiamo marciato contro. E’ bene aggiungere che all’ analisi finale quasi tutti gli Juventini non hanno tradito il loro Generale. Ero in piazza Castello a Torino fra i 400 mila a festeggiare e ho visto il tributo ai giocatori e al Capitano. Ho visto, sentito e cantato il nome del Capitano. Ero con gente che veniva dallo stadio e aveva assitito ad un tripudio di cuori e di lacrime. Al più caloroso addio a una squadra che io ricordi, finanche perchè non preparato. Al giro di campo durante una partita più clamoroso che io abbia mai visto in vita mia. Diciamolo: in quel momento non fregava a nessuno della partita. In quel momento c’era solo da omaggiare il nostro Generale che era sceso per l’ultima volta nella sua (nostra) Arena. Non ce l’ho con il Presidente ripeto, forse è giusta la sua scelta. Ce l’ho con quella parte del tifo che a mio parere ha voltato pagina troppo presto. Ce l’ho con chi solo un anno fa gridava il nome di Del Piero e ora gli ha voltato le spalle. Ce l’ho con chi solo per un attimo ha pensato di fischiarlo allo stadio. Questi ultimi poi sono 4 gatti sfigati e glielo dico e non mi frega nulla se si offendono. Vi dovete solo vergognare per aver pensato anche per un solo momento uno squallore simile. Lo stadio ha emesso la sua sentenza ieri: siete un esigua minoranza. La Curva Nord, secondo anello, ha scritto: ”Del Piero non è importante è l’unica cosa che conta”. La Curva Sud dove c’e’ ‘chi comanda’ ha omaggiato con 20 minuti di applausi scroscianti.. Amen. Zitti. Fatevene una ragione. La Curva ama la Juve ed ama il suo Capitano. Roma e il suo Generale. Le due cose sono insicindibili,  non sono contrapposte, fanno parte della stessa storia, della stessa famiglia. Agnelli non vi ha chiesto di odiare Del Piero, neppure una volta. Ha preso la sua decisione come è nelle sue mansioni e nelle sue responsabilità, ma voi vi siete subito ugualmente schierati dalla parte forte. Certo molto facile questo. Molto comodo ancorchè poco coraggioso. Molto più difficile mettersi dalla parte di un figlio di un elettricista rispetto che al figlio di uno che possiede magari delle centrali nucleari. Lo capisco ma non lo apprezzo. Sarà perchè pure io son figlio di un maestro di scuola, sarà perchè anche io come Del Piero sono cresciuto in mezzo alla strada, in mezzo alla gente normale. Alex deve andare….e va bene mi piange il cuore, ma lo capisco. Alex come Garibaldi a Teano risponde ”Obbedisco” ma come Garibaldi non è contento, perchè come Garibaldi sa che si poteva fare di meglio. Mi auguro solo che il suo esercito non venga mandato al forte di Fenestrelle come è succeso ai Garibaldini. Grazie a Dio Andrea Angelli non è Vittorio Emanuele.

Sono sicuro che il Presidente farà una grande Juve, lo stà già facendo, perchè è un ragazzo in gamba e ha carisma. In soli due anni ci ha già riportato a vincere lo scudetto. Una gran cosa.  Lo ammiro, anche se non sono disposto ad ammainare i miei sentimenti in forza di uno scudetto seppure bellissimo. Come molti di voi sono un po triste e un po felice.  Chiedo solo umilmente al Presidente, che possa fare rientrare nei ranghi il nostro Generale quando smetterà. A Del Piero ho due sole cose da dire, la prima è la più importante : Io non ti ho tradito. La seconda vorrei che tu la prendessi come la mia carezza sul tuo viso.  Spesso inzio i miei articoli con una canzone, per te Alex chiudo anche con una canzone, non l’ho mai fatto.  Si tratta di Hey Jude la canzone che Paul Mc Cartney scrisse per la pena che provava a vedere il piccolo Julian Lennon, abbandonato da suo padre John. Questa canzone fa:

Hey Jude don’t make it bad, take a sad song and make it better. Remeber, to let her into your heart, then you can start to make it better…… And anytime you feel the pain hey Jude refrain, don’t carry the world upon your shoulders for well you know that it’s a fool.

Hey Jude non essere triste,  prendi una canzone triste e rendila migliore.  Ricorda di lasciarla entrare nel tuo cuore, così potrai  iniziare a renderla migliore…. E ogni volta che senti dolore hey Jude, trattieniti.  Non portare il peso del mondo sulle tue spalle, perchè lo sai bene che questo è folle. (The Beatels).

Alessandro Magno

Questi adorabili “vecchietti”

Mercoledì 11 aprile ore 20,45 la Juventus, è stata salvata in extremis da quell’adorabile “vecchietto” che risponde al nome di Alex Del Piero. Qualcuno potrà anche dire che si è trattato di un caso, ma se vincessimo questo campionato, quel gol ce lo ricorderemo per sempre.
Non vorrei  essere troppo “passionale” o tifosa di pancia, ma, la dirigenza si sarà resa conto di quanto un giocatore anziano della sua esperienza, sapendolo gestire  stia facendo la differenza, e mi auguro che ci pensino prima di  darlo via.
Bisogna essere obiettivi: i nostri attaccanti quanti palloni  hanno bisogno per segnare? Il centro campo crea occasioni da gol in tutte le partite, la maggior parte molto buone, ma il nostro attacco fa fatica, e lo stesso Conte ad ogni fine torneo, ricorda che i risultati bisogna chiuderli “prima”.
Io non so perché, questo accade, attaccanti che non segnano o molto poco, centrocampisti che creano e segnano, idem per alcuni difensori.
Partendo dal presupposto che fare gol è difficile, sembra che per il nostro attacco a volte sia impossibile, quindi ecco i “vecchietti” che accorrono a salvare la flotta quando la barca comincia a fare acqua.
Torniamo ad un concetto scontato, è vero che la squadra di calcio deve essere fatta di giovani, è evidente: la freschezza, l’elasticità mentale, la velocità di un ragazzo, la stessa proiezione del futuro,  sono tutti ingredienti ovvi per creare un team vincente, ma non sempre basta, per correre ai ripari ieri sera, non sono bastati i giovani, la Juventus attualmente in campo è diretta da un giocatore non proprio nel fiore degli anni e il Del Piero prossimo ai 40 che è stato determinante in molte occasioni.
Non sarà certo per tutti ma alcuni talenti dimostrano di durare e in qualche modo tenere il “tempo che passa”e di essere sempre straordinariamente attuali.
Nessuno di noi sta pensando a cosa accadrà al nostro capitano, la voglia di vivere questo magico presente cancella l’infausta eventualità della cessione, godiamoci il nostro capitano, non perdiamoci neanche una partita perché è già di nuovo ora …

Luna23

La pace fasulla

E anche questa volta, i nostri ormai acerrimi nemici hanno girato le carte in tavola da buttarci addosso la colpa di tutto, come ai vecchi tempi, complimenti a noi e alla direzione della società che c’è cascata come un allocco.

Le reazioni del dopo Milan-Juventus sono note, ho già espresso la mia opinione e non desidero ripetermi, però non accetto che il presidente della Juventus abbia telefonato a chi ci ha accusato di “reati non commessi” “per fare la pace” (ma quale?) per me è stato troppo e vi giuro che ho “Grippato” come un vecchio motore. E’ anche vero che il sig. Galliani ha una certa età e per buona educazione,( ferrea, rigida e militare, in casa Agnelli) chi è più giovane deve andare incontro verso chi non lo è più, ma questo gesto, significa legittimare un aggressione a chi onestamente e pacatamente oltre ad essere ospite si stava guardando una partita in un religioso silenzio.

Le accuse sono chiare: “la Juventus ha orchestrato un teatrino che ha montato prima e smontato subito dopo” “Se è stato annullato il gol a Muntari è colpa della Juventus”. Adesso basta, non so gli altri tifosi, personalmente ne ho le “scatole piene” di dover ascoltare le scuse della Juve per non aver fatto niente.

Eppure speravo in altro, mi sembra questa direzione, appena le si abbaia contro, abbassi le orecchie e chini il capo, no, così non va. Sono la prima a criticare Conte quando non propone una formazione che funziona solo nella sua fantasia, e non gliene lascio scappare una, neanche mezza ..ma per quanto riguarda la sua squadra ha sempre preso una posizione, quella giusta, che cade in contraddizione con una dirigenza e ahimè proprietà che si spaventa per un alito di vento.

Mi chiedo perchè? Dove sia finita la nostra autostima, sembriamo la squadra dell’asilo picchiata dai ragazzi di prima elementare, è indecente vederci in queste condizioni, e la proprietà che fa? Telefona e chiede scusa ..ma per cosa? Per i diritti televisivi? O perchè la Exor vuole così?

Beh io non sono contenta, e spero che quelli come me, si facciano avanti e rifiutino questo servilismo, possibile che non abbiamo la forza di continuare da soli? Che ci servono le alleanze? Le scuse di Galliani, che oltre a non aver sentito, non mi convincono affatto e si vede che sono state effettuate a denti stretti ma più per i giornali che per convinzione, non erano accettabili.

Nel calcio l’amicizia non esiste e non credo nelle alleanze possibilii, e a che prezzo? Possono esserci rapporti di buon vicinato ma null’altro, i fatti di Milano sono stati molto gravi e non ricucibili mi aspettavo che la società imponesse il suo punto di vista difendendo la posizione, invece no, siamo irrimediabilmente caduti nell’oblio nell’essere noi ancora una squadra di serie B in serie A. Forse con tutti i suoi difetti, era meglio la B, che trattati come ragazzini con il moccio al naso a cui si dà un calcio e si dice “pussa via …”

Come penseremo di recuperare il rispetto se continuiamo a dire sempre sì? Cosa dovranno ancora passare i tifosi per non assistere a degli spettacoli penosi come quello accaduto sabato scorso?

Mi piacerebbe avere delle risposte.

Luna23

 

 

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