CRONACA DI UN CUORE CHE BATTE

Articolo di Andrea (The Original)
(Nella foto Andrea The Original e Barone50)
Tanti discorsi, su tattica, allenatori, giocatori, prospettive, calcoli.
Ma poi si va allo Stadium, per una partita che è sempre più di una partita; sì il campionato è chiuso, dico sempre così ma quella partita mi spaventa e non posso vederla da casa, devo viverla.
700 km in auto, la mia compagna di viaggio è quanto di meglio si possa sperare: non sa nulla di calcio, per lei il J Museum è il museo della Fiat, mai entrata in uno stadio. Quindi si può ingannare l’attesa senza far previsioni o scaramanzie ma cercando di introdurla all’evento, che sarà unico, come unica è la Juve. Al Museo mi sento una sorta di Cicerone, spiegandole cosa è la Juve circondato da immagini, colori, suoni.
L’incontro con il mio amico Barone: la sera prima ho scritto su un post che pagavo io, segnava Mandzukic e facevamo la foto assieme. Beh alla fine abbiamo pagato in due, perché i cicchetti servivano per riscaldarsi ma per il resto è stata una profezia.
Entriamo, dico alla mia compagna di viaggio “Benvenuta allo Juventus Stadium, ora fai tutte le foto e i video che vuoi, goditi lo spettacolo, io per 2 ore sarò un altro”.
La presentazione delle squadre è sempre meravigliosa, qualche tifoso interista sporca il minuto per Radice, che pure era stato un loro mister. Ah, neanche più la storia riconosciamo.
Prima di iniziare mi arriva un messaggio inatteso, di mia madre: “se incontri CR7 digli di far loro quello che ha fatto a noi l’anno scorso, la rovesciata”. Ecco, siamo davvero tutti.
Inizia la partita, che fatica: temo di prendere gol, due minuti per riprendermi dal palo di Gagliardini. Ho dietro due tifosi interisti, parlano a bassa voce ma si capiscono. In fondo allo Stadium si può stare anche insieme senza problemi, non accade ovunque, nonostante noi saremmo quelli delle discriminazioni territoriali.
Ah ecco, loro, i tifosi avversari: noi stiamo soffrendo e parte il loro coro “tornerete in Serie B”.
Ah, la Serie B, credo che ormai la ricordino solo loro quella vicenda ma dopo quel coro la ricordo anch’io e mi sale la garra. No, qui stasera bisogna vincere.
Prima del gol avrei scritto: “finalmente Allegri ha accolto il mio appello e non ha fatto giocare Mandzukic”. Eh sì perché non l’aveva mai sfiorata. Ma poi il croato è lì, come effettivamente capita spesso quando conta di più e allora parte il countdown verso la fine, ogni retropassaggio e un respiro che si blocca (servirebbe un altro cicchetto).
Finisce, è finita, ancora una volta vinciamo noi, possiamo andar via..anzi no, ricordo qualcosa, un “tornerete in Serie B”.
E mi accorgo che non sono il solo a ricordare perché la buonanotte è il coro che si alza dalla Sud verso di loro: “Vincerete il tricolor”.
Grazie di averci rinfrescato la memoria.
Si torna a casa, a parlare di tattica.
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