Archivio Mensile: Maggio 2012 - Pagina 2

Juventus-Atalanta 2012 – Dalla gioia al dolore

Nessun Juventino potrà mai dimenticare il 13 maggio 2012, una festa attesa e ritornata, lunga un giorno, strepitosa, sentita, mai vista ..dopo una stagione così, si dimentica tutto, il brutto viene messo da parte, conta solo il presente e il nostro futuro.

Nonostante il campionato vinto in anticipo, l’Atalanta non ci stava a passeggiare, se l’è giocata ugualmente, e noi per mantenere l’imbattibilità ci siamo dati da fare,  producendo un bellissimo 3-1, strepitoso il gol di Marrone, una fantastica  partita per lui, ma il gol del Capitano ha fatto impazzire lo stadium. Iniziando il primo tempo non bene, con una botta infertagli da un avversario, ha tenuto duro per i suoi tifosi regalandoci un gol, la sua  uscita è stata un apoteosi, i tifosi in piedi hanno applaudito per minuti il capitano, Alex sorrideva e ha fatto un giro del campo, passeggiando ..per godersi tutti i sorrisi e l’amore dei tifosi, ma Alex Del Piero non ha visto solo quello, si è accorto delle lacrime e dello strazio della sua gente: tutti abbiamo sperato, non so chi non  ha atteso  un cenno,  un cambio di rotta,  un ripensamento dell’ultimo minuto,  di  sentire un annuncio completamente diverso, ed invece no. Il suo addio puntuale ed annunciato è arrivato lasciando il pubblico senza parole. E’ tutto il campionato in cui ci hanno  bombardato  con questa eventualità, non c’è stata settimana con la quale dovevamo fare i conti con il tormentone “Vai o resti?”, nulla è valso, le richieste dei tifosi, la raccolta delle firme, le lettere, le suppliche, niente. E’ andata come doveva .

Il gol di Barzagli metterà la parola fine a questo campionato,  la cerimonia di premiazione vede il nostro presidente, ancora incredulo a ringraziare e a citare per nome, tutti i suoi collaboratori, unendoli in un grande abbraccio virtuale, Presidente Andre Agnelli,  congratulazioni, oggi hai vinto anche tu.

La famiglia al completo è stata sempre al suo fianco, Andrea Agnelli è stato sostenuto fino alla fine, i suoi collaboratori non hanno tradito.

Ma purtroppo, malgrado la forte intensità, la mancanza di Del Piero si fa sentire, un dolore immenso ci pervade, credo che la maggior parte di noi, lo vedesse quasi come un parente, tanto era la sua popolarità, oggi nel giorno della rivincita siamo orfani. Alex andrà via. Lo potemo vivere ancora domenica in finale di coppa Italia e dopo basta, cala il sipario.

La vita ci insegna che qualunque cosa accada bisogna andare avanti, Del Piero, la nostra identità juventina, con la Juventus ha finito, ma d’altronde anche questa Juventus non è quella dell’avvocato, nè quella del dottore, e dopo Alex ci sarà qualcun’altro. Per il momento godiamoci quel che ci resta ..e salutiamoci domenica.

Luna23

Del Piero per sempre.

Sai la gente è strana, prima si odia e poi si ama. Cambia idea improvvisamente…. quando la moda cambia, lei pure cambia…..senza serietà come fosse niente……Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell’universo, un punto sei, che non ruota mai intorno a me,  un sole che splende per me soltanto, come un diamante in mezzo al cuore. Tu……(Mia Martini).

Tutto deve passare cosi è la vita. A volte in certi passaggi si può fare di meglio, io penso di si. Non ce l’ho con il Presidente anche se una deroga a Del Piero io l’avrei concessa. Non è colpa di Andrea Agnelli  se altri prima di lui per assenza di un carisma che gli consentisse di  tenere insieme il popolo juventino nel momento peggiore della loro storia, hanno scelto di delegare ad Alex questo compito nobile, arduo e ingrato allo stesso tempo. La famosa frase pubblicata su tutti i giornali: ”Un cavaliere non lascia mai la sua signora”, non fu idea di Alex ma di quella dirigenza ricordata non proprio per avere grandi capacità. Dicevo non ce l’ho con il Presidente che probabilmente anche giustamente ha deciso di riportare le cose nel giusto ruolo, perchè un giocatore non può sostiutirsi ad una squadra. Questo lo capisco. Capire però dovrebbero quelli che in questi giorni hanno criticato Del Piero dicendo che fosse lui ad aver voluto tutto questo. Sbagliato. Alex si è prestato. Certo a chi non farebbe tanto piacere avere tanto onore? Ma altri si sono rifiutati  e loro si hanno fatto bene i loro comodi. Per il nostro bene Alex ci ha tenuti uniti quando altri non avevano le palle per farlo.

E’ stato il Generale che mentre noi eravamo lontani da Roma e la stessa bruciava, ci ha tenuto insieme nelle battaglie. Mentre a Roma facevano la politica noi facevamo la guerra, uniti come fratelli. Come Ezio contro Attila. Non abbiamo tradito Roma e non la tradiremo mai, ma Roma che prima ci ha utilizzato ora ci ha guardato con non poca diffidenza. Questa è stata una brutta cosa. Pazienza, nella nostra lealtà totale non abbiamo marciato contro. E’ bene aggiungere che all’ analisi finale quasi tutti gli Juventini non hanno tradito il loro Generale. Ero in piazza Castello a Torino fra i 400 mila a festeggiare e ho visto il tributo ai giocatori e al Capitano. Ho visto, sentito e cantato il nome del Capitano. Ero con gente che veniva dallo stadio e aveva assitito ad un tripudio di cuori e di lacrime. Al più caloroso addio a una squadra che io ricordi, finanche perchè non preparato. Al giro di campo durante una partita più clamoroso che io abbia mai visto in vita mia. Diciamolo: in quel momento non fregava a nessuno della partita. In quel momento c’era solo da omaggiare il nostro Generale che era sceso per l’ultima volta nella sua (nostra) Arena. Non ce l’ho con il Presidente ripeto, forse è giusta la sua scelta. Ce l’ho con quella parte del tifo che a mio parere ha voltato pagina troppo presto. Ce l’ho con chi solo un anno fa gridava il nome di Del Piero e ora gli ha voltato le spalle. Ce l’ho con chi solo per un attimo ha pensato di fischiarlo allo stadio. Questi ultimi poi sono 4 gatti sfigati e glielo dico e non mi frega nulla se si offendono. Vi dovete solo vergognare per aver pensato anche per un solo momento uno squallore simile. Lo stadio ha emesso la sua sentenza ieri: siete un esigua minoranza. La Curva Nord, secondo anello, ha scritto: ”Del Piero non è importante è l’unica cosa che conta”. La Curva Sud dove c’e’ ‘chi comanda’ ha omaggiato con 20 minuti di applausi scroscianti.. Amen. Zitti. Fatevene una ragione. La Curva ama la Juve ed ama il suo Capitano. Roma e il suo Generale. Le due cose sono insicindibili,  non sono contrapposte, fanno parte della stessa storia, della stessa famiglia. Agnelli non vi ha chiesto di odiare Del Piero, neppure una volta. Ha preso la sua decisione come è nelle sue mansioni e nelle sue responsabilità, ma voi vi siete subito ugualmente schierati dalla parte forte. Certo molto facile questo. Molto comodo ancorchè poco coraggioso. Molto più difficile mettersi dalla parte di un figlio di un elettricista rispetto che al figlio di uno che possiede magari delle centrali nucleari. Lo capisco ma non lo apprezzo. Sarà perchè pure io son figlio di un maestro di scuola, sarà perchè anche io come Del Piero sono cresciuto in mezzo alla strada, in mezzo alla gente normale. Alex deve andare….e va bene mi piange il cuore, ma lo capisco. Alex come Garibaldi a Teano risponde ”Obbedisco” ma come Garibaldi non è contento, perchè come Garibaldi sa che si poteva fare di meglio. Mi auguro solo che il suo esercito non venga mandato al forte di Fenestrelle come è succeso ai Garibaldini. Grazie a Dio Andrea Angelli non è Vittorio Emanuele.

Sono sicuro che il Presidente farà una grande Juve, lo stà già facendo, perchè è un ragazzo in gamba e ha carisma. In soli due anni ci ha già riportato a vincere lo scudetto. Una gran cosa.  Lo ammiro, anche se non sono disposto ad ammainare i miei sentimenti in forza di uno scudetto seppure bellissimo. Come molti di voi sono un po triste e un po felice.  Chiedo solo umilmente al Presidente, che possa fare rientrare nei ranghi il nostro Generale quando smetterà. A Del Piero ho due sole cose da dire, la prima è la più importante : Io non ti ho tradito. La seconda vorrei che tu la prendessi come la mia carezza sul tuo viso.  Spesso inzio i miei articoli con una canzone, per te Alex chiudo anche con una canzone, non l’ho mai fatto.  Si tratta di Hey Jude la canzone che Paul Mc Cartney scrisse per la pena che provava a vedere il piccolo Julian Lennon, abbandonato da suo padre John. Questa canzone fa:

Hey Jude don’t make it bad, take a sad song and make it better. Remeber, to let her into your heart, then you can start to make it better…… And anytime you feel the pain hey Jude refrain, don’t carry the world upon your shoulders for well you know that it’s a fool.

Hey Jude non essere triste,  prendi una canzone triste e rendila migliore.  Ricorda di lasciarla entrare nel tuo cuore, così potrai  iniziare a renderla migliore…. E ogni volta che senti dolore hey Jude, trattieniti.  Non portare il peso del mondo sulle tue spalle, perchè lo sai bene che questo è folle. (The Beatels).

Alessandro Magno

Juventus – Atalanta 3-1 Sintesi

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DI PIU’, NIENTE

13 Maggio 2012

Più di 8 scudetti.
Più di una promozione dalla serie B
Più di una Coppa Italia (e speriamo due)
Più di 4 supercoppe italiane
Più di una Champions League
Più di una Supercoppa europea
Più di una Coppa Intercontinentale
Più del gol alla Fiorentina
Più di un gol alla Del Piero
Più del gol a Tokyo
Più delle mie lacrime
Più del gol a  Bari
Più di un gol al volo di tacco nel derby
Più di un gol per l’Avvocato
Più della linguaccia contro l’Inter
Più dell’assist a David
Più del gol numero 187
Più del gol alla Germania
Più di Berlino
Più del gol al Frosinone
Più del titolo di capocannoniere in B
Più del titolo di capocannoniere in A
Più della standing ovation al Bernabeu
Più di 704 partite con la stessa maglia
Più di 289 gol
Più di una punizione che vuol dire Scudetto
Più del gol all’Atalanta
Più di ogni record
Più della maglia numero 10 con il nome Del Piero
Più della fascia di capitano
Più di tutto…
C’è quello che mi avete regalato in questi 19 anni.
Sono felice che abbiate sorriso, esultato, pianto, cantato, urlato per me e con me.
Per me nessun colore avrà tinte più forti del bianco e nero.
Avete realizzato il mio sogno. Più di ogni altra cosa, oggi riesco soltanto a dirvi: GRAZIE.
Sempre al vostro fianco
Alessandro Del Piero
da www.alessandrodelpiero.com

Solo lui può.

Articolo datato 12 maggio 2011 riguardante l’ultimo rinnovo contrattuale fatto all’epoca da Del Piero con la Juventus. Ritorna d’attualità e mi piace riproporvelo proprio in vista dell’addio del Capitano…  

Ma che, stiamo scherzando? Su questa perplessità ci torniamo dopo, con calma. Ora non c’e tempo e non è il momento, c’è altro da dire. Che Del Piero ha firmato. Eh sì. Qualcosa la dobbiamo pur scrivere, no? Osama, William e Kate. Berlusconi sia in campo (quello della politica) che fuori (quello del calcio), Mourinho, il Barca. Tutti temi di tutto rispetto, trattabili, ci mancherebbe, ma si scrive troppo e si pensa troppo poco alle parole da buttare sul foglio. Spesso ci si trova costretti a parlare di temi che ci vengono ossessivamente proposti senza criterio, a ruota libera, in ogni modo, in ogni luogo, in ogni tipo di salsa.

E invece io vi metto di fronte ad una bella storia d’amore, leale e duratura, che ha bisogno di essere monitorata ogni tot. di anni per andare avanti anche se i coniugi salterebbero volentieri questo passaggio noioso e asettico. Il bello è che siete liberi di leggermi, non vi costringe nessuno perché tanto il loro matrimonio va avanti anche senza le luci e gli occhi dei riflettori. Cominciamo dalla fine, col dire che ha messo la firma per compiere la maggiore età con la Juve, pianeta d’appartenenza,  come se fosse una seconda vita parallela perchè la prima la sta vivendo qui con noi e come noi, sul pianeta Terra. Una storia, quella con la Juve, ancora tutta da vivere se si pensa che gli anni compiuti sono appena appena diciotto, omettendo che, eppure, la vita del calciatore è relativamente breve e la maggiore età, con una stessa casacca, non la raggiunge quasi nessuno. Alex è già il top. Molti preferiscono cambiare aria e mondo, stupidi che hanno bisogno di girovagare per trovare stimoli e ne approfittano perché hanno la possibilità di farlo, come se la fortuna di giocare per un grande club non sia già un grande stimolo da mantenere sempre vivo come l’impegno costante nei confronti di quei tifosi che, ogni anno e in ogni partita e in ogni occasione, sono sempre lì ad incitare la squadra e il beniamino che, in qualche modo, rispecchia se stessi e a fare in modo che, almeno la loro componente, faccia bene il proprio dovere. Perché quello del tifoso, poi, diventa uno ‘spensierato’ dovere.

Chissà cosa passa per la testa di quel marziano di Del Piero che decide di legarsi alla Juve dagli albori di una carriera fatta di record, fame e soddisfazioni, sino all’epilogo della stessa, più bello del principio. Una noia mortale, una monotonia da manicomio: ogni giorno, sempre la solita solfa. Eppure è proprio la monotonia che ha migliorato Del Piero come uomo e lo ha fatto apprezzare a noi come bandiera: il fatto di essersi legato alla Juve con un legame inscindibile, fatto di alti e bassi, di periodi bui e di altri felici, di problemi, vicissitudini, gioie, dolori, soddisfazioni tutte da vivere con i ‘soliti’ 14 milioni di tifosi e più o meno le stesse facce che si sono alternate in 18 anni di storia juventina, in squadra e in dirigenza. Ne ha vissute tante, Del Piero, ha fatto con noi anche la serie B, anno nel quale avrebbe potuto benissimo pensare di andare altrove non per mancanza di stimoli ma per necessità di VINCERE. E invece, la sua vittoria è stata continuare a rendere felici i suoi tifosi, alimentando dentro di sé un altro stimolo che solo 4 suoi compagni di squadra che lo hanno seguito hanno compreso: tornare a vincere con la maglia che lo ha portato sul tetto del mondo, ripartendo dal Purgatorio della Serie B anche se si può parlare d’Inferno visti i punti di penalizzazione e la cessione dei pezzi pregiati della squadra.

Soltanto chi non ha paura di cadere nella banalità e nell’indifferenza della monotonia, nell’apatia o nella stanchezza della routine e sa andare avanti giocando sempre per la stessa maglia può dirsi un uomo completo, un atleta costante, un campione apprezzato.

Il rinnovo di Del Piero alla fine è una cosa normale, tanto scontata quanto necessaria. Ogni anno si parla troppo di questa faccenda che non ha nè capo nè coda, a dirla tutta; anche chi si è sempre mostrato ostile nei confronti del rinnovo di Del Piero oggi direbbe che è stata la scelta giusta non perchè la Juve ha bisogno ancora di Del Piero in campo (questi sono pareri, relativi, sui quali si può discutere per ore) ma perchè vedere la Juve senza Del Piero non è la stessa cosa. Ormai è abitudine vedere Pinturicchio nella Juve e nessuno immaginerebbe il nuovo stadio senza almeno un gol di Alex . La verità è che nessuno ha mai pensato veramente ad una Juve senza Alex e ad un suo addio imminente. Quindi di cosa stiamo parlando? Ma che, stiamo scherzando? I numeri, ovvero 674 presenze e 283 reti senza mai stancarsi, parlano da soli.

In questa vicenda, l’altro coniuge si chiama Andrea Agnelli perché i matrimoni si fanno in due. Stefano Del Piero al massimo ha fatto da maggiordomo. Non sapremo mai se Andrea Agnelli si sia realmente alterato alla notizia che Del Piero, qualche mese fa, aveva dichiarato di esser disposto a firmare anche in bianco, azione colta dai più maliziosi come una mossa strategica da parte del Capitano che ha esposto il presidente a serie figure barbine in caso di non rinnovo e costringendolo, in un certo senso, a firmare l’ultimo contratto mantenendo  termini economici comunque decenti. E invece il misero milione e mezzo (dipende dai punti di vista, ma se lo paragonassimo con i campioni o le bandiere di suo pari livello, invece che con giocatori di serie C…) che Alex percepirà da qui sino alla fine del prossimo anno dimostra il contrario: dimostra che la volontà di fare un altro anno c’era, da ambo le parti; dimostra che il sacrifico del capitano è un vantaggio per la Juve che potrà approfittare (sì, approfittare!) ancora del suo contributo in campo, dimostra che le TV hanno parlato, ancora una volta, tanto…

Il senso d’appartenenza, forse, è ancora di casa. Appartiene ad entrambi ma ad Alex appartiene di diritto. È il migliore. ANCORA LUI. Questione di routine e d’abitudine.

eldavidinho

Juventus-Atalanta 13 -05-2012 Juventus stadium ore 15,00

Possiamo definire l’ultimo scontro come una piccola formalità, una prosecuzione dei festeggiamenti iniziati domenica scorsa sera, la maggior parte di noi, non ci crede ancora, sembra un sogno senza fine. Questa volta non morirà all’alba. L’Atalanta è salva ma in piena bufera mediatica, immagino una partita calma, all’insegna del divertimento, senza esagerazioni,  evitando situazioni in cui i nostri giocatori possano farsi male, in vista dei campionati europei.

Il pubblico resterà in trepidante attesa della festa finale bianconera, qualunque sarà il risultato, per questa domenica,  il tutto esaurito.

domenica  sarà l’ultima giornata, e un po’ ci dispiace che dovremmo attendere tanto tempo per seguire la nostra squadra, ma nell’attesa ci faranno compagnia il campionato europeo.

Appuntamento il 13 di maggio, chi è fortunato ad essere allo stadium si diverta, noi assisteremo da casa e ci divertiremo insieme a voi.

Buona fine di campionato a tutti!

Luna23

 

Tutto torna.

Per un preciso segno del destino, a Trieste è finita come l’ultima volta a Bari, 0-2 in campo neutro la domenica pomeriggio del Maggio 2005-2006. Un romantico e sentito quanto voluto ritorno al passato si è avverato dando la sensazione che questo scudetto sia simile, almeno nelle coincidenze, a quello ingiustamente derubatoci. La partita col Cagliari è stata rognosa e maschia proprio come Ficcadenti, allenatore degli isolani ed ex Toro, aveva voluto che fosse interpretata dai suoi. E come accaduto in ogni partita della stagione, questi ragazzi hanno giocato con grande maturità, sacrificio e lucidità, senza mai perdere la bussola, affrontando di volta in volta l’avversario di turno. Neanche per il Cagliari c’è stato nulla da fare. Alla fine, ha vinto veramente il migliore. Abbiamo vinto noi, contro i pronostici(che ci vedevano sfavoriti ad inizio stagione) ma ci siamo dimostrati sul campo superiori a tutti, diventando veramente gli unici a poter perdere questo scudetto e non il contrario. E la gioia che sprizza da tutti i pori è qualcosa d’indescrivibile, d’impossibile da raccontare. Mai ho corso con così tanta facilità e felicità sino a spomparmi del tutto nel tentativo di raggiungere il centro del paese per i legittimi festeggiamenti. Una corsa solitaria e liberatoria, ricca di orgoglio e soddisfazione. Migliaia di tifosi juventini riversati in piazza a festeggiare, mamma mia da quanto tempo che non si vedevano e non si sentivano cantare! Un ritorno alla normalità dal sapore dolce e dalla prelibatezza unica, contorno d’antico e pensiero rivolto al 2006, a quel filo spezzatosi ed ora ricucitosi grazie ad un condottiero degno di quel Napoleone Bonaparte che conquistò e cambiò l’assetto dell’Europa grazie al genio militare di cui era in possesso. Conte ha cambiato la squadra col proprio genio tattico ed il suo carisma, con la bravura nel trasmettere al gruppo la voglia di vincere e la voglia di rivalsa. È stato lo scudetto di Calciopoli, tanto per intenderci, ed uno dei più belli per il modo in cui l’abbiamo conquistato: con zero sconfitte, da imbattuti, dopo quello scandalo. Questa volta veramente non può togliercelo nessuno e anzi, abbiamo il diritto di rivendicare la terza stella, questione che si protrarrà per tutta l’estate. Perché anche la Procura di Napoli ha detto che il campionato 2004-05 non è stato alterato e quello successivo non è stato investigato, come enunciato a più riprese dal presidente Agnelli. A decidere è stato un tribunale dello Stato, smentendo la giustizia sportiva che s’era tirata indietro al momento della richiesta di revisione del processo. Amen. Dov’è la scorrettezza per la quale la terza stella non si possa portare, dal prossimo anno, fiera e splendente sulla maglia addobbata anche del tricolore? In ogni caso, la Nike sta pensando ad un escamotage stilistico che prevede la terza stella sotto lo stemma, unita da corone di alloro con le altre due sopra lo stemma. Agnelli ha promesso sorprese, noi tifosi crediamo di meritare senza alcun se o alcun ma la terza stella. Abete spero che pur di non indispettire la folta colonia di juventini che parteciperà all’ Europeo, alla fine accetti la nostra proposta, capisca il motivo della nostra diatriba e il verdetto del campo, non quello dei tribunali. Anche perché quello dei tribunali, soprattutto quello sportivo, è molto contraddittorio e poco veritiero. Noi tifosi juventini abbiamo fatto il massimo fuori dal campo per tutelare la squadra in ogni dove, dentro al campo per sostenerla e incitarla a vincere e a portare a casa, con grande forza d’animo e spirito vincente, uno degli scudetti più sentiti, forti e meritati della storia. Proprio tornando alle emozioni, mai come in questi giorni credo sia lecito pensare che dopo la tempesta arrivi sempre il sereno: la sensazione è che tutto sia tornato come prima: Juve campione, squadra forte, allenatore vincente, precisa identità di gioco, stadio nuovo e gremito ad ogni partita stagionale, tifosi in delirio e assolutamente soddisfatti(non può essere altrimenti), bilancio economico in rialzo dopo esser tornati campioni d’Italia, campagna acquisti(l’ultima) felice: non tutto è oro quel che luccica tra le cose che ho elencato, naturalmente, ma le vittorie hanno spazzato via anche quei dubbi sorti come d’abitudine negli ultimi anni. Non che non si possano ripresentare il prossimo anno, per carità, l’anno della riconferma che dobbiamo già sapere essere più difficile di questo, vinto sulle ali della gioia, della consapevolezza nei propri mezzi acquisita strada facendo, della rivalsa, della volontà di. E poi, la prima sconfitta arriverà di sicuro… Questa è la Juve che unisce i tifosi. Quella che vince. Quella che emoziona. Quella che fa urlare. Quella che mette tutti d’accordo. Quella che amiamo. Quella che aspettavamo ormai da troppo tempo e che ora è tornata. Increduli sino a qualche minuto prima del fischio finale del sogno che si stava realmente materializzando, ancora non del tutto coscienti dell’impresa, stoica, che abbiamo realizzato. Forse, a vedere i nostri giocatori, dai video divulgati sulla rete, di ritorno da Trieste, possiamo renderci conto di come siano più consapevoli loro, che noi, di cosa è stato fatto. Quella sensazione di vederli così piccoli lo scorso anno, settimi e spaesati, inesperti e ancora poco cinici, ma così grandi e sicuri ora, dopo dieci mesi di crescita lenta, difficile ma continua. Dal ritiro di Bardonecchia sino ad oggi. Perché questo sono ora i nostri giocatori: CAMPIONI, tutti, che il prossimo anno dovranno difendere il campionato e confermarsi in Europa. Gente che non aveva vinto mai nulla prima d’ora si ritrova a dover difender qualcosa conquistato con le unghie e con i denti.  Se contro il Palermo, al Barbera, c’è stata la svolta scudetto sentita addosso da tutti, a partire dai calciatori; a Cesena, col gol di Borriello, abbiamo veramente cominciato a credere in un sogno che stava diventando realtà. L’avvicinamento alla tappa decisiva, tanto vicina quanto lontana dopo il disgraziato pareggio col Lecce, è stato caratterizzato da un susseguirsi di emozioni che hanno attraversato la schiena con dei brividi e la mente con dei ricordi. Buffon, provato dall’errore col Lecce, si è unito al coro con Del Piero e Cheillini che ha dedicato lo scudetto a chi è salito dall’Inferno della B al Paradiso della vittoria-Scudetto. E non importa che il Milan abbia tentato nuovamente di vincere il derby con la tattica che meglio gli riesce: quella dell’imbroglio, prima col tuffo di Boateng e poi col replay del gol di Muntari, questa volta però a parti invertite con Cambiasso a fare da doppiatore. E non importa neanche che Allegri abbia dato la colpa della loro debacle agli infortuni, alle assenze, al sistema, al fatto che loro avessero l Champions e noi no. Può anche avere ragione, visto che i numeri sia del Milan che di Zlatan, nonostante siano migliorati rispetto alla scorsa stagione, non hanno fruttato alcun trofeo e alcun trionfo. Paradossalmente dico. Ma hanno preso il sopravvento e prevalso i motivi morali di questa Juve, affamata-unita-coesa-caparbia-grintosa-mai arrendevole-lucida-orgogliosa-vincente-intelligente-matura-cinica-straordinaria-stoica-strabiliante. Festeggiamo un altro giorno di Maggio in sequenza: dopo il 5, il 6. È il destino della Juve italiana che dà tutti i suoi giocatori italiani(quasi un’intera rosa) alla nazionale italiana: festeggiare per la trentesima volta nel mese di Maggio. Buffon che ringrazia Pepe d’averlo aiutato a capire cosa significa vincere è un’altra bella immagine che racconta cosa sia successo quest’anno. Uno scudetto che è di tutte le generazioni juventine, dai più anziani ai più giovani. Perché la Juve è di tutti e unisce tutti, grandi e piccoli, in un’unica famiglia che ha un proprio linguaggio con cui esprimersi; quello del bianconero nel cuore. Scudetto vinto con lavoro, col sudore e con la fatica. E ogni volta che ripenso a questo scudetto, la lacrima cade. Il cuore comincia a battere forte. La mente torna ai momenti chiave della stagione, una musica di sottofondo parte da sola. Troppo bello per il modo in cui è arrivato. Inaspettato ma meritato. Sì, abbiamo vinto noi.

Eldavidinho

Cagliari – Juventus 0-2 Sintesi

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Lo scudetto del popolo bianconero

Simili a degli eroi abbiamo il cuore a strisce, portaci dove vuoi verso le tue conquiste. Ogni pagina nuova sai sarà la storia di tutti noi. Solo chi corre può fare di te la squadra che sei. Juve storia di un grande amore… (Paolo Belli)

Mercoledì dopo Juventus – Lecce io come molti di voi ho perso il sonno. E’ stata un nottata di ansia e di tensione, paura che quel sogno così a portata di mano fino ad allora, svanisse all’improvviso. La paura assurda che una sciocchezza fatta dal nostro mitico portierone Gigi Buffon comprometesse un cammino fino a li, strepitoso. Passare dal gol di Muntari… al gol di Buffon. Quanti fantasmi, quanti pensieri, farsopoli, la serie B, i settimi posti. Mia moglie mi ha persino dato dell’imbecille che con tanti problemi che abbiamo perdo il sonno per la Juve. Gli ho spiegato come al cuore non si comanda, che la ragione può prendere il sopravvento quando sei in pubblico, quando scrivi , quando c’è la luce. Ma nel buio della notte, soli con noi stessi come fai? A te stesso non puoi mentire. Povero Buffon chissà come ha passato quella notte! I giorni appresso ho cercato di far prevalere la ragione, dispensare ottimismo. Parlando con mio fratello gli ho detto : ”Dai che magari Domenica festeggiamo in centro, hai visto mai che l’Inter ci fa mezzo regalo (pensavo a un pari), in fondo è sempre un derby”. Ci ho preso, menomale, ma la paura prima era lo stesso tanta.

Dico questo e lo racconto, perchè immagino come sia successo a molti di noi, Conte lo ha detto per se stesso e i suoi giocatori. Sembra che tutte le ansie , le frustrazioni, le lacrime di 6 anni di sopprusi e di torti , si siano condensati in questi ultimi giorni che andavano dalla partita giocata contro il Lecce a quella contro il Cagliari, a partire da quella notte. Deve esser stato dura anche per gli altri calciatori, che tutta questa tensione l’han certo sentita sulla loro pelle, scendere in campo a Trieste. Forse per questo la partita contro il Cagliari non è stata giocata troppo bene, c’è stato un poco di ”braccino”. Si pensava più al risultato di Milano che noi a fare il secondo gol. Menomale che è andata cosi la fortuna toglie, la fortuna da. Un autorete ( quest’anno non me ne ricordo tanti a favore) ci ha dato il gol della sicurezza. Gli ultimi minuti son stati un parto. Seduti e in piedi , seduti e in piedi. A pregare Dio di farle rimanere così. Le notizie poi arrivate dal derby ci hanno detto a 2-3 minuti dalla fine che finalmente era vero e il sogno si era realizzato. I risultati non potevano più cambiare in maniera decisiva. Vedere anche Conte sorridente e libero, ci ha sbloccato tutti. Ringrazio Dio per averci dato Antonio Conte, un predestinato, Campione al primo tentativo. Al fischio finale ero commosso, gli occhi lucidi, ho chiesto ai miei ragazzi se se la sentivano di andare in centro e hanno subito risposto presente.

Ci siamo messi le maglie bianconere, io di Nedved (di Del Piero ho quella tutta nera), loro di Pirlo. Abbiamo preso due bandiere e siamo partiti strombazzando verso il centro. Molte macchine per strade, molti tifosi ai bordi dei marciapeidi ad incitarci al passaggio. Vittorio, il mio piccolo, mi chiede se domani si va a scuola, ”domani non si va” faccio io, ”è festa la Juve ha vinto lo scudetto”. Federico mi dice che sono un grande. Sono contenti, ridono e cantano. Se ne ricorderanno fra 20 anni di questa serata, di quando il papà li ha portati in centro a festeggiare lo scudetto e il giorno dopo hanno fatto festa da scuola. Io ricodo ancora quando mio papà portava me e mio fratello in tram a vedere il derby di Torino. A un certo punto in via Po non si va più avanti, giro trovo un parcheggio e proseguiamo a piedi. Si arriva in piazza San Carlo sotto il cavallo di bronzo, ci incontriamo con degli amici. Sono abbracci, baci, è una liberazione per tutti, si canta e si salta c’è tutto il popolo Juventino. Ancora trombe, bandiere, cori, sudore, imprecazioni, alcool, bombe carta e fuochi d’artificio, c’è tutto. C’è un frastuono assordante ininterrotto che non si riesce a parlare a un metro l’uno dall’altro. Bisogna urlare o meglio parlarsi nelle orecchie. I miei figli non se li ricordavano i festeggiamenti per lo scudetto del 2005 (nel 2006 non ce ne furono), erano piccoli, per loro è la prima volta. Mi chiedono se è sempre cosi, se la piazza è sempre così piena. Gli dico che la piazza è sempre così ad ogni campionato vinto ma il rumore questa volta è davvero qualcosa di indescrivibile. Non so se sono io che ricordo male ma davvero un casino come questo è la prima volta che lo sento. Siamo li ragazzi giovani, bambini, anziani, signore tutti vestiti di Bianconero. La piazza e strapiena e anche via Roma e via Po. Tantissime bandiere. Veramente tante. Cori per tutti, dal nostro mister al nostro capitano Alex Del Piero. Questo è lo scudetto di tutti, lo scudetto del popolo Bianconero. Bene ha fatto Chiellini a dedicarlo ad Alex e Gigi due immensi uomini prima che due grandi giocatori, bene ha fatto Gigi a dedicarlo a Trezeguet e Camoranesi e Del Piero a farlo per tutti quelli che son stati in B con noi. Noi c’eravamo, io c’ero. Ho visto allo stadio con i miei ragazzi 8 partite di B quell’anno.

Mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse ricordato Ale e Ricky le due giovani promesse venute a mancare a Vinovo anche loro in quel dannato 2006, ma son sicuro che è stata una dimenticanza e non una mancanza. Allora lo faccio io, questo scudetto lo dedico a loro e a tutti i ragazzi che sognano di diventare dei calciatori e giocare per la Juve. Tutti quei ragazzi come i miei figli che si vestono di bianconero per andare a festeggiare in centro con il loro papà. Questo scudetto è il trentesimo vinto sul campo e non ci frega nulla dei conti fatti in tribunale da altri. Questo per noi e tornare a ricominciare proprio li dove eravamo rimasti. Questo scudetto è un apostrofo bianconero fra le parole ”Crepate tutti antijuventini di m.”, volevate distruggerci e non ci siete riusciti. Siamo qui, siamo tanti e ora siamo più forti che mai.

Alessandro Magno

E TRIESTE GRIDO’ …. JUVENTUS!

Juventus! Campione d’Italia 2011-12

Ebbene sì, non è un sogno ..ce l’abbiamo fatta! abbiamo vinto lo scudetto, il nostro 30mo .. perchè per noi sono trenta e lo saranno sempre, ma ci occuperemo della fine del campionato in seguito.

Parliamo piuttosto della partita contro il Cagliari giocata in campo neutro a Trieste, assediata da tifosi bianconeri, è stata per questa sera testimone di un grande evento: il ritorno a casa nostra dello scudetto 2011-12. Il Cagliari come volevasi dimostrare ha giocato la partita della vita, e non si è arreso mai. Il primo gol è arrivato da Vucinic, probabilmente in fuori gioco, ma assegnato ugualmente senza polemiche, accaduto  praticamente subito, ad inizio partita, dopo, è stato un andiriivieni di azioni, palle gol, e tentativi vari di raddoppio. Nel frattempo si era attenti a cosa succedeva a Milano, se l’Inter avesse vinto o pareggiato noi saremmo diventati campioni.

La tensione era altissima, e nonostante il secondo gol non arrivasse, la Juventus non voleva sbagliare, e comunque fosse andata tra Milan e Inter, non poteva essere che vittoria. Intanto un brutto colpo stende Lichtsteiner, scontrandosi con un collega, rimane a terra semi svenuto, coscente sarà trasportato all’ospedale per accertamenti. Entra Caceres al posto suo e si riprende, ma temiamo per Stephan, sebbene la notizia che sta bene ci rincuorerà tutti continuando a seguire il campo  di gioco.

Si proseguirà con la Juventus che fa pressing senza sosta, il Cagliari, annaspa ma non molla e si difende intercettando quasi tutte le azioni, ma alla fine, al 73mo quando ci si rassegnava al risultato dell’1 a 0, il Cagliari ci regala il secondo gol,  con un autogol del difensore Canini, e da quel momento è stato un tripudio di gioia, Conte ci ha finalmente regalato un sorriso .. in contemoporanea l’Inter conduceva per 4-2 ..era fatta ..al 90mo, l’invasione di campo, gli abbracci, le urla, i baci… la felicità che gridava “JUVENTUS SEI GRANDE”

Complimenti ragazzi ce l’avete fatta, contro tutti i pronostici, contro l’ordine precostituito, contro gli arbitri. Complimenti  ad Antonio Conte, al Presidente Andrea Agnelli, e ai grandi “vecchi”, Andrea Pirlo per quello che ha fatto nel primo anno di arrivo in JUVentus, a Gian Luigi Buffon e al nostro caro Capitano Alessandro Del Piero, che grazie a quel gol che ci ha permesso di battere la Lazio ha contribuito a questo risultato!

E ora … Festaggiamenti per un mese intero!

Luna23

 

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