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La quadratura del cerchio (Seconda Parte)

2 La quadratura del cerchio (Seconda Parte)

di Davide Peschechera

Allegri viene ingaggiato nel giro di pochissime ore. Eppure si rinfaccia a Conte, e a Conte solamente, l’aver lasciato la squadra al secondo giorno di ritiro. E se Conte, a maggio, è stato “costretto” a restare, come puoi imputargli di aver lasciato a Luglio? Quando almeno un dubbio sulla concertazione della faccenda non può che rimanere, visto che il giorno dopo l’addio del tecnico leccese si è chiusa con grande successo anche la campagna abbonamenti. Stesso discorso per l’accordo lampo tra Conte e Tavecchio, Federazione e sponsor Puma. Non sta né in cielo né in terra che trattative e conclusioni di contratti si realizzino in qualche giorno, quando solitamente richiedono molto, molto più tempo. Insomma, una faccenda incartata e consegnata ai tifosi, a scatola chiusa. Prendere o lasciare. L’errore fu quello di credere che una storia tra un allenatore che vuole l’affermazione personale ed un club vincente fosse una storia d’amore. Di quelle che anche il calcio sa dare. E invece negli ultimi 3 anni c’è stata solo la Juve. E non la Juve di Conte. L’hanno sempre saputo, probabilmente, Agnelli e Conte. Conte si è servito della Juve e la Juve di Conte.

Potrebbe essere un suicidio professionale, e sarebbe certamente una brutta caduta dal punto di vista umano. Lui è efficace se può lavorare coi giocatori quotidianamente, e non una volta ogni 3 mesi, anche se ha colto l’attimo con opportunismo e lucidità, preferendo ripartire dalle macerie mondiali dell’Italia di Abete e Prandelli (che in qualche modo riecheggiano i settimi posti da cui mosse i primi passi la sua Juve tre anni or sono) piuttosto che accettare la sfida di inseguire nuovi trionfi, tutt’altro che scontati, in bianconero. Si è garantito almeno un biennio di stress più stemperato, meno frequente, meglio distribuito (due partite ogni tanto anziché tre a settimana, almeno fino alla fase finale degli Europei) ma non è detto che ci sia meno pressione che alla Juve. Una via di mezzo tra la frenesia imposta da coppe e campionato e una per lui insopportabile inattività. E una nuova, stimolante esperienza.

Conte porterà in Nazionale un cambio di mentalità e di comportamento. Conte allenatore della Juventus non era un amante (eufemismo) delle intromissioni della Nazionale ma Conte ct chiede un cambio radicale di mentalità e presumo che sarà una palla ingombrante tra i piedi durante tutto l’anno. Antonio “divide et impera”, da allenatore della Juve e da allenatore della Nazionale.Conte per molti si è comportato da professionista cinico e spietato, è uno dall’ego e dall’ambizione smisurate ed ha realizzato, forse troppo in anticipo, uno dei suoi sogni. Conte è giovane, alla sua età la Nazionale è più un ripiego (o, se vogliamo, un trampolino di lancio) che un traguardo. La nazionale è sempre stata un punto di arrivo, dopo anni di esperienza nei club, nazionali e internazionali, per un allenatore ambizioso. Conte sperava ormai da mesi di avere una chiamata estera prestigiosa. A parte il Monaco nessuno lo avrebbe in realtà cercato. Poi è arrivata la telefonata di Tavecchio; certo prestigiosa, certo affascinante, certo importante, ma pur sempre una seconda scelta. Lui dice che voleva fermarsi un anno per aggiornarsi, guardare partite, seguire giocatori, imparare l’inglese, tutto in attesa di una chiamata da un top club. Tutte cose compatibili comunque con l’impegno da selezionatore, una seconda scelta, un impegno meno gravoso dell’allenatore di un top club. Potrebbe crescere, diventare più forte e ancora più preparato

Conte ha chiesto un ruolo da manager, non solo da allenatore. Una vera e propria rivoluzione sul modo di gestire una Nazionale. Libertà d’azione, carta bianca nella gestione tecnica, progettuale e logistica di tutto ciò che riguarda la sua Nazionale. Stage durante il campionato, almeno due-tre l’anno, oltre ai normali ritiri. Rapporto continuo, capacità d’interazione e contatti costanti con le società senza troppe spigolature, garanzia di collaborazione con gli allenatori e i club. Continui faccia a faccia con i colleghi dei club per capire la forma dei propri giocatori e via dicendo. Su questo Conte non ha ammesso deroghe e ha chiesto impegni scritti, condizioni nero su bianco. Conte vorrebbe essere un CT di Nazionale sui generis: un tecnico a tempo pieno senza staccarsi dal lavoro quotidiano, quasi che l’Italia fosse un normale club. Monitoraggio sule giovanili. Stipendio adeguato. Conte ha chiesto e avrà in pratica le chiavi di Coverciano. Ciò che insomma voleva alla Juve. Vuole strutturare con uomini suoi. Richieste molto “dure” come quella di volere tutto il suo staff, Alessio e Carrera secondo la logica de “ne usciamo con le ossa rotte”. Repulisti storico. Con i club che non sono nelle condizioni di fare i sofisticati” e possono solo/devono accogliere volentieri Conte con tutti i suoi capricci. L’ ambizione è al tempo stesso la forza e il limite di Conte. Forza perchè lo porta a misurarsi con realtà ridotte male, limite perchè quando intravede la possibilità di non poter più vincere/migliorare è tentato dal lasciare e ricominciare altrove. Questa ambizione lo porta a confrontarsi con ambienti a lui a volte ostili per conquistarli dall’interno e a fare i propri interessi. Ma siamo sicuri che li abbia fatti? Conte non parla bene Inglese, ha uno stipendio alto (confermato in Nazionale), non ha nel curriculum di allenatore grandi vittorie internazionali, è uno che ha bisogno di un team dal budget alto che faccia un mercato costoso essendo molto esigente, pretendendo giocatori che chiede e non limitandosi a “profili di giocatori”.   Lasciata la Juve, quale squadra di club coi soldi lo avrebbe potuto chiamare? Forse solo il Monaco o altre squadre che oggi ci sono, domani chissà. Rimanendo alla Juve secondo me nel lungo periodo avrebbe potuto fare maggiormente i suoi interessi, agganciandosi ad una squadra in crescita, italiana, che gli avrebbe perdonato (quasi) tutto, assicurandogli sempre uno stipendio a lui gradito. Insomma, ha fatto una scelta azzardata e solo la Nazionale avrebbe potuto accoglierlo.

La formula finale dell’intesa sul contratto che ha portato l’ex allenatore Juve sulla panchina dell’Italia sottoscrive due accordi, per una cifra complessiva di 4 milioni netti l’anno che può salire a 4.5 in caso di qualificazione all’Europeo. Tutte e due sono con la Federcalcio: il primo (2 mln) come ct e coordinatore delle nazionali giovanili unificando ruoli e compensi di Prandelli e Sacchi; il secondo per la cessione al cento per cento dei diritti di immagine alla Federazione. Contestualmente la Figc girerà a Conte altri 2 milioni netti l’anno, assicurati da Puma per lo sfruttamento dell’immagine del ct, e in caso di qualificazione un milione nel biennio sempre dallo sponsor. In questo contesto, Puma ha ottenuto dalla Figc il prolungamento della partnership dal 2018 al 2022. Insomma, un compenso “allineato ai costi della precedente gestione” se non ci fosse stato l’intervento dello sponsor che, come azienda privata, ha deciso di investire su Conte perché lo ritiene più bravo degli altri. Volevano che Conte allenasse gratis, magari legato con le catene visto che “è stato condannato dalla giustizia sportiva in passato”? Può non piacere il contratto a Conte, perché ha imposto le sue condizioni ma l’Italia le ha accettate con la testa bassa.

Sappiamo tutti benissimo che ora Conte è destinato e condannato a vincere. Forse per lui questa è una sfida alla sua portata, più alla portata di un altro Scudetto alla Juve con raggiungimento dei quarti di CL, e questo ha fatto la differenza. Ma per fare meglio di Prandelli non al Mondiale, ma all’Europeo, può solo vincere. Scelta coraggiosa e rischiosa. La  Juventus ha caricato di ogni responsabilità Conte. Non è stato solo l’allenatore ma l’immagine della Juventus, quella di chi non si arrende mai (fino alla fine), l’allenatore che davanti ai microfoni ha offerto l’unica difesa alla società più antipatica d’Italia. L’allenatore della svolta, l’arrogante messo sotto accusa da chiunque. Il progetto Conte ha portato vittorie, Conte ha fatto godere noi è ha fatto rosicare tifosi avversari, addetti ai lavori, giornalisti, tutti. Li ha fatti impazzire di rabbia. Ha fatto rivedere, rivivere, riapparire l’incubo, il fantasma di un ritorno alla Juve pre-Farsopoli. La grinta della squadra ha dato ad ogni Scudetto conquistato una nomea ben precisa: il primo è stato quello vinto da imbattuti, il secondo quello della conferma, il terzo quello dei 102 punti sbattuti in faccia a chiunque. Tre anni di dominio e record infranti. Entrambi, dirigenza Juventus e Conte, si sono rimessi in gioco. Vediamo dove vanno: un po’ come quando si separano i gruppi rock di successo, in fondo… (cit.). Biennale per lui e biennale per Allegri, tutto fa pensare che, in fondo, quello di Conte sia solo un arrivederci. ci sarà sempre tempo per tornare a casa, ricalcando le orme di Trapattoni e Lippi. L’esordio contro l’Olanda avverrà il 4 settembre a Bari, tra pochi giorni. Sarà un ritorno al passato e la prima tappa verso il futuro. E noi dobbiamo voltare pagina. Il tempo di vedere Conte all’opera e poi sarà di nuovo campionato. Intanto siamo ripartiti così come ci eravamo lasciati. Vincendo. Buona stagione a tutti.

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La quadratura del cerchio (Prima Parte)

1 La quadratura del cerchio (Prima Parte)

di Davide Peschechera

Alzi la mano chi ha capito cosa è successo quest’estate. Un incubo per i tifosi juventini, una bufera forse preannunciata dalle avvisaglie invernali ma nessuno si sarebbe aspettato un simile epilogo, l’arrivo di Allegri alla Juve e l’approdo di Conte in Nazionale. Dopo i mugugni di maggio, la conferma non proprio convinta di Conte senza rinnovo, la rescissione consensuale, l’ultimo capitolo della telenovela ci ha riservato il finale più imprevedibile e il cazzotto più doloroso. Andava gestita prima e meglio, magari già a Gennaio. E hanno sbagliato ad andare oltre Maggio. Conte troppo coinvolto emotivamente ha voluto provarci, la Juve un po’ per presunzione, un po’ per arroganza, non ha voluto guardare in faccia la realtà, ha tirato la corda credendo che sarebbe passato il mal di pancia a Conte. Conte se n’è reso conto e se n’è andato.Invece di trovare un degno sostituto la Juve ha messo in allarme solo l’unico allenatore libero sul mercato(Allegri), piuttosto malleabile e gestibile in una situazione fatta di conferme e passi indietro come quella che è venuta a crearsi. E ha condotto un mercato all’insegna del completamento della rosa. Insomma, non ha fatto in modo che si tornasse a parlare subito di Juve(allenatori e giocatori passano, la Juve resta) e ci si dimenticasse di Conte, in fretta. Quello che si può dire ad oggi è che lo stress supposto da molti media non è mai esistito. E che nelle dichiarazioni ufficiali, nella lettera e nei video Marotta, Agnelli, Nedved e Conte hanno detto tante bugie. Per come è Conte e per come è fatta questa dirigenza era intuibile che l’addio sarebbe stato traumatico. Ma c’è poco di logico nella scelta di accettare le dipendenze di chi ti ha confinato per quattro mesi, senza una prova, dando retta ad un pentito pallonaro, privandoti del tuo lavoro, cercando di stroncarti la carriera ed emarginandoti. “Il patteggiamento è un ricatto” urlava Conte, con orgoglio, sbraitando, in quella conferenza stampa, contro la Federazione complice, come nel 2006, nel tentativo di affossare la Juve. Conte che pareva molto poco incline ai compromessi sacrifica al denaro la propria dignità di uomo. Perché per molti tifosi juventini è di questo che si tratta, sostanzialmente. Si trattava di una scelta di sano orgoglio che il mister ha deciso miseramente di sacrificare sull’altare della propria carriera.

Ma Conte CT azzurro è il tassello che mancava per completare il puzzle della telenovela più seguita dell’estate calcistica italiana, che raffigura una questione estiva piena di parole non dette e spiegazioni non date. Altro che stress, disagio a sopportare tensioni, uomo sfinito, forse finito, buio dentro di lui con impossibilità di reagire. La Nazionale è la fine del disagio psichico? La fine dello stress? Conte ora è utile, prezioso e decisivo? L’uomo che non poteva più risolvere il problema di una squadra sarà invece capace di risolvere i problemi di un intero paese calcistico? Conte ha capito da subito da quali compagni di avventura era attorniato. Non parlo soltanto della società ma di un entourage che non sopportava più il crescendo Contiano o Contesco, con tutti gli annessi, anche di cassa. Di contro la Federcalcio ha individuato nell’allenatore leccese il professionista che possa e debba rilanciare il nostro sistema, l’immagine e i risultati del campo.

Cosa lo ha spinto, però, a fare questa scelta? C’è chi ha parlato di rivincita per aver fatto piegare la FIGC davanti alla necessità di un uomo che mastica calcio come pochi in Italia. L’idea di una Federazione in ginocchio che lo implora di accettare per risollevare il calcio italiano. Se la Federazione italiana ha voluto provare a risollevarsi ha dovuto dare l’incarico ad uno Juventino. Ancora. Più che una contraddizione è una resa della Figc. Nel momento del bisogno non ha saputo far altro che mettere alla guida della Nazionale l’arrogante allenatore Juventino, pochi mesi fa squalificato, che dimostra il costante uso della Juventus e del patrimonio juventino (allenatore, giocatori) laddove serve.Ora va a sedersi al tavolo degli stessi che lo trasformarono in un mostro mediatico solo due anni fa e si accerchia di gente che alle prime difficoltà lo lascerà solo. Sicuramente Conte d’ora in poi avrà vento mediatico favorevole in quanto schermato dal sistema stesso che arriva da disastri sportivi mica da ridere ma, alle prime difficoltà, forse a causa del suo vincente passato in bianconero verrà impallinato ad ogni piccolo problema che incontrerà. Sarà aiutato, supportato, anche nella comunicazione ma sino ad un certo punto, visto che sarà l’unico capro espiatorio in caso di fallimento o l’eroe in caso di miracolo. Il poco tempo che avrà a disposizione non lo aiuterà, così come il caos che contraddistingue il calcio italiano in questo momento.Accetta l’incarico da chi lo ha costretto a vedere le partite da una vetrata come i vip, insultato da tutti e preso in giro dalle tifoserie e dalle telecamere. Si è dimenticato tutto? O forse vuole diventare, proprio adesso, l’allenatore di tutti gli italiani? L’Italia antijuventina ha già dimostrato di odiarlo e proprio questo voler “ingraziarseli” rischia di farlo diventare l’allenatore di tutti tranne che di molti juventini. Un paradosso no? Forse a lui non va giù che gli altri lo considerino “solo” juventino, a differenza di Lippi, ad esempio. Lippi ha allenato l’Inter da juventino. Quella è un’etichetta di cui andare fieri, mentre a Conte forse sta stretta. Lippi quell’etichetta se l’è portata dietro per tutta la carriera e ci ha vinto pure un Mondiale. La Nazionale come esperienza catartica capace di mondarlo della sua juventinità o dal suo essere “tifoso della squadra che allena)”, per ripresentarsi alla guida di un grande club? Senza contare che in Federazione avrà modo di tessere importanti relazioni con i dirigenti di questi stessi club che cosi bene la rappresentano e che fino a ieri dileggiava e scherniva.

Conte in Nazionale sarà e farà tutto ciò che non gli hanno permesso alla Juve. Conte ha fatto una scelta coraggiosa e anche un po’ irrispettosa verso se stesso visto quello che ha passato due anni fa e vedremo a cosa porterà. Ma la scelta l’ha fatta lui e quindi è persino inutile parlarne. Si vede che ha metabolizzato il colpo, e se lo decide lui che è il diretto interessato come possiamo giudicarlo noi?Solo che, alla fine, si paga sempre l’essere juventino (vedi la questione doping, Calciopoli, il calcioscommesse), poi tutti amici. Ci si dimentica.

La successione degli eventi e delle tempistiche, però, è stata alquanto strana. il fatto che i motivi delle decisioni non siano chiari poi aggiunge perplessità (eufemismo) al tutto e dà varie interpretazioni, più o meno verosimili, a ciò che non si sa. Conte a maggio voleva lasciare. Considerava concluso il suo ciclo alla Juventus con la vittoria dello scudetto dei record. L’ha fatto perché credeva che alla Juventus, in quel contesto e senza cambiare le cose, non avrebbe potuto fare bene o meglio. Era convinto che in Champions League non si potesse vincere (parole sue) e un altro scudetto non lo stimolava. L’unica cosa che lo avrebbe stimolato sarebbero stati i pieni poteri di disfare e rifare la rosa a suo piacimento per provare a vincere la Champions. Agnelli (giustamente) ha rifiutato, per continuare nell’ottica del risanamento societario e del pareggio di bilancio. Conte ha bruciato le tappe rispetto al progetto quinquennale (2011-2016) del club. Conte voleva lasciare ma l’hanno “convinto” (o costretto?) a rispettare il contratto, conoscendone il valore. Ci dice Nedved che gli hanno chiesto di pensarci fino a luglio, forse sperando di convincerlo e in questo ha sbagliato la società. Forse hanno fatto anche dei sondaggi(Allegri?) ma non c’era libero/liberabile nessuno di gradito e autorevole, così come anche Conte potrebbe aver sondato il terreno, senza trovare nessuna squadra in grado di accoglierlo. Insomma, la permanenza è stata quasi obbligata. Ricorderete il laconico Tweet. Forse anche il Milan allettava Conte: non tanto per soldi ma perché gli avrebbero dato grandi poteri (poi doveva vedersela con Galliani comunque, che non è Marotta) e il mandato di ricostruire la squadra e vincere (come alla Juve 3 anni fa, come la Nazionale oggi). Si è concordata la campagna acquisti e Conte è andato in vacanza. Poi la Nazionale. Prandelli fresco di rinnovo lascia a sorpresa e Abete con lui dopo il disastro in Brasile. Immediata candidatura di Tavecchio, nomina scontata(strano come siano state totalmente ignorate le ragioni di chi si opponeva), e subito contattato Conte al quale propone di diventare il boss della Nazionale. Lui torna in sede per essere liberato. Intanto pare che il mercato, con l’arrivo di nessun esterno per il cambio modulo, non lo abbia soddisfatto. A quel punto sono costretti a lasciarlo andare e lo fanno in concomitanza con la chiusura della campagna abbonamenti, confezionano il video, congelando gli acquisti(che erano, probabilmente, bloccati già da un po’ di tempo), ingaggiano Allegri(in preallarme da Maggio) il quale dà il suo benestare ai giocatori già fermati, concludono gli acquisti e Conte va sulla panchina della Nazionale. In tutta questa storia, però, ci si chiede se la scelta di andare in Nazionale e dimettersi dalla Juve siano stati eventi scollegati tra di loro o meno. La Nazionale un’opportunità sorta in seguito o uno dei motivi dell’addio? Perché, anche per la velocità con cui si sono svolti i fatti, evidentemente la Juventus sapeva che Conte sarebbe andato in Nazionale. Così si spiega anche la domanda che gli è stata fatta nel video proprio sulla Nazionale. Dopo i Mondiali, si parlava di Conte CT part time. Può darsi che Agnelli lo abbia costretto a scegliere se Conte ha annunciato di volerci andare. Non lo sapremo mai. Forse la Nazionale non è stata causa dell’addio, ma è stata un’ opportunità che ne ha accelerato i tempi. La Nazionale è stato il quid decisivo ma alla base ci sono gli screzi e le vedute diverse tra Conte e la società. Quando si è liberata non sono più riusciti a tenerlo e al rientro dalle vacanze, con la tentazione della nuova avventura e i dissidi con la società sul mercato, ha deciso di andare via.

Oppure nessuna chiamata, nessun contatto, ma la sensazione che qualcosa sarebbe successa a breve e quindi Conte, correndo il rischio di stare fermo un anno, ha deciso di mollare lo stesso, nei propri interessi. Avrà pensato giustamente che se fosse stato libero, almeno un sondaggio l’avrebbero fatto. Questo non lo sapremo mai, forse. Ma è l’epilogo più intuitivo e naturale. Se non si fosse liberata la Nazionale, magari a malincuore ma sarebbe ancora sulla panchina della Juve. Conte non è pazzo, “è fatto così”, vive di stimoli e sfide; finiti gli stimoli, fine del rapporto. Lui, Conte, aveva obiettivi chiari, dopo tre scudetti. Al posto di uno che, nei programmi sportivi, sarebbe dovuto arrivare quest’anno, chiedeva un salto di qualità per iniziare a puntare ad altro. Ha parlato con proprietà e dirigenza, prendendo picche, perché la Juve ha deciso di andare avanti col suo programma quinquennale, e un altro al suo posto.

Ricapitolando: se è stato contattato prima di Prandelli(non credo) la Nazionale è stata il motivo principale. Se è stato contattato dopo, ha influito con le divergenze di mercato. Se non è stato contattato prima dell’elezione di Tavecchio, aveva sensazione e percezione che qualcosa avrebbe potuto impegnarlo da lì a poco.

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ricchiuti85

Polemica Prandelli Balotellii Rossi non ti chiedo chi ha ragione ti chiedo me la spieghi?

Prandelli ha bisogno di riconquistare il favore del pubblico. Quindi attacca Balotelli. Rossi non conta niente come al solito.

Come mai c è stato questo attacco pesante ad Andrea Agnelli riguardo al cambio dei vertici in Figc e perché

Agnelli si è arrabbiato fra l altro con Prandelli? Ok Abete ma che gli frega ad Agnelli di Prandelli?
Agnelli penso abbia stigmatizzato il vuoto istituzionale che hanno creato. E’stata una abile mossa da consumato politico quindi gliel’hanno suggerita. Ovviamente il vuoto istituzionale non preoccupa nessuno perché in Italia si governa col vuoto spesso. Macalli ha fatto una grillata,

Sarà finale Argentina Germania. Giusto così? Il tonfo del Brasile è roba pesante. 7 gol sul groppone in una semifinale …..

Ne ho viste già due di Argentina-Germania. Sono squadre che si equivalgono. L’Argentina però ha una difesa migliore. Potrebbero andare ai rigori. Il Brasile ? Gli auguro il podio.

ricchiuti83

La disfatta dell Italia perché è accaduto?

Perché stavamo in gara col Costarica con Pirlo e i lanci per Balotelli e s’è tolto densità al centrocampo inserendo Cassano e una marea di seconde punte. Perché avevamo due risultati su 3 con l’Uruguay e il ct ha deciso di cambiare il suo lavoro di anni schierando due punte ridondanti, giocatori di palleggio come Marchisio e Verratti e sulle fasce ragazzini senza esperienza pensando fosse inutile e sorpassato spiegare agli azzurri che l’Uruguay storicamente provoca e intimidisce. E’ finita che Balotelli ha cercato di rispondere fisicamente alle provocazioni, l’arbitro s’è fatto prendere dal sole e l’allenatore pure. L’unico che non s’è fatto prendere dal sole è stato Cassano che anni fa proprio con Prandelli in panca ha cominciato a mettersi all’ombra.

Polemiche Buffon, Balotelli, De Rossi, Camoranesi.

Fanno bene quelli della vecchia guardia a dire che reggono la baracca e ha ragionissima lo stesso Del Piero quando giudica le nuove leve abbastanza sullo scarso e poco rodato. Su Balotelli magari il discorso è più complesso: il ragazzo è servito molto al ct per pararsi sempre e in ogni caso il culo. Ma anche i vari De Scigli e Immobile privi del paravento Balotelli rischiano molto. Sono povera cosa e se Mario non verrà convocato per molto tempo come auspico saranno visibili in tutta la loro pochezza fisica e caratteriale. Ventenni che non sanno manco dare morsi.
Prandelli e chi al posto suo?

Prandelli è un prodotto della politica applicata allo sport. Il suo calcio sembra la pubblicità della United colours of Benetton di tanti anni fa: una serie di facce felici e di tutti i colori e forme, tutti amici come neanche Facebook. Farà carriera come dirigente, ne ha il talento. Quale ? Avere il messaggio. Quando hai un significato, un progetto e l’aura di chi ha qualcosa di altro e alto per rendere altra e alta la routine del potere, ti arruolano subito. Al posto suo ? Un impiegato che non rompa i coglioni.

 

Italia- Costarica – Recife mondiale 2014

imageScritto da Cinzia Fresia

Una sconfitta pesante e  non c’ e’ niente da aggiungere di piu’ di quello che e’ stato detto e scritto, l’Italia non ha retto il ritmo e il  pressing forsennato del Costarica  falloso e furbacchione.

Comunque i motivi per il quale hanno perso sono sono stati evidenti, finche’ si incontrano squadre dagli evidenti limiti di tattica, va bene, si puo’ vincere, con l’Inghilterra abbiamo vinto con un solo gol di scarto e ci stavamo  facendo raggiungere 2 minuti dopo il vantaggio, questo va ricordato.

Incontrando una squadra minimo un po’ piu’ furbina della media, cadiamo senza riserve in trappole per sedicenni.

Comunque, sara’ dura proseguire, ce lo auguriamo perche’ gli azzurri ce la stanno mettendo davvero tutta, e non e’ completamente colpa loro, se l’allenatore non e’ quel genio del pallone che pensavamo.

Tornando  a ieri, tutto da rifare, formazione, cambi, e mi permetto di dire, anche modulo. Giocare con una punta sola per me rischia di non funzionare. I centrocampisti sono sempre in affanno per far fare gol a Balotelli, abbiamo giocatori come Cassano che non e’ risolutivo, e al posto di Cerci sarebbe stato opportuno di introdurre un’ altra punta.

Detto questo, buona fortuna .. Speriamo che riescano con l’Uruguay, che se dovesse correre un attimo di piu’ la vedo grigia e complicata, in quanto non si puo’ caricare Pirlo di questa immane responsabilita’.

 

ricchiuti69

Milan Juventus e Carlitos Tevez.

E’ come La grande bellezza. Passi un’ora a domandarti se quello che passa lo schermo sia arte del degrado o uno scherzo. Poi arriva il culo della Ferilli e sai di non aver sprecato i soldi del biglietto.

Conte vs Prandelli sul caso Chiellini.

Sto con Conte perché fondamentalmente non capisco Prandelli. Un uomo sostanzialmente senza spiccatissimi attributi, sempre pronto a osannare roba dolciastra come l’odore di pulito e la pace nel mondo, che di colpo rompe gli argini diplomatici col suo principale fornitore di calciatori. Fosse stato Putin avrei capito. Poiché è solo Prandelli, viene da pensare a un rigurgito di coraggio post prandiale. Quel tipo di coraggio che ti viene dopo pranzo quando a stomaco pieno sei pronto a tutto fino al primo rutto. Oppure vuole rimanere simpatico ai giornali che di loro odiano Chiellini per non parlare di Conte.

De Rossi e in generale il codice etico.

Ma perché in questo paese anziché lambiccarci su come si debba far diventare degli uomini che non sono ancora uomini essendo mediamente dei sotto trentenni senza esperienza di vita non si smette di fare dibattiti inutili e si comincia a parlare soltanto delle cose che ci interessano più da vicino, tipo l’ultimo video di Beyonce ?

ricchiuti54

Considerazioni sul razzismo negli stadi, la discriminazione territoriale e le squalifiche delle curve.

Penso che il calcio in generale e in particolare quello italiano scomparirebbe senza discriminazione territoriale. Il calcio è campanile. Sociale, ricchi contro poveri. Religioso, cattolici contro protestanti. Antropologico, juventini contro perdenti. Sulle curve non mi esprimo più: da tifoso in poltrona sono contrario alla loro eliminazione sennò cosa vedi. Ventidue maschi in pantaloncini in silenzio. Se voglio il silenzio, guardo il ciclismo.

Considerazioni sugli ennesimi casi Balottelli, Prandelli e nazionale.

Balotelli non è un vero caso. E’ un calciatore tra i più forti in Italia che gioca in una delle squadre più amate. I casi umani sono altri. Prandelli come risultati in nazionale non si discute. Il resto poteva evitarselo ma questa mania degli insegnanti di ginnastica di fare i maestri di vita è una cosa che ci portiamo dietro da Sacchi. Il problema di questi maestri sacchiani non è insegnare la vita, lo facevano anche in passato. Ma che tipo di vita. Una vita di modestia, obbedienza, umiltà. Preferirei insegnassero intelligenza che si coniuga solo raramente sia con la modestia che con la bontà.

Considerazioni sulle recenti polemiche nate intorno a Del Piero.

Ti riferisci a Salvo Cozzolino che ha ironizzato sul goal fatto da Del Piero e a Ferrara che Del Piero non lo sente dall’esonero di 3 anni fa. Non sono polemiche doc, credo che Del Piero ignori anche l’esistenza di Ferrara. Sono più che altro messaggi trasversali. Penso che Salvo Cozzolino ce l’abbia come tanti con i del pieristi perché vengono considerati una lobby di pensiero & sentimento che va contro gli interessi della Juve. Io sono stato del pierista finché Del Piero è stato alla Juve. Dopo non me ne sono più interessato. Mi verrebbe strano interessarmene in generale, contro natura interessarmene in maniera critica. Penso che i del pieristi non siano un pericolo e andarli a cercare provocandoli rappresenta un modo per trovarsi un avversario interno migliore dei soliti avversari esterni.  Penso che i del pieristi non siano un pericolo per Andrea Agnelli perché finché si vince nessuno Agnelli compreso corre pericoli. Quando e se si smetterà di vincere non ci sarà bisogno di scomodare Del Piero in Australia per crollare nei consensi. Basterà il primo che passa.

Il codice eti-li-co di Prandelli, ovvero l’etica applicata solo ai panchinari.

FBL-FRIENDLY-ITA-ARG

 

Articolo di Alessandro Magno

 

Alla mia età non mi sorprende più nulla tuttavia devo dire che non mi sarei mai aspettato che l’etica schifosa delle squadre giovanili dilettanti, quella approssimativa fatta da allenatori improvvisati e scalzacani, fosse applicata addirittura alla nazionale.

Chiunque abbia giocato a calcio o abbia dei figli che giocano a calcio sa di che cosa stò parlando. Mi riferisco al tentativo maldestro e spesso squallido, di allenatori mediocri, di dare degli insegnamenti morali ai ragazzini. Spessissimo, per non dire sempre, quanto più i ragazzini sono bravi tanto meno questi insegnamenti vengono applicati con intransigenza e lungimiranza. Quindi sarà lo scarso che dovrà andare bene a scuola, non dovrà prendere note, non dovrà rispondere al mister, non dovrà mostrare gesti di stizza. Quello forte, (il più delle volte solo ritenuto tale) potrà fare i cacchi che vuole che nella migliore delle ipotesi verranno chiusi entrambi gli occhi e quando invece non sarà possibile saranno trovate comunque scuse ad hoc.

Per chi non avesse inteso mi sto riferendo alla chiamata in nazionale di Balotelli reo di avere mandato a cagare l’arbitro con annesse minacce di morte durente Milan-Napoli. E che sarà mai gli ha detto solo: ”Ti ammazzo!”. Complimenti Prandelli… davvero. Ti vanno tutti i miei migliori applausi per avere fatto questa schifezza di convocazione. Il Mister si è giustificato dicendo che Mario ha pagato con la squalifica, allora mi chiedo come mai Osvaldo non è andato all’Europeo a causa di un battibecco con il suo mister, fra l’altro poi su twitter? E mi chiedo del perchè dell’esclusione di Criscito a suo tempo coivolto in un procedimento per calcio scommesse dal quale si rivelò poi estraneo. Mi chiedo cosa avesse fatto di male Criscito per pagare con un esclusione dalla Nazionale da innocente?

Allora chiudiamola qui, diciamo che il codice etico vale per tutti i panchinari e chi si deve guadagnare un posto, ma chi ha ”i gradi” può fare ciò che vuole. E non chiamiamolo neppure codice etico chiamiamo codice etilico perchè gestito da ubriachi oppure codice di applicazione della giustizia ma all’italiana, dove la giustizia si applica per alcuni mentre per altri si interpreta.

Come rimpiango quelli come Lippi, uno che non aveva nessun codice etico da propagandare ai quattro venti, ma i cagacazzi in nazionale non ce li voleva e non li convocava. Contro il parere di tutto e di tutti.

Gli articoli di Alessandro Magno escono su:
ilblgodialessandromagno.it ,  Juvamania.it ,  ladivinajuventus.it , ilbianconeronews.blogspot.it

ricchiuti53

Considerazioni su Juve Milan.

Una gara a mezzo servizio. Primo tempo 5, secondo 7. Però anche quando non siamo brillanti potremmo sfangarla ugualmente. Basti pensare al rigore su Tevez, al goal fallito da Quagliarella o al goal loro, un gollonzo. Che si possa far bene anche quando non si è al massimo è il segnale che siamo vincenti.

I tifosi napolisti han letto il tuo articolo sui neri? Stupefacente lo striscione esposto e il messaggio passato.

Mi fa piacere di non essere rimasto l’unico intelligente in città.

Il codice etico di Prandelli che convoca Balotelli?

Diceva Giolitti che le leggi si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici. Le leggi. Figurati il codice farmaceutico di Prandelli, il prontuario della belle epoque e delle belle ronfate quando c’è l’Italia in tv.

Italia-Germania Europeo 2012 – In finale!

La Germania in economia è la prima della classe, ma nel calcio è caduta, il nostro riscatto è arrivato stasera, una indimenticabile Italia ha distrutto l’orgoglio teutonico. Siamo inaspettatamente in finale, Complimenti ragazzi. L’Italia, grazie alla lucidità di un centro campo invidiabile capitanato da Pirlo, ha affondato una Germania senza riferimenti. Non si può dire che non abbia giocato o che abbia preso sottogamba l’avversario e la partita, ma è risultata drasticamente inferiore e ha perso.

E finalmente è uscito fuori Balotelli che stasera non ha sbagliato mai, ma soprattutto quante occasioni e che bel gioco. Buffon, la solita “saracinesca” ha dimostrato tutta la sua grandezza, difendendo quei rari ma altresì insidiosi tentativi della Germania di pareggiare, ma niente da fare, questa Italia Juventina non ha  mollato ed è arrivata in finale.

E dovrei cercare di essere scaramantica e non pensare alla finale, ma la Spagna non è quel gran che, degli anni precedenti, tanta fortuna contro un Portogallo migliore di lei, quasi quasi la potremmo proprio vincere questa finale. Voi ci credete?

A questo punto sì, non possiamo dire di aver disputato un primo turno superlativo, per niente, superato con un po’ di affanno,  ma come nella tradizione,  l’Italia, viene sempre fuori dopo, migliorata  dopo gli errori, ed evviva,  conosciamo i talenti della Spagna, e non sarà facile combattere, ma  in qualche maniera ci siamo destati e le premesse per battersi fino all’ultimo ci sono.

L’atmosfera a Kiev sarà elettrica, una match tutto latino sarà la chiusura di questo europeo non particolarmente entusiasmante, ma per noi, ricco di emozioni.

Come andrà?

Comunque vada .. è stata una grande impresa .. il commissario tecnico Prandelli, è riuscito ad arrivare fino a qui, con non pochi problemi, a gestire due personalità difficili come Balotelli e Cassano ed averli amalgamati con un insieme che non prometteva molto almeno all’inizio.

Complimenti davvero a tutti!

Luna23

 

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