Articolo a firma di eldavidinho
4-0 la prima Juve di campionato senza Pirlo e Marchisio. E la mini, presunta crisi, cacciata via. La Juve gioca un’ottima gara contro l’Udinese, crea parecchio, ma nel primo tempo pecca un po’ di cinismo e fatica a sbloccare il punteggio. Poi trova la classe sfrontata di un predestinato: Paul Pogba. La Juve si rialza e vince. Di prepotenza, con forza e convinzione. vittoria netta, fortificata poi dai gol di Matri e Vucinic. Ma prima della doppietta dell’ex Manchester, i bianconeri avevano palesato gli stessi difetti di sempre: tanta corsa, tante occasioni, zero palloni buttati in rete. A volte i bianconeri sono parsi un po’ troppo leziosi, con Vidal Giaccherini e Vucinic. Solito difetto che probabilmente, nelle ultime settimane difficili, si è ingigantito parendo più evidente ma che in realtà abbiamo da sempre, con la partita che avremmo dovuto chiudere già nel primo tempo e senza un colpo di genio di rara bellezza del francese. Quello che è mancato è stata la necessaria precisione nell’ultimo passaggio e un po’ di cattiveria sotto porta. Come sempre. Solito canovaccio. Dopo le solite occasioni sprecate nel primo tempo, nel secondo l‘Udinese ha cominciato ad impensierirci, con la squadra stanca gìà alla mezzora. Ma ho visto una squadra che ha comunque reagito bene rispetto alle ultime uscite e in settimana ha lavorato bene, senza lasciarsi distrarre da voci e questioni esterne allo spogliatoio. Tuttavia, i bianconeri hanno giocato ad un ritmo molto alto lasciando pochi spazi all’Udinese. Padroni del campo, in fin dei conti. Lo ha ammesso anche il mister dell’Udinese, Guidolin, a fine partita. La chiave della partita porta il nome di Pogba. Una combinazione di tecnica, istinto, irrazionalità, talento, classe, forza e quant’altro esplosa tutta in due destri micidiali. Un pizzico di follia dettata dai 19 anni e dalla sfrontatezza che non ha mai nascosto. Spensieratezza, naturalezza, pazzia. Doppietta con due eurogol dalla distanza che hanno infuocato e surriscaldato le tribune e le curve dello Juventus Stadium. Gol da fuori area, a 100 km/h, frutto dell’invenzione dei singoli che non si vedevano da tanto tempo da queste parti. Non a caso la Juve difetta proprio nel realizzare gol da fuori area o di testa, provenienti da cross o calci d’angolo. Sperando che denaro e ambizione non lo rovinino. Bisognerà tenere a bada le voglie del suo procuratore. Ma questo si sapeva già. Raiola va gestito e con lui bisognerà temporeggiare. Si dovrà puntare sulla volontà del giocatore di crescere ancora qui e diventare perno di questa squadra. È normale che, attualmente, Pogba non possa giocare titolare: è giovane e discontinuo, inesperto, spesso si “perde” con la squadra, come a Parma, altre volte è molle. Marchisio e Vidal no, sono indispensabili. Hanno tracciato, con Pirlo, la strada verso uno scudetto vinto da imbattuti. Non si possono sostituire da un giorno all’altro. Tutto questo senza tralasciare il fatto che, potenzialmente, ha tutte le carte in regola per poter diventare un leader. Pogba impressiona perché sa giocare a calcio e usa sempre il cervello con grande freddezza e personalità. Restare umili sarà la prossima sfida. Pogba è un diamante grezzo in cui si sfaccettano istinto, classe e genio. E poi c’è l’inedita coppia Vucinic-Matri che, per una serata, è stata davvero prolifica: due gol e 1 assist, in due, in metà tempo. Non mi sarei aspettato mai un‘intesa così prolifica da parte loro. Forse, in fatto di numeri, meglio di qualsiasi altra coppia. La Juve ha superato i problemi legati ai richiami di preparazione e ha ripreso a correre. Matri è parso tonico, il ritorno di Vucinic, finalmente lasciato in pace(in parte…) dal suo tendine d’Achille, ha fatto molto nella fluidità dell’attacco. Non si allena, ma fa un gol e un assist. Nonostante il 4-0, non bisogna sbilanciarsi troppo. Martedì abbiamo la Lazio e sarà difficilissima. Sarà un match che testerà ancora a livello fisico e mentale, a distanza di pochi giorni, questa squadra tornata a vincere, macinare gioco e convincere.
Contro la Lazio, reduce dal pareggio in campionato ottenuto sabato pomeriggio sul campo del Palermo, 4 successi, 2 pareggi e 3 sconfitte: è questo il bilancio degli incontri disputati a Torino tra Juventus e Lazio in Coppa Italia. Il primo precedente risale al 27 settembre 1942. I bianconeri vengono eliminati perdendo 2-3, nonostante per ben due volte Ventimiglia porti in vantaggio la Juve. Nel 1960 la squadra di casa accede alla finale proprio battendo sonoramente i capitolini. Un 3-0 che sa d’impresa perché dopo il primo tempo, chiuso in avanti di un gol per effetto del rigore calciato da Cervato, la ripresa vede la Juve giocare in inferiorità numerica per l’infortunio di Sivori. Ciononostante, Lojodice e Charles chiudono la sfida prima dell’ora di gioco. I bianconeri saranno poi bravissimi nel superare la Fiorentina ai tempi supplementari nella finale disputata a San Siro. Identico risultato si verifica nel 1974, con Bettega autore di una doppietta e Causio in rete per il sigillo conclusivo. Dopo uno 0-0 nel 1987 (epoca Marchesi), le due squadre si ritrovano nel 1995 nella semifinale di ritorno. La Juve si guadagna l’accesso alla finale con un 2-1: dopo l’autogol di Paulo Sousa, va in rete Marocchi e chiude i giochi un rigore trasformato da Baggio. E’ questa l’ultima edizione vinta dalla Juventus, la nona Coppa Italia messa in bacheca. Nel 1998 è di nuovo semifinale. Al Delle Alpi si gioca l’andata ed è un ex juventino, il croato Boksic, a decidere la gara. La Lazio accederà poi alla finale, che la vedrà primeggiare sul Milan. Due anni dopo, nei quarti d’andata, Zidane, Conte e Kovacevic sono implacabili in un primo tempo che rasenta la perfezione. I piani però vengono complicati dalla ripresa, dove un rigore di Ravanelli e un gol di Mancini fissano il risultato sul 3-2 e aprono prospettive nuove alla Lazio, che saprà cogliere nell’appuntamento successivo e che la vedrà, infine, conquistare la coppa. Nel 2004 la Lazio vince il trofeo proprio a Torino. I biancocelesti si presentano forti di due gol maturati all’Olimpico. Trezeguet e Del Piero riescono a pareggiare i conti, ma Corradi e Fiore firmeranno un pareggio che significa conquista della Coppa Italia. Infine, l’ultimo appuntamento è del 22 aprile 2009. Ancora una volta è a Torino che si stacca il biglietto per la finale. La Juve perde, il gol di Del Piero arriva troppo tardi, quando Zarate e Kolarov hanno già messo in cassaforte la qualificazione. Ed è questa la quarta volta (su 5 complessive) che la Lazio riuscirà ad aggiudicarsi la manifestazione dopo avere incrociato la Juventus sulla sua strada.
Capitolo formazione. Nella Lazio, da valutare la condizione di qualche giocatore: “Konko, Klose, Radu, Stankevicius, ci sono diversi dubbi. Giocherà solo chi è al 100%”. Lo ha detto Petkovic. Nella Juve, “Pirlo non ci sarà sicuramente. Marchisio dovrebbe farcela. Giovinco quasi sicuramente non ce la fa e Vucinic è da valutare bene”. C’è dunque un solo attaccante, nella Juventus, sicuro di giocare: Alessandro Matri. Con Vucinic da dosare a causa dell’infiammazione alla caviglia, Quagliarella, Giovinco e Bendner infortunati, Conte non ha alternative. Non si esclude una soluzione a sorpresa con Giaccherini o il primavera Beltrame seconda punta. Parola del mister.
Per Juventus-Lazio, semifinale d’andata della Coppa Italia Tim Cup, è stato designato l’arbitro Antonio Damato di Barletta. Il direttore di gara pugliese trova i bianconeri per la terza volta in questa stagione dopo le gare di campionato con Napoli (2-0) e Cagliari (3-1 sul neutro di Parma). Ma Damato ritrova anche Juventus e Lazio insieme dopo il precedente di Serie A della scorsa stagione, sempre giocato allo Juventus Stadium e vinto 2-1 dalla squadra di Conte. In totale le gare sono 17 con un bilancio di 10 vittorie, due pareggi e cinque sconfitte. Negativo il computo in Coppa Italia, con due sconfitte in altrettante gare, con l’Inter nel 2010 e con la Roma nel 2011 (a segno andò però Mirko Vucinic). Allo Juventus Stadium, domani sera, gli assistenti saranno Riccardo Di Fiore e Claudio La Rocca. Il quarto uomo sarà Marco Guida. Forza Juve.
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La Mafia del calcio ha ottenuto ciò che voleva
Articolo scritto da Alessandro Magno
L’ho scritto una settimana fa, probabilmente anche in anticipo su tutti. A Roma volevano una finale di coppa Italia Lazio-Roma e avrebbero fatto di tutto per ottenerla. Ci hanno mandato un altro sestetto arbitrale che non se la sentiva. Il rigore su Vucinic nei primi minuti è un altro rigore netto, solare, sacrosanto, indiscutibile. E’ un poco la fotocopia del rigore che diedero al Napoli in finale contro di noi. Mi pare addirittura questo pure un poco più evidente. E così ci hanno mandato un altro sestetto ad hoc. Complimenti! Sarebbe ora che il Presidente Agnelli si facesse sentire nelle stanze dei bottoni perché così è un evidente stillicidio. 5-6 rigori negati nelle ultime due partite di cui 2 come detto, enormi, fanno sì che ci venga più di un sospetto. L’anno scorso se vi ricordate fu anche così, la questione arbitraggi-sconci ebbe fine dopo un Genoa-Juventus finita in parità, dove non ci fischiarono un paio di rigori e ci annullarono un gol valido di Pepe per fuorigioco inesistente. La questione ebbe termine in quanto forse passarono tutti i limiti di decenza , ammesso che ne abbiano mai avuti, e soprattutto perché a quel punto lo scudetto al Milan sembrava cosa fatta. Come dire: il loro l’avevano fatto alla grande ormai; salvo poi il suicidio del Milan nelle partite finali del Campionato. Ho la netta sensazione che voglian favorire il Napoli nella lotta scudetto e un anticipo si è avuto negli episodi evidentemente dissonanti di Domenica scorsa in Juve- Genoa e Parma-Napoli, quindi occorre fare molta molta attenzione e soprattutto sperare che il Napoli non tenga un grande ritmo e magari aspiri al suicidio.
Sulla partita di coppa che posso dire. Non è normale noi non si segni mai di testa e i nostri avversari di testa ne fan due, non è normale tenere la palla 60 minuti e tirare poco così. Non è normale neppure che gli altri in due partite fan 3 gol con 4 tiri in porta e noi ne facciamo 2 con 15. Non capisco questa coppia assurda che piace tanto a Conte ovvero Giovinco-Vucinic quelli che io ho battezzato ”la strana-coppia”, due che son così bravi a costruire e così poco bravi a concretizzare. Non sono Iniesta-Messi Conte, quando cacchio te lo metti in testa? Infatti siamo diventati nettamente più pericolosi con Quagliarella in campo. E torno a ripetere non è questione di tecnica ma di movimenti. Il buco dove si inserisce Vidal per pareggiare lo crea Quagliarella che va a saltare su quella palla anche se non la prende. Avete mai visto saltare Vucinic e Giovinco in tutta la partita? Certo anche un poco perché non arrivano i cross ma è anche perché quei movimenti da punte centrali non li hanno. Sono mesi che ripetiamo le stesse cose. Peluso? Ma porca la miseriaccia ladra, ma io non ho niente contro questo ragazzo, ma vi sembra da Juve? Ogni volta che entra prendiamo gol dal lato suo. Ma è 1-90 e si fa uccellare di testa? Raga ma non ci mettiamo anche del nostro però. Ma andiam a prendere Peluso e Anelka (ammesso che arrivi che ho pure brutte sensazioni su questo). Ma ci rafforziamo con giocatori finiti o da squadre di seconda fascia? Anche la formazione iniziale. Io capisco che la coppa Italia è l’ultimo dei nostri obbiettivi però ormai siamo li manca questa partita e poi un altra, troppe riserve in campo Conte. A questo punto non era meglio uscire un paio di turni fa? E per concludere Storari. E’ sempre stato un bravo secondo non lo nego, però su un cross da calcio d’angolo che finisce al limite dell’aria piccola , non si può stare in porta la palla si va a prendere in uscita. Almeno si prova.
La cosa più bella della serata rimane dunque la presa per i fondelli del nostro mister a quelli della Rai. Lui non può sapere, visto che era in campo, che hanno fatto al solito una telecronaca di parte. Che al secondo gol della Lazio hanno esultato ma nemmeno fosse Zuliani quando segnano i nostri. Che durante la partita in entrambi i rigori negati ci hanno messo moltissimi minuti prima di pronunciare le parole ”c’è rigore per la Juve”, nemmeno stessero invocando il Diavolo, che prima hanno omesso di fare vedere un dei due rigori su Giovinco e poi nel post partita i rigori son diventati uno per parte omettendone un altro (cioè entrambi quelli su Seba) e che al solito ha dovuto richiedere Conte la visione di questi. Quindi la presa per il culo per cui sul primo Vucinic è da simulazione in quanto si tuffa e Marchetti prende la palla, quello su Klose è rigore netto ”ma che dici si butta scherzi è colpito con violenza”? … e che sugli ultimi due Giovinco è da espulsione in quanto non può prendere così in giro l’arbitro, con evidente imbarazzo dei conduttori, è una perla del nostro grandissimo mister che come uomo è veramente fantastico. Uno Juventino vero. Peccato sia solo.
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