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Una seduta dallo Juventinologo…

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Articolo di Juventinologo

 

Vi piace parlare di calcio e quindi di Juve? Non c’è niente di meglio di una seduta dallo Juventinologo: finalmente un professionista presuntuoso, saccente e per nulla umile disposto a condividere la sua esperienza(?) e la sua competenza (smisurata? Così dicono…), con voi. Non ci saranno lettini su cui stendervi né analisi di alcun genere, solo e soltanto chiacchiere genuine da bar e soprattutto da blog. Perché è anche questo il bello del calcio, è questo il bello del web. Parliamo di calcio, quindi di Juve, e chi meglio dello Juventinologo può farlo? Perché potrete fare il giro del mondo in ottanta giorni, raggiungere il centro della terra o toccare le stelle con un dito e vi assicuro che difficilmente troverete qualcuno che ne capisce di calcio più dello Juventinologo. Bene. Cominciamo. Di questi tempi, lo scorso anno, assistevamo alle cessioni di Vidal, Pirlo e Tevez; tre campioni, tre uomini squadra. Il primo è, ad oggi, ancora uno dei primi tre centrocampisti di rottura al mondo, non è stato sostituito ma ha fruttato alla Juventus un’ottima plusvalenza. La cessione di Pirlo era inevitabile, quella di Tevez frutto dell’ingenuità e dell’eccessivo buonismo di Marotta (non voleva tornare in Argentina per stare con la famiglia? Ah… e adesso?). Abbiamo visto poi partire Llorente, anche lui a zero come Tevez, altra eccesso di generosità del nostro amato dirigente sportivo. Discorso a parte per Coman: più di venti milioni incassati per un giovane dalle belle speranze desideroso di giocare esterno potevano sembrare un grosso affare. Potevano sembrare, appunto. Sono bastati un assist (bello) e un goal (molto bello) per farci tornare con i piedi per terra… e per farci uscire dalla Champions. Ma meglio lasciarci alle spalle il passato e guardare avanti e dunque, vediamo un po’ i soldi incassati come sono stati investiti. Abbiamo visto arrivare Hernanes, Alex Sandro, Lemina, Zaza, Mandzukic, Khedira, Rugani, Neto e Dybala. Ebbene, dei giocatori citati forse solo uno, per continuità e talento, è stato decisivo per i trofei della passata stagione. Sì, parlo di Dybala. Certo, non ha sostituito Tevez completamente (un campione come lui è insostituibile), ma possiamo dire che lo ha fatto al 70%. Gli altri? Hernanes è stato il vero flop della passata stagione, inutile girarci intorno: da trequartista non ha quasi mai giocato, da regista dopo un inizio da panico si è fatto trovare sempre pronto anche con discrete prestazioni ma, bisogna dirlo, non tali da giustificare la cifra pagata. Ma abbiamo fatto fare minusvalenza all’Inter, questo è l’importante… Alex Sandro grande prospetto, grande talento, ma quando si ha davanti uno come Evra che, non si sa ancora per quale motivo, pretende di essere titolare e, soprattutto, riesce ad esserlo non è facile esplodere. Soprattutto quando gli viene rinnovato il contratto anche dopo non aver spazzato quel pallone dalla propria area di rigore al novantesimo contro il Bayern… ma vabbè. Lasciamo perdere. Khedira è un grande giocatore ma ha seri problemi fisici che andrebbero trattati con altrettanta serietà. Zaza ha la dinamite in quel piede sinistro ma quest’anno è stato considerato, ancora non è chiaro per quali motivi, l’ultima ruota del carro. Mandzukic è diventato l’idolo dei tifosi: grande grinta, grande cuore, goal importanti ma pochi. Alla Juventus serviva un campione come lo era lui ai tempi del Bayern e, purtroppo, oggi non lo è più. Lemina sembra un buon prospetto ma quest’anno è stato più in infermeria che in campo. Rugani ha grossi limiti in termini di attenzione e convinzione. Al momento non è pronto per essere titolare alla Juventus. Crescerà? Speriamo. Neto è un discreto portiere ma, per un ovvio motivo di nome Gigi Buffon, il suo contributo quest’anno è stato praticamente nullo. Dimenticavo il mio preferito: Cuadrado. I suoi dribbling sono spettacolari, le sue ripartenze sono state un’arma in più. Bene, tanti saluti. Chiedere un diritto di riscatto a quanto pare era troppo. Orsù, cosa raccogliamo oggi dai semi gettati nella passata sessione? Un piccolo Argentino che è ormai una certezza. Poi? Hernanes andrà in prestito o verrà fatta minusvalenza. Lemina è stato riscattato ma non è indispensabile, non è un titolare, probabilmente se arriverà un’offerta ci lascerà. Zaza è scontento, non ha e non da garanzie, probabilmente ci lascerà anche lui. Rugani non è affidabile, resterà ma farà panchina. Khedira non è affidabile fisicamente, resterà ma starà in infermeria. Alex Sandro? Speriamo giochi di più. Mandzukic picchia, lotta, stringe i denti, recupera tanti palloni, è l’idolo dei tifosi ma in attacco serve un campione. Lui, bisogna ribadirlo, ad oggi non lo è. Su Neto, che per ovvi motivi difficilmente resterà, si spera di riuscire almeno a fare plusvalenza evitando ulteriori eccessi di generosità (ma ne abbiamo già parlato).

Detto questo è importante essere obiettivi e ammetterlo: del mercato della passata stagione non raccogliamo molto. Grazie alla solidità difensiva e grazie alla pochezza delle avversarie abbiamo vinto in Italia. Perché non abbiamo vinto in Europa? Perché in Europa ci sono precise gerarchie e lasciamo perdere la storica eccezione del Chelsea di Di Matteo, in Europa serve qualità, servono i campioni. Serve chi è in grado con un lancio, con un dribbling, con una giocata, con una punizione, con un’azione solitaria o con un tiro da fuori di risolverti la partita. A tal proposito mi piace pensare che Marotta abbia fatto tesoro degli errori commessi lo scorso anno. Il campione è arrivato subito, si chiama Pjanic (e chi dice che non lo è non capisce nulla di calcio), è arrivato Benatia, che ad oggi insieme a Barzagli l’unico difensore in rosa in grado di giocare in una difesa a quattro. Sebbene non sia un amante degli acquisti a parametro zero e a stipendio smisurato, soprattutto se sono sopra i trent’anni, è arrivato il terzino destro con maggior qualità al mondo: Dany Alves. Nei prossimi giorni sarà presentato Pjaca e tra quelli citati è l’acquisto che mi intriga di più: digerito il boccone amaro della maledetta ricompra di Morata è giunto alla Juventus uno dei giovani più interessanti visti all’Europeo e tutti ci auguriamo che possa fare alla Juventus lo stesso percorso di Vidal. Detto questo, manca qualche tassello per l’attacco che, di fatto, è il reparto che l’anno scorso ha deluso di più. E’ in programma una vera e propria rivoluzione dove solo Dybala è sicuro di restare oltre al nuovo arrivato Pjaca. Gli altri? Tutti in discussione. Arriverà il top? Speriamo. Higuain? Se davvero credete che la Juventus spenderà 90 mln per lui allora siete abili sognatori. Tra l’altro, siamo sicuri li valga davvero? Bisogna essere oggettivi e non vi è niente di più oggettivo dei suoi 8 goal in 48 partite in Europa con il Real, senza contare i suoi errori sistematici nei momenti decisivi della sua carriera: palo a porta vuota contro il Lione in Champions nella stagione 2009-2010, goal sbagliato davanti al portiere al mondiale, due finali di coppa America buttate via e errore decisivo contro il Borussia, davanti al portiere, con la maglia del Napoli. Più probabile e sensato Cavani. A centrocampo bisognerà lavorare bene in uscita mandando via alcuni giocatori al momento non utili alla causa come Pereyra ed Hernanes. Forse anche Asamoah anche se tutti ci auguriamo possa tornare lo stesso dell’era Conte. In definitiva un inizio di mercato da urlo: poste le fondamenta per un’altra grande stagione in Italia e, ci auguriamo tutti, in Europa. Marotta, uno dopo l’altro, sta mettendo su i tasselli di una vera e propria fortezza… speriamo solo che con la cessione del francese non si scopra essere soltanto un castello di carta. Ma è presto per parlarne, presto per disperarsi. Per ora, godiamoci questo inizio.

Un Conte al servizio della Signora.

1 La quadratura del cerchio (Prima Parte)

Articolo di  Silvio Mia

Dopo questo inizio di stagione alquanto traballante , si torna a parlare della Juventus di Antonio Conte e del suo eventuale ritorno sulla panchina della Juventus . L’inizio di questa stagione etichettato come quello che ha rivoluzionato la rosa bianconera, è stato un incubo per tutti . Vedere la Juventus arrancare contro avversarie ben più modeste , ha dato la sensazione che la persona preposta a rimettere in linea di galleggiamento la nave, fosse in uno stato di confusione ,in cui in un certo momento non si riusciva più a capire quali fossero le reali capacità che possedeva per poterne uscire. Poco alla volta, ritornando sul vecchio modulo, da quanto sentito, imposto dai vecchi dello spogliatoio a Mister Allegri, la squadra inanellando una serie di vittorie , che spero continui , è riuscita a rimontare verso posizioni più consone al valore della propria caratura tecnica. Fatta questa premessa parto dall’inizio…. Nella stagione 2010-2011 alla Juventus successe quello che era accaduto nel 1994. Un grande ristrutturazione del Management con la sostituzione dei vertici societari in cui finalmente dopo gli anni bui ,gli anni di piombo , gli anni di grande simpatia per gli altri che vedevano la Juventus della triade Cobolli/Blanc/Secco fuori dai giochi scudetto, si tornava a vedere la luce ,insediando sulla poltrona di Presidente Andrea Agnelli figlio di Umberto e nipote dell’Avvocato . La carica veniva decisa dai vertici Exor e più precisamente dal cugino John Elkann , successore sul ponte di comando del Gruppo FIAT di nonno Gianni ,che l’aveva tenuto vicino a se negli ultimi anni della propria esistenza per “insegnargli” il lavoro che avrebbe dovuto svolgere. L’8 settembre 2011 grande avvenimento fu l’inaugurazione dello Juventus Stadium che seguiva una campagna acquisti che aveva portato alla Juventus giocatori di qualità che potevano far sperare , se non in un futuro vincente , almeno in un futuro dove la Juventus potesse tornare a lottare per esserlo. Non dimentichiamo che la Juventus post-calciopoli dopo l’anno in serie B in cui Deschamps aveva diretto più che bene le operazioni e fu mandato via per divergenze sulla campagna acquisti , solo con Ranieri la squadra ebbe un rendimento consono al blasone della Società conquistando un terzo posto e quindi la qualificazione ai preliminari di Champions nel primo anno e un secondo posto con qualificazione diretta il secondo anno in cui l’allenatore romano sedette sulla nostra panchina. Al ritorno in Champions, la Juventus venne eliminata con onore negli ottavi di finale da un Chelsea più forte e conquistò due vittorie contro il Real Madrid nel girone eliminatorio , in cui si ottenne la qualificazione. Le due vittorie ebbero un solo grande protagonista , il nostro capitano Alex Del Piero che segnò tre dei quattro goal realizzati nelle due gare , con una doppietta al Bernabeu e conseguente Standing Ovation alla sua uscita dal campo qualche minuto prima del termine della stessa. Alex si era già reso protagonista , nei preliminari per l’ammissione ai gruppi eliminatori ad agosto ,con un goal rifilato allo Zenit di S.Pietroburgo nella gara giocata a Torino , in cui aveva sbloccato il risultato con un tiro su punizione da circa 40 metri . Finita con un esonero a due giornate dal termine del campionato l’esperienza di Ranieri alla Juventus , per sostituirlo venne chiamato Ciro Ferrara , in cui io credevo sulle capacità di poter essere un buon allenatore . Purtroppo Ciro fallì e dopo di lui fallirono Zaccheroni e Del Neri che fu il primo allenatore dell’era Agnelli ,che nel frattempo aveva assoldato Marotta e Paratici per occuparsi di calcio mercato. I due venivano dall’esperienza alla Sampdoria in cui nell’ultima stagione proprio con Del Neri in panchina erano riusciti a centrare la qualificazione ai preliminari di Champions. L’allenatore friulano fu scelto per iniziare un progetto che si svilupperà successivamente con Conte , che partì con una serie di acquisti più di quantità che di qualità, per cominciare a creare un gruppo su cui lavorare, per poi migliorarlo, come poi avvenne, negli anni successivi . Il progetto Del Neri naufragò nell’inesperienza dell’uomo , nella sua capacità di gestire le pressioni che una Società e una maglia come quella bianconera impongono. Era chiaro che il progetto vincente che Andrea voleva costruire doveva avere una base tecnica ben più solida e la conferma si ebbe nello scorrere della stagione quando si cominciarono a sentire nomi che la Juventus avrebbe acquistato, sia per quanto riguarda i giocatori sia per la scelta dell’ allenatore che avrebbe dovuto guidare la nave bianconera. Con un po’ di sorpresa venne ingaggiato un vecchio leone , un capitano indomito , uno juventino a 360° , Antonio Conte. L’ex giocatore era stato invocato per mesi dalle curve e io rimasi molto titubante quando comunicarono la notizia , perché mi pareva che questa scelta fosse stata fatta per accontentare la tifoseria e metterla in condizione di non nuocere con contestazioni, se le cose non fossero andate bene. Il mio scetticismo era dovuto anche al fatto che avevano dipinto Conte come un altro integralista del suo credo calcistico e quindi ero preoccupato di assistere a un Maifredi-bis o a un’esperienza simile, dove l’allenatore naufraga nella testardaggine del proprio credo calcistico a discapito dei giocatori che ha nella rosa. Invece Conte si dimostrò uomo di campo ,con un equilibrio nelle scelte che poco alla volta fecero tornare la Juve nel suo posto di competenza per forza e blasone . Calciopoli per quanto riguarda il campo era soltanto un brutto ricordo per la squadra che era di nuovo simile a quelle passate , la mentalità vincente stava tornando e con essa la convinzione di poter competere ai massimi livelli . Bisogna dire che gli anni post-calciopoli avevano avuto una positività al ritorno in serie A , perché nella rosa erano ancora presenti alcuni dei fuoriclasse che componevano lo squadrone che venne smembrato dagli esiti del processo sommario dell’estate 2006 . Esauritasi la loro carriera , non avendo una dirigenza all’altezza della Juventus, pur spendendo molto, vennero acquistati giocatori pagati uno sproposito sia di cartellino che di ingaggio, che in campo delusero le aspettative con prestazioni al di sotto di quelle che la Società e i tifosi si aspettavano di vedere. Con il cambio dirigenziale , si partì a fari spenti e il primo anno fu un disastro , un settimo posto , che andava a sommarsi con quello dell’anno precedente. Si dice che Conte non venne chiamato dalla Società , ma fu lui ad andare a casa di Andrea Agnelli per esporgli il progetto che aveva in mente per riportare la Juventus in alto. Due ore e Andrea si convinse che il capitano era l’uomo giusto. Prima dell’inizio del campionato ci fu l’inaugurazione del nuovo Stadio , una festa che fece capire che la maglia a strisce bianconere aveva di nuovo come obiettivo principale ,cucire su se stessa quel triangolino tricolore sulla quale aveva campeggiato più volte e così fu. Con un po’ di sorpresa , come già successo con altri allenatori che si sono seduti sulla panchina bianconera e cito Trapattoni, Lippi ,Capello e successivamente Allegri , anche Conte alla prima stagione da tecnico juventino, conquistò il titolo tricolore. Lippi e Allegri fecero anche meglio conquistando anche la Coppa Italia e perdendo , Lippi la Coppa UEFA e Allegri la Champions League, mentre Trapattoni riuscì a vincere oltre a uno scudetto con record di punti anche la Coppa UEFA, la prima Coppa Internazionale della nostra storia , conquistata con una squadra composta esclusivamente da giocatori italiani. Dunque la Juventus era tornata vincente e il bello di quella vittoria fu che la Juventus vinse il campionato senza perdere nessuna partita e questa striscia durerà per 49 partite di campionato , interrotta dalla sconfitta interna subita dall’Inter per 1 a 3 . Quell’anno l’unica partita persa dalla banda Conte fu la finale di Coppa Italia contro il Napoli per 2 a 0 allo Stadio Olimpico di Roma , partita in cui la Juventus arrivò stanca e scarica da una stagione straordinaria. Il ciclo Conte proseguì con un altro titolo e con l’eliminazione nei quarti di finale di Champions League contro i futuri Campioni d’Europa del Bayern Monaco ,che con un doppio 2 a 0 ottenuto in Germania e a Torino estromisero i bianconeri dalla Coppa . Il terzo anno fu ancora scudetto . La Champions sfumò in Turchia casa Galatasaray in una partita ben controllata e persa nel finale . La cosa che scatenò molte polemiche fu che vista la nevicata insolita caduta su Istanbul il giorno precedente , la gara venne rinviata e giocata su un campo impraticabile , non per la neve , ma per il suo stato di ingiocabilità visto che era stato praticamente arato. Comunque le colpe di questa eliminazione non furono solo dovute a questa condizione, ma al fatto che non si sarebbe dovuto andare a giocarsi la qualificazione nell’ultima partita in un girone alla portata della Juventus , che si complicò subito con il pareggio di Copenaghen e quello interno contro il Galatasaray . Alla fine l’eliminazione fu anche meritata in quanto la Juventus vinse soltanto la partita interna contro il Copenaghen , completando il quadro con una sconfitta a Madrid sponda Real e un pareggio interno con gli spagnoli. Esaurita l’esperienza Champions , la Juventus fu dirottata, in quanto terza classificata del proprio girone , in Europa League, dove il suo cammino si interruppe in semifinale contro il Benfica , che , pur sembrando battibile e inferiore ai bianconeri, era riuscito a vincere 2 a 1 l’incontro di Lisbona, dove la Juventus aveva molto sbagliato in zona goal e imporre lo 0 a 0 allo Stadium in un incontro caratterizzato dalle perdite di tempo dei giocatori portoghesi , tollerate dall’arbitro, che specialmente nella fase finale innervosirono la Juventus che venne così eliminata. Peccato , anche perché la UEFA aveva assegnato la finale allo Juventus Stadium . Vincerà la Coppa il Siviglia ai rigori contro i Lusitani. La Juventus si consolerà con il terzo scudetto consecutivo ottenuto realizzando 102 punti , un record difficilmente superabile in futuro. Nonostante , come si dice oggi, Conte avesse palesato dei mal di pancia durante la stagione , la situazione sembrava essersi ricomposta e tutto era pronto per ripartire con il ritiro pre-campionato. Il secondo giorno di ritiro convocando una conferenza stampa , l’allenatore comunicò la sua decisione di lasciare la Juventus . Fu una secchiata di ghiaccio in testa caduta a tutti gli juventini perché nessuno capiva quali fossero le motivazioni che avevano spinto il tecnico a lasciare la squadra per cui era stato prima tifoso, poi calciatore e quindi allenatore con i risultati che tutti sappiamo. Io non voglio giudicare il perché e il per come di quanto è successo , non voglio allinearmi ai fiumi di parole che sono stati detti e scritti , penso che le vere motivazioni le sappiano Conte , la Dirigenza e il Presidente, tutto il resto sono parole, illazioni per dare contorno ad una situazione che nessuno poteva prevedere. Io sono fra quelli che spera in uno suo ritorno , specialmente ora che si è cominciata una ricostruzione della squadra , che è cambiata in molti effettivi . Conte con le sue idee , con la sua capacità di spronare e motivare i giocatori , con la sua grinta sarebbe ancora l’uomo giusto al posto giusto per dare un gioco vincente a una rosa competitiva che non potrà che essere migliorata negli anni a venire.

RICCHIUTI 146. RICCHIUTI FINALE.

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Questo è l’ultimo ”Ricchiuti”.

Devo dire che non è stato un fulmine a ciel sereno. Me lo aspettavo prima o poi. Sarà perchè conosco Enzo e so che non è mai banale neppure negli addii. Così come non è stato mai banale in tutte le puntate di questa rubrica. Così come questa rubirca è inizata, senza un preavviso, così chiude. Ci prendiamo una pausa a tempo indeterminato. Vediamo quando Enzo avrà voglia di ricominciarla e se ne avrà voglia. La rubrica chiude per volontà di Enzo che, appunto, ha voglia di prendersi una pausa. Io d’altronde come tutti i ricchiutisti non mi ero stancato di ascoltarlo, anzi tutte le volte che lo risento ci trovo qualcosa di nuovo. D’altronde non puoi stancarti di sentire gli assoli di Jimmy Page , ti puo’ piacere o no, questo si, ma se sei un suo fans lo ascolteresti per ore. Così come non puoi stancarti di ammirare un quadro di Caravaggio con i suoi angoli chiari e quelli oscuri. Ecco Enzo è così. Folle e dannato. E’ come George Best. Non il migliore in assoluto, ma il migliore fuori concorso. Ci sono quelli troppo bravi per stare alle regole del gioco degli altri. Ma d’altronde in 146 puntate di cose ne abbiamo dette per cui va bene così. Per ora.

Sulla nostra amicizia posso dire questo: Io e te siamo come Tex Willer e Kit Carson. Siamo diversissimi ma amiamo le stesse cose. Tu per me sei il mio unico maestro riconosciuto. Proprio come Kit lo è per Tex. Ora Tex si fa un po’ di avventure da solo ma quando avrò bisogno, proprio come nel fumetto, Kit Carson correrà al mio fianco. Perchè tu sei il mio pard Enzo. Qualcuno dice che ”pard” in slang americano volesse dire socio. Non so se se l’è inventato Bonelli o è proprio così. Vasco in una strofa delle sue innumerevoli canzoni dice: ”La vita non è facile … ma a volte basta un complice … è tutto è già più semplice…”. Alla prossima Enzo.

 

1- La Juve oggi.

Come quella di ieri. Un eterno esame ma senza patemi. Molti giudicano il mondo Juve come il Polo Nord. Un posto terrestre ma al contempo non raggiungibile. Un ghiacciaio di vittorie mai festeggiate col calore. Ma il caldo scioglierebbe la tensione. E l’obiettivo, conservarsi irraggiungibili, è l’unica cosa che conta.

2 – Agnelli,Marotta,Allegri.

Agnelli è uno che sembrava Obama. Era accolto il suo nome come la grande speranza. Non voglio dire l’abbia delusa, non dico neanche che sia questo gran calibro. Forse è arrivato giovane e comunque limitato dal suo essere uno stipendio più che un padrone. Non credo sia cambiato granché, la strategia Juve continua ad essere dettata dagli avvocati e gli avvocati amano gli accordi non le vittorie. Riguardo il campo, felice l’intuizione di appoggiarsi a Conte e ad Allegri per il dopo Conte. Riguardo il fuori dal campo, come politico è zero. Parla spaziale a una platea di pane e formaggio, fa il primo della classe bacchettando con accuse di povertà e arretratezza proprio quelli che dovrebbero votarlo. Non ha speranze, ora pare voglia aprire a Lotito ma sarà difficile si fidino di lui. Meglio Marchionne.
Marotta, a me mai piaciuto. E’ un contabile. Ce ne sono di bravi uguale e che costano meno. Non è uomo di campo, non sa distinguere un calciatore da un altro, ha una tendenza irresistibile a fare gaffe. E a darsi delle arie. Non ce lo vedo direttore generale, Marotta se compra una partita gli vendono un paio di calci d’angolo. E poi è un cagasotto, quando Conte sfuriava lui scappava. I dg che amo io hanno il porto d’armi e sono gli allenatori a darsela.
Allegri, la risposta intelligente a una domanda. Come consolidiamo il primato raggiunto con un dispendio di energie nervose fisiche agonistiche insostenibile sui periodi medi e dunque inadatto a una grande squadra ? Ecco Allegri. Non è un vate, manco vuole esserlo. Ha dato tanta libertà: la differenza è se hai liberato Tevez o Dybala.

3 – Conte,Conte-Juve,Conte-Nazionale.

Come giocatore lo reputavo uno un po’ meglio di Di Livio. Un gregario con qualche lusso, non impazzivo per lui, era un po’ più di niente. Allenatore, è stato il valore aggiunto come pochi. Quello stronzo mi ha coinvolto a livello emotivo, capisco quelli che oggi lo odiano, avrei potuto anche io. Ma non lo odio affatto. Ero al San Paolo, la sera del secondo tempo in cui si è trasformato da tappetaro imbonitore cazzaro in predestinato. Lì s’è capito tutto, questo improponibile sgraziato trucido coi capelli falsi era davvero il migliore di tutti. Per me può tornare anche domattina, la stima intellettuale nel suo lavoro è intatta e il trasporto emotivo idem. Non importa abbia addosso il profumo della Nazionale o del compromesso storico coi suoi nostri carnefici. Lo sappiamo tutti bene quanto Conte e la Nazionale siano solo una parentesi, a mio avviso pure vincente. Riguardo i compromessi, ne abbiamo uno come presidente.

4 – Gli ultimi due Capitani Del Piero e Buffon.

Del Piero lo vedo sempre sorridente, vuol fare il Presidente di tutti. Sono sicuro piacerebbe e annoierebbe da buon grand’uomo. Non sono sicuro gli converrebbe esporsi, potrebbero trovargli scheletri nell’armadio di natura personale. Come calciatore l’ho visto sempre bene, prima molto talento poi molto intelligente. Ero delpierista ma con gli occhi aperti, quando faceva cagare lo ammettevo senza pietà e la sera della finale degli Europei in Olanda l’ho criticato anch’io. Buffon ? Sembra Zoff ormai. Ha la stessa voce pure. Buffon come Del Piero l’ho visto nascere, come Zoff mai discusso.

5 – Moggi e Farsopoli.

Luciano Moggi ha rappresentato gran parte del mio interesse al calcio dato che lo seguo dal 1982. Come Andreotti, ha avuto seguaci ovunque, in tutti gli schieramenti. A pochi è riuscito questo nel calcio. A Sivori, a Maradona forse. Come dirigente solo a lui e a Italo Allodi. Ma ad Allodi volevano bene i giornalisti. A Moggi vuol bene la gente. Su Calciopoli ho dato, è un argomento oramai ai limiti del chissenefrega.

6 – Enzo Ricchiuti.

Ricchiuti è uno che sa scrivere. Ma è anche uno che non m’ha fatto guadagnare una lira. Invidio i ricchiutisti che non debbono conviverci. Lo amano come me ma poi ognuno nel suo letto. Spero diventi un marchio: una di quelle cose che non si capisce un cazzo ma restano di moda.

7 – La tua esperienza al nostro Blog.

Un interrogatorio. Il blog è molto calcio centrato in modo tradizionale e questa scena del dialogo tra la persona normale e il matto dell’ultimo piano o la strega che dice stravaganze era davvero un pugno nell’occhio. Però ha funzionato, ricordava un po’ Dario Fo a Canzonissima. E’ durata più di lui.

8 – Davide Peschechera (Eldavidinho)

Davide è uno di questi ragazzi come Capuano o altri, giovani che hanno iniziato a leggermi molto giovani. Il merito del punk è stato far prendere coraggio ai ragazzi, dai suonate, non fatevi impressionare dalla grande tecnica, dalla grande merda. In un certo senso credo di averli invogliati a prendere la chitarra. O a resistere dal posarla. O forse guardavano solo le donne nude dei miei blog. Quando ci saranno altre generazioni, Davide Peschechera saprà spaccargli la chitarra in testa.

9 – Cinzia Fresia.

Boh. Mi sembra sia quella che ogni tanto fa i sondaggi. C’è un ruolo vacante in generale sia che si tratti di web che di altro. L’opinionista donna e cattiva. La Selvaggia Lucarelli che riconfermi l’antico adagio, il calcio non è sport per signore. Per fare questo devi avere competenza e taglio di capelli e Cinzia Fresia a quanto pare ce l’ha. Una volta su Giornalettismo suggerii a Maria Teresa Mura di non scrivere i temini. Le ragazze oggi fanno bene a occuparsi di calcio. Devono soltanto evitare il lieto fine. Devono mettere i voti.

10 – Io.

La cosa che più mi piacerebbe in assoluto è il rientro ufficiale di Luciano Moggi nel calcio italiano. Per quell’epoca ci vorrebbe uno scritto pulito, onesto, che trascini i cuori. Che esprima vendetta e giustizia in una pietanza appassionata e alla portata delle tasche di tutti. Una Campovolo moggiana e anche universale delle persone perbene. Potresti farla solo tu, gli altri chi più chi meno non riuscirebbero a urlare contro il cielo come intendo io senza che il cielo si annoi o se la prenda a male. Riconsegnare Moggi alla storia della gente normale è roba da Springsteen. Non è lavoro mio. Non è la mia realtà. I Little Steven per quell’epoca staranno in qualche serie dei Soprano.

 

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Roma-Juventus 2-1: una sconfitta allucinante.

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Articolo di Alessandro Magno

 

Roma-Juventus 2-1. Ci sono molti modi per perdere, il migliore è sempre quello di giocarsi la partita a viso aperto. S’è scelto il peggiore, andando a fare 80 minuti di catenaccio contro la Roma. Avessi detto il Barcellona. Curioso che poi appena loro han mollato un attimo s’è rischiato di fare il 2-2. Immeritato ma si è rischiato di farlo.

Sono due partite che Allegri non mi convince affatto. Avevo scritto nell’articolo post Juve – Udinese degli errori fatti e di non perseverare, invece il mister si è presentato con gli stessi errori della partita prima. Geniale! In primis Padoin regista che è veramente una cosa inguardabile, l’antitesi del gioco del calcio, e francamente non è colpa del buon Simone che si sacrfica e per necessità farebbe pure il portiere, ma evidentemente è colpa di chi lo espone a queste figure barbine. Allegri (che l’anno scorso ho difeso a spada tratta) è il timoniere della nave, puo’ esser anche una pessima nave (e questa non lo è) ma se lui la porta sugli scogli con le sue scelte, è lui che si deve prendere le proprie colpe. Di tutti gli errori fatti poi in queste due partite uno in particolare mi fa incazzare fino all’inverosimile, ed è quello di ritardare le sostituzioni fino a prendere il gol. Sei lì a fare l’allenatore non l’impiegato. Ti si chiede di fare scelte, di leggere la partita ed eventualmente corregerle. Se hai paura di intervenire per paura di fare danno allora lascia perdere non fare il mister dedicati ad altro.

Come avevo ampiamente previsto nell’articolo precedente perdendo a Roma si sarebbero sfogati gli isterisimi del nostro tifo. Non voglio anche io entrare in questo turbine vizioso. Sono convinto che la rosa della Juventus è ancora all’altezza per far bene e alcuni acquisti come Dybala mi piacciono proprio. Tuttavia come puoi dare torto ai tifosi piu’ caldi, nella nostra storia pluricentenaria non era mai capitato di perdere le prime due di campionato. L’errore non è perdere a Roma che ci puo’ stare (anche se la prestazione è stata una merda), l’errore grosso è stato sottovalutare l’Udinese e mettersi a fare i giocolieri sullo 0-0. Perdere con l’Udinese in casa è inaccettabile. Se avessimo vinto la prima ora saremmo a tre punti ma soprattutto in una situazione psicologica piu’ accettabile.

In questo momento di grande confusione dell’allenatore grandi colpe le ha anche la società. Il mercato fatto è quanto mai fantasioso, in un momento di difficoltà della squadra in cui ci sono diversi infortunati la società non riesce a prendere rinforzi a centrocampo e anzi priva di due giocatori (Coman e Lloerente) l’allenatore. Oltretutto il mister chiede da tempo un trequartista e ci siamo ridotti all’ultimo giorno di mercato a non aver un trequartista con Marotta che dichiara: ”Non ci serve necessariamente un trequartista”. Insomma mettetevi d’accordo! Una società non prende giocatori a casaccio e li mette a disposizione dell’allenatore e che si arrangi, queste lo fanno squadre minori che non riescono a spendere molto per i loro acquisti. Una società come la nostra, intanto dovrebbe scegliere il mister in base al gioco che vuol vedere espresso dalla squadra; se desideri una squadra propositiva prenderai un Guardiola, se altresì vorrai una squadra focalizzata al raggiungimento del risultato ad ogni costo, prenderai un Capello o un Mourinho. Scelto il mister riceverai da lui le indicazioni necessarie a sviluppare la propria idea di gioco e farai il possibile per portare i giocatori che piu’ incarnano il profilo richiesto dall’allenatore. La Juve è la Juve non si puo’ ridurre a rovistare nella mondezza all’ultimo giorno di mercato per prendere poi una terza, quarta, quinta scelta, come è stato a suo tempo per Bendtner o Anelka. Questo è inaccettabile. Sentire Domenica in conferenza stampa Allegri dichiarare: ” Non so chi arriva” è di una tristezza incredibile. Non è da Juve.

Ora spero che Allegri prenda esempio da Buffon e si assuma le sue responsabilità. Il capitano è stato chiaro: ”Abbiamo fatto schifo e ci hanno surclassato”, senza se e senza ma. Le altre, l’Inter e il Milan hanno vinto ma francamente non giocano bene. Il Napoli non sta messo meglio e neppure la Lazio. La Fiorentina idem e la Roma ha dimostrato che ha lacune in difesa e che se è attaccata puo’ avere i suoi problemi. L’unica squadra che ha convinto in queste due giornate è il Torino autore di due vittorie con rimonta. Ma non sarà un avversario per noi. Ora bisogna rimettersi in carreggiata al piu’ presto. In questo ultimo giorno di mercato bisognerà portare in rosa un centrocampista pronto (che non puo’ essere Lemina) perchè non si puo’ pensare di essere Marchisio dipendente. Khedira non lo conto perchè è due anni che non gioca, aspetto che giochi dieci partite di fila. La Juve degli anni passati ha costruito una base molto solida in cui tutti erano importanti ma nessuno era indispensabile. Spesso si è vinto senza Tevez o Pirlo, moltissime volte si è fatto a meno di Vidal. Oggi siamo numericamente pochi a centrocampo.

I campionati si voncono massimo con 4-5 sconfitte, questo dice la storia del campionato italiano. Siamo già a un crocevia. Ci siamo già giocati due bonus. Contro il Chievo non sarà accettato nessun risultato che non sia la vittoria. Siamo la Juve non dimentichiamolo. Non esistono per noi, anni di trasizione programmati ad Agosto.

La Juventus va al mercato

Cuadrado_Cropped2Scritto da Cinzia Fresia

 

Non so se è  solo una mia impressione, ma seguire le strategie di compra-vendita-prestito della Juventus è diventata impresa ardua, bisognerebbe scomodare un’analista per comprendere per quale motivo e come mai  se servono “patate” si comprano “mele”, sicuramente davanti e dietro  a queste operazioni c’è molto cinema utile a tenere giornalisti e pubblico occupato,  un perchè a tutte le cose c’è sempre,  anche se a tratti alcune imprese rimangono incomprensibili.

Comunque, negli ultimi anni di gestione Marotta, quando si parla di calcio mercato, sembra che la Juventus quando ” va a comprare” si rechi proprio “al mercato”, non riesco molto a intravedere dei progetti dietro agli acquisti, perchè  si valuta  esclusivamente, i parametri 0 o quelli che non hanno voluto, o il “prezzo speciale” insomma, è come recarsi a fare la  spesa  esclusivamente con i buoni sconto o andare al mercato a fine orario e acquistare  la merce invenduta a prezzo di costo, salvo poi stupirci con delle imprevedibili spese pazze, in riferimento al passaggio di Dybala dal Palermo alla Juve, dove la Juventus si è impegnata in un’operazione di 40 milioni di euro circa, facendo quindi sul serio.

Resto sempre un po’ basita di fronte a questo modo di agire  all’interno della Juventus,  però va detto che  l’attuale  sistema,  dall’insediamento di  Andrea Agnelli, insieme ad  Antonio Conte come allenatore, ha risollevato  la Juventus fino ai recenti successi, e fin qui niente da dire, però il dubbio resta, soprattutto dall’ultima notizia in circolazione che vedrebbe il possibile arrivo di Montolivo, che peraltro mi risulta non proprio in forma. E’ come se si portasse a casa tutto ciò che è conveniente, non importa se non serve, mettiamolo in cantina che viene utile.

Devo dire che in casa Juventus non hanno ancora finito di smistare le forze, ci sono continue notizie di vendite, spostamenti, prestiti, un pasticcio tale che ci auguriamo non crei problemi agli assetti della  squadra in perenne rivoluzione.

Intanto, con la Roma secondo i riporti dovremmo  assistere  al debutto di Alex Sandro che pare inizi da  titolare e il da poche ore Juventino Juan Quadrado, chissà se è al corrente che Conte lo avrebbe voluto tanto nella sua Juventus? E’ evidente che il colombiano era destinato ad  arrivare a Torino.

Comunque, la settimana sta trascorrendo portandosi via  gli ultimi mugugni circa la partita di domenica scorsa e   guardando  al prossimo match con aria interrogativa e  personalmente   con l’incubo di vedere Coman insieme a Mandzukic, contro la Roma assetata di vendetta. Questo sarà il primo e autentico anno della gestione Allegri, e sono curiosa di come andrà a finire, intanto  spero che l’allenatore,  abbia chiarito i ruoli una volta per tutte su chi deve battere le punizioni e i calci d’angolo.  E’ l’unico modo per colmare la voragine provocata dalla partenza di Pirlo. Anche senza Leader la Juventus può farcela benissimo lo stesso, come  attuale collante di squadra,  Buffon è  più che idoneo, una maggiore autonomia in campo sarà la strategia vincenete,  soprattutto per Pogba,  che se vuole ambire a certi livelli deve accettare la responsabilità.

 

 

 

 

 

ricchiuti93

di Enzo Ricchiuti

Visti Zaza e Immobile in Nazionale bravo Marotta comunque a trattarli o scarso a non averli portati alla Juve?

Tutt’e due. Però non ne farei un dramma. Zaza è sicuramente spettacoloso però vediamolo in contesti più allenanti. Immobile penso sia una discreta seconda punta ma s’è visto di meglio.

Nostalgia di Balotelli?

No, perché non ha ancora esordito.

Conte unisce o divide?

Unisce gli italiani e divide gli juventini. Prima univa solo, sia gli juventini che lo amavano sia gli italiani che lo odiavano. Adesso fa più cose dunque. Unisce e divide. Importante non divida lo stipendio.

La quadratura del cerchio (Seconda Parte)

2 La quadratura del cerchio (Seconda Parte)

di Davide Peschechera

Allegri viene ingaggiato nel giro di pochissime ore. Eppure si rinfaccia a Conte, e a Conte solamente, l’aver lasciato la squadra al secondo giorno di ritiro. E se Conte, a maggio, è stato “costretto” a restare, come puoi imputargli di aver lasciato a Luglio? Quando almeno un dubbio sulla concertazione della faccenda non può che rimanere, visto che il giorno dopo l’addio del tecnico leccese si è chiusa con grande successo anche la campagna abbonamenti. Stesso discorso per l’accordo lampo tra Conte e Tavecchio, Federazione e sponsor Puma. Non sta né in cielo né in terra che trattative e conclusioni di contratti si realizzino in qualche giorno, quando solitamente richiedono molto, molto più tempo. Insomma, una faccenda incartata e consegnata ai tifosi, a scatola chiusa. Prendere o lasciare. L’errore fu quello di credere che una storia tra un allenatore che vuole l’affermazione personale ed un club vincente fosse una storia d’amore. Di quelle che anche il calcio sa dare. E invece negli ultimi 3 anni c’è stata solo la Juve. E non la Juve di Conte. L’hanno sempre saputo, probabilmente, Agnelli e Conte. Conte si è servito della Juve e la Juve di Conte.

Potrebbe essere un suicidio professionale, e sarebbe certamente una brutta caduta dal punto di vista umano. Lui è efficace se può lavorare coi giocatori quotidianamente, e non una volta ogni 3 mesi, anche se ha colto l’attimo con opportunismo e lucidità, preferendo ripartire dalle macerie mondiali dell’Italia di Abete e Prandelli (che in qualche modo riecheggiano i settimi posti da cui mosse i primi passi la sua Juve tre anni or sono) piuttosto che accettare la sfida di inseguire nuovi trionfi, tutt’altro che scontati, in bianconero. Si è garantito almeno un biennio di stress più stemperato, meno frequente, meglio distribuito (due partite ogni tanto anziché tre a settimana, almeno fino alla fase finale degli Europei) ma non è detto che ci sia meno pressione che alla Juve. Una via di mezzo tra la frenesia imposta da coppe e campionato e una per lui insopportabile inattività. E una nuova, stimolante esperienza.

Conte porterà in Nazionale un cambio di mentalità e di comportamento. Conte allenatore della Juventus non era un amante (eufemismo) delle intromissioni della Nazionale ma Conte ct chiede un cambio radicale di mentalità e presumo che sarà una palla ingombrante tra i piedi durante tutto l’anno. Antonio “divide et impera”, da allenatore della Juve e da allenatore della Nazionale.Conte per molti si è comportato da professionista cinico e spietato, è uno dall’ego e dall’ambizione smisurate ed ha realizzato, forse troppo in anticipo, uno dei suoi sogni. Conte è giovane, alla sua età la Nazionale è più un ripiego (o, se vogliamo, un trampolino di lancio) che un traguardo. La nazionale è sempre stata un punto di arrivo, dopo anni di esperienza nei club, nazionali e internazionali, per un allenatore ambizioso. Conte sperava ormai da mesi di avere una chiamata estera prestigiosa. A parte il Monaco nessuno lo avrebbe in realtà cercato. Poi è arrivata la telefonata di Tavecchio; certo prestigiosa, certo affascinante, certo importante, ma pur sempre una seconda scelta. Lui dice che voleva fermarsi un anno per aggiornarsi, guardare partite, seguire giocatori, imparare l’inglese, tutto in attesa di una chiamata da un top club. Tutte cose compatibili comunque con l’impegno da selezionatore, una seconda scelta, un impegno meno gravoso dell’allenatore di un top club. Potrebbe crescere, diventare più forte e ancora più preparato

Conte ha chiesto un ruolo da manager, non solo da allenatore. Una vera e propria rivoluzione sul modo di gestire una Nazionale. Libertà d’azione, carta bianca nella gestione tecnica, progettuale e logistica di tutto ciò che riguarda la sua Nazionale. Stage durante il campionato, almeno due-tre l’anno, oltre ai normali ritiri. Rapporto continuo, capacità d’interazione e contatti costanti con le società senza troppe spigolature, garanzia di collaborazione con gli allenatori e i club. Continui faccia a faccia con i colleghi dei club per capire la forma dei propri giocatori e via dicendo. Su questo Conte non ha ammesso deroghe e ha chiesto impegni scritti, condizioni nero su bianco. Conte vorrebbe essere un CT di Nazionale sui generis: un tecnico a tempo pieno senza staccarsi dal lavoro quotidiano, quasi che l’Italia fosse un normale club. Monitoraggio sule giovanili. Stipendio adeguato. Conte ha chiesto e avrà in pratica le chiavi di Coverciano. Ciò che insomma voleva alla Juve. Vuole strutturare con uomini suoi. Richieste molto “dure” come quella di volere tutto il suo staff, Alessio e Carrera secondo la logica de “ne usciamo con le ossa rotte”. Repulisti storico. Con i club che non sono nelle condizioni di fare i sofisticati” e possono solo/devono accogliere volentieri Conte con tutti i suoi capricci. L’ ambizione è al tempo stesso la forza e il limite di Conte. Forza perchè lo porta a misurarsi con realtà ridotte male, limite perchè quando intravede la possibilità di non poter più vincere/migliorare è tentato dal lasciare e ricominciare altrove. Questa ambizione lo porta a confrontarsi con ambienti a lui a volte ostili per conquistarli dall’interno e a fare i propri interessi. Ma siamo sicuri che li abbia fatti? Conte non parla bene Inglese, ha uno stipendio alto (confermato in Nazionale), non ha nel curriculum di allenatore grandi vittorie internazionali, è uno che ha bisogno di un team dal budget alto che faccia un mercato costoso essendo molto esigente, pretendendo giocatori che chiede e non limitandosi a “profili di giocatori”.   Lasciata la Juve, quale squadra di club coi soldi lo avrebbe potuto chiamare? Forse solo il Monaco o altre squadre che oggi ci sono, domani chissà. Rimanendo alla Juve secondo me nel lungo periodo avrebbe potuto fare maggiormente i suoi interessi, agganciandosi ad una squadra in crescita, italiana, che gli avrebbe perdonato (quasi) tutto, assicurandogli sempre uno stipendio a lui gradito. Insomma, ha fatto una scelta azzardata e solo la Nazionale avrebbe potuto accoglierlo.

La formula finale dell’intesa sul contratto che ha portato l’ex allenatore Juve sulla panchina dell’Italia sottoscrive due accordi, per una cifra complessiva di 4 milioni netti l’anno che può salire a 4.5 in caso di qualificazione all’Europeo. Tutte e due sono con la Federcalcio: il primo (2 mln) come ct e coordinatore delle nazionali giovanili unificando ruoli e compensi di Prandelli e Sacchi; il secondo per la cessione al cento per cento dei diritti di immagine alla Federazione. Contestualmente la Figc girerà a Conte altri 2 milioni netti l’anno, assicurati da Puma per lo sfruttamento dell’immagine del ct, e in caso di qualificazione un milione nel biennio sempre dallo sponsor. In questo contesto, Puma ha ottenuto dalla Figc il prolungamento della partnership dal 2018 al 2022. Insomma, un compenso “allineato ai costi della precedente gestione” se non ci fosse stato l’intervento dello sponsor che, come azienda privata, ha deciso di investire su Conte perché lo ritiene più bravo degli altri. Volevano che Conte allenasse gratis, magari legato con le catene visto che “è stato condannato dalla giustizia sportiva in passato”? Può non piacere il contratto a Conte, perché ha imposto le sue condizioni ma l’Italia le ha accettate con la testa bassa.

Sappiamo tutti benissimo che ora Conte è destinato e condannato a vincere. Forse per lui questa è una sfida alla sua portata, più alla portata di un altro Scudetto alla Juve con raggiungimento dei quarti di CL, e questo ha fatto la differenza. Ma per fare meglio di Prandelli non al Mondiale, ma all’Europeo, può solo vincere. Scelta coraggiosa e rischiosa. La  Juventus ha caricato di ogni responsabilità Conte. Non è stato solo l’allenatore ma l’immagine della Juventus, quella di chi non si arrende mai (fino alla fine), l’allenatore che davanti ai microfoni ha offerto l’unica difesa alla società più antipatica d’Italia. L’allenatore della svolta, l’arrogante messo sotto accusa da chiunque. Il progetto Conte ha portato vittorie, Conte ha fatto godere noi è ha fatto rosicare tifosi avversari, addetti ai lavori, giornalisti, tutti. Li ha fatti impazzire di rabbia. Ha fatto rivedere, rivivere, riapparire l’incubo, il fantasma di un ritorno alla Juve pre-Farsopoli. La grinta della squadra ha dato ad ogni Scudetto conquistato una nomea ben precisa: il primo è stato quello vinto da imbattuti, il secondo quello della conferma, il terzo quello dei 102 punti sbattuti in faccia a chiunque. Tre anni di dominio e record infranti. Entrambi, dirigenza Juventus e Conte, si sono rimessi in gioco. Vediamo dove vanno: un po’ come quando si separano i gruppi rock di successo, in fondo… (cit.). Biennale per lui e biennale per Allegri, tutto fa pensare che, in fondo, quello di Conte sia solo un arrivederci. ci sarà sempre tempo per tornare a casa, ricalcando le orme di Trapattoni e Lippi. L’esordio contro l’Olanda avverrà il 4 settembre a Bari, tra pochi giorni. Sarà un ritorno al passato e la prima tappa verso il futuro. E noi dobbiamo voltare pagina. Il tempo di vedere Conte all’opera e poi sarà di nuovo campionato. Intanto siamo ripartiti così come ci eravamo lasciati. Vincendo. Buona stagione a tutti.

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La quadratura del cerchio (Prima Parte)

1 La quadratura del cerchio (Prima Parte)

di Davide Peschechera

Alzi la mano chi ha capito cosa è successo quest’estate. Un incubo per i tifosi juventini, una bufera forse preannunciata dalle avvisaglie invernali ma nessuno si sarebbe aspettato un simile epilogo, l’arrivo di Allegri alla Juve e l’approdo di Conte in Nazionale. Dopo i mugugni di maggio, la conferma non proprio convinta di Conte senza rinnovo, la rescissione consensuale, l’ultimo capitolo della telenovela ci ha riservato il finale più imprevedibile e il cazzotto più doloroso. Andava gestita prima e meglio, magari già a Gennaio. E hanno sbagliato ad andare oltre Maggio. Conte troppo coinvolto emotivamente ha voluto provarci, la Juve un po’ per presunzione, un po’ per arroganza, non ha voluto guardare in faccia la realtà, ha tirato la corda credendo che sarebbe passato il mal di pancia a Conte. Conte se n’è reso conto e se n’è andato.Invece di trovare un degno sostituto la Juve ha messo in allarme solo l’unico allenatore libero sul mercato(Allegri), piuttosto malleabile e gestibile in una situazione fatta di conferme e passi indietro come quella che è venuta a crearsi. E ha condotto un mercato all’insegna del completamento della rosa. Insomma, non ha fatto in modo che si tornasse a parlare subito di Juve(allenatori e giocatori passano, la Juve resta) e ci si dimenticasse di Conte, in fretta. Quello che si può dire ad oggi è che lo stress supposto da molti media non è mai esistito. E che nelle dichiarazioni ufficiali, nella lettera e nei video Marotta, Agnelli, Nedved e Conte hanno detto tante bugie. Per come è Conte e per come è fatta questa dirigenza era intuibile che l’addio sarebbe stato traumatico. Ma c’è poco di logico nella scelta di accettare le dipendenze di chi ti ha confinato per quattro mesi, senza una prova, dando retta ad un pentito pallonaro, privandoti del tuo lavoro, cercando di stroncarti la carriera ed emarginandoti. “Il patteggiamento è un ricatto” urlava Conte, con orgoglio, sbraitando, in quella conferenza stampa, contro la Federazione complice, come nel 2006, nel tentativo di affossare la Juve. Conte che pareva molto poco incline ai compromessi sacrifica al denaro la propria dignità di uomo. Perché per molti tifosi juventini è di questo che si tratta, sostanzialmente. Si trattava di una scelta di sano orgoglio che il mister ha deciso miseramente di sacrificare sull’altare della propria carriera.

Ma Conte CT azzurro è il tassello che mancava per completare il puzzle della telenovela più seguita dell’estate calcistica italiana, che raffigura una questione estiva piena di parole non dette e spiegazioni non date. Altro che stress, disagio a sopportare tensioni, uomo sfinito, forse finito, buio dentro di lui con impossibilità di reagire. La Nazionale è la fine del disagio psichico? La fine dello stress? Conte ora è utile, prezioso e decisivo? L’uomo che non poteva più risolvere il problema di una squadra sarà invece capace di risolvere i problemi di un intero paese calcistico? Conte ha capito da subito da quali compagni di avventura era attorniato. Non parlo soltanto della società ma di un entourage che non sopportava più il crescendo Contiano o Contesco, con tutti gli annessi, anche di cassa. Di contro la Federcalcio ha individuato nell’allenatore leccese il professionista che possa e debba rilanciare il nostro sistema, l’immagine e i risultati del campo.

Cosa lo ha spinto, però, a fare questa scelta? C’è chi ha parlato di rivincita per aver fatto piegare la FIGC davanti alla necessità di un uomo che mastica calcio come pochi in Italia. L’idea di una Federazione in ginocchio che lo implora di accettare per risollevare il calcio italiano. Se la Federazione italiana ha voluto provare a risollevarsi ha dovuto dare l’incarico ad uno Juventino. Ancora. Più che una contraddizione è una resa della Figc. Nel momento del bisogno non ha saputo far altro che mettere alla guida della Nazionale l’arrogante allenatore Juventino, pochi mesi fa squalificato, che dimostra il costante uso della Juventus e del patrimonio juventino (allenatore, giocatori) laddove serve.Ora va a sedersi al tavolo degli stessi che lo trasformarono in un mostro mediatico solo due anni fa e si accerchia di gente che alle prime difficoltà lo lascerà solo. Sicuramente Conte d’ora in poi avrà vento mediatico favorevole in quanto schermato dal sistema stesso che arriva da disastri sportivi mica da ridere ma, alle prime difficoltà, forse a causa del suo vincente passato in bianconero verrà impallinato ad ogni piccolo problema che incontrerà. Sarà aiutato, supportato, anche nella comunicazione ma sino ad un certo punto, visto che sarà l’unico capro espiatorio in caso di fallimento o l’eroe in caso di miracolo. Il poco tempo che avrà a disposizione non lo aiuterà, così come il caos che contraddistingue il calcio italiano in questo momento.Accetta l’incarico da chi lo ha costretto a vedere le partite da una vetrata come i vip, insultato da tutti e preso in giro dalle tifoserie e dalle telecamere. Si è dimenticato tutto? O forse vuole diventare, proprio adesso, l’allenatore di tutti gli italiani? L’Italia antijuventina ha già dimostrato di odiarlo e proprio questo voler “ingraziarseli” rischia di farlo diventare l’allenatore di tutti tranne che di molti juventini. Un paradosso no? Forse a lui non va giù che gli altri lo considerino “solo” juventino, a differenza di Lippi, ad esempio. Lippi ha allenato l’Inter da juventino. Quella è un’etichetta di cui andare fieri, mentre a Conte forse sta stretta. Lippi quell’etichetta se l’è portata dietro per tutta la carriera e ci ha vinto pure un Mondiale. La Nazionale come esperienza catartica capace di mondarlo della sua juventinità o dal suo essere “tifoso della squadra che allena)”, per ripresentarsi alla guida di un grande club? Senza contare che in Federazione avrà modo di tessere importanti relazioni con i dirigenti di questi stessi club che cosi bene la rappresentano e che fino a ieri dileggiava e scherniva.

Conte in Nazionale sarà e farà tutto ciò che non gli hanno permesso alla Juve. Conte ha fatto una scelta coraggiosa e anche un po’ irrispettosa verso se stesso visto quello che ha passato due anni fa e vedremo a cosa porterà. Ma la scelta l’ha fatta lui e quindi è persino inutile parlarne. Si vede che ha metabolizzato il colpo, e se lo decide lui che è il diretto interessato come possiamo giudicarlo noi?Solo che, alla fine, si paga sempre l’essere juventino (vedi la questione doping, Calciopoli, il calcioscommesse), poi tutti amici. Ci si dimentica.

La successione degli eventi e delle tempistiche, però, è stata alquanto strana. il fatto che i motivi delle decisioni non siano chiari poi aggiunge perplessità (eufemismo) al tutto e dà varie interpretazioni, più o meno verosimili, a ciò che non si sa. Conte a maggio voleva lasciare. Considerava concluso il suo ciclo alla Juventus con la vittoria dello scudetto dei record. L’ha fatto perché credeva che alla Juventus, in quel contesto e senza cambiare le cose, non avrebbe potuto fare bene o meglio. Era convinto che in Champions League non si potesse vincere (parole sue) e un altro scudetto non lo stimolava. L’unica cosa che lo avrebbe stimolato sarebbero stati i pieni poteri di disfare e rifare la rosa a suo piacimento per provare a vincere la Champions. Agnelli (giustamente) ha rifiutato, per continuare nell’ottica del risanamento societario e del pareggio di bilancio. Conte ha bruciato le tappe rispetto al progetto quinquennale (2011-2016) del club. Conte voleva lasciare ma l’hanno “convinto” (o costretto?) a rispettare il contratto, conoscendone il valore. Ci dice Nedved che gli hanno chiesto di pensarci fino a luglio, forse sperando di convincerlo e in questo ha sbagliato la società. Forse hanno fatto anche dei sondaggi(Allegri?) ma non c’era libero/liberabile nessuno di gradito e autorevole, così come anche Conte potrebbe aver sondato il terreno, senza trovare nessuna squadra in grado di accoglierlo. Insomma, la permanenza è stata quasi obbligata. Ricorderete il laconico Tweet. Forse anche il Milan allettava Conte: non tanto per soldi ma perché gli avrebbero dato grandi poteri (poi doveva vedersela con Galliani comunque, che non è Marotta) e il mandato di ricostruire la squadra e vincere (come alla Juve 3 anni fa, come la Nazionale oggi). Si è concordata la campagna acquisti e Conte è andato in vacanza. Poi la Nazionale. Prandelli fresco di rinnovo lascia a sorpresa e Abete con lui dopo il disastro in Brasile. Immediata candidatura di Tavecchio, nomina scontata(strano come siano state totalmente ignorate le ragioni di chi si opponeva), e subito contattato Conte al quale propone di diventare il boss della Nazionale. Lui torna in sede per essere liberato. Intanto pare che il mercato, con l’arrivo di nessun esterno per il cambio modulo, non lo abbia soddisfatto. A quel punto sono costretti a lasciarlo andare e lo fanno in concomitanza con la chiusura della campagna abbonamenti, confezionano il video, congelando gli acquisti(che erano, probabilmente, bloccati già da un po’ di tempo), ingaggiano Allegri(in preallarme da Maggio) il quale dà il suo benestare ai giocatori già fermati, concludono gli acquisti e Conte va sulla panchina della Nazionale. In tutta questa storia, però, ci si chiede se la scelta di andare in Nazionale e dimettersi dalla Juve siano stati eventi scollegati tra di loro o meno. La Nazionale un’opportunità sorta in seguito o uno dei motivi dell’addio? Perché, anche per la velocità con cui si sono svolti i fatti, evidentemente la Juventus sapeva che Conte sarebbe andato in Nazionale. Così si spiega anche la domanda che gli è stata fatta nel video proprio sulla Nazionale. Dopo i Mondiali, si parlava di Conte CT part time. Può darsi che Agnelli lo abbia costretto a scegliere se Conte ha annunciato di volerci andare. Non lo sapremo mai. Forse la Nazionale non è stata causa dell’addio, ma è stata un’ opportunità che ne ha accelerato i tempi. La Nazionale è stato il quid decisivo ma alla base ci sono gli screzi e le vedute diverse tra Conte e la società. Quando si è liberata non sono più riusciti a tenerlo e al rientro dalle vacanze, con la tentazione della nuova avventura e i dissidi con la società sul mercato, ha deciso di andare via.

Oppure nessuna chiamata, nessun contatto, ma la sensazione che qualcosa sarebbe successa a breve e quindi Conte, correndo il rischio di stare fermo un anno, ha deciso di mollare lo stesso, nei propri interessi. Avrà pensato giustamente che se fosse stato libero, almeno un sondaggio l’avrebbero fatto. Questo non lo sapremo mai, forse. Ma è l’epilogo più intuitivo e naturale. Se non si fosse liberata la Nazionale, magari a malincuore ma sarebbe ancora sulla panchina della Juve. Conte non è pazzo, “è fatto così”, vive di stimoli e sfide; finiti gli stimoli, fine del rapporto. Lui, Conte, aveva obiettivi chiari, dopo tre scudetti. Al posto di uno che, nei programmi sportivi, sarebbe dovuto arrivare quest’anno, chiedeva un salto di qualità per iniziare a puntare ad altro. Ha parlato con proprietà e dirigenza, prendendo picche, perché la Juve ha deciso di andare avanti col suo programma quinquennale, e un altro al suo posto.

Ricapitolando: se è stato contattato prima di Prandelli(non credo) la Nazionale è stata il motivo principale. Se è stato contattato dopo, ha influito con le divergenze di mercato. Se non è stato contattato prima dell’elezione di Tavecchio, aveva sensazione e percezione che qualcosa avrebbe potuto impegnarlo da lì a poco.

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Allegri? No preoccupati.

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Articolo di Alessandro Magno

Sono giorni che aspetto in silenzio per capire meglio quello che è successo. Non me la contano giusta nè il Presindente Angelli, nè Conte. Non credo per niente alla storia dello ”stanco e svuotato” come ha raccontato Nedved e non credo neppure alla pagliacciata, spacciata oggi per notizia, per cui Conte avrebbe un accordo con il Paris Saint Germain. Fermo restando che tutto può succedere e prova ne è che avevamo un mister e in un giorno ne abbiamo un altro, la notizia è stata lanciata dal Corriere dello Sport, un giornale che per quanto mi riguarda ha un attendibilità pari a sottozero. Probabilmente dovremo aspettare la fine del mercato per capirci qualcosa. Le condizioni per comprendere sono poi sostanizalmente due sole: Dove andrà Conte, se eventualmente andrà da qualche parte e dove andranno Pogba e Vidal, se si muoveranno. Se Conte ha un accordo con qualcuno potrebbe essere una questione di soldi ma anche solo di stimoli, la nazionale notoriamente non paga come i Club. Lo stesso dicasi per le cessioni illustri. Se ci saranno capiremo tante cose e soprattutto se ci saranno , bisognerà vedere quando avverranno, perchè se avverranno negli ultimi giorni di mercato, difficilmente quei soldi potranno essere reinvestiti.

Ad oggi abbiamo tre certezze. La prima è che il mercato (fino ad ora) è stato piuttosto scadente. Evrà , Morata e Coman sono al momento tre ottimi rincalzi. Nulla fà pensare che possano a breve insidiare i titolari. La seconda certezza è una conseguenza della prima e cioè che la formazione titolare attuale della Juventus è esattamente quella dell’anno scorso, quindi non c’è alcun miglioramento (e per ora neppure peggioramento se non un anno in più di età per tutti). La terza ed ultima certezza è il nuovo mister ovvero Massimiliano Allegri.

La cosa che mi ha lasciato interdetto è la velocità con cui si è scelto Allegri. Praticamente la sera a ora di cena Conte si è dimesso, il giorno dopo per ora di pranzo c’era già il nuovo mister. Non c’è stato bisogno neppure di una riunione veloce fra i vertici. E’ bastato un giro di telefonate e Allegri nel pomeriggio si presentava. Ora è difficile anche con tutta la buona volontà di questo mondo, non immaginare neppure per un secondo, che con il nuovo mister ci fosse già un accordo da prima. Probabilmente Allegri era stato messo in stand by già da Maggio, cioè da quando Conte aveva già avuto da dire con la Dirigenza.

Ora che profilo ha Allegri. E’ sicuramente un aziendalista, uno yes-man alla Ranieri. E’ uno che è vero che ha vinto uno scudetto con il MIlan (fra l’altro impresa riuscita a tantissimi altri), ma è soprattutto una persona che ha permesso alla dirigenza del MIlan di smantellargli la squadra vendendo nel corso degli anni tutti i pezzi pregiati, senza mai lamentarsi. Almeno pubblicamente. Si è preso anche la colpa della cessione di PIrlo e i giornali hanno sempre battuto il tasto su quella ma sono andati via negli anni di Allegri anche Ibra , Thiago SIlva, Boateng e altri. Sempre rimpiazzati alla bene e meglio. Anzi alla fine quando il Milan non era più quello dello scudetto ma era una specie di succursale di giocatori medio deboli , si è preso pure la colpa delle stagioni non più all’altezza della fama del Club.

Questo è Allegri e questo è il sospetto che mi viene del perchè lo hanno preso. Costa poco e non rompe il caxxo.

Spero ovviamente di sbagliarmi. Ma al momento sono preoccupato.

CARISSIMA JUVENTUS FC…………………

SPORT, CALCIO: JUVENTUS-PARMA

 

Articolo di Angela Butera

 

 

Questo vostro mutismo è assordante, lasciare la Juve in balia degli “eventi” è per noi tifosi una seconda sconfitta. Appurato il fatto che la Juventus ha compromesso il proprio cammino in champions nel girone di andata, noi tifosi ci chiediamo quanto c’era di regolare nella partita disputata ieri. Sarebbe stato meglio giocarla la sera prima, il regolamento lo prevedeva, non esistevano condizioni tali da permettere la sospensione, ma qualcuno ha deciso che non dovesse disputarsi, per l’incolumità dei calciatori dicono, ma con il senno di poi questa motivazione è poco credibile. Non potete negare che un briciolo di dubbio sia sorto anche a voi, allora perché non esporre questi dubbi all’UEFA? Perché stare sempre in silenzio? In fondo un chiarimento non costa nulla, soprattutto se non si ha nulla da nascondere. La metà campo in cui avrebbe attaccato la Juve era troppo rovinata per essere solo una coincidenza, infondo la neve era presente in egual modo su tutto il terreno di gioco, eppure solo quella metà campo era in quelle condizioni, stranamente le serpentine non funzionavano e la sera prima come mai gli addetti si sono dedicati alla pulizia totale nella nostra area e solo le linee nella loro? nessun dubbio nemmeno in questi casi? Peraltro ci sono delle immagini che parlano da sole, ma a quanto pare, la società Juventus oltre ad essere muta è pure cieca, o fa finta di esserlo. Ma a quale scopo? Eppure non è la prima volta che succede un evento del genere il cui protagonista è sempre il Galatasaray, e stranamente sempre a suo favore, sarebbe bene informarsi carissima società. Quella partita non doveva essere disputata, per stessa ammissione di Mancini. E invece si è giocato(?) o meglio, sono stati tirati due calci ad un pallone. Più che una partita valida per il passaggio del turno in Champions, sembrava una partita organizzata tra amici, o nemmeno, visto che in quei casi si gioca su terreni decenti. Tutto quello che è successo intorno alla partita ha del ridicolo, come l’apertura dei cancelli per riempire lo stadio permettendo a chiunque di entrare, e le forze dell’ordine in quel caso sono riusciti a mantenere l’ordine pubblico? Non è che magari lo spostamento chiesto da loro gli ha permesso di richiamare quanti più tifosi possibili? Non mi stupirebbe affatto. Perlomeno l’UEFA poteva avere il buonsenso di farla disputare a porte chiuse, per l’incolumità dei tifosi. Ma a quanto pare non vi è importato nemmeno di questo, non avete rispetto nemmeno per i vostri tifosi che erano venuti fin li per vedere giocare la Juve e se ne sono andati senza vedere nulla, o meglio qualcosa l’hanno vista, hanno potuto ammirare quello scempio di terreno. Ancora oggi mi chiedo come sia possibile che squadre sprovviste di stadi adeguati e senza seri addetti necessari per eventuali problemi possano partecipare alla Champions League, tutto ciò ha dell’assurdo. E tralasciamo il discorso degli arbitri, alcuni non sarebbero degni nemmeno di arbitrare squadre dell’oratorio ma misteriosamente si trovano ad arbitrare partite importanti di Champions. In tutto questo Juventus dove sei? Noi tifosi oltre ad esporre i nostri dubbi, altro non possiamo fare, ma voi si, in fin dei conti non vi chiediamo la luna, ma solo di chiedere al signor Michel Platini in quanto presidente UEFA, di aprire un inchiesta e fare chiarezza su quanto successo. Almeno questo noi tifosi i giocatori, e l’intera competizione lo meritiamo.

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