di eldavidinho
I tifosi bianconeri meritano di vivere così quest’esperienza europea. Come se si andasse al cinema. E la Juve vista col Chelsea è stata stupenda, come un film. Con la bolgia chiesta da mister Conte e Zinedine Zidane ospite in tribuna. A parti invertite, noi a fare calcio e loro a fare catenaccio. Del passato, in questa partita, non c’è stato nulla; solo il nostro ritorno in Europa in grande stile. Vittoria mitica, paragonabile a quella ottenuta col Real Madrid in quel 3-1 del 14 Maggio 2003. Completamente asfaltati i blues campioni d’Europa questa volta come allora, nel vecchio Delle Alpi. Una prestazione intensa, bella, contemporanea, straordinaria, totale. La Juve ora è seconda a 9 punti nel Girone E ad una lunghezza dallo Shakhtar già qualificato. A loro basta un punto per arrivare primi, a noi per qualificarci. Ma per un sorteggio meno rischioso del previsto, non dobbiamo pensare ad alcun tipo di “biscotto”, come qualche antijuventino ha già denunciato. Magari, vendichiamo il gol antisportivo, “il gol della vergogna” realizzato da Luiz Adriano nel 5-2 dello Shakhtar al Nordsjaelland, situazione veramente comica e spiacevole in cui il giocatore non si è pentito di ciò che ha fatto e nell’azione seguente, Stepanenko ha impedito che gli avversari segnassero liberamente “il gol del fair play”. Alla fine, comunque, due minuti dopo il Nordsjaelland ha segnato il gol del momentaneo e secondo vantaggio. Tornando a noi, la differenza l’hanno fatta sicuramente la tensione del momento, la consapevolezza di cosa ci fosse in gioco, la maturità di questa squadra di farsi trovare sempre prontissima nei momenti cardini, al di là di tutti i tipi di discorsi tattici che si possano fare(che restano, ovvio). Un’orchestra che in campo comincia a suonare alla perfezione già dopo tre minuti, con Lichtsteiner che colpisce il palo, imbeccato da Vucinic. Non vorrei sbilanciarmi con pronostici affrettati ma questa è una creatura che, con i dovuti accorgimenti, si appresta a diventare perfetta. Alla fine, Il Chelsea 4-5-1 senza punte e con un “falso 9” è costato caro a Di Matteo, praticamente esonerato dal 3-5-2 di Conte e dalla organizzazione di squadra dei nostri. Alchimie collaudate e tanta, tanta abnegazione hanno fatto il resto. La Juve ha dominato, si è sentita grande, ha sottomesso l’avversario senza sottovalutarlo, è stata impeccabile in difesa e spietata in avanti. Ha annichilito il Chelsea praticamente fuori dalla Champions prima ancora che cominciasse. A volte la squadra ha ecceduto nel fraseggio e nella sicurezza acquisita di poter arrivare in porta col pallone, sciupando, come al solito, molte occasioni da gol, soprattutto nel primo tempo. Il Chelsea ha comunque fatto il tipo di gara che aveva impostato, a mio parere. Difesa e contropiedi pericolosi affidati alla classe delle proprie individualità, essendo giunto al tiro da posizioni veramente pericolose con Hazard, Oscar, Mata. Nulla, comunque, in confronto ai 26 tiri effettuati di cui 15 nello specchio della porta. I Blues hanno avuto un possesso palla leggermente superiore, 53%, ma la pericolosità dei bianconeri è stata decisamente superiore, per tutto l’arco della gara. Paradossalmente il gol di vantaggio, siglato da Quagliarella al 38’ del primo tempo, non ha spinto la squadra di Conte a difendere il risultato, anzi: proprio nella ripresa è arrivato il maggior numero di conclusioni, 16, 7 delle quali piazzate tra i pali. In Champions la qualità è alta, si sa e lo testimonia la precisione dei passaggi: 73% per i bianconeri, 71% quella degli avversari. Insomma, è lecito puntare in alto. Un dovere provarci. Contro i rosiconi che non hanno potuto esultare allo Juventus Stadium. Magari, alla fine, non arriveremo né in finale, né in semifinale. Ma sarà difficile batterci. Per chiunque.
Sarà difficile batterci anche per un Milan nettamente ridimensionato in questa stagione e in difficoltà in questa prima parte che, domenica sera, affronteremo a San Siro, a distanza di 9 mesi dall’ultimo, famosissimo, incontro. (il gol di) Muntari non ci sarà? Il giocatore autore di quella rete è infortunato e dunque non ci sarà. Un altro gol fantasma, anche. Mi auguro. Anche perché, statistiche alla mano, la Juve non ha affatto bisogno di favori arbitrali anzi, ne esce indebolita.
Il Milan ridimensionato sino ad oggi ha ottenuto tre vittorie(contro Cagliari, Genoa, Chievo), nessun pareggio e quattro sconfitte(contro Sampdoria, Atalanta, Inter, Fiorentina): è questo il bilancio a San Siro, dove ha raccolto nove dei 15 punti che attualmente compongono la sua classifica. I rossoneri sono però reduci da due prestazioni positive lontano da Milano: 2-2 in rimonta a Napoli nell’ultimo turno di campionato e l’1-3 in Belgio, contro l’Anderlecht, per una vittoria che ha significato l’accesso agli ottavi di Champions League con una giornata d’anticipo. Sono solo due i giocatori a essere scesi sempre in campo in tutti i 13 incontri di campionato del Milan. Due protagonisti utilizzati però in maniera drasticamente diversa dall’allenatore: El Shaarawy ha giocato 1120 minuti, Pazzini si limita a 772 e – sotto questo profilo – ha un po’ di compagni che con meno presenze lo superano decisamente: Abbiati, Abate, Bonera e Montolivo. Due i cartellini rossi finora maturati da Zapata e Boateng, mentre il giocatore più ammonito è stato Bonera con cinque sanzioni. El Shaarawy è il goleador della squadra ed attualmente vanta anche la posizione di capocannoniere del campionato con 10 reti. Lo seguono Pazzini con cinque, Montolivo con due, De Jong, Emanuelson e Bojan con uno.
C’è un precedente Milan-Juventus giocatosi il 25 novembre 1973. Si giocava la sesta giornata di campionato e i bianconeri si presentarono a San Siro in testa alla classifica, in coabitazione con Inter e Napoli. I padroni di casa erano allenati da Nereo Rocco. La Juve Campione d’Italia guidata da Vycpalek. Finisce con un pareggio per 2-2. Di prestigio anche le firme sul tabellino dei marcatori: Gianni Rivera per il Milan, che apre e chiude i giochi con due rigori, Pietro Anastasi per la Juventus con le reti del provvisorio sorpasso. Tra gli ultimi precedenti c’è quello del 2011 dove la Juve vinse a San Siro per 2-1 grazie alle reti di Quagliarella e Del Piero che resero vano il gol di Ibrahimovic nel finale di gara; l’anno prima secco successo per il Milan, che col gol di Antonini e la doppietta di Ronaldinho si impose con un netto 3-0; del 2008/09 invece l’ultimo pari, con Seedorf e Iaquinta che griffarono l’1-1 finale. E’ il pareggio il risultato più frequente di Milan-Juventus, verificatosi 33 volte, a fronte di 26 successi rossoneri e 18 bianconeri. La vittoria più frequente per la Juventus è lo 0-1 insieme alle 0-2, verificatisi in 4 circostanze. Il primo aprile del 1995, il successo per 0-2 ha il significato di un passaggio di consegne tricolori, con Ravanelli e Vialli che affondano il Milan di Capello e lanciano la Juventus di Lippi alla conquista del primo scudetto di un ciclo che vedrà i bianconeri trionfare tre volte su quattro campionati. Infine, pur non rientrando nella categoria dei successi con due gol di scarto, meritano una citazione l’1-6 del 6 aprile 1997 e lo 0-1 dell’ 8 maggio 2005. Nel primo caso la Juve è lanciata in testa alla classifica e il Milan arranca staccato di ben 13 lunghezze. La gara di San Siro sancisce la definitiva supremazia bianconera, finendo in goleada: dopo il vantaggio iniziale dei rossoneri firmato da Simone, le doppiette di Jugovic e di Vieri e i gol di Zidane e Amoruso annichiliscono il Meazza. Nel 2005 invece la sfida è più combattuta, con Milan e Juventus appaiate in testa alla classifica. A decidere la gara è David Trezeguet che devia alle spalle di Dida un assist capolavoro di Alessandro Del Piero, sfornato con una perfetta rovesciata. E’ la vittoria che lancia la Juve verso la conquista del 28° scudetto, classifiche modificate in tribunale, a parte.
Arbitro dell’incontro sarà Rizzoli, internazionale di Bologna chiamato per evitare polemiche. Insieme a lui, a fare i giudici di porta ci saranno gli internazionali Bergonzi e De Marco. Il meglio del meglio, verrebbe da dire. Con Rocchi, Tagliavento, Damato, Orsato e Valeri tagliato per qualche precedente. I bianconeri ritrovano il direttore di gara emiliano per la seconda volta in questa stagione dopo la gara con la Roma, vinta 4-1, lo scorso 29 settembre. Rizzoli non è nuovo alle sfide tra bianconeri e rossoneri. Già tre nel suo ruolino di marcia, ma tutte giocate a Torino. È successo nel 2009 (4-2 per la Juventus) e due nel 2011 (0-1 per il Milan e 2-0 con doppio Marchisio). In totale, il bilancio della Juventus è di 21 precedenti con otto vittorie, nove pareggi e quatto sconfitte. Da parte rossonera, però, c’è ancora qualche timore in virtù del fatto che c’era Rizzoli a Catania a indicare il tocco di Lodi sul gol poi annullato a Bergessio, segnalazione corretta che ha innescato il pasticcio di Maggiani, e c’era lui a suggerire a Udine l’espulsione, sbagliata, di Brkic per fallo da ultimo uomo. Rizzoli era anche a Pechino per la finale di Supercoppa con polemiche per la sua ‘chiamata’ sul contatto Fernandez-Vucinic del rigore del pareggio bianconero. Bisognerà raffreddare gli animi surriscaldati con una partita ben diretta. Il rischio di letture dietrologiche rimane concreto, come ha detto il giornalista Giovanni Capuano, ma bisogna assicurare che vada tutto per il verso giusto. Fuori dal campo, toni distensivi sono stati usati già da Galliani e Agnelli. È un buon segno. Forza Juve.
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