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Juventus – Lazio 2-1 . Sintesi.

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E sono 10: stella d’argento

Juventus's players celebrate with the trophy after winning the Italy Cup final soccer match against SS Lazio at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 20 May 2015. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

 

 

Articolo di Alessandro Magno

 

Finalmente la “Decima” è arrivata. Primi come è giusto, come dice la storia. In questo anno così intenso e cosi straordinario, chi l’avrebbe mai pronosticato prima. La Juventus è forte, la Juve è tosta, è squadra. Pur non giocando bene pur soffrendo la Lazio per lunghi tratti la Juve è riuscita a vincere la coppa. Potremmo dire con la forza della determinazione. La Lazio ha onorato l’impegno e a momenti riusciva nello sgambetto con quel doppio palo. In realtà non hanno tirato moltissimo ma il pressing, soprattutto nel primo tempo è stato asfissiante.

La Juve ha saputo aspettare che la Lazio calasse con un Pogba al limite dell’irritante e un Pirlo a corrente alternata. Sono mancati molto la vivacità di Morata e il dinamismo di Marchisio. Per fortuna i “taglialegna” Vidal, Evra, Lichtsteiner e soprattutto Chiellini, non si sono risparmiati. Da rivedere un gol di Matri che mi pare buono e che la regia si guarda bene dal riproporre. Una telecronaca abbastanza laziale in cui i biancocelesti non fanno mai fallo, un arbitraggio a dare cartellini alla ‘ndo pijo pijo. Pensavo di non soffrire tanto, infondo era solo una Coppa Italia. Invece alla fine ero in apnea.

Grande merito ad Allegri nell’aver azzeccato tutto: mosse e contromosse. Gli ingressi di Matri e soprattutto Pereyra, nel finale, hanno spostato enormemente il baricentro della vittoria dalla nostra parte. Un grande applauso a questo mister che con l’umiltà giusta ha spostato l’asticella di questa squadra veramente in alto. Prego per la notte di Berlino pur sapendo che sarà un’impresa al limite delle nostre possibilità, tuttavia nessuno potrà mai dire che questo non sia stato un anno assolutamente straordinario.

 

 

Ammazza che ripassata.

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Articolo di Alessandro Magno

 

E rimontona fu. Una grande Juve bis ha avuto la meglio sulla Fiorentina titolare. Da non credersi. Non solo si è vinto in casa loro che è sempre dura ma addirittura si è stravinto. Alla fine se si contano gli interventi di Neto il risultato è finanche stretto. Praticamente non c’è stata mai partita, loro con i soli Neto e Salah all’altezza della situazione, una difesa sempre in balia dei nostri attacchi, un Gomez fantasma e spettatore non pagante. I nostri super concentrati, con una ferocia e una voglia di vincere addirittura imprevedibile. E dire che dopo la defezione di Tevez, che sapeva tanto di infortunio-politico per risparmiarlo per la Champions, abbiamo pensato in tanti che si andava a Firenze in gita. Invece i sostituti si sono rivelati non solo all’altezza ma con una voglia di vincere pari o superiore ai titolari. E’ stato così per il sempre troppo bistrattato Matri autore di una prova superlativa e così anche per Padoin in versione Cabrini e Storari sempre attento.

Mancava mezza squadra come detto: Tevez, Pogba, Lichtesteiner, Pirlo , Asmoah, Caceres, Barzagli, insomma non proprio una botta di vita. La differenza non si è vista. Prima Matri apriva le danze poi un Pereyra come non s’era mai visto quest’anno portava al bis, infine un sempre grintoso Bonucci chiudeva la pratica. Ho un amico carissimo viola che dopo la partita mi ha mandato un sms di congratulazioni scrivendo che siamo una grande squadra. Questo dovrebbe essere lo sport. Le lamentele di Montella per il gol annullato a Salah sanno tanto di rosicamento. Il gol era irregolare. Piuttosto ci sarebbe da discutere sull’espulsione di Morata invece che non mi pare proprio un fallo da rosso ma piuttosto una sceneggiata di Diamanti. Morata uscirà dal campo applaudendo il pubblico che lo fischia. Grande Alvaro qualcuno ci ha visto della provocazione in questo gesto ma si sa agli antijuventini brucia sempre il culo. Qualcuno è uscito dal campo in altre occasioni, facendo il dito medio o altri gestacci e poi li si è andati anche a difendere in sede di squalifica. Fegati marci. Giornaletti sportivi di quart’ordine.

La curva dei tifosi viola invece si è distinta come suo solito per cori offensivi nei confronti di Scirea , di Pessotto e dei caduti dell’Heysel. Non è una novità capita sempre in questo stadio. La novità piuttosto è che pare che i suddetti cori non siano stati ripresi da tutto lo stadio e questo a differenza di altre volte pare una buona cosa. Ora speriamo che anche la curva Fiesole come la curva della Roma per lo striscione contro Ciro Esposito, venga chiusa per lo meno per un turno. Non che questo risolve, ma una punizione direi che è sacrosanta. Intanto la punizione senza attenuanti è arrivata dalla Juventus. Non ci credevano i viola. Erano convinti che non potessimo ribaltare il risultato. E d’altonde non era facile da prevedere. Proveremo a vincere la finale anche senza Morata e Marchisio squalificati. Intanto tre schiaffoni e tutti a casa alè.

Fiorentina – Juventus 0-3. Sintesi.

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Di Enzo Ricchiuti

 

Udinese Juventus un punto guadagnato o due punti persi?

Un punto guadagnato. E’ evidente. Ma sembra difficile dirlo.

Il mercato della Juve: Giovinco, Sturaro, De Ceglie , Matri?

Sturaro sembra un buon prospetto, poi è da vedere perché non ha molte possibilità di giocare. Matri ha fatto 7 goal, non è un ex calciatore come altri. Farà un po’ di Coppa Italia e qualche secondo tempo in casa. De Ceglie dei tre è quello che può giocare di più perché non ha molta concorrenza davanti. Giovinco non era utile, siamo pieni di seconde punte.

La stretta di mano Moratti Moggi?

Magari l’avessero fatto prima.

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Juventus Galatasaray

Ha ragione Moggi. Se non gira Arturo è dura. Possiamo anche giocare male, non è un peccato mortale. Anzi di solito le squadre di vertice giocano malino e gestiscono benino. A patto però non si facciano regali. E noi ai turchi di gran lunga inferiori a noi ne abbiamo fatta tanta, di beneficenza.

Il turno delle italiane in coppa perchè?

Perché forse entriamo in forma nei gironi di ritorno. Forse programmiamo di essere pronti nel momento che conta. Forse è così. Poi comunque ci sono squadre come l’Arsenal o il Bayern in cui se non giochi al massimo e non hai qualche aiutino arbitrale non gliela fai mai.

Juve Milan se segna matri esulta se segna pirlo esulta …

E’ un gioco delle parti. Il giocatore esulta perché significa più successo personale, più soldi, più stampa, più figa. Quella sera il pres gli darà un aumento con un sms, la sua ragazza gliela darà meglio. Il tifoso no, non esulta ma alla fine ci passerebbe anche sopra se le tv non inquadrassero l’esultanza del suo ex calciatore.  Il tifoso che ha perso passerà la serata su twitter a fanculizzare il traditore, quello che ha vinto accetterà sportivamente la mancanza di ipocrisia del suo ex a patto che abbia segnato ma anche perduto. Comunque Pirlo esultare non ce lo vedo e l’esultanza di Matri m’è sempre sembrata da dementi.

I conti in tasca

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Scritto da Cinzia Fresia

Non è passato inosservato lo sfogo pre Juventus-Lazio, sappiamo quanto i giornalisti siano dei “monelloni” ed amino mettere il dito nella “piaga”. Ci riferiamo alla partenza di Giaccherini e Matri. Il nostro allenatore Conte, tormentato dalle solite domande, si mette stranamente a disposizione della carta stampata, ammettendo che la cessione dei due giocatori è stata effettuata più o meno contro la sua volontà.

Strano! Davvero strano, che un uomo aziendale come lui si sia schierato un po’ contro il suo datore di lavoro, non parliamo di Andrea Agnelli, ma del DS Marotta, il quale ha affermato che attualmente la situazione economica della Juventus non permette di essere in troppi, “uno entra un altro esce”. Numeri … le cifre non tornano e per far si che i conti siano a posto, dobbiamo sacrificarci e rinunciare. Ma perchè Giaccherini? Perchè Matri? Con tutti quelli che abbiamo da dare via,  se ne vanno proprio gli elementi  con i migliori presupposti? Non dimentichiamo che quest’anno Conte stesso si schierò con il giocatore Toscano dicendo che non sarebbe stato in discussione, almeno fino alla sua permanenza in Juve. E invece no, i due beniamini del pubblico Juventino, gli unici che avremmo voluto stessero qui se ne sono andati. E Conte ci rimase male tanto da esprimerlo davanti ad alla conferenza stampa, pre Juventus-Lazio, con un velo di tristezza e forse rammarico, per aver perso uno dei suoi uomini, a ragione, preferiti.

Numeri … il Ds Marotta con il suo modo di fare pragmatico si giustificò dicendo che erano gli unici due richiesti sul mercato, volevano Giaccherini (e teh credo!) volevano anche Matri, indovinate chi? Il Milan .. Ecco che mi torna in mente un’immagine, vi ricorderete il trofeo Tim? Dove il “debuttante” Sassuolo ha vinto ..(Boh!) vi ricordate, quanto si divertivano Marotta e Galliani, ma che risate quella sera .. beh, è consolante come le cose si aggiustino in fretta, il famoso gol di Muntari è ormai acqua passata, non abbiamo dimenticato noi tifosi l’apostrofo non certo rosa del giornalista di mediaset Pellegatti ad Antonio Conte,   ma oggi è tutto dimenticato in una bella risata con pacca sulla spalla! E già .. avrei preferito non ridere e tenermi Giaccherini.

Comunque .. E’ così.

La Juve indebolita e il Milan rinforzato: sembra il titolo di un romanzo di Italo Calvino, è in realtà il tormentone che Conte ha messo in giro, dicendo che non è così che si fa! E soprattutto offrire all’acerrimo nemico un  giocatore importante  è davvero un fatto scellerato. Ha lasciato a bocca aperta un po’ tutti lo sfogo-lamentazione di Conte, che ha  direttamente puntato  il dito nei confronti dei datori di lavoro, potrebbe  essere stata  una tattica, una delle sue solite “zampate” proprio per allontanare “i ficcanaso” e allentare la tensione sulla squadra, un po’ alla “Mourinho”, che insultava “per finta” il nostro ex buon Ranieri, giornalisti ecc. ecc. possiamo solo immaginare.

No money ..no party: il fatto è che di soldi in eccedenza non ce ne sono, e i rapporti personali con i dipendenti vengono messi da parte, una volta, un Giaccherini o un Matri, non sarebbe andato via dalla Juve, nè l’avvocato, meno che meno il dottore avrebbero allontanato due persone così utili e diciamocelo a posto come loro, ma oggi comandano le cifre, in tutti gli ambienti di  lavoro  o campi della vita, se i conti non tornano, via .. si va .. si chiude, un principio oggi valido in  Exor di questa gestione e applicabile perciò nella Juve.

Anche se l’infermeria ricomincia ad essere frequentata, per il momento reggiamo, se abbiamo cominciato duramente e si prosegue peggio, la sfida con l’Inter è alle porte ..

 

NON è UNA JUVE Più DEBOLE.

DOMANI LA PARTITA DI CONTE, IL TNAS DISCUTE IL SUO RICORSO

di Davide Peschechera

Magari Conte ci avrà giocato pure, sul significato della definizione di “indebolita”, in conferenza, perché è importante valutare in che parte e in che misura la squadra si è indebolita. Il mister ha detto che la Juve si è indebolita in questo calciomercato, quelle di Giaccherini e Matri non erano cessioni previste, non ha avvallato le cessioni dei suoi uomini di fiducia e abbiamo concesso una punta alla rivale di sempre; Che il divario con le altre squadre non è aumentato come si legge in giro ma diminuito perché le altre si sono rinforzate e hanno speso molto; Che la situazione economica che ha portato la Juventus a operare sul mercato con un budget prossimo allo zero era ben nota sin da maggio e ha dovuto subire la contingenza economica della società. Bene, se sa benissimo che gli acquisti sono stati finanziati dalle cessioni, di cosa si è lamentato? Del fatto che la Juve non abbia speso un euro sul mercato o di incomprensioni con la società dopo il colloquio di fine maggio? Differenze di vedute non risolte e Investimenti importanti disattesi? Nonostante le cessioni di giocatori panchinari, venduti per il bilancio perché ben valutati rispetto ad altri(De Ceglie, Isla, Padoin, Peluso), il gap con le altre è aumentato, non diminuito. Ha sostituito le partenze con Tevez, Llorente, Ogbonna e lo sa benissimo. Quindi? Tutta pretattica in vista della Lazio? Messa in scena, vittimismo, ha dovuto ingoiare un boccone amaro, vuole spostare il peso del pronostico sulle altre società? Non ci credo che sia insoddisfatto per la cessione del 5° attaccante(che di solito non utilizza mai) e di un centrocampista di riserva. Conte ieri ha detto delle cose sapendo che non sono vere. In ogni caso non ci si può sottrarre al ruolo di favorita mettendo le mani avanti. Il “ci siamo indeboliti” sminuisce il lavoro del mercato, non sprona gli attuali componenti della rosa(non bastava un semplice, doveroso ringraziamento ai partenti?) e mette pressione alla società per il mercato. Voleva che fossero venduti i pezzi pregiati, come ha fatto il Napoli, squadra che a suo dire si sarebbe rinforzata spendendo più della Juve? Conte dimentica di aggiungere che De Laurentiis in due stagioni ha venduto i due “tenori” incassando qualcosa come 100 milioni, prima di costruire una squadra che conta un solo vero campione, Higuaìn.

Vedere Conte piangere per Giaccherini (a cui ha concesso 900 minuti in campionato), Matri (la punta da lui meno usata in campionato e CL) e Marrone (che in due anni con Conte alla Juve  ha totalizzato 13 presenze di cui solo 9 da titolare, cioè meno minutaggio di Padoin) è onestamente ridicolo. Alla fine Galliani, con l’acquisto di Matri, ci ha pagato Tevez. L’idea di rafforzare i rivali non faceva impazzire Agnelli ma ha prevalso la volontà del giocatore che ha voluto Milano rifiutando  Napoli. Se sono vere le cifre di cui si parla, per Matri la Juventus mette a bilancio una plusvalenza di 1.850.000. L’ingaggio era di 4.400.000 lordi. Due anni e mezzo in bianconero con critiche e consensi, 81 presenze, 29 gol, 2 Scudetti, 2 Supercoppe Italiane vinte. Con l’uscita di Matri torna ad essere Marchisio il primo in classifica dei marcatori della Rosa attuale (28 in 214 partite). Due mancate cessioni su tutte, poi, vanno citate. Da segnalare il forte interessamento che c’è stato da parte del Genoa per Simone Padoin, e quello del Verona per Federico Peluso, due giocatori che Conte ha portato da Bergamo, nonché due pupilli del mister. In entrambi i casi sono state fatte proposte di prestiti onerosi con diritto di riscatto, proposte però rigettate dalla società bianconera. E’ stato inoltre registrato l’interessamento da parte dell’Atletico Madrid per Sebastian Giovinco, però non è stata formulata una proposta concreta. Conte quindi non ha varato alcuna cessione nell’ultimo giorno di mercato, neanche quelle di Padoin, Peluso e Giovinco e Marotta non gli ha acquistato ne Kolarov, ne Zuniga, ne Nainggolan, ne Biabiany, ne Gilardino(160 gol in serie A, più di Filippo Inzaghi e Gigi Riva, roba che Quagliarella neanche in due carriere di fila li fa… altro che “speriamo non mi vendano Quagliarella”). Conte ha passato gli ultimi due anni a chiedere a Marotta di vendergli Quagliarella chiaramente inadatto al suo gioco. Insomma, un mercato, quello della Juve, conclusosi senza botti. La campagna acquisti della Juventus si è dunque fermata all’11 luglio. L’ultimo, frenetico, giorno di mercato, però, non deve condizionare il giudizio sul mercato bianconero. Il giorno in cui si tirano le somme, si valutano gli acquisti e si controllano le spese non deve essere l’ultimo di mercato. Se di Tevez, Llorente e Ogbonna si è detto già tutto, autentici “colpi” appaiono le conferme di Marchisio, Vidal e Pogba e i rifiuti alle offerte milionarie, piovute da maggio in poi, per dei giocatori che completano uno dei reparti più forti d’Europa. è stato anche formalizzato l’eccellente acquisto di Berardi (scambio di comproprietà con Marrone, entrambi giocheranno a Sassuolo la prossima stagione), che insieme a Zaza e Gabbiadini rappresenta una brillante continuità nella politica di controllo dei giovani talenti. la Juve è attualmente più forte nei titolari e più vulnerabile nelle riserve. Qualitativamente sembra comunque oggettivo dire che la rosa è migliorata, a livello numerico il discorso è un po’ diverso. Quando il mister dice che la rosa si è indebolita, infatti, si riferisce proprio al fatto che perdendo Matri e Giaccherini ha perso potenziale, non al fatto che la campagna acquisti nel suo complesso ha un saldo negativo e lui lo sa benissimo. Una nota negativa infatti riguarda proprio il discorso panchina, nel senso che sono arrivati due attaccanti ed un difensore, mentre sono partiti due centrocampisti (ed una punta), e questo nel corso della stagione potrebbe creare qualche problema. La coperta pare infatti corta in mezzo e o non è arrivata inoltre la tanto desiderata pedina sulla sinistra, che mister Conte desiderava esplicitamente, anche se Asamoah fortunatamente non dovrà partire per la Coppa d’Africa. La questione, però, oltre che numerica e qualitativa, è di natura tattica: Lichtsteiner è un terzino adattato, Asamoah è un mediano, nessuno dei due pare essere di ruolo. Dal momento che con due ali d’attacco effettive è umanamente impossibile giocare per un discorso di equilibri, già in queste prime uscite, infatti, si sono viste ripartenze da 4-3-3 con uno dei due attaccanti larghissimo a sinistra e Asamoah più attento in fase di copertura rispetto allo svizzero. Un 4-3-3 asimmetrico e visibile solo nei movimenti, non nel modulo di gioco. Si punterà dunque sulla rinascita di Isla e sul ritorno di Pepe a destra. Su Peluso e De Ceglie a sinistra. Un mercato, questo, condotto con pochi soldi spesi. Un mercato intelligente e ponderato, una campagna numericamente esigua, ma assai importante sul piano della qualità.

I 22 milioni spesi per Tevez e Ogbonna dovevano necessariamente rientrare: 8 sono quelli di Giaccherini, 11 quelli di Matri, in maniera che il saldo sia quasi in pareggio. Il saldo economico di questa tornata di mercato è negativo ma bassissimo, per questo avere Tevez, Ogbonna e LLorente in entrata e Matri e Giaccherini in uscita non è qualcosa di incomprensibile ma di positivo. L’impressione è che, a livello di costi, rispetto allo scorso anno, sia cambiato molto poco. Marotta ha tenuto fede perfettamente alle indicazioni di Agnelli e Mazzia: smontare e rimontare la squadra entro certe disponibilità. Il bilancio 2012-13 della Juventus dovrebbe registrare una perdita attorno ai 17mln. ma un fatturato record di 276mln. A fronte di questi ricavi, la potenza di fuoco della Juve non è di 190-200 mln. ma di 170-180 mln. Questo significa che nelle tasche di Marotta è rimasta liquidità per un altro colpo, un colpo rimasto in canna, probabilmente l’esterno tanto cercato o la riserva a centrocampo, che arriverà, a Gennaio. Da Gilardino a Nainggolan, Marotta tornerà sicuramente a bussare alle porte di Genoa e Cagliari.

Le lamentele di Conte, dunque, appaiono più strumentali che reali e fondate, il problema non è il mercato. Il tecnico non riconosce o non vuole riconoscere l’autorità ed il ruolo di Beppe Marotta. Conte è sì un valore aggiunto per la Juventus, ma va gestito dal momento che lo stesso Agnelli, scegliendolo personalmente per il dopo Del Neri, ha “autorizzato” il mister ad abusare della non autorevolezza del dg. bianconero. Una spaccatura interna, quella tra Marotta e Conte, dovuta soprattutto a due caratteri e due personalità agli antipodi. A mediare può pensarci solo Agnelli che ha permesso che il mister scavalcasse la persona di Marotta che, con tutto il rispetto, non è sicuramente Moggi. Col suo comportamento, Conte dimostra di poter destituire la società nella persona di Beppe Marotta, cosa che alla Juve non è mai stato possibile e lui lo sa benissimo sin da quando era capitano e calciatore di quella squadra autorevole e autoritaria fuori e dentro il campo. Marotta e Paratici hanno la colpa di parlare poco l’uno e niente l’altro, di essere e mostrarsi educati, in tv e in società.

Dicevamo che la squadra non si è assolutamente indebolita e lo ha prontamente dimostrato sul campo. Anzi. Analizziamo il gol realizzato alla Samp e i 4 fatti alla Lazio: contro la Samp si sono visti movimenti da 4-3-3 nell’azione del gol. Asamoah e Barzagli a fare da terzini, Pirlo e Vidal vicini, Vucinic largo a sinistra che ha favorito l’inserimento in verticale di Pogba e Tevez prima punta. Con una difesa schierata a 4, se la sono vista i due davanti e le mezzali a risolvere la pratica. Se gli esterni larghi sono spesso la chiave per aprire le difese, allargare il gioco direttamente con gli attaccanti, talvolta, porta a scardinare ancora meglio le difese avversarie. Sui rinvii anni ’80 di Da Costa, infatti, la Juve si è schierata con un 5-2-1-2, con Vidal più avanti per essere in pressione in caso di calcio corto e i 5 dietro più Pogba a staccare. Nessun contropiede, superiorità numerica doriana. Proprio quando Vucinic ha cercato di allargarsi, la Juventus ha trovato spazio. 3 uomini molto larghi dietro, 3 uomini larghi in mezzo, due punte in verticale a fare da pivot che dialogano e vengono incontro, gestiscono tempi di gioco, ritmi della manovra e velocità d’esecuzione sul fronte d’attacco, fanno entrare e uscire il pallone da una parte all’altra e, come se il gioco si articolasse in spicchi, in duetti attaccante-ala, attaccante-mezzala, effettuano movimenti in velocità, di transizione, con continui cambi dei fronti d’attacco, assecondando le ali che si buttano dentro, in diagonale. A portare la 1a pressione si alternano mezzali ed ali in base a chi, per primo, si trova in posizione più avanzata. Poi spesso avviene il doppio taglio per vie centrali prima sul lato forte, poi sul debole, da parte di mezzali, ali e attaccanti, mantenendo sempre l’ampiezza del campo o con una mezzala o con un’ala sempre vigile. A tratti sembra che a centrocampo l‘obiettivo sia quello di lasciar giocare Pirlo da solo con i due attaccanti, libero da marcature per ragionare, con Vidal e Pogba che si allargano subito per “sgomberare” tutto il centrocampo e far arrivare il pallone alle punte, verticalizzando. Sagacia, intraprendenza, intelligenza tattica. Squadra che in queste prime uscite ha effettuato più verticalizzazioni per il tandem offensivo e tanti cross dalle fasce per una Juventus che si prepara a Llorente. Meno tiri in porta, meno occasioni degli avversari(la Lazio ha tirato 17 volte, 11 volte nello specchio ma sempre da fuori area) ma più gol. Cinismo e sintomo di crescita.

Con la Lazio, invece, i gol sono stati il frutto di automatismi di squadra assimilati da tempo. Non c’è buona esecuzione senza rapidità, precisione, intensità. Si cade nella prevedibilità e nella lentezza di esecuzione. Un’azione è efficace se eseguita con velocità e istintività. E’ in quest’ottica che la qualità dei singoli fa la differenza. Ecco perché l’innesto di Tevez e il salto di qualità, capace di conferire alla manovra estro, guizzo, imprevedibilità. La Juve sa quello che deve fare, sempre, come e quando farlo, con infinite variazioni sullo stesso spartito. Ha “conoscenza” e “coscienza” di se e degli avversari. Ha nella qualità delle letture dei movimenti propri e degli avversari e nella sincronizzazione con i compagni i propri punti di forza. Nel lavoro, nel sacrificio, nell’attenzione, nella cura dei particolari i suoi segreti. Per questo quando non ci sono questi ingredienti, la manovra appare prevedibile, lenta e i movimenti scontati. La meticolosità del lavoro di Conte porta a studiare, prevedere e anticipare le linee di gioco altrui. Lo schema, invece, è lo strumento che fa acquistare sicurezza al calciatore e dà differenti soluzioni in base alla lettura della difesa. Primo gol: Giropalla difensivo. Poi Chiellini – Pogba – Tevez – Pogba. Vucinic che osserva. Vidal che s‘inserisce e segna. Secondo gol. Altro schema: Vidal che s’inserisce sulla linea degli attaccanti, Vucinic fa da boa e Tevez che questa volta resta a guardare. Terzo gol, altra azione classica: lancio di Bonucci, taglio di Vucinic ad allungare la difesa e contemporaneo movimento incontro di Tevez. Quarto gol, altro classico movimento delle punte: Vucinic e Tevez spalle alla porta, in verticale. Il primo liscia, il secondo segna. Ed il gioco è fatto. Alla prossima.

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Atalanta – Juventus . AAA. Campionato serio cercasi.

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Articolo scritto da Alessandro Magno

 

Che spettacolo indecoroso che è il campionato italiano, menomale noi lo si guarda dall’alto.  Non che mi freghi molto di cosa combinano le altre, certo che la volta scorsa ce n’è stato un pò per tutti i gusti. In primis la simulazione pacchiana di De Rossi, che è qualcosa di veramente vergognoso e inqualificabile per un giocatore della nazionale. Non so quale raptus abbia colto De Rossi, giocatore che fra l’altro stimavo all’inverosimile, ma questa è una cosa che se a Krasic gli hanno dato due giornate di squalifica a lui ne dovrebbero dare 10, perchè è veramente una roba orrenda.

Al festival dell’orror dobbiamo iscrivere anche Inter- Lazio. Partita che i commentatori hanno anche definito ”bella”, ”divertente”, ”avvincente” e che praticamente è stata un edizione straordinaria di Paperissima. La differenza con il programma tv è che quello a volte fa ridere, mentre questa, francamente ha fatto piangere. Notevole lo Stramaccioni-ridimensionato del post partita. Siamo passati dal clone-Mourinho super arrogante di qualche mese fa, che diceva con superbia: ”Sciacqutevi la bocca quando parlate dell’Inter”, a una specie di chierichetto-sfigatello. Gli mancava l’aureola. D’altronde c’è chi vince il campionato con 4 giornate d’anticipo e chi fallisce matematicamente la qualificazione all’Europa League con due. Questioni di punti di vista. Non basta mettersi una giacca e una cravatta per fare l’allenatore del nuovo che avanza.

Punti di vista sono anche quelli per cui  Mazzarri ad esempio, dichiara di aver vinto lo scudetto. Chiamate la neuro, davvero qualcuno ha preso un insolazione. Non capisco la polemica post-partita del mister del Napoli e non la capiscono neppure gli intervistatori. Mazzarri dice e non dice, fa capire di essere forse stato penalizzato in qualcosa. Nessuno lo capisce, nessuno sa a cosa si riferisce. Nessuno sa a cosa si sta attaccando anche se tutti immaginano a cosa si dovrebbe in verità attaccare. Suvvia si fa per scherzare, d’altronde come ha detto Capitan Cannavaro: ” Abbiamo vinto una partita piena d’insidie”…???..Ma quale? Quella col Bologna salvo che ne aveva appena presi 6 dalla Lazio? Ammazza le insidie. Capirai! Stavano in vacanza.

Auriemma poi dovevate sentirlo, avevo la tv sintonizzata con Zuliani e dovete sapere che se cambiate canale vi resta l’audio con i commentatori-tifosi anche delle altre squadre. Da una parte c’era quello dell’inter che era in piena crisi isterica e c’è da capirlo. Fanno più schifo delle Juventus più schifose che si ricordi, quelle che sò tipo di Del Neri o Maifredi. Ce ne vuole e … son mica cacchi.  Fortuna per loro che si sono salvati nel girone di andata, altrimenti la vedevo dura. Auriemma invece, sembrava Caressa a Berlino. ”Gioite tutta la notte , questa è la serata del Napoli, il cielo è azzurro sopra Bologna, questa è la notte del Napoli e i festeggiamenti dureranno fino all’alba, l’alba di domani che sarà un alba napoletana….” insomma una roba così. Oh diteglielo che non hanno vinto un caz… svegliatelo. E pensa se vincevano lo scudetto? Facevano un giubileo.

Ma la porcata delle porcate è stata fatta a Torino, e ci tengo a dirlo è passata sotto silenzio o in alcuni casi è stata giuastificata, come dal moralista a corrente alternata Pistocchi: ”Certe cose le condanniamo ma si sà che succedono” Amen. E il biscottone Torino- Genoa è servito. Cairo e Preziosi, questi altri campioni di moralismo quando si tratta degli altri, non sono pervenuti. Maglio nascondersi. Volemose bene e tutto in quel posto al Palermo di Zamparini. Anche se questo francamente, se lo merita. Lui, Miccoli e Aronica. Simpaticoni. Mi dispiace solo per gli Juventini di Palermo e della Sicilia che avranno un’ occasione in meno per vedere i nostri allo stadio. Io per il Palermo non nutro nessuna pietà.
Mi spiace invece per il Siena della Mezzaroma, se ne va in B una squadra pesantemente penalizzata, che oggi con quei punti fatti sul campo, inguaierebbe ancora di brutto Toro e Genoa. Peccato. Al festival dello schifo del campionato Italiano succede anche questo, a chi penalizzano e a chi restituiscono. Dipende con chi stai e quanto sei contro la Juve.

Dulcis in fundo giusto per concludere in bellezza: la guerriglia che i tifosi della Juventus hanno subito a Bergamo come ogni anno e di cui i media si sono accorti solo oggi e solo perchè gli ultras della Juve hanno risposto al ”fuoco” nemico. Conte viene preso a esempio ”eroico” mentre cerca di calmare i nostri tifosi. I ”facinorosi” ultras della Juve. Peccato che dal labiale del Misterr si vede chiaramente che dice :” Voi non rispondete”. Il giornaletto del centro Italia parla anche di possibili squalifiche del campo della Juve. Siamo a Bergamo De Paola! Ma un minimo di obiettività almeno nelle questioni di ordine pubblico! Ma abbiamo a Torino l’unico stadio senza barriere d’Italia e non succede mai nulla è possibile che ogni volta che succede qualcosa contro gli juventini in una qualsiasi città italiana la colpa è sempre di noi altri? C’è stata l’ennesima sassaiola contro il pulman della Juventus a Bergamo. Vuoi vedere che erano i nostri giocatori che tiravano i sassi dall’interno del pulman verso i tifosi atalantini? E sono cosi stronz. che li tirano senza abbassare i finestrini!

Non sò davvero più come insultarvi.

 

Gli articoli di Alessandro Magno escono su:
ilblgodialessandromagno.it ,  Juvamania.it ,  ladivinajuventus.it , ilbianconeronews.blogspot.it

 

Atalanta – Juventus 0-1 Sintesi

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